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Stasera danno i David Di Donatello, spettacolo per rincoglioniti, ho sempre preferito Davide Antonella, Davide è il cognome


21 Mar

King David

Ora, ignoranti e capre. Nel 2018, ancora devo sentire che il David di Donatello è un’opera di Michelangelo. Se si chiama di Donatello, non può essere del Buonarroti. A dementi come voi, non basta augurare neanche la più dolce buonanotte.

Sì, ma chi è che ancora guarda questa roba? Basta vedere chi premiano alla carriera, la Diane Keaton, una che non ho mai sopportato.

Dopo essere stata la moglie di Michael Corleone nella saga del Padrino, capì però che per vincere l’Oscar doveva fare la parte dell’isterica in Io e Annie, e per essere presa come intellettuale doveva scoparsi Woody Allen. Poi, tornò con Al Pacino, perché pare che il signor Alfredo avesse sempre avuto un uccello più siculo…

Sì, tolti questi due nomi, che hanno fatto il suo culo, dandole le fortune, la filmografia della Keaton è robetta. Sì, c’è in mezzo pure Beatty di Reds, non quello di Amori in città e tradimenti in campagna, e qualcos’altro ma, in fin dei conti, se guardiamo soprattutto gli ultimi vent’anni, la Keaton deve vergognarsi di farsi chiamare ancora attrice.

Ecco, basterebbe questo per capire che ci troviamo di fronte a una manifestazione indirizzata a gente vecchia, bacucca, finto-sapiente, e scorrere la lista dei film che premieranno.

La fa da padrone The Place, cagata cosmica per gente che crede davvero nel diavolo e crede che, oltre al reddito di cittadinanza, potrà scoparsi la donna dei sogni se le porte del destino si spalancheranno… sì, al massimo solo quelle, le gambe di quella, fidatevi, vi sbarreranno la strada. Quindi, sposatevi Diane Keaton di oggi, e non lagnatevi. Vi preparerà un brodino da vecchia gallina.

Poi, altra porcatona, Brutti e cattivi, il classico film “simpatico”. Se siete disabili e avete sempre bisogno dell’assistenza sociale, e provate tanta rabbia, questo è il film che fa per voi. Vi farete due risate puttanesche e alla buona ma domani, ricordatevi, dovete ritirare il sussidio. Sono cinico? No, sono realista.

Quindi, Ammore e malavita, ove c’è pure quella zoccola della Gerini. Una che, per far carriera, prima l’ha data a Boncompagni, poi a Verdone, facendolo strano, poi a Fabrizio Lombardo, uno che leccava quello di Weinstein, poi a Zampaglione. Che zabaione!

Adesso, mi fermerei per un attimo sullo Zampaglione. Visto che l’Italia è il paese della gente depressa, lui ha capito che poteva vendere migliaia di dischi coi suoi ultimi treni della notte…

Un uomo, o pseudo-tale, che solo a vederlo devi chiamare uno psichiatra. Sia per lui che per te stesso, perché induce al suicidio. Sì, entrambi sarete ricoverati di TSO e, rimbambiti dai farmaci, canterete a gran voce tutte le hit dei Tiromancino.

E per finire l’Ozpetek! Napoli velata. Se avete vita incazzose, e amate le storie d’amore cornute come un babà pieno di liquore amaro, questo è un film davvero “speciale”. Dopo la visione, forse capirete che era meglio tifare per la Juventus. Vi sareste risparmiati la delusione di prenderlo sempre nel culo.

Il resto dei film in competizione è parzialmente accettabile.

Ora, chi è Davide Antonella? Davide Antonella è una che sa preparar le tagliatelle e ti toglie subito le bretelle perché, a differenza di questo Cinema falso e borghesuccio, lei subito te lo ciuccia, caro ebetuccio.

Ora, alcuni miei parenti fanno di cognome David. Per anni hanno creduto davvero di discendere dal re dei Giudei della Bibbia.

Poi compresero che non avevano origini religiose ma rimasero dei ferventi religiosi.
Contenti loro.

Abbiate fede. È l’unica cosa che può salvarvi.

Scusate, ma adesso caccio una scoreggina.

 

 

di Stefano Falotico

Ai David di Donatello, preferisco Davide con Antonella e ad Antonella prediligo un piatto fumante di tagliatelle


28 Mar

 

Con un po’ di ca(l)cio sui maccheroni.

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La dovremmo smettere di attribuire premi alla carriera a Benigni che da anni non gira un cazzo eppur si “bea” del suo fottuto premio Oscar anche come attore, quando scandalosamente lo soffiò a Nick Nolte, a Ian McKellen e soprattutto a Edward Norton. E con la sua faccia da pagliaccio “insemina bontà” fra gli spettatori beoti di questi spettacoli vetusti e raccapriccianti, in cui Virzì, uno che pensa solo a “ficcare” la Ramazzotti, piazzandola di “camei” nei suoi film “casinari”, alza il “trofeo” in segno di potenziale, futuro Miglior Film Straniero. Sono stanco di questi orrori, e non mi capacito perché molte racchie seguano appassionatamente tal demenza. Racchie che, dopo giornate di “duro” studio e canzoni di Laura Pausini, si friggono in queste premiazioni, proiettate nel pen(s)arsi un giorno attrici di tale (ca)risma, per poter contendere a questa fiera della banalità. Allorché, in questi momenti miei e non “mielosi” di pen(s)osa riflessione, ripiegato nelle mie solite afflizioni da “disturbato”, credo che seguirò in canottiera Olanda contro Italia, partita amichevole nazional-popolare al grido di “Belotti facci un goal!”. Aspettando poi la domenica senza campionato, per colpa “grave” di tale “infrasettimanale” europeo-mondiale, nel quale mangerò saporitamente delle tagliatelle al ragù, sapendo che mio cugino di secondo grado, che fa di cognome David, scoperà sua moglie mentre io allev(i)erò la mia “felice” solitudine nel trastullar ancora i miei cazzi a “coglione” senza profumo della socialità perversa di tal società malata e malfamata. Sì, più mi estranio dal mondo e più godo come un riccio, non sono ricco eppur non colo a picco. Mantenendomi intellettuale alla Gambardella e sollazzandomi in tal “egoismo” a base di pasticcini e non sociali pasticci(oni) in cui la gente depressa si fa di pasticconi. Attendo ogni dì le quattro di pomeriggio, perché se gli inglesi aspettano l’ora del tè io a quell’ora, bevendo al bar il caffè, a tal elefantiaci uomini frenetici faccio tiè. D’altronde, chi fa da sé fa per tre, e oltre al secondo voglio la frutta e il dessert.

Che rima baciata, che mia Roma all’amatriciana. Roma, ove non ci fu David, ma Michelangelo come me, un Papa re.

Non so chi sia Buonarroti, ma sorrata è bona.

 

Buonanotte.

di Stefano Falotico

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Valentina


05 May

Son valente anch’io di David di Donatello, meglio se nel “tinello”

 

Manara…, per Lei m’arrapo, “mannaro”.

 

Valentina Lodovini, una Donna che m’ossessiona e abbranca le mie polmonari “asfissie” notturne “fendendole” sin giù alla zona pelvica, ove “basculo” di sogni cangevolissimi, “cagneschi”, che “patiscon” il gemito “sofferentissimo” d’ululati ondulati dell’incubo, meraviglioso, di non “averla” ma “assediarla” anche or che in bianche, fredde lenzuola, “assideratissimo”, senza il suo seder, nel desiderio delle sue “gambe”, son assetato.

 

Sì, in questi interstizi “muti” d’una Luna capricciosa, virilmente acu(i)ta, di Lei ne son stremato e, arrembante, escogito stratagemmi per “penetrar” nel suo co(g)ito.

 

Poi, mi sveglio, “repentino”, proprio quando “l’avevo” convinta a “serpenteggiar” le cosce in me cinte a “tingerlo”, “maializzai” di “sue”, suine malizie, ma fui aizzato a un”’integerrima” Enterogermina per una “digestione scolastica” e “pedagoga” da “ministro” Germini contro il “seminale”, da un cinghialon in cucina che non tollera che io “sprofondi” nel “fondente” delle sue “fendenti labbra” ammaliatrici.

No, “culinario”, il mio “amichetto”, di là, si consola dalle delusioni “lilla” con un cioccolato svizzero, mentre l’orologio a cucù, erode il suo Tempo e “lo” piglia per il “culin”.

No, “fratello” peloso, non “spelacchiarmi” nella tua spelonca di “cavernose” vene non più, di “pennellin”, “impennate”. No, in “frigorifero” c’è della panna, monterà su Valentina per “spruzzatine” di “vino lodevole”.

 

“Guardala…”. C’è “tutta”.

 

 

(Stefano Falotico)

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