L’odio
Sono come Daniel Plainview, ficco romanzi e opere magniloquenti dall’alto del mio potere da Orson Welles che imbastisce regole a fregio della sua mente. Da disprezzare quando mi spruzzo il balsamo sui capelli, “intimandoli” a non mollare le doppie punte d’istituzioni coi coltelli dalla parte del manico, e trasformandomi, in men-He-Man che non si dica, nel Butcher di Gangs of New York. Strafottente, menefreghista e pure fetente. Irrido i bambini, educandoli nella “pedagogia” che illustra già loro, da Max Cady, ogni trucchetto della bugiona che li aspetta, divorandoli con “finezza” se non s’atterranno a piantar i piedi nel “terriccio” di fanghi su massaggi nelle cure termali su escursioni termiche d’umori alternati nei solipsismi a metrica dell’opportunismo ove tirerà il vento. Oggi apatici, domani di meteoropatia, dopo di che, col senno di poi, “poeti” per delle galline da sgozzare con frasi d’accatto(ni) affamati di “profumino” nei giochi “triangolo” annesso amante “bastone fra le ruote” di vitarelle col tovagliolo e la babbuccia d’altre “bimbette” a cui sfoderar l’ebete sorriso color “simpatia, cagami”.
Sì, da anni immemorabili sono questo, tentarono con ogni strategia a “riportarmi”, con le loro naziste deportazioni, nel Tempo ove gli “uccellini” miei s’innamoravano delle gote fanciullesche, porgendo loro delle canzonette per “e-metterlo” fuori dai calzoni.
Ma mal gliene sortì. Sì, il sortilegio della caccia alle streghe si ritorse contro la strega che pianificò, pian pianino, le sue mosse al mio “topo” affabulato nel lupus.
Cominciò una guerra, un assedio mostruoso alla mia persona, “rea” d’aver commesso il “tragico errore” di volermi sperperare nel “papero” coi fumetti della Walt Disney e l’anima Robin Williams, spauracchio per tutti gli Hook. Li e-spugna-i, e continuo a vivere da mugnaio, mentre loro (m)ungono le vacche e mettono il muso se una mula(tta) non s’abbronza di “platinato” attentato alle sue tettine. Tenerini ma, a lavar la testa agli asini, come dice il detto di me a tali “culoni”, si perde solo sapone. Le lancette dell’orologio meritano ore più al quarzo. Ché le quaglie pensino al conguaglio e, appunto, a ragliare. Vanno rastrellati, strozzati e, se non basterà, pure fucilati nel “piumaggio” coi piumini “accaldati” da piccioncini. Sono il cacciatore che fa il Pastore, e predica fra i mendicanti, additandoli con totale sdegno.
Questo è l’odio. Io coltivo l’olio e lo spalmo sul mio corpo per detergerlo dalle impurità di tali porci.
Questo si chiama onestà, e non la corrompo se qualcuno mi urla “Tu stai rompendo!”. Lo rompo di più e gli spacco anche la noce del capocollo.
Paragrafo due per il tre(no):
Malinconia da “idiota” (breve e conciso ma “incisivo” di dente per l’azzanno)
Le persone “felici sono delle malelingue che si fissano sulle “pecore nere” (e qui ci riagganciamo alle loro teorie carnali da sodomiti del “versetto di sangue” sopra stante, sotto di loro creperà la loro crapa), e la perseguitano di sospetti per “aspettarlo” al “varco”.
Io non ho questo problema. Io ho già varcato l’Inferno per (sor)montarli col ferro. Sono un montato, indosso un montone e ti son monito se rubi i motorini.
D’altronde, sono “laureato” alla motorizzazione dei miei “vuoti” pneumatici.
Sgommo nel “cazzo da fare”, e mastico le gomme sputandoti la “bolla papale” se t’azzarderai a volermi azzerare, intristendomi nel “socialmente attivo”. Lei è passiva, è una passerottina, a voi scopandola “passa”, a me no.
Ogni Giorno che avanza, “regredisco”.
E d’aria fritta mi nutro, ascoltando i dischi.
Della vostra ernia ed erba cattiva.
La vostra è razza di merda, “contenta”. Io sono il “contentino” del presente a te che te scartai con un “cartone” e, se t’incarterai nelle offese, fesso sarai ancora carta per pulirmi dopo averti pisciato in testa.
Paragrafo “terzino”…
La miglior difesa è la fuga, attacchi e s’attaccano al tram delle fighette per girettini che le insemineranno di girini
Io bacio tutte le rime. Fuga fa rima con figa, assonante l’è FIFA, gioco alla Playstation e non ho bisogno delle stazioni.
Non c’è la trama?
Trama fa il paio con aritmetica. Preferisco l’ermetico.
Pornografia fa rima con FIAT?
No. Infatti, guido il mio manubrio senza di-venire una macchinuccia.
Alle macchinette preferisco Frankie Machine.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)