Posts Tagged ‘Dallas Buyers Club’

GUCCI di Ridley Scott con Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jeremy Irons, Adam Driver e forse Stefano Falotico: ho inviato la mia candidatura come “comparsa”, vedremo…


17 Feb

lady gaga gucci

Gucci+Arrivals+Milan+Meanswear+Fashion+Week+enDtKpTYg6Fl

Sì, in passato, feci sempre la cosiddetta comparsata in mezzo al parterre de rois.

Fui una presenza immancabile in tutte le feste della crème de la crème dell’alta società felsinea in quanto molto richiesto dai signorotti frustrati ed elitari a cui offrii un po’ di sano divertimento da jolly e allegro menestrello in grado, soltanto con la mia faccia simpatica, di allietare e allettare le loro vite più imbalsamate della sagoma di Valentino. Lo stilista, non il tronista.

Gigioneggiai a mo’ di Al Pacino de Lo spaventapasseri, muovendomi con disinvoltura, invero con fottuta imbranataggine di scuola finissima però, districandomi fra persone altolocate e vicoli abbandonati.

Serpeggiando fra Corte Isolani di Bologna e via Indipendenza, giocando nel frattempo, forse in qualche frutteto e nei cespugli dei Giardini Margherita, ad essere il Mike Patton dei Faith No More della situazione o della mia situation comedy non sempre figa come Lady Gaga. Che sarà Patrizia Reggiani.

A Bologna e a Reggio Emilia, comunque, condii ogni pietanza non solo con selvatiche spezie, perfino con le mie movenze da uomo giammai di panza, bensì da bravo per l’appunto in ogni danza in quanto più magro del prosciutto crudo di Parma, sebbene gradisca non la tabaccaia di Amarcord, miei vitelloni come il Fellini che nacque a Rimini. Godo nello spargere la formaggia, no, il grattugiato formaggio, sì, il Parmigiano Reggiano su ogni trombone ed uomo maccheronico che, alla pari del dottor Balanzone, millantò di conoscere ottimamente l’inglese quando in verità vi dico che fu ed è solo un filibustiere ignorantone e gran cafone.

Sì, non sto schizzando, no, non sto scherzando, miei furboni.

Mi sono proposto, qualche ora or sono (adesso ho sonno), come comparsa per la nuova pellicola di Ridley Scott. Sarà un filmone o incontrerò un figone? Ai posteri, no, al poster l’ardua sentenza. Mi dimostrerò solamente un fifone? So per certo che, se incontrerò dal vivo la Gaga, Jared Leto, per l’appunto Al Pacino e compagnia bella, farò la figura del coglione oppure, se dio me la manderà buona, riuscirò nel behind the scenes a farmi da gigolò, un po’ gagà, la Germanotta bonazzona. Ah ah.

Non credo. Eppur non crepo, neppure mi dispero.

Un uomo deve farsi la gavetta, mie pugn… te, prima di arrivare… Non bisogna mai mollare e gettare la spugnetta.

Il fazzoletto, invece, è consigliabile usarlo se non userete le giuste precauzioni… Eh sì, miei cazzoni.

Sì, io m’intrufolo in ogni dove, so io dove. Con eleganza impari, eh sì, miei marpioni e porcelloni. Non sono mica un normale bambagione, un topo di fogna o una zoc… lona.

Sono L’omo in più e Jep Gambardella de La grande bellezza, sono Peter Sellers di Hollywood Party, sono Checco Zalone di Cado dalle nubi. A volte recito apposta la parte del bambinone ma, statene sicuri, sono davvero bellu guaglione. Sì, sono u’ saracino di Renato Carosone. Sono un uomo che non riderà mai dinanzi a battute scotte, no, scontate come quella sulla burrata nel film con Checco appena eccitato, no, succitato. Non sono omofobo, dunque non ce l’ho coi ricchioni e nemmeno mi piacciono le tamarre che vanno a Riccione e si fanno anche i bigodini, no, i più bruttoni.  Molte donne sono racchie, meglio le orecchiette. Son solo, no, so solo che non rimedierò una figuraccia. Poiché, se Dino Abbrescia, no, lo chef della mensa in cui, durante la pausa pranzo delle riprese di Gucci, mi domanderà: com’è la pasta?, ecco… a differenza di Zalone, testualmente copiandolo, gli risponderò… è cotta, è cotta, sì, se il cuoco vorrà sapere da me, buongustaio, quando potrà scolarla. Invece, gli risponderò… è buona, è buona quando Lady Gaga si toglierà lo slip, io crollerò e tutto decollerà fra suoi collant.

Al che Golden Lady, no, la Germanotta tutta cotta, se lo incollerà, me lo scrol… rà e scolerà ardente o solo al dente con tanto di Patrizia Reggiani, no, di formaggia all’acme del momento più bollente.

Scusate, volevo dire che, col sugo o senza la parmigiana, macchiata da lavatrice a 90° o pulita dopo una doccia assieme molto bagnata, speriamo che lei con me dormirà senza pigiama.

Su questa batt… na, no, battuta tremenda, detta anche freddura storica, vado ora a mangiare un gelato. Fa caldo.

Diciamoci la verità.

Io darò un tocco in più al film grazie al mio viso alla Jeremy Irons. Un viso piacevole come un pizzico di olio piccante.

Son un uomo ambiguo dal fascino torbido, un uomo che non farà la fine del pirla a mo’ dell’Adam Driver di Storia di un matrimonio.

A proposito, Jared Leto fu transgender in Dallas Buyers Club? No, no, questo ebbe e ha più palle di Matthew McConaughey, cazzo.

Insomma, farò la mia porca fig… a.

Mi pare ovvio.

Se Jared Leto, con la sua faccia enorme da culo, arrivò a Hollywood, perché io non dovrei arrivare con la protagonista di A Star Is Born?

Sì, abbiate pietà di me se spesso casco nel triviale e nel pecoreccio.

Sono un uomo che però non segue il gregge di pecorine, miei miopi.

E ama alla follia il pecorino sordo, no, sardo.

Per il resto, sì, non solo per La Repubblica e Il Corriere della Sera dell’epoca, bensì anche per Il Resto del Carlino, la Reggiani fu una mignotta. Marina Ripa di Meana, invece, amò tutti i cani, anche i carlini.

Ecco, piuttosto che essere ricco come l’ex marito assassinato e cornuto, sì, di/a Patrizia Reggiani, preferisco rimanere all’asciutto e mangiare un po’ di ricotta.

Voi, voi datevi al puttanesimo, prevedo solo pene.

Sì, pene integrale.

Lino Banfi non pronuncia pane…

Al posto della a, ficca un’altra e.

La e di Empoli e di Ehi, che vuoi? Non ti darò una beneamata…

Sì, spesso cazzeggio, va detto apertamente. Va dato anche in modo di gambe aperte.

Su tale cazzata un po’ pepata, ben rosolata e infornata, vi lascio fornicare. Me ne fotto, ah ah.

Il film di Scott, diciamocela, sarà una stronzata. Detta altresì porcata. Dai, su, suvvia! Jared Leto nei panni di Paolo Gucci? E Al Pacino as Aldo?

E Lady Gaga, all’anagrafe Stefani Joanne Angelina Germanotta, che suona un po’ come Contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, che incarnerà la Reggiani? Scarnificando il marito e fottendolo a sangue?

Come disse il trio comico I Trettré, a me me pare ‘na strunzat’!

Ricordate: le stronze e gli stronzi ci sono, stanno dappertutto. Basta tirare lo sciacquone.

 

di Stefano Falotico

 

I primi cinquant’anni di Matthew McConaughey su Instagram, Scarlett Johansson non mi provoca alcun primordiale istinto, è sopravvalutata, io mi distinguo ma sono sempre più esangue


06 Nov

_Moondog_Matthew_McConaugheySì, Matthew McConaughey è un attore premio Oscar. Dopo aver recitato molte parti da deficiente, da qualche anno a questa parte s’è impegnato a dovere nei ruoli da bel tenebroso. Ottenendo meritatamente l’Oscar e spopolando col suo Rust Cohle di True Detective.

Peccato che, dopo Dallas Buyers Club, su altri circa dieci film e più da lui girati, ne ha azzeccato mezzo.

Matthew, un tempo, le azzeccava tutte. Sì, da Sandra Bullock ad Ashley Judd, da Penélope Cruz a Janet Jackson, grazie ai suoi occhi languidi da texano poco di ghiaccio, tendente allo scioglimento degli estrogeni col solo ammiccamento d’un mezzo sopracciglio perfino acqua e sapone, faceva volare le donne per galassie poco metafisiche da Contact ma molto Interstellar da stallone coi piedi per terra, preferibilmente indossante gli stivaloni un po’ da troione.

Anche ora le azzeccherebbe, accarezzerebbe e le donne andrebbero matte per la mozzarella…

Ma Matthew ha messo la testa a posto e qualcos’altro solo in Camila Alves. Sì, ha preso la camomilla, come si suol dire, ah ah.

Una vecchia barzelletta, da me ricreata, recitava questo:

astrofisico dalla testa da super figo nucleare-galattico, laureato a Cambridge, dopo aver rilevato, grazie a calcoli pazzeschi e disumani, tre pianeti sconosciuti e dopo avere reinventato la teoria della relatività, dopo una vita passata fra i libri con la testa fra le nuvole, ha scoperto anche la figa.

Solo che ora non può tornare più indietro poiché le teorie di Einstein, secondo le quali, viaggiando più forti della luce, si può ringiovanire, sono valide matematicamente ma ancora non sono state concretizzate su un piano, diciamo, prettamente fisico e puramente tangibile. Ci spiace. Quest’uomo, elevatosi da tale pianeta delle scimmie, conosce la Fisica meglio di qualsiasi altro essere umano che nacque e che nascerà ma morirà senza conoscere il “Triangolo delle Bermude”. Poiché potrebbe, sebbene assai tardivamente, trovare una prostituta per assaggiare finalmente qualcosa più agganciabile alla materia ma è come Stephen Hawking.  Detto ciò, Matthew ha scoperto invece Instagram. Grazie a un solo video di lui che parla come un ebete, ha ottenuto un milione di follower nel giro di poche ore. La maggior parte della gente, a meno che non spenda più soldi di quelli posseduti da Matthew, può anche recitare, nei video inseriti, meglio di Laurence Olivier nel declamare tutto Shakespeare dalla prima all’ultima riga, pur di farsi pubblicità, sperando di farsi una meno stronza di Desdemona ma rimarrà lo stesso cornuta. Molti uomini, anzi quasi tutti, diciamo tutti… vanno matti per Scarlett Johansson. Appena la vedono, qualcosa fra le loro gambe diventa resistente e tosto come l’armatura di Iron Man. Io, essendo un cinefilo incallito, dunque conoscitore di tutto il percorso di crescita di ogni attore e attrice, appena vedo Scarlett, mi torna in mente la Johansson di Ghost World e, dopo tre secondi, ritorno malinconico e moscio come John Travolta di Una canzone per Bobby Long. Sì, come Rust di True Detective, non sono propriamente un tipo da feste. Però mi manca un film con Scarlett, ovvero Crazy Night – Festa col morto. Deve essere sinceramente una grande stronzata come quella che avete letto in questo post. Se devo dirla tutta, molta gente erroneamente pensò che, dopo averlo fatto la prima volta, mi sarei sbloccato. Invece, da allora ho perso la mia magica pazzia e forse Motherless Brooklyn mi parrà solo un film palloso. Sì, il film di Edward Norton, pur ricevendo ottime critiche, a molti presenti alla Festa del Cinema di Roma non è affatto piaciuto. Poiché credo che sia troppo cupo nella società di Instagram.

No, io non rido mai. Nei miei video, rido spesso ma perché sono un grande attore, superiore sia a Norton che a McConaughey. Non si era capito? Allora, siete proprio più tonti di quello che pensavo.

Insomma, voi avete scoperto solo l’acqua calda. Ma non di Scarlett. E ho detto tutto.ghost world

 

di Stefano Falotico

La mia profezia s’è avverata: è davvero l’estate più bella della mia vita, ringrazio tutti, soprattutto il canale YouTube L’IMPERO DEL CINEMA


12 Aug

68376558_394197361098329_6880648581556994048_n

Sì, io e Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club siamo la stessa persona. Lui si beccò una diagnosi, se non erronea, poiché l’AIDS ce l’aveva davvero, perlomeno molto superficiale. E, se avesse dato retta ai medici, sarebbe stato martoriato da farmaci sbagliati.

Lui, contrariato, imbestialito contro tutto e tutti, testardo come un mulo, disconobbe la diagnosi che gli fu effettuata con troppa superficialità e cavalcò la sua battaglia, in modo indomabile come un cowboy sul suo toro inferocito inarrendevole.

Con la grinta possente di un uomo in fin di vita che giammai però s’arrese.

Morì ugualmente ma riuscì a resistere più del tempo che gli previdero, non assumendo quella robaccia che gli prescrissero.

Sì, ragazzi, non prestate fede neanche alle previsioni del tempo. Tanto, semmai dicono che domani pioverà e invece vi sarà il sole.

Sì, ma sostanzialmente non frega un cazzo a nessuno se pioverà domani o stasera. Se pioverà fra un mese o fra un anno. Serve solo ai contadini che odiano la siccità.

Di mio, è una vita che il tempo atmosferico della mia anima viene e va come il sole che ora sta là e fra due secondi chissà. In fronte a te, no, stanne sicuro. Ah ah.

Ron Woodroof è uguale a me? Abbastanza. A me comunque fu commesso un pari errore diagnostico però di altra natura. Ho dovuto lottare con tutta la mia forza per dimostrare che avevo ragione io. E alla fine ho vinto la mia guerra.

Stanno accadendo davvero cose strane, assurde, ai confini della realtà. Cose allucinanti a cui non credono nemmeno i miei occhi ché, opacizzatisi per anni cupissimi negl’interstizi più tetri d’una mia dolorosa notte senza fine, stanno sempre più meravigliosamente rivedendo la luce. Come se dio, dall’alto dei cieli, m’abbia graziato, m’abbia perfino perdonato dei miei tanti sbagli e, come dico io, sbadigli, sì, assolvendo ogni mia distrazione, ogni mio trascorso essermi assopito in un narcotico, obnubilante incubo che adesso sta assumendo la grazia e l’armonia sconfinata di un sogno, appunto, falotico. Falotico è sinonimo di stravagante e bizzarro. Cercate sul vocabolario Treccani e ne troverete conferma.

Pochi giorni fa, son stato a Firenze in compagnia del mio amico Massimiliano Sperduti. Che bella giornata. Erano anni che non rimettevo piede a Firenze, la città rinascimentale per antonomasia, culla di poeti, santi e navigatori. Proverbio incarnato nei suoi dedali architettonici, raffinati quanto la sua Cattedrale del Duomo, e nella forza viscerale delle mie artistiche passioni invincibili.

Come il Cinema e la sua poesia immaginifica, come il romanticismo di un orgasmo trasognato, fantasticato e, semmai, non (av)venuto. Ma chi se ne frega. Gironzolo così, un po’ a vuoto e un po’ con la testa fra le nuvole ad Anzola, frazioncina di Bologna, riscoprendo e filmando antiche piazze e respirando nella mia anima la calma d’un pomeriggio assolato stupendamente malinconico, forse presto destinato a oscurarsi nello scroscio piovigginoso di altri miei dilemmi interiori, oppure illuminato nel frastagliato, soave malincuore ridestatosi, dopo tanto torpore, in una magica aurora.

Adesso, Andrea Bruno del canale YouTube L’IMPERO DEL CINEMA mi dedica un video.

Sono commosso davvero di cuore. Ogni altra parola di ringraziamento ho ad Andrea rivolto doverosamente in privato.

Ora, dopo tanto essere provato, sono solo… sinceramente stupefatto e incantato. Grazie mille!

 

di Stefano Falotico

Adoro le storie da Dallas Buyers Club: Siniša Mihajlović docet, amo anche le stranger things miracolistiche e quant’è bella Maya Hawke


13 Jul

Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+BLnRZISufW-l Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+dfkZAT63QUyl Ethan+Hawke+Maya+Hawke+2018+Film+Independent+9TXjraHJhbsl

ritorno al futuro dallas buyers club mcconaughey

Sì, abbiamo tutti noi, felsinei con gli striscioni sventolanti del Bologna Football Club, ovvero la squadra di serie A del capoluogo emiliano-romagnolo, appreso della spiacevolissima notizia comunicataci in maniera vivissima e umanissima da Sinisa. Scritto così senza accenti serbi e strani, eh eh.

Ero in macchina, al che accesi la radio e nel dì appena sorto dell’alba estiva di Bulåggna, sì, la mia città di nascita, nel dialetto locale così chiamata, appresi una notizia già di per sé poco promettente e assai poco entusiastica.

Quando si dice che il mattino ha l’oro in bocca, eh già, non sempre è vero.

Infatti, ascolto il comunicato radiofonico che, dopo le notizie meteorologiche dell’alluvionata Pescara e dintorni, all’improvviso mi spiazza e lascia interdetto.

Ovvero la news per la quale nel pomeriggio del giorno odierno, l’allenatore del blasonato Bologna, squadra quest’anno salvatasi dalla retrocessione con ammirevole, combattivo e grintoso onore, comunicherà in conferenza stampa ufficiale lo stato della sua malattia in fase avanzata.

Malattia?

Dunque, attendo la diretta della conferenza e poi me la rivedo su YouTube sul canale del Bologna.

Walter Sabatini presenta Sinisa…

Chi è Sabatini? Il padre con una b in più nel cognome di quella figa immensa che fu Gabriella Sabbatini?

Ah, Gabriella Sabbatini. In questo sabato forse sabbatico, rimembrai i tempi miei puberali nei quali patii godibilmente tutto il mio gomito da tennista. Quando, spaparanzato sul divano, ammiravo tutto il Grande Slam dei miei giochi balistici nell’adorare le fenomenali gambe di Gabriella. Gambe da competizione mondiale. Gambe belle quasi quanto quelle che furono della sua omonima, Gabriella, sì, ma Golia.

Io, dinanzi a loro ero Davide, un nano onanistico che giocava di rovescio e soprattutto di (d)ritto dinanzi a queste gigantesche femmine per cui avrei partecipato, sudando sette camicie, al Roland Garros per direttissima. Sì, avrei preso tutte e due le Gabrielle tanto belle e, sulla terra rossa del mio desiderio caldissimo come il sole a mezzogiorno nel deserto più cremisi, me le sarei sinceramente sbattute con tanto di racchetta d’alluminio. Quanta crema avrei spalmato su queste due donne verso le quali ero attratto di focosa biochimica calorosa come il fan più sfegatato e infoiato.

Di mio, diciamocela, ero iper-arrapato. Che la Sabbatini vincesse, sinceramente, me ne sbattevo il cazzo. Ah ah.

Ah, ero un ragazzo già emotivamente abbattuto che alleviava le continue partite perse con le ragazze mie coetanee, da me trasognate, spesso poco lambite eppur ambitissime, soprattutto fantasticate senz’abiti, in imperterriti breakpoint dalla vita quotidiana a cui offrivo scarsi punti vincenti e ficcanti.

Oggi, mi sono trasformato in una specie d’incrocio fra Keanu Reeves e Patrick Swayze di Point Break.

Eh, anche Patrick morì di Cancro.

Io spesso mi denudo scimmiesco come Anthony Kiedis dei Red Hot Chili Peppers. Sì, vi ricordate il suo cammeo in questo succitato storico capolavoro di Kathryn Bigelow?

Un’altra donna con gambe, all’epoca, davvero RED HOT. Che potevano battersela con le cosce di Jamie Lee Curtis di True Lies.

Jamie Lee Curtis, la protagonista di un altro ottimo film di Kathryn, ovvero Blue Steel – Bersaglio mortale.

E, come poc’anzi detto, splendida interprete assieme ad Arnold Terminator Schwarzenegger di uno degli spogliarelli più eccitanti e al contempo ridicoli della storia.

Uno spogliarello apoteotico capace di far affondare a mo’ del Titanic qualsiasi uomo anche megalomane come James Cameron.

Sì, vedi una donna così che arcua il bacino, che sinuosa e serpentesca sculetta velata soltanto da un piccolissimo reggiseno che sta su a stento, coperta minimamente soltanto da dei mini-slip nerissimi e piccanti, e non puoi, se sei eterosessuale, far altro che colare a picco…

L’unica donna bollente che riesce a freddarti come un enorme iceberg.

Ah ah

Cameron, bel coglione, altroché. Io, cazzo, la Bigelow me la sarei tenuta strettissima.

Uomini, ci giochiamo le palle che ho ragione io?

Invece James, a quanto pare, ama di più girare i sequel apocrifi di Pocahontas, cioè Avatar e i suoi seguiti bambineschi.

Suvvia, uomini, non fate i perbenisti, i puritani, i moralisti e, in particolar specie, ah ah, gli indiani.

Dinanzi alle due Gabrielle, a Jamie Lee e dirimpetto a Kathryn, va su eccome, a prua e a poppa, ogni albero di mezzana. Non fatemi la parte dei depressi in fase down perché non vi crede nessuno. Tantomeno la vostra pellerossa, peraltro brutta in modo disumano.

Sì, abbiamo perso James in The Abyss dei suoi mille, cervellotici Aliens… da multiforme esaltato.

Ma sì, visto che è estate, andate a pescarlo dalla sua villa con piscina, portatelo al largo e affogatelo.

Come uomo e come regista fa oramai acqua da tutte le parti. Sì. E ricordategli che il suo primo lungometraggio, Piraña paura, è quasi più brutto di Sharknado.

Qui c’è solo uno squalo, miei squallidi. E non è quello di Spielberg, bensì il sottoscritto, uomo che sovente se la squaglia sebbene qualche volta a talune lo scoli.

Sì, da quando lasciai la scuola in adolescenziale età, la gente pensò che soffrissi di qualche male impietoso e incurabile.

Da allora, quanti Strange Days che passai. Ma è tutto passato.

Invero, non è che vivessi molto di giorno, le mie erano notti assai poco dell’altro sesso ingorde in quanto essere metafisico come Franco Battiato, celebre autore dell’intramontabile Strani Giorni, appunto.

Adesso, a parte gli scherzi…

Sinisa mi ha commosso. Ho pure lasciato un commento molto sentito sotto al video della sua conferenza.

Queste le mie testuali parole:

l’audio è molto basso, però. Bisogna alzare il volume delle casse per riuscire a sentire bene. Forza Sinisa, non mollare. La leucemia, purtroppo, è una malattia molto grave. Quindi, bisogna essere ottimistici, sì, ma anche realisti. Varie persone di mia conoscenza non sono riuscite a sconfiggerla. Ma tu sei più forte, Sinisa. Ce la farai. E hai avuto, come sempre, un enorme coraggio a rivelare la tua malattia. Mi stupisce anche la tua calma con la quale, col tuo impeccabile stile, hai confessato senza paura la verità. Sei un grande, vincerai!

Io non sono disfattista né pessimista. Come sopra scritto, sono un realista. Ci sono vari stadi, non mi riferisco a quelli comunali come il Renato Dall’Ara, della leucemia. E può essere di diverso tipo.

Se è vero che la leucemia di Sinisa è in fase acuta e aggressiva, sarò tristemente sincero. La vedo molto dura.

È una delle peggiori malattie tumorali. Il suo clinico decorso è raramente reversibile e battibile nonostante tutte le terapie d’urto possibili.

Ovviamente, non equivocatemi, tifo per Sinisa.

Ma, ripeto, è una malattia che colpisce le cellule del sangue e si sviluppa in modo osseo.

Scusate se mi permetto questo gioco di parole. Non vorrei essere frainteso, come sempre. È insomma uno zoccolo tostissimo.

Ma Sinisa ce la farà.

Come ce la fece il grande Matthew McConaughey di Dallas Buyers Club contro l’AIDS.

Walter Sabatini è un DS, ho visto molti ragazzi ancora in forze (forza, su) crollare di fronte alle mille difficoltà economiche, cosicché si sono affidati all’AdS, ovvero all’amministratore di sostegno.

Ho visto anche tanti idioti insostenibili che non conoscono nemmeno l’ABC e vogliono dare lezioni di vita a me perché mi reputano un pirla e un idiota.

Ora, io non ho niente da nascondere. Al massimo, posso celare tre barrette di cioccolato nel frigorifero perché, se dovesse venire domani a pranzo mio cugino, so che se le papperebbe a sbafo.

Come molti di voi sapranno, a me fu fatta una diagnosi psichiatrica totalmente erronea.

Un errore diagnostico, un orrore di proporzioni cosmiche. Prendiamola a ridere, sono un tragicomico.

E questo scritto è malinconico e contemporaneamente sdrammatizzante alla miglior Woody Allen.

Per dimostrare che avevo ragione io, dovetti lottare molto di più di Matthew McConaughey.

Secondo voi, ecco, il punto è questo: avevo ragione io?

Certo.

Avevate dei dubbi?

Io sono uno, poveri stronzi, che ammirai Traning Day al Festival di Venezia quando voi ancora ciucciavate il seno di vostra madre. E vi garantisco che non era fantastico come quello di Uma Thurman.

Training Day uscì nel 2001 e in quel periodo Uma, vistosamente sovrappeso in passerella, sebbene sempre super passera, era incinta di Ethan Hawke.

Ma stavano aspettando Maya? Non so, anzi, no.

Maya Hawke è nata l’8 Luglio del 1998.

Comunque, Ethan e Uma stavano aspettando solo di finire di firmare gli autografi per rompersi i coglioni a vedere in Sala Grande un film del quale, essendo Ethan il co-protagonista, certamente avevano già visto le integrali anteprime mandate loro da Antoine Fuqua e dalla Warner Bros.

Maya Hawke!

È adesso una delle protagoniste di Stranger Things 3. La scena, nell’episodio 7, di lei e Steve nel bagno della multisala, ove stanno proiettando Ritorno al futuro, è veramente iper-romantica.

Lui è bello, lei di più.

Mi ha commosso. Così come m’ha commosso Sinisa.

Quindi, ora vi levate tutti da… ecco, ci siamo capiti.

Perché non sapete nulla della mia vita. E non vi permetterò mai più di fare i porcellini.

Comunque, con Maya un po’ maialino lo sarei.

Da cui il detto: Maya dire mai.

Ora, vado a mangiare del mais.

Detto ciò, finisco con questa. Maya ha 21 anni, compiuti pochissimi giorni fa.

Di mio, conosco molte ragazze perfino più belle di lei ma che nella vita non avranno mai la possibilità di recitare in una serie televisiva di successo.

Forse perché sono meno talentuose o forse perché non sono raccomandate?

La seconda che hai detto.

Ora, queste ventenni, che un tempo furono fighissime, dopo mille delusioni, hanno quarant’anni e hanno trovato come lavoro soltanto quello delle gelataie.

Dunque, quello che voglio dire è questo, amici. Se non mi siete amici, fa lo stesso. Il mondo è popolato da miliardi di persone.

Ecco, se uno viene emarginato per pregiudizi e stigmatizzazioni stupide da dei falsi amici, altri amici può farsene lo stesso.

Però deve affrettarsi perché, può anche aver sofferto del DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo, ma è geniale ancora come Christopher Lloyd di Ritorno al futuro.

Chi ha visto Stranger Things 3 capirà tutte queste mie citazioni.

So che credete che vi racconti balle.

E vi chiedete: ma come hai fatto?

Io sono io. Però, non sono David Carradine di Kill Bill, vero? Anzi, assomigliai molto a Uma quando volli vendicarmi di tante porcate perpetratemi.

Ad esempio, ho incontrato un vero amico. Si chiama Massimiliano Sperduti. Lui mi considera un genio e ha voluto appurare, in attesa del nostro meeting a Firenze del 31 Luglio, se sono/sia capace di recitare un testo come dio comanda.

Ha caricato il video in cui recito un suo erotico racconto sovrannaturale sul suo canale YouTube. Metto qui quello da me caricato, non in elenco, nel mio.

Secondo voi, può andare bene? Ci siamo?

Perdonate solo per qualche rumore di fondo. Ma ci sta.

 

dallas buyers club mcconaugheystranger things keery hawke matarazzo sinisa leucemia

 

di Stefano Falotico

Che ci fa il Joker a Medicina assieme a un suo amico del circondario imolese? Super video


30 Jun

benigni stecchino phoenix johnny cash

Sì, il Joker Marino, ovvero il sottoscritto, non abbisogna di truccatori e visagisti.

La faccia del clown è stampata nei suoi lineamenti affascinanti, malinconici e talvolta rock su espressione beffarda da Travis Bickle di Taxi Driver, da Rupert Pukin di Re per una notte, associata al miglior Joaquin Phoenix possibile. Forse il suo Johnny Cash di Quando l’amore brucia l’anima.

Un’anima dura, nuda, senza makeup e imbellettamenti.

Con zigomi da Al Pacino di Crusing e fascino magnetico alla Sean Penn, a sua volta grande amante di Springsteen.

Con un mio amico, il quale abita a Castel San Pietro Terme, in quest’ultimo sabato di Giugno 2019, mi sono avventurato a Medicina. Cittadina di quasi ventimila abitanti sulla quale aleggiano storie macabre da Carlo Lucarelli.

Questo mio amico, passeggiando lungo le vie del centro storico di tal paesino ameno, mentre adocchiai qualche ragazza indubbiamente sollecitante i caldi estivi, mi ha condotto nei pressi di un’abitazione maledetta.

Si dice che in Italia i medici, non la famiglia Medici, siano la categoria a più alto tasso di suicidi.

Sì, anche negli Stati Uniti non stanno messi meglio.

Il medico, laureato in Medicina, anche se s’è laureato a Bari, a forza di stare a contatto con persone malate di qualche patologia, si ammala lui stesso.

Pensate all’episodio finale della stagione 4 di Black Mirror. Col segmento dello scienziato pazzo che, prima entra in contatto con gli infermi e poi, immedesimandosene troppo, s’incancrenisce da solo.

Ad esempio, io posso dirvi questo. Avete presente il finale di Johnny Stecchino? Quando sbattono Dante, scambiato appunto per lo Stecchino, nella bottega del barbiere?

Tutti credono che sia fottuto in mezzo a quegli animali.

Come fa il tacchino?

Ah, miei polli.

Pensiamo per esempio agli psichiatri. Ne incontrai molti nella mia vita. Mi dissero che, a forza di vedere troppi film, avrei aggravato la mia indole delirante sulla realtà, imitando il peggio del Cinema di Jodorowsky.

Invece, smentii ogni loro diagnosi. Sì, uno mi dette solo qualche mese di vita cerebrale.

Avevo ragione io. Se Matthew McConaughey dimostrò l’impossibile in Dallas Buyers Club, io dimostrai, come un teorema pasoliniano, che la scienza non può niente contro di me. Sono troppo oltre le teorie assurde e invalidanti partorite da rimbambiti.

No, non fui accusato di avere l’AIDS ma di essere spacc(i)ato nel cervello. Mi costrinsero ad assumere farmaci, convinti che altrimenti avrei fatto la fine di Russell Crowe di A Beautiful Mind.

Ragazzi, non assumete mai robaccia come gli psicofarmaci. Perché poi, se vedete Jennifer Connelly di Hot Spot, il cavallo dei pantaloni non sentirà il bisogno di cavalcarla come in un tosto rodeo.

Si chiama calo della libido. Non è castrazione ma diciamo che colui che assume psicofarmaci, ecco, tende ad angelicare ogni donna anche se si trova dirimpetto a Miss Italia.

Sì, io ho scarsa fiducia nei medici. A mio nonno dissero che aveva superato il Cancro e dopo tre mesi il suo corpo fu inondato di metastasi e lui morì.

A un mio amico ingessarono l’alluce quando invece s’era fratturato il pollice.

Mia madre invece non sta tanto bene ultimamente. Le dissero che era affetta da una strana allergia propagatasi sul corpo e invece si è scoperto, assai in ritardo, che ha la celiachia. Non può mangiare il glutine. Era il glutine a provocarle una reazione infiammatoria.

Il mio caso è stato diverso.

Ero un enfant prodige. A forza di abbassarmi al livello dei dementi, il demente ero diventato io.

Per una semplice ragione. È come ne Il seme della follia di Carpenter. Se i pazzi dicono che il pazzo sei tu, lo sei davvero perché gli altri non capiscono. E ridono e ballano, facendoti le smorfie.

Ad esempio, la realtà la puoi strutturare in vari modi. Se per te vita significa timbrare il cartellino, fare figli, andare a messa e guardare partite di calcio, chi amerà Clive Barker verrà da costui/costoro considerato un mostro di Lovecraft.

Il concetto mi pare chiarissimo. Com’è che non ci arrivate? È una questione cabalistica.

Infatti, con questo mio amico abbiamo parlato dei grandi horror degli anni ottanta come Hellraiser.

Concordando che Barker è superiore mille volte rispetto al tanto celebrato Stephen King.

Detto ciò, mi ha mostrato un’abitazione per cui una leggenda metropolitana narra che le persone del luogo che hanno deciso di farla finita, eh già, affittano una stanza per continuare la funebre tradizione, come in una catena di Sant’Antonio, del primo che si suicidò in quella precisa cameretta orribile.

Roba quasi da Shining.

Quindi, io e il mio amico siamo ritornati a Castel San Pietro Terme.

Recandoci all’Accademia del Pomelo, bar sui generis con una barista che sa come shakerarti gli ormoni.

E questo è quanto.

Il resto non ve lo posso dire.

So che siete curiosi di sapere come sia andata a finire tra me e la barista.

E, nel mistero, si crea la suspense.

Mentre, nel vostro cervello, si sviluppa sempre più l’onanismo a farvi i cazzi altrui.

Statemi bene. E curatevi. Il detto dice: meglio prevenire che curare.

Il mio invece sostiene questo: chi mi disse di curarmi, eh sì, credo sia stato inculato.

Ho al solito ragione io?

Chiediamolo alla barista.

cabaljoker phoenix

dav

 

 

di Stefano Falotico

Il Joker Marino, un personaggio da manicomio e anche da Kurt Russell di The Christmas Chronicles, coi suoi con(s)igli per gli acquisti di Natale


01 Dec

cera-una-volta-in-americanat03am35china12dallas_buyers_club_foto_16

 

Ebbene, fratelli, cantiamo?

Mettete su la musica. E tu, panzerotto di Steven Van Zandt, spingi con quella chitarra!

Dai, su. Alimentiamo la movida.

Questa vita è stata una corrida e io sono sia il torero che il toro scannato, sono McConaughey di Dallas Buyers Club e ho sconfitto ogni falsa diagnosi. Forza, rodete, son da rodeo! Erode, pigliatelo in quel posto! Dai, mettete quest’Erode sulla croce. Ha finito di calunniare. Cristo santo!

Ecco, ora che ci siamo dissanguati in un bel ballo da lupi, sediamoci. Perché ho da proporvi degli acquisti.

Ché poi saranno i miei. Tanto voi di Cinema e anche di donne non capite un cazzo.

Quindi è fiato sprecato e sarebbero soldi buttati via.

Ho due copie in Blu-ray di C’era una volta in America. Chi ne vuole una? Tu le vuoi tutte? No, allora farai una fine peggiore di Max e Noodles.

Di una me ne devo liberare. È ancora incartata. Sì, è dislessica. Tu, liberati della tua, tutta ingessata. La tua non la prendo manco se me la regali. Ché questa t’ammoscia. Ma mi manca quella della versione doppiata da Stefano De Sando e Luca Ward.

Ecco la mia letterina a riguardo:

caro Babbo Natale,

sotto l’albero voglio questo “Indimenticabili” per potermelo sparare e gustarmi ogni goliardata leoniana.

Vedi di non fare il cazzone e ficcami tutto nel caminetto. Sì, come Bob De Niro con Elizabeth McGovern. Un’irriconoscente. Lui per tutta la vita le ha dedicato cantici dei cantici e lei fa ha fatto, esigente, la cagna. Con questa bisogna essere erigenti! Basta con le poesie, tanto non apprezza la sensibilità. Vuol essere trattata da troia?

Quella scena è un po’ “spinta” ma, come diceva De Sica, quando ce vo’ ce co’. Aveva veramente rotto u cazz’.

Tanto l’avrebbe preso in culo comunque. Tutti in quel film lo prendono nel didietro. Tutti, senz’eccezione alcuna. Altro che quella boiata di A modo tuo di Ligabue. La deve finire questo bovaro di cantare sciocchezze.

Voglio anche il libro d’Ilaria Feole, edito dalla Gremese. Mah sì, ci può stare. Sì, secondo me Ilaria ci sta, eccome. Ah, non ci sta? E che deve fare di meglio? Scrivere altre recensioni? Se la godesse!

Poi i nuovi dizionari di Paolo Mereghetti e del Morandini.

Ho tutte le edizioni, Morandini è morto, Paolo è rimbecillito ma la collezione abbisogna di essere completata.

Ho già prenotato la versione restaurata di Eraserhead. Dunque, non sbatterti.

Vorrei però il Blu-ray nuovo di zecca di Grosso guaio a Chinatown.

Ah, soprattutto, toglimi dalle palle i mammalucchi e gli idioti.

Una volta per tutte.

Stanotte, non andrò a letto presto. Anche perché vi sono sempre andato tardi. Che noia la vita giornaliera dei poveri mortali. Io ululo!

Non sono una persona tanto normale. Vivaddio. Che ce ne facciamo dei tonti?

Sono stanco di regredire per compiacere le loro falsità zuccherose.

Voglio farmi crescere il barbone.

Dai, caro Kurt Russell, come diceva Abatantuono in Fantozzi contro tutti, fai ridere questa povera gente che non esce mai dal suo guscio.

Vedi di svegliarla un po’.

cover-true-detective

di Stefano Falotico

 

McConaughey è una bella faccia di culo e Laura Pausini e Vasco Rossi non si sono ancora suicidati?


21 Nov

wf03

E ancora, e ancora, e ancora…

Sono stanco un po’ di tutto tanto la gente non cambia e nemmeno io.

Le mie idee sono sempre più radicate, tetre, cupissime.

E soprattutto non ho intenzione di cambiare. Mi piace starmene solo perché solo, appunto, in solitudine posso ammirare gli sconfinati panorami della mia anima, lontano dai consigli idioti e dalle scempiaggini di massa.

Poi, con grande cautezza, vellutatamente indosso la mia giacca di pelle e m’involo nella notte nitidamente aggrappato al mio cuore decadente.

Sono stanco dei luoghi comuni di questo Paese. A me ne hanno dette di tutti i colori. Io non appartengo a nessuna generazione, a nessun tempo, non sono collocabile in nessun inserimento “psico-sociale”.

Totalmente estraneo alle vostre baggianate e più la gente mi offende e più, nel laconico sudore della mia anima freddissima, mi fortifico nel buio gioviale ai cazzi miei.

Sì, appartengo a quella generazione chiamata X ove un imbecille come Kurt Cobain detenne il controllo mentale di molti ragazzi balbuzienti ed ebefrenici che angariati, torturati, vessati da genitori che volevano avviarli e sistemarli ancor prima che potessero assaggiare l’odore del loro ventre, in stomachevoli deliri solipsistici elessero a Dio questo pagliaccio da circo.

Non cambio idea neppure sulle donne. La penso sempre più come Kemper di Mindhunter.

So che per questa mia netta affermazione, anche in tempi non recenti, mi son piovute su Facebook discriminazioni sessiste, attacchi sfrenati alla mia virilità e tutte le donne, queste donne tanto patetiche come Emma Bonino, hanno sferrato offese indicibili contro il sottoscritto.

Le donne, come sostenuto peraltro da Bukowski, sono esseri sostanzialmente stupidi che scelgono i loro uomini, quasi sempre, in base alla forza economica che tali uomini possiedono.

Perché le donne sono tanto poetesse a parole, retoriche oltre ogni dire, ammalate di buonismo sin dalla nascita per colpa di educazioni distorte, cagionate da troppi film Disney visti da codeste durante l’infanzia più tenera, periodo nel quale s’innamorarono di Lady Oscar e de La principessa Sissi, idolatrando la virtuosa Grazia Deledda e poi rinnegando ogni verginità pura a favore del primo puttaniere, coperto di una maschera sociale da bravo ragazzo, che le ha illuse con un mazzolino di rose ipocritamente teso… solo a deflorarle.

Da allora, da quando cominciarono a comprendere la potenza lor sessuale, hanno capito le facilissime logiche del mondo. Discettando da gran signore dietro un raffinato tailleur e poi intimamente preoccupate solo di pararsi il culo, sposandosi l’imprenditore iper-cinico che, semmai, le maltratta, abusa di loro e le prende platealmente per i fondelli. Ma almeno ha i soldi per garantire loro quella stabilità “armoniosa” da vacanze in Costa Azzurra. E soprattutto permette loro di tirarsela da gran fighe, con le bocche a culo di gallina, tre ore di palestra e pilatestapis roulant e altre amenità, come dico io, di sorca.

Gli uomini sono pure peggiori. Il novanta per cento sono degli animali imborghesiti. E pur di mantener caldo l’uccellino e sfogarsi dopo una giornata dura, be’ cazzo, son stati disposti a disfarsi di ogni dignità mascolina, si son effeminati nei gusti. E allora è capace che quelli della mia generazione hanno amato alla follia L’ultimo bacio, una delle più grosse bischerate di sempre, e poi andavano dagli altri ragazzi a sfotterli, vomitando loro che erano sfigati, meno(a)mati, e si struggevano nelle loro amarezze da Leonard Cohen.

Per molto tempo della mia vita fui scambiato per Benicio Del Toro de La promessa.

Mi spiace deludere questa aspettativa, son sempre stato quello di Traffic.

Non credo alle dolciastre banalità. E spesso appaio troppo buono, indifeso e vulnerabile.

Appaio così, invece son sempre stato tutt’altro.

 

E la dovrebbero smettere Vasco Rossi con la sua La verità e Laura Pausini, una povera zoccola scema, a mendicare la simpatia dei frustrati con le loro canzoni di merda.

C’è un grande problema nella società. La gente, rimbambita da troppe visioni patinate e televisive, confonde il romanticismo con la romanticheria. Con le stronzate.

E mangia le caramelle Tic Tac che rinfrescano la bocca. Si rinfrescassero i cervelli.

 

dallas_buyers_club_foto_68

 

 

di Stefano Falotico

Siamo ancora giovani per fare i pensionati e io cammino da gagà, tosto come McConaughey


20 Nov

Ashley-Long-1

Assisto a uno sfacelo. E io non dovrei parlare perché sono stato il campione dell’apatia, il re dei pigri, il Lebowski fattosi reale. A girovagare per molto tempo nella nebulosa delle mie abdicazioni.

Sì, eccome se mi accasciai e tante cose, soprattutto femminili cosce, persi nel buio più nero della notte senza fondo. Anche senza fondi.

Ma è proprio sulla base dei nostri mancamenti, dei nostri momentanei o duraturi svenimenti che dobbiamo risalire per non soccombere dinanzi a questa vita che non è mai facile.

Non è ancora venuto il momento di svenire, no, non svaniamo, io a te, donna, ancor vengo. A meno che tu prima non svenga. Sì, faccio un certo effetto.

Come dissi io e perfino un critico cinematografico mi rubò tal frase da me coniata in un attimo di genialità inaudita, io son fatiscente ma giammai domo.

E invero mai dormii. Il mio sguardo fu sempre vigile e quando i vigili mi fermavano perché andavo a forte velocità, oh sì, pagai ogni multa. Dilapidando un patrimonio.

Ma non me ne pento. Ma quale pentecoste! Non sono il Cristo di nessuno e nessuno infliggerà più marchi al mio costato. E voglio mangiarmi ancora molte crostatine. Costino quel che costino, cazzo, hanno aumentato il prezzo alla Coop, puttana la Mad… a di Dio!

Così come non mi pento di aver speso 1500 Euro nel 2005, abbonandomi a un sito porno. Sì, senza pudore lo sbandiero. Fu un anno di fermentazioni sessuali esagerate, ove incontrai anche una donna con la quale ci divorammo, spellammo, arrossammo e forse scopammo. Sì, forse scopammo perché lei, diciamocela, abusò della mia innocenza e mi mangiò vivo, io incosciente non capii un cazzo ma lei sì, e io non saprò mai se quello fu amore o una grande trombata. In tutti i sen(s)i.

Sì, quell’anno 2005 fu esaltante, perfino esalante, saliente e di mio pen salente. Non voglio mentirvi da uomo silente: Eccome se salì. Di un sesso al bacio, zuccherato con sale e piccante. Ficcante in lei ardevo brillante ma non ero mai soddisfatto, allora appunto sottoscrissi l’abbonamento a un bel sitarello. Tanto per rincarare la dose, come si suol dire.

Da cui mi scaricai tutto in streaming. Vero download purissimo! Ebbene, ve lo dico, bando alle ciance e ai moralismi, alle pudicizie e alle reprimende cattoliche.

Andavo matto per Ashley Long, una bionda pornoattrice che non mi faceva dormire la notte. Assalito dal più inverecondo peccato, la mia carne ogni minuto ribolliva baldanzosa, la mia pelle euforica si squagliò giocosa, desiderando quella figa immane così gioconda dal culo maestoso.

Oh Signore mio! Non fatemici pensare. Quanto penai… Che pene!

Sì, lo posso affermare orgogliosamente. Io, come Bukowski, non sono mai andato a puttane né mai vi andrò. È la mia morale folle da Travis Bickle a rendermi così retto.

Anche se per un altro di pornostar odierne, delle quali su Instagram ammiro sempre i loro tonici retti, farei uno strappo alla regola e strapperei loro anche tutto il resto. Ah ah.

Sì, dico. Siamo uomini o siamo cazzoni?

In questi anni son venuto a conoscenza degli animali più strani. Gente che, abbattutasi, per troppi bullismi mai sopiti, incorse anche nel mobbing, e a pezzi ora non gliela fa più. Elemosinando da pezzenti. Ha chiesto all’assistenza sociale la pensione d’invalidità, spacciandosi per disabile psichica quando invero è abile alla grande. E lo dimostra il fatto che questa gente si fa le canne da mattina a sera, si ubriaca da matti e inneggia a Beppe Grillo per un fancazzismo medioevale da farmi rabbrividire.

Vi siete arresi! Io mai mi arrenderò a costo che mi esporranno al ludibrio in piazza, che mi linceranno, bruciandomi come una strega maledetta.

Son uomo di acume, scrittore che insiste e la cui volontà persiste, che cadde mille volte, pigliando batoste che avrebbero steso anche Rambo.

Ma posso dirvi che, sebbene più volte, mi fu proposto di abdicare, io mai abdicai.

Fui ricoverato perché per troppo stress, e forse anche a causa di troppe fighe di quell’epoca, delirai. Diciamocela, mi telefonavano alle tre di notte, rovinando i sogni in cui ero in un prato fiorito a parlare coi puffi, mi sbatterono in riabilitazione e m’indussero a mollare.

Chiedendomi se volevo una mano. Una mano? Di che? A farmi mantenere dallo Stato, trattato da uomo danneggiato?

Ma danneggiato di che? Sì, ne ho patite tante, vissute di cotte e crude, anche di bollenti, e persi molto del mio mordente a causa di farmaci troppo “emollienti”.

Sì, subii delle infiammazioni ma posso garantirvi che il mio cervello è perfettamente intatto, il mio uccello è ancor lindo e so usar molto bene sia la Lingua italiana che giocar di altre lingue perfino con le donne di Taiwan.

Scrivo di Cinema come un ossesso, sto finendo un libro erotico. Eh sì, prima o poi sarei arrivato a questo.

Ma mica un romance come le puttanate che si vedono e vendono in giro. Qui parliamo, e posso anticiparvelo, di un libro erotico come non se ne sono mai letti.

Fra orge alla Kubrick, diavoli maledetti, una Venezia misteriosa, donne maliarde, figli di puttana bastardissimi, e un’eleganza della prosa da far invidia a García Márquez.

Nuovi amici mi hanno tirato su, li ringrazio.

E sapete perché? Perché come scrisse Mereghetti a proposito di Sean Connery di The Rock: non fa molto ma vive di rendita sul suo carisma.

 

E io sono come Jimmy Malone de Gli intoccabili.

Dunque, amico, non fare il Capone.

Io sono più testone di te e a Roma assai presto andrò a ritirare l’attestato. Perché ho vinto un concorso letterario. Ben vi sta!

Se ti sto antipatico, pigliati quest’altra testata, prova ancora a rompermi il cazzo e ti sbatto su tutte le testate. Sputtanandoti di brutto.

Ce la possiamo dire? L’Italia è sempre stata un Paese di dementi.

Li vedi a quarant’anni che seguono le partite di Calcio, riempiono di soldi quelli che son più miliardari di tutte le generazioni che avranno, guardano Carlo Conti l’abbronzato con la lampada in tv, sbaciucchiano la moglie mentre sbirciano la ballerina del varietà tutta scosciata e poi fanno la morale ai ragazzi troppo vivaci…

Appena non sanno che pesci pigliare e non vogliono confrontarsi col prossimo, lo ricattano, dicendo lui che lavorano come dei negri e si fanno il culo. E invero stanno a leggere il giornale, facendo battutine su quella nuova, carina… e bevendo caffè ai distributori automatici.

 

Io sono un artista. Che questo vi piaccia o meno. Con me non attacca.

Uno psichiatra mi disse che ero spacciato come McConaughey di Dallas Buyers Club.

Lo mandai a cagare subito. E agii di testa mia.

Avete visto?

Come sempre, avevo ragione.

Non so quanto ancora camperò ma mai arrenderò in una vitarella per tirare a campare.
Sulla mia lapide sarà scritto: qui giace la più imbattibile testa di minchia di tutti i tempi. E, fidatevi, aveva anche un ottimo arnese.

Sì, con me le donne resuscitano.

Adesso, scusate, devo mettermi il pigiama.

 

di Stefano Falotico

Esperienze terrificanti da scriverci un libro, infatti lo sto scrivendo


15 Mar

Three Christs

Ebbene, la mia vita è stata sempre contrassegnata da una follia sanissima, oramai non si può tornare indietro e sinceramente non lo vorrei. Si diventa quel che si vive, si esperisce, si patisce e nelle cui pazzie stranamente si gioisce, come nella canzone Beautiful Trauma di Pink.

Ora, bando alle ciance e alle panzane, come si suol dire.

Nel 2008, mi beccai un TSO. Ora, non preoccupatevi, nonostante l’abuso abominevole, fascista e durissimo, il mio cervello non ne ha risentito. Anzi, come Bruce Willis di Unbreakable, nonostante le botte che presi, metaforicamente e non, resto sempre intatto, splendidamente composto, praticamente invulnerabile a ogni esperienza anche sconvolgente, formidabile nel suo disegno all’apparenza negativo.

Si dice che tutto ciò che non ammazza ti rende più forte e che tutto il male non viene per nuocere. Ora, se vogliamo dire che è così, è così, se vogliamo essere sinceri… be’, alle volte ci si rimane secchi e storditi a vita. Molti che hanno subito un TSO, e vengono spediti in una clinica ove ti bombardano di farmaci contenitivi che ti rattrappiscono, immobilizzano e sedano come un cavallo, non si riprendono più e rimangono semi-lobotomizzati a vita. Invece, su di me, hanno avuto l’effetto contrario. Più assumevo quelle pasticche compressive, più diventavo espressivo.

Sì, mentre gli altri stavano lì a urlare, alcuni perfino legati al letto… ah, l’orrore, io mi rintanavo nella mia stanzetta. Gli infermieri con me furono molto gentili. Non posso recriminare di nulla. Sin dapprincipio, accorgendosi che ero finito lì probabilmente per madornali, immani equivoci, mi trattarono da principe, e dopo un po’ mi assegnarono la camera “suite”, lontana dal putiferio ove, comodamente, potevo starmene sdraiato e leggere libri in totale pace. Senza che nessuno rompesse i coglioni. In quei mesi, mi feci una cultura, tanto potevo fare solo quello, da far invidia a tutti i capoccioni del Pianeta.

Ecco, invero, qualcuno che scassava il cazzo c’era. Mi ricordo di una notte particolarmente pittoresca. Ero lì che stavo prendendo sonno quando nella mia stanza fece irruzione un signore con la panza che entrò di soppiatto e cominciò a dissennare…

 

– Eh no, dico, ragazzo, tu lo sai perché io sono impazzito? No, dico, guardami in faccia, Cristo! Dico, lo sai? È colpa di Berlusconi! Sì, è colpa sua, quel puttaniere di merda. Da quando è salito al potere, io non ho più un lavoro. Io brucio tutto! Cos’è questo? Un giornale? Giornale di regime! Ecco, guarda.

 

E cominciò a strapparlo in mille pezzi e continuò a delirare. Quindi sopraggiunsero gli infermieri e gli fecero l’iniezione.

Sono tantissime le storie che potrei raccontarvi. Ah ah.

Sì, c’era un tizio che si credeva Schwarzenegger e andava nel cortile a fare le flessioni e poi andava dalle ragazze ricoverate e chiedeva loro, tutto tronfio: – No, bella, dimmi. Tocca qui il muscolo. Sì, io vincerò! Vincerò!

Poi gridava e la psichiatra lo chiamava a colloquio.

Al che, da quell’ufficio provenne ancora la sua voce, eroticamente troppo esuberante, diciamo così.

 

– Io non sono matto. Vieni qua, bella di papà, ecco la cura!

 

La psichiatra chiamò gli infermieri che lo “castrarono” a dovere.

Poi c’era una ragazzina ninfomane, credo minorenne. Una volta mi disse di entrare nella sua cameretta…

 

– Tu sei uno sportivo? Sì, mi pare di sì. Hai delle belle spalle. Facciamo ginnastica assieme?

 

Ho detto tutto…

Un’altra volta, invece, ero sul letto, era sera ed entrò sempre una ragazza, avrà avuto 15 anni, e all’improvviso si lanciò su di me, infilando la sua lingua nella mia bocca.

E io provai a divincolarmi, chiamai le “forze dell’ordine” e dissi che la suddetta voleva violentarmi, senza averne il consenso.

Un altro invece era abbastanza normale, sì, quasi. Mi ricordo che passeggiavamo nei corridoi e amabilmente conversavamo di tutto. Quindi, nel bel mezzo di discussioni pacate e serene, s’inginocchiava, guardava il soffitto e implorava Dio. Chiedendogli la grazia. La grazia di cosa non l’ho mai capito.

Un altro invece, prima che alloggiassi nella suite, mi augurò buonanotte con una “delicatezza” commovente…

 

– Ah, sei tanto giovane, beato te. Dormi sogni d’oro. E quando dico d’oro dico davvero d’oro. Davvero, te lo meriti.

 

E cacciò una scoreggia che fece tremare le pareti.

Comunque sia, prendiamola a ridere.

Tempo previsto per oggi: pioggia su Bologna e angoscia moderata con “precipitazioni” variabili a seconda dell’umore ne(r)voso.

Eppur rimango permaloso.

E sempre più bello. Se volete dire che non è così, è invece così. Con buona pace di Richard Gere.

 

– Stefano, toglimi una curiosità. Ma tu come hai fatto a salvarti da un obbrobrio del genere. Dimmi, nessuno ci è mai riuscito.

– Sa, mi chiamano il Genius. Ci sarà un motivo, no? Insomma, non tutti possono permetterselo. Ad esempio, lei dice che ha lo stesso sex appeal di Matthew McConaughey. Questo lo dice solo lei. Che è una cosa diversa.

Dallas Buyers Club

 

di Stefano Falotico

“Dallas Buyers Club”, Trailer


04 Sep

Signore e signori, un sorprendente Matthew McConaughey.

Matthew McConaughey stars in DALLAS BUYERS CLUB as real-life Texas cowboy Ron Woodroof, whose free-wheeling life was overturned in 1985 when he was diagnosed as HIV-positive and given 30 days to live. These were the early days of the AIDS epidemic, and the U.S. was divided over how to combat the virus. Ron, now shunned and ostracized by many of his old friends, and bereft of government-approved effective medicines, decided to take matters in his own hands, tracking down alternative treatments from all over the world by means both legal and illegal. Bypassing the establishment, the entrepreneurial Woodroof joined forces with an unlikely band of renegades and outcasts – who he once would have shunned – and established a hugely successful “buyers’ club.” Their shared struggle for dignity and acceptance is a uniquely American story of the transformative power of resilience.

 

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)