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In tempi di Draghi, ci vuole il Drugo per ripristinare il mondo a Cinema, fumetti e anime purissimi/e da Ken il guerriero pulitissimo


05 Feb

lebowski bridges

Sì, a Bologna, quando una persona è prodigiosa, gli si dice: , ma lui lì è un drago.

Di mio, so che il vicino di casa di mia nonna, nella sua casa oramai abbandonata a sé stessa, ubicata in una zona brulla e remota dell’entroterra d’un paesino in provincia di Matera, di cognome faceva Dragonetti. Uomo forse non angioletto eppur carismatico dal fascino meridionale come un Al Pacino nostrano della Lucania con tanto di Amaro Averna, il gusto pieno della vita della moglie che si divertiva con gli amanti più calorosi di una vodka ad altissima temperatura, zuccherandoli dall’essere cassaintegrati mentre il Dragonetti, incassando altre botte al fegato, amaramente cantava con Domenico Modugno, forse oggi coi Negramaro. Ecco, in questi tempi bui ove nemmeno Rust Cohle/Matthew McConaughey riesce a sperare nella luce contro le tenebre, necessitiamo di una nuova stella di Hollywood? No, di una star dell’Orsa Maggiore a mo’ di Ken il guerriero. Epicamente “siglato” da Claudio Maioli. Uomo che, alla pari di Cristina D’Avena in versione virile su voce da Kickboxer à la Vandamme canoro, energizzò le nostre infanzie pronte a slanciarsi, dopo una torbida pubertà, in un’adolescenza che sognammo foriera di vitalità e godimenti lontani da vetusti schemi della “didattica a distanza” figlia d’adulti tromboneschi e oramai, da tempo immemorabile, spenti e depressi. Gente, invero, trombata e secondo me anche poco trombante, insomma, arrogante e impotente. Gente che, evidentemente delusa anzitempo, s’arrogò il diritto di volerci intenerire e incenerire al fine che, di rughe precoci e di panze piene veramente atroci, passassimo il tempo a giudicare come Mara Maionchi. Assoggettandoci al loro XFactor atto a far sì che ci accor(p)assimo ai loro deperiti corpi, cuori e cori marci e putridi. Sì, esigo la giusta recensione, no, la regressione alla Ferdydurke. Opera letteraria davvero capolavoro di Witold Marian Gombrowicz. Sì, in un mondo imbarbarito ove la gente invidia, a mo’ di Iago, Mario Balotelli perché non è Otello ma stette con una di grosse t… te, ovvero Barbara Francesca Ovieni, la quale gli diceva… Mario non essere amletico, o vieni oppure andrò con Riccardo III che è storpio ma ha voglia e infatti urla… un cavallo, il mio regno per un cavallo e per una donna come Barbara, una cavalla che sa le gambe accavallare, ecco, io scazzai tutto e, nelle rughe, no, righe venute prima di Mario, non poco cazzeggiai. Ci vorrebbe Renato Pozzetto di Da grande per rivedere la vita con purezza totale, senza nemmeno scoglionarci con atti impuri. Ora, secondo Federico Frusciante, famoso critico YouTuber, David Bowie fu una put… na di bassissimo bordo mentre i Queen lo furono come Theresa Russell di Whore.

Secondo le grida popolari da arrotini e da personaggi circensi, da cretini, da venditori di castronerie da pere cotte, sì, da peracottari e, un tanto al chilo, qualunquisti imbonitori da mercato ortofrutticolo, emesse con sfacciataggine da Oscar da tali tuttologi fantomatici del web, Brian May non fu un chitarrista mentre i sedicenni del Conservatorio avrebbero un’estensione vocale maggiore rispetto a quella di Freddie Mercury. Queste idiozie fanno più paura di Freddy Krueger. Secondo me, questa gente è come Gene Hackman de Gli spietati. Quello sceriffo, nel suo rione, dettò legge. Propinando maieutica e “cultura” cinematografico-musicale ma non entrando però mai realmente in azione a mo’ di Amleto che perennemente delira imperterrito, non sempre a torto comunque, teorizza complotti su Netflix e scambia Clive Owen per Owen Wilson. Ah, sono comunisti così come Mario Brega di Un sacco bello, si capisce, incorruttibili mentre chiedono ed elemosinano soldi per recensioni da capitalisti deplorevoli. Ecco allora che qualcuno s’identifica in Gian Maria Volonté. Io credo di essere Marco van Basten. Cioè il centravanti più forte di sempre a cui spezzarono le gambe semplicemente perché quando scendeva in campo distruggeva chiunque. Ah no? Ecco, io non sono un uomo normale. È risaputo. Infatti, colpi come quelli di Mario, no, Marco, peraltro immarcabile, li possono eseguire tre persone, vale a dire Uma Thurman di Kill Bill vol. 2, Ken il guerriero e una persona su cui sarebbe stato meglio non comportarsi come i David Carradine di turno. Sì, i miei sono sfrontati affronti da William Munny, il revenant per eccellenza. Silenzio adesso, parla il Maestro. Se non vi sta bene, chiedetemi chi sia e come sarà Cry Macho e ve lo dirò dopo averlo visto. Ah ah.

di Stefano Falotico

Nella vita, ho sempre sognato di essere Tom Hanks di Forrest Gump e di Big ma divenni Renato Pozzetto di Da grande


03 Feb

da grande pozzetto

Sì, devo guardarmi allo specchio e riconoscere che, dirimpetto al mio (io) fesso, no, riflesso, non vedo la strega di Biancaneve. Vedo, in verità, Sarah Stephens di The Witch.

Sì, molta gente sostiene che io distorca la realtà. Secondo me, la vedo benissimo. Sarah, a me apparse e tuttora appare come una donna per cui mi sarei dato alla caccia alle streghe purché lei mi avesse dato la sua mela rossa.

Ora, molte professoresse d’Italiano e Storia conoscono a memoria i nomi dei sette re di Roma. Molte di esse, non tutte per fortuna, sono sposate con uomini che ne valgono mezzo. Infatti, ribadisco che nella mia vita non volli mai salire a Montecitorio e amo, ogni giorno, identificarmi con un nano partorito dalla penna dei brothers Grimm.

Invece, penna a Bologna significa donna bona quasi quanto Monica Bellucci de I fratelli Grimm e l’incantevole strega. Ora, alla Bellucci preferisco la Stephens e, al Cinema “arty” di Robert Eggers prediligo Ingmar Bergman e Carl Theodor Dreyer. Invece, ad Anya Taylor-Joy, regina degli scacchi, preferisco ancora Anna Falchi.

Pensai che, col passare del tempo, Anna Falchi imbruttisse, anzi, sarebbe parecchio imbruttita rispetto a Dellamorte Dellamore. Non è successo. Credetti anche che Rupert Everett, dopo la scena r rated non molto soave con Anna nel succitato film di Michele Soavi, avrebbe cambiato gusti sessuali. Non è avvenuto, non avvenne, manco venne? Comunque, Rupert, ai gay pare ancora un uomo avvenente. Ecco, uno può essere anche omosessuale ma se un uomo dice che Anna Falchi è brutta, sì, rispetto la sua sessualità ma, in fatto d’estetica, non vale un c… zo. È un uomo deficiente, oltremodo impotente.

Ovviamente, me ne riferisco in termini puramente riguardanti il suo giudizio sulle donne. Insomma, a me Ruperet Everett non piace come uomo. A dirla tutta, non mi piacciono tutti gli uomini. Sì, ma non sto parlandone solamente in ambito sessuale. Sino a qualche anno fa, mi convinsi di essere misogino e misantropo. Ripeto, mi specchio e, dinanzi a me, vedo una bella donna. Ah ah. Sì, faccio le battute. A differenza di molti uomini, almeno non mi faccio le battone. Volete mettermi al rogo? Non mi considerate normale? Specchiandomi, noto qualche ruga. Fortunatamente però non vedo un uomo come Willem Dafoe di The Lighthouse. Se avessi più capelli e dieci centimetri in più di statura, sarei uguale a Robert Pattinson. Diciamo che sarei identico a lui se avessi anche molti più soldi in banca? Eh già.

Sì, non è vero comunque che gli uomini calvi o stempiati non piacciono.  E quelli che non sanno usare il congiuntivo piacciano? Ma mi faccino il piacere. Forse, non piaceranno a Rupert Everett. So e sappiamo benissimo che Bruce Willis, per esempio, stette con Demi Moore. Non solo con lei, praticamente con mezzo mondo. Non sono un amante di Bruce Willis.

Per tutta la vita, sognai di essere Robert De Niro e debbo dirvi che fallii, sì, ho miseramente fallito. Sono diventato Al Pacino.

Sì, per tutta la vita tentai invano di essere soltanto un signor nessuno, cioè per l’appunto un fallito. Non ce l’ho fatta.  Semplicemente perché il 90% della gente pensa che Robert Eggers sia un genio. Non diciamo stronzate. Dopo solo due film, non si possono sparare queste assurdità. È evidente che Eggers studi a tavolino i film, da lui realizzati, per piacere a chi pensa che basti una fotografia sgranata in B/N per firmare un capolavoro. A essere proprio sinceri, The Witch mi lasciò perplesso, Sarah Stephens, no.

Molta gente pensò che abbisognassi di laurearmi per arrivare… Mah, di mio, guardo la Stephens e arrivo subito. Guardo la mia lei e lei, guardandomi, arriva subito. Al che, gli invidiosi mi urlano: ma che/i pensi di essere? Il più bello? Noi ci siamo fatti il culo per arrivare.

Secondo me, sono ritardati. Insomma, questi qua arrivano solo quando se lo fanno? Sono persone prive di fantasia e immaginazione.

Che c’entra tutto questo col titolo del post?

Ecco, non vi siete arrivati… sono un uomo capace di amare Tom Hanks e allo stesso tempo Renato Pozzetto. Nessun uomo riesce, peraltro, ad amare Sarah Stephens e la mia lei contemporaneamente. La mia lei guarda me riflesso allo specchio e vede sé stessa. Ecco, penso che questa sia una bella metafora dell’amore.

Prima che io e lei c’incontrassimo, non ci piacevamo…

Vi ricordate la celeberrima scena della lettera de… La malafemmina con Totò e Peppino? Perdonatemi se sbaglierò modestamente a eccitarla, no, a citarla. Scusate se sono porche ma diecimila, anche centomila lire non bastano.

Sì, le vostre donne hanno bisogno di miliardi e hanno troppi c… zi per la testa.

 

di Stefano Falotico

sarah stephens the witch

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