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JOKER di Todd Phillips è un capolavoro o, come sostenuto da alcuni critici col paraocchi, un j’accuse troppo sbrigativo e superficiale, poco attizzante?


04 Sep

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Be’, ricollegandomi a quanto da me già detto in merito alla recensione di Paolo Mereghetti riguardante Joker, uscita sul Corriere della Sera, Mereghetti ha assegnato solo 7 al film di Phillips.

Ora, conoscendo i parametri piuttosto severi di Mereghetti, sapendo bene che lui fa sempre così, ovvero all’uscita di un film si mantiene abbastanza moderato, senza sbilanciarsi troppo, non mi stupisco del suo voto non eccelso.

7, nella scala della valutazione mereghettiana, è un signor voto. Questo va altresì detto.

Basti pensare che al magnifico Crash di Cronenberg, Mereghetti nel ‘95 diede solo due scandalose stellette, scrivendo nella sua lapidaria disamina una stronzata da immediato ricovero psichiatrico, vale a dire:

il Cinema di Cronenberg è una macchina autoreferenziale in sé perfetta ma il Cinema e la vita abitano altrove.

Sì, credo che avesse usato quest’esatte parole. E ora non ho voglia di stare a scartabellare in libreria alla ricerca dell’opuscolo di aggiornamento del 1995 firmato da Mereghetti per controllare.

Posso solo affermare che forse, al posto di abitano, scrisse stanno ma è la stessa cosa. Ah ah.

Soltanto pochi mesi dopo, Mereghetti cambiò però drasticamente opinione e oggi come oggi reputa Crash un intoccabile capolavoro.

Credo che la stessa sorte capiterà a Cosmopolis, attualmente fermo ancora, appunto, a due stellette del cazzo.

Scanners invece è passato da 3 a 4, cioè il massimo.

Eh sì, Paolo non si espone mai troppo. È un furbacchione. Dice la sua ma senza dare nell’occhio e recita le sue video-recensioni in sordina con tanto di birignao da milanese di origine controllata. Dunque, con la ponderatezza algida dell’uomo del nord che non vuole lasciarsi andare ad emozioni troppo entusiastiche.

Sì, Paolo abbisognerebbe di essere educato da Nic Cage di Cuore selvaggio. Altro film non particolarmente amato da Paolo ai tempi della sua uscita, ora invece da lui ritenuto un film, appunto, emozionante e stimolante più di una notte di sesso con Lena Paul, celeberrima pornoattrice americana verso la quale, onestamente, ogni uomo sanamente eterosessuale sente squagliare la sua pelle di serpente.

Il serpente e la lucertola, la salamandra e gli anfibi vari, tranne quelli militari di Dr. Martens, sono animali a sangue freddo.

Be’, non so voi, ma io dinanzi a Lena Paul, anche in pieno inverno rigidissimo, mi sfilerei la giacca da Sailor, simbolo della mia individualità e della fede personale, e la permeerei, assai premerei, riscaldandola a mo’ di pullover avvolgente.

Sì, Lena, una donna più bollente di una corposa maglia di lana.

Ah ah.

Poi, dopo aver giaciuto con quest’irresistibile meretrice, uscirei dalla sua casa e conserverei intattamente il mio aplomb da Humphrey Bogart, tirandomi su il bavero dell’impermeabile. Cosicché, alla gente in strada, guardona e pettegola, moralista e falsa, farei credere di avere un metafisico fantomatico mistero da Franco Battiato, in quanto inforcherei pure un paio di lenti nuovissime con tanto di trasparenza traslucida da film noir e luci al neon.

Le stesse che il tuo ottico ti diede l’altra sera.

Sì, ti conosco. La scorsa notte, tu guardasti un filmetto con Brandi Love e da allora, eroticamente aggradandone, perdesti non solo due gradi alla sfera dell’occhio sinistro ma anche le due palle che sono ubicate normalmente ai lati di quella cosa, si spera ritta quando eccitata, che sta in mezzo alle gambe, perpendicolarmente situata in maniera diametralmente opposta al buco ove di solito s’infila la supposta.

Ma non perdiamoci in puttan(at)e.

Torniamo all’irreprensibile Paolo.

Un uomo che si mantenne equidistante sia dai critici che esaltarono Joker che da quelli che a man bassa, appunto, lo struccarono, no, stroncarono impietosamente.

Ora, Mereghetti è chiaramente del PD, dunque la deriva ribelle di Arthur Fleck/Phoenix nel pre-finale non deve aver apprezzato molto.

Sì, negli ultimi venti minuti del film, Fleck/Phoenix, stanco di essere un semi-disoccupato perennemente angariato, dissanguato, dai bulli asfissiato, dagli psicologi crocifisso e dalla società di massa nell’amor proprio trafitto, si trasforma in Che Guevara dei poveri. Sembra perfino che sia diventato Beppe Grillo. Questo, sì, un vero pagliaccio socialmente pericoloso. Sì, Beppe, a forza di promettere facili illusioni agli italiani disperati, sarebbe da spedire in cura da un altro Grillo. Quello Parlante di Pinocchio.

Il Grillo Parlante, nella favola di Collodi, non fa una bella fine ma almeno per un po’ riesce a contenere gli exploit del burattino di legno. Ah, un burattino che propugna pure i robot.

Beppe manovrò come Mangiafuoco tutti i grillini, designando Di Maio a capo del carrozzone. Anche del cazzone.

Comunque, quelli di estrema Destra non stanno messi meglio. Sono come quei nazi-fascisti di CasaPound che aggrediscono senza motivo, in modo gratuitamente vergognoso e pretestuoso, il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, gente che non merita il mio rispetto. Gente che si prende gioco della gente timida, della gente debole, insomma degli ignobili vigliacchi. Incapaci, peraltro, di fare i forti da soli, bensì san stupidamente essere violenti e maneschi soltanto quando sono in gruppo, cioè in branco.

Al che, succede l’incredibile, l’impensato. Fleck, quest’uomo all’apparenza cacasotto storico, questo elephant man denigrato ed emarginato, questo Vito Andolini/De Niro de Il padrino – Parte II prima di diventare spietato come Marlon Brando, costui che le classiche donne stronze e altezzose definirebbero un ragazzo meraviglioso, eufemismo da loro adottato per non offenderlo, dicendogli che ai loro occhi appare sinceramente come una persona speciale, cioè pure peggio, ovvero uno storpio, uno a cui non darebbero un bacio con la lingua nemmeno se fosse più ricco di Vittorio Feltri, ecco, giunto allo zenit delle offese oramai intollerabili, Fleck si trasforma, come da me già detto, in Eric Draven de Il corvo.

E lì sono cazzi amari per gli altri.

Afferra i tre tizi della metro e li picchia con calci volanti e pugni da Mike Tyson. Dunque, dopo averli tramortiti con una potenza devastante più furiosa di Jean-Claude Van Damme nel finale di Kickboxer, si trucca da down? No, da clown e fugge via dalla sua notte apparentemente, tragicamente interminabile.

Involandosi verso la sua bella, Zazie Beetz.

Qui, Todd Phillips è stato davvero un grande.

Io ho sempre appoggiato la teoria di Orson Welles. Secondo il quale il sesso in un film mainstream è decisamente irrilevante e superfluo. Per l’appunto, non parliamo di un porno, bensì di Cinema con la c di c… o maiuscola.

Il non visto, il fantasticato, il non detto, il suggerito, l’evocato e non mostrato, fidatevi, è ancora più perturbante ed eccitante del tutto… filmato. Filtrato e fluidificato.

Che cosa successe fra Arthur e Sophie Dumond/Beetz dopo che Fleck, rinnovato nel coraggio e nelle forze, si precipitò da lei e la baciò con una passione così intensa da fare spavento a ogni attore di film per adulti?

Ah, secondo me, accadde qualcosa di mostruosamente bellissimo, di rovente e terrificante, di esplosivo, deflagrante, super-piccante e iper-ficcantissimo-leccante per una notte d’amore stra-scaldante.

Sì, Joker riesce a mantenere il suo immacolato candore nonostante sia oramai inequivocabile che con la sua voce roca, assai ammaliante, è davvero inchiappettante.

Se volete toccare con mano, siete le benvenute…

Come dico io, la faccia da schiaffi, cioè da culo… c’è tutta.

 

di Stefano Falotico

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La burocrazia è il male ma noi siamo cuori selvaggi


27 Jun

cuore selvaggio cage

Io conosco questo passo a memoria, ovvero:

la burocrazia è un male come il cancro, un allontanamento dalla direzione dell’evoluzione umana di infiniti potenziali e azioni differenziate e indipendenti, verso la parassitarietà completa del virus.

Passo strepitoso di William Burroughs de Il pasto nudo, il libro preferito di Kurt Cobain e pure il mio, escludendo ovviamente i miei, oserei dire superiori ai libri di chiunque.

Burroughs è stato il maestro per eccellenza del delirio più squinternato fattosi genialità pura.

Come vi scrissi qualche giorno fa, la Historica Edizioni ha pubblicato nella sua antologia di racconti un mio piccolo scritto, intitolato Disturbo denirante.

Sfacciata e sofisticata presa in giro nei confronti degli arroganti e superficiali psichiatri che, sulla base di un paio di mie dichiarazioni sentite e sincere, addussero sbrigativamente che soffrissi di disturbo paranoico delirante. Io dissi loro semplicemente che mi ero creato il mio mondo di gioie e che delle gioie di molta gente, apparentemente felice, invero abominevole e cinica, non ne volevo sapere.

Io non ho paranoie, mai avute. Quelle le ha il novanta per cento delle persone, in particolar modo di questo Paese ove tutti spettegolano, bramano malignamente il male altrui affinché il prossimo, assediato dalle loro crocifissioni e dalle loro perverse persecuzioni, abdichi alla loro religione ideologica all’insegna della falsità morale più ipocrita, dunque illogica.

Sì, sono Andrew Garfield di Silence. Ma, a differenza del suo personaggio di nome Rodrigues, neppure Liam Neeson di Taken mi persuaderà a soccombere all’idiozia collettiva.

Potrà puntarmi una pistola contro e io, dirimpetto al suo giustiziere della notte, pronuncerò quest’esaustiva, lapidaria frase, freddandolo subito:

– Signor Liam, giri altri film come Run All Night e Un uomo tranquillo e veda di non farmi girare qualcos’altro.

Non sono la sua Preda perfetta, sennò sarà lei a farsi una bella passeggiata cimiteriale come il titolo originale del film appena citatole, A Walk Among the Tombstones.

 

Ferreo, integerrimo, moralmente intransigente, nessuno mi convincerà ad accettare le regole naziste di un mondo andato oramai da tempo immemorabile nel loculo ma soprattutto a culo.

Sì, se perfino Liam Neeson di Schindler’s List mi volesse salvare e dunque mi consigliasse vivamente di rinunciare ai miei valori per non essere bruciato nella fornace di una società che screma ed emargina, spella e arde ogni speranza romantica, a costo di venir distrutto dalle mie stesse utopie ardimentose e ardenti, a costo di rimanere solo come un cane bastonato nell’implorare pietà a dio, non mi lascerò macerare dai macellai dell’anima.

Detto ciò, sì, nel mio racconto Disturbo denirante narro brevemente di come fui ammaliato da colui che meglio di chiunque altro incarnò God’s lonely man, ovvero Bob De Niro/Travis Bickle di Taxi Driver. Consequenzialmente, ipnotizzato dal suo carisma esistenzialista e dostoevskijano, mi ammalai profondamente di melanconia lontana anni luce da ogni frivolezza mondana.

Furono anni di manie ossessivo-compulsive nei quali, agonizzante, sognai soltanto un angelo biondo che mi riscaldasse in maniera paradisiaca per addolcire tutte le mie scottanti ansie.

Per molte ragazze presi bestiali cotte ma anche oggi mangerò pane e cicoria, pastasciutta con la ricotta…

 

Sì, non fatevi fottere da queste ragazze squillo che, dietro falsi profili, su Facebook vi contattano per fregarvi i soldi:

– Ciao, mi sembri una brava persona. Mi piacerebbe conoscerti.

– Piacere, Stefano.

– Il piacere sarà reciproco assai presto se vorrai…

– Tu che fai nella vita?

– La parrucchiera. Vorrei farti barba e capelli.

 

Bannata. Trattasi, come sapete, di prostituta che si spaccia per acconciatrice…

Dunque di una donna sconcia che elemosina notti squallide pur di arrivare a fine mese quando, in realtà, la sua vita è già finita dopo la prima volta…

Sì, diciamo una sciampista delle doppie punte moralmente in conflitto fra loro e del punto G della sua personalità doppia da donna apparentemente bella di giorno e coi clienti più brutti e frustrati di notte.

Detto ciò, ecco…

Ho inviato il bonifico alla casa editrice ma non è bastato. Hanno voluto la scansione digitalizzata con tanto di conferma di lettura.

Eh già, bisogna sempre attestare.

– Lei, Falotico, è critico cinematografico. Ma non è laureato al DAMS. Lei lo deve attestare, testone, altrimenti io la prenderò a testate, non giornalistiche.

– Scusi, eh, io sono giornalista amato perfino dai giornalisti. Chieda al giornalaio la copia de Il Giornale ove è stato pubblicato un servizio spettacolare, nella pagina degli Spettacoli, riguardo il mio libro su Carpenter.

– Allora lei è un Genius romantico!

– Non si era capito?

– Mah, non tanto a dire il vero. Mi tolga una curiosità, però. Qual è secondo lei una delle migliori interpretazioni di Nicolas Cage?

– Ovviamente quella in cui Nic canta questa.

 

 

Vi era bisogno di chiederlo?

 

di Stefano Falotico

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Il Joker era a Castel San Pietro Terme assieme a un suo amico, forse Robin di Batman


16 Jun

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jokerSì, domenica assolata. Un caldo micidiale.

Al che, dopo una lavata bestiale, presi la macchina e m’infilai una maglietta, azionando la quinta, sollevando la leva del cambio e guidando come un dannato. Ah, sono un futurista-trasformista che odia i Transformers, l’edonismo e pure gli Avengers.

Sono il figlio delle mie mille metamorfosi, fi(si)che non, da uomo che fa del perenne cambiamento la sua filosofia a volte pure da demente.

Un uomo bracalone che odia il Dottor Balanzone, un uomo che incarna sia Gassman che Trintignant de Il sorpasso, è il mattatore de L’armata Brancaleone, uno insomma che detesta le persone ipocrite e venera Il monello di Chaplin. Di secondo nome faccio Pierrot, no, Piero, non sono un tipo da film di Pierino, conobbi però da piccolo un ragazzo di nome Pierre che si scopò molte P.R. Ora è sposato con una pura.

Di mio, non so che farmene delle pubiche, no, pubbliche relazioni. Amo isolarmi e gridare come Totò ne L’imperatore di Capriisolani, i solisti…

Ah, voi siete solo solipsistici. Quelli del PD raccontano balle e hanno la panza piena. Walter Veltroni ancora fa il Pinocchio e Beppe Grillo resta sempre un Mangiafuoco parlante.

Fra notifiche del cellulare che squillò, una squillo che adocchiai sul marciapiede, uno che mi strombazzò e un’altra con un gran didietro che, all’uscita nella quale svoltai, m’urlò che voleva trombarmi, continuai come sempre per la mia strada. Imboccando l’autoradio e ficcando il cd della colonna sonora di Lost Highway.

Sono oggi il Richard Farnsworth di Una storia vera e domani Sailor di Cuore selvaggio.

Cosicché, mi diressi in direzione di Castel San Pietro Terme. Cittadina amena con molti segreti di Twin Peaks al suo attivo. Una località intrisa di storie paesane condite da sindaci equivoci, da maestre elementari dal passato discutibile, piena zeppa di palazzi fatiscenti e posti degradati, di uomini deficienti e di altri molto abbienti, di abitanti che invero a Castel hanno solo la cantina ma stanno parcheggiati, poiché arrestati, alla Dozza di Bologna, d’un celeberrimo luogo termale ora colmo di formiche e termiti, non frequentato quando il caldo fa morire d’infarto la gente per colpa dell’ipertermia, un posto di donne scosciatissime, di biblioteche che furono ex macellerie, di distinte signore che mettono le corna al marito della prostituta più famosa che se la fa col parrucchiere, col commendatore e forse anche, appunto, con un qualsiasi puttaniere.

Uomo che non abbisogna della maschera sociale per esserle senza filtri ma comunque la ama a metà col preservativo.

Ah, questa gente che sotto Natale fa il presepe, va a messa di domenica e il lunedì mattina tifa per Salvini, io la metterei in ginocchio, genuflessa nel recitare il Mea Culpa.

Sì, gente che Fabrizio De André faceva bene a mettere alla berlina. Sì, sono persone che si dichiarano ecumeniche ma invero, oltre che fasciste nell’anima, sono senza cuore razziste.

Sì, questi qua, questi quaquaraquà vanno internati come quelli dello zoo di Berlino. La dovrebbero finire di demonizzare i giovani disoccupati quando l’unico lavoro che hanno fatto, cazzo, è stato guardare per otto ore le cosce della segretaria.

Dopo otto ore, costoro, talmente rincoglioniti dalla Juventus, non le hanno timbrato neppure il cartellino rosso.

Questa è gente peggiore di Antonio Cassano. Cassano fece solo casini e si divertì un casino con donne di bassa lega, simili a Nadia Cassini.

Donne che ebbero culo a non fare un cazzo, appunto, ma a essere più ricche di Cassano stesso.

Come fu possibile? Facilissimo. Essendo facilissime, oltre che con Cassano, andarono anche con l’intero Real Madrid.

Che posso dirvi?

Le persone religiose dicono di amare il prossimo come sé stesse ma molte di esse si suicidano per bassa autostima.

Gli psichiatri sono atei, non credono a Gesù ma vogliono salvare i lebbrosi nel cervello, pigliando parcelle da porcelli.

Sapete che vi dico? Mi comprerò il dvd di Marisa Tomei: Core & Curves.

Sì, io non sono un ipocrita.

Vi racconto persino questa.

Un mio amico venne a casa mia. Al che aprì, senza chiedere il permesso, un cassonetto ed esclamò scandalizzato:

– Cristo, ma questo è un porno. Stefano! Io pensavo che tu fossi un intellettuale. Hai un porno in casa tua.

– No, figurati. Ti sbagli. Ne ho cinquemila.

 

Ah, quante dicerie e maldicenze. Quanti esseri calunniatori.

Poi, diciamoci la verità. Non è vero che in un paese tutti sanno tutto di tutti. Questa dicasi massima popolare assai falsa. Non sanno niente, diciamo piuttosto che amano passare il tempo, spettegolando.

Potrebbe essere così?

Il mondo comunque è piccolo.

Anche a New York, il sindaco sostiene di aver fatto la scelta giusta ad arrestare uno di Harlem ma è maritato con la moglie di Martin Scorsese di Taxi Driver.

 

di Stefano Falotico

 

tomei core e curves

joker phillips

twin peaks

THE STRAIGHT STORY, Richard Farnsworth, 1999, © Buena Vista

THE STRAIGHT STORY, Richard Farnsworth, 1999, © Buena Vista

Siamo tutti cornuti, Christopher Walken docet, anche Scorsese, da cui Toro scatenato…


23 Apr

dubbio streep scorsese rossellini

Io credo che Christopher Walken sia Lucifero.

Una faccia da angelo ma un maledetto.

Anche se nel film L’ultima profezia fa la parte dell’arcangelo Gabriele.

Io avevo un amico delle scuole medie di nome Gabriele. No, angelico non lo era affatto. Tentò subito di spronarmi verso una sessualità troppo precoce.

Non so che fine abbia fatto. Forse ora fa il pornoattore oppure ha interpretato un remake casareccio di A distanza ravvicinata. Sì, oggi probabilmente è un padre dalla moralità assai dubbia. Ah ah.

Sì, volete sapere perché Christopher Walken, ne Il cacciatore, si suicidò? Perché rimase sconvolto dall’orrore della guerra in Vietnam? Sì, ovviamente.

Ma la goccia che fece traboccare il vaso, diciamo, la vera ragione fu perché Michael/De Niro, in sua assenza, andò a letto con la sua donna.

Lì, non resse e perse il cervello, completamente.

Voi, sinceramente, avreste retto? Mah, non credo. Assistere a tutte quelle morti, a persone trivellate, a cadaveri putrefatti e apprendere pure che il tuo migliore amico, nel frattempo, ti ha reso cornuto, non penso che sia molto piacevole.

Sì, Chris Walken ha le corna in testa. È un tipo sveglio ma oramai fra lui e il diavolo non c’è alcuna differenza.

Entrambi, appunto, come i cervi di The Deer Hunter, presentano sulla fronte delle sporgenze, delle appendici ossute abbastanza evidenti.

Quelle di Chris non le vedete perché, prima che escano i film da lui interpretati, gliele tolgono con PhotoShop.

Corna enormi quelle di Chris. Ma anche delle cornee bellissime. Languide, ceree. Lui ha gli occhi verdi, io neri.

Ma la somiglianza fra noi due è impressionante.

Un altro specializzato in fatto di corna è Martin Scorsese.

Guardatelo in questa clip.

Come saprete, dopo che Liza Minnelli lo tradì, Scorsese tentò il suicidio. Strano. Liza ha una gran voce ma è sempre stata una racchia da competizione.

Comunque, fu il suo amico Robert De Niro a salvarlo. Cosicché, girarono Toro scatenato. E qui, infatti, quando Bob impugna la statuetta come Best Actor dell’anno, è evidentissimo che Scorsese nutra per il suo pupillo un’ammirazione sconfinata.

A fianco di Martin, la figlia di Roberto… cioè di De Niro? No, del Roberto di Roma città aperta e Paisà.

Quando si dice, infatti, tutte le strade portano e Roma e tutto il mondo è paese.

Sì, la figlia di Roberto, Isabella, stava con Scorsese all’epoca. Dove si saranno conosciuti?

Fatto sta che, di lì a poco, Isabella mise appunto le corna a Martin.

Girando Velluto blu con David Lynch e Cuore selvaggio. Girando soprattutto con mr. Twin Peaks le lenzuola poco candide della loro stanza da letto. O no?

Ora, vi racconto questa. Nel 2008 fui ricoverato per devastanti crisi depressive.

Venne a trovarmi una ragazza che bazzicavo all’epoca. Bazzicavo è un eufemismo. Praticamente, in quel periodo divenni Al Pacino di Scarface e appunto De Niro di Raging Bull.

Fui colto da crisi di gelosia pazzesche. Pensavo che i miei amici se la volessero fottere. Sì, mi comportai con loro come Pacino con Steven Bauer.

Come De Niro con Joe Pesci.

Lei venne a trovarmi in ospedale.

Con una sensibilità e un tatto veramente lodevole, come no, dopo un mese mi disse:

– Ecco, appurato che ora stai bene, sai che amo essere sempre sincera, devo dirti una cosa.

– La so già. Sono come Ben Chaplin de La sottile linea rossa. Mentre ero nella mia guerra di trincea, diciamo che tu, invece, non sei stata propriamente l’incarnazione metafisica del Cinema di Malick e ti sei data, più che altro, al Cinema di Tinto Brass. Potrebbe essere?

– Sei ermetico. Che vuoi dire?

– Non volevo essere volgare. In poche parole, senza panegirici sofisticati, ti sei trombata un altro? Togli pure il punto interrogativo. La domanda è retorica.

– No. Vedi che sei paranoico e superficiale?

– No? Me lo giuri? Perdonami, allora. Ho pensato male.

– Certo. Non sono stata solo con uno. Direi molti di più.

 

Ecco, ora è stato svelato l’arcano. Ma quale disturbo delirante!

Io ho sofferto di un tradimento più bestiale di Chris Walken.

In fondo, chi più chi meno, siamo tutti cornuti. Anche dio lo è.

A me, ad esempio, non ha mai convinto il fatto che San Giuseppe fosse, diciamo, casto.

Mah, Il dubbio c’è.

Comunque, fratelli, rimanga fra di noi. Se avessi continuato a frequentare quella tipa, avrei smesso di amare Scorsese e David Lynch.

Mi sarei ridotto a essere fan di Riccardo Scamarcio.

Pure Riccardo è cornuto, peraltro. Valeria Golino è stata con Sean Penn. Mentre Madonna, quando stava con Sean, ha fatto poco la virgin con altri.

E ho detto tutto. Dunque, uomini e donne, se pensate che non siete mai stati cornuti in vita vostra, guardate appunto Uomini e donne della De Filippi.

Contemplerete i finti amori degli altri e possiamo perciò mettervi subito in convento.

Che poi, anche nei conventi… a voia… succedono cose ben più oscene.

Parola di un santo peccatore.

Sì, la gente mi guarda e urla: oh, che peccato!

Perché sono pazzo e così si dice ai pazzi?

No, il contrario.

La gente pensa: oh Signore benedetto, questo potrebbe essere dio sceso in terra e invece si fa cornificare per troppa bontà.

Ma sono cose da matti!

Io vi benedico. Vi dichiaro marito e moglie. Tanto poi tua moglie verrà con me e sarà un Casinò.scorsese casino

 

di Stefano Falotico

Nicolas Cage non si smentisce, chiede l’annullamento del matrimonio dopo quattro giorni


02 Apr

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Innanzitutto, comprate questa. La migliore monografia mondiale su Nicholas Kim Coppola!

Sì, Nic è un personaggio che potrebbe fare concorrenza a DannyDe Vito di Dumbo.

E, a proposito di Tim Burton, perché dite che il suo Superman mai realizzato sarebbe stato penoso e orribile? Sarebbe stato un Superman magnifico.

Perché Nic non è umano, è una specie di uomo bionico, si acconcia con tanto di stempiatura tinta da cavallo imbizzarrito, è irrefrenabile e guardatelo in questa clip quando, assieme a Cher, tamarro al massimo, premia Sean Connery. Sean Connery è la nemesi di Nic, sebbene i due abbiano recitato assieme in The Rock. Connery è sempre stato un distinto signore educato oltremodo. Nic è un casinaro, un tipo da bettole, un ubriaco della sua recitazione da Stress da vampiro.

Non lo puoi fermare neanche con le cannonate. Non è certamente un impiegato comunale, una maestrina delle scuole superiori inzuppata di canzoni di John Lennon e buonismi retorici da We Are the World.

È uno scalmanato amante del fregolismo, un matto scatenato, un irrequieto clown, appunto, da circo.

Ma questo è il suo bello, Nic incarna l’eccesso, il menefreghismo assoluto. Spesso come attore è un cesso ma è in virtù di questo che Nic è forse uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Lui è una contraddizione vivente, l’ossimoro fattosi carne in movimento. Un esagerato Marlboro Man, altro che Family Man, di livelli immoderati. Non ama, infatti, la moderazione. Non è a modo, è a mondo suo.

Recita in maniera immonda perché a nessuno deve dare conto. Nemmeno a Martin Scorsese. Marty voleva Edward Norton, la Paramount gl’impose Nic e Nic recitò in Al di là della vita da par suo.

Abbattendo ogni regola dell’intensità drammatica costruita e artefatta, col suo vocione diaframmatico immerso e soffocato in notti asmatiche.

Urla, si dimena, poi s’innamora della sua Patricia, quindi ancora accelera e non solo per le strade di New York.

E, quando lo ascolti nelle interviste, ti stupisce sempre. Sfoggia una parlantina tale che Vittorio Sgarbi pare un analfabeta, un dislessico.

Nic è un uomo coltissimo. Osservate come muove la mani, che scatti di nervi irrequieti.

Un nevrotico, un mezzo psicopatico. Un Castor Troy vivente ed è infatti per questo che in Face/Off è stato superbo.

Nic funziona quando è sé stesso, è spettacolare e magnetico quando si lancia, senza sprezzo del pericolo, in esibizionismi isterici da manicomio.

Qui lo vediamo con tanto di palandrana assieme alla donna che ha sposato pochi giorni fa e poi ha mandato a quel paese.

Ora, infuriato, dopo la sbronza colossale, durata meno di 100 ore (!), Nic non vuole più saperne di questa Erika.

Sì, Alessandro Manzoni sposò Enrichetta Blondel che alquanto lo rincoglionì.

Nic è stato invece anche con Jenna Jameson.

Il suo matrimonio con Lisa Marie Presley durò tre mesi, questo 4 giorni a stento.

 

Sapete perché si mise assieme a Lisa Marie? Perché, come sappiamo, essendo lui fan sfegatato di Elvis, facendo l’amore con Lisa Marie, pensava di fare l’amore con Elvis.

Vi pare normale uno così? Ah ah.

Nic, impegolatosi in strani intrallazzi, forse aveva conosciuto questa Erika, chattando segretamente di notte tra un film orribile e l’altro che sta girando a getto continuo fra il Giappone e la Corea.

Lei ora lo ricatta, minaccia di sputtanarlo, lui accusa il suo ex fidanzato, col quale lei continua a frequentarsi, tradendolo a mani basse, con cui faceva man bassa e gran chiasso.

Nic ha dilapidato un patrimonio ma lui, tenetelo ben a mente, è Richard Santoro!

 

02019215

 

di Stefano Falotico

Luke Perry è stato colto, come sapete, da un ictus, io fui colto poi meno, mi colpirono peraltro vari raptus e anche dei velociraptor, ma sono sempre Lucky Luke and rides again


02 Mar

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Sì, il povero Luke è ridotto assai male. Devastato. E forse, mentre scrivo questo pezzo, sarà già deceduto.

Povero, salutisticamente parlando, invero molto ricco. Ha una villa a Beverly Hills 90210? Mah, forse anche due.

Ora, voi non sapete e non avete mai saputo un cazzo della mia vita.

Io conosco Luke Perry come le mie tasche. Poiché, quando frequentavo le scuole medie, impazzava appunto questa famosa serie televisiva dell’epoca. Che, detta fra noi, io non ho mai cagato, se non per tirarmene qualcuna su Shannen Doherty. Ah no, non era male, Shannon.

Paragonabile alle ragazze di Non è la Rai di quel periodo. Il mio “foro” all’occhiello, ah ah, fra tutte queste sgallettate iper-scosciate, era Cristina Quaranta.

Stavo sul divano, molestandomi prima di svolgere doviziosamente i compiti assegnatici dai professori e, dopo pranzo, delizioso modulavo vellutato onanismi sfiziosi. Sognando la Quaranta messa a novanta con tutta la sua criniera bionda da ochetta per la mia oca un po’ (s)porca e un po’ pura com’è quel coso fra le gambe nel tumulto puberale dell’immaginare a lei anche un plateale anale oltre il corposo l(i)evitare.

Ah ah, l’ho detta!

Ambra Angiolini, no, non mi è mai piaciuta. Telecomandata da Boncompagni, sempre civettuola con un sorriso falso stampatole sulla faccia dalla finta, pubblicitaria rete commerciale di massa per antonomasia.

Adesso comunque è più allegra di prima, giulivamente ama le olive di Allegri e assieme, a letto, miliardari entrambi suonano la “pianola” Bontempi.

Ah, che tempi. Mi ricordo che ero molto amato dalle ragazze del mio coso, no, del mio corso.

Ragazze che, fra un gioco della bottiglia, un’algebra fatta di seni loro inversamente proporzionali ai brufoli crescenti, mi volevano ardente per testare “con mano” le prime lor esperienze bollenti.

E andiamo di rime baciate, un due tre stella. Ah sì, queste stelline bramavano il mio già scalpitante pisellino e io ero belloccio, niente da dire, niente da obiettare ma solo da uccellare fra prime, turgide inquietudini preadolescenziali e un già mio precoce pessimismo cosmico leopardiano.

Ah, che virtuosa candidezza macchiarsi nei sogni lievi e innocenti ma, fra il dire e il fare, era solo un dolce naufragar in questo mar(e). E poco amare eppur molto segare.

Mai marinai a quei tempi la scuola ma avrei voluto mangiar una ciambella alla marinara semmai con Antonella o Gabriella, sgranocchiando fragrante e cogliendo in flagrante qualcuna di queste intraprendenti, smaliziate pischelle, con tanto di zucchero a velo e un buco venuto bene… di miele… Che c’è di male?

Nella vita son stato più volte trombato ma mai dimenticherò quegli happy days in cui queste pulzelle, immaginandomi a loro nudo col mio tosto fringuello, non sapevano se paragonarmi a Jason Priestley o, appunto, a Luke Perry.

Io somigliavo più a Luke. Viso spigoloso, quasi alla Rupert Everett/Dylan Dog ma non ero stronzo come Luke, non erano visibili sul mio volto i tratti del lucky bastard ma una delicatezza allineata graziosamente a lineamenti più efebici, simili a quelli di Jason. Alla fine, non me la davano mai e spaccavo tutto come quello di Venerdì 13. Ah ah.

Ma quale Luke e Jason, io ero già un fan del Pelvis, sì, Elvis Presley. Un Cuore selvaggio da Love Me Tender.

Queste, in verità, dopo essersi sparate pure la seconda puttanata gemellata, ovvero Bayside School con Mario Lopez, qualche an(n)o dopo… si eran già fottute… anche il cervello. Smarrite fra le prime, agghiaccianti perdite di verginità con un “uomo” Massimo, di nome e forse di fallo, ma non di fatto, intellettivamente parlando.

Che scuoiava le loro pelli come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti, leggasi simpaticamente, semplicemente che le deflorava, senza comunque andare oltre il lecito di fava…

Massimo non prometteva loro vite da favola ma le sverginava anche sul tavolo.

Poi sarebbe venuto per lui e per loro il Tavor.

Massimo il “bono”, il bovaro che fra una chiavata e l’altra, togliendo a queste qua gli Swatch e giocando di “splash”, intonava Ligabue… certe notti c’hai qualche ferita
che qualche tua amica disinfetterà…

Giochi di palle, di pallonari, di cazzari, di racchie e noie bulimiche con le racchette dello Squash.

Insomma, ho fatto bene io a non voler somigliare a Luke.

Meglio Bob De Niro. Vero, Juliette Lewis?

Idiota, non ci hai capito niente, eh?

Come diceva Terence Hill… in Lo chiamavano Trinità.

Te lo rifaccio, se vuoi.

Vi ho distrutto i cervellini, galline?

Il sottoscritto invero è un fuoriclasse come Mahershala Ali e se tu, maiale panzone, lo fai incazzare, diventa Rust Cohle. E te le suona di santa ragione. Mio puttanone.

A quel punto, fattela nelle mutande, stronzone.

Mai mettersi contro un metafisico-trascendente. Mai.

E mai scherzare con le vite degli altri. Perché, sai, dal cielo ti potrebbe cadere una mazzata devastante e ora capisci che significa… crescere.

E non giocare da adulto scemo con imbecilli proibizioni e castighi. Su, non siamo mica più bambini.

Non siamo mica più alle medie ove i coglioni alzano il dito medio e parlano, sognano ma non favellano.

Vero?

Ognuno nella vita vive come cazzo vuole.

E questa è la versione vera della storia. Non ce ne sono altre, imbroglione.

di Stefano Falotico

Quando per caso sbagli chat, stavi corteggiando una ragazza e invece hai mandato i messaggi romantici a Bobby Peru di Cuore selvaggio


21 Feb

peru dafoe

Non vi è mai successo? La classica figura di merda?

Sì, apri cinquemila finestrelle su Facebook, stai parlando con una che ti sta coinvolgendo, diciamo, s’impalla Internet, ecco che riparte, ma confondi le chat e ti dichiari con sfacciato, impudico amore alla persona sbagliata.

Sì, attenti al lupo! Dalla docet.

 

C’è una casetta piccola così

Con tante finestrelle colorate

E una donnina piccola così

Con due occhi grandi per guardare

 

Sì, stavo parlando con una tipa di nome Giulia. Nel frattempo, fra l’altro, stavo anche chattando con Silvia, Monica e Sabrina. Oh, non si sa mai. Se va male con una…

Ma non mi addentrerei… in privacy che son cazzi miei e spero loro.

Ah ah.

Fatto sta che, nel mentre, un tizio mi manda l’amicizia. Sono talmente preso da queste qui che, tosto, sbaglio tasto e, anziché eliminare il tipo (come si suol dire, la faccia del profilo non mi convinceva), accetto indiscriminatamente.

Ma allo stesso tempo questo mi manda la manina per salutarmi. Io gli rispondo:

– Aspetta, sono impegnato con una e mi auguro di essere ancora più impegnato, anzi, impregnato con lei nelle prossime ore.

Ok, buona giornata e speriamo, per te, che sia anche una buona scopata.

– Sì, sì. Ciao, a presto.

 

E intanto penso… che scassa-minchia.

Ma mi dimentico di chiudere la sua finestra e al contempo immagino che stanotte con questa qui chiuderemo tutte le finestre…

E le scrivo:

– Sì, sei di una bellezza immensa. L’immensità fattasi donna in ogni sua dolce, abbagliante infinità. Sai, domani potremmo noi tutti morire. E dunque dobbiamo profittare dell’attimo fuggente per essere ruggenti. Sì, fra me e te, Alessia, vi è stata un po’ di ruggine ma vorrei smaltarla…

– Che dici?

– Ci sei stasera?

– Molto sul tardi.

– Meglio. La notte è lunga e io voglio allungartelo.

– Non capisco. Comunque, allungami semmai venti Euro su PayPal. Sono a corto di liquidi.

Uhm, vediamo. Ma poi accetterai, verso le tre di notte, liquidità mie meno telematiche? Io non ho mai pagato nessuna puttana. E mai andrò con una meretrice. Ma voglio illiquidirmi con te, illanguidirmi, donna salubre, nell’inguine sdilinquirlo e dimenticare che sono spesso un uomo lugubre. Con te voglio essere ludro a te ignuda. Non liquidarmi, suvvia, voglio che stanotte mi sarai liquidissima.

 

Al che entrambi, sia io che l’interlocutore che io pensavo fosse Alessia, a cui esserle di buon sudore e odore, realizziamo il qui pro quo e in me scende un forte malumore.

– Scusi, Falotico. Ma lei con chi pensa di parlare?

– Mi dai del lei? Dai, so che ancora non me l’hai data ma dobbiamo partire, fin dapprincipio, con toni confidenziali. Accorciare le distanze.

– Va bene. Ti mando subito una mia foto.

 

Il tizio mi manda una foto di lui coi denti cariati e giallissimi.

– Ebbene, ti piaccio?

 

Bloccato subito.

Trattavasi di Mario Piscopello, famoso omosessuale malavitoso dei quartieri bassi che voleva rapinarmelo.

Detto Bobby Peru per la sua sconvolgente somiglianza con Dafoe.

Poteva andare peggio.

Potevo mandare un messaggio infuocato a questo qui sotto.

Sì, miei culatoni e culoni.

L’inculata è sempre dietro l’angolo. Ricordatelo.

La vita è come una scatola di cioccolatini e non sai mai quello che ti capita?

Io spero che sia una scatola blu come in Mulholland Drive. Se mi capitano due cioccolatini come Naomi Watts e Laura Harring, sì, sì, ce li gustiamo, sciogliendolo in bocca…

Va detta, vi faccio sempre ridere. Anche voi mi fate ridere. E in questa risata collettiva è un deriso, no, delirio. Una goliardia. Una di nome Pia e un’altra di nome Rosalia. E via.

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di Stefano Falotico

Per un vero change, il cambiamento parte dalla leggenda di Changeling. Tu conosci il cuore selvaggio di Vincenzo?


28 Dec


MY COUSIN VINNY, Marisa Tomei, Joe Pesci, Fred Gwynne, 1992. TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

MY COUSIN VINNY, Marisa Tomei, Joe Pesci, Fred Gwynne, 1992. TM and Copyright ©20th Century Fox Film Corp. All rights reserved.

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FALOTICO! Quando pensate di me una certa cosa, io non penso a quella cosa a cui voi pensate sempre.

Sì, non mentite! Io so la verità. Voi pensate sempre a quella cosa. Sì, uomini malati di sesso, a me potete dirla.

E voi, finte suore, a me potete darla.

Perché io, bigotti,  non lo do a vedere e non ve la bevete. Ma le donne che mi amano, sì, se la bevono.

E ho dato tutto. No, detto tutto. Ah ah.

Falotico, un uomo travolgente.

Dal prossimo anno, non voglio più vedere questi cessi del Cinema italiano, Isabella Ferrari, Alessandro Haber, Mastandrea e company, evviva il Cuore Selvaggio


27 Dec

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Basta! Non ne possiamo più. Non ne posso davvero più di questi personaggini, di questi pseudo-attori minuscoli che impazzano e girano tremila film all’anno, uno più impresentabile dell’altro.

Ma questa è l’Italia e dopo ci sarà, come sempre, come d’uopo, la mia giusta sparata da Wild at Heart.

Sì, il problema di questo nostro paesone stolto sta a monte. Per anni, professori e insegnanti pedanti ci hanno istruito solo al culto distorsivo e ripugnante di una cultura di morte. Indottrinandoci di letture ammorbanti a base di poesie malinconiche peraltro manieristiche, di accademiche inutilità figlie del nostro triste retroterra radicalmente inestirpabile.

L’Italia, come già più volte ho scritto, è l’incarnazione geografica e psicologica del concetto più avvilente d’ipocrisia fattasi stivalone e stivaletti di queste signore falsamente altolocate, invero zotiche, solo delle puttane ignorantone, arroganti e superficiali, ben vestite e dal conto in banca più fragrante delle profumerie ove si recano, ogni dì, a far compere di emollienti, creme detergenti, balsami per i capelli, cosmetiche salsine antirughe e altre suppellettili olezzanti, miscele odorose che puzzano soltanto di merda.

Sì, tanta merda, altro motto osceno che vien sbattuto in faccia… a chi, in Italia, vuol fare l’artista e, con questa spronata volgarissima, le si augura, come no, ottime fortune. Una vita sorridente!

In Italia, gli artisti ci sono, sono tantissimi ma non hanno via di scampo. Strozzati come sono da un sistema che privilegia la mercanzia, le buffonate triviali da Boldi e De Sica, i personaggi televisivi più squallidi e da varietà.

È tutto un pullulare di leccaculo, di attori che non sono attori ma pupazzetti, di gente che, dopo il Grande Fratello, pensa che per essere Marlon Brando basti avere un bel faccino tanto carino.

E, ahinoi, siamo ancora invasi da questi mediocri per eccellenza dei quali ora, senza timore di querele o reprimende, farò i nomi, non risparmiandone uno!

La mediocrità assoluta, suprema è incarnata da Isabella Ferrari. Donna reputata bellissima da voi e che, invece, a me è sempre parsa una borghese sciocca, antipaticissima, altezzosa, la classica donna di buon aspetto che si crede la super figa di Hollywood e, nel suo carnet, ha solo film di Carlo Vanzina, di Francesco Nuti (!), di Renato De Maria, di Neri Parenti. Più qualche exploit di qualche regista un po’ più di richiamo, qua e là. Ma per questi registi cinematograficamente un po’ superiori è stata solamente usata come soprammobile, come dolce statuina un po’ zoccolina.

Basti pensare al suo ruolo ne La grande bellezza. Quello che forse più le si addice. Il ruolo dell’annoiata col villone che, non sapendo che cazzo fare da mattina a sera, si fa la scopata scacciapensieri col tetro Gambardella, tanto per aspettare, dopo l’orgasmo, di fumare la tristizia delle sue frustrazioni e delle sue trombate in senso lato, anche B.

Adesso, questa qua ha pure il profilo Instagram ove espone le sue foto patinatissime, molte delle quali ritoccate, in cui sfodera il suo viso sciupato, macilento, dovuto ai suoi flirt lerci con Boncompagni e compagnia bella, appunto. Il ritratto più evidente della porcellina corrosa dalla Roma “bene”.

Ha ancora indubbiamente delle gambe molto longilinee ma gli occhi incavati di una che ha tirato… di brutto.

Via dal cazzo!

Dunque, abbiamo Alessandro Haber. Uno dei più enormi ruffiani di sempre. Con una filmografia di cinquemila film perché lui lecca come nessun altro e s’intrufola dappertutto da serpentello luciferino.

Dopo aver stuprato completamente Charles Bukowski col suo ignobile spettacolo teatrale per parrocchiani, Haberowski, a settantun anni si è sposato con la ben più giovane Antonella Bavaro (!).

Donna anche lei dotata d’inevitabile profilo Instagram in cui, ammiccante con la sigaretta in bocca e l’indice sulla bocca, che fa molto popolana arricchita come Sabrina Ferilli, elargisce le sue grazie puttanesche da “Bella Signora” alla Gianni Morandi.

Su Mastandrea non spenderei molte parole. Ora, anche lui dopo ventimila pellicole, è diventato bravo!

Sì, è partito come disoccupato da Reddito di Cittadinanza, come disperato borgataro che chiedeva lavoro al Maurizio Costanzo Show. E, dopo aver impietosito qualche romano più incolto di lui, ha cominciato a rimediare i primi ruoli. Ove appunto faceva la parte del ragazzo scalognato, del poveretto senz’arte né parte. Ma è cresciuto tanto, esponenzialmente!

E ora, proprio con Haber, è nel cast del “fiore all’occhiello” della nostra cinematografia natalizia, I tre moschettieri di Giovanni Veronesi.

Altra apoteosi del peggio del peggio, con tanto di colonna sonora di Checco Zalone e Rocco Papaleo, una cima d’attore! Sì, più che altro un uomo terrone da cime… di rapa.

E, mentre questi beceri pappagalli continuano a guadagnare miliardi con le loro imbecillità, i giovani talentuosi sono affidati a Indeed, a Bakeca, a Kijiji.

Sì, perché hanno scritto la nuova Divina Commedia ma, se non sono figli di una di queste “aquile”, innanzitutto non li pubblicano. E, anche se li pubblicassero, in Italia la gente non legge.

E al primo posto del boxoffice vi è appunto la premiata ditta Boldi e De Sica!

Gli anni passano, tutto va in vacca, tutti sbraitano ma nessuno ha le palle di cambiare le cose.

Perché, in fondo, pigliamola così. Sì. Dai, su.

Ora, lavori? Sei felice? Sei tranquillo? In bocca al lupo. Vai, sei un grande! Ce la facciamo una partita a carte? Giochiamo a Tombola?

Tu che fai l’ultimo dell’anno? Vai a Parigi? Ti sei divertito?

Balla, dai, dai, dai. Evviva!

Ciao caro, vieni a farmi compagnia, stasera? Fuori piove. Vieni, vieni.

QUI, la faloticata!

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di Stefano Falotico

Confidenze erotiche inaspettate e, per piacere, basta con questo Calcio, anche a Santo Stefano


26 Dec

Cuore selvaggio

 

Una persona morta dentro la riconosci subito. In verità, non è morta clinicamente parlando ma, da tempo immemorabile, ha rinunciato a vivere, adeguandosi allo squallido conformismo becero, impiegatizio, sacrificando i propri desideri intimi, veritieri, annichilendo i suoi slanci liberi e selvaggi, a favore dell’andazzo generale.

Perché, come succede ai più, ahinoi, ecco che chiunque, arrivato a una certa età, si è trovato un lavoro per tirare a campare, si è semmai pure sposato e dunque, non avendo più molte ambizioni da portare avanti, essendosi castrato nell’anima, facendo sesso (che poi manco quello fa) soltanto con sua moglie e, può essere, qualche volta con la tristissima amante o, peggio, discretamente viscidissimo con una mezza zoccola (sì, cosa gravissima, manco intera è, almeno fosse figa, invece è una super negrona pachidermica), libero dalle grinfie della consorte, ha smesso di leggere libri, di guardare film. Perché tanto non gli servono più a nulla. Non ha più ideali e, anche se ce li ha, che val la pena continuare a perseverarli? Tanto, appunto, lo stipendio a fine mese gli arriva, la vita sostanzialmente è un grande schifo collettivo, questo pensa, nessuno crede più a niente, le ideologie son scomparse e chi ancor ne aderisce è solo un emerito coglione… E allora evviva lo svaccamento totale da Homer Simpson. Con birretta in mano, panza all’aria sul divano e le partite di Calcio!

Abominevole!

Un uomo, sì, devastato da oneri lavorativi inderogabili, smontato che ha dal suo turno, non vede l’ora di sbracarsi davanti alla tv. Acclamando delle scimmie in mutande semi-analfabete che guadagnano mille volte più di lui, tirando a calci una palla. Eh, va così, inutile cercare di cambiare il mondo! Così è e così sarà. Ah, poveri fessi!

No, non è mero, basso populismo il mio, e non è retorica stantia e superata. E neppure una critica alla società. Anche se lo è, ah ah.

È semplicemente l’evidente, impietosa presa di coscienza di questo mondo di cosiddetti adulti mostruosamente deficienti. Di un’umanità aberrante.

Oramai, già a trentacinque anni, forse pure meno, lasciatasi andare.

Ma quel che è più triste non sono questi morti viventi. Facessero, in fin dei conti, quello che vogliono. La cosa triste è che costoro si prendono la briga di giudicare, stigmatizzare, sfiancare le giovinezze, soprattutto quelle belle, floridamente ribelli, piene ancora di sogni, di voglia estrema di libertà.

Trattandole a pesci in faccia.

Ogni potenzialità giovanile viene deteriorata e abdica ai precettivi schemi asfissianti e demoralizzanti di adulti fantomatici che, a mio avviso, sarebbe meglio se tornassero all’asilo.

Questi adulti ridacchiano, sono sentenziosi, dogmatici, non vogliono sentire ragioni, non vogliono ascoltare alternative. Perché, nonostante in cuor loro disprezzino la loro vita, per quanto sappiano benissimo che è senza senso e inutile, a loro sta bene così. Non vogliono più soffrire. Poiché la ricerca continua induce alla sofferenza. La verità è sempre scomoda, costringe a interrogativi profondi, a riflessioni introspettive non da poco. A rivedere i propri errori di valutazione, a far dietrofront dinanzi ai propri sbagli e, come dico io, sbadigli.

Uno dei grossi problemi della società occidentale è il culto della carnalità. Superata la maggiore età, molti vivono solo per fare sesso. E, per ottenere maggiori favori sessuali, edonisticamente si vendono.

Mercificano la propria anima pur di rimediare una scopata. Tutti palestrati, esteticamente perfetti, impeccabilmente di ottimo aspetto. Ma sostanzialmente delle merde.

Degli ignoranti mai visti. Cultura per loro fa rima con nozionismo. Il nozionismo non è mai cultura. È solo aver imparato a memoria il giorno della morte di Napoleone senza sapere chi è stato Napoleone.

Che poi, anche se non lo sapete, è meglio. Era uno stronzo guerrafondaio.

Se invece di morire il 5 Maggio, Napoleone moriva il 9 Maggio, che differenza faceva? L’unica differenza è che Alessandro Manzoni avrebbe dovuto cambiare la data del suo celeberrimo poema…

E se De Niro, anziché vincere l’Oscar nel 1972 per il Padrino parte seconda, lo vinceva nel 1973 perché l’uscita del film di Coppola era stata rimandata di dodici mesi? Sarebbe morto qualcuno?

In me, invece, è avvenuta una splendida regressione matura.

Anziché essermi imborghesito, sto diventando sempre più giovane e scemo, in senso positivo.

Allora, vado da una e, senza peli sulla lingua, le dico sfrontatamente che vorrei leccarle la figa.

Perché io sono una testa di cazzo, non cambio.

Potete picchiarmi, sodomizzarmi, obbligarmi ai lavori più umili, così potrete credere che mi sia normalizzato nella stupidaggine dolciastra di massa.

Ma io continuerò a rompervi i coglioni.

Perché voglio che non raccontiate più cazzate.

A partire dal nuovo anno.

Anno nuovo, vita nuova. E buttate via le maschere. Bruciatele!

E tu, sì, dico a te, che continui a fare il moralizzatore, dai, lo so benissimo che, la sera, prima di andare a dormire, ti guardi i filmetti porno sul tuo cellulare. E poi vai a dare il bacio della buonanotte a tua figlia.

Svegliandoti il mattino dopo e dicendo al tuo collega: – Ah, come siamo caduti in basso. Visto che schifo? È diventato un mondo di troie.

 

Vedi di ammettere i tuoi vizietti, non c’è niente di male. Il male è rinnegarli e fare i santi quando santi non siete proprio.

Io non me la bevo più. Adesso, donna, bevitelo tutto.

– Ma cosa sei schizzato?

– Sì, completamente. Infuocato. Lecca e non rompere le palle. Attenta, lecca morbidamente.

 

– Ehi, ti proibisco di parlare a quel Falotico. È solo un porco.

– Migliore e più sincero di te, babbeo ipocrita. E ora te le suona, demente.

. Ehi, bello! Ti stai contraddicendo. Prima hai detto che il sesso è qualcosa di edonistico.

– Non ho detto questo. Il tuo sesso è edonistico e falso. Se non hai capito cos’ho detto, beccati questa. E dammi tua moglie. Tanto con te non serve a un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

 

Genius-Pop

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