Un mio amico è stato licenziato senza motivo, per “scelta redazionale” e a me va di dedicargli un pezzo controllato, sobrio di malinconia, anche se li spaccherei tutti
Prima lo sfogo “media(to)” dalla (circo)stanza dei bottoni, poi il pezzo da novanta della melanconia, quindi mi tolgo la cintura e te l’allaccio al collo!
Sì, un amico abbandona giocoforza un programma televisivo. In verità, non è mio amico, insomma… io lo considero tale, lui non si ricorda neppure chi sono.
Ci siamo incontrati nei primi mesi di quest’anno, quasi già andato, come tutto il resto della Terra d’altronde. Roba da terriccio quest’umore “allegro”, sembran contenti ma son atterriti. Stiamo sull’attenti. E l’anno prossimo sarà bisestile, sai che palle. Pure un Febbraio col 29 oltre ai soliti 69 patetici di quelli del 68, che fottuto mappamondo. Infame ché solo parlan an(nu)almente di sesso sboccato giorno e notte, appunto, luoghi comuni a iosa nel 360 delle “emerite” cazzate.
Si fan chiamare egregi, le donne son signore ma stanno coi minorenni.
I signori son dottori ma metton il dito nelle ammalate, detta anche “toccatina prima che te la dà s-venente”. Acquolina in bocca? No, una padella in fronte.
Al che, scrivo questo.
Se lo reputate triste, c’è sempre la chat erotica. Basta che non mi rompete il cazzo.
Un mio pezzo di oggi:
torna tutto, passiamo in rassegna i ricordi, altalena di momenti belli e brutti, ire e panta rei, tutto passa. Alcuni son stati licenziati, altri scomparsi, questa vita riserva sorprese, alcune (s)gradite, gradi e invidie, gelosie e il rancore che non s’addormenta. Specchio delle fugaci opacità. Pensieri immalinconenti, noi trascoloriamo e domani l’alba si tinge d’altro religioso silenzio, forse incenso misto alla mistica delle rinascite, firmamento di gioie acute, altre lotte, perdite e strazi. Altro casino e amori a puttane. Un gran viavai ed è il circo per ripartire, lo show e chi decide per te il ruolo d’affidarti. T’ingarbugli o smarrisci per un attimo il sorriso, neve sulle tue iridi naturali, vivide e tristemente appannate. Ma non scoraggiarti, non innervosirti, scendono le sere ma altri giorni saranno rinnovati, altissimi e veri.
Forse è un’illusione, forse è solo la verità della vita.
Concluderei così. Piglio una pistola.
E mi sparo in bocca? No, la pistola è tua e quindi il padrone del suo cervello sei tu.
Comunque sia, questa vita è una stronzata. Non so se sia stata ma mancano molti mesi all’Estate. Oh, che hai da lamentarti? Due mesi fa lo era.
Dovevi lavorare? E allora? Meglio prenderla con ironia.
Componendo quest’altro sconforto, sei fuori da ogni compartimento in mille pezzi farfuglianti, a (t)ratti inculanti. Sai che comfort. Non so comportarmi ma porto la faccia.
La battuta serale serve a toglier la battona di torno e dar nel culo a chi non mi abbatte, sì, uso il battiscopa, “famoso” sp(i)azzare per polveri che voi “annusate”, oh miei drogati!
Sarò breve, conciso e quanto mai fenomenale in questa da poco scoccata Mezzanotte. Anche se è pomeriggio o alba di ieri mattina?
Futile è il temporale (tra)passare.
Cingetevi in preghiera, figli delle puttane.
E benedite il mio calice.
Vergo io questa voi ché vi sia “penetrante”:
Fratelli della congrega, mentre voi state sempre a cazzeggiare con zoccole di mal partito e amici finti già partiti, in senso funebre e metaforico, io scrivo e presto uscirò con un altro libro a voi anale.
Chi ha pazienza d’aspettarlo, attenda quel che gl’entrerà quando meno se l’aspettava.
Sì, son colui di cui pensi d’aver capito tutto e invece d’un cazzo, ficcante, te lo pigli così com’è.
Io non cambio, io son dentro il tuo cavo.
Scava scava ché continuerai a mangiar cavilli, spiami da cavia(le), ricorda il “cavallo”.
Sì, questa vita è stata un’ipocondria, forse un pachiderma, non so se un ippopotamo, molte volte l’ho preso nel popò ma sogno con le favole di Barbapapà.
Secondo me quelle illustrazioni son meglio di Picasso. Un mezzo esaltato astratto che impapocchiava le tele di schizzi a formato della sua testa squilibrata. Un testardo misogino intestarditosi nel superomismo. Una capa di rapa, dei quadri di crepe, meglio i faraglioni di Capri. E al babà preferisco un napoletano verace senza creme delle creme.
Scusate, si è fatto tardi, mi aspetta il patibolo.
Poi, salirò in Paradiso. Dio è Dio perché patì ancor prima che il Mondo nascesse.
E decise che Cristo doveva ripetere lo stesso disegno apocalittico.
Se quest’ultima v’è parsa una stronzata, lo è.
Il problema è tutto qui?
Guarda che le altre “righe” non sono male.
Ed è per questo che sono stato punito, perché non sono “malvagio” bensì pulito.
Vai a ripulire tua sorella. Ce n’, “lì in mezzo”, di d(r)oga.
Ah ah.
Ricordate: come vi sfotto io, nemmeno me stesso al suo.
Ora, che c’entra Scorsese? Che c’entra la Rossellini?
Insomma, diciamo che era un cesso quando stava con Martin. Migliorò con David Lynch. Ed è figa da morire ne La morte ti fa bella. Da non confondere con Dellamorte dellamore. Quel Dylan Dog non vale la sua cagna, a cui preferirò sempre Anna Falchi. Ai tempi, Anna era dei “miracoli”, faceva resuscitare i mor(t)i, sebben fosse bionda. Torniamo da “tori” alla castana Isabella. Delle cosce da “scudisciartelo” per ore, salvo controfig(ur)a, appunto, di quell’altra super patonza di Catherine Bell. Sì, quella a culo nudo non è Isabella ma la bellissima Bell.
E il “tuo” bela. Sognandole a pecora. Tu vai a sbucciar i “pelati”. Dai, non te la dà neanche la patata della pummarola in coppa. Torna a far… la commessa alla Coop.
Beccati l’assistenza sociale del CUP. Capito? Io non ti concupirò.
Insomma, Dennis Hopper di Velluto blu mi fa un baffo.
E Kyle MacLachlan riman un cane attore del caz’, non c’è Lynch che possa “salvarlo”.
Dovete linciarglielo. Ci provò Liz Berkley di Showgirls ma Kyle la “schiumò” al “sapone” (de)tergente, erigendoglielo in piscina di frizzanti “bollicine”.
Kyle è sempre stato un marpione. Un libertino da Marsigliese, non da lavande di quello di Marsiglia.
Solo Nic Cage è stato benedetto da David. Il suo Sailor di Cuore selvaggio è l’unica cosa guardabile del parrucchino.
Ah ah. Comunque sia, bona Laura Dern a tutti. Ormai è vecchia ma Chris Isaak la conobbe di wicked games.
Ho detto tuto? Sì, chi ha orecchie blue velvet intenda (anche sotto le tendine…, ove il lupo sgraffigna “a graffi-t-o” degli “affreschi” ululanti), chi ha Eyes Wide Shut pensi a “scopare”.
Su questa “minchiata” sesquipedale, ti lascio coi palmi di naso e vado a impalmarne un’altra. Da cui le losangeline palme di Mulholland Drive. Sì, Naomi Watts e Laura Harring son in quel film lesbiche perché mi “conobbero”.
Una volta che assaggi un uccello come il mio, metafisico d’Inland Empire, la vita è una “coniglietta” assieme alla fine di Lynch.
Sì, da quel Leone a Venezia, si è seduto in pantofole e s’è adagiato sugli allori.
Si chiama Alzheimer o non lo “alza” più?
Per fortuna, “smanetta” sui video dei Duran Duran. Ecco, siam passati da Eraserhead alle seghe mentali di David sulla sedia a dondolo.
Più che Elephant Man, oggi David è semplicemente un tonto.
Da cui il celeberrimo detto del Falotico: prendo tua moglie Sheryl Lee e, di fuoco cammina con me, mentre bevi il vinello vicin al camino, me la trombo.
Sono Bob di Twin Peaks? Di mio, ho altri fantasmi a cui pensare.
Per esempio, la vicina. Pensavo fosse morta dieci anni fa, e invece urla ancora alle riunioni condominiali.
Le ho regalato una copia di Strade perdute. Ha scoperto che sua figlia se la fa con l’uomo misterioso e che il marito è Patricia Arquette.
A conti fatti, non è più una vita ghezziana da After Hours, ma c’è da lavar la moquette.
Basta un poco di ammoniaca e la (s)figa va giù.
Mary Poppins? No, Robin Hood. Rubo ai ricchi per dare ai poveri.
Però son tutti più ricchi di me.
Finiamola così. Più che Errol Flynn, sono in calzamaglia alla Mel Brooks.
Firmato il Genius
(Stefano Falotico)