In questo mondo sconnesso eppur sempre a Facebook connesso, è morto Forman, regista che ha diretto tre film personali, sì, non molti lo sanno ma ha copiato la mia vita per realizzare 3 capolavori, Qualcuno volò sul nido del cuculo, Amadeus e Man on the Moon.
Il primo è infatti la storia di un mattoide che ha capito il senso della vita ma lo lobotomizzano perché i suoi discorsi pasoliniani potrebbero liberare dal dormiveglia psicologico delle persone murate vive nel credersi sbagliate per il mondo.
Fortunatamente, io non sono lobotomizzato, ma il mondo lo è, quindi è come se lo fossi, essendo l’unico dotato ancora di cervello. Sì, come insegna Il seme della follia di Carpenter, se sei l’unico sano in mezzo ai matti, il matto sei tu.
Il secondo è su Mozart. Io, come Mozart ritratto da Milos, non crescerò mai e troverò sempre un Murray Abraham che vorrebbe funzionassi dove non posso umanamente funzionare. Sì, diverrò malato sempre più e cadrò nell’oscurità psichica perché da me si pretende che scopi mille donne e guadagni diecimila euro al mese. E questo non può avvenire per come sono strutturato. E qui ci ricolleghiamo alle strutture o alla sovrastruttura esistenziale del senso della vita, o forse della (s)figa. Ah ah.
Il terzo è un biopic ispirato decisamente, senza ombra di dubbio, come si suol dire, al mio “personaggio”. La storia di un uomo che le spara grosse in maniera geniale ma non capisci mai se ci è o ci fa. A seconda delle persone che incontra, può essere dichiarato scemo, se entra in contatto con idioti, o un genio assoluto se imbecca quelli che sanno canalizzare la sua “diversità”.
E, a proposito di stralunati, non so se avete ascoltato il signor Pinturicchio, Alex Del Piero dopo l’eliminazione dalla Champions della Juventus.
Credevo di aver sentito male, invece ha detto, sì, l’ha detto… la Juventus ha fatto una partita senza senso, Buffon ha fatto due parate senza senso.
Senza senso, dalle mie parti, significa qualcosa d’insensato, di sconclusionato, senza significato logico, qualcosa di delirante.
E mi fa senso che Del Piero, con aplomb da uomo normodotato, abbia ripetuto quest’idiozia per ben due volte, senza battere ciglio se non per fare l’occhiolino alla stangona messa lì apposta per “alzare”… lo chare… e anche gli uccellini… depressi dei bianconeri messi a pecora. Ma ormai la gente usa la lingua italiana come cazzo gli pare. Mica cazzi.
Sì, ho provato un “disturbo psichico” notevole a sentire un miliardario dire cose senza senso.
Comunque sia, per molti uomini l’importante non è che una donna abbia molto seno, sì, seno, ma che abbia culo. D’altronde, è tutta una questione di culo, o no? E poi è anche una questione di sensibilità, c’è chi va a zoccole e chi sceglie una vita moralmente retta ma forse meno lo erige… prendendolo in quel posto.
E su questo io sono esigente.
Ora, asciugatevi coi detergenti.
Sì, la mia vita è insensata, eppur non ascolta Un Senso di Vasco Rossi.
Ci sarà tempo per le zucche vuote nate a Zocca.
– La vita non è fatta solo di poesia alta. Anche di cose di tutti i giorni.
– Le cosce, scusa, le cose che piacciono ai mediocri. Adesso, scusate, vado a ordinare i ravioli al vapore.
– Ma chi crede di essere?
– Colui che sono, forse qui, forse là, forse giammai.
– Eh sì.
– Eh già.
– Balliamo?
– No, cantiamo.
– Io canto, tu incantati.
Applauso, e che sia una scoreggia.
Ah ah.
di Stefano Falotico