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Kathy Bates è la più grande attrice vivente, Kate Winslet è pure, secondo me, più grassa


20 Jan

ruota delle meraviglie

kathy bates richard jewellOra, chiariamoci molto bene.

La pornografia ha poco a che vedere col grande Cinema.

Esiste, al massimo, solo un film con sguardo pornografico, cioè Crash, che riesce a essere moralmente più perverso di Matt Dillon con Thandie Newton nell’omonimo film di Paul Haggis.

Sceneggiatore, fra l’altro, di Million Dollar Baby.

Ma Cronenberg appartiene a una categoria a parte.

Riesce ad ammaliare anche col body horror. Mentre, secondo me, molti pornoattori ammalieranno voi, donne che vanno matte per Manuel Ferrara.

Quando giocai a Calcio, un omonimo Ferrara era il ragazzo più dotato dello spogliatoio. Ovviamente, parafrasando Adriano Celentano, dopo di me.

Ma lasciai stare presto ogni gioco balistico. Sì, continuate voi a raccontarvi palle, state sempre lì pronti a gonfiare la rete, non solo del profilattico.

Nemmeno della porta, appunto, di Calcio. Siete sempre in zona autogoal.

Sì, dovete sapere che esistono le auto utilitarie e gli auto-limitati. Cioè quelli che, non potendo comprendere gli Scanners, vogliono scannarli. A volte, lungo la loro strada incontrano Tom Stall di A History of Violence. V’assicuro che non è bellissimo provocare un tipo addolcito come Leo DiCaprio di Shutter Island.

Esiste una donna al mondo con cui Tom non potrebbe fargliela manco se lei interpretasse dieci Maria Bello alla volta, miei belli. Ovvero Kathy Bates.

Lasciate stare, cocchi miei, Kate Winslet di Titanic e pure quella de La ruota delle meraviglie. In quest’ultimo film, firmato da Woody Allen, Kate non riesce ad amare la vita malgrado sia sposata al fratello di John Belushi, il re della comicità demenziale, e abbia come amante Justin Timberlake. Al che, sciacquandosela nel Mare d’inverno alla Enrico Ruggeri cantato da Loredana Bertè, la piglia come viene.

Illudendosi, davanti allo specchio, di non essere oramai una strega di Benevento ma una grande attrice teatrale. Infatti, la sua vita fu una tragedia peggiore del Teatro greco.

Ecco, molti mi chiedono quali siano le mie attrici preferite.

Un tempo, avrei detto Jodie Foster. Ma oggi come oggi mi piace meno. Non perché sia lesbica. Anche perché lesbica lo fui sin dai tempi di Taxi Driver, sebbene minorenne. E ho detto tutto.

Sì, Travis Bickle salvò Iris/Foster dalla prostituzione. Al che, Angelo Bruno/Harvey Keitel di The Irishman gli disse:

– Guarda che era lesbica, era solo una messa in scena. Facesti solo Molto rumore per nulla. Guarda, il casino che combinasti è peggiore di quello che si vede in Casinò.

 

A volte, amici, credo che il Cinema stia morendo. La gente non ha più bisogno di proiettare i suoi sogni e di venirne proiettata. È finito il Videodrome. Oggi la gente ama l’edonismo, creare stories su Instagram.

Autocompiacersi di sé stessa in un riciclo spazio-tempo di eterno déjà vu. In un patetico sfoggio di amene sconcezze e scemenze, di superflue frivolezze immerse nella decadenza.

Cronenberg capì una cosa molto importante con A Dangerous Method. Una persona matta non puoi normalizzarla. Poiché la sua pazzia se la creò apposta per sopperire inconsciamente al suo sentirsi eternamente a disagio.

E non è con le botte o i calci nel culo alla Jung che le cose possano cambiare.

Una delle scene più belle ed emozionanti di Richard Jewell è quella in cui la grande Kathy Bates va in bagno e piange a dirotto.

Il figlio le si avvicina, meno disperato di lei, chiedendole perché stia piangendo.

– Perché ho paura.

 

Misery non deve morire. Poiché, se smettiamo di sognare, se finiamo d’inventare personaggi immaginari, la nostra società è finita.

Ed è solo un carnaio.

Allora, scriverò un altro romanzo.james caan misery

 

di Stefano Falotico

JOKER di Todd Phillips è un capolavoro o, come sostenuto da alcuni critici col paraocchi, un j’accuse troppo sbrigativo e superficiale, poco attizzante?


04 Sep

joker 2

dav

Be’, ricollegandomi a quanto da me già detto in merito alla recensione di Paolo Mereghetti riguardante Joker, uscita sul Corriere della Sera, Mereghetti ha assegnato solo 7 al film di Phillips.

Ora, conoscendo i parametri piuttosto severi di Mereghetti, sapendo bene che lui fa sempre così, ovvero all’uscita di un film si mantiene abbastanza moderato, senza sbilanciarsi troppo, non mi stupisco del suo voto non eccelso.

7, nella scala della valutazione mereghettiana, è un signor voto. Questo va altresì detto.

Basti pensare che al magnifico Crash di Cronenberg, Mereghetti nel ‘95 diede solo due scandalose stellette, scrivendo nella sua lapidaria disamina una stronzata da immediato ricovero psichiatrico, vale a dire:

il Cinema di Cronenberg è una macchina autoreferenziale in sé perfetta ma il Cinema e la vita abitano altrove.

Sì, credo che avesse usato quest’esatte parole. E ora non ho voglia di stare a scartabellare in libreria alla ricerca dell’opuscolo di aggiornamento del 1995 firmato da Mereghetti per controllare.

Posso solo affermare che forse, al posto di abitano, scrisse stanno ma è la stessa cosa. Ah ah.

Soltanto pochi mesi dopo, Mereghetti cambiò però drasticamente opinione e oggi come oggi reputa Crash un intoccabile capolavoro.

Credo che la stessa sorte capiterà a Cosmopolis, attualmente fermo ancora, appunto, a due stellette del cazzo.

Scanners invece è passato da 3 a 4, cioè il massimo.

Eh sì, Paolo non si espone mai troppo. È un furbacchione. Dice la sua ma senza dare nell’occhio e recita le sue video-recensioni in sordina con tanto di birignao da milanese di origine controllata. Dunque, con la ponderatezza algida dell’uomo del nord che non vuole lasciarsi andare ad emozioni troppo entusiastiche.

Sì, Paolo abbisognerebbe di essere educato da Nic Cage di Cuore selvaggio. Altro film non particolarmente amato da Paolo ai tempi della sua uscita, ora invece da lui ritenuto un film, appunto, emozionante e stimolante più di una notte di sesso con Lena Paul, celeberrima pornoattrice americana verso la quale, onestamente, ogni uomo sanamente eterosessuale sente squagliare la sua pelle di serpente.

Il serpente e la lucertola, la salamandra e gli anfibi vari, tranne quelli militari di Dr. Martens, sono animali a sangue freddo.

Be’, non so voi, ma io dinanzi a Lena Paul, anche in pieno inverno rigidissimo, mi sfilerei la giacca da Sailor, simbolo della mia individualità e della fede personale, e la permeerei, assai premerei, riscaldandola a mo’ di pullover avvolgente.

Sì, Lena, una donna più bollente di una corposa maglia di lana.

Ah ah.

Poi, dopo aver giaciuto con quest’irresistibile meretrice, uscirei dalla sua casa e conserverei intattamente il mio aplomb da Humphrey Bogart, tirandomi su il bavero dell’impermeabile. Cosicché, alla gente in strada, guardona e pettegola, moralista e falsa, farei credere di avere un metafisico fantomatico mistero da Franco Battiato, in quanto inforcherei pure un paio di lenti nuovissime con tanto di trasparenza traslucida da film noir e luci al neon.

Le stesse che il tuo ottico ti diede l’altra sera.

Sì, ti conosco. La scorsa notte, tu guardasti un filmetto con Brandi Love e da allora, eroticamente aggradandone, perdesti non solo due gradi alla sfera dell’occhio sinistro ma anche le due palle che sono ubicate normalmente ai lati di quella cosa, si spera ritta quando eccitata, che sta in mezzo alle gambe, perpendicolarmente situata in maniera diametralmente opposta al buco ove di solito s’infila la supposta.

Ma non perdiamoci in puttan(at)e.

Torniamo all’irreprensibile Paolo.

Un uomo che si mantenne equidistante sia dai critici che esaltarono Joker che da quelli che a man bassa, appunto, lo struccarono, no, stroncarono impietosamente.

Ora, Mereghetti è chiaramente del PD, dunque la deriva ribelle di Arthur Fleck/Phoenix nel pre-finale non deve aver apprezzato molto.

Sì, negli ultimi venti minuti del film, Fleck/Phoenix, stanco di essere un semi-disoccupato perennemente angariato, dissanguato, dai bulli asfissiato, dagli psicologi crocifisso e dalla società di massa nell’amor proprio trafitto, si trasforma in Che Guevara dei poveri. Sembra perfino che sia diventato Beppe Grillo. Questo, sì, un vero pagliaccio socialmente pericoloso. Sì, Beppe, a forza di promettere facili illusioni agli italiani disperati, sarebbe da spedire in cura da un altro Grillo. Quello Parlante di Pinocchio.

Il Grillo Parlante, nella favola di Collodi, non fa una bella fine ma almeno per un po’ riesce a contenere gli exploit del burattino di legno. Ah, un burattino che propugna pure i robot.

Beppe manovrò come Mangiafuoco tutti i grillini, designando Di Maio a capo del carrozzone. Anche del cazzone.

Comunque, quelli di estrema Destra non stanno messi meglio. Sono come quei nazi-fascisti di CasaPound che aggrediscono senza motivo, in modo gratuitamente vergognoso e pretestuoso, il povero Arthur Fleck in metropolitana.

Sì, gente che non merita il mio rispetto. Gente che si prende gioco della gente timida, della gente debole, insomma degli ignobili vigliacchi. Incapaci, peraltro, di fare i forti da soli, bensì san stupidamente essere violenti e maneschi soltanto quando sono in gruppo, cioè in branco.

Al che, succede l’incredibile, l’impensato. Fleck, quest’uomo all’apparenza cacasotto storico, questo elephant man denigrato ed emarginato, questo Vito Andolini/De Niro de Il padrino – Parte II prima di diventare spietato come Marlon Brando, costui che le classiche donne stronze e altezzose definirebbero un ragazzo meraviglioso, eufemismo da loro adottato per non offenderlo, dicendogli che ai loro occhi appare sinceramente come una persona speciale, cioè pure peggio, ovvero uno storpio, uno a cui non darebbero un bacio con la lingua nemmeno se fosse più ricco di Vittorio Feltri, ecco, giunto allo zenit delle offese oramai intollerabili, Fleck si trasforma, come da me già detto, in Eric Draven de Il corvo.

E lì sono cazzi amari per gli altri.

Afferra i tre tizi della metro e li picchia con calci volanti e pugni da Mike Tyson. Dunque, dopo averli tramortiti con una potenza devastante più furiosa di Jean-Claude Van Damme nel finale di Kickboxer, si trucca da down? No, da clown e fugge via dalla sua notte apparentemente, tragicamente interminabile.

Involandosi verso la sua bella, Zazie Beetz.

Qui, Todd Phillips è stato davvero un grande.

Io ho sempre appoggiato la teoria di Orson Welles. Secondo il quale il sesso in un film mainstream è decisamente irrilevante e superfluo. Per l’appunto, non parliamo di un porno, bensì di Cinema con la c di c… o maiuscola.

Il non visto, il fantasticato, il non detto, il suggerito, l’evocato e non mostrato, fidatevi, è ancora più perturbante ed eccitante del tutto… filmato. Filtrato e fluidificato.

Che cosa successe fra Arthur e Sophie Dumond/Beetz dopo che Fleck, rinnovato nel coraggio e nelle forze, si precipitò da lei e la baciò con una passione così intensa da fare spavento a ogni attore di film per adulti?

Ah, secondo me, accadde qualcosa di mostruosamente bellissimo, di rovente e terrificante, di esplosivo, deflagrante, super-piccante e iper-ficcantissimo-leccante per una notte d’amore stra-scaldante.

Sì, Joker riesce a mantenere il suo immacolato candore nonostante sia oramai inequivocabile che con la sua voce roca, assai ammaliante, è davvero inchiappettante.

Se volete toccare con mano, siete le benvenute…

Come dico io, la faccia da schiaffi, cioè da culo… c’è tutta.

 

di Stefano Falotico

joker phoenix

The First con Sean Penn, White Boy Rick col McConaughey e la schifezza del reboot di The Predator bocciati, bene, e anche Kubrick in fondo ha girato un solo capolavoro


13 Sep

Matthew+McConaughey+SiriusXM+Town+Hall+Matthew+RcEp_NQmQBtl

Sì, il primo ruolo “televisivo” di Sean Penn, dopo anni di sua assenza anche dal grande schermo, dopo essersi sputtanato con Il tuo ultimo sguardo, che ha distrutto la magnificenza delle sue precedenti da regista, dopo un tempo immemorabile in cui ha cazzeggiato con questa e quell’altra fighella, tingendosi i capelli, pubblicando un libro orrendo, è stato un mezzo fallimento.

La Critica comunque non ha stroncato lui. Sì, un astronauta con la faccia da puttaniere non l’ho mai visto ma Sean ha un’indole melanconica, springsteeniana, quindi ci sta carismaticamente nei panni di uno che si è rotto le palle di questo Pianeta sbagliato, e molla tutto, saltando su Marte.

Ma The First è stato stroncato. First Man no. Secondo me, seppure non l’abbia ancora visto, andrebbe massacrato anche il film dello Chazelle. Con uno degli attori peggiori di sempre, Ryan Gosling. Questo sarebbe un figo? Sembra che abbia ingoiato mille pasticche di neurolettici e bevuto un litro di Valium.

Eppure piace alle donne. Mah, uno dei grandi misteri dell’universo.

Basta! Già Apollo 13 era una palla tremenda, uno dei film più noiosi di sempre. Adesso anche la storia dell’Apollo 11. Che poi… presto uscirà anche il secondo film sul figlio di Apollo Creed. Con Michael B. Jordan, l’essere più antipatico del mondo. Spero che il figlio d’Ivan Drago gli spacchi quella faccia da neretto carino. Riportate questo mandingo sulla nave Amistad. Dategli da mangiare le banane! Stavolta Salvini va appoggiato!

Basta!

Mentre il McConaughey, che sperava di beccarsi la nomination per White Boy Rick, ha scazzato ancora film. Dopo Gold, un film truffaldino nei confronti dello spettatore e per il quale è ingrassato per l’anima del cazzo, visto che non è stato nominato a nulla, La foresta dei sogni di tua sorella new ageFree State of Jones, film lunghissimo che basta leggersi due pagine scritte bene di un libro di Storia, e soprattutto La Torre Nera, ove fa il modello intirizzito porta-sfiga, adesso ha toppato nuovamente. Vera “McConaissance!”.

Sì, White Boy Rick è stato semi-distrutto dai critici americani. Per la serie: dopo quella stronzata di Blow con Johnny Depp, lasciate perdere i film alla Scorsese se non siete Scorsese.

Tornando a Matthew. Sì, dopo l’Oscar è rimbecillito. E ride sempre come uno scemo. Perché non lo prendono quelli del dentifricio Mentadent? Il sorriso smaltato a trentadue denti c’è tutto.

E infine la mega-puttanata universale, The Predator di Shane Black. Teniamoci l’originale con Schwarzenegger e non stronzeggiamo con seguiti, reboot robot di tuo nonno.

Il protagonista doveva essere Benicio Del Toro. Quindi, la parte è andata all’insipido, moscio Boyd Holbrook, sì, un ricchione.

Comunque, in America stanno messi sempre meglio di noi. Anzi, voi.

In Italia, abbiamo un proliferare di attrici. Tutte hanno il profilo Instagram, basta che esibiscano un paio di belle cosce, tonificate in ore di palestra. Sì, attrici come Meryl Streep. Hanno girato da comparse la pubblicità della mozzarella di Bari e però non hanno un colorito da latticino, sono abbronzate, visto che stanno perennemente al mare coi soldi del padre industriale.

Ma andassero a dar via il culo.

Sì, non bestemmio. A conti fatti, il tanto intoccabile Stanley Kubrick ha girato solo un capolavoro, Arancia meccanica. Ne vogliamo parlare seriamente di 2001? Con quegli effetti speciali, avanguardistici per l’epoca, un grande film lo girava anche Mario, il marito rintronato della mia vicina di casa. E poi: sì, l’uomo è nato scimmia, quindi gli è scattata la scintilla, si è evoluto e, stanco di tutto, è regredito a feto galleggiante, da superuomo in scatola. Sì, Stanley ha scoperto l’acqua calda. Ed è infatti nell’acqua, grazie a scariche elettriche, che è nata la vita sulla Terra. Grazie, già visto e sentito.

Barry Lindon è la storia di uno che ama Ezio Greggio, un piccolo borghese mediocre, ma tutto sommato un brav’uomo. Il figlio, invece, ha un’indole da Alex di A Clockwork Orange, appunto, e ripudia quel poveretto di suo padre perché pensa che l’abbia castrato in un’educazione troppo moralmente inappuntabile. Che cazzo voleva? Voleva andare in discoteca a sedici anni? E chi gliel’ha impedito? Non piangesse sul latte versato e sul suo sperma non nelle cretinette eiaculato.

Poi, con la fotografia di John Alcott, anche Jimmy il Fenomeno avrebbe realizzato riprese “pittoriche”.

Basta!

Eyes Wide Shut, un film postumo. Quindi, il montaggio non è suo. E Tom Cruise nei panni del dottore è credibile quanto il sottoscritto in Top Gun.

Full Metal Jacket, sì, dai, nelle caserme militari ci sono i nonnismi e i bullismi, la guerra è brutta, lurida e sporca. E Orizzonti di gloria è retorica tronfia da due soldi.

Bocciato!

Shining? Ha ragione, mi spiace dirlo e ammetterlo, David Cronenberg. È un film che non inquieta, non fa paura, con un Jack Nicholson di maniera, che gigioneggia da lupo mannaro con la pelata, un film con un bambino autistico afflitto da deficit percettivi per cui delira, un negrone che voleva solo vedere la tv sul letto, e un labirinto che è molto più complicato quello di Gardaland. Sì, da quel labirinto sarebbe uscito anche Pacino di Scent of a Woman. Suvvia.

Via!

Basta pure col Kubrick. Un mezzo panzone misantropo hater.

 

 

di Stefano Falotico

 

Secondo Cronenberg il Cinema non è morto, sta mutando nella “nuova carne”, mentre Marchionne è oramai andato


23 Jul

Cronenberg

 

Sì, oggi pomeriggio, dopo un lauto pranzo, in occasione del compleanno di mia madre, sono andato a fare un giro. Al che, dovete sapere, che dalle mie parti, sebbene abiti in periferia, hanno aperto oramai da anni un’università. Credo sia la facoltà d’ingegneria. Roba che non m’interessa. Ho scelto il giorno sbagliato per far “due passi” in macchina. C’era un pienone, con tante automobili strombazzanti. Sì, è stato il giorno delle lauree e tutti gli studenti uscivano festosi dal caseggiato con la “coroncina di spine”, inconsapevoli del mondo che li attenderà. Sì, edificheranno palazzi che, al primo battito di vento, crolleranno e, per inadempienza ai loro studi, fatti col culo, saranno accusati di omicidio colposo. Quindi, li rinchiuderanno alla Dozza, celeberrimo carcere bolognese. Ove resteranno dieci anni e poi, una volta scontata la pena, dovranno ricostruire tutta la loro vita, mattone su mattone, partendo proprio dal cantiere limitrofo all’università da loro frequentata. Riciclandosi come formiche operaie. Sì, c’è un cantiere sempre in quella zona universitaria, perché stanno mettendo su questo cazzo di People Mover, una sorta di trenino “galleggiante” nell’aria che collegherà la Stazione all’Aeroporto. Roba che uno fa prima a farsela a piedi. Proprio dei soldi buttati nel cesso.

Comunque sia, visto che c’era un traffico della madonna, ho dovuto sostare adiacente all’entrata dell’università. E, immobile, ho ammirato di “belvedere” tutta una serie di cosce femminili notevoli.

Soprattutto una donna, ottimamente equilibrata di forme graziose e voluttuose, ha attirato la mia attenzione e “tirato” anche qualcosa che ho dovuto bloccare col “freno a mano” del mio sublimarla subito. Sì, era in compagnia di un ragazzone palestrato e dunque i miei occhi, in maniera furbesca, sì vedevano il suo fondoschiena marmoreo, ben diluito in una minigonna floridamente attraente, ma allo stesso tempo dovevano far finta di non vedere. Insomma, se una donna di questo livello ha già il suo uccello, come si suol dire, non bisogna darlo/a… a vedere, occhio non vede, cuor non duole.

Sì, so, ragazzi miei, che vi struggete perché la donna dei vostri sogni, che tanto vi lascia insonni, sta con una testa di cazzo insopportabile, e per voi son dolori che alleviate con frustranti seghe pesanti.

Ma è la vita. Non si può azzardare laddove il vostro azzardo potrebbe farvi patire pene… dell’inferno. Perché, se vi va bene, vi beccherete un mal rovescio, se vi andrà male, come infatti già è andata, c’è sempre il canale del Tubo a luci rosse per compensare la fregatura e per sfregarvelo un po’. Eh sì.

Meglio di niente, no?

Ora, questo lungo… discorso per dire che, potete incazzarvi quanto vi pare, ma Netflix è come le donne. Siete dei romanticoni che sognate il Cinema sul grande schermo e invece questa piattaforma sta monopolizzando il modo di fruir della celluloide, e tal processo, che vi piaccia o meno, non si può fermare, cresce di ora in ora e “contagia” anche chi prima disdegnava lo streaming ma inevitabilmente vi ha abdicato, così come le donne, che non ve la danno, vorreste che fossero una vostra esclusiva e invece, a malincuore e a fegato amaro, scoprite che si scoprono con altri. Tutti oramai ne “fruiscono”, tranne voi, rimasti indietro. Ah ah.

Ecco, vi spiego una strategia “infallibile” di approccio. Andate da una donna che vi attizza in chat su Facebook e scrivetele…  ho letto i tuoi post, sono molto malinconici, pari sfiduciata, vorrei credessi ancora all’amore, e spero t’innamorerai di me.

Lei vi risponderà: – L’amore non si sceglie, è lui che sceglie te.

E voi: – Infatti. Io sono l’amore e ti ho scelto. Chiaro?

 

Ah ah.

Sì, probabilmente il suo ragazzo vi spaccherà la faccia, ma dovete comunque calcolare la possibilità che possiate essere voi a metterglielo in quel posto… liscio e caldo.

Sì, Marchionne sta morendo. Forse è già morto.

Molte sono come le macchine della FIAT, alla prima “botta” vanno giù di carrozzeria. Sì, dopo essere state sverginate, imbruttiscono e diventano chiatte. E si lasciano “sfasciare” a destra e a manca con una facilità incredibile.

Voi, invece, donne lussuriose, “lussate” e di lusso, venite… dal meccanico che sono io e sarà un Crash al bacio.

Dopo questa porcatella, vado a prepararmi un caffè con la cannella.

Cosa faccio di lavoro? Fuori dalla mia porta, c’è scritto: aperto dalle 9 di mattina alle otto di sera.

Il tariffario è a ore: più duro e più incasso.

Nel senso che è proprio dura e io di botte ne prendo un casino. Eh sì, un casino… la mia vita.

Ah ah.

Un bordello!

 

di Stefano Falotico

Senti chi parla, e accavallate le gambe


24 Mar

Andrea Pazienzasharon-stone-pubblica-provino-basic-instinct-600x337

Sì, apro Facebook e noto che anche una donna di Noto, sì, la cittadina limitrofa a Siracusa, mi ha bloccato. Di cognome codesta fa Terzanota, e aveva delle belle gambe, gambe lunghe come una navata delle chiese che i saraceni edificavano in Sicilia. Gambe che ben s’intonerebbero, lisce come le pesche, agli affreschi di quelle donne burrose che cingono fra le loro braccia dei bambini piagnucolosi. Fatevi un giro nelle pinacoteche anziché ingozzarvi di stuzzichini nelle paninoteche, miei paninari. Sì, son un uomo spesso afflitto da mali imponderabili e chiedo Pietà non a Michelangelo ma a qualche donna che stringa, dunque anche stinga, il mio ardore infantilmente desideroso dei loro grembi. Ma invero schizzo solo sul grembiule, in quanto pittore dell’onanismo più imbevuto di candore. Ah, il calore… sta arrivando l’Estate e le donne indosseranno dei sandali e forse io finalmente mi spoglierò del mio saio e non “innaffierò” solo il Bonsai, pianterò radici in qualche terreno più fertile, anche in femmine terragne da non “fertilizzare” perché bebè non voglio, eppur desidero con ardimento succhiarle come un babà nel suo, anzi loro, squagliato scioglimento, nello spargimento dei nostri liquori avvolgenti, nel dapprima ergermi nell’inturgidimento e poi darci dentro di piacevoli lamenti.

Invero, il mio è solo un insanabile dissanguamento. E vivo spesso soltanto della mia mente malata d’isolamento.

Oggi, ad esempio, un mio amico ha toccato il mio dvd di A History of Violence e, coi suoi polpastrelli sudici, ha lordato questo film nitidamente perfetto, così confezionato come un dolce confetto. E sono diventato Tom Stall!

Sì, per anni patii insormontabilmente di disturbi ossessivi e compulsivi, di manie igieniche e bastava che uno scarafaggio passeggiasse sulla tastiera per farmi urlare in maniera delirante come un pasto nudo avvilente. Si dice che certe manie nascano dal fatto che uno non ha altri cazzi a cui pensare e si fissi su cose assolutamente folli, ma io serbo in gloria la follia, è quel secret garden che ci permette di mantenerci integri e non dissolverci nell’entropia del caos bestiale. In quelle nostre purezze incontaminate, sì, io vi vedo ebbrezza, ubriacarsi di singhiozzi emotivi e cambi d’umore repentini sempre migliori che pensare di scoparsi una peperina e poi invece solo arrossire, dinanzi al suo rifiuto, come un peperone.

Eppur rimango un uomo canterino. L’uomo medio, preso solo dai suoi inderogabili impegni quotidiani, di stress s’impregna ed è squallidamente melodrammatico. Al che, s’infuria e si rovina la giornata se qualcuno gli ha bucato una gomma, mentre io mastico tante gomme e nel mio “vuoto pneumatico” so come gonfiare i “radiatori” di donne su cui agire di frizione, con delicate accelerate e poi… che splendore quando lei “tira” il freno a mano e, in modo reclinabile, fa sì che tu possa “avvilupparla” come una cintura di sicurezza fiera di allacciarsi alla sua marmotta, no, marmitta. Tu invece vai a mignotte. E si va di “marmellata”, fra dossi e curve, sterzando di preliminari che le danno la precedenza, poi stoppando nel pompando anche su una Panda e quindi leccando quella di Wanda, perché lei è tanta e come si fa in macchina a farsela a novanta?

Sì, mi capitano sfighe immani ma anche fighe immense, e tranquillamente osservo il mondo che si affanna con le gambe accavallate, sogghignando e forse ancor spupazzando, in mezzo a un’umanità che d’invidie è spompinante e giammai come il “mio”…, pimpante.

In verità, vi dico che sono l’iceberg di Titanic, e non mi riscalda neanche il tritaghiaccio di Sharon Stone di Basic Instinct.

Con me, ci vuol pazienza, sì, Andrea…

Invece voi, uomini senza fantasia, camminate oramai come Andreotti.

Non sono partito col cervello, non preoccupatevi, ma da quando partì l’uccello fu tutto un casino mica tanto bello…

 

 

di Stefano Falotico

Cronenberg e Carpenter si sono ritirati, forse, Mereghetti stronca L’ora più buia, esco col mio nuovo libro e fuori fa freddo


27 Jan

Darkest Hour Mereghetti Oldman

No Merchandising. Editorial Use Only. No Book Cover Usage. Mandatory Credit: Photo by Moviestore/REX Shutterstock (1594752a) Happy Days ,  Henry Winkler,  Ron Howard Film and Television

No Merchandising. Editorial Use Only. No Book Cover Usage.
Mandatory Credit: Photo by Moviestore/REX Shutterstock (1594752a)
Happy Days , Henry Winkler, Ron Howard
Film and Television

John Carpenter

Sì, dopo l’insuccesso di pubblico di Maps to the Stars, e dopo la morte della moglie, che l’ha segnato in maniera “chirurgica” come il suo Cinema “ginecologico”, Cronenberg ha deciso di non fare più film. E preferisce adagiarsi nella sua vecchiaia, ammirando i panorami sconfinati dei suoi capolavori, in una eXistenZ in cui è il demiurgo del suo ombelicale contemplarsi, sdoppiandosi in maniera metamorfica come Nanni Moretti di Caro diario, annotando il suo excursus filmografico senza pari in memoria autobiografica delle sue ossessioni metafisico-carnali.

Ora, del suo ultimo film ne parlai in termini amorevoli e ammirevoli, dedicandogli una recensione speciale nel mio libro a lui innalzato, ma forse non è onestamente all’altezza dei suoi lavori precedenti. Si nota una certa sciatteria, una stanchezza che da lui non ci aspettavamo. Ed è strozzato, paralizzato in un’asfittica dimensione del poteva essere altro. Lui che del Cinema “altro” è maestro alto.

Fatto sta che anche Carpenter, ch’eppure ha festeggiato le settanta primavere in tempi recentissimi, pare che ci abbia abbandonato, e forse nelle sue solitudini da Distretto 13 è preda del seme della follia del suo essere sempre in controtendenza rispetto a una società alla Essi vivono.

Noi soffriamo queste loro “dipartite”, piangiamo amaramente inconsolabili, perché i loro addii fanno mortalmente male ai nostri cuori di cinefili, desiderosi di abbeverarci alle loro genialità.

Intanto, Paolo Mereghetti, nel suo consueto inserto di Io Donna, con far supponente, saccente e stronzeggiante, stronca Joe Wright, ridimensionando la prova da Oscar di Oldman e definendola quasi una caricatura. Dà solo una misera stelletta e mezza a Darkest Hour, liquidandolo come agiografia patriottica con molte scene risibili.

Mentre osanna il Virzì americano, forse come Sutherland troppo innamorato di Hemingway nella sua vita da critico da Vecchio e il mare…

 

Come precedentemente annunciato, a giorni uscirà il cartaceo del mio nuovo libro, opera raffinata, meditativa ma al contempo avventurosa. Chi l’ha letto in anteprima sostiene che per 80 pagine non succede “niente” ma, si sa, i migliori libri e i migliori film sono quelli in cui, in effetti, non è che succeda granché, sino alla fine pirotecnica. Prendete Taxi Driver, è la storia un uomo che sta male, si affligge, è pervaso da tanti dubbi, è tormentato, come si suol dire, e alla fine fa il botto. Ma rimane un capolavoro, un colpo indimenticabile.

 

Sono andato a fare colazione, non ho mangiato la brioche perché ho lo stomaco a pezzi, miei pezzenti, ma ho gustato un cappuccino ben “calibrato” di giusta miscela fra caldo e freddo, come le “escursioni termiche” dei miei umori da uomo oggi di freddezza imparagonabile e quasi mostruosa, domani da generoso filantropo che bacia tutti.

Ma avrei una domanda da porvi. Solo a me capita questo? Quando sono al pc, non mi caga nessuno, appena vado in bagno a cagare, vengo bombardato da notifiche e messaggi su Facebook, e tutti vogliono parlare con me.

Appurerò… ah ah.

In verità, vi dico, sono un uomo brillante, imbrillantinato quando voglio fare il Fonzie di turno.

 

 

di Stefano Falotico

Oggi quella “boiata pazzesca” di Fantozzi compie 40 anni, bruciate questo film di merda e tutta la sua stirpe


20 Sep

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A me Villaggio e questo personaggio non m’hanno mai fatto ridere. Solo l’italiano “puro” può, dopo intense giornate di lavoro a rincoglionirlo, “cibarsi” di “risate” a base di sfottò allo sfigato a cui neppur la Silvani va “ritta”. Dovrei ridere della sua figlia handicappata, che oggi ascolterebbe Laura Pausini, di sua moglie racchissima e delle continue, imperterrite inculate a sangue che piglia a ogni minuto dei dì? Cosa c’è da ridere?

Appartiene a una generazione di “adulti” bofonchianti, che hanno rovinato la società “moderna”, aumentando la “cultura” di bacata “mentalità” (s)fatta di scapoli vs ammogliati, di vincenti contro vinti, di alzatori di trofei contro grassoni che mangian il pest(at)o, Madonna impestata-fradicia, con le trofie di “patate” marce.

Personalmente, non conosco nessuno genio, al quale sono affiliato e ascritto, che preferisca Fantozzi a CronenbergSalce al “salame” dei fracchia epigoni.

Ma io, essendo paradossalmente selettivo, non so “scindere”, infatti, come da vari certificati “medici”, soffro di schizofrenia “semplice” con immoderata passione per me stes(s)o e notevole autostima del mandarti a fottere. Sfotti tua sorella, ché da me riceverà solo pugni in faccia e fisting.

Cinema per segretarie finto-castigate, per citazionisti delle nostalgie “comunistoidi-fasciste” da ambidestri di cervelli confusi, Cinema per (im)piegati della mutua che s’identificano nella routine da “oggi gira la ruota e domani va, appunto, fantozziana, ma tiriamo a Campari”.

Di “mio”, preferirò sempre Freddy Krueger a questi sogni mostruosamente proibiti.

Sono cattivo, la colpa è di chi amava Fantozzi.

Mi pare ora che, nel 2015, si svecchino tali “miti” della borghesia flaccida e sarà meglio che vi diate a una sana scazzottata alla Barfly.

Il resto è una trombetta.

Ma concluderei, a sorpresa, con la lista, oltre a Paolo Villaggio, degli attori che mi stanno sul cazzo: Kevin Spacey, adorato da chi s’identifica nelle battute “taglienti” che gli fanno recitare, perché così pensa di essere “in gamba”, stronzetto e furbo quanto lui e, in questo processo identificativo da malato di mente e di “bile”, crede d’essere uno che ha capito tutto. Spacey, sempre serpentesco e ambiguo, con questa pelata su occhi da “Io ti fotto con l’occhiolino”, sarà meglio che si rinnovasse. Anthony Hopkins, un trombone che si prende troppo sul serio con la sua “saccente” aria da “Sir”, un simpatico vecchietto a cui offriremo del tè caldo, Tom Hanks, idioti i suoi personaggi perché è un idiota lui, con questa faccia da uomo “rassicurante” delle biondine pizza e shopping, uno che con Spielberg fa faville perché son due che si arricchiscono sfruttando l’infantilismo di massa(ie).

 

Finale: molta gente pensava che fossi Fantozzi e invece capì che ero il protagonista di A History of Violence.

Viggo Mortensen di Cronenberg, il C(h)rono, testa di tuo con(at)o e manicomio!


29 Sep

I soliti idioti che non sopporto di questa società

Una generazione egoista, ipocrita, fascista, partorita dall’anestetizzante e flaccida borghesia “tranquilla”, oserei definirla aberrante e da pulir con egual “nazismo” a bugiardini… nasi

Dovete sapere che per “puro” diletto, sto prendendo di mira nuovamente uno “squalo” squallidissimo, incosciente, una delle più vomitevoli sanguisughe cannibalistiche che la mia (s)fortuna incrociò Tempo “memorabile” addietro, per fortuitissime circostanze ch’ebbero in me la grave “colpa” di frequentarlo per an(n)i ebbri. Può capitare d’incrociare un criceto e poi non pender più dalle labbra su(dat)e di topaia. Ma “imbarcarlo” di sbraco.
Mio gioco adesso invertito è “giocondamente” sputtanarlo, anche a costo di ricevere altre “sedanti” querele e varie sue ammende a mo’ di ammonizione “spurgante” per (in)castrarmi, espellermi e spel(l)armi. Ho sette vite come i gatti. Perciò non ho paura. Di total sfacciataggine, ne son a “esso” (infatti è amorfo disumano d’antropomorfe “somiglianze” con l’ominicchio quaquaraqua e dunque paperino) l’antipatia schierata in perenni battaglie, non solo legali. Esemplare “codesto” delle sempre deste frivolezze più ridanciane, “baldo” giovincello d’una spaventevole adolescenza protratta a sua elefantiasi mai “profilattica”, immolata al “moralismo” miope della “sanità” mentale e morale (e neppur proficua delle sue tanto “decantate” e manifest-at-e “fighe” del circolo rionale), esemplifica appunto le oscenità incarnate più a scannarsi antropofago in maniera sesquipedale. Un idiota anale e annualmente giornaliero a spacciarsi come giornalista. Da sé coglie il “sesso” in fallo a scadenze puntuali, essendo malato di borioso puntiglio maialesco. Il famoso “cerebrale” e lodabilissimo esserino adunco che mette il becco dappertutto per sbeccar di “puntini” (quasi neri come le sue escrescenze maleodoranti e “carnali”) sulle “I” di tutti a delirio ardente d’arderli. Per “bruciarlo godendo” in sadico, sai quanto, scompisciarsi a Carneval tutto l’an(n)o appunto. Insomma, uno psicopatico tutt’ora inconsapevole dei danni che sta infliggendo, inseguendo solo la cretineria d’una incurabile, tristissima idiozia dei “personali” suoi.
D’alcuni mesi, ha allestito un blog “mirabile” assieme ad altri suoi (ex) compagni di b(r)anco.
Ove può dar sfogo, più dei suoi brufoli tardo “deformanti” di storpia, bislacca e distortissima anagrafica età, alla sua infantile, patetica (s)mania d’onnipotenza. “Forte” quanto la tenerezza più “tosta” dei suoi “testicoli”. Già, ogni Sabato sera deve “testarli” su qualche tardona trentenne per constatar se gli dà “taste” gustar la patatona bollita. Oppure, quando gli va grassa, sulle diplomande del magistrale. Ingenuotte da prender per e in culo.
Fra “insalatiere” e salami… sì che va la cena ancor diffamante eppur “fagocitante”.
“Campione” della scemenza più “potente”, ah ah, s’è anche prestato a un “corto” da deficienti, World Invasion Battle Bologna (e come poteva esser altrimenti se non demenza da comparsa balbuziente, asmatica e irritante), ove sfodera, bucando lo schermo ah ah, un volto “carismaticamente pigro ma senza carisma”, per attenerci a “impressionante” sottotitolo testuale della sua “recensione riguardo Bling Ring.
Un suo “affine”, dopo aver “attentamente” letto la stronzata masturbante, interviene di commento davvero “illuminante”, sì spaziale, ah ah: “La Watson è diventata una figa galattica”.
“Lui” contro(s)batte, è “molto d’accordo” e tutto ciò condividono di “Mi piace”.
Ora, a prescindere che la Watson mi par ben lontana da Naomi Watts, più vicina alla definizione di “racchia arricchita quindi leggermente più sciacquante d’un cesso prima sol annacquato nella saponetta”, tal “emerito” rimane senz’ombra di dubbio una mezza calzetta.
Mancan ancora vari mesi, e sue “mess(alin)e” ipocrite appunto, dalla Befana. Eppur ho già preparato il suo scalzo.
Mio “carbonaro”, prevedo lavori forzati in miniera. Dicasi risarcimento?
No, farsi e farti il culo.
Mi denuncerai ancor in modo (im)punito?
E il “Cazzo me ne frega?” non lo calcoli? La partita IVA? Eh no, tu pensi solo alle uvette, mio volpino. Ad allevar il tuo fisichino, a infiacchire, sfiancarle (si capisce  da come ami la piscia) ma dovevi prevedere il fisco.

Morale della “fava” a costui:

ai tempi del “Liceo”, incitava i “deboli” al suicidio, tormentando di stalking le ragazzine depresse per indurle allo stesso gesto. Oggi, è cresciuto… è “notevole”.
Per farla breve, s’accanisce ancora sulle “brutte” Sofia Coppola, concentrandosi solo però sulla “forma” della sua cappellina e non sul Cinema, criticabile o meno e speculare in pere moraliste. Poi da “laureato” lo lo(r)da da americano a Roma con segaiole opinione, “elevando” la Watson a Marilyn Monroe.
Ce n’è ancora, mio “caro”, di pene da mangiare…
E ,soprattutto, ricorda sempre bene, non scordarlo mai: a volte può capitare di confondere Tom Stall per Forrest Gump, solo perché “lasciava perdere”…
Una volta sconfinato, fai la fine di William Hurt…
Che c’è di “buono” stasera da far a fette?

Firmato il Genius

  1. A History of Violence (2005)
  2. The Ring (1998)
  3. The Ring and the Dragon – La leggenda dei Nibelunghi (2004)
  4. La promessa dell’assassino (2007)
  5. Amabili resti (2009)
  6. The Untouchables – Gli intoccabili (1987)
  7. Harry Potter e i doni della morte. Parte II (2011)

 

I migliori film di un anno “maledetto”, oserei dire “magro”


19 Aug

Quando l’Estate ammoscia, l’Uomo che non teme il suo calore, medita sulla stagione “uva passa”, mescolando la nostalgia ai “sudori”

Sì, i miei genitori sono “in “agitazione”. Dopo un “ingrassamento a pera”, causa “calmanti” per moderare gli stati di “alterazione perversa” della mia mente, dopo che mi furon “sottratti” per appurata “purezza” delle mie fantasie “bene-fiche”, il mio corpo non è più umano. Assomiglia tanto allo Skeleton di “He-Man”, tanto che lo specchio di 2 cm invidia i miei addominali, quasi di “carta vetrata” con sbalzi “bassi” d’un punteruolo per sette “lustri” di sfighissima.

“Trastullandomi” già in pigiama, abito poco “conveniente” e “contenitivo” quando le masturbazioni bussano alla “porta” (sì, sono tutte al mare, io amo il rozzo montagnoso), fra una che contatto per stimolar le eccitazioni e una che mi telefona per “attardarlo”, penso a quali film questo 2012 ci ha offerto.
E una lagrimuccia scioglie l’irruenza maschia d’una commozione femminile.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Carnage (2011)
    Polanski alle origini del kammerspiel “in famiglia”.
    Due coppie s'”accoppano”. Jodie Foster è intellettuale alla John Lennon, Christoph Waltz uno che dà le medicine ma rimane in mutande, con tanto di Kate Winslet ad “asciugarglielo”.
    L’unico che se ne frega è John C. Reilly, beatamente ubriaco nel “puttanaio” generale.
  2. A Dangerous Method (2011)
    La famosa malattia melanconica affascina tutti gli artisti, essendone Io il Maestro che ne soffrì con “idiozie” allaVon Trier.Detta come va detta, si chiama “suggestione”. Il resto è una Keira Knightley da mettere a novanta come il “buon” Jung sapeva bene.
  3. The Avengers (2012)
    Quando l’indole del supereroe decide che è giunto il momento per fottersi Gwyneth Paltrow a mo’ di Hulk, non c’è Capitan America che tenga. Se poi aggiungiamo l'”occhio di falco” sulle vedove nere, fate un po’ voi.
    Sì, ci son molte frecce a quell’arco, e il da(r)do è tratto.
  4. Hugo Cabret (2011)
    Mai perdere i sogni. Lo sa Ben Kingsley che prima curò DiCaprio nell’isola Shutter, e poi diede spettacolo, come me.Dite a quella screanzata di lasciarmi “accecare” la Luna.
  5. This Must Be the Place (2011)
    Sì, come questo Sean Penn, sono un pagliaccio vero.A te che frega nazista? Ti “spoglio” vivo.
  6. Killer Elite (2011)
    Mai dare del “vecchietto” a De Niro.Uno che, come il sottoscritto senza “nocche” sulla tua “linguaccia”, spunta da dietro l’angolo e ti riempie di pugni al motto “Ora, stai zitto panzone!”.
  7. The Double (2011)
    Cassio sono io, e ora ti fai i cazzi tuoi, scemo!

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)