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Venezia 77, diario di bordo: solo due nottate stavolta per me, la famiglia Coppola, l’alluvione mattutina d’un 7 Settembre infausto ma mi sento rinvigorito e rilluminato, anche onestamente accreditato sfigato, è bellissimo!


09 Sep

Mainstream+Red+Carpet+77th+Venice+Film+Festival+3hsHmCUKrhPlChe dire? Quest’anno, Il Festival di Venezia è stato decisamente molto particolare. E forse io, alla soglia dei quarantun anni (li compirò, ahimè, fra pochissimi giorni, ovvero il 13 di questo mese), sento che davvero, questa volta, qualcosa nel mio animo s’è irrimediabilmente perduto. Non respiro infatti più quella delicata magia dei primi tempi quando vi andai da esordiente, ignaro perfino di dove fosse e sia tuttora ubicato lo storico, lussuoso Palazzo del Cinema che ospita la celebre kermesse, nostro fiore all’occhiello e vanto nazionale di pregiata Biennale.

Che io mi ricordi, io, peraltro famosissimo per le mie tragicomiche amnesie da Guy Pearce di Memento, ecco, per quanto io a stento rammenti o possa non ben rimembrare quella prima volta mia al Lido avvenuta oramai in tempi lontanamente siderali, il primo film che vidi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia fu il bellissimo Cop Land di James Mangold.

Uscito sui nostri grandi schermi in data esatta del 25 Ottobre del ‘97.

Cop Land fu presentato, fuori concorso, credo all’ex sezione Mezzanotte. Aggiungo io… e dintorni. Ancora prima che impazzasse Gigi Marzullo oggi giorno, con la sua rubrica cinematografica, oppure precisamente quando Gigi cominciò a spopolare furiosamente col suo oramai leggendario ex programma televisivo chiamato Sottovoce. Che cosa? Non è ex di niente? Ancora lo programmano nel palinsesto notturno?!

Ora, la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?

Celeberrima domanda retorica, oserei dire soltanto ridicola, espressa spesso da Gigi ai suoi ospiti incolpevoli che dovettero sorbirsi, di altre domande impertinenti, un’interrogazione, diciamo, quasi più imbarazzante della domanda porta (no, non Porta a Porta di e con Bruno Vespa, bensì participio passato del verbo Porgere) loro sopra scrittavi.

Che io mi ricordi, mi colpì comunque la sua intervista a Lino Capolicchio ma soprattutto non dimenticherò mai la puntata nella quale una Milly Carlucci, eh sì, ancora al massimo del suo splendore e al più alto rigoglio delle sue magnifiche gambe seduttivamente inguainate in collant assolutamente eccitanti e morbidamente trasparenti, scosciando con levigata morbidezza di quadricipiti longilinei ed allineati alla sua mise di tacchi a spillo vertiginosissimi, fece sì che io arrossissi, no, mi scordassi immediatamente di ogni quesito marzulliano stupidamente cervellotico e invece, alla maniera di Woody Allen, di contraltare facessi l’amore con una persona che stimai, cioè me stesso. Dicasi anche autoerotismo sentito in modo profondissimo, diciamo anche da uomo aspirato nella depressione e nel buio più nero sprofondato in maniera poco ispiratrice di slanci vitali amorosamente condivisi e più calorosi.

In pratica, l’autoerotismo è una pratica demonizzata e malvista da quasi ogni donna, anche dalle più divinizzate e beatificate, alla base forse della rottura di p… e, sì, di legali pratiche (che avevate capito?, scusate, ah, come siete maliziosi) che condusse, assieme probabilmente alla relazione di Woody con la figlia adottiva “avuta” da Mia Farrow, alla separazione coniugale, non tanto di constatazione amicale/amichevole, diciamo, fra Diane e il genio di Manhattan.

Ma non perdiamoci in seghe… mentali e non, arrovellandoci pateticamente di onanistiche dietrologie e retro-pensieri più bigotti della crociata scagliata contro Woody dall’America puritana, detta altresì solo ipocrita.

Veniamo… al dunque, detto anche… sodo. Non ero ancora maggiorenne il giorno del 5 Settembre quando Cop Land fu presentato in Sala Grande alla presenza di Sylvester Stallone e Ray Liotta.

E mia madre dovette fare i salti mortali per convincere la bigliettaia a darmela, sì, la possibilità di entrare in galleria in mezzo alla platea che applaudì, a fine eiaculazione, no, proiezione, così come dopo l’amplesso mostrato e appieno ben svolto da Woody de Il dittatore dello stato libero di Bananas.

Sì, soffrii del complesso di Edipo da episodio, per l’appunto, alleniano di New York Stories, quindi, volete farmene una colpa?

Guardate che vi farò curare da Billy Crystal di Un boss sotto stress se ancora azzarderete ad accusarmi di essere affetto da attacchi di panico quando vedo Bob De Niro buttarsi via in commediole più scialbe di Ti presento i miei, ah ah.

Ecco, in Cop Land vi è/fu anche Bobby. Oltre a un cast di facce scorsesiane da far impallidire ogni uomo scaldato e sovreccitato allo spasmo come se si trovasse dinanzi a Cathy Moriarty di Toro scatenato.

Eh già, c’è/ vi fu anche lei. E la Moriarty è/fu anche in Analyze That.

Sbaglio? Non credo affatto.

Guardate, nella mia vita incontrai papponi e corrotti più viscidi di Sport di Taxi Driver e serpi velenosi più indistruttibili di Robert Patrick di Terminator 2.

Ma me salvai grazie alla mia purezza da Superboy/Michael Rapaport.

Bisogna stare attenti, comunque, non solo agli uomini moralmente stronzi.

Anche le donne apparentemente più innocenti come Ksenia Rappoport de La doppia ora di Giuseppe Capotondi (presentato in Concorso a Venezia, rendiamocene conto!) possono abbattere ogni Filippo Timi all’apparenza duro, dicendogli soltanto che non è più figo come un tempo e ora abbisognerebbe di un riporto…

Molta gente, in Italia ma non solo, parla degli altri e di Cinema senz’alcuna cognizione di causa.

Ecco, stimo Fede Frusciante ma, l’altra sera, mi trovai da un mio amico e, in maniera scanzonata, riguardammo un suo video sui peggiori film “di” San Valentino.

A un certo punto, sostenne che Richard Gere sia il re degli incapaci. Adesso, possiamo sindacare su Autumn in New York, reputandolo giustamente un film sentimentalmente zuccheroso e insopportabile.

Ma ricordiamoci che, per essere Richard Gere e Nicolas Cage, bisogna avere le palle.

Nicolas Cage, Sofia Coppola e Gia Coppola sono raccomandati? Certo ma la raccomandazione devi mantenerla. Anche la pensione d’invalidità, miei furbetti, se fingerete di essere malati di mente e poi, ogni notte, non solo la vostra vita, metaforicamente, andrà a puttane. Non raccontiamoci pugnette, suvvia, mezze calzette e cazzoni vari.

Dunque, non spariamo cazzate. Per esempio, Cristiano Ronaldo sa benissimo che, per essere Ronaldo, deve mantenere una disciplina ferrea. Se fossi in lui, comunque, lascerei subito stare quella Giorgina o come cazzo si chiama lei. Uno che sa giocare di tiri così, cazzo, potrebbe riempire l’incrocio dei “peli” di una molto più figa della sua faccia imbattibile da culo.

E basta anche col criticare Matteo Salvini con la sua nuova “topa” Francesca Verdini. Non tutti possono essere James Bond e di Sean Connery, a dirvela tutta, ce n’è solo uno?

Forse due. Chi è il secondo?

Non lo so, forse un signore colto come Guglielmo da Baskerville che visse da metronotte alla Jimmy Malone, spesso soltanto alone, il quale conosce la perfetta differenza fra un volpone e la Sala Volpi, fra la Coppa omonima e quella di voi nonni. Ah ah, non sono secondo a nessuno. Infatti, sono ultimo. Ah ah.

E quando incontri uno così puoi anche dire Mai dire mai. Sì, è un tipo da Caccia a Ottobre rosso, un uomo immersosi in modo subacqueo nelle sue ansie oceaniche, quindi riemerso in gloria malgrado a Venezia, in data 7 settembre, alle 9 in punto di mattina, il cielo si oscurò, tanta pioggia a lui in testa precipitò eppur, testone, non è un coglione come quasi tutti ma un uomo che conosce il distinguo fra Amos Gitai e i gitani.

Chiariamoci molto bene. Non bisogna soffrire d’invidia né di gelosia.

Di Connery, eh sì, abbiamo appurato che ce ne siano due.

Di De Niro, invece, ne rimane solo uno per quanto sia ancora il mio attore preferito. No, non me ne identifico, di cognome faccio in effetti Falotico.

Nel giro di sei mesi, Robert De Niro dovrà girare After Exile, Wash Me in the Water con John Malkovich, Killers of the Flower Moon di Scorsese con DiCaprio, Gucci di Ridley Scott (uno qualsiasi, vero?), Armageddon Time di James Gray.

77 anni per Bob da poco compiuti e la settantasettesima edizione del Festival.

Per durare così tanto, significa essere forti, grandi.

E questo è quanto.

Adesso, scusate, sto lavorando all’editing di un libro di circa 400 pagine, domenica devo festeggiare il mio compleanno, quindi sto completando un’altra opera letteraria, devo incontrare la mia lei, gestire tutto ed essere pronto, il prossimo anno, a tornare di nuovo al Festival, conservando una dignità e una forza impressionante da Silvio Orlando de Il papà di Giovanna e de La passione.

Due film forse non capolavori ma che valgono il prezzo del biglietto.

Provateci voi a non essere Brad Pitt ma un comune Silvio.

Chi? Orlando o Berlusconi?

Non lo so, so soltanto che al Caimano preferisco darvi una mano…

Ché, come si suol dire, una mano lava l’altra e qui, in tale mondo di “mani pulite”, sono cazzi vostri amari se, presto, non riconoscerete di essere dei fottuti.

Sì, dovete e quindi dobbiamo prenderne coscienza. Possiamo, al massimo, essere i nuovi William Shakespeare. Facciamo ridere i polli. Ah ah. Non avremo mai la possibilità che vengono offerte ad altre… no, volevo dire, ad altri. Che poi… è la stessa cosa. Lui dà a lei il lasciapassare e lei dà a lui la sua passera. La vita è questa. Sì, fa schifo, si sa. E, se non lo sapete, ve lo dici qui senza fronzoli. Non otterrete neanche un modesto accredito stampa al Festival di Venezia per potervi permettere di essere come me.

Sì, salutatemi a sorrata. Eh già, ci sono quelli baciati da Francesca, quelli che cantano non è Francesca, Francesca non ha mai detto di no, ci sono gli amanti di Lucio Battisti e di Giuseppe Battiston, di mio, non sono da Sanremo e da teatro Ariston, sono un Aristogatto, sono Aristoteles de L’allenatore nel pallone con Lino Banfi, sono quel che voglio.

Poiché ebbe ragione Pino Daniele: iè so’ pazzo, iè so’ pazz’, non mi scassate u cazz’.

 

di Stefano Falotico

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Tu chiamale se vuoi emozioni, ho visto Cristiano Ronaldo dal vivo, è quasi più bello di me, ah ah, e riflessione sulla vittoria di Malek all’Oscar


24 Feb

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Sì, cazzo, non sto scherzando. Ero in giro in macchina. Dalle parti di Casalecchio di Reno, amena frazione provinciale di Bologna. Anzi, Casalecchio è una cittadina. Abbastanza rinomata. Popolata da molti cinesini. Sì, io vado d’accordo coi cinesi.

Alcuni dei miei registi preferiti sono cinesi. O comunque orientali.

Vado d’accordo anche con le loro gatte, tutte pechinesi. Adoro però fare sesso a due, quindi a tre, in maniera siamese.

Con tanto di “maionese”.

Sono un lupo comunque addomesticato. Cagnesco, latrante, sbraitante, ululante quando mi trasformo in Wolf Man.

Sì, gli amplessi io li gusto in posizione a garrese. Oggi faccio l’amore con Agnese, domani con una giapponese, poi con una coreana, una rumena, una statunitense e, perché no, anche con una russa.

Sì, continuate a russare, voi.

E non fate i moralisti. Ma che volete moralizzare? State sempre lì a giudicare. Col dito puntato, tutti intirizziti, sofisticati della minchia, eppure mai rizzanti. Vi vedo sull’ammosciato andante. Siete spenti. Sapete?

Io sono un uomo superiore. Va detto, va ammesso. E va messo anche quando lei ti domina e tu vieni inculato metaforicamente fornicando. Sì, lei ti usa da inferiore, ti umilia. Non è male però come umiliazione.

Nella vita, bisogna essere fottuti. Diciamocela.

Solo allora, nel momento topico dello stupro da Demi “topa” Moore di Rivelazioni, quando lei ricatta Michael Douglas e lo usa per i suoi porci comodi, Mike capisce che è un uomo “promosso”.

O no?

Funziona così. A te non funziona? Non ti sei piegato al sistema? Il sistema, se non vuoi farti fottere, è ricattatorio. Tu rilasci un favore, e anche qualcos’altro, che comunque è sempre ben accetto, sì, goduto pienamente, dunque dalla società troia apprezzato, ed ecco che sua signor(i)a borghesia ti spalanca le porte del piacere e anche di un lavoro più soddisfacente. Poi, basta solo prenderla… come viene.

Sarai svuotato ma almeno ti sarai “elevato”.

Goditela, che cazzo stai a pensar troppo? Non penare, impenna di pene. A chi non si adatta. Che avevi capito? Ah, ho visto della malizia in te, curati! Sennò ti diranno che sei, oltre che pensoso, davvero penoso.

Prendete quel Cristiano di Ronaldo. Sì, il Bologna ha giocato con la Juventus. Mi trovavo dalle parti dello stadio. Che palle. Un traffico della madonna.

Al che, avvisto a pochi metri di distanza dalla mia autovettura, il pullman zebrato. Con tanto di polizia a far da guardaspalle ai giocatori scendenti dalle scale eppur, in questa società meritocratica, ascendenti, no, già ascesi al paradiso.

E guarda un po’ chi vedo? Ronaldone. Col tutto il suo gel e la sua faccia da zabaione.

Indubbiamente, un bell’uomo. Come infila lui le palle, nemmeno quel centravanti di sfondamento di Manuel Ferrara.

Nel suo carnet di zoccole di ottimo “livello”, ci sono donne magnifiche. Sì, sembrano Daryl Hannah di Blade Runner. Delle androidi. Fisicamente perfette, con gambe chilometriche, movenze stupende, bacini tonici, culi stratosferici.

Sì. Ma dopo aver fatto goal alla domenica, Ronaldo, quando è a casa con la sua Georgina che, per rilassarlo dallo stress, gli rifila un massaggino… d’impuro relax, che cazzo fa oltre alla spremitura del limone?

Insomma, il succo di questo mio discorso qual è?

Sono personaggi miliardari ma vuoti. E voi li avete eletti a eroi.

Avete abdicato. Avete davvero creduto che in questo mondo possa esistere gente che, per tirare… a calci una palla e soprattutto il vostro stipendio, possa spassarsela di più. E ancora e ancora e ancora.

No, non sono populista. E nemmeno un invidioso qualunquista, retorico e nichilista.

Sono un vero realista fottutamente buonista.

Cinico perché nessuno a questo mondo merita di guadagnare più di mille persone normali messe assieme, neppure se fosse realmente Dio, e dunque io non gli dirò mai bravo. Anche se dovesse alzarsi a tre metri sopra l’erba e sforbiciare un pallone scagliatogli, di cross calibrato, a 300Km/h, infilandolo, spiazzando il portiere, nell’angolo alto dei vostri coglioni.

Sì, che viziatone, Ronaldo! Ed è pure vizioso. Ozioso forse no. Oh, si allena come una bestia…

Anche io lo sono, viziatissimo. Ma solo quando ordino il dvd di Fuga per la vittoria e, per colpa di una spedizione mal imballata, mi arriva una confezione tutta spappolata. Ah ah.

Sì, cazzo. Lì divento molto capriccioso e infantile. Cristo, ho speso venti Euro per ricevere un cazzo?

Potevo contattare l’amica di Georgina e aggiungere solo altri dieci Euro. Sì, l’amica di Georgina, per trenta Euro ti mette al tappeto.

Ma io la pago… sempre eppure non pago nessuna. Soprattutto non le plagio.

Non è normalissimo tutto ciò, no? Infatti è scandaloso! Vergogna! Andate a confessarvi, su, da bravi bambini!

Sono talmente moralmente retto da fare schifo veramente a Dio.

Sì, Dio ha peccato varie volte. L’olocausto degli ebrei e anche quello atomico, sì, devono essere stati dovuti a un attimo di pericolosità sociale del nostro creatore dei fessi.

E degli stronzi.

Dio non è stato, in questi casi, accusato d’infermità mentale e sottoposto a una cura riabilitativa? No, per chiedere, eh. Ma chi è stato quel genio del suo avvocato difensore? Buddha?

Sì, il Buddha dev’esser andato dal giudice dell’universo e deve avergli sbolognato una patacca. Pura new age di puttanate del nirvana… e del perdono cosmogonico. Grazie a una corruzione interplanetaria davvero galattica. Roba di un altro mondo.

Ecco, dicevo. Sono cinico e al contempo buonista. Cinico perché se un idiota vuole farmi credere che nel Cinema e nella Letteratura è meglio di me solo perché ha più soldi del sottoscritto nel conto in banca, no, non credo. Anche perché sono ateo. Ancora peggio se mi vuole ricattare psicologicamente, appunto, dicendomi che lui è laureato e le mie conoscenze me le posso ficcare dove dico io.

Buonista perché comunque non spetta a me convincerlo delle sue presuntuose convinzioni. E dunque sono per il motto vivi e lascia vivere. Solo se la merda non lascia vivere me, gli spacco il culo.

 

Se volete dire che avete sbagliato tutto, è così.

Se poi mi volete dire che forse sono bello più di Ronaldo e ho molto più cervello di lui, ovviamente ciò è chiarissimo.

Però allora Dio qui ha sbagliato ancora una volta.

Se volete dirmi che Rami Malek è stato più bravo di Christian Bale, no, non è così.

Se invece mi dite che ha vinto l’Oscar perché ha interpretato in maniera ottima, per carità di Dio, non lo metto in dubbio, Freddie Mercury, un idolo amato da grandi e piccini, e la sua vittoria farà lievitare ancor più alle stelle le pre-ordinazioni del Blu-ray di Bohemian Rhapsody, è così.

Anche perché sono sicuro che il patron degli Academy sia forse amico del direttore della 20th Century Fox.

Potrebbe vagamente essere così?

Sì, cazzo, è così.

Detto ciò, ho già pre-ordinato gli steelbook sia di Bohemian Rhapsody che di Vice.

Perché io sono Dio. E ho tutto…

Ah ah.

Sì, ho detto tutto…

– Oh, vedo che una “sana” curetta ti ha fatto crescere tanto. Oh, però attento a non diventarmi De Niro di Cape Fear. Sono contento. Hai seguito dunque la notte degli Oscar.  Che forza. Non cambi mai tu, eh? Coi tuoi ideali, le tue utopie. Sei un sognatore. Sei un grande. Sai, mi stai convincendo. Anzi, mi hai convinto. Sei un genio.

Complimenti, adesso sei pure un bell’uomo.

– Anche quindici anni fa lo ero, caro Nick Nolte.

Scusami ma, al pari di Nick Nolte davanti a Elia Kazan, nella notte degli Oscar, quando De Niro e Scorsese, ahimè, consegnarono la statuetta onorevole a Elia, no, io non posso salutarti.

Mai, mai più.

– Perché?

– Guarda, al più posso stimarti per il tuo lavoro. Ma come uomo sei un maiale che ha distrutto tante vite. Con me, però, non ci sei riuscito.

Ma fottiti lo stesso.

E se vuoi spaventarmi… ti potrei fare qualcosa che non ti piacerebbe per niente, qui, adesso.

 

di Stefano Falotico

Anche ieri, Cristiano Ronaldo è rimasto a secco… e quelli che gridano al capolavoro dopo aver visto il trailer di Suspiria del Guadagnino, vediamo di non entusiasmarci prima del tempo


26 Aug

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Sì, Cristiano bello, anche ieri contro la Lazio hai toppato. Molte palle hai stoppato ma sei stato stopposo. Sì, inconsistente, impalpabile. Poi, se non so se abbia/ho visto bene. Mi pare che, prima che Mandžukić ribadisse in rette, Cristiano hai proprio lisciato in maniera clamorosa. Eh sì, una palla d’oro capitata sui piedi del Ballon d’Or, e tu che mi hai fatto? Ti sei, come si suol dire, ingarbugliato, fumandoti un goal già fatto. Cercando di mascherare la figuraccia, esultando alla rete immediata di Mario.

Sì, nel delirio della confusione, il tuo liscio è stato dimenticato. Ma ci sono i replay e sicuramente, in gergo calcistico, si dice che hai scazzato.

Un liscio netto, ineludibile, da Gialappa’s.

Eh sì, non vorrei infierire, feroci e fieri juventini, invece infierisco. Il vostro giocatore stratosferico, pagato più di tutte le mie generazioni a venire, che non credo ci saranno perché non figlierò, è già la seconda volta che non è andato a segno. Ed è rimasto a secco. Ciò, miei juventini, può seccarvi, lo so, ne son conscio e sotto sotto godo come un riccio ma fatto sta che costui, troppo viziato dalle difese spagnole, nel nostro campionato, ben più duro e agonisticamente potente, ove i terzini raddoppiano le marcature e, appena dribbli uno, ne hai altri tre addosso, credo faticherà non poco a fare il bello e il cattivo tempo.

So che a Bologna c’è stato un acquazzone. E prevedo pioggia di ortaggi, cari zebrati, se Cristiano ancora fallirà. Sì, segnerà. È ovvio. Intanto non ha segnato. Eh no, Cristiano, se io non faccio un cazzo, mi picchiano a sangue, se tu fai meno di me, meriti l’impiccagione, perché buschi tanti quattrini.

Ora, abbandoniamo il Calcio e soffermiamoci sul trailer di Suspiria di Luca Guadagnino.

Una nuova, pericolosa moda sta prendendo piede presso i patetici, esaltati cinefili. Vanno sempre meno al cinema e sono diventati dei maniaci dei trailer. Il problema è a monte. Un tempo, non si sapeva un cazzo di un film finché non era uscito nelle sale. Adesso, sappiamo già tutto ancor prima della Prima. E andiamo a vederlo tanto per…

Sì, ho sentito uomini, su Facebook e non, gridare al capolavoro!

 

– Oh, cazzo, mio Diooo! Ma quando esce? Sto venendo!

– Visto che roba? Oh, ma questo fa un baffo ad Argento.

– Che atmosfere suadentemente girate, che nitidezza formale, che classe, poi c’è la Swinton.

 

Sì, la Swinton è una talmente brutta che si cucca i film più appetibili. Perché, si sa, le donne fighe non fanno arty.  Più racchia una è e più dicono che sia brava. Oh, lasciamole queste soddisfazioni. Pure queste dobbiamo togliere a Tilda? È già una Phenomena questa qui. Per arrivare a cinquant’anni con una vita sessuale da Inferno, bisogna avere du’ palle da Orlando. Infatti cambiò sesso. E che lo cambiò a fare? Secondo me, come uomo era accettabile, Orlando, come donna… chi può e poteva trovare? Sì, lo scimpanzé della foresta pluviale.

No, ho grande stima delle donne intelligenti, colte, sofisticate. I libri di Virginia Woolf e le poesie speranzose della Merini sono “follia pura”.

Una corteggiatrice…

 

– Ciao. Hai letto i miei libri? Che ne pensi?

– Stupendi. Mi hanno emozionato. La tua prosa è magnifica, magnetica.

– Ecco, Stefano, stasera che ne dici di discuterne assieme? Sto preparando una bella cenetta. Sono sola e il tramonto ispira tanto sentimento…

– Ecco, un invito a cena non si rifiuta mai.

– Quindi è un sì. Riscaldo l’acqua del primo, poi passeremo al dessert… (si stava già bagnando, tant’è vero che ha utilizzato quell’acqua nella pentola, per saltare i preliminari, e arrivare perfettamente cotta all’assaggio piccante).

– Chi ti fa supporre che sia un sì?

– Mi vorresti dire che non vieni?

– No, con te non verrei manco se mi pagassero come Cristiano Ronaldo.

– Tu sei solo uno stronzo di merda!

– Be’, in effetti sì. Comunque i tuoi libri spingono…

 

L’hanno ricoverata, adesso è in terapia intensiva all’ospedale psichiatrico. Diagnosi: isteria.

Detta fra noi, Meryl Streep è un cesso, lo è sempre stata. Ma è la più grande attrice vivente.

Giudicherò Suspiria dopo averlo visto.

 

– Come consideri Madonna, Stefano?

– La Madonna cantante?

– Sì, ovvio.

– Una zoccola.

– Capisco. Ma come cantante ti piace?

– Anche come cantante è una troia.

– Scusa, ma tu che donna vuoi? Sei incontentabile.

– Sì, io sono sempre scontento. Non mi accontento. Tu ti accontenti?

– Sì, dobbiamo apprezzare la vita per quello che può darci. E godere delle piccole cos(c)e.

– Sì, va be’.

 

Ecco, tornando a Suspiria, io ho un presentimento. Siete talmente abituati a vivere una vita orribile, piena di stress e ansie, a guardare serie televisive cretine che, appena vedete qualcosa di leggermente più elegante, avete l’orgasmo.

Mi sbaglio?

 

– Ma chi ti credi di essere? Tu non sei Dio.

– Per fortuna, sia lodato Gesù Cristo. Sai che palle stare lassù a guardarvi. Uff…

 

di Stefano Falotico

Vampires: professione amatore, esperto di Cristiano Ronaldo, il mai morto, una faccia da culo epocale


20 Aug

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Imitazione di Bob De Niro al mille per mille su fascino alla James Woods. Testa di cazzo mai vista.

Sì, ricevo dalle 9 e 30 del mattino alle 19 e un quarto, salvo pausa pranzo. Gradite signore di ogni età per piccanti libagioni a base di sane ficcate.

Sì, dopo essermi disperatamente dato da fare in mille modi, ho scelto la professione più congenitamente a me appropriata, l’amatore, in stile Richard Gere di American Gigolò.

Per donne con scompensi psicologici da riempire… su doti da Mark Wahlberg di Boogie Nights.

Sì, son sempre stato conscio delle mie potenzialità… inespresse, ma le sviluppai… soltanto dopo la prima volta. Ella, nell’ardimento sconvolgente di fremiti inauditi, finito che avemmo di “desinare” coi nostri cor(pi), si mise a ridere, e sbottò:

– E tu non avresti mai fatto sesso sino ad ora? Ma vai a dar via il culo! Vai a prendere in quel posto tua sorella.

– Ti giuro, questa è la prima volta.

– Be’, sei davvero sincero?

– Sì, non si è notato? Sono diventato paonazzo quando mi hai slacciato la patta.

– Ah, e dire che molti uomini, appena li sbatto, no, sbottono, diventano pazzi.

– No, io solo paonazzo. Pazzo lo fui tempo addietro, in una galassia lontana ove cinguettavo con Luke Skywalker, ma mi accorsi che era solo forza metafisica e abbisognavo di usare la mia “spada laser” in qualche pianeta caldo.

– Capisco. Ragionamento un po’ cervellotico.

– Be’, sai, per anni ho cercato un personaggio del Cinema che mi assomigliasse. Ma tutti presentavano delle carenze, e non aderivano al mio ruolo. L’anno scorso, ho compreso che sono Dale Cooper/Dougie Jones di Twin Peaks. Il personaggio falotico c’è tutto. Rincoglionito forte in versione Jones, poi di colpo serio e adrenalinico come un detective coi contro-cazzi. Sì, sono come Mr. Jackpot, la gente viene da me. Mi sfrutta per il mio intuito alla Sam Ace Rothstein/De Niro e vince al jackpot. Sono una gallina dalle uova d’oro. Che raramente mette a frutto le sue genialate. Sì, le galline non m’interessano. Che stessero a covare con qualche gallo cedrone che le metterà incinte. Io sono uno che ama le uova al tegamino, con tanto di scarpetta.

– Ma che stai dicendo? Insomma, la questione è questa. Hai senz’ombra di dubbio un gran bell’uccello. Ciò è tangibile, eccome se lo tangei o, che dir si voglia, tangetti, me lo sognerò anche oggi pomeriggio quando sarò imbottigliata in tangenziale, il traffico mi darà alla testa e non vedrò l’ora di tangertelo ancora. Semmai, prima balleremo il tango.

– Ok, adesso levati dal cazzo.

 

Sì, era sabato scorso, e alle 18 c’era Chievo Verona vs Juventus.  Ecco, rendiamocene conto. Il signor Cristiano Ronaldo ha esordito nel nostro campionato contro il Chievo. È come se Marlon Brando avesse recitato, per la prima volta in Italia, in un film di Castellano e Pipolo.

Sì, quest’uomo robotico, questo marziano col gel anche sulla tromba di Eustachio, mi ha emozionato. Sì, ogni volta che lo inquadravano, pensavo che stesse pensando: guarda, sono qui, nel Paese del ce famo du’ spaghi, io CR7, nel Paese più bigotto del mondo, ove le persone credono ancora che esista un Dio che le metterà all’inferno se non useranno la pillola anticoncezionale, un Paese pieno di reprimende, d’ideologie malsane e contraccettive, ove tutte le donne appaiono come delle sante coltissime, e in verità vi dico che diverrebbero davvero frigide pur di trombare da mattina a sera. Un Paese vizioso, falso, ipocrita, ove i giovani vengono ricattati da adulti troioni con la panza piena, che li definiscono ignoranti quando sono loro, gli adulti, o meglio adulteri, a non saper neppure l’abc dello stare al mondo.

Un Paese d’idioti, di Pinocchi, di gente che studia tutta l’adolescenza per poi trovarsi un lavoretto fisso, e fare battutine squallidissime a sfondo sessuale. Ove tutti e tutte sono fighi e fighe con l’encefalogramma di un pachiderma. Un Paese ove Enrichetta Blondel, moglie di Alessandro Manzoni, viene scambiata per una meretrice perché da Alessandro ha avuto dieci figli (!), e viene reputata tale da codeste donne che mangiano la crema di piselli… Bonduelle. Sì, Blondel, e anche i maschi si fanno blonde, sì, come Clint Eastwood della Trilogia del Dollaro.

 

– Non ho capito, Stefano. Si fanno la cantante Blonde?

– Ma che Blonde! A parte che quella si chiama Blondie.

 

Sì, in Italia equivocano, vogliono sempre prove alla mano.

Pensate che, stamattina, mi ha contattato un certo Cacciapuoti. Dicendomi che non crede che io abbia scopato.

 

– Hai qualche prova che attesti il tuo sverginamento?

 

Sì, l’Italia è questa, l’unico Paese al mondo ove è successa una tragedia immane, la caduta del ponte di Genova, ma la Serie A non si è potuta rimandare, perché Sky aveva già i contratti per la mondovisione del Ronaldo e spostare le partite a mercoledì significava perdere in audience.

Capisco…

Ove la gente, la prima cosa che ti chiede è che lavoro fai.

 

– Ah, dunque sei sposato, hai la donna…, fai l’impiegato. Bene, sei una brava persona.

– Be’, sai, di notte vado ad ammazzare le persone.

– Non m’importa, sei una brava persona, hai un lavoro di uno con la testa sulle spalle. Andiamo a farci una birra…

 

Sì, Ronaldo è venuto in Italia per sanare i suoi debiti fiscali, tanto Agnelli, anziché pagare gli stipendi di quelli della FIAT, deve “risparmiare” per il suo pupillo e parargli il culo.

Sì, Ronaldo ha scelto l’Italia. L’unico Paese al mondo ove un criminale assassino come Igor il russo ha potuto gironzolare per tre mesi a piede libero per le campagne di Budrio e zone limitrofe, e nessuno l’ha beccato, perché in Italia ci tengono tutti a indossare la divisa “autoritaria”, che fa macho con du’ palle da Benicio Del Toro di Soldado, poiché quando un carabiniere entra in un bar esige rispetto e la gente si ammutolisce, ma ha paura di beccarsi una pallottola perché ha una figlia che va cresciuta in questo Paese di merda.

Ronaldo ha lasciato la Spagna, ove Igor il russo è stato catturato in cinque minuti secchi.

E invece è venuto a vivere da noi, Paese di santi, poeti e navigatori mantenuti dall’assistenza sociale perché mandano a fanculo anche il paraplegico di novant’anni, in Italia se ne fottono… ché la vita è una e non si può perder tempo in “pietismi”. Però ammirano La Pietà di Michelangelo, e scambiano il tal Buonarroti col Caravaggio.

È un Paese l’Italia ove se dici una parolaccia ti dicono sardonicamente: – Certo, che tu hai studiato a Oxford.

In Italia tutti amano Tarantino perché adorano il McDonald’s e, ogni volta che stanno a mangiare patatine fritte, si credono nel Big Kahuna Burger. Atteggiandosi da Samuel L- Jackson, quando non sono neanche Tim Roth.

In Italia stanno diventando tutti influencer. Visto che hanno letto a malapena tre libri della bancarella, non trovando lavoro, a proposito della “fissa” del lavoro, non dicono che sono disoccupati ma ispiratori di mode e tendenze. E, fra una puttanata e l’altra, cacciano pure un rutto perché, sì, con questi video seguiti da milioni di lobotomizzati, sono adesso ricchi, ma non hanno perso il sapore “genuino” della goliardata.

Ad esempio, V. Vignali di Instagram. Figa della madonna, un culo che sembra una portaerei di Top Gun, sì, lei guadagna un sacco di soldi, fotografando le sue limonate col super tatuato troglodita con cui ci fa cis… E poi si fa… le “storie in diretta”, come la borgatara che manco Anna Magnani…

Comunque, se tale Vignali mi chiedesse di scoparla, accetterei la proposta “indecente” senza battere ciglio. Figa è figa, scema pure. Ma non è un Paese il nostro ove la parola più amata è figa? Quindi, volemose bene…

E allora accontentiamovi, no?

Sì, l’Italia è un Paese ove se sei un mezzo genio e vedi la realtà con gli occhi giusti, ti dicono che sei paranoico e soffri di fantomatiche teorie del complotto.

Certamente…

Così, semmai ti spediscono da uno psichiatra che sa come coglionarti ancora di più.

 

Sì, sentivate la mancanza dello stronzo che sono io? Sapete, giovedì scorso, per colpa del caldo, mi si è fusa la scheda madre.

Oggi mi hanno riparato il PC.

 

A molti di voi invece dovrebbero fare la manodopera dell’alimentatore delle cazzate che dite.

Amici, vi aspetto a brevissimo col mio libro su Carpenter.

 

Ah no, non dovevo scrivere questo libro. Mi diranno che acclamo film “aggressivi” e “violenti” come Vampires.

Sì, cari corrotti, siete stati morsi. E non credete più a niente.

 

Una delle scene più romantiche e belle di tutti i tempi! Capolavoro!

 

Posso mandarvi a fanculo per direttissima o devo timbrare prima il cartellino?

 


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Capolavoro

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di Stefano Falotico

Ronaldo mi fa un baffo, e preferirò sempre il mio magro stipendio a questo robot impettito, sono cos(c)e della vita


17 Jul

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De Niro The Fan

 

Attendo il mio sogno con ansia, emozione | poi applaudo e mi sbraccio per la mia formazione. | È la prima giornata e la mia fedeltà | è premiata da un senso di gran voluttà, | ritorna il mio eroe ed illumina il giorno | dei miei guai per un poco si sfuma il contorno, | egli è grazia, armonia, che esalta lo stadio | e riporta i miei giorni e di orgoglio m’irradio. | Sono un fan che del baseball coglie ogni finezza. | Io giocavo, capite, e sarei ancora all’altezza. | Una volta ho battuto una palla alle stelle, | fui portato in trionfo, non stavo più nella pelle. | Sì, ce l’ho dentro il sangue e questa passione, | l’ho trasmessa a mio figlio, futuro campione. | Certo, lui è piccolino ed ancora maldestro | ma lasciatemi il tempo e sarò un buon maestro, | con un po’ di fortuna, ci sono ad un passo, | sistemo le cose e poi mi rilasso, | aiuterò la mia squadra a riavere la gloria | con un tocco imprevisto alla solita storia. | Dice oggi l’atleta: “Io gioco per me”, | ci sto male a sentirlo e mi chiedo: “Perché?” | Non è il fan, il tifoso che paga il biglietto | a far ricco e famoso il suo prediletto. | Se gli parlo, lui sente ma, in realtà, non mi ascolta, | mi dimostra freddezza per l’ennesima volta, | è attaccato al denaro in un modo inaudito. | No, così non va bene, io rivoglio il mio mito!

(il grande Bob De Niro in The Fan!)

La realtà è così spesso abietta, piccola, puttanesca e miserabile che è un dovere morale distanziarsene!

Presto, prima che combini altri danni e poi vomiteremo tutto lo schifo di quest’umanità tristissima.

Sì, io ho sempre vissuto la realtà. Ho giocato a Calcio fino alla maggiore età! Checché ne dicano le malelingue e chi vuole, per pur diletto invidioso o calunnioso, dipingermi come un “clown” che vaga nell’interzona ai confini di Lovecraft. Ed è proprio, vi dico, il mio estremo averla esperita, mal digerita, deglutita a fatica, respinta, osteggiata e sovente ripudiata, ad avermi sempre più spinto verso l’isolazionismo pop, ove la mente puoi piacevolmente dissipare nel ghermirla di sogni e visioni incantate, laddove all’uomo comune, troppo preso dalle sue meschine rivalse competitive, non è permesso entrare e giovarsene. No, solo gli eletti hanno accesso all’immaginazione più fantasiosa, mentre ai comuni mor(t)ali solo troioni (di)letti. Ah ah, me ne beo!

E voi, pecoroni, belate. Sì, me ne sbellico e più passa il tempo e più divento bello. Questo è inconfutabile. Spesso Dio, dall’alto, mi fa degli scherzi cattivi per demoralizzarmi e imbruttirmi ma lo fotto con enorme savoirfaire un po’ da stronzo. Sì, che classe che ho, e me ne vanto, nel mandarlo a fanculo con totale, screanzata altezzosità da uomo che non vuole rotture di coglioni da parte di chi fa il burattinaio di quest’umano, anzi disumano, squallido gioco. Io faccio il mio e questo basta. Che sono queste pretese? Dico, che cazzo vuole questo Dio che pregate a messa e poi due ore dopo ripudiate per acclamare miliardari che delle vostre vite supplizianti se ne fottono “altamente?”.

Sì, non è populismo affermare, in tutta vanagloria dignitosa, che Cristiano Ronaldo è un pagliaccio. Lo è, e la dovrebbe smettere di camminare “intirizzito” come se gli avessero ficcato una traversa nel deretano. Di legno massiccio. Quest’uomo, datemi retta, è fritto e così abbronzato pare pure un immigrato!

Non sarò mai Cristiano Ronaldo né voglio esserlo. Che palle e che stress micidiale essere al centro dell’attenzione, coi riflettori puntati anche quando vai a pisciare. E, se ti siedi sul water, devi aver paura che un paparazzo possa esser nascosto nel buco del bidet per scattarti una foto nel momento “topico” dell’evacuazione, nell’attimo magnifico in cui, dopo una giornata di allenamenti sui prati, di palle roteanti, finalmente il tuo addome placido rilascia ogni escrementizia cagata che hai dovuto sorbirti.

E che sono quei finti sorrisi? Abbiamo assistito, ieri, alla caduta dell’Occidente. Con questo Massimiliano Allegri, a cui rideva pure l’ultimo pelo del buco del culo, allegrissimo a farsi fotografare col Pallone d’Oro.

Cinque volte, mica una! Dico, questo ha le palle, è cazzuto questo.

Ecco, perché a questo Cristiano Ronaldo non facciamo fare la fine di Mel Brooks in Che vita da cani?

Hai visto che cosce che ha Ronaldo? Che quadricipiti! Visto che portamento, che slancio, che stacco di uccello?

Di mio, sono un uomo pulitissimo e ti faccio anche il sorriso, con un po’ di dentifricio.

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di Stefano Falotico

I Mondiali stanno finendo, chi vincerà? Comunque andrà, noi non vinceremo proprio un cazzo


10 Jul

Eden+Hazard+Brazil+vs+Belgium+Quarter+Final+ByPmK-qLaGEl

RUNAWAY TRAIN, Jon Voight, 1985, (c)Cannon Films

RUNAWAY TRAIN, Jon Voight, 1985, (c)Cannon Films

 

Ebbene, oramai ci siamo. Siamo arrivati alle semifinali, e questo Mondiale ci ha riservato molte sorprese e dei ribaltoni inaspettati. Chi avrebbe infatti mai immaginato che, al di là della Francia, una delle squadre data per favorita alla vigilia nei pronostici degli allibratori calcistici, avremmo avuto a contendersi il titolo il pur molto ben accreditato Belgio, la Croazia e soprattutto l’Inghilterra? Nazione ove si gioca il campionato più divertente e veloce del mondo, la celeberrima Premier League, ma che da tempo immemorabile ha sempre poco brillato nelle competizioni internazionali, a eccezion fatta delle coppe per club? Invece, quest’anno ha quagliato, vuoi anche che la ruota le è girata bene e, tutto sommato, non ha incontrato compagini molto solide sul suo cammino.

Io sto tifando per la Croazia. Be’, ovvio, si tifa sempre per gli “sfigatelli”.

Mi aveva decisamente impressionato nella partita con l’Argentina, ove stravinse tre a zero, annichilendo Messi e compagnia bella. Ma devo ammettere che la fortuna ha voltato dalla sua parte. I rigori sono, checché se ne dica, una lotteria e per ben due volte consecutive, agli Ottavi e ai Quarti, è passata per un soffio, vincendo come si suol dire ai punti e affidandosi alla mirabile infallibilità dal dischetto del freddissimo Rakitić, sempre calmissimo e implacabile a segnare dagli undici metri con chirurgica spietatezza.

Ieri parlavo con un mio amico e lui sostiene che la squadra oggettivamente più tecnica e forte è il Belgio.

No, obietto. Che poi può anche vincere… ha grandi giocatori e il fenomenale Hazard sta facendo sfracelli, tant’è che il Real Madrid l’avrebbe subito individuato come erede dello “juventino” Cristiano Ronaldo. Sì, si chiama Cristiano Ronaldo, e la dovremmo finire di soprannominarlo CR7.

Di solito il numero 7 si dà alla mezz’ala destra, come veniva definita un tempo, cioè a quel giocatore che gioca in avanzato centrocampo e, fluidificante, per usare un termine da allenatori, fa avanti e indietro sulla fascia, serve cross e all’occorrenza, trovandosi spesso vicino all’area avversaria, fa pure molti goal.

Quando agonisticamente giocavo a Calcio, io ero il numero sette. Mi ricordo ancora quando indossavo la maglia col 7 stampato a chiare lettere cubitali e una testa di cazzo sugli spalti, ogni volta che toccavo palla, mi definiva il settimo nano. Per via dell’altezza, sì, non sono altissimo, a stento arrivo al metro e settanta. Insomma, come Tom Cruise. Cruise dice di essere alto un metro e sessantotto, come me, a differenza che lui porta tacchi venti, e io invece scarpe da ginnastica, a tre cm dal livello del mare. Ah ah.

Dunque, Cristiano Ronaldo è un falso sette. Lui è un centravanti e i centravanti indossano il numero nove. Il sette l’ha scelto lui perché gli piaceva quel numero.

Tornando al Belgio, le belghe, da non confondere con le beghe, che rompono il cazzo, ti fan solo diventar duro il cazzo. Sì, le belghe so’ bone, va detto. Sono alte due metri come il portiere Courtois ma, a differenza dei suoi stacchi di reni, hanno notevoli stacchi di cosce che ti stimolano al “tiro” sotto l’incrocio dei peli. Peli non sta per pali pronunciato alla Lino Banfi, ma per peli e basta. Anche se credo che molte belghe se le radino. Ah, che radure, che rasature, per le minchie dure. Ah ah.

No, il Belgio secondo me è più debole della Francia. Scusate, ma non fummo noi a battere il Belgio due anni fa agli Europei grazie alle reti di Giaccherini e Pellè?

A proposito, Graziano Pellè che fine ha fatto?

Comunque sia, in questa vita siate paratori del vostro culo, e non parate a vanvera, volevo dire sparlate.

E infilate nel sacco, attenti a non ficcare anche la scrotale sacca, se no so’ cazzi amari e probabilmente abbisognate di uno che vi tiri fuori le palle. Sì, tirate fuori le palle, e che cazzo! Ah ah.

Direi di concludere con un aneddoto.

Io e la mia squadra stavamo vincendo una partita a eliminazione diretta, sì, eravamo in vantaggio uno a zero a trenta secondi dalla fine, come nel film con Jon Voight.

Io avevo voglia di giocare ancora ma di lì a breve l’arbitro avrebbe fischiato, appunto, la fine della partita.

I nostri avversari erano tristissimi e non avrebbero pareggiato manco a spingerli, come si suol dire. Al che, feci volontariamente autogoal.

E quelli della mia squadra?

– Ma che cazzo hai fatto?

– Be’, adesso siamo uno a uno. Sì, giochiamo un’altra mezz’ora. Dai dai.

 

 

di Stefano Falotico

Fra i due litiganti, Messi e Ronaldo, il terzo gode: Edinson Cavani, ma io sono il più grande “marcatore”


01 Jul

CavaniRourke Francesco

Ecco, avete visto il goal di Cavani, ieri sera? Visto come ha arcuato il bacino, come il suo atletismo mobile si è flesso, miei fessi?

Sì, voi camminate sempre ingobbiti, incurvati, mentre Edinson ha disegnato una parabola imprendibile grazie a un tiro figlio del suo fisico slanciato. Che toro! In controtempo, di “controbalzo”. Controbalzo non esiste in italiano ma si usa, nel gergo calcistico, per definire un tocco delizioso eseguito con classe, che ha fregato il portiere che, semmai, si aspettava la palla nell’altro angolo ma, disorientato dalla sveltezza della prodezza imprevedibile, è stato colto di sorpresa e a niente è servito il suo tuffo. In poche parole, è stato fottuto e irriso. I tuffi invece di Tania Cagnotto non servono parimenti a nulla, ma almeno quando la vedi ti viene duro.

Sì, Ronaldo è un tuffatore. Quando è in area, finge spesso di aver subito fallo e si butta a terra. Un simulatore inaudito. All’epoca in cui giocavo a Calcio, un mio compagno, in questa “farsa” era un fenomeno. Nessuno lo toccava ma infilava la gamba in mezzo a quelle degli avversari, facendo finta di essere sgambettato. E puntualmente l’arbitro abboccava. Dal vivo sembrava l’avessero falciato e, a quei livelli, non c’erano moviole in campo né VAR del cazzo.

Ma che volete varare? Io varo la mia personalità a piacimento, poiché uomo che di cervello fine sa spaziare di qua e di à, oggi a centrocampo, domani sulla difensiva, poi prendendo in contropiede chi s’era fatto una cattiva idea del sottoscritto, e infilandogli le palle in quel posto. Io non attacco nessuno, quindi non attaccatemi. Altrimenti, vi attaccherò al muro. Ah ah.

Sì, io vario. E i miei umori sono variabili. A proposito, che fine ha fatto il commentatore sportivo Enrico Varriale?

Fatto sta che Lionel Messi l’ha pigliato in culo, con buona pace di Maradona in tribuna che, distrutto dal dolore, ha intonato una canzone napoletana nostalgica, in memoria dell’idolo partenopeo che fu.

Poi venne la droga, crebbe la panza e Spagna o Francia, cara Argentina, non si magna ma avete trovato sulla vostra strada un Mbappé che v’ha sbattuto al tappet’!

Sulla Torre Eiffel, festeggiano i loro champions con dello champagne ma Deschamps non può usare un migliore shampoo?

Non sa neanche tingersi i capelli!

Ah, deve usare un colorante più corvino. Così sembra solo un albino!

 

Oggi c’è Spagna-Russia.

Le spagnole sono buone, le russe anche.

Perché essere Francesco di Liliana Cavani quando posso darlo tutto l’anno in tutti gli ani, miei nani?

E ricordate: io sono un santo ma soprattutto un sano. Parlo agli uccelli perché da tempo non li usate. Guardate quante passere libere…

 

di Stefano Falotico

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