Oggi voglio parlarvi di un cortometraggio, che potrete vedere sul canale YouTube della Nostalghia Prod., scritto e diretto da Riccardo Cozzari. O meglio mediometraggio, perché dura circa 18 min. È la fuggevole storia di un’infatuazione. Un ragazzo, alto, biondo, con gli occhi azzurri, che potrebbe essere lui stesso un modello, si trova in un negozio di macchine fotografiche. Al che incontra una ragazza, e fra i due scatta subito la cosiddetta chimica. Lei è molto timida, e al primo sguardo è già stata travolta da un inaspettato colpo di fulmine, che cerca di dissimulare e mascherare dietro perenni risatine ammiccanti e compiacenti. Lui, allo stesso modo, è folgorato dal candore esuberante di questa ragazza innocente e bizzarramente pudica. Lui le scatta delle foto, in stile Blow Up, la compenetra col suo sguardo ammaliante e l’amore a prima vista si trasforma prestissimo in passione. E i due trascorreranno felicissimi, spensierati giorni assieme nella potenza sognante delle loro giovinezze acerbe. Lui torna a casa, lei lo va a trovarlo, ma lui non la riconosce più. Non sa chi sia, e le sbatte la porta in faccia. Al che, di nuovo fatalmente, il ragazzo s’innamora di un’altra ragazza, le scatta delle foto ma poi, quando scorre l’album delle foto da lui scattate, nota che il soggetto non è quest’ultima ragazza ma gli compare spaventosamente il viso della prima ragazza. Che pare fissarlo e rimproverarlo. Lui, spaurito, la cerca, aveva dimenticato tutto o è stato solo un sogno dalle fattezze di un incubo? Sorseggiato nel tepore di lievi tramonti glaciali? Una plumbea illusione? O è stata tutta incomprensibile realtà? Il sangue sul pavimento singhiozza nei sensi di colpa e serpeggiante è mostruosamente accecante. Lo sguardo, un gioco di occhi, il voyeurismo, il desiderio, la memoria scheggiata. Fatevi voi la vostra idea… e immaginate quel che è potuto accadere.
Gli attori, molto giovani, si prestano con indubbia professionalità e, se difettano talvolta in qualche espressione spaesata, li perdoniamo. Ognuno credo possa ricavare quel che vuole da questo corto, che può piacere o meno, perfino annoiare o “disturbare”, ma è girato molto bene con molte scene in esterno di notevole fattura e ottima fotografia.
di Stefano Falotico