Ebbene, quando sento dire che Daniel Day-Lewis è il più grande attore vivente, rabbrividisco.
Sì, verissimo. È l’unico attore della storia del Cinema ad aver vinto tre Oscar come protagonista.
Ma non lo considero affatto il più grande. Mi ero già espresso molto tempo fa in merito. Anzi, considero Day-Lewis perfino limitato.
Per giudicare appieno un attore nella sua totalità, dobbiamo badare a molti aspetti. Day-Lewis è certamente uno dei migliori attori drammatici che, con metodo Stanilavskij (anche se non credo abbia mai frequentato l’Actor’s Studio, e non mi va di approfondire a riguardo, eh eh, perché fra cinque minuti devo andare a cagare), forse alla Douglas/Sandy Kominsky, s’immerge nel personaggio con assoluta dedizione e mimetica capacità camaleontica.
Ma Daniel non è molto bravo come attore brillante, non emana molta verve comica, anzi, è un gentleman molto compassato, sì, molto simpatico e carismatico, ma poco versatile sul piano della poliedricità.
C’è un altro attore che ha vinto tre Oscar, Jack Nicholson. Due come protagonista e uno come non protagonista. Ci sarebbe anche Walter Brennan ma Brennan chi era se non un “caratterista?”.
Quindi il discorso per quest’ultimo non vale.
Ecco, in molti sono convinti che sia proprio Jack Nicholson il più grande attore, perlomeno cinematografico, di tutti i tempi. Anche su questa radicale, netta affermazione io ci andrei molto cauto.
Ma è altresì vero che Nicholson, se non erro e non erro affatto, fratelli miei, è l’attore con più nomination fra i maschietti. Le candidature alla statuetta dorata in realtà non possono misurare l’effettiva, superiore grandezza di un attore rispetto a un altro che ne ha ricevute assai meno. Ora, bestemmio. A proposito di Michael Douglas, che produsse giovanissimo Qualcuno volò sul nido del cuculo, beccandosi l’Oscar appunto come producer, il signor Mike detiene un solo Academy Award, peraltro discutibilissimo, e una sola nomination.
Eppure Douglas non ha nulla da invidiare a Jack. Anche come sciupafemmine, categoria nella quale Nicholson è stato maestro assoluto, non fosse stato per la guastafeste Anjelica Huston, della quale è stato sempre inspiegabilmente innamorato, che l’ha distolto per molto tempo da tante zoccole.
Eh sì, l’amore è cieco e Jack chissà che ci trovava di bello in Morticia Addams…
Comunque sia, Jack è un mito. E mi sa tanto però che la sua ultima interpretazione rimarrà quella abbastanza innocua di Come lo sai. Eh sì, ora Jack, un po’ molto rimbambito, afflitto probabilmente da demenza senile, guarda le partire dei Los Angeles Lakers con far pachidermico da pagliaccio della scena. E fra una patatina e l’altra scoreggia senza far rumore. Questa personale classifica è assai provvisoria e alla buona. Perché di Jack, ahimè, mi mancano le sue primissime prove nei film di Roger Corman e Monte Hellman, oltre a Cinque pezzi facili, lo so, grave lacuna, e Conoscenza carnale. E anche qualche altra pellicola.
No, non sarà una top ten. Affatto. E, se avete letto sin qua, vi ho fregato. Ah ah. La dovete smettere di dire che Jack interpreta solo parti da pazzo. Semmai lui è sempre stato il simbolo ribelle dell’anticonformista cazzuto e fuori dagli schemi. Posso comunque dirvi che la migliore interpretazione di Jack in assoluto degli ultimi trent’anni è quella in 3 giorni per la verità. Per il resto, io so quali sono le sue dieci migliori performance ma non ve le dico. Sì, perché mi tira il culo così. Sono proprio un Joker alla McMurphy.
Per il resto, a molte donne io faccio drin drin da postino che suona sempre due volte. Loro non aprono la porta e nemmeno qualcos’altro, anzi, spesso i loro compagni me le suonano più di una volta.
Finito che hanno di suonarmele, faccio l’amore con Campanellino.
Campanellino ha un ottimo paio di cosce, possiede le ali e io la possiedo come Peter Pan senza paura che mi possa chiedere il divorzio o costringermi a un lavoro di merda perché vuole pane oltre che pene…
Ce la vogliamo dire?
Questo Jack è proprio uguale al Falotico. Con tanto di berrettino, sguardo da lupo e giacchetta di pelle.
Insomma, avercene di pazzi come me e come Jack.
Rendono la vita più gustosa, meno lagnosa, e sanno dire stronzate con classe inaudita.
Un po’ cazzeggiano, un po’ folleggiano, sostanzialmente sanno…
Io faccio miracoli, ragazzi. Con me, amico, non devi fare l’indiano.
Vuoi scoparti quella lì? Eh, capirai. Perché tutte queste inibizioni e formalità col sottoscritto?
Scopatela pure, sai quanto cazzo me ne fotto. Ho da scopare a terra, adesso. Poi, una volta finito, mi mangerò il gelato Indianino.
Morbido, con tanta cioccolata, aspettando altre scopate…
di Stefano Falotico