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Anche questo Festival di Venezia è andato, la vita passa in un(a) lampo, la nuova stagione cinematografica, chi vivrà vedrà, eh già, sono ancora qua


11 Sep

PasoliniAh, i colpi di fulmine, le maschere di cera ed ecco che, zac, scivola la cerniera, salta la cena ma l’appetito vien mangiando, solo trombando(si).

Il tempo passa. Il tempo insiste, sì, è persistente oltre che insistente. E la calvizie si fa prominente oppure la stempiatura tua si fa sempre più evidente, oserei dire incipiente? Mio demente?

C’è, chi col tempo, incontenibile diviene, chi diventa incontinente, chi ha viaggiato in tutti i continenti, chi, invecchiando, è divenuto saggio oppure insipiente, c’è chi non è mai andato nel Biafra e, non solo è ben pasciuto, sì, di brutto ha sempre magnato, pure a sbafo, bensì ha tante donne inchiappettato e divorato. Detto altresì, costui, impunito sciupafemmine, forse pure sfruttatore magnaccia. Mannaggia! Poi abbiamo i patiti… di Lucio Battisti (ho fame, non soltanto di te), quelli col cervello partiti oramai da una vita, quelli che sono morti oppure semplicemente spariti, sì, un’inaspettata loro dipartita avvenne. Ci sono gli spioni, quelli che vengono spiati e quelli che non vengono neanche se, da voyeur, le coppiette spiano.

Ma che vogliono spiare? Le loro colpe espiassero, anzi, respirassero. Cioè, detta come va detta, scopassero! Sì, guarda quante passere, dai, suvvia… passerà. Mangia intanto l’uva passa e dai da mangiare ai piccioncini, mio passerotto.

Ci sono quelli che guardano solo le partite e quelli che, invece, non guardano manco un film ogni tre anni ma lanciano più di un occhio (eh sì, portano gli occhiali, sono i cosiddetti finocchi, pinocchi forse quattrocchi e idolatrano Michela Quattrociocche, donna sciocca ma gran gnocca, detta anche sgnacchera), eccome, solamente alle donne eppur le donne che guardano, eh sì, amano i calciatori coi soldi e non i tifosi che scommettono alla SNAI e non vincono mai. Perdendo pure il danaro da loro utilizzato nelle bische clandestine ove rimediano un due di picche pure di una partita a Poker.

C’è chi, come me, s’identifica col Joker, chi invece non ha mai letto un solo libro, dunque non è molto esperto d’italiana Lingua ma, fra un piatto di linguine allo scoglio e forse uno scolo, fra uno scolapasta e una donna che ama le olive, non soltanto ascolane, a letto è campione bilingue da inserire negli annali. Annali con due n. La N di Napoli e la N di Nunzia che però non è partenopea, neppure patriottica, bensì abita a Salerno e, oltre ad andare col “linguista”, va pure con uno che ama la Juventus e non ha mai gustato un grissino torinese.

Insomma, Gianna di Rino Gaetano andava con tutti, Il cielo è sempre più blu e tu non gliela fai più. Oltre a non fartene una manco se, per scioglierla, le regali tutti i dischi dei Roxette. Lei dà il rossetto e non solo quello/a a un uomo che, a differenza di te, non è mai solo. Appunto! Ma a lei non importa, affatto, essere presa per una poco di buono, non è di bocca buona, è solo bona da fare schifo al c… o e non le interessa darla al primo venuto… anzi, a uno che viene con tutte.

La vita è una sola… Quindi, il motto moderno è: goditela finché puoi, finché puoi. Finché, soprattutto, lei ne vuole, finché ha(i) voglia. A “voja”, te, a impegnarti al massimo se poi sei povero in canna e, in frigorifero, non c’è neanche il Vov. Famoso liquore afrodisiaco per vite, a differenza della tua, più paradisiache. Eppure sei bello da morire, sì, dionisiaco mentre Stefano Dionisi, pur essendo carino, in Farinelli – Voce regina, per chiarissime ragioni, anzi, per regioni da eunuco, non è che ne potesse fottere molte. Si lasciò però fottere dal cazzone del suo amico.

Ora, Farinelli fu omosessuale passivo? Invece, il critico di Cinema Pino Farinotti scrive il Dizionario dei film grazie solo alla farina del suo sacco o si affida al direttore della Cineteca di Bologna, l’omonimo (di cognome) Farinelli? Uomo però, a differenza dell’identico, nomen omen del personaggio incarnato da Dionisi, decisamente molto attivo, non solo a livello di Cinema Ritrovato.

Moretti girò Ecce bombo e a quella ragazza schizofrenica non importò assolutamente andare con lui.

Preferì non dargliela ma dirgli: faccio cose, vedo gente.

Chiedo io, anche venia: quali cose? Quale gente? Non mi sven(d)o!

So io quale gente bazzicate, voi, uomini e donne di malaffare. Siete degli affaristi o solo degli arrivisti?

Non arriverete a nulla se continuerete a non fare una beneamata minchia dalla mattina alla sega, no, sera.

Vi auguro buonanotte. Ah ah. Specialmente, buone mignotte.

E quell’altro? Che fine ha fatto? Il Magnottta! Lo presero per il culo con la storia della lavatrice.

Mentre Dante Alighieri lo volle mettere, da sempre, in quel posto (fisso, statale o comunale, ecco, sì, stavolta ci sta… anale) a Beatrice ma poetizzò ogni meretrice fottuta (da lui, no, però), ficcandola nel Purgatorio.

E Virgilio? Ne vogliamo parlare? Secondo me, fu meglio Numa Pompilio.

A essere sinceri, Pompilio, ovvero il secondo re di Roma, non valse una pippa. Ed è comunque sempre meglio Campbell Naomi nuda anche se sarà solo una fantasia (auto)erotica.

Quando si suol dire: Naomi non è una che giammai andò e vada per il sottile, la diede e dà a tutti indiscriminatamente, è/fu una facilona ma non guarda/ò quelli che non valgono/valsero (balli un valzer?) un cazzo, da lei quindi non otterrete neanche un pompino.

Se invece sarete i nuovi Flavio Briatore, state tranquilli, oltre a Naomi, avrete anche Nomi e non andrete mai con una frustrata come la cantante Noemi.

Siete un vuoto a perdere.

La cellulite, le mie nuove consapevolezze?

Campbell Naomi può essere pagata a peso d’oro e può permettersi ogni liposuzione. Voi, invece, comuni donne più altamente morali rispetto a Naomi, però più mortali, non avete neanche i soldi per portare il cane di vostro marito dal veterinario. Siete degli animali! Delle leonesse, delle fesse di sorrata?

Intanto, vi crescono le mammelle e i mammoni non esistono più. Ora, abbiamo i ragazzini che amano le milf coi seni rifatti più delle labbra di Alba Parietti.

Ah, che suzioni mammarie. Ah, che somari. Ah, che porci. Ah, vomito. Sto male, per la Madonna, santissima Vergine.

Aveva ragione Pier Paolo Pasolini. È tutto un porcile… Tutta una questione di Uccellacci e uccellini, anche di tamarri e burini che vogliono sol uccellare. Non soltanto con tipi come Pier Paolo, pure con Giampaola. Come dettovi prima, ci sono le alopecie androgenetiche, i nazisti che credono all’eugenetica, quelli che perdono i capelli e quelli che perdono pure la faccia. E non basta un lifting per mettergliela a posto. Ci sono le tragedie annunciate e incombenti. Ci sarà forse pure, presto, un altro tizio che vincerà il Nobel. Cavolo, allora, altro che ritardato. Ma sarà comunque troppo tardi.

Il suo nome infangaste, infingardi, ingiustamente lo snobbaste e di chissà quali crimini lo additaste e accusaste. Scusate. Ogni verità è stata svelata, tu sei stato poco svelto, svegliati, sveltisciti, in una parola… finiscila… ti dicono se non stai zitto. Sapete che vi dico? Me ne fotto!

Ti ricattano e ancora vogliono la ricotta, ti scottano, t’intimidiscono, coi giochini ti terrorizzano. Ma un uomo si rialza all’’improvviso ed è qualcosa di mai visto. Fa paura, che gran casino, è come Sansone. Oh, Cristo! Non ce la farà, sta crollando… tutto. Ma con lui, vivaddio, anche tutti i filistei.

Soprattutto i filibustieri, cioè i figli di puttana che vanno pure con le puttane.rino gaetano

 

di Stefano Falotico

Servizi civili d’una Cineteca nel suo Cinema Ritrovato del “C’era una volta…”


17 Jun

 

Sono la memoria (dis)incarnata, un po’ incantatoria ma non ancora disincantata, e canto…

Il Mondo, questo lerciume di putrescenze “abbellite” a festa, secondo consuetudini modaiole che cambian “itinerario” un mese sì e l’anno dopo no, in una “perseveranza”severissima ai tempi che cambiano, al culo più cool, che non è fresco per niente, ma “puzza sotto il naso” di parvenze solo ruffiane per barattar l’amicizia con “speculari” giochi osmotici d’abiti identici e di abitudini “abitudinarie” ad abitar ove l’abate è lo sfigato e il “bel” beota è il “beato” che tutte se le fotte nell’abitacolo…

Anni fa, allo scoccare del nuovo Millennio, fui obiettore di coscienza, ah, il fumo delle nebbie che si diradano in rammemoranti innamoramenti di quella mia anima nella mente, poiché, anche se non farò testo, prenderò sempre a testate le pance grasse e i pasciutoni, e il loro gerarchico militarismo di massa che, violento, genera solo altra violenza e reazioni a catena di scatenate rabbie.

Invasioni, bombardamenti, conquiste di potere, il podere del povere derubato, la corsa per il podio e il pal(i)o per il pollo che, cavallo troppo puro, solo di sangue rimarrà impal(lin)ato.

Sì, all’epoca ero “impiegato”, come alternativa al servizio di leva, dunque (sub)odordinato, presso la Cineteca di Bologna, diretta da Farinelli, signore distinto e cinefilo coltissimo da non confondere con l’omonimo castrato cantante lirico, mezzosoprano ma poco “sopra di Lei sul divano”, per ragioni “diversamente abili” di Natura “eunuca” del Sesso.

Ora, il signor Direttore, non so da quale albero genealogico provenga, non credo da Carlo Maria Michelangelo Nicola Broschi, Il Farinelli, appunto, a meno che il cantante non “suonasse” di sviluppo “artificialmente” inseminante d’impianto idraulico “a pompetta”.

C’è dato sapere che il Farinelli morì proprio a Bologna, in seguito a una forte malinconia incurabile che glielo “amputò” del tutto.

Tornando al Direttore, sentite condoglianze per la scomparsa di Giuseppe Bertolucci, ex presidente proprio della Cineteca.

Vi racconterò un aneddoto curioso, falotichesco.
La portiera dello “stabile”, la Manifattura Tabacchi ristrutturata di Via Riva di Reno, 72 – 40122, si assentò per “commissioni”, diciamo pure per “shopping” con l’amica…, forse con un “amico” ad aspettarla nel caseggiato “dirimpettante”, probabilmente molto “ingravidante”, e, mentre lei appunto se “lo” spassava, lasciò a me l’onere di aprire ai visitatori.

Stavo sfogliando, “segretamente”, una rivista molto “bianca” di biancheria intima tanto per “alzar” la noia e sognar le notti “imbiancanti”, quando suonò proprio Giuseppe.

Gli aprii, gentilmente, inchinandomi servilissimo:
– Ma Lei è proprio il fratello di Bernardo?
– Sì, ma sono anche l’autore e il regista di Berlinguer…, piuttosto Lei sa fare il suo “lavoro?”.
Perché ha bloccato tutte le uscite di sicurezza?
– Perché, da quegli usci, potrebbero entrare degli spifferi che spiffererebbero troppo.
– Ah, capisco.
– Il signor Farinelli la aspetta al solito piano. Avete dei piani per domani?
– Sono fatti che non la riguardano.
– Ma scusi, sono o non sono un vostro dipendente? Sono un assunto, quindi esigo il riassunto.
– E, invece, le illustrerò solo il sunto.
– La morale della favola?
– Sì, il lupus.
– Giuseppe, Lei che è Uomo di Cultura, sa per caso se Cappuccetto Rosso andò a letto col cacciatore versione Bob De Niro/Max Cady?
– Sì, c’è andata.
– E com’è andata?
– Come doveva “venire”.
– Bene, mi ha tolto un peso dallo stomaco.
– Quale peso?
– Bob De Niro sono io.

A parte gli scherzi, che ci crediate o meno, io e Giuseppe, che voglio proprio omaggiare con questa simpatia, conversammo amabilmente.

Durante una sera, a noi “civili”, affidarono perfino il compito da “civici”.
Sì, dovevamo controllare il traffico dei motorini e impedire il passaggio dei pedoni, ché non entrassero, a proiezione iniziata, in Piazza Maggiore, ove vengono proprio proiettati i film.

Detta fra noi, “rimorchiai” una motorizzata e, rombanti, trombammo sotto i portici, tanto tutti erano distratti.

Venerdì sera, però, non mancherò. Proiettano un film che vale il prezzo del biglietto, che è gratuito, visto che è un cinema all’aperto offerto dal Comune, C’era una volta…, con 26 minuti “tagliati” e “riappiccicati”.

Fidatevi, ci scapperà una botta con Deborah, ragazza con “inspirazioni” d’attrice dell’orgasmo, che siederà al mio fianco, di notevoli fianchi.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1.  C’era una volta in America (1984)
      Cosa hai fatto in tutti questi anni? Sei andato a letto presto?
      No, soffrivo d’insonnia.
    2.  Berlinguer ti voglio bene (1977)
      Noi semo quella razza che non sta troppo bene che di giorno salta i fossi e la sera le cene, lo posso grida’ forte, fino a diventa’ fioco, noi semo quella razza che tromba tanto poco, noi semo quella razza che al cinema si intasa pe’ vede’ donne gnude, e farsi seghe a casa, eppure la natura ci insegna sia sui monti sia a valle, che si po’ nasce bruchi pe’ diventà farfalle, ecco noi semo quella razza che l’è fra le più strane, che bruchi semo nati e bruchi si rimane, quella razza semo noi è inutile fa’ finta, c’ha trombato la miseria e semo rimasti incinta
    3.  Nuovo Cinema Paradiso (1988)
    4.  Il cacciatore (1978)

 

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