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Il diavolo tentatore e la psicanalisi su Christopher Nolan


25 Sep
MEMENTO, Guy Pearce, 2000

MEMENTO, Guy Pearce, 2000

Era una sera apparentemente come le altre, né più né meno di ieri. Ero sdraiato sul divano a guardare il Milan su Sky, quando all’improvviso bussarono alla porta. Chi poteva essere alle dieci di sera? Era capitata una sciagura? La vicina voleva avvisarmi che domani sarebbe arrivata la disinfestazione o che la cantina si era allagata? No, era Anne Hathaway in tenuta da Catwoman. Stupito, quasi commosso, addolcito da quella visione paradisiaca, le chiesi che voleva. Ella, senza pensarci due volte, mi diede una spinta e mi tramortì splendidamente con una frase che aveva dell’incredibile.

 

– Voglio te e “lo” voglio subito!

 

Quindi, mentre ancora frastornato dalla sua avance così sfacciata, cercai di ricomporre la mia espressione da inebetito, mi scaraventò sul divano. E m’implorò di non muovermi. Sudavo freddo eppur “ardente”. Ella, arditamente, morbidamente si spogliò mentre Montolivo segnava un goal da centrocampo. Scalza, riuscì a scalzare il mio finto aplomb da fessacchiotto che la fissava e subito la faccenda si sarebbe “fatta” incalzante. Indossava calze a rete e il Milan aveva raddoppiato su grida di giubilo di quel fessone di Fassone.

Insomma, fu una notte buia e avventurosa, “catturante” come un’impresa di Batman.

Fu in quei momenti “affannati”, che compresi la profondità della carne, il mio essere si sciolse e capii “quello” che ne sarebbe “venuto”. Ma soprattutto presi coscienza che, a confronto delle cosce di Anne, io ero solo un buco nero meno gaudente del suo, avevo perso tanto tempo prezioso a cercare il senso “ignoto” della metafisica di Nolan e avevo sacrificato le mie “dure” giornate a danno della figa!

Quando caddi preda di Nolan? Quando iniziò tutto ciò? Andai da uno psicanalista e facemmo i punti della situazione, partendo dall’inizio dell’abisso, all’origine della causa di quel terribile scompenso. Di quella psicosi acuta che mi aveva tenuto lontano dal godimento più concreto a favore invece di un illusorio sincretismo van(esi)o.

Buttammo giù un diario di tristi memorie, di rimpianti inesorabili…

 

Memento

Sì, all’epoca frequentavo ancora il liceo ed ero stato abbandonato dalla mia ragazza, che aveva scelto di essere la ragazza di un ragazzo non con un grande cazzo. Sì, lo sapevo perché era mio compagno di classe e “glielo” avevo visto nello spogliatoio prima dell’ora di educazione fisica. A tal proposito, cercai di dissuadere la mia ragazza dal succhiarglielo, ma oramai il danno era già stato fatto. Ella, senza vergogna, mi confidò di avermi definitivamente mandato a fanculo, “avendolo” già preso da quello lì nell’ano. Rimasi paralizzato in una crisi mistica e, dopo un giorno, il mio cervello si spaccò in mille pezzi da pazzo! Urlai, scappai e da allora mai più scopai, ebbi crisi d’identità e soffrii di crisi compulsive che m’inducevano ad annotarmi tutto sulla pelle, in forma di tatuaggi letterari, per non dimenticare chi fossi. Furono giornate angoscianti, in cui smarrii me stesso in un’apoteosi di demenza…

 

Insomnia

In quei giorni però al cinema davano Boys Don’t Cry. M’innamorai delle fragilità della Swank e sognai di essere il suo “detective”. Così iniziai a non prendere più sonno. Stavo a letto e in piena notte andavo in cucina a mangiare il miele, dicendo ad alta voce cose smielate. Sì, poi riportai tutto in un libro e divenni uno scrittore che tormentava Hilary. Ma una sera diedero in tv L’avvocato del diavolo e compresi il mio Pacino. Non valeva la pena dannarsi per quella sciacquetta. Andai a sciacquarmele…

 

Batman Begins e Il cavaliere oscuro

Avevo perso la mia ragazza, e la Swank stava ad Hollywood. Come potevo occupar il tempo durante il plenilunio quando il mio lupo voleva “ululare?”. Fu allora che divenni il paladino mascherato e combattei la criminalità per pareggiare i conti con le mie psicopatologie. Illudendomi di poter acciuffare i malfattori, compensavo la mia ansia di vivere. Fino a quando incontrai il Joker, uno più pazzo di me che rideva sempre. Fu un duello strepitoso, in cui nessuno dei due vinceva. Ma poi Heath Ledger morì e il Joker divenne Jared Leto. Non mi divertivo più e andai a vedere Suicide Squad per piangere di amarezza.

 

Inception

Lo so, ho fatto un salto in avanti. Torniamo indietro. Ritornai a essere solo come un cane, ma ripresi a sognare. La mia ex ragazza voleva essere liberata dal mare di puttanate che il suo nuovo stronzo le raccontava ma non riuscivo a liberarla e l’incubo iniziava daccapo. Un rompicapo per un rompicazzo. Impazzii nuovamente e mi divertii con emozioni asettiche, con estetiche ruffiane, con un cubo di Rubik per principianti. E Lynch in quel periodo non girava più nulla. Vidi la mia intelligenza crollare come grattacieli fatiscenti nell’oceano. E piansi immensamente.

 

Interstellar

Decisi di mollare i miei affetti più cari e di andare altrove, di vivere fra le nuvole. D’altronde, era meglio. Se avessi sposato quella ragazza, avrei avuto una figlia racchia, malata di matematica e l’avrei incontrata rincoglionita attorniata da leccaculo che volevano la sua eredità, aspettando frementi la sua morte. Se fossi sopravvissuto al suo Einstein. Insomma, io volevo una figlia che non fosse una zoccola strafiga, ma nemmeno una bella figa. Ma quale astrofisica! Sì, col tempo sarebbe migliorata e sarebbe stata piacente come Jessica Chastain ma, si sa, la bellezza non dura e da vecchia sarebbe tornata una Burstyn zitella.

 

Dunkirk

Ero completamente “bombardato”. Ero diventato un bersaglio facile e tutti sparavano a zero su di me. Incominciai a delirare come Kenneth Branagh di Hamlet, sul ponte della mia rovina. Ma poi ascoltai le canzoni di Harry Styles e capii che non mi avrebbe salvato neppure Shakespeare.

 

– Bene, lei si è ripreso.

– Dottore, ma che dice? Le ho appena detto che per me è finita.

– Macché. Sarebbe finita se fosse uno a cui piace Christopher Nolan. Lei è un uomo che ne sa una più del Diavolo e non abbocca alle stronzate megagalattiche. Mi dia retta. Vada e inculi.

 

di Stefano Falotico

Francesco Alò stronca Dunkirk e io non posso che essere d’accordo


21 Aug

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Da qualche anno a questa parte seguo Francesco e lo trovo coerente, estremamente coerente, spigliato, in gamba e con una profonda cultura cinematografica, sebbene talvolta se la “tiri” da cazzaro. Sì, perché si prende con enorme leggerezza e ha il coraggio, mai premeditato e cinico, di andare controcorrente e sparare a zero anche su grandi registi o presunti tali. A me Nolan non ha mai pienamente convinto, diciamo che non mi piace appieno. Lo trovo in apnea, scisso fra il bisogno commerciale e la necessità d’autore perché vuole appunto essere annoverato nella categoria dei “maestri”, appellativo fra l’altro che aborro e che andrebbe eliminato dal dizionario “serio” del Cinema. Non credo che andrò a vedere Dunkirk sul grande schermo per molteplici ragioni. “Fruire” dell’esperienza IMAX non è, come per Francesco, qualcosa che poi mi attiri granché, oramai possiamo ammirare il Cinema anche “netflixizzandolo”, a differenza di ciò che sostiene Christopher, e spesso l’IMAX è un artifizio “spettacolare” per coprire i buchi di sceneggiatura. Più volte già mi pronunciai su questo film, pur non avendolo visto, e la mia posizione fu aprioristicamente negativa. Poi come farei a sopportare quell’assurda massa delle multisale che lo “idolatra” a prescindere? Ecco, potrebbe anche piacermi, ma a me i capolavori annunciati non son mai garbati e con Nolan ho parecchi problemi, ricercando personalmente un Cinema che sia, sì, elegante, ma che non si svenda per il grande pubblico coi trucchi della ruffianeria. Bravo, Francesco.

 

di Stefano Falotico

 

La Critica americana esalta Nolan, ma ci sta, ne sa qualcosa?


21 Jul

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Basta farsi un salto su Rotten Tomatoes, per rendersi conto della media altamente “devastante”. Tutti d’accordo. Pare che Nolan abbia firmato il suo film più compiuto e bello, libero dai discutibili voli pindarici e cervellotici che hanno sin a ora contraddistinto la sua filmografia. Eppur io rimango perplesso e mi mantengo moderato. Non posso esprimermi sul giudizio, non avendolo visto, poi garantisco a tutti che manterrò la sufficiente onestà intellettuale per giudicarlo senza infingimenti e quei condizionamenti che adesso mi mantengono appunto sul chi va là. Un chi va là che forse riecheggerà una volta che il film avrò visto. Se ben scorriamo le critiche, ne troviamo però una ventina assolutamente negative. Quasi tutte quest’ultime concordano con quello che è il mio vago pensiero sul Nolan e il suo Cinema. Anche per questo film pare che Nolan non si sia smentito. Poco cuore e per niente umorismo. Al solito il suo modo di girare è elegante e sontuoso, conosce il mezzo fin troppo, ma pare che quando filmi non vi metta l’anima. Sarà vero? A fine, spero finissimo, Agosto per saperlo. Nel frattempo, elucubrate di congetture.

Beccatevi questa stroncatura!

 

 

di Stefano Falotico

Il Cinema, indubbiamente, ha creato molti scompensi nella gente


07 Jul

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Io difendo a spada tratta, anche (t)irata, il Cinema, essendo Arte per privilegiati. Sì, lo è, solo chi lo conosce può fruirne, gustandone ogni minima parte. Eppure oggi è strumentalizzato a fini giornalistici, ove tutti si son improvvisati “dottori della comunicazione”, elargendoci un sapere miope, modaiolo, “modernistico”, di rara presunzione e perseveranza d’ignoranza profonda. Sono rammaricato per loro ed è un cordoglio da cui elevo con importante classe. Sì, amai anch’io Villaggio quando duettò con Reder e fu vessato da Lino Banfi, e nei miei attimi di ermetica solitudine accendo una candela in sua memoria, cosciente che molta gente lo snobberà, considerandosi radicalchic. Un’elitaria falange di nuovi ammiratori di quel mezzo disastro che è Nolan Christopher avanza, Nolan, la cui peggior sciagura, quest’enfatico Dunkirk, sta per sbarcare, ahinoi, nei nostri occhi. Sempre comunque meglio di Michael Bay. Il Cinema di oggi è in una fase “addolorata”, impera Netflix e forse surclasserà la sala cinematografica, d’altronde quello che i fautori dell’home video si augurano da trent’anni a questa parte. Perché è una grande bugia che il Cinema va assaggiato in compagnia. Le compagnie sono fuorvianti, travianti, indottrinano al pensiero di quello che è il leader del gruppo, presunto tale quando spesso è un borioso insetto pieno di sé, e sono un branco spesso di sapientoni che amano il Cinema “colto” oppure ancor peggio quello “cool”, del momento, della tendenza più in voga. La dovremmo finire di osannare il Cinema del presente, tranne in pochi casi assai scarso, perché ha perduto il gusto di quell’artigianalità che lo rendevano splendidamente naif.

Ecco che vanno di moda allora i film per categorie, film di diari di Briget Jones in cui l’anoressica-bulimica di turno, anzi di “torta”, si riconosce nelle sfighe della protagonista, o solitudini di numeri primi per fanatici del fai da te. Io sono comunque, e rimarrò sempre, un esaltato della masturbazione. Quando scende la sera, il Cinema videoclippato di oggi mi fa una sega.

 

di Stefano FaloticoBodega Bay

Dunkirk, questo trailer è un inverno del nostro scontento


15 Dec

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Ah, è uscito il trailer di questo film molto atteso, non da me.

Ah, dame, Nolan ci dà questa schifezza con CGi e la solita freddezza, insomma, è ambientato in una zona nordica con Branagh il Bardo che rimembra il suo film invernale, auspicandosi che questo film sia (non) essere fra tante immagini evanescenti. Evento che cambiò il destino del mondo? E venti soffieranno contro Christopher, illuminando le testoline, anche i testicoli, di chi lo apprezza e continua ad appoggiare questi kolossal bellici, tanto bellicosi, brutti da sbellicarsene. Viaggiano ondate di artica decadenza tra esplosioni e liquame albino, no, marino in albeggiar di fotografia giallo-ocra virata al polmone, no, al timone della scempiaggine e del melodrammatico con moto triste cavalleggero andante svolazzante come Tom Hardy fuori posto in questo filmato alla mia anima ignoto. Notate come forse USS Indianapolis con Cage non abbia nulla da invidiargli in fatto di deflagrazioni ricreate a computer.
Insomma, allocchi, Nolan vi circuì e siete rimasti con acque alle gole perché questo trailer non mette acquolina al vostro fanatismo.

In fondo in fondo, oceanico, se siete survival a tal orrore, potrete aspettare il prossimo.

di Stefano Falotico

 

 

di Stefano Falotico

Essere o non essere nel Cinema


19 Aug

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Ieri, ho “sindacato” su Christopher Nolan perché nonostante venga appassionatamente seguito da una schiera “indelebile” di ammiratori sfrenati, non riesce quasi mai a toccare invece il mio interesse, in quanto, a mio avviso (giudizio personalissimo e opinabile), non ha ancora carpito il vero senso del Cinema, che non è la sua ricerca maniacale e “perfezionistica” di un’idea della celluloide assai distorta. I film perfetti non esistono e i suoi sono “precari” invero di vera emozionalità, non scatenano in me le giuste reazioni cervello-anima, non sprigionano davvero vita. Ma è un parere su cui si potrebbe discutere, anche se ammetto di non aver voglia di polemizzarmi. Conservandomi fiero della mia contrastabile opinione.

Un problema, invece, che in me è sorto da tempo, è il valore mio del Cinema. Di film credo di averne fatto, specie in passato, una scorpacciata da guinness dei primati, e oramai penso di conoscere il mondo della Settima Arte come le mie tasche. Anche se, a dirla tutta, pochi soldi intasco. Ah ah.

Un’urgenza in me nata, essendo anche “esperto” di scrittura e dunque pubblicatore di molti libri, alcuni proprio dei saggi cinematografici, è l’azione “amletica” dell’essere Cinema. Stanco di essere soltanto uno spettatore, non volendomi relegare solo in questa dimensione apprezzabile di cinefilo ma povera di creatività azionante direttamente sull’Arte di cui vi parlo, sto seriamente pensando di trasformare alcuni dei miei scritti in sceneggiature, di far fruttare un mio indubitabile talento appunto per le emozioni in movimento del fare, del concretizzare una storia, di farla dipanare in ciak da cui s’evinca la mia passione per il Cinema.

Compito arduo perché dovrò imbattermi nel più (r)esistente rapporto umano, spesso da me (d)eluso, e immergermi nell’interpersonale scambio appunto di emozioni.

Ma vivere è anche far qualcosa vivere, farla (in)sorgere. Divenire (nel) regista.

Oggi, almeno, registro così il mio diario d’idee.

 

di Stefano Falotico

The Irishman di Scorsese sarà mille volte più importante di Dunkirk di Christopher Nolan


26 May

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Nolan, in quel della Scandinavia, no, nella Gran Bretagna, no, sulle coste danesi, forse curdo-polacche dell’entroterra russo ai confini con un western battagliero dal sapor medio-orientale ed eastern “sudista” fra (non) pacifisti nordisti, ha iniziato le riprese di Dunkirk, nuova sua poco fantascientifica “stronzata” mega-galattica di sto(r)ica presunzione, con un cast d’eccezione, Branagh, Mark Rylance, Tom Hardy & Cillian Murphy. Già si preannuncia una cagatona pretenziosa come d’altronde tutta la sua filmografia “esagerata”, bellissima o forse pessima, fra cavalieri risorgenti en travesti di Batman, detectiveinsomniaci” per remake “insomma insomma”, interstellari prese per il culo alle serietà “relativistiche” di Einstein, etc…

Mentre la Lucky Red, a metà anno, oggi insomma, annuncia la distribuzione italiana del prossimo film di Scorsese, The Irishman. Pesci fa orecchie da mercante e rifiuta, momentaneamente (?), la parte dell’imbufalito Bu(f)falino, De Niro tornerà con Martin a distanza di oltre un ventennio, e il film segnerà inoltre la prima collaborazione fra lo Zio Marty, appunto, e Al Pacino, appena reduce dall’impresentabile Conspiracy con quel trombone di Hopkins.

Sì, ma fra i due litiganti “blockbuster” m’attizza di più Scorsese. È più Cinema grande, vero, umanistico, gangsteristico, meno manierato eppur manieristico, un Cinema di pistol(ettat)e, altro che le piroette di Chris.

Con buona pace dei “futuristi”-progressisti, preferisco il Cinema “vecchio” e classico dell’unico Maestro.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

Director CHRISTOPHER NOLAN on the set of Warner Bros. PicturesÕ and Legendary PicturesÕ sci-fi action film ÒINCEPTION,Ó a Warner Bros. Pictures release.

 

di Stefano Falotico

Matt Damon in “Interstellar”


29 Aug

Matt(o) Damon sta imperversando: adesso anche in Interstellar di Nolan. New entry delcast “stellare”.
Abbiamo finito di dar fiducia a questo robot?
Introduzione “veneziana”. Sfoglio un quotidiano che, come di solito si fa “gossip”, “scaraventa” in prima pagine la spettacolare linguaccia di Sandra Bullock, versione puttanella vicino a Clooney sul motoscafo.
Lui non la guarda di striscio nonostante i guardacostieri ma lei, oh sì lo intuisco dietro questa simpatica “smorfia”, ardisce a (pre)tendere l’oggetto “navigante” del desiderato beniamino di tutti: il bel Giorgione.
Manca la gommina da masticare. Di contro un patetico abbordaggio.
Sì, George gigioneggia sempre al Lido, riceve applausi scroscianti e al contempo-contento menefreghisti, riversandolo ammiccante su tutte le sue fan che vorrebbero proprio un Clooney rizzante a letto “caldeggiandolo” fra una calle del glande e la glassa, candeggina ruffiana dell’arruffarselo con far da (s)venduta.
Sì, Sandra ci prov(oc)a, mira d’orizzonti che già con George sognano un dolce, permeato e di Permaflex tramonto.
Ma George è fedele, non sporcherà il suo fidanzamento senza “nuziale” per oziar con la Bullock “spaziale”.
Sì, Sandra è apparsa in splendida forma, galattica di seno come il girovita formoso della Via Lattea. Effetto lucente, graffiante di nome Gravity.
Sì, ma deve accontentarsi dei “miseri” mortali a cui d(on)arla in lor “dorante” ammirazione.
Dinamica “virtuale” dei peccatini veniali a sua anodina figura dalla finta magra invero soda.
Ora, cosa c’entra tutto ciò con Matt Damon? C’entra eccome. Matt, innanzitutto, è presenza fissa a mo’ di prezzemolino in cinquanta film all’an(n)o. Non è un’iperbole ma le sue interpretazioni sono anonimie che svaniscono dimenticabilissime come bolle di sapone. La sua inespressività induce la nostra bile ad arrabbiarsi, c’irrita Matt eppur riesce a immettersi in ogni pellicola. Ove cambia sempre “pelle” nonostante rimanga uno stoccafisso.
L’ho presa “al largo”. Vi spiego ora perché ho citato Georgino. Egli è molto amico di Damon.
Infatti, come lecca il culo Matt neppure il peggior demonio. Compare “cameo” in tutti i Coppola, anche sol d’apparizione (sempre d’altronde) che non lascia il segno. Chi l’ha visto? Devi scorrere la sua filmografia su “IMDb” per annotare ove forse l’avevi notato. Varia da interprete “principale” di “filmoni” a cui avrei tagliato il protagonista nel recider nettamente di “montaggio” e montanti alla sua faccia “slogata”, sì, è un LEGO, a capolavori di Gilliam in cui “saltella” da “pupillo” nelle pupille penetranti quanto l’incisività “impressionante” del suo carisma sui nostri pugni in faccia. Appoggiatemi. Dai, Matt. Porgici le guanciotte.
Matt Damon, nato nel 1970. Ha già 64 titoli all’attivo. Ma siate onesti.
Uno con tal mole di credits è mai stato vagamente credibile almeno in un (sotto)titolo?
Mah, ho seri dubbi. Nel 1997, fra le ragazzine amanti degli efebici biondini, venne… scatenato un contenzioso da “strappar” i capelli… le adolescenti, in preda agli o(r)moni più confusi, si “spartirono” (non solo le acque da bagnanti…) tra un tifar DiCaprio di Titanic, appunto, e Matt di Will Hunting. Ah ah, sospiravano. Che ardimento alimentarsi così, eh? Ah ah!
All’epoca, ricordo che lessi su “Ciak” l’opinione di una fan del Damon.
Non posso riportarvi letteralmente la “letterina d’amore” per natural smemoratezza dovuta al “fallo” che non sono un database delle sceme innamorate, ma qualcosa mi vien… alla mente. Il suo “invaghimento” da demente femminuccia per questo maschietto ancor oggi ebetuccio. Si lamentava, infatti, che Matt non riscuotesse lo stesso s(ucc)esso di Leonardo.

Cara redazione,
carissima Piera Detassis. Son incazzatissima, al massimo delle agitazioni degli estrogeni impazziti d’eccitazione, perché tutte le mie compagne di b(r)anco van matte per Leonardo e non per Matt. Sono l’unica che vorrebbe il suo cazzo? Datemi una conferma. Vorrei essere l’infermiera di Matt, fermatemi! Non sono da mental infermità solo per colpa di Damon Matt?
Posso permettermi di scrivervi ciò? Non mi giudicate male, vero?

Spiegatemi se sono pazza. Trattate Damon da pupazzino, ma me lo spupazzerei più dell’altro. Anche di chiodi sull’altarino. Lui è di razza.
Sì, devo esservi sincera comunque. Mi piace molto anche Leonardo però, dato che nessuno dei sue si farà… avanti, son (co)stretta a scegliere la fantasia più 
ribelle. Devo giocoforza contenermi. Che rabbia! Fra i due bellocci, sicuramente opto per Matt. I suoi occhialetti spaccan la mia fighella cieca in ottiche (di)storte. Talora, dopo averlo… guardato per ore, mi sento distrutta. I miei occhi glielo (es)torceranno mai? Oh, mio Matt!
Lo voglio, lo voglio, voglio Matt che mi spalmi l’olio! Lo esclamo. Lo scorsi in passerella, la mia giuliva scottò di brace-padella in passerotta cottissima e desiderosa del “Non mi passerà il desiderio di quel passerone da olive fresche”.

Distinti saluti,
una conclamata, svergognata, senza peli… ninfomane… “a (s)venire”.


Ecco, fra i due litiganti, meglio che “goda” Leonardo. Ha più talento. Indubbiamente più fascino, mi spiace molto per le (am)miratrici di Matt, non vale un caz’.

Sì, sono come Nanni Moretti di Sogni d’oro. Do le perle ai porci da “professore” ma i miei studenti mi deridono a (ri)petizione. Mi criticano perché non so amare parimenti a loro (ar)dire. No, non ardo per il lardo.
Quindi, Laura Morante di noi altri, ah viviamo in tempi imbruttiti, mi “condanna”, dandomi… dell’arido.
Mi disprezza!
Anziché ammutolirmi come Nanni, uso la strategia più “maschilista” alla sua emancipata femminista…

Laura, son Uomo che se ne frega delle raccomandate lauree. M’ero raccomandato di non sfidarmi.
Lo so. Lo so… adesso sei passata dall’esser un cesso (eh sì, come ho fatto a innamorarmi di te a quell’epoca?..) alla Barbara d’Urso sempre ne Lo sguardo dell’altro. E dire che credevi alla tua sana, pura femminilità.
L’hai data poi di qua e di là, senza badar a spese. Sei di-venuta… la badante di tutti… attacchi il Cinema “infantile” di Tarantino, fai… comunella coi registi più furbetti, ma ti sarò obiettivo…
Ti leggo una mia poesia di “cuore”. L’ho scritta ieri dopo l’ennesima avance di una scaldata da “Avanti popolo, bandiera rossa e te la sventaglio arrossata”.

Ciao “cara”,
ti ho mostrato la copertina… in anteprima del mio nuovo capodopera letterario, “
Cuore angelico, tenere tenebre sanguigne”. Un libro che mi è costato enorme sacrificio, quasi carnale. Ho divorato proprio la mia anima, scarnendola a indagine misteriosa dell’inconscio, mescendola a una sorta di remake in prosa di Angel Heart, unendo le suggestioni indotte dalla visione di Parker al “Faust” celeberrimo di Goethe. Son saltate fuori 180 pagine esatte vergate dal limpido mio sangue versato fra versetti altamente poetici e delirante, squisito esistenzialismo.
“Cara” Laura, questo è un libro dal romanticismo più vero.
In radio, per te, pass(er)a Alessandra Amoroso. Registrala e canta (come) tutte le “scrofe”.

Abbracci, non a braccetto, ti spezzo il braccio da lavandaia e bacini puliti. Baciamo le mani!
Firmato uno “stinto” sal(u)to da un Uomo “gentilissimo” col gentil sesso solo quando ca(r)pirà il sen(s)o della vita.
Oggi, tu mi scambi per dissennato, sto disseminando Cultura non troi(at)e
Non trovi? Volevi trombarmi?
Non contaminarmi di virus.

La migliore interpretazione di Matt Damon, da Oscar. Perché in questo film è identico alla sua “statuetta”

Nei panni di Edward Wildon è strepitoso. Il film è diretto da De Niro ed è magnifico, sia a livelli di regia e sia Matt.
The Good Shepherd. La storia della mia vita.
Un Uomo crede nell’amore ma sarà tradito anche da tutti gli amici.
Verso la fine del film, Matt finalmente manda a cagare Angelina Jolie e la lascia a Pitt.
Deciderà di sposarsi per credere di nuovo ai (ri)sentimenti.
Aspetta la sua bella ma, poco prima del matrimonio, gli spioni la gettan giù dall’aereo.
Doveva essere un bel momento. Finalmente Matt si era sbloccato e invece fu paralizzato.
Insomma, troppo serio e valoroso da meritarsi uno sguardo sulla realtà e lo (ar)resero da Valium.
Ho detto tutto…
Eh già…
Ecco Matt. Mi son sciolto come un ghiacciolo. Visto? Dinanzi a una merda come te, divento diarrea sciolta. Più che Damon il Demone!

Idiot!

Continua a piacermi la “religione” di Scorsese, c’è qualche problema fascista “moderno?”
Celebrate il grande Cinema e i grandi, non le scimmie che van a donnacce.

Evviva Frusciante, il fruscio e anche le plateali stronzate.

La vita è una pernacchia.

Abbiate fede e sarete ricompensate dal mio piatto di cime di rapa.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’uomo della pioggia (1997)
  2. The Monuments Men (2013)
  3. Il Grinta (2010)

 

The Dark Knight Rises – Edizione limitata come il mio “limitless”


01 Oct

Me lo ordino subito, me lo risparerò assolutamente.

 

Non perdetevelo, facce di merda.

Il Cavaliere Oscuro – Recensione


15 Sep

 

Stelle (de)cadenti nell’imbrunita palpitazione di rossa sinergia su turgide, virulente lune, battito alato d’una nitida ma sibilante resurrezione

Diario di bordo, “versetto” di sangue numero uno, Incipit

Nella vulcanica astrazione del mio “horrorificar” l’anima, smaltandola di simbiotico baglior albeggiante, oggi, finalmente riscoccò il Giorno nei fulminanti latrati d’un corpo rinnovato, famelico di nutrizione metafisica, in una serenità scossa, ancora, da fragili equivoci di neuroni contorti, imprigionati di melanconico naufragio nel tenue ma corrosivo inabissarli, dunque appunto intenerirli nella claustrofobia rinascente d’un vivido grido selvaggio inferocito di nitor a Ciel “cereo”, opaco e poi perlaceo, di suoi gracchii furibondi ed euforici. Sguinzagliando le tenebre che castigarono il Cuore in un esserne preda della vita, imponderabile e maestra nel “perquisirmi” per inseguire la romantica dissolvenza della catarsi.

Con tal brillante apatia sconfitta, dopo le lenzuola morbide di cuscini setosi nell’opulenza dei sogni, solerte nel Sol solitario ma evanescente d’immaginazione erotica e intrepida furia, mi “racchiusi” in un cinema sapor “primizia”, a degustare un capolavoro annunciato, la cui visione rimandai per sfoltir la massa troppo rumorosamente adorante di suggestioni e indotto, “acritico” imboccarla.

Dietro la mia poltroncina, addobbata di classe “invisibile”, un gruppetto di ebetucci con le “erbette”, tra frizzi e il “lazzo”-canaglia alle loro cagnoline, “dolci” di bacetto “fumoso”.

Aspettai, (in)ininterrottamente, che tutto si spegnesse per riaccendermi, e la mia anima, (dis)illusa, si sorbì gli “assorbenti” e filmati sconci di macellerie ove il capriccio edonista sfodera quanto sforbicia la coscienza, “invogliandola” a patir l’omologazione anche del più inviolabile nostro segreto, il Sesso.

Numero due, l’inizio del Terzo…

Memorie dal sottosuolo del ricordo di un Uomo “scomparso”, misteriosamente eremita e “asociale”, zoppo, dunque claudicante, scarico e addolorato d’occhi troppo neri e una magrezza ossutissima di muscoli ieratici nel panorama tetro d’una inflaccidita, pigrissima Gotham.

Christian Bale, proveniente da un Pianeta camaleontico di mutazioni corporee dal fisico bronzeo ma carnagione pallida e “malata”.
Antichi amici tentano, (in)delebilmente, di risvegliarlo perché troppo “addomesticato” dal suo carisma “dormiglione” negli allori, nella allure e nelle aurore che (non) furono.

Ove la Notte squittiva nuda indossando un colore mascherato di voce cavernosa nelle grotte che zampillavan da giustiziere…

Prima della sua (ri)comparsa, un mostro titanico di fisico teutonico e “detonante”, Bane, un Tom Hardy di robustezza quasi “obesa”, costole “pentecostali” di un’esistenza soffertissima e lacerata nell’efferato terrorismo, anch’esso “celato” dietro un volto semicoperto, però non “sdoppiato” ma fin troppo esplicito senza fraintendimenti: prenderà d’assedio Gotham per “rigenerarla” nella vendetta purificatrice del fragore atomico.

Pausa erotica, insomnia…

Anni di clandestinità e da cane, anzi d’allupato su un divano “scamosciato” di mie registrazioni notturne “dispettose” nella “suzione” di tutta la mia magniloquenza virile che allisciò le turbolenze adolescenziali, gemendomi dentro nell’apotesi “svergognata” d’una “reclusione” ed “esclusione” di “sfregarmele da menefreghista e (s)freg(i)ato”.
Donne dai culi magnifici in gara di competizione antecedente, dunque di posteriore “sgommato”, con questa Catwoman “aderentissima” d’eccitazioni “pneumatiche”.

Versetto finale del rising

Un urlo a incoraggiare il leone abbattuto dall’oscurantismo “medioevale” di torture all’anima e punizione troppo severa.
Un pozzo che non avresti mai più scalato. Finché i nervi si rinsaldarono al metallo forgiato nella tua forza adamantina, principesca, possente d’ancestrali potenze rifiorite nella Genesi del tuo Tempo.
Allenamenti a rinvigorire le iridi accecate dall’odio e dalle invidie, del tuo dinastico privilegio che non ha mai imparato a “farsi il letto” per esser riverito da maggiordomi e (Notre)dame…

E un balzo sorprendente, issato in gloria di chi ha tifato lì, in fondo ai “tufi”.

Complotti, una Cotillard dal seno che ci rimani secco, in “giuggiole” d’occhiolino invadente per “spolparla” nei succhiotti al nettare.
Ma che si rivelerà una traditrice doppiogiochista di lama tagliente ma, tanto scattante, quanto di lenta scaltrezza.
“Calcolo” a cantar “vittoria” troppo presto che, infatti, rallenta l’imminente, rinviata tragedia per la suspense“prevedibile” ma sempre spettacolare.

Il terrificante cattivo abbattuto, la “puttana” seviziata da un’Hathaway che recita nell'”esagerazione” delle “natiche” della controfigura, gran figa, e un finale “aerospaziale-nautico” con tanto di esplosione…

Della salvezza, dell’applauso, del Robin da colpo di scena furbetto e un inevitabile…

… Michael Caine, il saggio e “venerando”, commosso, lancia un’occhiatina e augura “Buona vita” al “(non) morto”.

Nosferatu ama anche in un bistrot…

(Stefano Falotico)

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