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Vengeance!


05 Jan

La vendetta sottile, acuminata, florida nelle faune delle “fauci affamate” da “innaffiar” affinché rinsaviscan da retrograde mentalità molto ottuse, vinte dal mio contundente

Quando un mostro viene scoperto è il suo incubo peggiore, vero?

Storie orripilanti, di pestaggi, “adulti” bavosi con sempre quell’impermeabile ferocia a scalfire le giovinezze, dietro smorfie ammiccanti, risatine “sgridanti” d’occhio furbetto a insinuar la loro putrida carnalità, la materialistica metamorfosi nel patto diabolico ad aver incenerito e annerito ogni più sacro anche lor pudore dietro una maschera sempre sul punto d’eruzione per squagliarsi nelle briciole d’un polistirolo freddo da “svegli” sorveglianti.

Quindi le bugie, allineate con scrupolosa meticolosità e fiera, anche feral, aderenza a valori inalienabili, oramai contrattati nella rigida, ostinata perseveranza alla più lesiva e acuta arroganza “plebiscitaria”, il contagio irreversibile dalle universali nerezze d’una tetraggine corporea, ecco che si concessee il “lusso”, ah la lussuria, di scarnire e per di più schernir con “scherzetti” crudelissimi la “vittima” designata per un’altra lestofantissima “goliardia” all’elefantin’ tanto “buffino” a cui tirar le orecchie affinché gli “tirasse” a genio di regole menzognere da intonar sull’“elevazione” delle coscienze appiattite da non intaccar di dubbio.

Ove s’annidan le certezze, ecco che spunta il “nido del cuculo” d’affigger, di marchio da macellai, all’agnello sacrificale d’ogni sporca copertura del balletto lor di camuffa travestito.
Orgiastico, disgustoso, rivoltante, spellantissimo all’intruso da beffar con cene ghiotte del sapor “candito” e condito del più “rubino” dei loro rossi “bruciori”.

E così, riuniti al tavolo delle deprogrammazioni all’encefalogramma e alle anime dei “ribelli”, allestiron, d’imbandita da banditi, un gioco a soggiogare. “Ammansivo” da “dolci” a indocilire…

Tanto lesto di strategie per sbatter in manicomio, previo assistenza sociale, quanto poco attento a non commettere errori nel perpetrato omicidio “bianco”.

Emarginazione violentissima, cancellazione totale di tutta una vita trascorsa assieme, per un raptus “ero(t)ico” d’un brillantissimo, certamente dementissimo, “cervellone”.
E tutto il suo corteo di plagiabili amichetti a dargli retta e a proseguir nell’attacco sferrato con efferatezza bestiale.

Uno che, “destissimo” di tutto punto e impuntarsi (saran state le sue puttane a “redarguirlo” in tal via “direttiva” da retto-re), s’accanì furiosamente, inventandone appunto di cotte e di crude per infangare una reputazione, a suo “credito”, non in sintonia con le sue rotondità.
Un idiota assai tonto.

Dunque, dopo aver cacciato a pedate il “fastidioso”, causa un’insostenibile suo piacergli forse troppo (sì, spesso il crimine s’origina dalla gelosia più morbosa che nessuno avrebbe mai sospettato), contattò, dietro abiti “nascosti” (leggi Internet, ove puoi inventare profili falsi e sparger voci altrettanto calunniose) mezzo Mondo, rifilando la patente di matto a colui che, per antipatia, voleva veder rovinato. Coi capelli sfibrati, lo stomaco debordante e tutta la “cantilena” del lamento disperato. Da porgergli un fazzoletto per lagrime amare da versar in segno di sue “vincite”.

Il Tempo però gli fu assassino. E ogni inganno si ritorse contro ché oggi, anche i suoi compagni più affiatati, non si fidan più di tal impostore. E non gli son più “affezionati” come una volta.

Anch’essi, infatti, ne scopriron il raggiro e le circuizioni da girino e da pagliaccio del circo, e ora gli han cucito addosso un vestitino “rosa” da mostro.

Complimenti. Forse, la Croce Rossa lo risolleverà.
O forse le pompe funebri?

Sì, rammemoriamo tal teppista che, dopo essersi fatto scorrazzar per mezza città, gradendo le sue signorinelle di “mancia”, molto “servili” ai suoi “umili appostamenti”, dopo aver tracannato birra su ignoranza oscena d’esibizione spudorata, dopo essersi insinuato nella mia ospitalità nobile e d’alta scuola, iniziò per pur di-letto a ribaltar tutto, a sbatter le porte in faccia, annessa la madre brutta come il debito e ancor più immonda d’origine “genealogica” appaiabile alle scimmie delle tundre più “grottesche (eh sì, in quelle grotte, le gote di tal donnaccia ben concupivano, d’adescamento peloso, gli accalappiati suoi “simili” fra grida zoologiche ed “etiche” primitive da dom-in-ata nelle sodomie brade da bruti “cacciatori” della selvaggina).

Prima offese con cipiglio “severo” d’ammaestratore (vedi alle volte? L’animaletto frust-r-ato inverte, su montatura di testa, i direttori del tendone…), poi con tono “imperioso” ordinò appunto consigli “inderogabili” (cos’era un sindacalista del suo fegato liso e liscissimo dopo tanti “sfregamenti?”) per irretire e “indirizzare” a piacimento (sadico?) del suo “lessico” (molto slinguazzante nello sguazzar di vacca in vacca dietro un monacale, “intonso” inguine con tendenze delinquenziali d’ottica distorta, invertita e perversa “pedofilia” da maniaco sessuale “immacolatissimo” come i bidoni della spazzatura dentro cui il padre, “goloso”, annaspava di ruspa-nte intonarsi alle “tonache” della sua tossica raucedine con tanto di “birignao” da attore “navigato”…, sì, nelle fognature del cesso…), poi attaccò di messaggi minatori dietro la “difendibilissima”, inattaccabile “nomea” del pezzo di carta (igienico? Sì, ogni merda abbisogna d’una pulizia deretanica per pararselo con tanto d’“interdentale orale” alle sue belle “imboccate”, tanto allocche d’abboccar’).

Sì, costui, pezzo davvero “da novanta” del “kamasutra” da “stivalone” a “sbattersene”…, rigirò le frittate parimenti come “rivoltava” le sue “prede” che, dopo aver “tastato con mano” d’aiuole rasate, vomitavano per l’obbrobrio che se n’era “infiltrato” viscidissimo. Non lo denunciarono perché, essendo anche “codeste” delle galline da pollaio, un po’ di tal pollo s’aggradarono per “grattatine” da fornetti, sì ripugnanti di suo “pugnale”, m’altrettanto bestiali da non confessare l’accoppiamento “canino” dei lor denti cariati nella fornicazione di tal furbon’ “forcone”.

Un “uomo” davvero di “glande” caratura, “smaltante” a carati.
Sì, pare che varie cagne, appunto, s’ammalarono di “gravidanza isterica”, previo aborto per non metter su una prole figlia di tal “figlio”, causata dal suo apparato genitale in zona “urinale”.
Un uomo molto richiesto, che pare sia ai primi posti d’ogni classifica “interinale”, appunto, per svolger mansioni di pulitor dei pub(bl)ici. Vedi? Voleva castrare e ora è in prima linea nel sorriso “pulito” da castoro incastonato.
Lavoro pagato a “peso d’oro”, e soprattutto facile da svolgere, così come le sue “leccatine”.
L’incrostazione, infatti, va spurgata con tocchi lievi della “spugna”.

Per colpa di tal sciagurato e di tutta la compagine a lui affiliata (eh sì, sempre d’una “razza”, affine con artigli affilati, “verte” il branco…), rischiammo ospedali psichiatrici così ad-dotti: “crisi di nervi da curare perché pericolosa in quanto reazione a un pericoloso istint(iv)o”.

La giustizia appurò e mi considerò solo un puro villanamente “morso” da un “lupetto” che, insistendo e “sbranando”, ha ora “allevato” un “cucciolotto” di licantropo.

Che sta alleviando con “cura” ogni sua “chirurgia” da porcellino.

Per la serie, non fare Ezechiele se sei un fissato del miele ma puoi incontrare uno, mio smidollato, che ti strappa l’osso sacro in modo “sviolinato” e altrettanto “sdolcinato”.

Ché la Notte gli sia retta via, perché nella selva oscura già si smarrì…

Comunque, più che uno da brughiere, un eunuco “potentissimo” di pompetta nel bruco per tanti “buchi”.
Spolpatosi d’antropofagia.

Distinti saluti,
l’elevato Batman, Uomo vero che non voleva “elevarlo” nelle sue basse-zze.

Già, quando si minano diritti intoccabili, quando si sconfina di crudeltà premeditata e preterintenzionale (si spaccian pure per preti di bontà), allora è il momento d’entrar in guerra.

Al nostro “amico” piaceva anche insidiare una passione vitalistica, il Cinema.
“Regalando” al sottoscritto le etichette, con tanto di figurine orride, dei peggiori personaggi della Settima Arte. Gli stolti, i fuori di testa, gli inetti, gli incapaci, i timidi più sfigati, quelli più imbranati. Per imbrattare.

Allora, ragioneremo alla stessa smodata “maniera”.

Signor Bane (anche se ci par solo un nerd di suoi “muscoli” non tanto intellettivi), volevi ridurre Batman sulla sedia a rotelle?

Invece, il Signor pipistrello ti piscerà in faccia, dopo averti aperto la scatola cranica, mutando X-Man in tutti i supereroi. Compreso il “cieco” Daredevil.

Già, Bane… un Christian Bale trasformista versione Tom Hardy, questa volta, di Mad Max in zona più interceptor.

Più che divertirti sull’autostima, dando dell’autistico a chiunque ti capiti a tiro (che mira… bile), preoccupati dell’auto che ti stirerà…

Occhio all’angolo…

Sono un Genius!

Firmato Stefano Falotico

“Nemico pubblico”, recensione


13 Nov

Ultimo “Manhattan” fra i “gangster” dei propri demoni

Il Cinema energico, poderoso, folgorante di Michael Mann, stavolta s’inerpica nell’imbrunito volto dei tramonti che si cosparsero di vital linfa trasgressiva.
Intonata a battiti di ciglia, nerissimi, come gli occhi dall’abisso “candido” di Johnny Depp, arrochiti nei tagli cristallini, turbinanti, “digitali” di spari e spasmo laconico, spalmati di limpida acquiescenza “assorbita” nelle vene drogate delle lisergiche calme apparenti, a detonar scattanti su, sopra, dentro sventranti, meticolose, furiose, “lancinanti”, infiammate rapine a rapirsi proprio l’anima per saccheggiarne il valore o, forse, elevarlo a trono di ribalda sfacciataggine “scont(r)ate” nelle regole assurte a insostenibile modello di “stile”. La vita dei (propri) processi alla morte d’esorcizzare nella perenne fuga assurda, appunto, che risorge a ogni smaltato fucile della chimera polverosa, abba(gl)iata di schizzi esangui, affranti ma mordaci con gaglioffe spavalderie frantumate, ecco, nella putredine che annebbiò gli squarci visionari della lirica mistica all’increspato ora romanticismo ferito nel ventre d’una levigatezza a destarlo poi nell’abisso del vortice della Luna più melliflua e “incatenata” all’incanto perduto.

Dream perito, strada piovigginosa di vetri affumicati, d’una battagliera rivalsa a istituzioni che legifereranno, ferocissime, a imbrigliar caudine la morigerata “castità” del te già divelto, svelto però a sfoderar il “grilletto”, come un gringo del solitario, assolatissimo West, era remota, scomparsa nella tua riapparizione da fantasma più vivo delle ombre che perseguitano la tua, “assediano” e bloccan lo sterno del tuo deviar dello sterzante, feral sferrar attacchi al brado, disumano lor morirsi dentro nei boschi sempre più foschi d’una menzognera “dolcezza”, apnea galleggiante delle temperature “equilibrate”, stagn(ol)e. A cucir claustrofobiche, e di fobia a impaurire, a iniettare la leguleia osservanza del loro, sì, cupo eclissarsi e tetro, stridulo occultarsi cadaverici dietro (s)coperte, “rinomate” nomee.
“Egide” di stelle di latta graffianti da sceriffi monolitici come J. Edgar.
Un Edgar che sbircia i suoi passi “robotici” per avvolgere l’America nell’illusione solo automatica delle calibro. Sì, “calibrata” nel t(u)ono soffuso, plumbeo e dentro burocratiche archiviazioni per un catalogo di plastica dalla compostezza tanto “filigrana” ad attenuar l’anima da incenerirla nella “pulizia formale” d’una asettica” virtù “bibliotecaria” del proprio volto legnoso. La setta dei corpi segreti…
Un Edgar manichino, scarnito negli zigomi obnubilati, “nubili”, tanto nobili anche da spezzarsi nel “cuoio” inespressivo d’una sagoma “virginale” del Billy Crudup obliato nel bianco più “cerone” e ceruleo, che (non) c’è. Come un ruolo “secondario” di demiurgica, ieratica, orripilante presenza inamovibile.

Michael Mann azzarda nel noir camuffato da “poliziesco”, un urlo raschiato d’una Storia nota quanto “banale” e senza “guizzi”.

La “vera” avventura di Dillinger, già un inganno. Perché Johnny Depp, anche se all’anagrafe più vecchio del “reale” Dillinger, appare etereo d’immarcescibile giovinezza senza Tempo, una proiezione svecchiata dunque, rinvigorita nell’efebica diafanità angelica di Depp stesso e altro(ve), smacchiata dal John “biografico” dei documenti ingialliti.
Ove le poche foto dell’FBI ce lo “dipingono” canaglia e sporco, Mann “immedesima” Depp nella sua iconica statura decadente da eroe bellissimo.
Come l’adorante primo piano iniziale, martellante di colonna sonora da “biglietto da visita” del suo innato carisma.

Come tutti i capolavori, e soprattutto come in Michael Mann, la trama è “stupida”. Buoni osservatori della “legge”, senza sfumature psicologiche, contro i “malvagi” banditi “mascherati”.
Gatti coi topi e viceversa. Fra evasioni a cui basta “schioccar le dita” per organizzare la propria liberazione, dall’angoscia ancora di sé, d’un viaggio già schiantato e cosciente della sua “intrepida”, tenera vigliaccheria.
Duelli metropolitani da spadaccini con le pistole, appunto un western “in costume”. Anni ’30 sbiaditi, o ancor più lucenti delle praterie, rasoi e creme da barba più affilate e dissanguanti delle lame dei coltelli, macchine lussuose e firmati “occhiolini” più coraggiosi delle cavalcanti città coi saloon, aperitivi morbidi e “harmony”  più “scostumati” e smargiassi delle birre stronze nelle tavole calde.

Un Christian Bale titanico, senza sonno, missionario della “giustizia”, freddezza implacabile, un Depp asmatico e malinconico che sa quando e dove morirà, aspetta la sua fine proprio nello “schermo” del suo “melodramma” (in)glorioso.
A issare, brindare nel suo Cuore le gioie, i rimpianti, i rancori, la rabbia, l’amore e la Bellezza.
Una Cotillard sfuggente, peccaminosa anche solo quando terge d’acqua erotica pruriginosa, in vasca da bagno, col suo piede “scosciato” e stuzzicantisismo, il feticismo nervoso d’un leone combattivo ma fratturato, arso fra il vivere o morire da re(o) delle errabonde, “erronee”, sbavate, “brave” e “bevute” notti.

(Stefano Falotico)

 

“Autobiopic autoptico”, spiritoso e spiritato


19 Sep

Chi sono? Chi siamo? Cosa sogniamo? Sonnolenti? Lentezza? Velocità.
Indietro nel Tempo, viaggio, interruzione. Stop, cazzo no. Va “rifatto”, la frittata è (s)fatta.

Titolo della “biografia”…

Come il “pazzo” Batman mandò a monte la follia del tonto Bane

Sottotitolo, sempre in “grassetto”, essendo la mia vita “in corsivo”.

Se un Batman “nottambulando” va, Bane “canterellando” sarà incatenato

Strane bizzarrie accaddero alla vita del Signor Bruce Wayne che, per “masturbazioni” mentali “omicide” altrui, fu scelto per un “saccheggio” che si rivelò “scrotale” alle “erezioni” di chi non aveva previsto l’eruzione, detta anche esplosa bomba.

Diary di Wayne, “vanitoso” come pretende d’esser tensivo in un Mondo che lo allentò per infantilismi “macchiati” d’ipocrisia “adulta” e “adulterina”, al fine che la sua spontaneità da Principe fosse invasa da “dicerie” per rammollirne l’indole libertaria dell’amore sovrano in questi vostri (di)vani “allietati” solo da chiacchiere da “tanta carne al fuoco” di “frigoriferi” con la minestra, perfino, riscaldata.

Sì, ubicato in Via della Ca’ Bianca di perfezione anche nel numero civico, tre come la Trinità “barrato” nella “ripetizione”, 3/3, “sciaguratamente” nato per scambio di culle al Sant’Orsola di Bologna, detto anche “Policlinico” (infatti è un “Pentagono” di dottorini che, fra un parto cesareo e un’infermiera “aurea” di orecchini e minigonnella, estraggon di “prima tosse” ben augurante e un “benvenuto” di altre “botte”), ricorda che la sua infanzia fu “imboccata” di “croci” e religione, tanto che sua nonna scambiava l’Arcangelo Gabriele per Ezechiele Lupo, mentre attorno a lei, parrucchiera di “bigodini”, i “porcellini” della sua epoca fascista “zuzzurellavano” di “tambur battente” al “suono” dell’Inno di “mammelle”. Che “marcia”. Che marchio!
Sì, criticate la società italiana attuale perché il ragazzo “medio” è disoccupato e sgridate Grillo Beppe perché non “spipacchia” di “Politica” vera. Sempre meglio di Fazio Fabio, uno che invitò Bob De Niro alla sua trasmissione per affiancarlo all’immonda-“visione” di Littizzetto Luciana, detta la Sconsolata della Rai, in un “buttarla” in burla e poco “burro”, molta salvia e tante salviette da irrimediabile “depressa cronica” col “dono” della “sdrammatizzazione umoristica”. Sì, quando l’umore, abbattuto da un volto da strega, di rifiuti non viene “fiutata”, ecco che, al posto dell’arte del “cazzo” amatorio, spunta la cazzata armata di “personalità”. Ma, quando una “donna”, brutta come il debito agli strozzini camorristi, “la” getta a ridere, è sempre meglio delle “bottane”.

Sì, mia nonna di cognome fa David, ma io non son Golia, sebbene frequentai la scuola “alimentare” Sassoli D. “D” sta per “Domodossola“, famosa lettera dell’alfabeto di Mike Bongiorno e delle sue ruote della (s)fortuna con Antonella Elia e Miriana Trevisan quando la sua “vecchiaia” era già più scema di come Umberto Eco aveva “predicato”… verbale.
In due non ne fai mezzo.

In questa “squola” conobbi Trasatto Marco, di origini abruzzesi e fratello amante di Madonna. Il suo consanguineo era già un “figo”, oggi chi lo conosce… Michele?
Al che, fra un Bertoli Pierre, mio compagno di merende (avremo modo di ripescare questo “genio” più avanti nella narrazione) e la maestrina Ortelli, approdai alle medie “Salvo D’Acquisto”, carabiniere morto per la “Patria”.
Il mio primo ricordo “indelebile” fu una “nota” che complicò un po’ la “stima” della mia professoressa d’Inglese, tale Fontana. Suo marito aveva la Mercedes e aveva anche le sue cosce. Sì, stava messo “bene”. Era una a cui del lunch fregava niente. Neppure di Lynch, ma del suo occhio concupiscente “linciante” per esser, dal puberale, “slanciata”. Non vedeva l’ora che squillasse la campanella per far comunella coi gemelli “Longo”. “Spiccicati” e omozigoti. Uno era patito di Ken il Guerriero, l’eunuco “muscoloso” di Hokuto, l’altro l’abbiamo perduto.
Sì, all’epoca ero adorato da varie squinzie. Non so se avete visto le mie foto.
Sì, ho conservato il “fascino” di entrambi i “miti” a cui venni paragonato: Jason Priestley e Luke Perry di “Beverly Hills 90210”.
Sinceramente, ce “lo” possiamo dire? Tutte mi volevano ma preferivo “volare” con quelle di “Non è la RAI”, programma “altamente” culturale ideato dal Boncompagni, pedofilo conclamato che “aiutò” Angiolini Ambra a diventare la “glande” attrice ch’è oggi. Sì, Gianni, detto l'”angioletto”. Come “spronava” lui le vergini a far carriera, “lo” sa di “brutto”. Tutte “benedette”.
Sì, mi filava una certa Laffi Tiziana, adesso sposata proprio al Pierre.
Un anno fa, ho rintracciato Pierre tramite Facebook e ho scoperto che ha “infilato”… la fede alla “Titti”.
Mi ha cancellato dalle amicizie solo perché gli ho detto, come un deerhunter, che è un John Cazale che s’è scelto “una” che avevo già scartato a priori e, a “posteriore”, è sfiorita come una “bocca di rosa”.

Molti mi chiedono perché ho la “fissa” per il Premio Oscar di Toro scatenato.

Ecco, chi conosce la storia n’è ben informato.

Il resto è stato un Re per una notte…

In poche parole, uscii con “Ottimo” e ho oggi 5 libri all’attivo.
Nonostante “tutto”, continuo a credere che la “realtà” sia una minchiata, peggio del minchione Bane.
Che, a forza di prendermi per il culo, ha fatto la “fine” della mazza da baseball di James Remar de I guerrieri…

Un mio “confidente”, preoccupato della mia condizione “mentale”, mi suggerì di cambiar rotta: – Sì, comprendo la tua idiosincrasia e anche il tuo odio. Ma ti disprezzo. Perché non stai dando nulla all’umanità.

Risposta secca: – Meglio di te che “lo” dai alla prima passera che passa.

Io sono leggenda.
Tu no.
Perché non hai avuto la mia vita. E ora vendi di non rompere le palle, altrimenti ti sfondo il cranio. Perartro, hai perso tutti i capelli, e sarà più facile “trivellarlo”.

I famosi connotati. I conati… 

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. Il cacciatore (1978)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)

Batman – “Look… at me”


16 Sep

 

Dopo la recensione…

Le feroci (scorri)bande dei fuochi “fatui” di Bane, infatuato di Batman, che gli rifilò un patto col suo “Demonio”, sì Faust

Ecco che parli del Diavolo… e spuntano le corna. Sì, ce l’ho in testa, e anche in mezzo alle gambe. Tra fedifraghe, traditori e fraudolenti, Io sono il corvo che ti “gracchia” un “Amen, a me tutto, a te il lutto”

Così, le burle del “bullo” Bane, un “possente” vanitosetto per nuovi codici militareschi d’un trono alquanto sdrucciolevole, si “sciolsero”, “arse” nel pugno allo stomaco, d’un “rinsavito” Batman, “castigato” dall’irruente e troppo frettolosa invidia di costui, che fu, come in tutte le vendette “fredde”, d’un bacetto soffice al suo cranio, “pelato” soprattutto nel cervellino, tanto “strategico” quanto poco accorto a non rendersi conto, d'”autoscontro”, che il “tal”, molto più alto (sì, la levatura morale e istruita del Principe), era già appunto rinato prim’ancor che, momentaneamente, lo “spezzasse” ancora per la famosa “ricaduta” nel precipizio delle nere “depressioni”, quel pozzo oscuro che non avrebbe mai più rivisto la Luce e, invece, scal(d)ando una montagna da Sisifo fra i suoi tifosi, riscattò a riscoccar sfavillante e brillante come un Tempo “dimenticato” delle sue origini poetiche ed epiche.
Per una nuova epopea in questa epoca ove gli illusi e gli impostori pensan di “trionfare” con i “colpi bassi”, le offese, le umiliazioni, le “prigionie” ingiuste e i ruoli ribaltati, ove lo scemo del villaggio ride la sua “allegria” (momentanea e demente, ecco…) non sapendo che, dietro la sua losca “figuraccia”, si “nasconde” proprio colui, l'”intrappolato”, che gli “scodinzola” un dolorosissimo: – Buonasera, mi auguro che la sua Notte sia colma di sogni tranquilli. Il tuo sogno, e questo è il colmo, era rovinarmi nel “macero” e bruciare le mie passioni. Sa(i), sono di nuovo qui, più in forma di quando tentò (e malissimo gliene colse) di rendermi “deforme”. Che dice? Ci battiamo ad armi pari? Che fa? Sta tremando? Permette un ballo mio “bello?”. Non è che imbroglierà anche stavolta con le sue chiacchiere e bugie grosse quanto la sua boria di “petto(rali)?”. Vede, “signorino” Bane, può pigliar per fessa sua madre, quella povera disgraziata che la partorì nel suo incubo peggiore, ma qui si trova un Uomo più grande e robusto, nella Costituzione, di “lei”, e le converrà correr in ritirata se non vorrà riirar presto, ben che le vada, la sua “invalidità”. Poi non le “tirerà” più, eh? Mi dia retta, torni a casa, si costituisca e assuma un forte, “forzuto” tranquillante, così la prossima volta non si sforzerà di architettare un piano “regolatore” alquanto sregolato come la sua pazzia.
– Io mi son sempre guadagnato la pagnotta, mio Wayne. E ora la città è mia.
– Sa, a quest’ora il forno è aperto. Non è che posso offrirle una cioccolata calda? Aiuta l’umore quando i “topi” di nostra “conoscenza” son rumorosi. Si moderi, Bane. La gente sta dormendo. Che sono questi modi? Stia composto. Le sembra giusto urlare quando anche gli uccellini più discoli son ora posati nella sonnolenza su queste belle fronde? Mica le sue frodi. Lei è un baro, un barbaro, un burbero. Sì, dietro questa sua posa da maschione, secondo me, quando si “apparta” nella sua stanzetta, gioca con le “Barbie”. Suvvia, me “lo” dica tutto. Siamo fra uomini, no?
– Io sono il Man!
– Ne siamo sicuri?
– Certo.
– Il doppiaggio italiano la rende un tonto. Mi consiglia la versione “originale?”.
– No, mi va bene Filippo Timi.
– Ecco, guardi. Nella vita “reale” balbetta, come attore non “glielo” discuto. Ma ce “lo” possiamo dire? Le ha “dato” il peggio di sé. Qui, è proprio un idiota.
– Scusi, Batman… non ho capito tutto questo giro di parole. A cosa vuole arrivare? A che gioco sta giocando?
– A questo? Visto? Sentito?
– Oh, cazzo. Questo si chiama botta tremenda.
– Ecco, mi ha(i) costretto.
– Ahiaahi, basta(rdo), no, aiuto!

Per chi non l’avesse letta, adesso può videoascoltarla. Speriamo non la veda Bane, altrimenti si scotterà:

 

Il Cavaliere Oscuro – Recensione


15 Sep

 

Stelle (de)cadenti nell’imbrunita palpitazione di rossa sinergia su turgide, virulente lune, battito alato d’una nitida ma sibilante resurrezione

Diario di bordo, “versetto” di sangue numero uno, Incipit

Nella vulcanica astrazione del mio “horrorificar” l’anima, smaltandola di simbiotico baglior albeggiante, oggi, finalmente riscoccò il Giorno nei fulminanti latrati d’un corpo rinnovato, famelico di nutrizione metafisica, in una serenità scossa, ancora, da fragili equivoci di neuroni contorti, imprigionati di melanconico naufragio nel tenue ma corrosivo inabissarli, dunque appunto intenerirli nella claustrofobia rinascente d’un vivido grido selvaggio inferocito di nitor a Ciel “cereo”, opaco e poi perlaceo, di suoi gracchii furibondi ed euforici. Sguinzagliando le tenebre che castigarono il Cuore in un esserne preda della vita, imponderabile e maestra nel “perquisirmi” per inseguire la romantica dissolvenza della catarsi.

Con tal brillante apatia sconfitta, dopo le lenzuola morbide di cuscini setosi nell’opulenza dei sogni, solerte nel Sol solitario ma evanescente d’immaginazione erotica e intrepida furia, mi “racchiusi” in un cinema sapor “primizia”, a degustare un capolavoro annunciato, la cui visione rimandai per sfoltir la massa troppo rumorosamente adorante di suggestioni e indotto, “acritico” imboccarla.

Dietro la mia poltroncina, addobbata di classe “invisibile”, un gruppetto di ebetucci con le “erbette”, tra frizzi e il “lazzo”-canaglia alle loro cagnoline, “dolci” di bacetto “fumoso”.

Aspettai, (in)ininterrottamente, che tutto si spegnesse per riaccendermi, e la mia anima, (dis)illusa, si sorbì gli “assorbenti” e filmati sconci di macellerie ove il capriccio edonista sfodera quanto sforbicia la coscienza, “invogliandola” a patir l’omologazione anche del più inviolabile nostro segreto, il Sesso.

Numero due, l’inizio del Terzo…

Memorie dal sottosuolo del ricordo di un Uomo “scomparso”, misteriosamente eremita e “asociale”, zoppo, dunque claudicante, scarico e addolorato d’occhi troppo neri e una magrezza ossutissima di muscoli ieratici nel panorama tetro d’una inflaccidita, pigrissima Gotham.

Christian Bale, proveniente da un Pianeta camaleontico di mutazioni corporee dal fisico bronzeo ma carnagione pallida e “malata”.
Antichi amici tentano, (in)delebilmente, di risvegliarlo perché troppo “addomesticato” dal suo carisma “dormiglione” negli allori, nella allure e nelle aurore che (non) furono.

Ove la Notte squittiva nuda indossando un colore mascherato di voce cavernosa nelle grotte che zampillavan da giustiziere…

Prima della sua (ri)comparsa, un mostro titanico di fisico teutonico e “detonante”, Bane, un Tom Hardy di robustezza quasi “obesa”, costole “pentecostali” di un’esistenza soffertissima e lacerata nell’efferato terrorismo, anch’esso “celato” dietro un volto semicoperto, però non “sdoppiato” ma fin troppo esplicito senza fraintendimenti: prenderà d’assedio Gotham per “rigenerarla” nella vendetta purificatrice del fragore atomico.

Pausa erotica, insomnia…

Anni di clandestinità e da cane, anzi d’allupato su un divano “scamosciato” di mie registrazioni notturne “dispettose” nella “suzione” di tutta la mia magniloquenza virile che allisciò le turbolenze adolescenziali, gemendomi dentro nell’apotesi “svergognata” d’una “reclusione” ed “esclusione” di “sfregarmele da menefreghista e (s)freg(i)ato”.
Donne dai culi magnifici in gara di competizione antecedente, dunque di posteriore “sgommato”, con questa Catwoman “aderentissima” d’eccitazioni “pneumatiche”.

Versetto finale del rising

Un urlo a incoraggiare il leone abbattuto dall’oscurantismo “medioevale” di torture all’anima e punizione troppo severa.
Un pozzo che non avresti mai più scalato. Finché i nervi si rinsaldarono al metallo forgiato nella tua forza adamantina, principesca, possente d’ancestrali potenze rifiorite nella Genesi del tuo Tempo.
Allenamenti a rinvigorire le iridi accecate dall’odio e dalle invidie, del tuo dinastico privilegio che non ha mai imparato a “farsi il letto” per esser riverito da maggiordomi e (Notre)dame…

E un balzo sorprendente, issato in gloria di chi ha tifato lì, in fondo ai “tufi”.

Complotti, una Cotillard dal seno che ci rimani secco, in “giuggiole” d’occhiolino invadente per “spolparla” nei succhiotti al nettare.
Ma che si rivelerà una traditrice doppiogiochista di lama tagliente ma, tanto scattante, quanto di lenta scaltrezza.
“Calcolo” a cantar “vittoria” troppo presto che, infatti, rallenta l’imminente, rinviata tragedia per la suspense“prevedibile” ma sempre spettacolare.

Il terrificante cattivo abbattuto, la “puttana” seviziata da un’Hathaway che recita nell'”esagerazione” delle “natiche” della controfigura, gran figa, e un finale “aerospaziale-nautico” con tanto di esplosione…

Della salvezza, dell’applauso, del Robin da colpo di scena furbetto e un inevitabile…

… Michael Caine, il saggio e “venerando”, commosso, lancia un’occhiatina e augura “Buona vita” al “(non) morto”.

Nosferatu ama anche in un bistrot…

(Stefano Falotico)

Lo spettatore “medio” veneziano è un “Pollicino” da dito…, ecco bravi, tanto “buoni”


09 Sep

 

La migliore “Regia” va alla mia “Copp(i)a Volpone”

Scorazzando per Lido, “incappai” fra varie gambe, che “attanagliarono” la mia morsa, “ferendo” nel “non plus ultra… Man“, e con “classe” celeberrima vinsi il “Leone d’Oro”, nello spogliarello della “premiazione” di donne “gentili” che, dopo avermi denudato, “accavallarono” le loro corna, masticando “dolcemente” vari croissant, assai “croccanti” dopo che “le” infornarono” nella “mezzaluna” della “Poteva andare in prostituta, invece siamo intellettuali tristi. Dai, amica mia, dammi un bacetto sulle guanciotte e facciam sbiboccia, cantando l’appassionatamente di chirurgia plastica per tirarla e pasticche per star su, stirandocele”.

Sì, fra i vari ritardati cronici che infestano, “festosi”, la Laguna, senza dubbio mi distinguo, per compostezza “rilassatissima”, tanto che se uno mi provoca, poi non apre, non solo più bocca, ma neanche la patta dei pantaloni.
Incastro ogni “cerniera” senza bisogno di “mozzarglielo”. Perché se ha una faccia da mozzarellone, non è necessario esser cattivi imboccandolo di “formaggini”.

In quest’umanità allo sbando, sì, fisso lo scemo per il suo “occhio sinistro” e mi catapulto nella sua ottica distorta, “rafforzando” le sue vigliaccherie, a tal punto (di sutura dolorante da “cotone idrofilo”, sì, tanto è ovattato tanto è ottuso di contundente da chi gli spacca i dentini per apparato gengivale da “disinfettare” salvo ascessi) che, stremato, non può che tremare e scappare, spaccando tutto per la vergogna ignobile d’avermi affrontato con siffatta prosopopea.
Sì, me “ne” pippo tante, un po’ Goofy come il “cane” della Disney, un po’ nelle “topoline“, fra un paperino che prendo per una giovane marmotta e un’altra che monto(n’) di “panna”.
“Zuccherando” nello “smutandando” anche solo di Sguardo “invadente” ove l’inguine può inguaiare se è spos(t)ata e suo marito è “micidiale”. Sì, un coglionazzon’ che fa l’impiegato e “ficca” (con) Bon Jovi in autoradio, ma con du’ coglioni così nonostante la moglie preferisca le palle degli altri.
Tanto moscio quanto “duro”, l’ossimoro di chi ti rompe le ossa.
Sì, come no…

Molte “ragazze-minchia”, espressione “romana” di come son “puttanesche” d’ingenuo “darle” e pomiciar col Pomì, l’italianissima, “trentennal'” salsa e polpa dei “pomodori“, tentano di darmi del “fallito”. Ma apro l’impermeabile e sconvolte “ammirano” tutto il gioiello del falotico mutar alla Montale.

Sì, corteggio una signora fighissima con quest'”apostrofe” per ogni amante che sa come in culo non se la farà, ma lì lo prenderà: – Ti voglio, lascia stare quel quarantenne, non vale il mio valore qua in mezzo”.
E Lei, molto “cortese”: – Mi lusinga, ma ho quindici anni più di te. Capisci che sono “grande”.
– Sì, ma tu sai però che io ce l’ho più lungo di 20 cm?”.
– Lurido porcello, a cosa alludi? All’uccell’?.
– No, allo spassarmela nella passerin’. Non tarparmi le ali, involiamoci nell'”involtino”.

E così, sbeffeggio tutti. Un tale, un torinese “spietato“, fa le corse dalla Sala Grande al PalaBiennale, scrive come un “dannato” ma sempre più “an(nu)al'” è la sua vita d’accoppiamenti promiscui, di orge miste e minestroni senza peperoncino.
Sì, è là che loda e va in brodo di giuggiole, ma mi chiedo: “Se gli piace il sofisticato, a quando un’esistenza che non sarà… ficcata/nte?”.

Vi lascio su questo dubbio, e auguro agli imbecilli “Buona fortuna” che, a conti (s)fatti, è l’unica “congratulazione” d’una  mai vissuta.

Oh, almeno questo vogliamo pure “concederglielo?”.

Già, una pensionata frigida mi disse “incazzata a morte”: – Basta adesso, vedi di “fartelo”.
E io: – Certamente, sarà “fatta”. Tu vedi di farti quel flaccidon del tuo compagno(n’).
– Ma io ti spacco la faccia.
– “D’accordissimo“, però deve sapere che sono l’unico Uomo che può essere sia Batman sia Bane. All’occorrenza, sotto il “muto” c’è “tutto”, e sotto i muscoli c’è quello ancora più indistruttibile, meno evidente a prima vista ma “a bel vedere”.
– Ah, ma tu allora sei “schizzato” veramente!
– Sì, non canto con Venuti il famoso “ritornello” che “fa” così:
il cielo grida il tuo nome, la primavera mi risveglierà come un fiore…, come un fiore…
Però “vengo” molto più dell’altro “pezzo” a “lei” mancante: riflettono l’essenza, adesso stai fingendo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
      Rino Gaetano canta, di Notte, con Catwoman: “… c’è un mondo diverso e fatto di sesso!”.
    2. The Master (2012) Riflettete:

  1. Rocky V (1990)
    A chi dai del “cocone“, ebete cotonato?
  2. Il cacciatore (1978)

Guida per riconoscere il tuo “Santo” (in Paradiso), cioè il ritorno del Cavaliere oscuro che l’ignoranza oscurò, salvo esserne salvata


26 Aug

Ho sempre incarnato l’eleganza, e ciò è un (di)letto che trangugia il profumo, carezzando le donne con “equivoca” sfacciataggine, “falciante” da equino(zio). Sì, le ragazze che raccolgon la margherita con me rifioriscon in Primavera.

Ode a noi, uomini che imbruniamo nella Notte, fra polli arrosto che se “la” ridono, inconsapevoli della realtà agghiacciante in cui saran spezzati senza (con)doni e senza più Condom, a filo spinato e d’“erba”, sempre più (de)crescente di “Crescina” che smalterà l’alopecia androgenetica di “menopause” mentali sempre più “propedeutiche” per smarrir il pel(vico) che fu(ma), ora spelacchiati come capre che non furon educate al servigio del mio gregge ché, pastore di questa vostra valle di lagrime, consolerò le più belle da bellicoso “montone” e mi sdraierò poi montato dalla “lana” calda d’una sopra all’altra per una “tessitura” con tanto di “stiratura” e sempre più duro, alternando il fiato di trombe “incanalato” nella (corna)musa al “muso” di “pecorine”, con piroettante “cavalluccia” che un po’ ciuccia e un po’ sta a cuccia.

Sì, se Ian McEwan scrisse “Chesil Beach”, storia di due “amori” alle prime “armi”, non vedo perché Io, l’Altissimo Signore, non posso scrivere la sceneggiatura della mia vita, dal titolo “lunghissimo” e furbesco: “Sulla spiaggia astratta c’è il gatto che raccatta i ratti e li getta nel mare delle loro idiozie, ove affogheranno senza fighe ma con foga precipiteranno, da lì, sin nelle fogne, in cui saran poi spurgati dal purgante del mio It da Stephen King, essendo io Stefan’ il Re(galo) alle loro coscienze, che poco gradiranno e non più s’aggraderanno in codici militareschi da chi gradì ribaltar la mia gerarchia quanto, invece, nelle cosce delle loro mogli sarò milizia delle liquirizie”.

Sì, Batman è a voi, prendete carta e penna e leggete la sua biografia. Appurerete, con tanto di “diagnosi”, che Christian Bale è un sedicente mio imitatore, l’unico vigilante mascherato è il Falotico.

Mi scambiaron per Peter Parker, invece il mio “muscolo” avrebbe dovuto metterli in guardia. Perché, “motorizzato”, picchia e “suona” il cattivone, gli ruba il suo “culo” e se lo fotte nella “caverna”, “dandolo” in pasto a un cagnaccio e poi “intrattenendosi” con Catwoman, quella “purissima” e non la Hathaway, ancora troppo “insaponata”.

Sì, parlo della suprema, fottuta Michelle Pfeiffer, attrice “mobile” che, “scodinzolandola”, attizzava il Bat-tito in mezzo alle mie gambe.

Cardiaco, un infarto o qualcosa di non identificato che “schizzò” per Gotham City, ove la mia “vivacità seminale” seminò il panico fra chi sbiancò, stupefatto che ci fosse stato, finalmente, un pipistrellone che “lo” mise lì a tutti.

Sgommando da scarface.

Un fottuto figlio di puttana? No, un puritano che salva Iris dalla strada, e poi s’“angelica” nella biondona…

 

Firmato il Genius

(Stefano Falotico)

  1. Taxi Driver (1976)
  2. Batman. Il ritorno (1992)
  3. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  4. Scarface (1983)

Batman debutta in Italia, e di Notte aspetto l’alba


22 Aug

 

In memoria dei posteri e degli impostori, incorniciate tale frase quando i vostri figli vi chiederanno i soldi per le “siringhe”: “Sia resa grazia al Salvatore perché pastura col bastone”

Sì, ieri sera, dinanzi al multiplex con tanto di poltroncine “Permaflex”, ove la ragazza acqua e “sapone” sa esser “flessuosa”, si era radunata una folle gremita, anzi “al cremino”.
Dicesi “cremino” la gente incosciente di come è già stata scremata e spera nelle missioni salvifiche di Batman per rimediar la figa che “gatta” non è più. Forse oggi, dopo anni di “duro” lavoro con tanto di pause-shopping e caffè bollenti più della “sua” Notte poco “zuccherata”, è donna “dotata” solo d’un portamento “brillante”, sì quanto le stelle sull’albero di Natale della famiglia “Se mangiamo solo spinaci per colpa del filo spinato, noi ameremo comunque le rose e non le spine”. Sì, infatti abitano a Spinaceto, “famosa” frazioncina periferica della Capitale ove alloggiano quelli senza i capitali ma comandati dai caporali.

Applauso!

Al che, m’astenni e, come al solito, non (per)venni.
Rimandando la visione dark a quando mi si saran schiarite le idee dopo un’opportuna scorpacciata di altri capolavori di gusto “marmellata” in quel di Venezia, si spera anche addolciti ancor più dalla “panna montata”, famosa “guarnizione” con cui il Sesso è più sciolto nelle lubrificazioni.

Scusate. Sono guarito, no? E dunque perché non dovrei guarnire?
Dico, siamo uomini o “falegnami” della nostra Croce?

Leggo i pro e i contro verso l’attesa opera “monumentale” di Nolan, fra una Ciotta (già citata… per “danni”) e varie redazioni a lottare per l’opinione più stronza ma, si sa, più “originale”.
Sì, questa pellicola è un’occasione unica al fine che giovani “talenti” (che io vedrei bene alla fattoria “Qui si munge e di latte si sugge, in sen-s-o anche mamma-rio del “termine”… sì, son già finiti ancor prima di nascere, eppur “bamboccian” di sbi-bocce) s’accapiglino per “sfoderare” la classica “frase a effetto”, per una recensione “memorabile” quanto la macchia di sugo vicino alla cerniera quando una che hai corteggiato per tutta la vita è lì lì per il “pompin” che ti “sfoga”.
Sì, mi han già “rovinato” il film prima di “succhiarlo”.

Ogni Nolan va, infatti, coccolato affinché si “raddrizzi” nell’apparato gengivale del metabolismo a noi più goduto.
Ah, ma questi son solo delle puttane p(r)estate alla carta stampata. Peggio di quella “igienica”, che almeno usa il fazzoletto per asciugar quando t'”imbroda”.

“Sappiatelo”. C’è solo un “cavaliere” che “fuma” nella Luna.
Codesto egregio Signore, di barba (in)colta, prende i “cattivi” bavosi per il bavero e “bofonchia” nelle farneticazioni generali di cazzate buttate qua e là (vero, quaquaraqua?) per “assoldarsi”.

Egli, come potete constatare, non “tastatemelo” però, lusso permesso solo alle lussuriose, è un licantropo che ama il suo “pipistrello“.

Sì, Bruce Wayne è il mio maggiordomo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Excalibur (1981)
  2. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  3. Fuori orario (1985)

 

 

 

Christian Bale è meno atletico del vero Batman


20 Aug

Qui, potete ammirare Falotico, cioè io, quando si “addome-stica”.

Eh sì.  Costui, il Falotico che tutto il Mondo conosce, è Uomo che fa un baffo a quel flaccidone di Christian Bale. Egli, “addominalizzando”, animalizza se stesso al fin di protendere per un’anima migliore che salverà l’umanità dallo sfacelo. Il suo respiro ansima nella Notte, in senso (a)lato.

 

Non tollero chi non si adatta a me, essendo mille anni Luce(nte) oltre la superbia delle sciocchezze, di nascita cosmogonico e non inglobabile


18 Aug

Uno scemo vuole sapere come ho conquistato una Donna di tre chilometri di gambe, standomene “fermo” in pantofole.

 

La ragione è presto spiegata, tale missiva, un missile potentissimo allo scioglimento dei suoi nervi “saldi”, accaldati d’un “motivetto” latino accoppiato al mio “abbaiabile”:

Mi lasci esterrefatto ogni volta che poso il mio Sguardo sulle tue foto. Incanti d’una Bellezza stordente, che spoglia via macchie ipocrite per cui la gente ogni Giorno vive e s’azzanna in lotte fameliche divorandosi a vicenda, “urlando” in silenzio e nutrendo odi reciproci a base di cattiverie, pettegolezzi meschini, inezie con cui s’abbigliano, “mostruofic(c)candosi” a vicenda, dilaniando le viscere in fetidi pudori che (s)confessan in bagni smacchiatori di “cenacoli” orgiastici a divinità di plastica compiacente la loro pelle già “cremata” e incenerita su soffici manti “cheti” quanto “generosissimi” di slabbrate reciproche a bruciar ogni odor di sé, lì a guaire, a miagolar “carezzevoli” di canini che accontentan quanto lo scontento che azzuffa, “mise il dito” omettendo il piedino, “spalanca” ma lascia a bocca aperta di denti gialli, fritti d’una padella mai sazia d’“olio”, in cene viziose di carnalità “fruttuose” mascherate dietro “lavori” che ne co(m)pran il porcile da sfruttatori.

Se leggerai queste parole, sarai mia in men che non si “tiri”.

Firmato il Conte Dracula, uno che “lo” racconta prima che tu possa “ve(n)derlo”. Un Uomo “al sangue”, che vive sul monte ove piglia a schiaffi il 90 per cento dell’umanità quando scende in città a dar “manforte” ai colli per cui gocciolar d’“amore”.

Come ti amerò Io, neppure l’idraulico d’ogni fantasia femminile.

Sì, la mia strategia è imbattibile. C’è chi ripara le tubature, fra un rubinetto che perde e il rossetto di lei sbavato, e c’è chi spinge su “YouTube” con la bava del mio occhio sinistro, già lì in te di mellifluo rizzarlo.
Su quel “portale”, potrai ammirarlo in tutta la sua grandezza
.


Risposta: – Sei un provocatore, le mie foto non erano così provocanti.
Controreplica “supposta”, già “piazzato bene”: – Sì, ma non possiamo fare troppo tardi, stanotte. Ci sono i soliti “scassaminchia” a cui pisciar in testa, come da pipistrello per cui nacqui. Attenta a non spomparmi, altrimenti poi non farà il suo “dovere”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. I mercenari 2 (2012)
  2. Bullet to the Head (2012)
  3. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  4. The Master (2012)

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