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Prendete lezioni da Al Pacino, non da questi buontemponi che si sono improvvisati attori su YouTube, siamo caduti davvero in basso


13 Nov

the irishman stephen graham

giustizia per tutti pacinoAl Pacino è un uomo che indossa splendidamente i suoi quasi ottant’anni di vita.

Firmerei subito un contratto con Mefistofele, con Belzebù e con De Niro/Louis Cyphre di Angel Heart, ah ah, per arrivare alla sua età come il suo John Milton de L’avvocato del diavolo.

Al Pacino, soprattutto in questo succitato film di Taylor Hackford, emana un fascino e un carisma bestiali.

Si atteggia a sapientone ma sfodera alcune espressioni che, se non sapessimo essere figlie di colui che conosce Shakespeare a memoria, potremmo scambiarlo per Adriano Celentano.

Sì, che poi anche Adriano non è mica il re degli ignoranti come s’è sempre detto. Questi sono appellativi appioppatigli da gente che non conosce la via Gluck e non ha mai letto I ragazzi della via Pál.

Classiche persone che se citi i ragazzi di via Panisperna, se ne saltano subito con la battutina prevedibilissima… chi? I c… zi di pen di sp… ma?

Basta, non ne posso più davvero.

L’Italia è un Paese ove vige un’arretratezza culturale che viene erroneamente scambiata per cultura colloquiale, per sapida brillantezza conviviale.

Cosicché, se parli di Nicolas Cage, ecco che che ti senti dire… chi? Nicolas Scheggia? Alle schegge ho sempre preferito le scoregge.

Quando è iniziato tutto questo?

Forse con un tipo di nome Charles Randall? Sì, il personaggio psicopatico di Sfida senza regole, film con De Niro e Pacino che, a mio avviso, sebbene disconosciuto da entrambi, non è poi così malvagio.

Anche qui viene inquadrata una trattoria italiana simile a Villa di Roma come in The Irishman.

Jon Avnet non vale Scorsese ma io mangerei eccome i Pomodori verdi fritti alla fermata del treno con Amy Brenneman. Che, in Heat di Michael Mann, recita la parte della bella figa giovane di De Niro, mentre in 88 Minutes incarna, molto più in carne, la passerina dello psichiatra profiler interpretato da Al.

Ecco, in passato incontrai uno psichiatra forense assai meno bravo di Al Pacino.

Lui, per via del fatto che gli confidai, quando mi eseguì la diagnosi, che adoravo Quel pomeriggio di un giorno da cani Serpico ma soprattutto …e giustizia per tutti, mi considerò “socialmente pericoloso” poiché incorruttibile, quindi poco adatto a una società ove la gente venderebbe pure il culo della madre pur di avere mille followers in più su Instagram.

Sì, è una società di luridi figli di puttana. E io non vado bene. Dico la verità e la verità non piace.

A dirla tutta, credo che io non possa fidarmi di nessuno.

Spesso sono come Robert De Niro, per l’appunto, di Righteous Kill, perfino Al Pacino m’invidia.

Mi adora così tanto per via della mia integerrima, morale integrità, che passa il tempo ad ammazzare la feccia poiché questi criminosi, viscidi esseri che strisciano come serpenti, secondo lui, è meglio che vengano fatti fuori subito.

Perché se la godono più di me, coglionando il prossimo. Ciò, a suo avviso, non è giusto.

Sì, lui pensa fra sé e sé: no, è orribile, è un mondo capovolto.

Gente che non sa neppure chi sia Al Pacino e lo scambia per Dustin Hoffman, cazzo, è stata furbissima e stronza, se la ride, se la spassa e tromba da mattina a sera mentre questo De Niro della periferia bolognese scrive una recensione meravigliosa su The Irishman, citando il regista degli outsider per eccellenza, ovvero Arthur Penn, ed è passato per matto soltanto perché, anziché passare l’adolescenza a farsi le canne, fingendo di studiare per fare felici i genitori, è sempre stato onesto con sé stesso.

Affermando che era già molto oltre gli adolescenti perdigiorno che guardano Il padrino e pensano che sia più brutto di una fiction prodotta da Pietro Valsecchi con Giorgio Tirabassi.

Sì, il livello d’imbarbarimento culturale iniziò forse con la rivoluzione industriale. Lo insegna anche Marx col suo Il Capitale.

È tutto un inganno, fratelli.

Puoi conoscere anche Amleto a memoria ma, se non sei una merda come Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street, non riuscirai nemmeno a vendere una penna.

Poi è capace davvero che diventi De Niro di The Fan. Lui non riuscì a vendere i coltelli e perse tutto.

Al che accoltellò perfino Che Guevara, ovvero Benicio Del Toro.

Ho detto tutto.

Morale della favola: non è vero che la vita sia per i coraggiosi, la vita è per chi ha fame.

Per chi ha fame di soldi e potere.

Una volta acquisito il potere, non importa come tu l’abbia ottenuto, semmai lucrando e mangiando la pelle e le anime altrui, puoi permetterti di decidere chi è il prossimo.

Di schernirlo, distruggerlo e annientarlo dall’alto del tuo cosiddetto prestigio e autorevolezza.

Dunque, non stupitevi se le stesse persone con la panza piena che acclamano Joker, poiché fa cool il pagliaccio truccato e assassino, metafora del mostro che alberga dentro ognuno di noi, sono spesso gli stessi che non stringerebbero mai la mano a chi, per distrazione, sbaglia un congiuntivo.

Gli stessi chiacchieroni che si dichiarano di Sinistra perché Sinistra, da tradizione, fa rima con cultura, aperta mentalità e vedute libere, ma poi sono gli stessi nei cui cuori albergano solo delle puttane da albergo a 5 Stelle.

Ma è gestito però dalla Escort di Salvini.

Be’, a dirla tutta, più che ad Al Pacino, io assomiglio a Sylvester Stallone di Rocky V.

Un tipo con più soldi di me mi offende platealmente.

Al che io a lui mi avvicino e lui, come George Washington Duke, mi dice:

– Avanti, pagliaccio, toccami e ti denuncio.

 

Sì, sono Fantozzi. Lui però è al traumatologico.

 

di Stefano Falotico

pacino de niro the irishman

HALLOWEEN: anziché essere MICHAEL MYERS, voglio cantare coi Modà e in THE RIVER di Springsteen


28 Oct

halloween myers

Non mi benderete più gli occhi.

Avete visto che goal che ha fatto Palacio contro la Sampdoria? Questo qui ha quasi quarant’anni e corre più di uno che ne ha quindici.

Insomma, Palacio è come me. Un uomo senza età. Un genius. Io leggo Marcel Proust ma lui va veloce quanto l’ex pilota Prost.

Molti della nostra età già si curano alla prostata. Quelli invece in salute sono divenuti mielosi. Stanno assieme a una più sdolcinata di Goldie Hawn e hanno perduto il sapore verace e irruentemente sexy del Kurt Russell che fu, preparando le crostate. Ah ah.

Altri alzano la cresta e ti scrostano, no, volevo dire ti scostano. Emarginando a più non posso. Poi, le ferite subite, raramente rimarginano e molte persone, ingiustamente offese e stigmatizzate, non si riprendono più. Non possedendo l’indole del Falotico che resuscita puntualmente. E, come un’araba fenice, s’eleva. Cantando sul palcoscenico con voce roca. Le groupie gli saltano addosso ma lui è un uomo di pudore. Non vuole dare scandalo.

Infatti, fa sesso con loro soltanto, lontano da sguardi indiscreti, in un’umida grotta. Quindi, dopo gli amplessi bollenti, esce dalla spelonca e si trucca come Joker, prendendo in giro Batman, uomo cavernicolo e troglodita, un esaltato bifronte che, sfrontatamente, va preso solo a testate, frontalmente.

Senza se e senza ma. Ah ah.

La notte m’adocchia, la luna mi fa le smorfie, la strega con le scarpe tutte rotte prova a concupirmi ma questa ha rotto e io dirompo nella lotta.

Il folle incita la folla, la folla inneggia, la gente si reca sulla tomba di Che Guevara e l’argentino risorge.

Quindi, il Che fuma il sigaro e, come Benicio Del Toro, la fronte aggrotta, porgendo l’occhiolino a Valeria Golino. Sua ex amante e una delle protagoniste di Fuga da Los Angeles.

Come attrice, Valeria è pessima. Ma Riccardo Scamarcio lo sa. Grazie a una botta, poteva inserirlo. Ah ah.

Comunque, nonostante tutte le raccomandazioni, Riccardo a me fa schifo. I suoi occhi glauchi sono belli ma io non sono omosessuale. E in John Wick 2 avrebbe recitato meglio mio cugino Leonardo. Ragazzo lucano e semi-calabrese che, a quanto pare, spinge. S’è sposato da poco e ha già due figli. Fra trent’anni, quanti figli avrà? Ma, soprattutto, sua moglie ce la farà?

Insomma, sono un clown ma me ne vanto. Brucio in tutti i venti e accaloro anche le donne più vanitose che accalappio col mio carismatico sguardo a ventosa. Le porto a leccare il Calippo. Ah ah. Sono un uomo che si volatizza, volubile da solo si stizza, quindi s’incazza e, tutto rizzo, ama le donne cavallerizze.

Per la notte del 31, una tizia vorrebbe che c’incontrassimo. Le ho detto di no. Perché devo incontrare sua sorella. Per questo mio lurido affronto, lei proverà ad accoltellarmi ma alla fine, dopo aver spalmato sua sorella, mi preparerà il dolcetto.

Son un uomo che fa gli scherzetti in quanto oggi bimbetto, domani ometto ma non indosso mai il fascistico elmetto.

Bene, ora donna dove vuole che glielo metta?

 

di Stefano Falotico

Caldi estivi da Benicio Del Toro, fantasia POP di passioni almodovariane


09 Jun

dav

Veramente, in queste or(g)e a Bologna stiamo sfiorando livelli di afa africana. Tipo 50 gradi all’ombra come nelle pampas messicane ove i gonzi fumano la marijuana e le donne ballano e battono coi loro maschi come in un film di Sam Peckinpah. Sì, Il mucchio selvaggio, diciamocela.

Bologna è una città tetra d’inverno ove palazzi fatiscenti di periferia, abitati peraltro da deficienti, si mescolano a decumane cartesiane di vie bislacche, annodate alla complanare della tangenziale ove i camionisti poco cristiani spingono sull’acceleratore come se stessero facendo l’amore con Carmelita, donna atea che ama alla follia Vasco Rossi. Donna che è un tesoro e, anche se sei povero in canna e non ha i soldi nemmeno per comprarti du’ canne, ti prepara un rovente tiramisù, miscelandoti come zucchero grezzo nel ribollio dei suoi amplessi lisci come l’olio poi scalmanati come quel pazzo che sbatte il cucchiaino contro le tempie del suo cervellino. Con lei si viaggia sul velluto…

Sì, mai visto un caldo così. E io invece, omeostatico, conservo freddamente il mio aplomb rigido e compassato malgrado, in giro, noti e adocchi delle fighe esagerate da “strappa-mutande”.

Sì, quando fa caldo così, mi viene sempre in mente Del Toro. Gran pezzo d’uomo. Lo vidi dal vivo alla prima veneziana di 21 Grams. E vi posso garantire che, di primo acchito, non traspare affatto la sua anima sensibile e delicata se dovessimo attenerci solamente alla sua corposa apparenza da portoricano sudato dalla faccia poco angelicata.

Sulla passerella, sovrastava Sean Penn. E Naomi Watts, passerona sconsiderata, rimase impressionata dalla sua falcata. Un bestione alto quasi due metri, con due occhiaie visibili a un km di distanza, figlie delle sue notti insonni poiché fu ingordo di Valeria Golino. Attrice pessima ma che, all’epoca, diciamocela, era un bel bocconcino.

D’altronde, il signor Benicio, prima di vincere l’Oscar per Traffic ed essere Che Guevara, paladino dei deboli e degli oppressi, si aggirava spesso nei pressi di zone tropicali ad alto tasso eroticamente bollente.

Mica un uomo triste da cipressi, miei cessi.

Sì, conobbe la gola profonda della Golino sul set di Lupo solitario.

Non fu difficile per Benicio finire a letto con Valeria. D’altra parte, Valeria non è una da valeriana e una che chieda moltissimo. È stata pure con Sean Penn e con Riccardo Scamarcio. Che è la versione mignotta, no, scusate mignon e nostrana, dunque atrocemente rozza e pugliese, di Benicio, attore di tutt’altra categoria che sa far impazzire ogni maionese e lo fa con tutte le pechinesi.

Gli abitanti di Budrio, cittadina della provincia bolognese, sono denominati budriesi. Mentre i calabresi a volte si sposano con le milanesi. Di mio, mangio i grissini torinesi.

Detto ciò…

Nel ca… o di Benicio, parliamo di uno stallone di razza, mica di uno da Laura Chiatti. Che, comunque, buttala via. Quando si dice, vuoi la botte piena e la moglie ubriaca?

Ah, io mi accontenterei di un buon Chianti e della bona Chiatti. Anche se diventerà un po’ chiatta, con lei mi ubriacherò di r-osé sin alla fine dei giorni nostri ardenti. Da buongustai al dente.

A parte gli scherzi, Benicio è stato El amigo de Miami di Uova d’oro di Bigas Luna.

Javier Bardem è un maschio attizzante ogni Prosciutto, prosciutto di Penélope Cruz.

Però, prima di sposarla, ha lasciato che lei diventasse più ricca della banca di Vera Cruz. Non si fa così, Javier.

Bardem… uno che vuole sia Scarlett Johansson che Rebecca Hall in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen.

Perché lui è un duro da Non è un paese per vecchi.

Però in Uova d’oro è più ricco di Berlusconi ma non riesce a far godere la sua donna. Allora, per soddisfarla, lascia che il giardiniere delle aiuole, forse amante di Gianluca Grignani (ti raserò l’aiuola…), cioè Benicio, sia con lei Martin Benigno di Parla con lei.

Uno che, a prima vista, sembra un demente e fa pure la parte del prete in The Young Pope e presto in The New Pope.

Ma ama le poppe, eccome, ah, lui adora le spagnole, essendo infatti originario di quelle regioni…

Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti che non è un film di Lina Wertmüller ma una storia di corna e tradimenti a gogò, di machi gigolò e donne che forse sono uomini come nei drammi di Pedro Almodóvar.

Sì, impazzano le donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Ma ricordate: impazziscono del tutto solo se Benicio se le spupazza.

Sì, Benicio è un amante latino, un matador, insomma un (Del) Toro.

Lui ascolta ogni pazza, sa renderla viva e furiosa come la mitica Loredana Bertè di Tequila e San Miguel.

Per anni invece io fui scambiato per quel buson’ di Miguel Bosé ma ora mio padre, appena mi vede, non riconoscendomi più, urla: che è successo? È stato San Michele!

San Michele è il santo patrono di Pomarico, paesino lucano ove mio padre è nato.

San Michele è uno che fa il culo a ogni stronzo figlio di puttana, dunque di Satana.

Tenetelo ben a mente, dementi.

Di me la gente capì ben poco. Nemmeno io, a dire il vero, capii molto. Siamo sinceri.

È un gran casino. Un equivoco di proporzioni immani come questa volgarissima barzelletta:

– Quanto vuoi per una pompa?

– Io non vado a puttane.

– No, ma tu pensi sempre male. Mi hai detto che sei rimasto a terra e sei a secco di benzina. Ti faccio una nuova pompa a 20 Euro. Ci stai?

– Potresti regalarmela?

– Eh no, te la devi guadagnare…

 

Morale della favola e della fava: uomini e donne non finite spompati.

 

 

di Stefano Falotico

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Cosa ce ne facciamo di un Palacio vecchio?


28 Jul

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Il Bologna Football Club vorrebbe acquistare Rodrigo Palacio, giocatore che fu ottimo anni fa ma ora è andato, malandato, vecchiotto come il cucco. Un giocatore insomma finito, ma la trattativa è sfinente. Dai, a Bologna abbiamo già palazzi nuovi, soprattutto in zona Triumvirato hanno costruito delle palazzine niente male. Questo Palacio non serve all’architettura della squadra. Intanto, la Jolie Angelina ammette che, dopo la separazione dal Pitt, piange sotto la doccia e, aggiungo io, si lascia ficcare sotto il tetto delle sue piccole tettine, e Hawking, “distrofizzato” muscolarmente, ci allarma sull’attacco alieno. Ragazzi, tenete cara la vostra casa.

Questa è una stronzata, ma io prenderei Cutrone, non lo lascerei al Crotone. Datemi del cretino, io gioco col 5 5 5.

 

01159508

Genius-Pop

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