Posts Tagged ‘Charles Brandt’

Asini ignorantissimi, è il Genius che vi parla: leggete il libro di Charles Brandt da cui The Irishman di Scorsese, ve lo dico in un video apodittico


24 Sep

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The Irishman

Un post condiviso da Stefano Falotico (@faloticostefano) in data:


Ora, che significa apodittico? No, che cazzo rispondi? Non è sinonimo di apocalittico e non c’entra col film di Mel Gibson, Apocalypto.

Ma quale Apocalypse Now, il Genius è sempre un bell’uomo, sgargiante, nonostante tutte le malignità e i cattivi, vigliacchi scherzi che gli tiraste. Qualche volta, il Genius tira su col naso, se le tira e giustamente se la tira, in quanto uomo sapiente in quest’umanità di gretti deficienti.

Egli può cazzeggiare come e quando gli pare e piace poiché non annesso alla comune, volgare massa, ed è insuperabile maestro come Proust del tempo che, a sua immagine e somiglianza, riavvolge, rielabora, reinventa a diletto delle sue emozioni umorali.

Sì, fra poco a Bologna forse ci sarà un temporale, ma il Genius è uomo moralmente alto nonostante le vostre gravi precipitazioni immorali. Ricordate, voi siete uomini mortali, io no, o forse di più. Il Genius intrattiene conversazioni amabili con le donne più belle d’amare e non va mai al mare. Poiché, in quanto essere pudico, non ha bisogno di mostrare il suo torso nudo tanto per… egli lo mostra… solo alle donne, coraggiose, che hanno l’ardire, dunque l’ardere, di bruciarsene. Forse sarà un’altra delusione cocente eppur il Genius è uomo contemplativo della bellezza gagliarda, come se fosse figlio del più maestoso oriente coi suoi raggi maliardi. Ed ha molte frecce al suo arco, sì, egli dardeggia in quanto inesauribile, incarnato ardimento della sua sconfinata mente.

Sì, Italo Cucci, non Cucchi, ché ha nessuna parentela con Stefano di Sulla mia pelle, finalmente asserisce, come già io dissi in tempi non sospetti, che Cristiano Ronaldo, da quando gioca nella Juventus, è rincoglionito. Quel sorriso bello come il Sole è ora tramutato in una smorfia-ictus da semiparesi facciale. Ride per far contenti i tifosi ma ha perso la spontaneità del campione di razza che oramai soltanto fu.

Come il Genius, genio appunto incompreso, che per molti anni compiacque la piccola borghesia, rinunciando alla sua classe per ottemperare alla mediocrità frivola.

E si perse in cazzate quando è oramai palese, e solo gl’invidiosi si ostinano a negare quest’inconfutabile verità, che è proprio di un altro pianeta.

 

di Stefano Falotico

Ma chi è questo Falotico che legge L’irlandese? Un uomo dall’intelligenza “scandalosa”, mente impazza lo scandalo Weinstein


07 Oct

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In una zona remota di Bologna, ai confini dell’immaginazione più lieta ai neuroni “in gamba”, vive, vegeta, talvolta poltrisce, quando è arrabbiato “nitrisce”, campa, beve Campari, un uomo d’insospettabile e anche insopportabile genio, il cui acume, talvolta anche ingenuo, è noto dagli Appennini alle Ande, un uomo che non ama gli eventi mondani e le sfilate, un uomo che imbastisce la sua mentale “filanda”, cioè la fabbrica di tessitura intuitiva delle sue capacità al di sopra della norma, egli intavola discussioni amabili ed è un’intelaiatura vivente di arabesche circostanze che lo illuminarono, talmente oltre da diventare un enigma per molti che ne entrano in contatto. Un uomo di cui, dopo la morte, se ne racconteranno di ogni “donde”, un uomo che è come Caronte, poiché traghetta le anime sprovvedute dei comuni mor(t)ali in una landa appunto viaggiante su vette della poesia e della fantasia, un artista dei suoi luoghi e laghi immaginifici più vasti e serpeggianti di quelli della Finlandia. I detrattori di quest’uomo lo accusano di essere un viscido che vivacchia nel “liquame” esistenziale, coloro che lo amano lo descrivono come un uomo non accomunabile alle comuni idiozie, che disdegna la falsa placidità e, “irredento” e al momento molto ridente, sorvola il mar esistenziale con finezza paragonabile a quella di Lorenzo Il Magnifico. Egli protegge infatti le menti creative, le forgia dopo che si abbandonarono alla lascivia più negligente al coraggio, sa rincuorarle quando si rammaricano, e di tanto in tanto beve l’amaro, fra un bar e l’altro ove gusta, oltre a sereni cappuccini, la sua anima prelibata al sapore di caffè zuccherato con panna. Un uomo al cui cospetto le donne s’inchinano in segna di “dovuta” e goduta, ah ah, reverenza, egli è un reverendo infatti che teme solo che il cielo possa tuonare e colpirlo con un fulmine mentre in bagno, durante gli attimi di “pacifica” evacuazione, non potrebbe reagire con “decoro” a eventi naturali al di fuori del suo controllo. Con molto self control, si agita di tutto punto quando vien volgarmente provocato e leso, lui non ledibile per sua natura intoccabile e “inaffrontabile”, dà in escandescenza, possedendo un cuore ruspante, al gusto di frizzante spumante.

In questi giorni, come saprete, il grande Martin Scorsese sta girando The Irishman con De Niro.

E il Falotico non poteva esimersi dal comprare, e naturalmente leggere tutto d’un fiato come l’orgasmo più bello di tutta la vita, il libro da cui questo film sarà tratto.

Eccolo lì, L’irlandese, posizionato nella sua libreria “appiccicata” al muro, ultimo di una lunga serie di letture colte (non le scemenze che leggete voi) che, sin dalla nascita, hanno allev(i)ato il Falotico, elevandolo al di sopra di ogni legge morale, poiché egli è, ripetiamolo a scanso di equivoci, uomo che non può essere paragonato a niente e a nessuno. E in quest’unicità sempre rifulgerà lontano dalle cattiverie e dalle mezze calzette che vorrebbero, con vili, oppugnabili sciocchezze, relegarlo in schemi a cui la mente del Falotico, libera, oseremmo dire giustamente superomistica, non può imprigionarsi.

Egli ama la vita indiscutibilmente ed è “reo” solo del suo genio inaffondabile.

Mentre Harvey Weinstein, dopo aver comprato Oscar e quant’altro, è stato inculato per le sue porcatelle.re10

 

di Stefano Falotico

Sono iniziate le riprese (?) di The Irishman, vero capolavoro “annunciato”, altro che Nolan


29 Aug

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Stando a sentire Production Weekly, le parole di De Niro intervistato da Deadline, e un PDF che ho “raccattato” nel web, bello fresco di stampa digitale, le riprese di The Irishman di Scorsese inizieranno ufficialmente il prossimo 18 Settembre, 5 giorni dopo il mio compleanno, per la cronaca.

Ma un sito, oggi, ha pubblicato un’immagine inequivocabile che vi posto, secondo la quale chiaramente il primo ciak sarebbe stato dato appunto in giornata odierna, Martedì 29 Agosto 2017.

Insomma, di questo film sappiamo già tutto ancor prima che esca e, a quasi dieci da quando Variety annunciò l’esclusiva notizia che la Tribeca di De Niro aveva acquistato il romanzo I Heard You Paint Houses di Charles Brandt, da cui sarà tratto su sceneggiatura di Steven Zaillian, la pellicola epocale si sta davvero concretizzando grazie al finanziamento e alla distribuzione di Netflix, perché a sentire De Niro, nella Hollywood di oggi, nessuno, neanche la Paramount Pictures, che si è ritirata all’ultimo momento, voleva investire su un budget così faraonico per un’opera che probabilmente le nuove generazioni di fan boys di Nolan non andrebbero a vedere né sarebbero capaci di apprezzare, essendo una storia di “mafia”, di corruzione viscerale, di sangue, colpe, redenzioni, “cristologie” varie fra pistolettate irruente in puro stile magistrale di Scorsese.

Insomma, non me ne vogliate se voglio leggermente male a Nolan, e i miei pensieri di oggi hanno scatenato su Facebook una diatriba, attacchi offensivi alla mia persona, ma anche larghi apprezzamenti per chi la pensa come me e crede che i veri capolavori non siano queste operazioni di marketing camuffata da “arte”.

 

di Stefano Falotico

Charles Brandt conferma “The Irishman” di Scorsese


14 Aug

Charles Brandt is the author of several noted books including ‘Donnie Brasco: Unfinished Business’, ‘The Right to Remain Silent’ and the hot, New York Times true crime bestseller ‘I Heard You Paint Houses: Frank ‘The Irishman’ Sheeran and Closing the Case on Jimmy Hoffa’ — revealing the activities of the nation’s most notorious crime families. On this ‘ConciergeQ Conversations with Chantal Westerman’, which originally aired on EverydayOpera.com on July 29, 2011, Charles shares his career as the former Chief Deputy Attorney General of Delaware and trial attorney, details about ‘I Heard You Paint Houses’, which is being made into a Martin Scorsese film, starring Robert De Niro, and Al Pacino, Sun Valley, Idaho expertise, and more!

De Niro riconferma “The Irishman”


24 Nov

 

The screen veteran on playing an OCD dad, reuniting with Scorsese and being a new father at the age of 69

Your performance in Silver Linings Playbook has been hailed as one of your best in years and it’s attracting some Oscar buzz. How did you get involved?

 

I’d been talking with David [O Russell, the director] over the years but we hadn’t worked together. Then he made The Fighter, which I thought was terrific. He had this other project and he wanted me to play the father. I said I’d do it. That was before David rewrote it and my character changed. He kept to himself more in the book it was based on and was more angry but he didn’t have many other colours. I liked what David did: he kind of reversed him, pulled him inside out. He’s a guy who has some obsessive compulsiveness. His son [played by Bradley Cooper] has that too but his is more extreme.

 

Was there a good father-son dynamic on set?

Yeah. Bradley and I became friends. Even if we weren’t that way it still would have worked out but a built-in relationship definitely doesn’t hurt.

 

Do you feel pressure to be a wise godfather figure to all these younger actors who look up to you?

I don’t feel pressure. I like if anybody has interest in what I have to say, especially if they’re younger. If they like me, respect me, I’m honoured and I’ll give them my opinion.

 

You made eight films with Martin Scorsese, starting with Mean Streets in 1973, but you haven’t worked together since Casino in 1995. Is a reunion likely?

Oh yeah, we’re working on something now. It’s called I Heard You Paint Houses. We’ve been trying to get it going for a couple of years and now we’re just trying to set a time. It’s about a guy called Frank Sheeran who was in the Teamsters [a US union] and claimed to have killed Jimmy Hoffa [the controversial union leader who disappeared in 1975]. It’s based on a book by Charles Brandt who was Sheeran’s lawyer. I’d play Frank Sheeran and Pacino would play Hoffa. Joe Pesci would be in it too.

 

That’s quite a reunion. Are you excited?

Yeah, I am.

 

And it will happen in the next year or two?

It has to or we all won’t be around any more.

 

When you were starting out, which actors did you look up to?

James Dean, Montgomery Clift, Marlon Brando, Geraldine Page, Kim Stanley, Greta Garbo.

 

And what about now? Which actors from younger generations inspire you?

The actors I respect are Matt Damon, Leonardo DiCaprio… Daniel Day-Lewis is a wonderful actor. Jennifer Lawrence [De Niro’s co-star in Silver Linings Playbook] is wonderful. She’s got a great energy.

 

Is it true that “they don’t make movies like they used to”?

I don’t know. When I was in my early 20s, there weren’t many independent films. Now there are a lot more so it gives more opportunity for actors and everybody else.

 

So it’s not an altogether bad time to be making movies.

No, although maybe I’m missing something. Maybe film historians or critics would have another take on it.

 

Do you ever watch your old films?

If I catch them by chance on TV or something, but…

 

You wouldn’t hunt them down?

No. But I was thinking of trying to look at all my stuff over the years, my life, and get an idea of what I could do that would be different.

 

Can you imagine what that might be?

No. I’d have a better idea by seeing everything first and then I could tell exactly what direction I should go in.

 

You’re associated with some of the most memorable dialogue in cinema. Are you plagued by people saying: “You talkin’ to me?” when you walk down the street?

It happens rarely. When it happens, you laugh. People throw a line at you and they’re trying to be funny so I laugh. It’s OK.

 

Does acting still excite you as much as it did when you were starting out?

It’s different but it still has as much excitement. When you get older you have a different attitude about certain stuff. There are certain things that I might have been concerned about then that I’m less concerned about now. You realise that you don’t have to expend all that energy to get where you want to get. You relax and back off a little and you might actually get more of what you’re looking for with less effort.

 

What keeps you awake at night?

[Laughs] My children sometimes.

 

I understand you recently had a new baby [De Niro’s sixth child, Helen Grace, was born last December]. Do the demands of being a father sit well with you?

Yeah they do, but I’m fortunate in that I have help – there are terrific people who help with the children.

 

Do you get to spend enough time with your family?

I like to think I do. I try to get home as much as I can on weekends.

 

Did you sleep easier the night Obama got re-elected?

Yes.

 

If Obama could accomplish just one thing in the next four years, what should it be?

He should do whatever he feels he has to do. He obviously doesn’t have to worry about being re-elected so he should just stick to it. Whatever he does will be in the best interests of people because he’s a good person and his heart’s in the right place.

 

Have you ever met him?

A few times, yeah. He’s a good guy – you can tell that whether you meet him or not.

 

You have eight new movies in the works. What are you excited about?

Let’s see. I’m doing a movie with Stallone called Grudge Match, about these older boxers who come together for one last fight. I guess it’s a comedy of sorts. I did a movie called Motel with John Cusack. And something with Travolta called Killing Season. Right now I’m working on a film called Last Vegas with Morgan Freeman, Kevin Kline and Michael Douglas.

 

Are you happy to continue working at this rate or do you have plans to call it a day at some point?

Jeez, I don’t know. You see some actors saying they’re going to retire and then they come back again in two years. I would never say that because… I might not want to do something for a while and then something would come up and I’d get excited again.

 

So there’s no point trying to determine the future?

Yeah, exactly.

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