Posts Tagged ‘C’era una volta… a Hollywood’

Blonde? Preferisco Enrichetta Blondel


27 Sep

Perdonate la mia onestà (im)morale, appena la gente vuole imborghesirmi, cambio le regole del loro gioco come Aristotele(s). Cioè Aristotele Socrate Omero Onassis, anagraficamente Aristotle o il nero presente anche ne Il nome della rosa, alias Urs Althaus?

Ben Affleck ha compiuto 50 an(n)i.

Cmq, Elena Sofia Barucchieri, alias Elena Sofia Ricci, recitò con Andrea Roncato in Ne parliamo lunedì, mostrò il suo lato b in perizoma nel film Commedia sexy, e fu in Ex con l’eccitante, no, citata Nancy Brilli.

E non confondete Fabris con Giovanni Floris, cari Compagni di scuola. Zidane, detto ZIZOU, non come dico io, ovvero Zidou. Uh uh.242682500_10219797032819139_2364390807559847836_n

Avete comprato i pelati?

 

di Stefano Falotico

Falò, un man polanskiano e Mickey rourkiano, diciamo tarantiniano?


12 Jul

Rourke Polanski The PalaceAvrei dovuto scrivere, perdonatemi, di Roman Polański (con la n di perfetta dicitura, sì, nessun refuso) o di Martin Scorsese? Sì, ma nel titolo non si possono superare i 100 caratteri. Tu, invece, che carattere hai? Di solito, io, attenendomi a uno stile molto classico, utilizzo il Garamond 12. Ah ah. Inoltre, in soli 14 min. netti, secondo più secondo meno (invece, secondo te? Eh eh), non so se sono stato sempre perfetto nella mia doverosa esposizione. Avrei dovuto specificare meglio i singoli e rispettivi nomi degli sceneggiatori. Ma voi, in fin dei conti, non conoscete neanche le napoletane sceneggiate. Al massimo, siete da Un posto al sole, sì, un pessimo sceneggiato adatto ai mediocri. Me la tiro? Sì, mica solo una. Ah ah. Comunque, state sereni. Voi non scop… te mai. Al massimo, solo a terra. A meno che non vi siano rimaste nemmeno le brioche. No, scusate, le briciole. Di mio, in passato fui sbriciolato, oggi come oggi, sono accreditato. Comunque, la mia pronuncia di Folie à Deux vale il prezzo del biglietto, ah ah. La tinta ai capelli? Invece, la tintura? Sì, la mia vita è tutta una pittura, no, una fregatura. Ora, scusate, mangio della confettura. A te piace la confettura? Sono un Pulp Fiction vivente. Parafrasando Quentin:

– Non c’è bisogno che tu mi venga a dire che il mio caffè è buono, intesi? Sono io che lo compro e so quanto è buono. Quando è Bonnie a fare la spesa, compra delle cagate. Io compro sempre roba gustosa (oppure dice costosa, non si capisce bene, ca… o, ho detto che botta, caz… o, no, lo disse Uma Thurman) perché, quando la bevo, voglio gustarla.

P.S.: i miei haters pensarono di stanare un uomo debole, sprovveduto, inesperto e fragile. Cioè, una donna. Si trovarono di fronte Brad Pitt di C’era una volta a… Hollywood? No, di fronte a Macaulay Culkin di Mamma, ho perso l’aereo (Home Alone). Ah ah. Su questa freddura finale, al momento vi lascio. No, ancora no. Comunque, Chris Columbus non è lo stesso regista di Rent, prodotto da De Niro? Con Rosario Dawson. Una che sarebbe piaciuta a De Niro se lui, dopo Naomi Campbell, anziché impantanarsi in due cause di divorzio con Grace Hightower, ci avesse provato? Lei gli avrebbe risposto, però:

– Voglio farti una domanda. Quando sei arrivato qui, hai visto per caso scritto, davanti a casa mia, “deposito di negri morti?”. Sì, Bob. Con me, anche Lexington Steele & Sean Michaels crepano d’infarto. Sono tutti morti, sì, i miei amanti. Tutti, prima fottuti, poi schiattati. Anche Spike Lee, amico di Samuel L. Jackson, da quando è stato a letto con me, è rinco… Pare che soltanto un certo Falotico possa resistere con me, senza subire danni. Sì, credo che durerebbe molto di più di De Niro con Bridget Fonda in Jackie Brown.
E non ci vuole molto a superarlo…

Al che, interviene il mio hater à la Tim Roth:

– Ma che stai a di’! Quel povero caz… n’ non gliela fa manco col Viagra.

Gli controbatte la sua ragazza: – Forse, volevi dire Garçon means boy.

– Che vuoi dire? Sei stata col Falotico?

– Sì, non solo una volta.

 

Succede il finimondo. Lui, per gelosia incontenibile, salta alla gola della sua ragazza e la picchia brutalmente da “maschio siculo”. A simbolizzazione penosa del macho verace ferito nel suo orgoglio ridicolo. Ecco dunque che, finalmente, entro in scena io e sussurro da Clint Eastwood dei poveri eppur carismatico: – Sono Ierda e non è con le chiacchiere che ti salverai dalla me… a. E sono pure William Munny.

Finisce il “film” e il mio hater pensa, fra sé e sé: por… o dio, e io che pensavo fosse un demente come Tarantino di Dal tramonto all’alba.

Alla fine dei titoli di coda, la sorpresa rivelatoria su scritta: Sì, hater, non avevi torto. Falotico è un demente ma tu non sei George Clooney.

Sì, un collage di veloci immagini allineate al sottostante testo su cui, gentilmente, se vole(s)te, potete cliccare per leggerlo e visionarlo: https://www.geniuspop.com/blog/index.php/2022/07/falo-un-man-polanskiano-e-mickey-rourkiano-diciamo-tarantiniano/

Cioè, questo post, ah ah. Che testa, no, testo, peraltro già inserito integralmente in una precedente description, sì, italianizziamo in descrizione? Sono giocoso, verace, schietto. Ed evviva Eddie Murphy? Sì, ma soprattutto sir Eddie Cook, alias uno dei famosi epiteti affibbiati al Falò? No, lo gnomo, no, il nomignolo con Mickey si è autobattezzato varie volte. Lui, Heny Chinaski, a sua volta alter ego di Charles Bukowski in Barfly. Lui, motociclista come Valentino Rossi dei tempi dorati? No, amico di Don Johnson, cioè Mr. Miami Vice, in Harley Davidson & Marlboro Man. Specialmente Motorcycle Boy di Rusty il selvaggio (Rumble Fish). Doveva lavorare con Quentin Tarantino in Death Proof. Le vostre offese, cari haters, contro di me fanno sempre FLOP! Cari puff(i)!. Non fatemi la fine degli impotenti come BULLET. Eh eh. Anche perché, essendo sprovvisti di autoironia e dunque essendo incapaci in fatto di umorismo, non capite i miei meme? No, divertissement. Non hanno scopo didattico e/o istruttivo. Non sono una professorina, infatti, frustrata degli istituti tecnici commerciali, sono giustappunto un selvaggio. E così voglio rimanere. Senza se e senza ma. Sennò, ti spacco la chep! Forza, se non vi piaccio, picchiatemi e spaccatemi la faccia. Non sapevate che sono anche Johnny il bello? Vi rifaccio nuovi e ve la rifaccio. Ah ah. Sì, ho la faccia come il cu(cu)lo. Sono amante dello stream of consciousness. Anche delle cosc(ienz)e.

Avanti, saltatemi addosso e non fatevela sotto, damerini e coccolini…

 

di Stefano Falotico

Pulp Fiction

Il grande Jon Voight che non è solo il padre di Angelina Jolie e ogni scempiaggine internettiana su Nic Cage, Tom Cruise e forse su qualcun altro pazzo come un cavallo. Cavallo di che?


10 Apr

voight jolie

jon voight midnight cowboy jon voight heat sfida

Sì, dovete sapere che l’Italia è proverbiale nel distinguersi nello sport nazional-popolare, cioè il Calcio? No, nello sparlare delle presunte incompetenze altrui, bardandosi dietro una saccenteria che invero fa rima con bieca, pusillanime mancanza di galanteria, con grave scortesia, con scarsa signorilità, no, con pessima signoria, figlia dei pregiudizi facili della piccola catto-borghesia che, a sua volta, si sposa con massoneria, no, con pensiero generalista di massa qualunquista che fa il paio con millanteria da tuttologi invero fancazzisti. Anche fantozziani… Vale a dire la presunzione cafona che ben si appaia all’egomania e alla ridicola mitomania, col vantarsi di essere speciali in qualche ambito da queste stesse persone superbe, totalmente incoscienti della loro abissale ignoranza e della loro superficialità imbarazzante e tristemente disarmante, falsamente acclarato sulla base d’inutili attestati, anche solo di stima da parte di altrettanti idioti, che presumono sia la cartina tornasole della loro validità in materia per loro stessi insindacabile.

Ma ora, dopo questa sanissima prefazione giustamente poetica, pleonastica, retorica o soltanto polemica in maniera sacrosanta, spostiamo un attimo l’attenzione su uno dei più sottovalutati grandi attori degli ultimi cinquant’anni, il grandissimo Jon Voight, gigantesco anche di statura non solo recitativa, infatti è alto la bellezza di un metro e novanta ed è, ahinoi, dalle nuove generazioni a malapena conosciuto per essere solamente il padre di quell’esagerata bellezza sconfinata di Angelina Jolie, attrice forse leggermente sopravvalutata e ultimamente non poco dimagrita in maniera spiacevolmente poco confacente alla sua fama di femme fatale irresistibile per ogni bell’uomo alla Brad Pitt? No, per tutti gli uomini senz’eccezione alcuna, a prescindere dai gay, compreso quel “nano”, titano della recitazione, che è Danny DeVito. Il quale, ne L’uomo della pioggia, sembra quasi un detective dei casi umani alla Falotico, no, delle private investigazioni sulle sparizioni à la Raymond Chandler, dei casi giuridici assai contorti, no, alla Humphrey Bogart, no, alla Bob Hoskins di Chi ha incastrato Roger Rabbit che non poche volte sbianca, più che altro sbava paurosamente e grottescamente dinanzi a Jessica. Il quale però è più coniglio del protagonista cartoonizzato, amante di Jennifer Lopez, no, di Jessicona.

Film eccitato, no, succitato di Robert Zemeckis, miei pavidi uomini, oltre che coniglieschi bavosi delle conigliette di Playboy, perfino leoni da tastiera assai coglioni. Simili a quegli ominicchi e omuncoli stregati dalla donna di Maleficent, no, ipnotizzati dalla maga Circe, no, fottuti in ogni senso da colei che, di live action assai arrapante, interpretò la madre di Grendel ne La leggenda di Beowulf. Sì, Angelina Jolie. Un uomo la vede e grida: oh, madre di dio! Per la Madonna di nostro Signore del Cristo salvatore della Vergine santissima!

Credo in Cristo, no, credo che, miei poveri cristi, una così la vedrete col binocolo. Comunque, se pensate di vedergliela nei due film con lei appena sopra menzionativi, lasciate stare. Prima di fare gli esaltati, guardatevi allo specchio e rispettate un minuto di religioso silenzio. La Pietà di Michelangelo! Ah ah.

Vi do io una mano… se volete gustarvela desnuda, noleggiate Gia. Se volete ammirarle il lato b tatuato, sparatevi… Wanted. Ma dobbiamo arrivare… a Taking Lives per vederla quasi integralmente come la creò madre natura. Nel 2004, Ethan Hawke era ancora sposato a Uma Thurman? Ah, ora capisco perché Uma gli chiese il divorzio. Diciamo che Ethan, essendo un signor attore, s’immedesimò nella parte in modo molto sentito… con Angelina. Inutile che poi abbia fatto l’angioletto in First Reformed. Sì, infatti questo film di Paul Schrader, eh già, sapete bene come va a finire… Ethan Hawke non ha la faccia del prete, mentre Angelina ha la faccia di una interamente sfacciata. O no? Ebbene, spudoratamente e senza vergogne, no, svergognatamente vi dirò che il padre di Angelina Jolie fu un gigolò in Un uomo da marciapiede. E ho detto tutto…

Siamo sicuri che il titolo originale di questo film di John Schlesinger sia Midnight Cowboy? Diciamo anche Mezzanotte di Cowgirl. O no?

Dai, a parte gli scherzacci da preti maledetti, Jon Voight non è solo il padre di Maddalena, no, scusate, della Jolie. Eccitiamo, no, citiamo solamente alcuni dei suoi film come attore in cui dimostrò di saperci fare da pezzo da novanta… Un tranquillo weekend di paura di John Boorman, col quale poi avrebbe girato The GeneralIl campione, strappalacrime drammone di Franco Zeffirelli, Tornando a casa di Hal Ashby per cui vinse l’Oscar, A 30 secondi dalla fine (nomination meritatissima!), HeatMission: ImpossibleAlì!

Jon Voight, signore e signori, uno degli attori più unrated, no, underrated della Storia assieme a Jeff Bridges.

Magnifico nel su citato The Rainmaker. Si beccò la nomination ai Golden Globe. Perché non agli Oscar? E perché Danny DeVito non ricevette niente? Matt Damon è un grande attore, Nicolas Cage non è solo il nipote di Coppola e Tom Cruise, in Collateral, è il Padreterno. Se F. Frusciante dice che anche lui saprebbe recitare alla grandissima se diretto da Michael Mann, gli credo. Sì, come credo in dio, essendo io ateo.

Tutti, in questa società di uomini e donne vanagloriosi, vogliono essere Brad Pitt o Angelina Jolie. Okboomer. Perché invece non provate e recitare, davanti a una troupe, i monologhi di Al Pacino ne L’avvocato del diavolo? State sudando freddo, vero? Siete più bravi di Pitt? Certo, capisco. Peccato che non abbiate il physique du rôle per essere credibili nei panni di Brad o nelle mutande della sua ex, la Jolie? O no? La gente di oggi pensa che Nicolas Cage sia un “meme”. Ah ah. Ma come si veste? Ma che clown! Certamente… ah, certa gente così certa di non essere deficiente, ah, che pena mi fa. Di mio, non sono più sicuro di essere Forrest Gump.  Ecco, in un video su YouTube, un ragazzo chiese a Frusciante perché, secondo lui, Elvis Presley fu il padre dell’ex moglie di Tim Burton, cioè Lisa Marie, no, dell’ex sposa del nipote di Coppola, l’omonima LISA MARIE con l’aggiunta di un cognome un po’ pesantino da portarsi dietro, ovviamente PRESLEY. Perché era suo padre e basta. Non ci vuole un genio per saperlo o dobbiamo resuscitare Elvis e controllare i geni? Ecco, la domanda comunque posta a Frusciante non fu questa. Gli fu domandato perché Elvis sembrava figo. Frusciante fu molto onesto. Difatti, rispose, circa così: Elvis Presley piaceva alle donne così tanto solamente perché aveva una bella voce, semplicemente perché era il più bono di tutti.

Dunque, uomini, a meno che in banca non abbiate il patrimonio, non solo genetico di Elvis, se voleste farvi Angelina Jolie, la vedo molto dura e potrete essere duri quanto vorrete ma non verrete proprio a nulla con lei se non dietro uno schermo mentre state pure guardando Uma Thurman nella scena di sesso con Bob De Niro de Lo sbirro, il boss e la bionda.

Ora, molti mi accusano che dovrei farmi più il culo e che non possa stare con una donna così bella come la mia lei semplicemente perché mi dovrei vergognare di non fare un c… zo da mattina a sera. Be’, quello se lo fa lei. E io faccio molto di più, venditori di cazzate. Non è colpa mia se non sono Brad Pitt. Infatti, Brad alla mia lei non piace. Detto ciò, Dustin Hoffman è poco più alto di Danny DeVito ma è grande come Jon Voight. Sì, secondo me, sono grandi uguali. Dopo una vita, dopo essere stato spodestato di ogni “titolo”, decisi di ritornare sul ring come Voight in The Champ. Morirò oppure finirà come Alì? In effetti, a Muhammad Ali, la gente ignorante diceva di essere un gran pagliaccio. A un certo punto, ballava come Elvis e spiazzava ogni pronostico. Era troppo veloce. Sicuramente più veloce del falsi Bruce Lee di C’era una volta a… Hollywood. E ho detto tutto. Sì, la gente si comportò con me allo stesso modo di Voight con la figlia. Jon la definiva pazza e da manicomio. La verità è che Jon è un grande, ribadisco, lo perdoniamo. La verità è che sua figlia, in Changeling, non era da internare, il suo personaggio aveva ragione da vendere ed è stata un’attrice magnifica.

Finisco così: per molto tempo pensai di essere Dustin Hoffman di Papillon. Come nome, rispetto a Dustin, mi piace più Steve.

 

di Stefano Falotico

 

Tutto quello che avreste voluto sapere sul Covid-19 ma non avete mai osato chiedere… a Hollywood, a De Niro, a Ridley Scott, a Woody Allen e a Jeremy Irons, specializzato in ruoli ambigui… come il demonio


15 Jan

woody allen sesso

Perché a Hollywood continuano a girare film mentre noi non possiamo per strada girare?

Eppure, Clint Eastwood, totalmente in fascia “debole”, avendo superato i novant’anni, quindi trovandosi in zona facilmente contagiabile di Coronavirus, ha da poco terminato di girare un film on the roadCry Macho.

Sì, è paradossale. Forse, siamo precipitati in Balle spaziali, cioè nella migliore demenzialità autoironica da Mel Brooks superfantascientifico.

Ah, ricordate, tenete gli occhi aperti e la mascherina abbassata. Ma, se in questo periodo di restrizioni da belli, no, da balli, no, da brutti in maschera, vi azzarderete a rivedere Eyes Wide Shut, sarete accusati di complottismo mentre Tom Cruise, in scorsa piena estate, girò in Italia a tutto spiano un altro, anzi, un’altra Mission: Impossible.

Sì, vado forte con le freddure. Infatti, sono amante di Ingmar Bergman, per anni sognai una donna come Ingrid Bergman ma divenni una specie di Giovanna d’Arco da Carl Theodor Dreyer.

Nel nuovo film di David O. Russell, vi sarà Anya Taylor-Joy. Protagonista di The Witch di Robert Eggers. Praticamente, un regista che vorrebbe essere Dreyer, perlomeno emularlo ma a Paolo Mereghetti, soltanto al suo secondo film, ovvero The Lighthouse, già non piace. Pallino vuoto!

Oltre alla Taylor-Joy, da non confondere con Jennifer Lawrence di Joy, vi sarà un cast della madonna.

Vale a dire, Christian Bale, John David Washington (subentrato a Michael B. Jordan da non confondere con l’ex campionissimo cestista dei Chicago Bulls), Margot Robbie (da non confondere con Eva Robin’s, eh no, mi pare che Margot sia poco “ermafrodito”, no, transgender… anche se, in The Wolf of Wall Street, deve avere avuto le palle per stare con un tipo così cazzuto), Bob De Niro, Michael Shannon, Rami Malek, Zoe Saldana, eccetera eccetera.

Cioè, praticamente Hollywood intera a eccezione di Leo DiCaprio. Indisponibile poiché deve girare Killers of the Flower Moon di Scorsese con De Niro che, nel frattempo, ha finito le riprese di Wash Me in the River, inizierà Armageddon Time di James Gray e forse, a quanto pare, sarà presente anche in Gucci di Ridley Scott. Dopo che parve… fosse stato rimpiazzato da Jeremy Irons.

Stando ai maggiori siti sulle news hollywoodiane, Gucci verrà girato in Italia a Marzo mentre, attualmente, in Parlamento v’è la crisi del governo Conte, alla Casa Bianca è stato fatto sloggiare Donald Trump d’impeachment e, sino al prossimo 15 Febbraio, a noi comuni mortali è impedito lo spostamento fra regioni.

I potenti, insomma, girano… di qua e di là mentre a noi girano solo quelle.

Comunque, avete presente il film I tre giorni del condor del regista Sydney Pollack, presente anche nel succitato film di Kubrick con Cruise?

Ecco, un mio amico, residente in Lombardia che è stata appena dichiarata zona rossa, cioè riserva indiana, vorrebbe recarsi in Sicilia per fare all’amore con la sua bella.

Naturalmente, gli è impedito. Ha poche possibilità di farsela, no, farcela. Ora, o diventa un coraggioso come Kevin Costner di Balla coi lupi oppure, nel caso che decidesse di trasgredire le regole, se sarà eventualmente fermato dalla polizia durante il suo viaggio in autostrada, dovrà dire essa che lui ha fatto il tampone, forse è stato anche tamponato alla stazione di servizio dell’autogrill, è stato (s)pompato dalla benzinaia e ha il pedaggio pagato oltre ad aver magnato in un ristorante d’asporto. Però, malgrado sia adulto e già vaccinato, dirà alle forze dell’ordine che non metterà in pericolo la vita della sua amata. Poiché userà la profilassi in maniera accorta pur essendo molto dotato, quindi non è uno… corto.

Forse di lei solamente, tremendamente cotto. Comunque, più previdente dell’assistenza sociale.

Fidatevi, amici, se qualcuno volesse affidarvi a qualche “educatore” dell’AUSL, è meglio l’AIDS. Da cui il film I tre giorni (notti, soprattutto) del Condom.

Sì, debbo esservi sincero. Sono tornato molto in forma. Sì, per forza.

Dopo aver passato l’adolescenza a vivere come Woody Allen de Il dormiglione, compresi che, per salvarmi, dovevo amoreggiare con una ragazza pura come Mia Farrow di Alice o di Rosemary’s Baby?

V’è piaciuta la battuta cinica da Roman Polanski vero e non quello finto di C’era una volta a… Hollywood?

Penso che i fanatici del morto e sepolto Charles Manson siano più stupidi di Frank Langella de La nona porta, penso che Emmanuelle Seigner sia più sexy di Sharon Tate, credo fermamente che lo stesso attore che interpretò Manson nella bischerata, appena menzionatavi, opera di Tarantino con DiCaprio e la Robbie, non sia bello come Brad Pitt ma sia la stessa persona che incarnò Manson nella seconda stagione di Mindhunter.

Sì, fui già ammiratore di Woody Allen tantissimi anni fa quando, vivendo di frustrazioni da Diane Keaton di Interiors, mi trasformai anzitempo, anzi, in tempi non sospetti, nell’Allen di Broadway Danny Rose, cioè in un guitto d’avanspettacolo, indagatore dei miei personali demoni interiori da Larry Lipton di Misterioso omicidio a Manhattan.

Comunque, è curiosa la cosa… in Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh, Depp viene accusato di essere un violento stronzo. Al che, viene ucciso da tutti i passeggeri del treno.

Scusate, fra questi vi fu anche Amber Heard? No, per chiedere, eh?

Onestamente, ne so una più di De Niro di Angel Heart. Sì, ne so una più diavolo.

In tale capolavoro di Alan Parker, a mio avviso, Mickey Rourke è più cornuto di Mefistofele.

Prima fu un angelo biondo più bello di Lucifero, no, di Mickey Rourke nel secondo tempo di Johnny Depp, no, di Johnny Handsome, ma morì all’inferno rimanendo nel Dubbio da Meryl Streep se la sua ex, interpretata da Charlotte Rampling, durante il suo ricovero in manicomio fosse stata con qualcun altro… The Night Porter… docet?

Tornando a Eva Robin’s, penso che sia più sensuale di Vladimir Luxuria. Tanti anni fa, Eva fu ospite del Paradiso Terrestre, no, di Non è la Rai. Per qualche tempo, tale trasmissione fu anche condotta da Paolo Bonolis. Il quale stette con Laura Freddi. Secondo me, Laura aveva un viso da uomo.

Infatti, le preferii sempre Cristina Quaranta e Maria Teresa Mattei, moglie di Roberto Baggio, no, di Dino Baggio.

Mentre ad Ambra Angiolini, miei “angioletti”, preferisco ancora Annalisa Mandolini.

 

Jeremy Irons e De Niro

mission irons de niro

Jeremy Irons è da sempre specializzato in ruoli ambigui. Vedi Lolita, non di Kubrick bensì del regista di 9 settimane e ½, Adryan Line. Quello di Allucinazione perversa…

In Io ballo da sola, siamo sicuri che, prima di morire di Cancro, non abbia amoreggiato con Liv Tyler oppure con la protagonista del videoclip storico Rewind di Vasco Rossi?

No, fu un brav’uomo. Tant’è che, prima di andarsene, mise in guardia Liv da uomini come suo padre, Steven Tyler. Cantandole…

Ehi, tu delusa

Attenta che chi troppo abusa

Rischia un po’, un po’ di più

E se c’è il lupo rischi tu

Secondo voi, il lupo è De Niro di Cape Fear?

Ma no, scusate, Irons si prodigò tantissimo affinché De Niro si redimesse in Mission.

Scherzi a parte, Irons nella parte del gesuita non è credibile. Così come non lo è Dio.

Woody Allen disse: Io non credo in Dio, non ci ho mai creduto… Diciamo che lo stimo.

Recentemente ho letto la Bibbia. Non male, ma il personaggio principale è poco credibile.

Di mio, che posso dirvi?

Non sono credibile nella parte di Jeremy Irons di Inseparabili. Sì, sono inimitabile anche nei miei “gemelli”.

Riesco però a essere sia Irons de Il danno che suo figlio.

La mia lei va matta per Juliette Binoche e ama Jeremy Irons.

Adora Chocolat.

Io adoro Cosmopolis.

No, non sono De Niro, non sono Robert… Pattinson, non sono Jeremy Irons.

L’importante è che io non sia Eva Robin’s. Non voglio neppure essere Margot Robbie.

La verità è una sola…

I potenti fanno quello che vogliono. Se ne fottono e… girano.

Noi siamo solo dei fottuti… geni.

Se non vi sta bene, chiamiamo subito Jeremy Irons di Inland Empire e imparerete non a delirare come Laura Dern, miei conigli, bensì ad amare il grande Cinema e anche qualcos’altro.

Se non vi sta bene, credete al Papa.

In effetti, donne bigotte, non avete tutti i torti.

Jude Law di The Young Pope è “leggermente” più figo di Jonathan Pryce di Two Popes.

Ricordate: così come disse Al Pacino, non de L’avvocato del diavolo, bensì di Scent of a Woman:

– Ragazzo, ti è piaciuta la sparata?

 

Mi spiace dunque deludere i miei haters. Non sono cieco come il tenente colonnello Frank Slade.

Anche perché Diane Keaton non sarebbe mai stata con Pacino e Woody Allen se fossero stati dei cessi come Bradley Whitford, cognato di Pacino in Scent of a Woman.

Che brutta fine, poveretto. In Three Christs, è impazzito come me quando vidi Willem Dafoe ne L’ultima tentazione di Cristo e, giustamente, pensai che recitasse da Dio. Ah ah.

Vi lascio con questa:

una tizia telefona al centro di salute mentale per sapere se io sia in cura presso la struttura.

– Pronto?

– Sì, chi parla?

– Falotico è in cura da voi?

– Per segreto professionale, non possiamo fornirle tali informazioni. Lei, comunque, ci sta simpatica. Per lei faremo un’eccezione alla regola. No, signora, nessun Falotico ci risulta tra i nostri pazienti. Lei, sì, però.

– Che dice? Che dite? Io non sono matta!

– Signora, ci rincresce. No, non è solo matta, è pure molto scema. Che poi è la stessa cosa. Ci scusiamo per il disagio.
Insomma, alla fine di Scent of a Woman, è partito un applauso che fa tremare. Qualcosa di veramente devastante.
Quasi quanto il libro Bologna insanguinata.

Presto anche in cartaceo. Naturalmente, anche in audiolibro recitato dal suo autore.

di Stefano Falotico

blade runner serpente joanna cassidy

Il Mereghetti 2021, dizionario dei film, è un buon acquisto da farsi a Natale? Paolo stronca l’ultimo Tarantino, non ha tutti i torti anche se credo che, in cuor suo, vada matto per Margot Robbie


28 Nov

the irishman mereghettivin diesel prova a incastrarmi

E, onestamente, se non possedete il mio carisma, è meglio che rimaniate a vita spettatori della vita e del Cinema, in quanto siete critici solo degli altri ma non avrete mai quel falò delle vanità che mi rende il Roman Polanski italiano.

Sì, sono un realista pessimista, giammai disfattista eppur obiettivo e crudelmente sincero.

Il 90% delle persone crede davvero alla validità delle quarantene del Covid-19.

Di mio, credo che Margot Robbie sia una donna che, anziché fare l’attrice, dovrebbe vendere il pesce al mercato.

Sì, assomiglia a una di Non è la Rai. Ve lo ricordate?

Io ricordo tutto. Nel mio ambiente, mi chiamano Jena…

Sì, non frequento più ruffiani ambienti altolocati e alto-borghesi dei miei stivali. Non sono salottiero e, alla Mostra della Laguna, programma cinematografico trasmesso direttamente dal Festival di Venezia di tantissimi anni fa e condotto da Serena Dandini, programma peraltro mal ricordato da Paolo che lo definisce Il mostro della laguna, preferirò sempre La forma dell’acqua.

Di mio, posso dirvi che la mia lei non è Sally Hawkins del film appena citatovi di Guillermo del Toro, cioè non è la Pallavidino.

Molte ferite del mio animo ella rimarginò, conduco ancora una vita affogata nella marginalità ma non mi lamento se Benicio Del Toro si arrabbia perché lui ha le occhiaie e io no.

Nella mia vita non sono mai stato felice, giammai lo sarò.

So però che non canterò con Laura Pausini, consolandomi nel falso buonismo clericale d’un mondo oscurato dal Covid? No, dalla retorica e dalle bugie messe in giro dalle persone più fake di Nick Nolte di Cape Fear.

Ora, scusate, s’è fatto tardi. Andrò a prepararmi una buona cioccolata calda e, con le gambe accavallate, guarderò su Netflix il “capolavoro” Qualcuno salvi il Natale 2.

Interpretato dall’attore de La cosa oggi ridottosi peggio degli zampognari vestiti da Santa Claus che, in via Indipendenza a Bologna, sperando di pagarsi le bollette, regalano alle brave personcine delle dolciastre schifezze a base di ruffianerie e pose meschine. Che manichini.

Preferirò sempre la mia vita amara alle persone che si spacciano per buone ma non conoscono nemmeno un fotogramma dei film di Carpenter.

Ricordate, a Bologna in questo periodo, come puntualmente accade in autunno, c’è la nebbia.

Sto infatti girando The Fog 2. La storia di un uomo, cioè il sottoscritto, scomparso nel buio.

Io stesso non vedo chi sono e dove mi trovo/i.

Meglio così. Tanto, come detto, molta gente non sa neanche dove stia di casa… il loro cervello.

Su questa mia battuta cinica, vi auguro Buon Natale. Spero di avere allietato le vostre tristi giornate con un candito, no, con una ben condita e non tanto candida faloticata. Salutatemi a sorrata e a mammata. A parte gli scherzi. Dai, suvvia. C’era una volta a… Hollywood è una mezza boiata.  Ha ragione Mereghetti ad assegnare a The Irishman la bellezza di 4 stellette. Non abbiamo bisogno della Pallavidino e di “critici” come Francesco Alò che The Irishman stroncò.

Se volete conoscere la verità, non me la passo benissimo. Ma almeno non lecco il culo a nessuno. Tranne alla mia lei.

Evviva il Falotico.

Il Mereghetti 2021 è da acquistare? Paolo stronca Tarantino e impietosamente assegna il vuoto pallino a THE LIGHTHOUSE ma esalta giustamente THE IRISHMAN

Paolino, mica un qualsiasi pinco pallino.

Ebbene sì, è uscita la nuova edizione del Mereghetti Dizionario dei Film.

Il celeberrimo, temibile MEREGHETTI. Spauracchio di ogni regista in erba che, dalla prosopopea spesso trombonesca di Paolo, viene stroncato severamente e soventemente reciso sul nascere. Sfiorito ancor prima che possa floridamente sviluppare la sua rosea poetica cinematografica. Poiché Paolo non vuole sentire ragioni e, in modo arbitrario, sentenzia con fare autoritario. Puntando il dito contro i giovani esaltati che a lui stanno, a pelle, antipatici.

Un uomo coraggioso, il Paolo. Un uomo con le palle! Che, nella scorsa edizione, rivalutò molti film del genio di Brian De Palma ma in questo suo ultimo aggiornamento irriverentemente abbassa il voto, da lui precedentemente e generosamente assegnato, a Omicidio a luci rosse.

Definendo inoltre Sidney Lumet, autore di Serpico e di Quel pomeriggio di un giorno da cani (mica pizza e fichi), come un normale, bravo artigiano. Poi, nobilitandolo tanto per fare il bastian contrario di sé stesso. Si decida, Paolo, altrimenti sarà citato in tribunale dal mitico Vin Diesel di Prova a incastrarmi.

Sì, un Vin nell’unico film decente della sua carriera. Un Vin simil Di Pietro! Il risolutore della tangentopoli di Mereghetti? No, delle contraddizioni di Paolo che frequentemente parte, come si suol dire, per la tangente.

Mereghetti, senza fare altresì una piega, continua a inveire contro Tarantino e, con estrema cattiveria inusitata, decide a suo modo insindacabile che The Lighthouse non è/sia un grande film, bensì una ciofeca spacciata per sofisticata, ermetica arte.

Insiste peraltro, in modo indefesso, a dichiarare orgogliosamente che Lars von Trier sia un venditore di aria fritta.

Che la Forza sia con te, Paolo.

Cosicché se, nella sua ultima edizione, campeggia Darth Vader, nel frattempo muore il suo interprete epocale, ovvero David Prowse.

Secondo Paolo, il film più bello del mondo non è affatto Quarto potere, bensì La morte corre sul fiume.
Come dargli torto, bravo!

The Irishman è un capolavoro?

Ovviamente, sì.

Mereghetti la pensa come me. Dunque, non vogliamo più vedere Francesco Alò e non vogliamo più nessuno che critichi il più grande attore di tutti i tempi.

Chi sarebbe? Robert De Niro. Certo. Ma anche questo non scherza.

Cioè il sottoscritto.

 

di Stefano Falotico

 

I progetti irrealizzati, forse solo idealizzati, di Brian De Palma: innanzitutto, Toyer ma forse è meglio il libro Il diavolo è un giocattolaio


02 Oct

brian de palma

Sì, ogni regista ha almeno, conti alla mano, anzi su due mani, circa dieci progetti ambiti, i cosiddetti dream projects, giammai realizzati. A causa di tutta una serie di circostanze sfortunate, di difficoltà produttive, semmai all’ultimo momento, riscontrate. Per colpa di non dati per scontati scontri con chissà chi.

Per esempio, credo che Francis Ford Coppola, oramai più obeso di Marlon Brando dopo vent’anni da Il Padrino, per quanto s’ostini ad annunciare continuamente le riprese, più e più volte slittate, mai veramente partite, oserei dire di sudore freddo patite, posticipate, semplicemente rimandate, diciamo pure mai svoltesi né iniziate di Megalopolis, a causa di evidenti suoi limiti anagrafici e d’una demenza senile sempre più galoppante, non salirà in sella a tale suo sognato film perennemente mai concretizzatosi. Sì, oramai Francis è vecchio, rimbambito più di Bruce Dern di Nebraska e Megalopolis, film scifi di natura semi-peplum, ambientato cioè in un’antica, oserei dire postmoderna, avveniristica Roma simil Metropolis, non troverà mai la luce.

Sì, Francis, fra poco ascenderai nei campi Elisi. Campi ove non finirà quella frustrata della cantante Elisa, bensì è il posto dei Beati ove salgono lassù non solo i Russell Crowe de Il gladiatore ma anche tutti i cineasti, per l’appunto, paradisiaci come te. Da empireo, registi imperatori che per anni imperarono sulla Settima Arte con tanto di sacrosanta aureola, giammai riposandosi sugli allori.

Allora… Gian(n)ina Facio fa sì che Ridley Scott, ogni volta che quest’ultimo giace/ccia con lei a letto, essendo ora costei sua moglie dopo averla data anche a Fiorello che, a sua volta, di “Karaoke” lo diede a Katia Noventa, non so se pure a novanta, ecco, fa sì che il regista del super malinconico Blade Runner, alla fine dell’amplesso con lei, reciti in maniera liturgica, diciamo anche da arrapato Mimì metallurgico, il celeberrimo monologo di Rutger Hauer con tanto di Cristoforo Colombo di 1492: La conquista del paradiso, no, di lui al settimo cielo come una colomba bianca che se la ride come una pasqua, come si suol dire.

Sì, ragazzi, dinanzi a Gianina tutta ignuda, semmai anche in perizoma e tanga presto da lei tolto per annegare il suo “Triangolo delle Bermude” (da non confondere con quello di Renato Zero), Ridley mitraglia come Eric Bana di Black Hawk Down per tempeste ormonali sue da Albatross senza bermuda.

Comunque, lasciamo stare Ridley (non sono ca… i che ci riguardino) che scotta con la Facio ogni volta che se la fa e torniamo a Coppola.

Megalopolis… dovrebbe esserci adesso Jude Law e, tanti anni fa, nel cast doveva esservi pure il nipote del Coppolone, vale a dire Nicolas Cage, assieme a Bobby De Niro, Russell Crowe (sì, sempre lui), Paul Newman e Kevin Spacey. Castrato da Scott per via dello scandalo imputatogli, forse peggiore di quello al centro del prossimo film di Scott stesso, ovvero Gucci, estromesso e censurato da Tutti i soldi del mondo poiché Ridley non poteva sputtanarsi… e ho detto tutto.

Ma chi se ne fotte… di Coppola. Parliamo di un suo grande amico, vale a dire Brian De Palma.

A quanto pare, malgrado perenni rimandi, Brian dovrebbe girare Catch and Kill, una sorta di storia alla Predator. Cioè un reboot del capolavoro di John McTiernan con Schwarzenegger? No, uno psycomovie perverso, in stile hitchcockiano su tipico stilema depalmiano da Doppia personalità e Omicidio a luci rosse, ispirato ad Harvey Weinstein. Ah, ma allora questi registi sono fissati a fare i guardoni. Ma che sono James Stewart de La finestra sul cortile oppure De Niro di Hi, Mom? Mah… Fatto sta che alla Donna che visse due volte preferisco il mio libro La vertigine del lieve crepuscolo. Mentre a Kim Novak preferisco Rebecca Romijn di Femme Fatale. A Hilary Swank di Black Dahlia, preferisco Scarlett Johansson. Invece, a Sharon Stone di Sliver, preferisco il suo vedo-non vedo, diciamo il suo upskirt senz’alcun velo, di Basic Instinct.

Brian De Palma voleva Nicolas Cage in un biopic su Howard Hughes. Poi, lo voleva nella parte di De Niro da giovane, cioè Al Capone, nel prequel de Gli intoccabili.

Con Gerard Butler nella parte che fu di Sean Connery. Meglio che tale stronzata non sia stata realizzata.

Nicolas Cage nella parte di De Niro mi pare infatti una cagata pazzesca. E qui sono Paolo Villaggio/Fantozzi che attacca, senza mezzi termini, La corazzata Potemkin. Da Brian citata in The Untouchables.

Vorrei parlarvi invece di Toyer. Film che doveva essere ambientato a Venezia con Colin Firth e Juliette Binoche. Sulla Binoche, siamo tutti d’accordo? Potrebbe anche stare ferma, in gondola, per due ore e mezzo di film, senza dire una sola parola. Recitando in maniera annacquata, cioè interpretando un ruolo mal cucitole addosso che fa acqua da tutte le parti. Sì, cucite male parti che non calzino a pennello a Juliette. Meglio, difatti, che Juliette sia pure senza calze.

La sua bellezza oceanica parla da sé e scatena una marea cataclismatica in ogni uomo non solo romantico da Ponte dei Sospiri…

Che cosa? Juliette è invecchiata? Non diciamo stronzate. Se si spogliasse davanti a voi, comincereste a guardarla (e non solo) da ogni angolazione come John Travolta di Blow Out.

Comunque, avete ragione. Carla Gugino di Snake Eyes è più bona. Anche l’ex di Nic Cage, Christina Fulton. Lo sapeva pure Val Kilmer/Jim Morrison di The Doors. Eh sì, il re lucertola… e si prende l’ascensore.

Sì, credo che Cage sia stato reso cornuto da Christina molto tempo prima di essere da lei lasciato e venir coglionato da Patricia Arquette. Nic, dammi retta, riguarda la scena finale di Al di là della vita e non recitare la parte del duro. Fai pietà. Di Michelangelo?

In Toyer, Colin Firth doveva interpretare la parte di un genio pervertito che, anziché uccidere le sue vittime, le torturava psicologicamente. Facendo loro dello stalking e dello body shaming crudele.

Al fine di farsele, no, farle impazzire, rendendole psicotiche e obbligandole, giocoforza, a coma farmacologici e a gravissimi TSO.

Praticamente, quello che alcuni idioti fecero a me.

Peccato che non avessero calcolato che so scrivere libri à la De Palma ambientati in laguna come Il diavolo è un giocattolaio.

E che la mia attuale lei sia la donna che compare in questa copertina.speculareipnosifalotico

A proposito di Val Kilmer e De Niro, non scoperto da Scorsese, bensì da De Palma, miei voyeur “dritti”.

Che cosa dice Al Pacino in Heat? È gente cazzuta, questa.

Comunque, non nutro pensieri vendicativi nei riguardi di certa gentaglia che volle indurmi al suicidio, non sono Il conte di Montecristo.

E non ucciderò nessun Ted Levine. Neppure quello de Il silenzio degli innocenti. Non sono mica Jodie Foster… de Il buio nell’anima, no?

Per cui, i miei haters possono dormire sogni tranquilli. Tanto, sono così scemi che confondono Freddy Krueger di Nightmare con Diane Kruger di Bastardi senza gloria.

Oh, nazisti filo-fascisti. Non sono bello come Brad Pitt ma sono Leo DiCaprio di C’era una volta a… Hollywood.

Se non vi sta bene, vi spediamo subito in manicomio come Charles Manson.

Ecco, molta gente mi urla che io debba soffrire e stare malissimo.

A me pare di stare benissimo. Ora, mi spiace per il demente che andava a dire che io fossi schizofrenico. Semplicemente, è stato distrutto.

Sapete, se provocato da imbecilli, posso essere più cattivo di Al Pacino di Scarface.

 

di Stefano Falotico

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Se volete essermi amici, sappiate che tutte le prove di Robert Pattinson mi piacciono, da cui il detto Pattinson chiari, amicizia lunga


28 Aug

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Finalmente, è uscito Tenet.

E, a ragion veduta, lo stronco in quanto posso giudicarlo obiettivamente dopo averlo visto in sala?

No, non l’ho ancora visto e penso che lo guarderò in streaming fra un’Insomnia e sicuramente una racchia come Hilary Swank che mi tormenterà come Robin Williams del film suddetto, praticandomi stalking al fine di corteggiarmi? No, di risvegliare la mia migliore rabbia alla Pacino. M’indurrà a una recitazione dal sublime manierismo à la Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Cerchiamo d’ironizzare un po’ sulle star ché, con l’avvento di Instagram, siamo passati dal divismo delle celebrità d’oltreoceano di Hollywood all’esaltazione narcisistica di sé stessi esposti a mo’ di macelleria da catalogo Postalmarket. Sì, siamo passati dalle vendite per corrispondenza dei propri corpi edonistici esibiti per un puttanesimo collettivo da Cinema maggiormente morboso di Paul Schrader, ah ah, alla verità dei falli, no, dei fatti. Basta. Un tempo, erano le donne a farsi cagare, eh sì, facendosi anche catalogare come merce, dandosi alla mercé del virile, più che altro pervertito sguardo da voyeur del maschio falso italiano che voleva essere bello come Richard Gere ma avrebbe poi perfino permesso a sua madre di prostituirsi con Woody Harrelson di The Walker, con James Deen di The Canyons o semplicemente del James Deen normale, pur di avere una vita da Hardcore, da uomo però agli antipodi rispetto a George C. Scott del film appena eccitato, no, citatovi, cioè da libertino in zona schiettamente pavoneggiante il suo sfrontato e svergognato Amerigan Gigolo senza fronzoli.

A proposito, che significa la mia frase… James Deen normale? Mi riferisco al James scritto as Dean, ovvero quello de La valle dell’Eden, Gioventù bruciata e Il gigante, oppure a colui che, con le pornoattrici, non solo americane, sempre ce l’aveva e ha duro e dritto?

Ci vuole chiarezza, dobbiamo ritornare a una primigenia nudità e lindissima purezza anche se abbiamo la nostra età e faremmo onestamente ridere i polli se ci vestissimo alla maniera anagraficamente regressiva di bebè da Prénatal. In verità vi dico che anche Ethan Hawke, nel finale di First Reformed, un film enormemente sopravvalutato, risultò più patetico di Richard Chamberlain di Uccelli di rovo.

La società di oggi è divenuta un carnaio ove le persone si scannano come maiali in lotte al massacro, soprattutto fi(si)co, spappolandosi i feti, le feci, no i fegati, da Carnage. Polanski fu esperto di jeu de massacre e sa ancora che tutta questa farsa, no, falsa, svenduta joie de vivre è più mostruosa dello stupro e dell’omicidio compiuto ai danni della sua ex moglie, Sharon Tate, nell’eccidio di Cielo Drive.

Sì, C’era una volta a… Hollywood è un brutto film. Non si può reinventare, in maniera dolcificante e a mo’ di consolatoria elegia nostalgica, una disgrazia irripetibile come quella vissuta, anzi, per fortuna non vista dal vivo eppur per sempre, sino alla morte, penetrata indelebilmente nel tormentato vissuto di un Roman eternamente distrutto.  Un uomo che ha dovuto compensare un abominio del genere, reinventando, lui sì, sé stesso e la storia della sua vita e della sua, purtroppo, irreversibilmente magnifica storia d’amore così vigliaccamente e schifosamente trucidata immoralmente. In modo immensamente repellente, mortale. Dunque è giusto fare i pagliacci quando nell’anima si viene ammazzati come (in) Joker. Poiché, essersi attenuti al rispetto del prossimo anche più bastardo, permise a quest’ultimo di prendersi gioco della buona fede di chi forse, un tempo, credette in dio ma, adirato a morte a causa d’idioti adoratori del demonio, cioè dei malati di mente peggiori di Frank Langella de La nona porta, è ora più cattivo di Charles Manson.

 

 

Hilary Swank…  Lei, un maschiaccio da Boys Don’t Cry che frequentò già uomini vecchi come Clint Eastwood di Million Dollar Baby, cioè gli unici che potessero minimamente incoraggiarla in quanto, sebbene fossero già anzianotti, perciò dando gli ultimi colpi, come si suol dire, con questa bruttona non gliela poterono fare neanche se avessero dissotterrato l’ascia di guerra come in Gran Torino.

Infervorandosi accalorati come lo stesso Pacino di Scent of a Woman dinanzi a un’ingiustizia delle più atroci che madre natura potesse concepire. Una diavoleria agghiacciante come in Rosemary’s Baby.

Ah, la vita è un parto funesto, nefasto oppure da patto faustiano. Bisogna vendere l’anima difatti al diavolo pur non di vendere il culo sui viali.

Insomma, basterebbe che rileggeste le mie ultime dieci righe per capire che, se reputate Tarantino un genio come sceneggiatore, io forse sono il Salvatore… di Nicolas Cage di Al di là della vita.

Ah, che strazio carnale ch’è la vita e L’ultima tentazione di Cristo, eh sì, docet.

Come può essere invece spiazzante il Cinema di Scorsese. Capace di passare dagli script d’un sofferto Schrader da Toro scatenato e Taxi Driver, a un Jay Cocks che allestì, da writer, L’età dell’innocenza, Gangs of New York e Silence.

E ho detto tutto.

In Black Dahlia, comunque, la Swank riuscì a essere sexy. Sì, semplicemente perché il genio di De Palma riuscì a farci credere che Hilary fosse, a volte, Scarlett Johansson sdoppiatasi nell’hitchcockiana Kim Novak de La donna che visse due volte su Femme Fatale alla Rebecca Romijn.

Una come la Swank, nella vita, aveva e ha, eh già, Oscar a prescindere, due possibilità per farcela e riuscire soprattutto a farsi qualcuno. Ho scritto qualcuno. Per farsi e basta, bastava che si facesse e faccia un produttore che le desse e dia la sua dose da Marcellus Wallace. Ma per cortesia!

Cioè interpretare, per l’appunto, la parte della dark lady che poteva, grazie alla sessuale virtù tenebrosa del recitare la bella statuina da Academy Award della minchia, tirandosela da pupa probabilmente del gangster Harvey Weinstein, ammantarsi di un vago fascino da Marlene Dietrich dei cog… i.

Sì, sono cinico come Orson Welles de L’Infernale Quinlan. E so che l’Orson de Il terzo uomo non era un orso, bensì avrebbe odiato i film buonisti come The Bear di Annaud.

Quando si suol dire… ah, un Orso(n) d’annata.

Di mio, invero, non amo molto Pattinson. Forse, Robert fu amato però da Kristen Stewart. Donna magnifica da fottere in culo. Seduta stante di standing ovation in “eiaculation” che celebri la sua celebrità in modo però non celere. Sì, bisogna gustarsela senza venire subito al sodo. Cristo della Madonna, Kristen è anche una bravissima performer. Prestazione straordinaria, interpretazione super brillante come un orgasmo con lei, oserei dire, eh sì, spumeggiante!

Sicuramente, amai e amo ancora molto Robert De Niro ma De Niro non sa neppure chi io sia.

Mentre De Niro e Pattinson avrebbero dovuto girare assieme, qualche anno fa, Idol’s Eye. Film mai realizzato di Olivier Assayas. Film nel cui cast doveva esservi anche Rachel Weisz.

Colei che, potremmo dire, rappresenta l’antitesi della Swank. Sì, Rachel è figa, Hilary è più esteticamente improponibile del Pinguino/Colin Farrell di The Batman.

Di mio, invece, sino a un anno fa pensai di essere un cretino. Invece, repetita juvant, forse sono più bravo di Tarantino.

Con la sottilissima differenza che lui è molto meno bello di Pattinson ma più ricco di Roman Polanski.

Dunque, sono troppo stanco per credere alla balla secondo cui, solamente perché Pattinson ha/abbia lavorato con grandi registi, sia il nuovo De Niro.

Sapete, io non ho gusto. Secondo me, il capolavoro dei fratelli Safdie non è Diamanti grezzi, io invece sono assai grezzo e amo maggiormente, quindi, i film “sporchi” come Good Time.

E devo dirvi la verità, il ritornello di Ghali, per l’appunto, voglio stare in good time, non è male né per tamarri.

Io voglio morire in sala, no, in santa pace perché incontrai, lungo il mio cammino da peccatore, molti porcellini ma tiferò sempre per Ezechiele Lupo e per il versetto Ezechiele 25:17 recitato da dio da un Samuel L. Jackson al massimo storico:

«Ezechiele 25,17. Il cammino dell’uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre; perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare ed infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.».

Jackson fu, in tal caso, doppiato da Luca Ward.

Uno che deve essere fissato coi personaggi vendicativi. Il gladiatore insegna, miei porci, no, proci. No, miei prodi!

Io, a differenza dei pazzi, perdono e assolvo i pazzi stessi e non credo alla balla rifilatami da una donna, semmai benevolente e in vena di tirarmelo, no, di tirarmi su. La quale, pur di essere consolata dalla sua vita grama, mi dice che assomigli(o) a Robert Pattinson.

E che sia identico a De Niro.

Purtroppo, è vero. Ah ah.

Ma, il 13 Settembre prossimo e alle porte, compirò 41 anni.

Sono troppo intelligente per credere che io non sia, ahimè, Nicolas Cage di Via da Las Vegas.

Molta gente, di questi tempi, mi sta attaccando su tutti i fronti.

Urlandomi che sia diventato un debosciato ad andare in giro a fare il John Belushi di The Blues Brothers.

Non è autocommiserazione né patetismo.

Chi conosce la mia storia, se fosse stato al posto mio, si sarebbe già suicidato.

Mi pare dunque giusto che muoia lentamente da uomo dal cuore di un bambino Arthur Rimbaud che crede, come in Twilight, ancora ai vampiri e agli idoli.

Penso che i bambini di Satana, guidati da Marco Dimitri, fossero dei maniaci e penso che l’Italia sia un Paese di catto-borghesi più falsi di quelli che ora, dopo aver visto Tenet e il trailer di The Batman, gridano che Pattinson sia un grande ma domani, invece, quando io sarà morto, diranno che io stesso fui un grande ma non fecero nulla per evitare che non fossi nessuno.

Questa è la vita? No, questa è una tragedia.

Comunque, me ne fotto. Sono cazzi amari. Sì, sono camaleontico come Robert, Robert De Niro e non ci sono cazzi per nessuno. Per la mia lei, sì, di glande alla grande. Fottetevi, altrimenti v’inculo.

 

di Stefano Falotico

Cos’ho imparato dalla vita? Che Johnny Depp e Brad Pitt sono indubbiamente belli e fotogenici, altresì ho appreso di possedere un fascino da Dean Corso de La nona porta, anche da James Dean e basta


16 Aug

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Sì, senz’ombra del diavolo, no, del dubbio… credo di essere il figlio di Mia Farrow di Rosemary’s Baby, geneticamente possiedo l’autoironia intellettuale d’un John Cassavetes ante litteram, ho scoperto di non essere misogino, neppure misantropo, eppure preferisco l’originale Sharon Tate alla Margot Robbie di C’era una volta… a Hollywood. Adoro inoltre tutti i film di Roman Polanski, compreso lo stupendo e sottovalutato, per l’appunto, L’uomo nell’ombra.

Ultimamente, mi stanno perfino proponendo dei lavori da Ghost Writer e la mia attuale lei sostiene che alcune mie espressioni le ricorda/ino Ewan McGregor.

Ora, non esageriamo. Ewan è molto più alto di me, sebbene il McGregor di Big Fish sia spiccicato al sottoscritto. Ah ah.

Sì, sono sempre stato uno storyteller, un inventore di trame spesso fantasiose, autore di libri che oscillano fra il thriller e il fantastico in maniera meravigliosa. Libri la cui prosa, barocca-gotica, ricolma di qualche stronzata, di voli pindarici dei più azzardati e descrizioni minuziose, gioca sulle emotive, soventemente vergognose, perlomeno inconfessabili sensazioni interiori che ognuno di noi vive anche se spesso nasconde per timore di cascare nella ridicolezza, diciamo nel ridicolo. Non poetizziamo troppo, suvvia.

In quest’ultima decade, ho affinato spaventosamente la mia allure da uomo decadentista. Molte volte, inoltre, sono stato dal dentista. Sapete com’è… a forza di mangiare il gelato al cioccolato, è spuntata qualche carie. Non vi preoccupate, basta una bella e approfondita igiene dentale e, se qualche vecchia cariatide, la quale non comprenderà la vostra giovinezza eterna da Johnny Depp, il quale a sua volta è sicuro che abbia pattuito un contratto faustiano per conservare la sua immacolata beltà pulita da elisir di magnifica, lunghissima vita, dicevo… se delle cariatidi, non comprendendo le ribalde vostre sensuali gagliardezze da ragazzi maledetti, vorranno sbattervi in un centro di salute mentale, sbattetevene.

Ecco, Johnny Depp non è un uomo normale. Credo che ogni psichiatra del pianeta Terra non possa contraddirmi in merito. È infatti inconfutabile il fatto inequivocabile che, se un uomo, nella sua vita riesca a fare all’amore con Winona Ryder e chi più ne ha ne metta di super femmine da spot Calzedonia con tanto di eleganza da donne d’alta classe recitativa che lavorarono perfino con Scorsese e Coppola, riuscendo nel frattempo a lavorare con Kusturica, sia un genio assoluto.

Metteteci pure che Depp, oltre a possedere una bellezza dionisiaca, oserei dire idilliaca da far impallidire, anzi, arrossire-arrossare, finanche bagnare ogni essere dotato di estrogeni del nostro mondo, è pure chitarrista-bassista apprezzabilissimo, ecco, possiamo affermare insindacabilmente che Johnny non appartenga alla razza di animali così come praticamente tutti i cosiddetti uomini del globo terrestre. Comunque, non sono omosessuale, sono eterosessuale. A Depp e a Brad Pitt, preferisco Amber Heard. Dato che è in causa giudiziaria col Depp, la contattiamo subito su Instagram per vedere quello che si può/possa fare…

Sì, voglio segnalarla. Non si doveva permettere di rompere i coglioni a Johnny. Come direbbe Sgarbi, andasse a dar via il c… o. Diciamo, comunque, che una remotissima possibilità che io possa sbaciucchiarla c’è. Non ridete. Mantenete un contegno, non date spettacolo.

Sono più cinico di Polanski, sono molto più giovane di Depp e, oltre a essere l’unico attore di me stesso, dono riservato forse solo a Dio, sono uno scrittore amabile e un mezzo-doppiatore dalla voce e gola profonda cavernosa da cavernicolo facilmente troglodita di corpi cavernosi dilatati dinanzi a ogni selvaggia come Amber, indosso tutti i miei fallimenti esistenziali col savoirfaire dell’uomo che non deve chiedere mai… alla Caritas e all’assistenza sociale poiché non è un comune idiota che non ha mai visto Gli invisibili con Richard Gere, non è un uomo che scriverà patetici opuscoli e vademecum intitolati Recupera la tua autostima, guardandoti allo specchio e capendo, obiettivamente, che non sei Depp e Pitt ma non sei nemmeno un cesso della Stazione Termini, non è uomo che ci tiene/tenga a dimostrare di esserlo, esibendosi in linguacce su Instagram al fine che qualche tonta e sciocchina possa abboccare alle sue smorfie da Fabrizio Corona dei poveri che va(da) compatito e soprattutto preso a sberle non sventole come la Belena e la Heard, non è un uomo che vuole/voglia arrivare subito al dunque, eh sì, non soffro/e di eiaculazione precoce, non è un uomo perbene, no, per niente. Possiede/o l’anima mirabile di Elephant Man e la cultura di Frederick Treves e di Hannibal Lecter.

Questi sono super uomini alla Nietzsche, cazzo.

Dunque, in un mondo in cui molta gente pensa che Pamplona di Fabri Fibra featuring Thegiornalisti sia una canzone che dica il vero sull’attuale porcile della società, svelando chissà quali segreti del nostro contemporaneo status penoso e puttanesco di volpi, lupi, cani e porci, feriti ed ammazzati, uno come me può solo adorare il film Scappo dalla città – La vita, l’amore e le vacche, stare con una donna magnifica che si distingue/a principescamente da qualsiasi donna oramai svaccatasi, può inevitabilmente soltanto essere un recensore di Cinema più ricercato dell’Indio di Per qualche dollaro in più, un writer amante di Clint Eastwood dal carisma mille volte superiore a ogni Sean Connery/James Bond, con tanto di stempiatura da alopecia androgenetica del testosterone caldissimo, un uomo che ne sa una più del diavolo di The Ninth Gate.

Sì, il diavolo non esiste. Non esiste neanche dio, purtroppo. E Il Signore del male di John Carpenter, assai sottovalutato ai tempi della sua uscita, è uno dei film più belli del mondo.

Sicuramente più bello di Johnny Depp e Brad Pitt.

Di mio, faccio quello che posso. Ho acquistato un giubbotto da Wish. Mi sta benissimo. Perché l’ho comprato? Perché fa figo? No, perché costava poco ma fa la sua porca figura da Al Pacino di Serpico. No, non è un chiodo da Cruising. Non provateci… Allocchi, non sono Lefty di Donnie Brasco.

E questo è quanto.

È finito ferragosto, è finita domenica, sta finendo l’estate e fra poco inizierà il Festival di Venezia ove parteciperò in veste di accreditato stampa. Venerdì prossimo, invece, dovrò lavorare all’editing del mio nuovo romanzo scritto in stream of consciousness. Libro di circa 500 pagine. Al che, incontrerò la mia lei. Qui, la vita si sta facendo molto, molto dura. Teniamo duro.

L’importante è raccontarsela un po’, non mentendo però sul fatto assai reale, tangibile in due tre miei sex tape privati che, nella mia vita, ho/abbia fatto all’amore con tre ragazze diverse, una più bella dell’altra. La terza, quella di ora, è molto più bella di Amber Heard. No, non sono un attore hard, non sono affatto matto, ballo benino il Tango, la mia lei è insuperabile col tanga e di tanto in tanto però non valgo un cazzo. Come tutti. Non mi pare un problema insormontabile.

Ora, come ho fatto a conquistare la mia lei? Le scrissi… sei una gran figa. Lei apprezzò tantissimo e non la reputò affatto una volgarità.

Anzi, mi disse: – Di solito, ci provano viscidamente, scrivendomi… complimenti, sei una donna molto bella. Sono degli ipocriti di merda. Tu sei stato alquanto diretto.

Io: – Sì, sono stato spudorato. Peccato che io non sia bello come te.

– Sì, fai veramente schifo. Non ti si può vedere. Se fossi in te, quando vai in giro, indosserei in viso un telo da Joseph Merrick?

– Perché mai? Sono, sarei un mostro?

– No, sono gelosa da morire.
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di Stefano Falotico

21 GIUGNO 2020: primo giorno di un’altra estate regalata a Sharon Tate da Tarantino o i migliori film dell’anno secondo la rivista FILMTV e il mio giustamente rivederla senza pazzi da Charles Manson?


21 Jun

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1003978_4831360784764_66765104_npacino tarantino hollywoodOra, quest’anno cinematografico è stato certamente particolare.

Il COVID-19 ha bruciato almeno tre mesi abbondanti di possibili nostre visioni cinematografiche.

Molti di noi, però, durante la quarantena, hanno avuto modo di revisionare la propria vita, riflettendovi al fine di non farsi più pena.

Ciò sarà accaduto, c’è da scommetterci, a molti di voi. I quali, “in odore” di eventuale, mondiale ecatombe imminente, hanno fatto mea culpa ipocritamente dei propri errori-orrori del proprio passato invero tuttora irredento.

Sì, davvero, roba da costernare perfino il Tarantino più cinico e disfattista, romanticamente pessimista o forse solamente genialmente realista.

Tarantino è un nullista. No, non credo che sia un nichilista, eh già, c’è una sottilissima differenza, bensì Quentin è uno che resetta molte falsità date per certe in questo mondo di merde. E reinventa la Storia a piacimento. Reinventandosi a ogni giro, rivivificando il Cinema o forse annacquandolo nel troppo suo esuberante fare il paraculo quando gli va a genio. Ah ah.

Ora, C’era una volta a… Hollywood non è un granché. E non me ne frega nulla dell’allure “indossata” da Anton Giulio Onofri di Close-Up che lo definisce così, appioppandogli cinque stellette “per difetto”. Poiché gliene avrebbe date un’infinità (http://www.close-up.it/cannes-2019-once-upon-a-time-in-hollywood).

Il pezzo di Onofri a seguire… Mia nonna materna, la quale mai ascoltò Mozart, morta da qualche anno, comunque ebbe un amico di nome Onofrio… ma suonò l’ottava, a letto, solamente con mio nonno.

«Il Nono film di Quentin Tarantino, inizia come l’ultimo movimento della Nona di Beethoven, che prima di lanciarsi nell’Ode alla Gioia, cita rapidamente i tre movimenti precedenti. Tarantino, prima di abbandonarsi alla sua smisurata Sinfonia Hollywoodiana in lode all’Olimpo californiano del Cinema del 1969, inserisce richiami ai suoi titoli degli anni passati: Jackie BrownInglourious BasterdsDjango, per introdurci nel mondo del cinema di serie B che da sempre corteggia, argomento centrale, stavolta, di Once Upon A Time In Hollywood, ode sinfonica e corale alla gioia, o meglio alle gioie (così come ai dolori) che il cinema regala sia a chi lo guarda che a chi lo fa. Quel cinema che nel 1969 conobbe l’irripetibile apice di un’età dell’oro, interrotta brutalmente dall’efferato omicidio di Sharon Tate, moglie incinta di Roman Polanski (che ai tempi era in Inghilterra per motivi di lavoro), barbaramente uccisa la notte del 9 agosto insieme ad altri quattro amici nella sua casa di Beverly Hills dai seguaci di un criminale imbecille (morto due anni fa a 83 anni) che gode ancora oggi di simpatia e ammirazione per le sue idee esoteriche da guru del Male Puro. Uno di quegli eventi paragonabili all’11 settembre 2001, dopo i quali, cioè, il mondo non è più lo stesso di prima.

È praticamente impossibile spiegare le autentiche ragioni dell’immensa grandezza del nuovo film di Tarantino senza rivelare l’idea che sta alla base del suo intero impianto narrativo, ma si farebbe un doppio torto sia agli spettatori (stiamo infatti parlando di uno dei più clamorosi colpi di scena della storia della drammaturgia universale) sia al film stesso, che da essa stessa trae la propria sostanza e ragion d’essere di evento artistico».

Innanzitutto, caro Onofri(o), questa sua recensione inizia assai male, sa? Dopo il soggetto, in un predicato verbale, la virgola non ci sta manco per il cazzo.

Quindi, lei, esimio-egregio-altissimo-aristocratico, avrebbe dovuto scrivere… Il Nono Film di Quentin Tarantino inizia…

Il resto della sua recensione è opinabile ma, stringi stringi, mi parse una mezza stronzata come il film stesso di Tarantino.

Il colpo di scena finale sarebbe clamoroso?

Macché? È super telefonato. Poi, la dovremmo finire con la storia… che Brad Pitt assomigli(a) a un dio greco.

Ma che schifo! Anche Il Nettuno, ubicato nella piazza a lui intitolata qui a Bologna, è un dio greco. Sì, ma sta sempre fermo impalato col forcone in mano. Qualcuna fornica?

I bolognesi, comunque, sono delle buone forchette. A Bologna esistono a tutt’oggi molte ochette e molti uomini, riferendosi a Brad Pitt, dicono… oh, quello lì deve avere una grande oca.

In Piazza del Nettuno si esibisce ancora Beppe Maniglia? Suonava bene la chitarrina.

Grande oca che non è grande Giove detto da Christopher Lloyd di Ritorno al futuro…

Tradotto… quello deve darci “dentro” come un matto. Sì, ci dà di martellino, parafrasando Andrea Roncato, felsineo di origine controllata, in Acapulco, prima spiaggia… a sinistra.

Attenzione, C’era una volta a… Hollywood contro i puntini di sospensione di… a sinistra.

Basta col mettere i puntini sulle i. La figlia della mia vicina di casa, da adolescente, ebbe i punti neri sul viso. Classica acne post-puberale. Mentre il film di Tarantino ha molti buchi nella sceneggiatura. Un Tarantino non all’acme, diciamo, propriamente più fenomenale. Semi-scoppiato a causa del suo egocentrismo puerile più da sé stesso scopato d’uno spomp… to teenager schizzato…

Tarantino ha annunciato Kill Bill 3. Scusate, chi sarà Bill, dato che David Carradine morì, non tanto ammazzato da Uma Thurman con mosse da Ken il guerriero, bensì semi-suicidatosi a causa di un giochetto erotico comunque più eccitante delle ultime porcate di Quentin?

Facciamo piazza pulita di questo film e buttiamolo nel cesso assieme a La casa di Jack.

In questo film di von Trier, peraltro, la prima donna a venir… assassinata è Uma Thurman.

Sì, Kill Bill 3 avrà come protagonista Matt Dillon che, salvatosi dall’Inferno alla Alighieri Dante, con un colpo di scena da Sex Crimes – Giochi pericolosi, riappare sulla “scema” e le urla Tutti pazzi per Mary!

Ecco, dopo questa mia puttanata, elenchiamo seriamente i film che valsero il prezzo del biglietto.

Ah, scusate, Henry è sempre di John McNaughton ma vale mille volte di più rispetto al film di Lars.

E Uma Thurman de Lo sbirro, il boss e la bionda è sicuramente più bona di quella di Nonno, questa volta è guerra!

Perché mai accettò di girare questo film di Tim Hill? Forse perché De Niro, non solo nel film di McNaughton appena eccitato, no, citato, se la bombò pure nella vita reale?

A Hollywood si scambiano i favori. Quindi, fatemi il favore. Non sapete un cazzo di Cinema, secondo me manco di figa.

Sì, mi spiace per voi. Ma sono ancora giovanissimo, forte, veloce e ho finito da un pezzo di annoiarmi con le elegie malinconiche anche se The Irishman è un capolavoro!

di Stefano Falotico

OSCAR ISAAC, protagonista del nuovo film di Paul Schrader, è più giovane di me di qualche mese ma io sembro un ventenne da Oscar, lui invece pare da Armageddon Time


18 Jun

oscar isaac

Subito la freddura nel titolo. Tanto per scaldarci, ah ah.

Sì, Oscar Isaac va forte presso i grandi registi. Ma non è ancora stato candidato all’Oscar. È del ‘79 come me ma sembra vecchio quasi quanto Paul Schrader. Mentre io conservo un fascino ambiguo ed inquietante da Willem Dafoe (co-protagonista di The Card Counter con Isaac di Paul…) de L’ultima tentazione di Cristo, miscelato all’essere ammaliante in quanto non tanto sono un ricco possidente oramai dissipatosi, cioè sputtanatosi totalmente in un’esistenza depravatamente poco integrale moralmente, bensì solamente possedente un neo diametralmente opposto, cioè sull’altra guancia, rispetto a quello di De Niro di Taxi Driver.

Presto, Isaac e De Niro reciteranno assieme nella nuova fatica di James Gray, ovvero Armageddon Time.

Sul sito lascimmiapensa.com, qualche pseudo-giornalista insipiente o forse poco dotato di Occidentali’s Karma da Francesco Gabbani, orridamente, dunque erroneamente scrisse mostruosamente che Armageddon Time sarà il sequel di Ad Astra.

Invero, i siti di cinematografiche news americane/i scrissero soltanto che Armageddon Time sarà la pellicola followup del regista di Little Odessa.

Guardate, l’autore di quest’articolo, cazzo, potrà pure scoparsi due più fighe di Gwyneth Paltrow e di Vinessa Shaw di Two Lovers ma, secondo me, farà la fine di Joaquin Phoenix nel Joker se continuerà a vergare… certe puttane, no, puttanate.

https://www.lascimmiapensa.com/2020/06/17/ad-astra-sequel-armageddon-time-robert-de-niro-cate-blanchett/

Allora, tale Matteo Furina mi querelerà? Macché. Tanto lo sa che non è solo farina della sua sacca scrotale, no, sacco a pelo assieme forse a quell’ex burina di Giorgia Surina, ribattezzata da me l’eterna teen girl molto suina. Vale a dire una che all’apparenza sembrò e sembra una suorina, invero mostrò sempre le sue coscine.

Comunque, fu e rimane una brava ragazza, molto buona. Sì, non è una di quelle bone di culo, gambe e tette ma oscene di faccia per cui, schifandoti per l’appunto in viso, devi mettervi sopra un cuscino.

Credo di aver visto tutti i film dei fratelli Coen. La gente falsa e cattiva m’identifica in un essere fantozziano alla A Serious Man. Di mio, posso dirvi che la mia lei sa che, con me, non è più frigida come Julianne Moore di Boogie Nights? No, del Grande Lebowski.

Io e la mia lei siamo assolutamente “pazzi”… d’amore.

Isaac non è la prima volta che recita/i con Dafoe. A proposito, Paul Gauguin e Vincent van Gogh se lo diedero nel culo sulla soglia dell’eternità? Mah, forse lo saprà Julian Schnabel. Un pittore à la Basquiat con velleità artistiche della minchia. Sì, è un panzone che affresca la sua donna sicuramente meglio del protagonista de Lo scafandro e la farfalla.

Ora, a parte gli schizzi. No, gli scherzi. In passato, sia Isaac di A proposito di Davis che Javier Bardem di Prima che sia notte mi assomigliarono non poco.

Guardate, ragazzi, passai dei momenti di malinconia da Mare dentro più agghiaccianti di Bardem di Non è un paese per vecchi. I ragazzi della mia età guardarono Beautiful, di mio non riuscii neanche a identificarmi nel Bardem di Biutiful.

Poiché la mia vita fu così brutta che nemmeno Charlize Theron de L’ultimo sguardo sarebbe stata capace di spronarmi a una “missionaria” da ormonale caldo equatoriale con lei, sudafricana che stette assieme a The Gunman. Sì, Sean Penn, uno dei più grandi puttanieri del mondo.

Per la Madonna!

Ecco, Sean Penn è un grandissimo attore, due volte premio Oscar. Ma per essere arrivato… deve aver leccato il culo non solo della Ciccone. Si sa…

In Mystic River, comunque, fotté il suo miglior amico, un Lupo solitario. In Milk sicuramente non leccò nessuna figa.

La mia lei come fa a stare con un tipo come me?

Semplicemente perché non credette mai alla diagnosi psichiatrica a buon mercato effettuatami da un certo Isacco.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma?

La “cantante” Alessandra Amoroso, più che una donna solare, incitante alla joie de vivre, mi pare una disperata irrecuperabile.

Chi asserisce che The Irishman sia un film mediocre, eh sì, è meglio che fra 2 min. si butti giù dalla finestra.

Significa che ha vissuto poco, non è un uomo vissuto, non sbagliò mai in vita sua, non si vergognò e neppure adesso prova sensi di colpa per una telefonata terrificante poiché è troppo giovane, troppo bambagione, è solo un povero coglione.

E C’era una volta a… Hollywood non è un capolavoro, è il film di un Tarantino in tal caso davvero cazzone.

I capolavori di Tarantino sono altri.

Se tu, per questa mia affermazione, mi consideri un cretino, mi sa che farai la fine di Sebastian Maniscalco, alias Joe Gallo.

Sono più “Crazy” di te. Fanculo a mammata!

Non s’era capito?

Sì, hai veramente rotto il cazzo.

Finisco, dicendo questo:

Oscar Isaac è un bravo attore ma io non voglio essere un attore.

Voglio essere io. Infatti, sono più giovane sia di lui che di De Niro da giovanissimo. E ho detto tutto…

Oh, se vi sentite già morti dentro, posso consigliarvi una bara. Voi avete la panza piena. Non fatemi la fine di Domenick Lombardozzi, miei “troiazzi”, e di Action Bronson. E voi donne… Finitela di fare le sante come Anna Paquin. Sapeste benissimo che vostro padre fu una merda. Ma non lo denunciaste alla polizia poiché vi garantì un posto fisso. Siate sincere. Fate come Stephanie Kurtzuba. In The Wolf of Wall Street, la “diede” a Jordan Belfort/DiCaprio pur di non finire sul lastrico. In The Irishman, fu stufa di fare la cameriera.

Come ben disse Totò, la serva serve…104706589_2988904677831980_7477066196485844003_n

 

di Stefano Falotico

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