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Salve, sono l’avvocato di De Niro nella disputa che il mio assistito ha contro Trump


01 Jun

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Mi presento. Sono l’avvocato di De Niro, quello di Pacino invece è The Devil’s Advocate. Io non sono mai stato un Keanu Reeves, sebbene abbia passato molti Point Break. Adesso, finalmente rinsaldato, mi son venduto al for(n)o dei saldi e De Niro mi ha acquistato a basso prezzo. Sì, De Niro usa i suoi soldi in maniera più redditizia, io sono un avvocaticchio e mi accontento di poco. Il suo amico Joe Pesci docet, fu Mio cugino Vincenzo. E questa causa non sarà un Casinò, mettete l’accento se volete sulla “o” di Otranto, cari uomini di Taranto. De Niro in questi giorni ha ritirato un dottorato “honoris causa”, d’altronde, uomini di cause, speriamo ad “affetto” e non effetto, De Niro lasciò gli studi superiori ma è colto in maniera superiore. Egli poi è volato a Toronto per promuovere la sua catena di ristoranti Nobu. In questi giorni, Robert, forse “affaticato” dalle riprese di War with Grandpa, si è lasciato andare a dichiarazioni poco simpatiche nei confronti del Presidente di Fuga da New York. Sì, il presidente di che? Egli sostiene che l’America sia tramutata in una stupida commedia e vari “uomini” su YouTube hanno colto l’occasione, servita, devo ammettere, da De Niro sul piatto d’argento, per ricordargli che proprio Lui non dovrebbe parlare, essendo stato il protagonista di film come Vi presento i nostri e Nonno scatenato. Ma io invece esigo che De Niro si scateni, che sia raging bull contro Trump. Egli è The King of Comedy e quindi tutto può, sebbene una scema (che mi denunci pure) su Twitter sostiene che De Niro sia oramai solo un clown poveraccio.

Costei, di cui non farò nome e cognome ma in privato vi darò il suo numero di cellulare e anche l’uccello del suo ragazzo, se siete omosessuali, non conosce la filmografia del mio assistito e Dio l’assista, benedicendo la sua indubbia ignoranza. Il mio assistito in questi giorni sta riscuotendo molti plausi della Critica per The Wizard of Lies, e quindi un uomo così non può essere accusato di dir bugie.

E poi sarà The Irishman, uno che fa il culo a tutti. Questa è la mia arringa, ora datemi una meringa, minchia.

E soprattutto, vostro onore, De Niro non è Tiziano Ferro. Non possiamo imputargli canzonette, ma solo quattro filmetti.

Se non viene capito il mio umorismo crudo, noleggiatevi The Comedian.

Max Cady, nel suo De Niro, nel suo delirio, aspetta il trailer di The Comedian


22 Oct

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La Sony Pictures Classics rilascerà un peto, no, un “petomane”, Jackie di The Comedianblack comedy di Hackford con uno strepitoso, si spera, Bob. Uomo che fu caudino, no, Cady.

Quest’uomo stropicciato in una corporatura robusta ma atletica da boscaiolo sportivo, che indossa camicie hawaiane nel florido suo pensarsi in Florida, e dal deliro floridissimo nei confronti del suo avvocato, che non lo difese come prevedeva la sua sana e robusta Costituzione.

Eppur aveva ragione nel suo dissennare, no, dissertare filosofeggiante con accenni falotici all’eremitaggio Pop che conosce La piccola peste del suo Henry Miller.

Questi giovani d’oggi ancora acclamano quel bisunto di Tom Cruise, uno che gira film puliti anche quando dovrebbe interpretare ruoli “sporchi”. Che sposò la Kidman per i cuori (ri)belli di quel che fu poi Eyes Wide Shut di un matrimonio tradito da troppe “infedeltà” di Oscar vinti e altri di Magnolia fregati.

Sa tutto Michael Caine de Le regole della casa del sidro, che rubò la statuetta a quella “bella” statuina di Cruise, insegnandogli che si può essere grandi Tobey Maguire anche non essendo stati educati ai “principi” (mettete l’accento dove volete) de Il grande Gatsby. E comunque un culo della Theron vale più di Youth di Sorrentino.

Questi giovani già nati vecchi che (tra)cannano, fan bisboccia, alcuni vengono bocciati e altri troppo presto, sboccati, sbocciano nei fiori del male. Denigrando i genitori che fanno all’amore con la figlia del dottore. Eppur le tre civette sul comò non amano il “cinema” carnascialesco di Rob Zombie, mentre un’altra generazione La casa e chiesa viene educata ai fumetti e alle mezze calzette.

Ricordate: The Comedian porterà al delirio, no, a De Niro il suo terzo Academy Award. Ho deciso io.

 

 

di Stefano Falotico

 

 

Questa è una stronzata ma una stronzata che ama il cappuccino con la schiuma.

Viviamo di attori, società che, di anno in (c)a(r)ni, cambia i suoi idoli, ma Marlon Brando è sempre lui, lo cantava il Liga mentre io ballo il mio bel De Niro su Grease alla Travolta/Woody Allen


10 Dec

De Niro Cape Fear

Credo che il mio viso sia inviso a tutti, soprattutto a me stesso. Non lo sopporto perché, quando la barba mi rado, i lineamenti le donne al s(u)olo (di me) radono. I capelli, oggi, son più radi, insomma, il mio viso ha occhi “penetranti”, pen(s)osi al radar, quasi al ragno per come tesso la tela ma Penelope si fa i peni, che “pen(n)a”, anche i “peli” dei porci. Eran invero e, falsa Troia, i proci ma io, così raso(io), talvolta mi buco i pori mentre gli altri, dopo averle (im)bucate, neanche puliscono il “bucato”, cioè quello di sesso più drogato. Ma comunque (s)tira. Oh, “issa”, evviva l’“Ulisse” di Joyce ché, a forza di s(t)ud(i)ar Omero, mi spaccai le tempie e crollai a pezzi di donne altrui, perdendo la testa, gli om(er)i, i testicoli e non me ne spos(s)ai nemmeno una, fosse stata almeno “un(i)ta” al tempio.

Insomma, ero un “uomo”, a suo tempo. Ora, non sapendo che cazzo fare, le donne non facendomi neppur un baffo, subisco la beffa di “temprarmi” a studiar il mistero del mio “templare”, famoso cavaliere che cercò il Sacro Graal e finì in tal società maniaca ove, a “mano a(r)mata”, tutti si masturbano sui cazzi degli altri, ridendo delle tue (s)fighe. Insomma, son tutti guardoni, li sgranano e poi, “granuloso”, ciò, cioè, fa uomo con le palle, come “erige” la società guerrafondaia in cui il valor della “patta” è “(s)fondare” a “bott(an)e” di granate. Meglio una granita, fidatevi, ho sempre preferito il ghiaccio a questi uomini che si “scaldano”.

Finitela d’incazzarvi, adorate il mio (s)cazzo e non ci sian cazzi che tengano. Di “mio”, si mantiene bene, nonostante patisca pene dell’“infermo”.

Sì, sono depresso e ricevo consigli di vita(mina) da uomini più conigli di me. Lor vanno con le conigliette, di mio rimango un “playboy” che, anziché saltar addosso al “balconcino”, pen(s)a al salto giù dal bancone.

Non amo il branco, sto a galla a f(at)ica, che fico della Madonna, uso le branchie, ogni sera preparo un branzino, “limonandolo” un po’, prima di arrivar alla frutta. Sbuccio la mia “banana” e mi mangio il fe(ga)to, mentre gli altri, nella ce(r)n(ier)a delle “buffe”, le stantuffano, “spruzzandovi” sopra le lor (p)esche.

Mi rimane in gola… l’esca, (m)uffa, esco po(r)co, smagrisco per indigestione e, dalla nausea di tal mondo can(nibalistico), a mo’ di teschio, il fondo della “bile” raschio. Chi non rischia, rosica? Allora, giocate a Risiko e buona guerra di “troie”. Di “mio”, amo “scaccolarmi”, sì, lo scacco(lo) è meglio della “dama”. Ama o non m’ama? Fate piedino, meglio Pierino e pure Bud Spencer, il Piedone, un pugno, ma quali festini, evviva il fisting, mi fate una p(r)ugnetta, nel sedere… un’altra pedata. Pigliatela. Succhia!

E bevi dalla cannuccia! Prova a darmi un succhiotto e preferirò un Chinotto. Ora, chinati, donna, e fammi la “spremuta”. Premi, “spinge”. Che Arancia(ta) “meccanica”.

Mi dan del misero, allora canto “Mistero”.

E ci facciamo male, se la pressione sale.

Cos’è che ci trascina fuori dalla macchina… cosa ci prende?

A me tu non prendi. Manco per u’ caz’. Si chiama faccia da culo.

Ora, ci rendiamo conto che Ruggeri ha vinto con questa canzonetta? Questo vi dà l’idea del paesello di piselli(ni) coglioni in cui vivete. Di mio, sono Boss. Continuo a preferire Springsteen ai froci.

Cruising, però, spacca, cari spacciatori di luoghi comuni.

Da cui “Streets of Philadelphia”, colonna sonora di uno a cui le “suonano” che però le canta ai cani che lo trattarono da cane, la storia di un uomo licenziato perché accusato di essere “invalido” sul lavoro quando invece il suo avvocato, un negrone Washington non da Negroni, li farà neri, ficcando dunque i cattivi delinquenti in modo “AIDS”. Ma quale Clinton e le stanze “orali!”. Evviva Obama nella vostra ambigua “White House”, mulatta/o!

Della serie: non c’è (d)an(n)o e un Demme, senza il “seguito” più elegante de Il silenzio degli innocenti…

Doppia inculata con “super cazzola” e buon Amici miei, faciloni… da Fantozzi Così fan tutte…

Con me, cascaron male. Che “cascamorti”. Pensarono di fottermi, mi fotterono e io li fottei sul mio True Detective strafottente. Mi ferirono ma se la videro nera, infatti, in questa Italia di magna magna, sì, van a mess(alin)e ne(g)re, dopo che stan, lo esige lo Stato, per “fede”… nuziale, con una di “buon partito”, nella razz(i)a del razzismo di facciata solo se Naomi Campbell non te l’ammolla… notti non in Uno/a “bianca”.

Per questo De Niro è un genio, è uno stronzo.

E fa molto Cady… can(dito), Juliette Lewis e il ditino di pollice “su”, Pollicino o il lupo cattivo, miei (sp)orchi?

Da cui ogni “febbre del sabato sera” in mio assomigliargli come il finale de Il prestanome, in cui il grande Allen dice a tutti gli ipocriti di andare leggermente… ove sapete.

Ho le allucinazioni, “fumo” troppo?

Sarà.

Di mio, so che un culo così non te l’ero mai “fatto”. Fattelo! Fattone! Sì, è (s)fatta! Che f(r)itta(ta!

Ecco, le palle, criminali.

D’altronde, va di “merda” l’espressione del cazzo “Come ti farei, sei da stupro”.

Questo è il mondo che avete creato, idioti, e vi sta come un vestito “rosa” di Cohle.

Vaffancul’!

Satanisti, adoratori di questa società demoniaca, ecco il cane che non ti aspetti.
Fatemi bau bau, sarò ancor più lupo! Si chiama buio, luceoscurità o bua?

 

di Stefano Falotico, un uomo che non racconterà mai balle

 

Allen PrestanomeTravolta sabato seraRust Cohle

Sfacciato


23 Nov

Pecco di molti “sbandamenti” con guide brusche nel bermi il Lambrusco di sigaretta avvinazzante e briosa, mi segnalano perché suono ai campanelli ma “spingo” d’altri “posteriori”, detto enorme fottersene…

Stamane, dopo una lieta colazione dal grondar fra un’occhiatina alla scosciatrice del tavolo 3 su profumo “Chanel n. 69” e una dotata matrona slinguazzante un panino con la porchetta e il suo compagno impiegatino già “insalsicciandolo” dell’annusargliela con “zucchero” mescolante occhiolini per il suo muscolino da “cappuccini”, dopo un girello “mascalzone” in questo lazzaretto di cittadella, torno a casa e vorrebbero rovinarmi la mattina, perché di sveltezza mi spoglio in nuda sfacciataggine del mio pisello avanti a me specchiante su eretto petto robusto e fiero, ma ricevo una telefonata che vorrebbe rendermi scalzo. Di nuovo, eccola là, gatta ci cova, una mezza matta psichiatra depressa del CSM, che mi chiama a colloquio perché renda conto, rendiamocene…, d’una segnalazione a me perpetrata, non a mio danno come desidererebbero ficcarmelo nel sedere, bensì ad altro incularli d’anno in ani. Che nani sono se vogliono fregare un gigante come me?

Mi presento a dissertare di tal sciocchezzuola formale in abiti poco consoni all’ambiente.

Odorante sperma della sera prima fra le mie mutande, da qualcheduna “inzaccherate” in “losco” affondarlo e poi esplosa nel goderselo, propagante questo sudato odor di maschio inaffondabile (eppure sfonda…) e “pennellante” affreschi memorabili alle mie donne imploranti impagabili “tinte”, mica le parrucchiere… la mia lozione pettina il pelo e irrobustisce nel “rinfoltirla”, non sbianco ma incalzo, lei s’incazza e io, sempre con spavalderia invidiabile, espongo per filo e per segno di come taluni delinquenti, gelosi della mia autentica, vera libertà golosa, che mai sarà contraffatta per svendersi alla prostituzione del porcile, ambiscono ancora allo spegnermi con “denunce” formato cazzo di cani che sono.

Sarei, a detta di tali egregissimi, “colpevole” di tale “accusa”, quindi totalmente consapevole di non poter essere toccato e averli solamente che fatti, nel fegato, ribollire, rimestando nel loro specchio della vergogna tutte le gonnelle che di falsità pregano sotto la “cappella” perché s’innalzi nell’osanna di alleluia. E dagliela, dai!

L’abbiamo avvistato sotto casa con una sigaretta in bocca e una posa da Humphrey Bogart, s’è sporto poi dal finestrino, salutandoci con la manina, ha azionato il motore e ha svoltato in modo sgommante. Forse, in bocca, aveva anche una gommina da masticare. Divincolandosi dalle buche, quindi, s’è eclissato al buio. Apparendo, riapparirà e questo ci fa paura. Perciò, abbiamo ritenuto “obbligatorio” rivolgerci al reparto competente ché possa “ricoverarlo” di castrazioni chimiche e sedanti le sue impennate…

La psichiatra non con-testa (eh, è una strizzacervelli) e constata la mia totale lucidità mentale, non predispone nessun intervento “chirurgico” né momentanee lobotomie, l’assistente infermiere mi fissa e trattiene la risata, poi non resiste e platealmente scoppia in un liberatorio: “Stefano, come lo piazzi nel culo tu a questa gente standotene solo fermo nella piazzetta del cortiletto, neanche Max Cady di Cape Fear quando sta appollaiato sul muretto dell’avvocaticchio della minchia…”.

La psichiatria rimane basita dinanzi a tale megalomane menefreghista. Perché non ho commesso nessun reato, d’alcuna infrazione ho trasgredito, e perciò posso perfino agire legalmente assieme al mio avvocato, Gregory Peck.

Morale: nella vita faccio quel cazzo che mi pare e, con beffardo Travis Bickle, “orgasmizzarmi”. Se provi a farmi male con espedienti “rabbonenti”, curo la tua demenza e paghi un risarcimento per danni morali. Chiaro, porcellino attentatore?

Insomma, con classe, guida “manubriante” da James Dean, li ho fottuti.

Ciao, ciao.

Adesso, mi aspetta un gelato alla stracciatella, detto anche scioglimento del cioccolato bianco in una nera appetitosa. Non una con cui va questa gente, ma una modella di glassa succosa.

E succhiandomelo… fra il “dito” e il farmela “normale”, da dietro lo ficco in total sco(m)par(ir)e. Ecco, sta scappando! Sì, rimettilo dentro! Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Heat La sfida (1995)
  2. Il grande match (2006)
  3. Dietro i candelabri (2013)

Max Cady, il lupo. Insegna alle ragazzine come si fa


10 Oct

Che cazzo!

Max Cady, il lupo. Insegna alle ragazzine come si fa.., te la do io la ninfomania, caro von Trier! Analisi di un uomo al di sopra di tutti e di “tutte”… le inculate! Un (soq)quadro Picasso

Dal sex atipico, stressante, autogestito, rattrappito, anchilosato, fissato, rattoppato e da tope che tu non scopi

Spiegazione della pratica masturbatoria, nessuna (ver)gogna, sfoderate quel che tutti amano di più, “sfondatele” di fionda, cioè chi se lo fa da sé, se ne può far anche più di t(r)e

Bisogna calcolare le tette ma anche una bella intestazione poetica a mo’ del Totò “mobiliere” per le donne (im)mobili di tastatina fuorviante, fuori tema con polluzioni piccanti, puntini sulle i e soprattutto che entri come vuoi tu… nel popò!


Incarnazione di Tom Joad, il mio fantasma riappare a scadenze puntuali e appuntite, sbevacchia di pipa “clandestina” su ascelle negligenti nel vacuo “sperpero” dello speronare…


Sì, anziché rammollirmi, tutte le cattiverie patite han (ri)generato sol che la lor riflessa atrocità in mio “incattivirlo” tambureggiante da partito. Scheggio a sgorgar leviatano in acque danzanti, assorbo altri pugni e portentoso sviscero il Mal a nettare dell’iniettarmene per altro abbattere gli in(s)etti. Svagando pagliaccesco tra pugnette da “manicomio” in malinconico “odio” ché tal fu il mio amore da meritarsi imbrogli e persistenti spergiuri? Vi giuro che non ho mai peccato, sebbene possa rammemorarvi, in ogni “slabbrato” dettaglio del mio (s)beccato, come intagliavo il “sottoscritto” pene d’erezioni pomeridiane sin ad allungarlo in pleniluni cremosi, “sciorinandomelo” in sodo e solitudini gustose, efficace mescolar le palle a trambusto (det)ergente, schiumando “neutro” nell’ambir di conficcante, scevro e dunque erettissimo in issato coccolarne l’aroma su schizzi fluenti, al solluchero solleticante di tanto mescere ed eppur cresciuto non “svilupparmi”. Incastonavo, sì, il potente sognarlo dentro… fra abluzioni da “scomuniche”, collegandolo videodrome nel ventre dei delta più arrapanti del femminil aizzarmelo perché potesse aggrapparsi rampicante, sì, rizzante s’irrobustiva d’euforia abbrustolente, a fuoco lento “amabile”, amatore d’un erotismo (a)dorante, tutto mio da lente di ingrandimento ma non davvero gradendo, platealmente virtuale a “spiaccicar” il dur che va dritto e “storto”, tanto d’assiderare lo stesso seder di tal sesso fai da te, un po’ da fesso o forse chissà più godendo senza il (contrac)cambio d’una scema da rimorchiare. La mia gru smuoveva in su, sollevantissima appena alzavan le gonne, dondolava impercettibile per poi di mia gola nell’apnea strizzar il precoce già (s)venente orgasmico. Quando stava per “fi(o)ccare”, di mani levigate lo strozzavo, attenuavo l’eccitazione martellante nel premerlo di “delicato” tamponar e poi subito ripartir su pru(gn)e trombanti del vento ad albero mio vigoroso intonandolo, rosso rosso e pimpante per (non) sbrodolar eiaculante dirimpetto a quelle poppe “sciacquanti”. Tutte volevo inculare. Navigar di fantasia è la più bella cos(ci)a che ci sia, al bando le borghesi, “vengano” a me tutte le signore “altolocate” perché mi tocchi di più ri(n)toccar. Smanioso, imperterrito e impertinente nello sbirciar e “sbriciolarmelo”, tutto tutto “longilineo” imm(ac)olato sgolando, colante per le rotondità più “malleabili”, per un plagio personale dallo scandir il candito bianco, “lattiginoso”, incapricciato nel desiderio d’un “severo” avvoltolarlo nel fazzoletto “contenente” l’eccessivo. M’accanivo anche sui cessetti… figuratevi se non sulle fighe dai culi debordanti che riempiono tutte le tazze del cesso, liscio per fondoschiena ché tuo, muliebre, profuma di glande da mula in grossezza per grandezze mostruose dalle curve pericolose. St(r)uccandole da muratore. Attenta a non pisciare però fuori dal vaso. Ami i fiori, io mi accontento del tuo foro e anche di rifarti il balcone. Stai a cuccia in cucina, cucimelo, vai centrata di nettezza urbana, pesa mille etti. Ecco l’uncinetto!
Vi faccio cagare? Chiamate allora lo spurgatore e si beccherà lo “sputo” nel momento più topico alla topa di sua moglie. La depurai da ogni angoscia mestruante con cura “amanuense” e non ammansendolo nonostante l’addolcii… pian piano appassendo per la passerona. Il vizietto non mi passò, sono volpe da uva pass(iv)a.
Che c’entra Tom Joad? A parte gli scherzi e tanto far… lo “schizzato”, ne parleremo con più doverosa “educazione” nei prossimi appuntamenti, per questo “mio”, invece, accontentavi della classica masturbazione, oltremodo mentale e defecante perch’è virtuosa dei miei vorticosi, sognanti genitali. Lei non m’allev(i)erà ma basta che la sollevi e la vedo già di “l(i)eve”. Che sollievo, eh?
In un contatto “re(g)ale” m’urlerà “Levati dai coglioni!” ma le sarò più incazzato d’incalzare su sue reggicalze a (di)rettore mio fra colpi di rovescio e sue reti “intirizzenti”. Oh, che segretaria di chiappe schiacciandomelo al “Cha cha cha” del mio esser cagnone Chow Chow. Cane pigro ma can che spinge pelosissimo. Vincerò il match ma non penetrerà là in mezzo, me lo spezzerà in tre set e mi mangerò di nuovo lo spezzatino. Caldo come il liquore del babà.
Abbaia, eccome!
Addent(r)ante cazzo non da mamma e papà, ma da magna magna, soprattutto di mie mutande!

Mescendomi nella “realtà”, ho imparato a prenderlo in culo in modo più spacc(i)ato. Di mio, prima era solo una questione surreale, adesso si fa dura perché ho un cazzo da “mantenere”… non so dove andrà a parare…

Se sulla carta da parati o nel paraculo seduta stante. Nel frattempo, me la tiro, sperando in quel che “viene”…, assestando delle bott(an)e.

Vado da una di Facebook e le mando un messaggio inequivocabile, senza girarci attorno di panegirici ma ben “impostato” di già pene… esibito.

– Ciao, peno molto, tu sei una gran figa. Ho scoperto le tue foto, possiamo renderle più “scattanti?”.
– Cioè? Insomma, dopo lo scatto, ci vuol la gatta.
– Simpatico. Ti perdono. Il tuo approccio ti salva dal’esser un porcello di massa(ia). Ma per “abusarmi” d’uccellino, dovrai guadagnarti la pagnotta. Ricorda che si dà da mangiar agli uccelli solo se non sono molli(ca). Sforzati, mostrami quanto ci sai fare…
Che lavoro fai?
– Un cazzo.
– Bono a sapersi. Quindi una scopata fancazzista e poi via? Non hai i soldi per tenere “duro” in una relazione. Le reazioni sposerebbero solo una delusione.
Insomma, ci sto. Tieni qua -, apre le gambe e aggiunge – Basta che poi non mi chiedi l’affitto.
Giusto un “affresco”, ok? Innanzitutto, dimmi però cosa fai quando non scrivi.
– Soffro. Tu scopi?
– Scopiamo in modo allora doloroso?
– Ecco la scopa, il pavimento è sporco. Sono anche un principe, sai? Bagascia, lustramelo tutto…

Dopo di che, preferii andare a una mostra di Picasso piuttosto che pitturarla del mio. E a Lars von Trier preferisco, se dobbiamo buttarla… nello scandalo, una troia vera. Almeno, si mostrasse per aria fritta ch’è. Sì, Lars, stringi stringi, non dà nulla. Né a livello di estetiche né di fighe. Non sa neppur svendersi.
Meglio un porno. Almeno, in maniera “anestetica”, puoi godere. Non devi render conto di un beneamato. Basta coi beniamini, bestioline!

Ecco il “bestione”, il vero “bastone” che è anche una biscia.
Basta con queste perversioni di gente che ama il feticismo e le donne che pisciano… sono delle merde!

Pulizia, e poi finale dei dialoghi.

– Non me l’hai dato, stronzo.
– Volevi questo? Eccoti accontentata.
“Questo” sta per pugno in faccia e niente in fica.

Ah ah e cazzeggio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Nymphomaniac (2013)
  2. American Hustle (2013)
  3. Il cacciatore di donne (2013)
    Preferisco quello di cervi del Cimino.
    Di mio, posso asserire, dunque non inserirlo, questo. Ho imparato che non devi rompere il cazzo alle donne, altrimenti ti mostran le palle. Come ciò sia possibile è stata colpa del femminismo.

 

Robert De Niro loses his shit, come me, fuori di testa tante volte in this life!


18 Aug

 Robert De Niro loses his shit, tutte le volte che ho perso la testa nei miei 70 anni a 33, presto trentaquattro il 13 Settembre prossimo, come “classe non è acqua” del 1979, grande an(n)o a novanta!

Beverly Hills, “sezione” Mulholland Drive, assieme al Bob con Jack Nicholson “lynchiano” nel “tracannarsi” Laura Harring.
All’epoca, Laura era d’amplessi con tanto di (l)auree, adesso sembra Alba Parietti ancor più “pienotta”. Si chiama rifatta. E chi non se l’è fatta? Compreso il marpione David nel “triangolo” Inland Empire “sogno a occhi aperti o son desto fra le lebische di sveltina a Salisburgo delirante, burrosa-salendo” un po’ “timida” alla Naomi Watts di 21 Grams. Sì, quella Naomi prendeva un po’ da Benicio e un po’ dal toro Sean Penn. Per un “Del dandola” che ora è Lady Diana. Mah, roba da pazzi, cazzo… ragazzi. Non datelo alle principesse sul pisello “ricco”. Meglio Laura Dern. Si accontenta di Nicolas Cage. Ho detto tutto.
Potrebbero inseguirvi nel “tunnel” parigino e incocceranno il vostro sceicco… Sì, stavan convolando a nozze, invece vicino Nizza s’ammazzarono. Comunque, Dodi Al-Fayed è ora “Finché morte non lo separi” con Diana lassù fra i “beati” dai comuni mortali. Vi paio immor(t)ale? No, sono Dio e li ho “sposati” io. Tanto, qui in Paradiso, non possono scopare. Sono permessi rapporti sessuali solo se “benedetti” di ius primae noctis.
E (D)io, essendo giusto…, pretendo l’assaggio e anche i “massaggi”. Una volta ripassata di “Dai la cera, togli la cera” come il Maestro Kesuke Miyagi, tu domani puoi vincere la “spossata” d’“eterno riposo” ivi in-castrato fra le nuvole. Karate Kid? No, ecco il cartone animato manga al tuo mongolo spastico lì.
Sì, Diana me l’ha data e io, Dio, per sempre sia (lo)dato!
Per “(di)venire” Dio, occorre la “divinazione”. Prima di tutte le fighe “celestiali”, devi faticar in modo infernale. Prima degli anali qui “religiosamente” silenziati con altarini, devi lavorar zitto zitto sulla Terra, camminando come un verme a strisce. Devi annacquar la rabbia se desideri che quella di “sedere” si bagni… Ah, gli scheletri e un amante che è un armadio. Non ci son problemi. Vesto Armani, come un bravo ragazzo.
Tanto deve piovere prima di “ascendere” su, sopra, dall’alto. Anche se, quando mi cavalca, mi sento il Diavolo.
Simpathy for the Devil con tanto di “linguaccia”. Rolling Stones e colonna sonora a suonar la “carica”.
E, come De Niro, per meritarti la fama, dunque la fame, qualche volta sei costretto a perder la pazienza, dunque t’incazzi, “perdi” i testicoli se non “tasti” di educato “tatto”, appunto, una che vuoi “testicolare”.
Ma, oltre a quelli renali, devi calcolare lo “scazzo” di Gil Renard, uno da fegato spaccato e gastrite che fa il botto. Gil sbotta, Gil non accetta i duri colpi delle botte di tal nostra esistenza, e svacca! Spacca!
Uno sbroccato, uno bocciato dalla società o se ne fotte… che gli dan dello “schizzato?”. Non ha più nulla da perdere, oramai. Quindi, dai, bisogna darci giù! Che casinò!
Dopo aver incassato il divorzio senz’affidamento del figlio, il licenziamento in tronco e pure il suo beniamino messo in panchina, Gil va a ruota libera e gli saltan le rotelle. Quindi, tutti “accoltella”.
Annesso il già citato Benicio Del Toro in una sauna tanto “afosa” che qualcuno s’è scaldato troppo e l’ha buttata nel sangue a iosa. Come Joe Pesci ucciso dalle mazze da baseball.
Ecco, mio (AlCapone!
Volete biasimarlo? Ha ragione da vendere! Qualcuno ha tradito. E non starò a dirvi chi! E qua son Pacino! Un Serpico che non vendeva! Un profumo di Donna che la incula senza compromessi. Senza prediche da falsi della Domenica! Se non ti piaccio perché ho la croce sul petto, e dunque mi consideri tamarro, solo promontori della paura. Avvocato di finta Holy Bible. Che bella babbuina è la bimbetta Juliette Lewis. Lecca il ditino di zuccherino.
E la tragedia è imminente! Suicidio od omicidio?
Solo Dio lo sa… come cazzo andrà questa storia!
Sì, talvolta, mi cresce la pancetta, non son più atletico ma incontro una cretina che mi fa il filo come quella della Florida, Bridget Fonda. Mangia bacon, però è magra e appetibile.
La “sfonderei”, l’entrerei di “feticismo” sul divanetto a divaricarla nel crudo. Sì, son tutte chicks who love guns e io, come Louis Gara, ho baffetti da Gengis Khan, son cagnaccio e, se mi provochi di chewinggum, ti raddrizzo nelle gambe. Sono inglorious bastard alla Tarantino! Puttana, non ti basteranno mai!
No, Louis non è un “dritto”, soffre d’eiaculazione precoce, eppur è tardivo di mente. Rincoglionito…
Già, gli giran presto le palle anche se non è svelto di cervello. Sarà per “quello?”.
Il resto delle cene, e delle cagne, “sparatevele”, come da video.
Oggi, la vedete, domani non vedrete neanche il vostro cazzo.
Fidatevi. Sono come De Niro. Se mi fai incazzare, sono cazzi.
L’importante è che il mio sia sempre al posto giusto.
Cioè attaccato lì, ficcato nel culo.
Sono cresciuto nel Bronx? No, ecco la crescita nello stronzo. Mah, forse è solo colpa dei buchi negli ozoni delle zone erogene.

Fidatevi, gli zotici san che tu devi zappare. Perché, andando con gli zoppi, finirai solo a zoccole.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission (1986)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Ronin (1998)

 

Idioti, sarete puniti!


16 May

Lo strabismo di Venere di menti distorte può causar diottria di tanta idiozia

Non voglio perennemente ammorbarvi con gli squallidi mentecatti per cui incorsi in battaglie legali ché, del mio genio sopraffino, non rispettarono quella mia anomalia a lor deviata di ignoranza.

Ma presto ne vedran delle belle, a non scagionarli delle sventure che incarnano.

Sono un volenteroso di volontà per segregarli al mutismo estremo.

E taceranno nel loculo cosicché avran più oculatezza e accortezze dinanzi al Principe, alto scibile dalle spadaccine inafferrabilità.

Sono il reversibile ai loro piani criminosi, la fanciullezza che non si rasserena a imborghesire come chi combatterò fin al residuo del suo rassegnar le dimissioni e, con dimesso, leccare i miei piedi, per sempre balbetterà, distrutto.

Ossessionati dal lavoro del cazzo, parlano sempre di quello, ah ah, per trombar da svaccati!

E io me ne fotto! Pubblico libri alla faccia di questi pubescenti deficienti, e parlo di color che si professan, eh sì, son professori, adult(er)i.

Ah ah, nacqui cattivo e li rabbonii.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Killing Season (2013)
  2. Un lungo weekend di paura (1994)
  3. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)

In rosso!

Mezzanotte degli auguri di Natale. La natività del buon pastore, forse il “Cacciatore”


22 Dec
Data(base) la lunghezza, ve ne posto l’estratto corsivizzato iniziale.

Il resto è qui:

Amici cari, signore e signori, vecchioni da bruciare, stirpe malefica d’estirpare, steppo senza stemma, io sono le “stigmate” e anche il semaforico segnale. “Alt!”, ordino sontuosamente al reggimento crociato, illuso che vivrà solo di verde speranza. Prima o poi, il lumicino s’angoscerà nel “giallo” e la suspense acquisirà, sfumando pallida, un colorito arancione… (la) meccanica.
Tanto va piano e lontano l’uomo pacato quanto nel pantano si placherà. Sabbie mobili della metropoli giungla che t’avvinghia di femminee unghie, accoccolandoti per poi cornificarti all’incrocio perché non hai rispettato la precedenza dell’
on the road.

Amen
.

Scorsese compie 70 anni, ma Nazzaro Giona brucia i suoi ultimi “vent’anni”, invecchiandolo


14 Nov

Fervida lettera a Cuore “aperto”, perché dilaniato e sbranato…

Da “tagli stilografici” che non mi sarei aspettato

Se sei ora, chi fosti anche quando fu la vita “fosca?”.

Anch’io acquisto l’edizione settimanale della mia cara rivista “FilmTv”, appuntamento pressoché fisso da quando apparve con successo verso l’inizio degli anni ’90. Sì, credo di non averne mai persa una copia, sebbene quasi tutte le abbia poi consegnate al “macero” per ragioni di spazio ma non spaziali come il Cinema.
Sì, avrei potuto ammonticchiare tutti i “numeri” in cantina ma spesso, in via della Ca’ Bianca n.3/3, residenza periferica della Bologna degradata in cui abito e m’”annido”, l’acquedotto fa degli “scherzetti”, e spesso questi “loculi sotterranei”, ove i miei condomini invece conservano il vino “pregiato” per le occasioni in cui si “fregiano”, travolgono d’”allagamento” l’intero perimetro di questi “ripostigli” frequentati tra l’altro dai roditori, più comunemente in-tesi come sudici topi, razza disgustosa che s’accoppia con le zoccole.
Quindi, la collezione di tale biblioteca è andata perduta in molte “spazzature” a scadenza mensile.
Peccato. Un peccato veniale però, visto che, l’archivio online della rivista, proprio in questo sito ha catalogato perlomeno tutti i giudizi con relative stellette, in una mirabile opera di catalogazione che dà lustro e rispolvererà sempre le nostre “antiche”, dunque riammodernate, memorie cinefilissime e non solo.

A Bologna, unica città tardiva del commercio librario, “FilmTV” esce con un Giorno di ritardo, appunto.
Quindi, stimolato dalla provocazione (?) di Bobtheheat, ho potuto appurare sol stamane l’”epistola” formato “sparatoria” di Giona Nazzaro.

Giona è un mio amico, perlomeno un carissimo conoscente.
Privatamente, lo ringraziai circa un mese fa, per esser stato in qualche modo ispiratore della mia nuova opera letteraria, “Noir Nightmare…”, attualmente in commercio su Ibs.it e in eBook, che vi consiglio “subdolamente” d’acquistare per accrescere le mie modeste finanze. Se poi vi piacerà tanto di guadagnato. Adesso, per il sottoscritto, contan i conti. Ribadiamo… i guadagni. Perché puoi essere geniale ma, senza Euro, potresti diventare un “marsupio”. Tenetelo a mente quando, in periodi di “magra”, dovrete, v(i)olenti o nolenti, arrangiarvi nella ricerca della sopravvivenza più brava a “involver” da “bravi” per una cenetta dignitosa sotto un tetto che non “sgoccioli”.

Come al solito, come Sam Elliott de Il grande Lebowski, l’ho presa “un po’” alla larga. Anzi, direi “allagata” playlist.
Scusate se v’ho annoiato, intendo d’annotazioni “stufarvi” di più.
Dunque…

Inizio del papiro, e anche di Scorsese “fermo” a De Niro nonostante DiCaprio (?)

Egregio Signor Giona,
sì, abbiam discusso un pomeriggio recente fa di come Lei sia stato l’involontario “apripista” del mio nuovo libro.
Nella sua recensione su J. Edgar, incensato di lodi reciproche, Lei cita/ò il quindicesimo sonetto di Shakespeare, vero?
Ecco, presi le “palle” di William al balzo per comprarmi proprio tutta la sua raccolta. E optare, guarda il “caso”, sul 15 per l’inizio del mio Incipit da poesie ermetiche. Come spiegherò, in termini più esaustivi, a Roma il 7 Dicembre presso gli studi della casa editrice Albatros.

Quindi, rinnovo il mio gratis et amore.

Ma Giona che cosa Lei mi combina?
Tradisce la mia stima?

Eh sì, leggo attentamente il suo breve pezzo a demolire Scorsese, soprattutto l’”ultimo”. Un Tempo, Lei lo chiamava come “suo fratello”, dandogli del Marty, oggi del “matto”. Adesso infatti, deluso dalle sue ultime pellicole, si rivolge a Martin (appunto…) come un alunno nei confronti d’un Maestro a cui si (su)dan sempre gli onori, salutandolo scriteriatamente con un “Buonanotte Scorsese”.

Ah no, non si fa. Si ricordi le parole “bibliche” del giornalista Franco Ordine quando i suoi colleghi, con Piccinini a sedar la “guida al campionato” di sberle e offese, inveirono in massa (e “a mano armata” di pugni, già…) contro il Pallone d’Oro Figo. Criticandolo e abbattendolo senza ritegno perché, a detta(r) loro, di “plebiscito” stupido da “leggi anagrafiche” incontrovertibili, non era più il “figon’” d’una volta, ma solo un onesto calciatore “rincoglionito” e imbalsamato.

Ordine Franco, irritato a pelle, ordinò e urlò “Portate rispetto!”.

Sì, non bisogna mai criticare, “a posteriori”… (le famose prese “pal’” pel’ culo), colui che ha rivoluzionato le geometrie balistiche appunto, coi suoi deliziosi passaggi millimetrici, i suoi assist strato-sferici, i suoi dribbling radenti che rasero al suolo tutti gli avversari, coi suoi tiri d’ambidestro a confondere e spiazzare i portieri e i terzini che non capivano a quale velocità si muovesse…

No, non si può. Mentre Lei Giona, “sarcasticamente”, nel suo articolo irride Martin Scorsese.
Ora, scandiamo la nomea: M-a-r-t-i-n SCORSESE!

Senta, “ausculti” che Bellezza, che ricordi.
Ma Lei, Giona ci scherza sopra. Rammemorandoci quando si commuoveva per la grinta e l’energia del suo Cinema funambolico, ora a suo avviso (di cartellino “giallo”, salvo espulsione diretta “alla prossima”) accademico e sterile. Anzi, anche quasi da “sterco”.

Ora Giona, se vuol provocare, ha trovato pane per i suoi denti.
Perché Io, Padreterno indiscutibile e universale, mi rivolgo a Lei con tono accusatorio, previo spedirla all’Inferno senza Purgatorio d’”intermezzi” (termini…) della bolgia dantesca più dura, quella dei traditori! Come da Max Cady scippato per “proto-colli” omessi.

Lei è come Caino, e adesso schiaffeggia e trucida il suo parente!

No, non va bene. Si confessi e, grazie a cinque milioni di Ave Maria da tentazione di Cristo, potrà tornare a scrivere le sue recensioni. Solo dopo un “lavaggio” al Giordano, peraltro, potrà di nuovo “sindacare”.
Prima la punizione, poi il piacere del dovere.
Obbedisca a Dio!

Nel suo articolo, distrugge con boria da lasciar esterrefatti tutto lo Scorsese degli ultimi quindici anni.

Concordo su The Departed, una “scopiazzatura” che toglie all’originale. Proprio uno dei film più bruttarelli di Martin. Che, vuoi la solita idiozia dell’Academy (di che?), è stato proprio il “capolavoro” a dargli il primo (dico primo…) Oscar come “Miglior Regista”.

Non funziona quel dipartimento. L’unica scena che salverei, con tanto di hard davvero hard del mio “disk” (d’ernia…), è “quella” in cui Leo spoglia Vera Farmiga, che si mostra figona come non mai.
Il resto, sì, non merita rispetto!

Ah, c’è un “ma”. Lei (mi) scrive ch’è la prima collaborazione con DiCaprio. Come no. Gangs of New York dove me “lo” mette?

Shine a Light? Sì, il finale che c’azzecca? Con Martin che (s)compare nel dietro le quinte e ammicca di Luna, “logo” degli Stones.

Mi rivaluta invece The Aviator. Io no.
Il film è freddo come il debito.

Poi, “casca” sugli altri restanti…, Shutter Island ce lo definisce un “fallimento”.
Ora, gli preferisco Angel Heart, anche Shining e pure David Lynch.
Ma è un gran signor’ filmone.

Per (s)finire, spacca in due Hugo Cabret. Asserendo che il 3D è una sciocchezzuola infantile.
Ma che dice? Prima, (c’) ha scritto che il Cinema parte dall’infanzia, enumerandoci le sue emozioni “proiettate”. Ah, non è che preferisce il peggior Gigi Proietti?

Giona si riprenda. Viviamo in tempi di crisi, il lavoro stenta a decollare, e molti si suicidano perché, dopo essersi sgolati in piazza, son costretti a tagliarsi la giugulare.

Se Lei mi trancia anche Scorsese, possiamo “stroncarci” subito. Senz’aspettare la “caduta” del Wolf of Wall Street.

Ho detto tutto…

Distinti saluti,
nella viva speranza che non sia un “Addio” ma un “Arrivederci” quando lo stato febbrile le sarà (tra)passato.

Firmato il Genius,
in veste di Dante Alighieri.

Applauso!

Il Paradiso è una Donna che ha le “chiavi” di San Pietro, della tua “pietra”.

  1. The Wolf of Wall Street (2013)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Casinò (1995)
  4. Al di là della vita (1999)

La “paura” dei “capi”, che famiglie schifose!


23 Oct

Anche gli idioti criticano Cape Fear di Scorsese, perché leggono sempre il lor “Vangelo” di “bone” novelle, ma fraintendono poi d’autoinganni la loro vitarella sempre più bruttina e frustratona

Esemplari stupidi, autoesiliati nei film “al fulmicotone” del loro “cotonarsi” di capigliature “impagliate”, ah che pantano, ebbero l’ardire, come dico io, di ardere uno dei grandi capolavori di Scorsese, perché è abitudine “odierna”, che fa tanto moda del cap(pi)o, abusare dei maestri per frivole pellicole tutte di “colla” ai neuroni al fine, “davvero “finto”, d’una pasciuta “armonia” che invece tanto ma tanto, oh che Male, si duole nel fegato, d'”andazzo” da “rubamazzolin di rosette”. Edulcorate di cuoricini, e perirete. Deperiti e pentiti. I rimpianti… di chi “piantò” le “basi” contro la “bassezza”. Ahia!

Trasmuto in Max Cady, genio “incompreso” a comprimere la borghesia ipocriticissima, e provoco il pater familias“sodomizzandolo” a fuoco “Dai, Dio che ci sei, no, ancora acquolina… in bocca, mio avvocato“.

E gli stacco le palle, dissertando del suo non volersi “distaccare” dalla figlia, la quale abbisogna di “crescita” agli ormoni già insinuanti di seno che, essendo il genitore conscio delle “cosce” del Peccato “adulto” (ah, ma le adultere ti piacciono, vero?), vorrebbe irretir nella rete-ragnatela della sua “pedagogia”. Infatti, “in fallo”, tanto si turba se “la” intravede nella stanzetta col pigiamino “party“. Ah, la tua Juliette sta mettendo le ali, e sgalletta per il galletto, caro avvocato, tu “sbatti”… tutti in galera e poi leggi la Bibbia.
Che Uomo di merda. E accusi tua figlia di fumare e “farsi” (bella), nascondendo nell’armadio-Nick Nolte lo scheletrello della tua giovinezza “acerba” ma già di “erbe”.
Ora “cattive”.
Che falso “baiocco” che hai in mezzo alle mutande, fermo con le mani, non toccare. Ah, vuoi gustarti la “collega” e “collegarglielo” quando Lei ti “elargirà” il “Colgate” del “dentrificio” nel parcheggino del boschetto delle “porchette?”.
Ah, che “salamino”, mio Nick, sei proprio un volpone, ma Max ti spia e se ne sta bello e tranquillo sul “cornicione” del tuo pomiciare mentre poi ti “spompi” per la pomata di Jessica.
Nick, sei proprio un Bowden. Sei proprio un diavolaccio.

Siamo soli io e te. “Ammettilo”. Vai a prendere per il culo, appunto, le tue zoccole.
Me no.

Amen.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Ricomincio da capo (1993)
  2. Cape Fear. Il promontorio della paura (1991)
  3. Se scappi, ti sposo (1999)

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