Sì, sono un battutista. Non lo sapevate?
Un mio amico su Facebook mi chiede se amo/i il tennis.
– Un tempo lo praticai dai dilettante. Ebbi pure i miei idoli, ovvero Pete Sampras, Boris Becker e quel matto di Andre Agassi. Comunque, in confronto ad Agassi, io sono John McEnroe. Ah ah.
Mi riesce però duro guardare le partite con le donne. Appena vedo Maria Sharapova, per esempio, ho voglia subito di arrivare al match point con la mia racchetta a colpi di dritto assai diretto e rovescio ficcante.
Non saprei però se farlo con lei a letto o sulla terra rossa come il Roland-Garros.
Comunque, il Grande Slam ci starebbe tutto con tanto di super slurp.
– Per quanto riguarda, invece, il Calcio?
– Lo praticai a livello agonistico. Adesso ne sono agnostico. Preferisco al credo calcistico, fare il Buffon con Ilaria D’Amico.
Sì, sono un pagliaccio.
Una volta, nel paese natio dei miei genitori, scommisi con una combriccola del paese che sarei riuscito a compiere mille palleggi in mezzo alla strada con la gente di passaggio che m’intralciò l’impresa.
Se avessi perso e la palla fosse cascata prima dei mille palleggi, avrei pagato loro la cena al ristorante.
Se avessi vinto io, per una settimana intera, loro mi avrebbero pagato la cena ogni sera.
Vinsi io e a loro cascarono le palle.
Tutto vero, non vi dico balle.
Ora, Joker è un capolavoro e Richard Jewell un gran bel film.
Arthur Fleck, quest’uomo macerato dalla solitudine, sprofondato nella melma dei suoi pensieri angosciosi, quest’uomo che vive angustiato da mille dubbi amletici e abita in una casa angusta.
Un uomo che sa che la società è ingiusta e non si sa se la nera sua vicina davvero se la gusti. Un uomo che spinge, che crepita nel livore delle sue ansietà profumate di candore. Poi esplode di tutto calore, dopo tanto esistenziale pallore, ma ancora una volta s’incula a causa del suo esagerato fervore.
Un uomo poco di sé sicuro che un po’ fa pena e molta paura, in verità è un mezzo genio a cui vollero rifilare una grossa, irrisarcibile, impagabile fregatura ma se lui ne fotte degli sgambetti e degli stronzi abietti.
Tirandosela falsamente da cazzone quando in verità ha un cervellone e anche qualcos’altro più dotato di tanti impotenti ignorantoni. Ah ah.
In questa società infetta ove impazzano gli inetti, ha ora solo da pensare che le uova, un tanto all’etto, costano sempre di più di anno in annetto.
Le donne lo cercano per via del suo fascino affascinante da uomo melanconico aitante eppur sanamente inquietante, gli uomini vorrebbero smascherarlo ma, di suo, Joker gigioneggia a tutt’andare con far brillante e occhio languido assai ammiccante.
A dirla tutta, questa vita fu una stronzata. Tanto vale allora trovare un blues brother e fare del casino sino a notte tarda.
Adesso, si è fatto tardi mentre tu, tardo, al solito non fai un cazzo e odi gli altri, lanciando loro solo offese innocue come un bambino coi petardi.
Per quanto mi riguarda, puoi anche fartene tante.
Ma, se ancora insulterai in maniera gratuita e arrogante, ricorda anche che altrettante ne prenderai e, solo davanti a me al buio, te la farai subito nelle mutande.
Sono infatti stanco dei dementi, degli psicopatici e di quelli che dicono agli altri come si sta al mondo con prosopopea da rincoglioniti fintamente sapidi e, invero, ridicoli solo a guardarli.
di Stefano Falotico