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La questione Sean Penn: davvero un grande attore e regista, un nobiluomo o un seduttore ignobile, un incallito e irriducibile tombeur de femmes stimabile o un vivente bluff sesquipedale?


06 May

Sean Penn Leila GeorgePartiamo col dire questo, cioè molti uomini pensano di vivere sulla Luna e non si accorgono invece di essere terra terra.

Sean Penn. Parafrasando il grande Totò, questo nome non m’è nuovo. Per dirla invece alla Falotico, anzi à la Falò che fa molto Totò le Mokò, quest’uomo a volte mi pare un uovo strapazzato soltanto da delle galline spennacchiate però mica tanto. Min.. ia! Vecchie o giovani non importa, quel che importa è che fanno, anzi facciano buon brodo.

Comunque, Sean girò molti film sbagliati, insomma robaccia come la peggiore brodaglia. L’importante è far un caldo brodino quando la minestra è riscaldata, cioè preparare per cena qualcosa di sostanzioso ed egualmente sfizioso anche se le penne all’arrabbiata del pranzo sono andate a male in modo ammuffito e puzzoso. Se proprio, nel frigorifero soprattutto dei vostri fegati amari e cellofanati, non troverete niente di meglio del dado Star, beveteci sopra e un uovo al tegamino riscaldatevi. Condendo la cattiva digestione con l’Amaro… Averna, il gusto pieno della sfiga, ah ah.

Sean Penn ha fame, no, ha sempre avuto fama di essere stato amante di molte femme fatale. Dell’aver cioè brasato, no, nasato, no, basato molto del suo successo, in passato di verdura, no in passato e basta, sul suo carisma derivatogli dall’essere stato lo storico compagno di Madonna, donna all’epoca venerata e idolatrata alla pari del mistero di Fatima ancora non rivelato, giacché personalmente bruttina l’ho sempre considerata, oggettivamente è bassina, secondo me anche musicalmente assai piccolina. Quindi, mai mi capacitai di come Madonna potesse piacere a molti maschi che per lei s’accalorarono non soltanto sugli spalti degli stadi da lei riempiti, dicevo… Loro la vedevano e urlavano po… o dio!

Insomma, io presi delle antidepressive compresse mentre questi qua non abbisognavano di tirarsi su poiché a loro bastò, come calmante naturale e al contempo euforizzante, la signora Ciccone? Poveri cog… ni infami!

Sì, giammai compresi la forza seduttiva d’una donna per cui gli uomini s’accalcarono sulle tribune pienamente da loro gremite, sognando di conquistare realmente, prima o poi, il suo cuore di ex dello stadio, no, Stato, no, Sean mondiale, vivamente e non più virtualmente ghermendola e a loro volta seducendola, nella privata vita loro disastrata, in modo plateale da totali sfigati inauditi e mai visti. Da nessuno e nessuna ca… ati.

Detto ciò, acclarato qui quanto appena dettovi e riferitovi, vale a dire ancora che Madonna mai mi piacque veramente, passiamo a Sean Penn. Tanto Madonna, nonostante sia adesso abbastanza âgée, ha pur sempre potere… di pagare un dentista a peso d’oro per rifarle gli incisivi d’argento. Ma è lei che gli rifila la porcella, no, la parcella. Quindi, passano gli anni per tutti, anche per lei. Che comunque, intanto, i giovani si ripassa.

Sean Penn, a dircela tutta, non è mai stato un grande attore. Sto bestemmiando come gli uomini o pseudo tali sopra brevemente e lapidariamente descrittivi, i quali divennero blasfemi in quanto imprecarono contro la Vergine santissima?

Un latin lover, Sean, sì. Ciò è indubbio. Penso davvero che non sia un grande attore. Anzi, tutt’altro. Lo reputo pessimo. Tanti anni fa lo adorai e piacque effettivamente molto anche a me. Probabilmente però stavo in quel periodo attraversando attimi decisamente confusionari di profondo ed esistenziale malessere incommensurabile.

In Milk è straordinario, lo riconosco. Io non sono però omosessuale e devo altresì dichiarare, sempre alla maniera di Totò, che mi piace tutto di Leila George, tranne una cosa. Quale? Il marito.

No, non siate maligni, mie malelingue. Non sono invidioso di Sean Penn. Perché dovrei esserlo? Nell’anno in cui Sean vinse l’Oscar per Milk, infatti tifai per Mickey Rourke di The Wrestler.

Dunque, non mi pare che sia geloso del successo, non solo di questo, degli uomini. Posso garantirvi che, dati alla mano dal sito whodatedwho.com, le ex di Mickey Rourke erano molto più belle di quelle di Sean. Pensate, a me non sono mai piaciute neppure Charlize Theron e Scarlett Johansson. La prima la ritengo una stangona magrolina, la seconda una chiatta, secondo me, perfino rifatta come Carré Otis.

L’attuale moglie di Penn è molto bella, sì, Leila George. È abbastanza evidente che lo sia. Ha trentun anni meno di lui, indossa scarpe col tacco 40 cm ma non penso che Leila abbia sposato Sean per soldi. Sono entrambi ricchi sfondati. Però può darsi che, nel caso Sean dovesse schiattare a breve, colpito semmai da un infarto micidiale durante un suo segretissimo tour de force musicale con Leila, sapete benissimo di cosa, a Leila non dispiacerà affatto incassare la sua eredità assai danarosa. Nel frattempo, aspettando febbrilmente che ciò accada quanto prima, Leila non può comunque dire di passarsela male.

Sean ha ancora una forte presenza scenica, una possanza fisica invidiabile per uno della sua età ed è, non scordiamolo mai, un due volte premio Oscar amato da tutto il jet set hollywoodiano.

Fu amico intimo di Charles Bukowski, è ancora amicone di Robert De Niro e Jack Nicholson, ha esordito con un capolavoro registico, ovvero Lupo solitario, a soli trent’anni.

È pappa e ciccia con Bruce Springsteen, ha recitato da dio assieme ad Al Pacino in Carlito’s Way a soli 33 primavere. Mica insomma un povero cristo. Ora, a parte gli scherzi, le commedie giovanili e adolescenziali interpretate da Sean, a eccezione di Bad Boys, non sono onestamente un granché. Sono spassose, ilari, divertenti. Questo sì, ovviamente. Le sue prove in Mystic River di Clint Eastwood, in Accordi e disaccordi di Woody Allen, in This Must Be the Place del nostro Paolo Sorrentino, sono egregie e da distinto signore della recitazione. Per il resto, tralasciando gli stupendi 3 giorni per la veritàLa promessa e Into the Wild, ammetto vergognosamente di non aver mai visto interamente la pellicola Il tuo ultimo sguardo. Al primo sguardo mi parve infatti una porcata. Poi, lessi le critiche bassissime che essa ricevette e mi convinsi di spingere sul tasto forward del lettore dvd soltanto per tastare, no, constatare se una delle tante ex di Sean, la già eccitante, no, succitata Theron, si fosse mostrata come dio natura la concepì e creò. Per la Madonna, è veramente più bella di Brigitte Nielsen dei tempi dorati in cui Brigitte tradì Sylvester Stallone con Sean Penn. Dio bono!

Ecco, se fossi stato però in Sean Penn, mi sarei sentito umiliato ad aver sposato Robin Wright Penn. Teniamolo infatti sempre a mente. Fu la donna ambita, per tutta una vita, da Forrest Gump.

Che significa? Era solo una battona, no, una battuta. Dai, suvvia. Comunque, nel film Disastro a Hollywood, l’ex signora Penn chiese il divorzio a De Niro. Nella vita reale, lo chiese a Sean. Che cosa gli chiese? Be’, ripeto, il divorzio. Ah, ma allora siete maliziosi. Siete dei poveri mascalzoni. Non sapete neanche preparare il mascarpone. E ho detto tutto. Vi vedo molto in zona Sean Penn da U-Turn e Mi chiamo Sam. Nel film di Oliver Stone, Penn andò a letto, anzi fra i cespugli con Jennifer Lopez. Nel secondo, Michelle Pfeiffer combatté assieme a lui affinché la legge gli riconoscesse giustamente il diritto di paternità. Sì, Michelle Pfeiffer pare essere stata l’unica attrice di Hollywood a non essere stata con Sean.

Forse vide Sean in The Game. Sean Penn è il fratello che avrei sempre voluto avere. Sono figlio unico e credo fermamente che rimarrò tale, avendo entrambi i miei genitori superato i settanta…

In The Game, Sean Penn è povero in canna ma trovò i soldi per regalare un gioco da favola allo stronzo fratello più ricco di Rockefeller. Pagandogli pure Deborah Kara Unger! Fra questo Sean e Jim Carrey di Dark Crimes, non saprei scegliere quale sia lo Scemo & più scemo.

Sì, avete mai visto Dark Crimes? È la storia di uno che pensa di aver fottuto tutti, compresa Charlotte Gainsbourg.

In effetti, in questa pellicola (solo in questa?), la Gainsbourg interpreta la Madonna di turno. Nella vita vera, attualmente il suo ruolo è stato ricoperto da Leila George.

Povero Sean. E dire che, per girare The Gunman, passò tre mesi in palestra, tirando su pesi per otto ore al giorno. Ma gli scelsero come compagna Jasmine Trinca. Forse la donna più antipatica e racchia del Cinema mondiale. No, Leila George non fa per Sean. Donna troppo glamour. Io vedrei benissimo Sean Penn con Frances McDormand di This Must Be the Place.

Sì, donna più ironica alla Joel Coen, donna da Robert Smith dei Cure, donna adatta a un pagliaccio glam.

Donna con le palle, perfettamente appaiabile a un tipo Joker.

Poco ma sicuro.

Dunque, donne modelle che aspirate a diventare attrici da tre premi Oscar, smettetela subito di farvi i selfie. Il Cinema non è soltanto una questione di Playboy…

Per essere dei grandi attori e dei grandi registi come Sean Penn, non basta essere, femminilmente parlando, le Leila George di turno.

A me poi fanno ridere quelli che non sono cresciuti mai. Vanno da un amico e, credendo di fargli un complimento, gli dicono: – Sai, assomigli a Sean Penn.

La risposta dell’amico interpellato, dunque, è questa:

– Sì, è vero. Tu invece assomigli a Keanu Reeves.

– Mi prendi per il culo?

– No, sei atletico e slanciato, grintoso e figo come John Wick.

– Sì, ma non ho i soldi di Keanu Reeves.

– E che ti frega? Pensa alla salute.

– Sto bene in salute ma nella mia vita sognavo di arrivare su Marte.

– Guarda, lascia perdere. Nella serie televisiva The First, la prima missione spaziale andò a farsi fottere. La seconda stagione, invece, fu sospesa. Dunque, rimani coi piedi per terra.

Su questa freddura vi lascio.

Uomini e donne terragni che vi credete di un altro pianeta, la verità è che tutti voi desideraste, fin dalla nascita, essere dei marziani.

Fidatevi, gli uomini e le donne della Terra sono meglio, appunto. Anche perché, onestamente, su Marte non esiste nessun figo della Madonna.

Se non mi credete, vi lascio Jasmine Trinca.Leila+George+Audi+Celebrates+71st+Emmys+s6wR3BYYm4Fx

 

di Stefano Falotico

Alcuni sostengono che io assomigli a Sean Penn. C’è una sostanziale differenza, lui va matto per il sesso, io sono ascetico


13 Dec

penn george

Sì, gli adolescenti sono stupidi. Mi diedero dello Sean Penn. Come lui, ho il naso lungo e posso sembrare, a prima vista, parimenti a lui uno stronzo.

Siamo molto diversi. Io sono un diverso. Oramai l’ho appurato.

Conio frasi così: le donne sono come le stufe, stufano. Gli uomini le stantuffano. A quest’accaloramento preferisco il freezer con dentro un gelato.

Sì, molta gente pensò che dopo aver fatto sesso sarei diventato un maiale qualsiasi. Cioè uno che lavora per avere la dignità del cazzo e passa il tempo libero a rimorchiare.

Mesi fa, mi contattò, sapete, un semi-uomo, una mezza scimmia, no, una scema con un organo genitale maschile.

Sì, disse che molti anni addietro, mi vide a un meeting e da allora non riuscì mai a scordarsi di me. Lui era troppo piccolo all’epoca per farsi avanti e io troppo matto soltanto per poter intuire che i suoi sguardi nei miei riguardi non erano di semplice simpatia e complicità virile.

Cosicché, mi contattò e mi disse che ora lui è una donna. Per meglio dire, un ibrido. Dopo la plastica facciale, non asportò il suo membro ma veste come se in mezzo alle gambe non l’avesse.

Lui:

– Ti ricordi di me?

– Manco per il cazzo.

– Io invece mi ricordo di te. Fai promemoria. Ora io sono una donna. Cioè, sono un uomo ma faccio la donna. Tu invece, a giudicare dalle foto che vedo, sei diventato un uomo.

Insomma, mi piacesti subito e ancora mi piaci. Ma ora potrei piacerti io.

– No, mi fai schifo.

– Sai che ti dico? Sei brutto come il debito e sei pure sessista. Non vuoi venire con me perché ti fanno schifo i transgender. Sei un eterosessuale merdoso! Devi morire. Anzi, dovrebbero strappartelo a morsi!

– Non ne farei una questione di uccello. Guarda che, anche se tu non ce l’avessi, sono io che non lo uso.

– Ah, perdonami. Sei castrato?

– No, non me ne fotte una minchia del sesso.

– Però, come tutti, nella vita di tutti i giorni, vieni metaforicamente inculato.

– No, perché non ho una vita sociale.

– Perché mai?

– La gente, dopo tre secondi, pensa a quella cosa… è tutto impostato su battute a doppio senso e a meschine, vergognose allusioni di natura sessuale.

Quindi, è una gran rottura di palle.

 

Sì, se devo essere sincero, Sean Penn è un puttaniere. S’ingroppò perfino quella zoccola di Brigitte Nielsen che tradì lo Stallone italiano.

Poi, la dovrebbe finire questo Penn d’indossare queste infradito. Non si possono vedere.

No, non m’interessa. Fottetevi e andate tutti a farvelo dare in quel posto.

Quando si dice… quello s’è indurito troppo.

Sì, le donne sono noiose. Basta che dai loro Nutella e le fai ridere, potrebbero pure amare il film Tre giorni per la verità.

Oppure Into the Wild.

Avete mai visto una donna eremitica? Nel medioevo c’erano. Si chiamavano streghe. Le bruciavano vive.

Oggi, ci sono ancora le streghe ma non se l’incula nessuno.

No, non mi vedo proprio a essere intervistato in una trasmissione con una che mi fa le domande programmat(ich)e, vestita n tailleur.

Con un pubblico pagato che applaude a (tele)comando.

Sì, sapevo che sarebbe andata a finire così.

Non mi applico, non sono volenteroso.

Passeggiando, adocchio. Siamo pieni di malocchi. Non sono i finocchi, no, non sono omofobo.

Sono quelli che, appena svolti, vogliono sbattertelo…

 

di Stefano Falotico

sean penn george sean penn leila george

JOKER: non ho mai pensato alla mia vita neppure come a una tragedia, mi disinteressavo del mio futuro, adesso sono un comico intellettuale come Billy Crystal


01 Oct

bye bye baby thecomedian deniro the comedian devito billy crystal sabato sera

Mancano due giorni all’uscita nelle sale di Joker.

Mancano invece quindici minuti dall’uscita delle celebrità dalle saune dei loro VIP senza calore.

Perché non ridete? Non fa ridere? In effetti, no. È una battuta troppo sofisticata per voi, pubblico di plebei, pubblico ammaestrato dalla tv spazzatura.

Signora, lei conosce Andy Warhol? Ah sì? Lo conosce? Peccato che sia morto, ah ah.

Sì, Arthur Fleck è la versione potenziata di Rupert Pupkin di Re per una notte. Un uomo adombratosi nella malinconia, nelle sue notti interminabilmente tristi e mortifere. Uno che, semmai, a differenza di Pupkin non soffre del complesso di Edipo e neppure, a proposito di Billy Crystal, ha un amico come Danny DeVito di Getta la mamma dal treno. Con una madre orribile, fisicamente e non, che psicologicamente castra e nanizza il figlio Danny.

Ah, a quel punto Danny, detto il nano per via della sua indubbia statura, diciamo, anomala… cazzo, deve inventarsi qualcosa, elevare la coscienza per non finire inchiappettato da una società ove, se non sei muscoloso come Dolph Lundgren di Rocky IV, non avrai nessuna seconda chance come Sly Stallone/Balboa.

Ah ah. Una società che ti spiezza in due.

Poi, arrabbiati, diverrete come Night Slasher di Cobra. Cioè degli anarchici sovversivi, semi-maniaci sessuali e vorrete scoparvi la moglie di Lundgren nella finzione e l’ex moglie di Stallone nella realtà, ovvero Brigitte Nielsen.

Sapete perché la Nielsen lasciò Stallone? Lei era iscritta al Movimento 5 Stelle mentre Stallone è sempre stato simpatizzante per Matteo Salvini.

Nel finale di Cobra, il reazionario Stallone disse:

qui la legge si ferma e comincio io…

Al che la Nielsen, disgustata dal machismo da porco di Stallone, si trasferì in Italia e comprò tutti gli album di Rettore Donatella. Cantando fra un’ospitata televisiva e l’altra Il Kobra non è un serpente. Luca Barbareschi, sul set di Bye Bye Baby, mentre adocchiava Carol Alt con far da volpone, fra un ciak e l’altro, rivolgendosi a Brigitte, le chiedeva retoricamente:

– Brigitte, cosa sarebbe la biscia che striscia? Mettiamo su Renato Zero col Triangolo?

 

Ragazzi, qualche bullo ce l’ha con voi? Chiamate me. M’hanno sempre dato della femminuccia. Infatti, il mio nome è Marion.

– Invece, signora, lei come si chiama? Maria? Come mai Maria? Perché i suoi genitori volevano che avesse una carriera come la cantante Madonna o perché, appena lei nacque, capirono che sarebbe rimasta like a virgin a vita?

Ah, mi tolga una curiosità? Lei è vergine? Ama gli amanti toro?

– Sì, sono ascendente in Capricorno ma amo i pesci.

– Ascendente nella tonta, no?

di Stefano falotico

 

Stallone beccherà il killer di Budrio nel suo John Rambo QUINTO


15 Apr
JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

JUDGE DREDD, Sylvester Stallone, 1995

Sì, sta scappando, forse anche scopando o solo scoppiando, Igor o Ezechiele, russo o serbo, probabilmente “ceco” da occhi ciechi a forza di tuffarsi nei canali “sordi(di)” del Reno per non farsi vedere dagli elicotteri con gl’infrarossi. I cani latrano e digrignano i denti mentre Igor, armato fino al culo sfondato e con la scorta di Nutella, scorrazza “indisturbato” e nella fatica scoreggia rumoreggiando fra i droni silenziosi, seminando il panico fra Molinella e una vecchia del Mulino Bianco. C’è poco da scherzare, costui è un farabutto e va consegnato, nel giorno di Pasqua, alla giustizia divina, con un’esecuzione capitale da “ascensione” infernale. Eppur non lo prenderanno e a pig(l)iarlo ci pen(s)erà Silvestro, più noto come Sylvester, colui che fu il Cobra e da Cobretti “curava” i pazzi alla Igor, picchiando anche Drago Ivan di edonismo reaganiano che farebbe “combutta” con il doppio mento di oggi del Trump-one. Uno che vuole bombardare quei bombardati dei coreani, per una Pasqua di “letizia” e di “tanto io ho Melania”. Letizia, sì, è sorella di Tiziana, che volete me ne freghi della Panella se son uomo di Pannella? Lui combatté di scioperi della fame mentre la società di oggi, assetata di bellicismi, vive alle (s)palle di gente che è stufa di quest’umanità che pensa solo a “stantuffare”. Sì, la pornografia impazza fra gli orientali che non trombano da decenni, lavorando come dei negri, mentre in Occidente le giornate si sono “allungate” e “durano” più dell’uccello di Siffredi. Lo sa Putin e la Russia non va più a puttane come un tempo. I tempi o i templi? Si può dire in entrambi i modi, anche se come plurale di tempio è preferibile templi, appunto, tienilo a mente nelle tue tempie, caro stempiato. Stallone invece di capelli ne ha eccome, grazie al parrucchino del suo parrucchiere di Beverly Hills, e sogna un Rambo cinque a settant’anni suonati. Non è un suonato ma alla scuola dell’Actor’s Studio lo trombarono. Eppur Brigitte Nielsen dei bei “templi”, no tempi, trombò. Insomma, se Stallone beccherà Igor, sono cazzi suoi. Io penso al mio. Tu pensa a quello di un altro, visto che sei frocio.

Non sono omofobo, non sono fobico, più che altro sono Falotico.

di Stefano Falotico

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Meglio Stallone Cobra di Erich Fromm


01 Jun

 di Stefano Falotico

Erich Fromm, da me, riceverà solo botte in quel posteriore!

Sezione manicomio cimiteriale del mio nichilismo frenante solo dinanzi a una zoccola pensante

Sì, son misogino, dichiaratamente sfacciato, credo anche misantropo su cazzone d’ordinanza e, modestamente, mi permetto il luss(urios)o di sfog(gi)are una carrozzeria d’erezione pronta all’uso per ficcartelo nel culo. No, non vado per il sottile, non ho stile, vesto “impeccabilmente” i miei peccati e guai a scassarmelo. Prenditi i trattati sulla tenerezza di Erich Fromm e pulisciteli con carta Tenderly, io mi spazzo(lo) col dentifricio ché, piuttosto di effeminarmi con ‘sta roba per checche, checché ne di(re)te, m’annuso il dito e preferisco un po’ di sana merda a queste leccate per vecchiette da ospizio. Sì, da questo punto di vista, son “frocio”. Ma meglio un ano sbattendotelo che anni passati a prenderlo. Anni fa, infatti, ‘sti falliti m’impiegarono come obiettore di coscienza per far il ginecologo apprendista d’una vacca zietta tutta cagona che, fra l’altro, pisciava fuori dal vaso, urlandomi a viso aperto, e sue cosce divaricate, che non le sapevo asciugare la vagina con dell’emolliente ad ammorbidir le sue incontinenze. E mi diede anche dell’impotente perché, secondo lei, l’infermiere sapeva invece come (s)fotterla, ripulendola a dovere dopo avergliela te(r)sa di brodaglia in men(sa) che non si dica. Al che, sfogliai appunto questo semi-gaio di nome Fromm, che nella vita faceva un cazzo e sapeva sol filosofeggiare da pensatore della minchia, anzi diciamocelo, cazzeggiava e vinse anche premi molto ambiti in a(m)bito letterario che a me par solo, dietro la scrivania, par(l)ato e talare. Solo parlare, bla, bla, bla e il mio sputo alla sua vita da confettino a vederla a pois. Ti sputo! Gran puttanazzone! Puah!

Sarà, a me son sempre piaciuti i duri, non questi morbidoni per frustrate depresse che, stese a letto, ma non infornate dentro come si deve, leggono ‘ste consolazioni patetiche da chiesastiche solo perché nessuno le scopa come Dio comanda. Ogni giorno, guardan l’oroscopo speranzose di ricevere la classica botta. Ma state tranquille, io non vi scoperò, E adesso, bagascia, a terra scop(pi)a.

Dammi del povero Cristo sfigato e vedrai il Diavolo a infinocchiarti!

Sono questo, mi dispiace se (non) ti piacerò, non sono tenero e m’innamoro solo quando mi sparo le seghe. Da sequoia che, da secoli, fa una vita arida, b(r)ulla, secolarmente circolare a girarci attorno e spezzarti in due, alzandomi poi il bavero, care papere.

Mi (s)piego? Non mi spezzo? Sì, ma tu ti spezzi e me ne frego del tuo disprezzo.

Ecco la “tenerezza” di questo fascio… di “rose” finte. Leggiamo la merdaccia, fatevi del male!

 

Per sua natura la tenerezza è qualcosa di fondamentalmente diverso dalla sessualità, dalla fame o dalla sete. Da un punto di vista psicologico, pulsioni come la sessualità, la fame e la sete sono caratterizzate da una dinamica autopropulsiva: crescono d’intensità fino a quando non raggiungono un punto culminante in cui vengono soddisfatte e, per il momento, non si desidera nient’altro. La tenerezza appartiene ad un altro tipo di pulsione. Non è autopropulsiva, non ha scopo, non ha un punto culminante e non termina bruscamente. Trova il suo soddisfacimento nell’atto in sé, nella gioia d essere cordiali e affettuosi, di prestare attenzione, rispettare un’altra persona e renderla felice. Considero la tenerezza una delle esperienze più gioiose e positive. La maggior parte degli uomini sono anche capaci di tenerezza e non la associano all’altruismo o al sacrificio di sé. Solo per chi è incapace di tenerezza questa costituisce un sacrificio. Ho l’impressione che nella nostra cultura ci sia poco spazio per la tenerezza. Ma quante volte in un film troviamo manifestazioni di vera tenerezza tra i sessi o tra adulti e bambini o tra umani? Infatti non si intende affermare che siamo incapaci di tenerezza, ma solo che la nostra cultura scoraggia la tenerezza, e ciò dipende in parte anche dal fatto che è orientata a uno scopo: tutto ha un suo scopo, tutto ha una sua precisa meta che deve essere raggiunta. Il nostro primo impulso è sempre quello di raggiungere qualcosa. Siamo poco interessati al processo vitale in sé che si esaurisce nel vivere, nel mangiare o nel bere o nel dormire o pensare o provare un sentimento o vedere qualcosa. Se la vita non persegue alcun fine, allora ci sentiamo insicuri, ci chiediamo a che cosa serva. Anche la tenerezza non ha alcun fine. Non ha il fine fisiologico di dare sollievo o una soddisfazione repentina come avviene nella sessualità. La tenerezza non ha altro fine se non di godere di un sentimento di calore, piacere, sollecitudine nei confronti di un’altra persona. È questo il motivo per cui temiamo la tenerezza. Gli esseri umani – specialmente gli uomini – provano disagio quando manifestano apertamente tenerezza. E, inoltre, il tentativo di negare le differenze tra i sessi e di omologare uomini e donne ha impedito alle donne di mostrare tutta la tenerezza di cui sono capaci e che costituisce un tratto specificamente femminile.

 

Sapete che gli dico? Ma vai a dar via il culo!

Appunto!

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