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Sleepers alla padre Bob(by)


04 Jun

di Stefano Falotico

Di solito, per quanto concerne il Cinema, gran risalto vien dato alla “dicotomia” relazionale, spesso disfunzionale, fra madre e figlio. Hitchcock banalizzò la psicopatia col suo celeberrimo Anthony Perkins che, “castrato” da una madre a “imbalsamarglielo” come il “pappagallo”, aveva sviluppato un’indole guardona un po’ troppo violenta. Sì, credo che Psyco sia un film enormemente sopravvalutato. Da contestualizzare alla sua epoca, indiscutibilmente fascinoso e tutt’ora di bianco e nero avvolgente, seduttivo come la “follia” di Norman Bates che nel suo motel ne combinava, sconciandole, delle “belle”, una sotto la doccia di coltelli profumati di epocale suspense, sì, d’avanguardia. In ciò, certamente, il film ha il suo valore, ma non è affatto il lodato capolavoro a cui van tutti a par(l)are quando si fa riferimento ai precursori, come zio Alfred, del genere thriller. Perché proprio tanto eccelso e già “classico” di modernità anticipata nella sua ineccepibile forma, oltre il mero, “spensierato” intrattenimento, quanto a mio avviso così stupido. Come dire: il complesso di Edipo genera sempre mostri. Eh no, caro Alfred. Se fossi campato, da Woody Allen avresti imparato una cosa ben peggiore, che provoca genio malinconico associato alla sua tendenza, che nessuno psichiatra riuscì a curare, per la ragazzine, come sua cinesina insegna, cagionatrice del divorzio “inestimabile” fra Woody e Mia Farrow. Mamma mia, ah ah, è il caso di far ammenda perché la madre di Woody tanto spermatozoico lo sgrav(id)ò di dubbio seme paterno.

 

Ecco, sul padre invece porrei questa mia, così partorita.

Il padre ha, secondo me, un ruolo ben più “pregnante” nel processo formativo del pargolo. Di come, spesso tramandandogli il maschilismo più bieco, rende i figli a sua immagine e somiglianza, riversando loro tutto il suo fallimento, affinché non diventino fall(it)i come lui. Eh sì, che “fallo”. Che orrore! Anziché indirizzarli a una sana educazione improntata al libero arbitrio, ne arbitra già il raddrizzamento. Mah, e provocò solo figli meno rizzi della sua (im)potenza. Complimenti. Gli stringo la mano, anche se poi vado a pulirmela perché è molto sporca, mio padre porcellino. Ah, volevi dei vincenti da salvadanaio e hai intascato sol la presa di coscienza che la lor retta via (non) hanno (ap)preso. Che buco!

Un abominio disumano, volere dei modellini al piacere suo che non ebbe, perché a lui andò malissimo.

Di mio, posso solo dirvi che mio padre è un grand’uomo. Se non fosse stato per lui, oggi non sarei uno scrittore ma non “starei” soprattutto qui. Su tale immonda eventualità “omicida”, un altro padre, invece, che dal mio fu severamente punito in tribunale, perché sconfinò d’efferati insulti in un’età in cui la mia giovinezza andava invece doverosamente rispettata, credo che ancora abbia dei profondi incubi notturni in cui, roso da un senso di colpa pazz(esc)o, si domanda “chetamente” come ha fatto a nascere. Non si è ancora sparato, comunque, tal losco padre criminoso. Sì, un durissimo.

Su tale (sua) imbarazzante domanda, però, già fu imbrattato di figuraccia da miserabile. Ora, però, deve darsi una risposta. E, sul restare scioccato, senza parole, “comodamente” ride da pagliaccio, piangendo tremende, ahia che dolore (poverino), lacrime da coccodrillo.

Sì, da mio padre ho/a appreso una lezione importantissima. Mai far sì che un estraneo, troppo “cresciuto”, voglia renderti un nano come la sua famiglia.

Frankenstein di Mary Shelley

Un rapporto pur sempre paterno.

Il momento di uccidere

Carl Lee Hailey/Samuel L. Jackson non si fermò dinanzi allo stupro della figlia.
Un film reazionario?

Forse invece da rivalutare. Per riflettere. Al posto suo, siete sicuri che avreste mantenuto i nervi saldi?

Il petroliere

Il capolavoro di Paul Thomas Anderson si può interpretare in mille ottiche. Una chiave analitica è proprio il rapporto fra i due. Quasi alla Barry Lindon.

Sleepers

Padre Bobby.
La scena, in cui Jason Patric confessa a De Niro le violenze, rimarrà negli occhi per sempre.

I primi cinquanta anni e (c)ani di Brad Pitt


16 Dec

 

I primi cinquant’anni di Brad Pitt son stati patinati e ariani nonostanteBastardi senza gloria: a questo fico da bomboniera, preferirò sempre Mickey Rourke il “portacenere” della Basinger… e Totò sul comò del suo moccolo sul Mokò!

Poesia totoiana del Falotico: il Duce il gregge condusse e oggi il Governo è come il conducente del pullman, un volante all’impazzata nello Speed d’una società sbullonata alla Bullock. MeglioBill di Strade perdutelost highway senza dittatori ma fantasia al potere di A Straight Story reminiscente in campagna con vecchi “barboni” e corna senza ispiratrici muse di Jolie e sporche “sorche varie”. Duca dica, il Duce conduce e il dolce amaro si pigliò con Hitler nel buco del bunker. Ecco le Sambuche. Abboccate!
Ragazzine che marinaste la scuola per veder Pitt con la ciambella alla marinara del già vostro cervello fritto! Il gelato cinese? Dica duca, toccatina e vai in questa Italietta! Meglio forse la Germania. Fra le due carni, optare per quella più stronza
.

Al fascismo, ho sempre preferito il mio fisico e un cazzo di fascino, olimpionico da Dio senza dee d’adorare e bionde da leccare, sono Zeus in mac(c)hina e demiurgo privo di proverbi. A Troy prediligo Sparta e ai mangiaspaghetti una sana trattoria, lontana da me stai tu troia e mangiati il pitone… evviva Servillo Toni e la serva serveDuca dica, dica duca, che cazzo tocchi? Fai piedino ma non è il “mi(ci)o”. Il fuoco appicca, ecco il due di picche, te le spacco!
Le donne si son sempre fatte piacere Brad. Per forza, in mancanza di fidanzati palestrati, la buttan in moralismo da “chiesai(u)ole” secche con la gigantografia a “portata di mano”. Basta con queste ipocrite. Evviva l’ippopotamo Bud Spencer, uno che picchiava a destra e a manca senza bisogno di mettersi in politica. Egli avrebbe afferrato uno di Montecitorio nello spaccargli il Consiglio con le “conigliette” ad Arcore e i parlamentari con “clausola” delle clavicole rotte nel decreto della sua “Legge” non assolutoria.
Egli non era istruito, era un Pedersoli piedone a dar calci in culo alle istruttorie! Un (d)istruttivo! Cacciava bombe dalla panza ma non era un qualunquista da Spagna o Francia basta che se magna. Faceva ridere i tedeschi quando li malmenava assieme a Terence Hill. Poi, ordinava delle fettuccine dopo averli fatti a fette.
Egli non era come Pitt il manzo, uno a cui van dietro tutte le “romantiche” per aver il suo salsicciotto semi-albino eppur folto da “conto alla romanaccia”. Secondo me, Pitt ha un uccellino molto corto. Come primo, mi porti il dessert di una che mi merita. Non sono un merlo. Voglio la ciliegina. La torta in faccia se la pappa tua sorella! Assieme al pappone! Dopo averli riempiti entrambi, avran le mascelle slogate e deglutiranno solo pappine.
Bud era una birra senza queste da lup(pol)i.
Assieme a Totò l’avrei visto dar di botte con Rourke a far loro da allenatore.
E, nel torello, giocar nel culetto del bel Brad sbudellato!

Bau bau, al bauscia io offro i Babau, plurale di incubi e nel culo!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Seven (1995)
    Ottimo.
  2. Intervista col vampiro (1994)
    Recita dissanguato di ogni carisma. E i canini?
  3. Fury (2014)
    Se tutto va bene, sarà cento volte peggio di Tarantino.

George Clooney attacca tutti, io glielo stacco, attaccando il bugiardo al muro con tanto di chiosa, senza buonismi da chiese ma di chiodo! Inchinati, cheto pietà chiedi!


13 Nov

Da Il Corriere della sega di George:

L’armonia nel massimo campionato degli attori a Hollywood è finita: a rompere la quiete del buon vicinato nell’industria cinematografica è stato George Clooney. Se finora l’attore si è sempre trattenuto dal criticare i colleghi divi, stavolta è stato un fiume in piena. Tanto da stupire gli osservatori più disincantati. Il colpo più duro lo ha sferrato a Russell Crowe.

«UN VENDUTO» – Sogghigna con Brad Pitt, passeggia mano nella mano con Julia Roberts o sottobraccio con Sandra Bullock: George Clooney – è cosa nota nella terra dei sogni cinematografici planetari – è «l’amico di tutti». Mai una parola fuori luogo, mai una critica esplicita, né davanti, né dietro la cinepresa. Cambia compagna una volta al mese, ma le sue amicizie restano ben salde, da anni. Tuttavia, il 52enne è pure capace di altro. Ha detto basta alle buone maniere e con un’intervista a “Esquire” ha buttato giù dalla torre alcuni colleghi superdivi del grande schermo. Ha raccontato dell’alterco col Gladiatore Russell Crowe. Ad iniziare sarebbe stato l’attore neozelandese naturalizzato australiano, sostiene Clooney. La lite tra i due era iniziata qualche anno fa da un commento poco lusinghiero di Crowe che, facendo riferimento ai diversi ingaggi pubblicitari del collega, lo aveva definito «sellout» («un venduto»). Da allora i due si sono dichiarati guerra.

GUERRA E PACE – «La verità è che Crowe mi ha spedito un libro di poesia in segno di pace, ma è stato lui ad attaccarmi per primo. Non so perché si sia accanito contro di me. Ha acceso la miccia affermando: “George Clooney, Harrison Ford e Robert De Niro sono dei venduti”», ha spiegato la star di Gravity alla rivista americana. Clooney si è inoltre preso gioco delle velleità musicali del collega che canta nella band 30 Odd Foot of Grunts. «E poi ho detto in una dichiarazione – ironizza Clooney – “Probabilmente ha ragione e sono contento che ci abbia detto questo, poiché Bob, Harrison ed io avevamo proprio l’intenzione di formare una band”». George Clooney, però, pare inarrestabile e affonda il coltello: «Ma chi pensa di essere quel ragazzo? È un aspirante Frank Sinatra. Mi ha davvero scocciato!». Ciò nonostante, sarebbe in atto un tentativo di riconciliazione: Russell Crowe avrebbe spedito al collega un Cd in segno di pace. «Ha detto che hanno travisato il suo discorso», ha spiegato Clooney.

QUEGLI AMICI DI DICAPRIO – Clooney ha poi confessato di non aver un buon rapporto nemmeno con Leonardo DiCaprio, benché i due non si conoscano molto bene. Clooney ha raccontato un aneddoto poco piacevole accaduto durante una partitella a pallacanestro: non ha per niente apprezzato il tifo da stadio e le urla screditanti degli amici di Leo seduti in tribuna. «La discrepanza che c’era tra la qualità del suo gioco e i commenti fieri dei suoi amici al riguardo mi hanno ricordato quanto è importante avere qualcuno nella vita che ti dice la verità», ha sentenziato Clooney. «E non sono sicuro che Leonardo abbia qualcuno così vicino a sé», ha aggiunto. Quella partita era stata vinta dalla squadra di Clooney per 11 a 0. Solo complimenti, invece, per l’amico Brad Pitt: è senza dubbio l’attore di maggior successo al mondo, anche se cerca sempre di essere la «versione più modesta di Brad Pitt. Ho una grande ammirazione per lui», dice Clooney. Frasi che sembrano riportare di nuovo un po’ di armonia nel mondo di Hollywood.
Finalmente, Clooney si è rivelato lo stronzo che ho sempre sospettato

Da anni, sostengo che sia un puttaniere. Per sua stessa ammissione, hai i testicoli rifatti col lifting di questo cazzo. A praticarglielo, fu un chirurgo plastico che apportò, inclusa la fattura del taglio detto riporto (sì, Clooney ha il parrucchino col ciuffo coprente nel brizzolato di alopecia soffusa alla tinta color nero pece ingrigito che fa più figo maturo simil feci), varie parti del culo. Da cui la sua faccia simpatica quanto un deretano.

La finisse questo bauscia da Lago di Como a far la vita comoda. Ha veramente rotto. Un ex da Elisabetta Canalis. Non scordiamocelo mai e poi mai. Elisabetta io affogherei nel Canal Grande in apertura del Festival di Venezia.
Così, sommersa, imparerà a non schizzare di troppe umidità da sventolata con risotto in gondola. Ecco la passerella!

La finisse questo culetto di far il bello e il cattivo Tempo. Prevedo precipitazioni alla sua testa, e non sarò variabile di nervi, compresa la neve di un effetto va(la)nga se non accetterà la mia ver(g)a. Sono lo Yeti, stai attento.
Sei cascato nella mia rete e non in quelle delle tue donnine che usi come paravento della tua omosessualità incipiente eppur celata. Te lo gelo io.

Ecco il salto di quaglia, mio George di qualità. Poi, te lo prendo nel popò e ti porgo un identico sorriso paternalistico. Sì, sei rassicurante come un buon papà, pappone.
Ma io non credo al Papa e dunque ti castro, ti rendo un bimbo da liofilizzato, te lo infil(z)o e magnati questa pappina.

Che zuppa eh?

Testa di zucca!

 

Tania Cagnotto è bona!


25 Jul

 

© Piergiorgio Pirrone - LaPresse 16-09-2014 Roma Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena nella foto:  Tania Cagnotto

© Piergiorgio Pirrone – LaPresse
16-09-2014 Roma
Ritratti esclusivi di Tania Cagnotto per Arena
nella foto: Tania Cagnotto

 

Cari drughi pretendo sincerità e durezza di clockwork lemon. Tania Cagnotto è bona! Keanu Reeves lo fu!

La profetica rivelazione del “pasoliniano” Stanley Kubrick s’è avverata, e vivete nello scontento un tanto al “culo”. Ché io smaltisco chili e non m’appesantisco di vostra pedante etic(hett)a

Sì, per essere “accettati” da questa società di bestie, incominciamo a utilizzare la stessa strategia “carnale”, ché a viver carnascialeschi se le (s)passan tutte. Sì, uccidiamo ogni sen(s)o fiabesco e imbarbariamoci per le “barboncine”, utilizziamo la stessa p(r)osa volgare e otterremo una “fornace” senza “lavaggi mentali”. Andiam in giro a cantar come Biancaneve col “nano” più pornografico, viviamo “felici e contenti”, ché la vita è una e di fighe ce ne son a iosa. Non far lo sfigato e il permaloso, fai il lecchino e di smancerie sii maniaco.
Ché se non sei maniaco, ti sciacqueran con ammoniaca, prima l’ammonimento, poi l’espulsione con tanto di “rosso” a timbro della radiazione anche al PH puro per dissanguarti a viscere delle loro brame.
Puttanieri e zoccole, chi è fra voi il più bel “tipo” del reame? Quello che non sbaglia un “colpo”, va “dritto” e sa come farsi… valere. Se una donna toppa, la prendete per il popò, se un topolino “sba(di)glia” lo imbalsamate e lo tappate, appunto, di vostra bava imbavagliante.

Io son genio paperin e ti fotto sempre, mio strafottente. Stavolta, hai incontrato chi (te lo) sfonda. Dammi un’altra offesa e ti strappo la festa, quaquaraqua. Basta con Nonna Papera!

Sì, scriviamo come loro, (s)parliamo allo stesso finto “manierismo”. Di cerebrolesi saremo allegri nei muscoli aridi ma massaggianti all’olio.
Di “flessioni” non rifletteremo mai ma carnivori affetteremo chi è da “compatire” per le sue fitte.

Io ti servo la “frittata”, mio cervello impanato in pantalon da mascalzoni miei impantanati. Tu, Balanzone hai sposato una coi pantacollant ma sei sicuro che la tua vita non sia già andata nel viavai?
Di mio, posso dire con sfrontatezza che vollero punirmi di “frontale” perché ero, sono e sarò il Principe per (sua) ec-cellenza. Attentarono anche al mio uccello.
Ma come potete toccare… ah ah, continuo a tamponarli. E a (s)fregarmele.

Se vi disturbo, tu continua a stuprare e riceverai la bisc(i)a “clandestina” del mio Cobra. Sono nato serpente, non mi attengo ai “comandanti”, a sonagli ti appendo al “chiodo”.

Se vi fosse sfuggito, annotatelo sul taccuino, per il prossimo acquisto. Io son aquilotto e non m’adatterò mai a questa lattante società analfabeta di poppanti, in quanto bevo latte “galoppante” di mio stronzo in farneticazioni “offerte” a vostro stuprarmi, ché vi stiro e sturerò sempre le orecchie. Io sono l’elefante e, di fanfara, fenomeno per chi mi giudica minuscolo ma di muscolone t’entro nelle mutande

Io addento, vi sventro e mai bandiera bianca sventolo in quanto s’avventarono e io sventai tal “vanitosi” col mio ancor più schiumoso e carnoso ventaglio.
Se non stai buono, ti lego coi bavagli e ti spedisco a calci in culo tramite postale vaglia. Ogni sera, “fornico”, avvolgendola di “tagli” e macchio tutte le “tovaglie”. In quanto vettore contro i dottori, civetta sul comò formato gigolò per le figliole, ché bocca di rosa mette l’amore nei miei sudori.
Siete indietro, non capite ad oggi De André, come potete pretender di capir come vi penetro nel didietro?
Comprare e bevete tutti, questo è il mio nettare a segno di “pece”: http://www.amazon.it/Arancia-meccanica-ebook/dp/B00E3CZX9Y/ref=sr_1_1?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1374755748&sr=1-1&keywords=arancia+meccanica

Ascoltate la voce del Signore, che vi guida funambolico per prati sereni, ove germogliar di nuovo e, dopo esservi di Cuore auscultati in me “ungulato”, osservate le unghie smaltate di Tania Cagnotto, campionessa non di nuoto come la Pellegrini ma abbiate fede… è una figa plurima per sesso nel piumino, per notti immerse d’arsure a bruciarglielo in sue acquoline.

Stenditi Tania, attingi alla mia sete, assatanata sei dietro quel visino d’angelicata, so che vergine non sei da tantissimi… e sfido chiunque eterosessuale a non volerti di “trampolino” a tuoi quadricipiti femorali e mio “fegato” così a te “lustrato” d’ossa “dorsali”.
Sì, sono l’orso, sono come Bud Spencer, pseudonimo di Carlo Pedersoli e appunto ex nuotatore “metrista” del suo merl(uzz)o.
Bud ne ha per tutti, non va fatto incazzar’. Altrimenti si arrabbia con Terence Hill e non saranno teneri di Trinità. Vale a diredi spaccarti in tre e “a spaccata” di Tania che, quatta quatta, desidera invero non il podio ma il mio… podismo ad acquattarsi nei sollazzanti “schizzi”.
Ah, equatoriale ha gambe equine, cavalla del mio in mezzo al cavallo, purosangue campionessa per “bastoncini” del Capitan Findus, spezzatino al mio “filetto” di Platessa, famoso “sottomarino” di manina che è di 50 cm ma, se stimolato da Tania, può “allungarsi” a doppie proporzioni per altra calda, ustionante razione.
Tania Cagnotto è la mia Uma Thurman, sono Carradine di Kill Bill.
Dio ti benedica e si tuffi da “povero” Cristo nel Giordano di Cagnotto Tania, atleta dalle pose plastiche con tanto di mie bollicine alla Pulp Fiction.
Sì Tania è tanta, e affogo in questa figona “scostumata”, ah che costumino, in slanciato fiondarmi di giravolte e capogiri(ni) sguazzanti, aderenti al suo bikini “water” nel senso “acquatico” del mio che sprizza gioia e del fazzoletto da “sciacquone”.
Tania asciuga le mie lagrime, le “confeziona” in questo misto di carta igienica, “finemente” ricucita per aprirla su densa cremosità. Quando il ralenti cadenza le sue imprese, salto dentro il (WC?) Net di tutti i suoi più attizzanti video scaricabili. E la imprimo, anche se arriva seconda. Vengo in tre secondi.
E son mondiale nell’Eurosport. Con tanto di “Yahoo” e soprattutto “Wow!” su urletti incontenibili nel divanetto a mio divaricato Sky di gran finale da meritarmi la medaglia d’oro. Ah, in quella piscina c’è il mio pesciolino come la piovra e Lei, prima di risalir in superficie, superfichissima, da me è “provata” sul delfino d’amplessi affannosi e d’apnea cardiaca per l’orgasmo del sommozzatore. Siamo sommergibili, e la vostra bile è da buo(n)i. Io sono l’anaconda, il serpente bo(i)a per un altro giro in vasca. Esca ed esce tutto.
Sì, Tania è per i cazzoni veri, come John Travolta, Samuel L. Jackson e Bruce Willis del Tarantino. Io tendo la tela, sfoglio il suo telaio e la ribalto con tanto di tirato e Lei aspirante ad attillata “dialogica” monster su uccello per la cura medioevale, e diventa una nerona alla mobster Wallace Marcellus. La palpeggio, non finge mai, gode davvero “appieno”. Con i suoi polpacci pienotti avvinghia a modo di conchiglie a tenaglia del salivar fra le cosciotte, queste caviglie ad abluzione d’altre instancabili erezioni. Volteggia in tutte le posizioni, mi provoca e io m’eccito dinanzi a questo bocconcino per salsa d’hamburger. Che ketchup, che sco(r)pa(ccia)ta!
Talvolta, mi ri-fiuta per farmi impazzire coma la maionese.
Al che, le urlo: “Volevi fottermi? Dì un’altra volta, cazzo, ti sfido. Cazzo!”.
La mia esplosione blaxploitation non gradisce ma stuzzica per altre furenti eccitazioni. Fa la puttanella biondina da spiaggia, appunto, come Bridget Fonda di Jackie Brown nel suo ammiccante “Vuoi scopare?”.
A “maestrale” entro in poppa nella sua pru(gn)a polposissima ma la ritenzione idrica causa l’eiaculazione precoce. Ah, colpa delle astinenze.
Da allora, è Lei che mi prende per il culo… sono il suo Gara Louisss… fa la “dottoressa” con la “r” moscia e fuma la mia “sigaretta”, tatuandomi la “s” minuscola poco da Superman.
Ma io son bastardo senza gloria e Stuntman Mike. Bono come Brad Pitt e misogino alla Kurt Russell Jena Plissken.
Tania è solo una pischella e ha bisogno d’una che la spinga di pistoni e pisellone, ché  acceleri di “pistola” e la schianti, tamponandola per il suo squirt da Tampax.
Insomma, Tania va messa a novanta e premiata d’orgoglio patriottico, come ogni italiano che (non) si rispetti.
Tania è tonica e io, senza bon ton, tuono. Quando gliele suono, Lei “stona” senza cellulite perché non sa da che parte sta arrivando la chitarrina a volume alto.
Ma melodiosa me la dà e io son radioso.
Sono il t(r)uffatore!

Tania, voglio tuffarmi e affumicarti! Tu Cagnotto, io al largo ad allargartele sul mio “pneumatico” canotto con tanto di canottiera e bagnino da Chinotto, in quanto sono il cane con la bava e tu, umida, sii amido di burro m(ed)usa.
Ah, senti questo mare in burrasca. Proteggiti dalla tempesta nella grotta della scrotale sacca.
Sii marsupiale, sii “buia” per mie palle (s)comparse.

Ah, la costellazione di Orione. Ah, ecco la “solare” protezione.
Ecco ove metto il “becco”.
Beccatelo, batti il ferro finché è rovente. Poi, t’ingravideranno e solo chiatta salterai senza il mio boato ma in baita come tutte le rimbambite sulle spiagge.

Sono di “bronzeo”, ripeto sono uno stronzo. Ma anche tu, col tuo sorrisetto, non scherzi.
E dunque, prima di divenir una cozza, liscia sii UVA di vulvetta a mio prepuzio violetto.
Basta con l’orgoglio da tricolore. La voglio olimpica di calore. Odoralo. Altro che iridato.
Dai, la tua a me va data. E subito. Prima che cali il tramonto.

Quest’anno comunque, Tania Cagnotto d’Argento a parte (e che posteriori), segnerà il ritorno “in grande stile” di Keanu Reeves, dopo anni trascorsi a gigioneggiare da scemo in vacanza sabbatica.
Promette “faville”. Non solo un film “sognato” da dieci anni, una tamarrata sesquipedale che “assume” il peggio del Cinema “chiappa” (sì, nessune cappe ma molto d’accopparlo di “fioretto”, altra specialità olimpionica su cui “sforbicerei” nella Vezzali) e spada, ma anche l’esordio come “regista”.

Mah. Ecco perché Wolverine viene considerato un capolavoro. In mancanza del Keanu bello e dannato che fu, accontentiamoci men-o (e ci va grassa) del grosso Hugh Jackman.
Secondo me, se James Mangold continuava a girare film intimisti ne avrebbe giovato il Cinema umanista.
Qui, abbiamo uno Hugh Jackman allupato e a cazzo duro.
Mah, il dubbio rimane.

Comunque, in memoria del Keanu oramai defunto, citerò per voi tre Reeves che, volenti o nolenti, son ottimi.
Indovinateli.

Sì, Keanu ha lavorato con Bertolucci prima di rendersi un ebetuccio. A quei tempi, era un adolescente cresciutello da Hermann Hesse, un Siddharta.
Poi, gli diedero i soldi e imbolsì. Da cui la recitazione da stallone della Florida de L’avvocato del diavolo. Altro pastrocchio da salvare solo per un Pacino mostruoso, letteralmente goethiano e non, e per le “gote” di Charlize Theron a cui comunque preferirò sempre la rossa Connie Nielsen.

Utah oggi è andato. Sarò cinico ma, se devi concludere in “bellezza”, meglio un ultimo mercoledì da leoni alla Swayze. Che ora è ghost dopo il Cancro. R.I.P.
E pace all’anima nostra. Il Keanu figo di questo film s’è fottuto, travolto dall’onda anomala della rottura alle nostre palle.
A Selvaggia Lucarelli continua a piacere. Sì, fra imputtaniti ci s’intende. Da me, solo che pugni. Sono il surfista ai porci con le tavole imbandite.

Ho sempre considerato questa saga una Sega. Meglio il Mega Drive. Ci vuole il “trattino” fra Alfa e Omega? E la regola del menga? Bonalè, come scrive un barista bolognese con tanto di cartello e “avviso”: “Non si fa credito ai comunisti, perché sono un nazista e da me bevon solo le troie di bicchierini, sbirri piedoni dei più fascisti, e ariane di buon vino nell’ano, la mia è osteria numero vincente a chi più tira di birra tremenda”.
Almeno, se devi giocare, gioca con Carrie anche alla De Palma. La tua prossima Moss qual è?
Che cosa? Annalisa? Ma quella è losca. Da me, solo una Xbox alla Kickboxer di Van Damme.

Fra l’altro, proprio di Vandamme, oltre a questo, è in lavorazione il remake di Bloodsport.

Già. I tempi son peggiorati. Un Tempo, appunto, avevamo Jean, oggi abbiamo Claudio Baglioni rifatto.
E su tale stronzata, v’inculo.
Si sa, il canarino sta nelle tane e salta addosso a Tania Cagnotto. Non c’è la rima ma attento alla gatta.
Ah ah!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

Brad Pitt, Clooney George e Depp Johnny sono superati


09 Jul

Donne, date al falò il suo “buco dell’ozono”, io corteggio nelle penombre invisibili di calotta termica!

Prefazione simil “svalutation” alla Celentano: le donne impazziscono per gli occhi penetranti di Depp e gli riempion le tasche anziché venir riempite da Peppino, le donne si strappano i capelli per Brad ma ogni pomeriggio sono dei “bigodini” senza il “pitoncino”, e Clooney indossa la parrucca, essendo un “figo” per le parrucchiere col caffè della Peppina! Dai, diciamocela. Torniamo all’ovile, prima d’ovulare bisogna essere oculate. Altrimenti, neanche il Principe Azzurro vorrà mantenervi frustrate, essendo un conclamato traditore come Carlo d’Inghilterra

Dio salvi la regina? Ma aveva ragione Freddie Mercury! A quella vecchia solo che un “Innuendo” in pieno volto, appunto.

La femmina classica legge “Donna Moderna” e veste alla moda, ascolta i Modà ma stia a modo e Mocio Vileda. Io non le reggo il moccolo!

Uso la strategia avviluppante da Finestra sul cortile. Fingo il paraplegico “tenero” e poi sfodero il “binocolo” allungato a puntar appuntito e “indagatorio”.

Ora, la donna va incendiata e scaldata di freddure a montare. Devi celarlo finché puoi, e poi accenderlo a più non posso. Anche perché, nel frattempo, sta scopando Johnny Depp nella sua immaginazione virtuale mentre si raffredda il minestrone.
Siete una società da imputare di tale capo d’accusa(tori-a e ahah): non sapete più guardare i film e apprezzare i meritevoli ma volete meritare la mela nello “spezzatino” che bada al sodo delle cos(c)e

Sì, modestamente posseggo un fascino indistruttibile. Tra gli afflitti e chi affitta delle palafitte nel “Biafra”, io volteggio nel pittato neo alla Bob De Niro italoamericano e più “borderline”, pompando di tutto volume i Rolling Stones, che appariran patetici solo se non potete addivenire al magnetismo “liturgico” delle scimmie senili “erotiche”. Quel Mick, a tutt’oggi, è dotato d’addominali dominanti sul palco-osceno e “serpenteggia” senza discrezione, per maledirvi nell’abluzioni scatenate del ritmo frenetico e vagamente d’ebefrenia irresistibilmente attraente.
Assieme a Richards Keith sfila la sniffata e infilza altre “eroine” galline, mentre ai concerti vien cinto da ragazzine ancor sbracciate, sgretolate per il suo sudore australopiteco in plateale sdegno delle fottute regole sociali.
Egli socializzerà sempre col Diavolo, simpatizzando di “mascotte” su linguaccia sputata in viso e vari calci roteanti di balletti deflagranti, “fallaci” e di scostumatezze savie con tanto di fallo “tremendo” scagliato in arsa libagione d’una maniacale, stupenda sessualità pronunciata, graffiata nella voce roca, poi leggera, acustica e inculante nel morbido solfeggio e poi irta da erectus ambiguo del bisex affamato, mai sazio, sempre “alzato”. Jagger (of)fende “sensibilmente” il moralismo imperante e lo scalfisce a base sacrale d’una demoniaca fiamma del Peccato più “esecrabile”.
Quindi, giustissimo, da sbandierare con pugnacissima vivacità, nello sguazzare sprigionato, urlo che irriterà il “brigantaggio” ipocrita di qualche chierichetto dell’oratorio mentre Lui è band(ito) nella sodomia eccessiva, pasoliniana, ludica, guascona, stronza come (pre)tendo sia sempre in volo! Un libertino che scopò tutte e poi le gettò nel cesso, prima le “illiquidì” e dunque le liquidò con totali incurie, (s)fregandosene della Curia. Egli è il “curato” dei culi, pavoneggia a tutt’andar “trombettante”.

Sì, mica come voi. A forza di sembrare “buoni”, vi siete addolciti peggio della Monaca di Monza. Una che non l’ha mai “raccontata” pura… e d’atti impuri io condanno arbitrariamente nel girone infernale più fedifrago, arrotolandola a “purgante” eterno…
Deve cagare la verità! La finisca di far la suorina! Per la Madonna! Monaca conosce eccome le “armoniche”. Di Beatrice non parliamone neppure. Che zoccola! Dante le dedicò la “Divina Commedia” e Lei non gliela diede “paradisiaca”. Forse, bastava solo un afrodisiaco.
Evviva Dioniso! Facciamo baccano!

Che schifo! Vergognatevene! Tutti barricati dietro le banalità d’accatto(ni), siete solo guardoni, come tutti. E voi, donne, non fate eccezione. Anzi, “datela” tutta”. Siete nate femmine e, come tali, ambite alle sante erezioni. Non ci son cazzi che tengano…
Il resto è un merdoso alibi ché, di poco albume, non “imbrunirete” nella zona “forestale”, smorta e fredda. Ma io la so… tra quella rasata vegetazione “disboscata”, c’è il (cap)riccio che lo desidera anche nel sedere. Ché vollero buscarlo e d’imbiancato “fluirne” esplosive.
Il dardo scocca, è (t)ratto, prima la penetrazione, a “posteriori” l’estrazione e l’estrema “unzione”. Torrenziale! Che schizzone!

Tutti, dico a voi tutti. Siete rimbambiti per spacciarvi da “bravi”. Ma state sbavando! Non è Male “slabbrare” e far… sì che la saliva inumidisca nell’essiccar “grumosa” e pregna(nte).

Non castigate l’esibirlo se d’inibizioni vorreste darmi lezioni su come si sta “dentro”. Siete “integrati” ma ravvedo pochi davvero “esternati”. Semmai “emergete” ma non è immerso nel mar acquoso dei goduti “detergenti”.
Tersi eppur sempre frustrati in tensione. Avete pure le fruste. Che sadomasochismo! Datevi alle onde, siate ridondanti. E dando va sviluppandosi! Abbasso le scialuppe! Evviva i lupi delle “fave”. La rondine fa la ronda. Tu non far la cresta! Spennacchiata! Non ti pago la cena e non mi slaccio…
La cerniera? No, la criniera mia che alle chimere non credi. Fatti inculare da un eschimese! E guardala dall’oblò.

Esponete in bella (s)vista e poi la ritirate, donne. Riempite e inzozzate i diari di Facebook delle vostre na(u)tiche e avventurelle, con tanto di primo piano allusivo per allupare, appunto. Ma, quando un ragazzo “tira” fuori la “lupa(ra)”, non gradite la pecorina, nascondendovi nel gregge delle pie “smarrite”. Che cos’è questo pulcino del tuo omino? Meglio Padre Pio ché, se s’incazza, le stigmate tue rompe! Egli pontificò meglio del ponte ai tuoi denti rotti!

Dico a te, che ti professi cinefilo e amante di Hitchcock e non ammetterai mai che vuoi solo “metterlo” in seno alla Hendricks. Christina, povero Cristo! Al massimo, puoi scrivere la sceneggiatura di questo “capodopera”: Dalla Sicilia con furore negli agrumi della “gramigna” emiliana, previo emigrato per la cotoletta milanese.

Trama “intricata”, capitalistica e “analistica”: un mafioso vuol rifarsi… una vita e sogna gambe come colonne greche, di marmo alla sua ex “durezza”, ma non trova pane per i suoi denti, solo “pene” tra le omertose palermitane mai in pace. Poca ricotta ma tanti ricatti.. Quelle fottono anche Vito Corleone che le (s)cuoce, anche le suocere…, ma le trovi sempre a messa di mano “morte” nell’acqua “benedetta”. Al che, il nostro ricorda i suoi “cavalli” troiani e di-viene spartano nel promiscuo accoppiarsi con una nordica. Finirà con l’imbarbarirsi anche dalle origini “nobili” del suo cuore roman(t)ico e colonizzerà tutte le Escort di Cologno Monzese. Finendo ad Arcore con Manuela Arcuri. Abbiate Emilio Fede!

Offrendo a costui un “Baciammo”, d’inchino al nuovo (im)prenditore che Emilio leccherà.

Da me lo piglia.

 

 

Backstage Hollywood


11 Apr

Tutti i retroscena “bollenti” di Hollywood: ove va la Mecca, ci son tante puttane che van a “messa”
Prefazione “incazzato pacinesco!”

Pacino don’t forgives, egli ti rende forbidden, con delle forbici (“doppio-paragrafata su mia calligrafia digitata in tastiera “analista”, nel senso di anale a te che te la fai con la cubista, fra l’altro da s-montare alla Picasso)

Monito apocalittico ai criminali!

Rimarcherò, a vita, il mio non avvitarmi ma rigirarmi i pollici di coperte “in bocca” a chi abboccherà, quindi marco a zona mista con pipa da bato Bearzot(ico), “distinti saluti”

La società è come un piatto di penne con panna e pancetta. Se, deduttivi, intuirete il malessere di “cagate” che induce, non vi ridurrete e “indurirete” come il Duce, altrimento alzerò l’alluce per “indicativo” al “Pollice giù” delle vostre carcasse… da morti!

La signora vuole le morti dentro, ammonendo, mangia la mostarda e la mortadella.
A me costei, “letterata” di “buon” gusto, disgusta. Preferisco il “grissino” che bacia il salmone nelle sere estive e un filetto d’agnello a queste “cervella”.
Ah sì, van sbudellati e, ivi, narrerò voi la “fav(ol)a” del prete “cazzone”…

Il prete alzò le sottane delle donne del puttaniere, “brindando” del “benedirle”. Nel din don dan sudato di chi dà la “moltiplicazione” dei “pesci”


Il prete se ne stava “indifeso” nella sua parrocchia. Ma un parrocchiano, per colpa della sua parruca troppo “stinta” nelle “verruche”, volle rubargli perfino le verdure della mensa.

Al che, cominciò a insospettirsi riguardo alla sua vocazione.

– Lei perché fa il prete? Perché non le tira? Non è “in campana?”.
– No -, rispose gentilmente il prete – Perché ne avevo le palle piene”.

Ma il disturbatore perseverò per fargli il sedere.

– Lei perché fa il prete? Perché non vuole “ammansir” le donne a “pecorelle?”.
– No -, replicò educatamente il prete – Perché amo contemplare mentre a te piace “sorvolarvi”.

Il parrocchiano, “non soddisfatto”, abusò d’impertinenza.

– Lei perché fa il prete? Perché adora crocifiggersi?
– No, amo impalare gli idioti. E tu appartieni a questo giro(ne).

Tre minuti dopo, accorse tutta la comunità.

Il prete stava celebrando l’Alleluja, indemoniato coi “cherubini”, fra bicchierini di brindisi e Marlon Brando di Apocalypse Now offerto in sacrificio per voi.

Il “disturbo” della personalità nell’animal ferale! La scossa elettrica all’erotismo spaventoso delle “balbuzienti” nevrosi d’una putrida società (s)tirata!

Squilla il telefono, un “disturbatore” rompe le palle e anche le “uova nel paniere” alle combriccole b-riccone che vivono nella carnascialesca idiozia frivola.

Grida loro la pena!

Un tormento assillante. Contattano, su lenti a contatto spaccate, qualche “asilo nido” per coprire le “urla”. Ma il rumore, “di fondo” ragionevole, persiste, rincara la “dose” per sedazioni alle loro sfacciate violenze psicologiche. Un’ugola che si dimena, ingoia cornetti alla crema, quindi dà di pancia alle loro abbuffate. Con (ig)nobile creanza scatologica, a triviale irriderli di stessa volgarità.

A trovarli! A trivellarvi, troioni!

Ne ho visti. Ragazzi indotti al suicidio perché “timidi”, dunque da intimidazioni e ricatti.
Insegnanti con la “logorrea”, frustrate croniche perché non soddisfatte da un marito “saltimbanco” fra una segretaria da “fotocopiare” e il copulare con la “stampante” in calce della sua vita in bianco e nero. Come “colora” l’esistenza, con “resistente” permearle, come preme e “opprime”… Veste d’impermeabile, soprattutto nell’anima, scarnifica chiunque con la prosopopea di chi vessa il prossimo da “domatore” degli “elefanti”. Smorfie, provocazioni, risatine “permalose” che “avvertono” per metterti in “allarme”. Per accerchiarti in gabbia! Per sbarrarti le “sbarre”.

Su loro “barra” di “cioccolato” da (boc)cuccia!

Alla prima avvisaglia di ribellione, avvisano appunto le “istituzioni” da raggirare dietro il “potere” delle formalità da sbrogliare. Sempre “indaffarati”, presi dai loro “impegni”, per cuori prostituiti a un sistema da “paese” gioioso dei balocchi, nel “Pinocchio”, e da pidocchi, allungare nello sconfinar dietro “lecite” bugie bianche “a fin di bene”. Lucignolo è un “presidente” del “cazzo!”. Quell’aria bonaria, quei denti “emananti” bontà, invero maneschi, generati “salivari” da tradizioni alla borghesia manichea, che ha sempre il coltello dalla parte del manico. E infierisce sui vulnerabili con l’inquisitoria “autorevolezza” dell’arroganza a cui dovremmo solo chinar la testa e sgattaiolare con la coda fra le gambe.
“Rispettare” le file indiane, il “dare precedenza”, il lor orrendo procedere che non cederà a riconoscere i torti, anzi t’infil(z)a l’arma a doppio taglio ché, se parli, potrebbe ritorcersi contro.

– Ti conviene star “muto”, e seppellire gli affari sporchi, le facce(nde) di merda.
(Siamo noi e ne andiam “fiere”, senza se e senza ma-iali).

Sì, li combattiamo e, stavolta, non contrattiamo, in cambio avran solo noi a sbatterli d’equi cambi di marcia. Di chi adesso controbatterà! Facinorosi, c’affacciamo dinanzi, e “dietro”, ai loro usci, ai loro “cuscinetti”, ai loro circoli pettegoli da capitani Uncino. E incidiamo. Sarà un frontal “sinistro?”. Incidente di “percorso?”.

No, uno schiantarli di fronte alle loro immonde vigliaccherie.

Alzarsi in piedi, di voce tonante, sfondare questi muri di gomma, e d’omertà, nel murarli dirimpetto alle loro responsabilità. Camminiamo alti, impettiti!

I criminali devono pagare. Qualcuno abbia la forza di confessare!

Come fanno a guardarsi allo specchio? Quel vetro non s’arroventa e avventa alle giugulari delle loro innocenze ferite? Arrovellati, criminale! Dove scappi? Chi pensi di scoparti?

Se no, lo specchio deve avere il senno d’insinuarsi dentro i loro incubi peggiori, di tormentarli, di non dar tregua.

Guerra speculare fra due concezioni opposte della vita. C’è chi si guarda orgoglioso, giusto e tosto, e chi osserva di sbieco, recidivo e acido nell’uccidere per museruole a “becco” chiuso”. Da becchini insensibili. Da assassini che poi nascondono il cadavere e descrivono l’incisione ad “agiografia” del loro “commemorarli” nella misura congeniale a genetiche distorte.

Quest’Occidente, ammalato da gare, da tappe, va tappato.

Ordino un “locale” e, nella locanda, vi sbatto al fresco!

Ammirerete il Sol Levante di chi v’ha tolto dai “guai”.

Sfreccio “muralmente cinese” come il terzo Superman, in quanto superbo nel mantello (s)lanciato.

Angelina è figlia di Voight Jon, ella, che “ancella”, fu amata dal Pitt Brad. Ora non più, in quanto ho “tastato con mano” la veridicità del loro “accoppiamento” proprio “bello” da un tranquillo weekend di paura. Sì, Reynolds sono io, non ho però frecce all’arco!

Pitt, invero, m’incontrò l’altra sera per discutere d’un problema che lo tormenta.
Da mesi, non gli va. Che cosa? La cerniera.
Pare che abbia recapitato a Joe Pesci un “ritorno in grande stile”, affinché possa “tirarglielo” da unico, vero comico, ora che a Hollywood non fa ridere più nessuno.
Steve Martin s’è “ritirato”, Jim Carrey “rincoglioneggia” a Miami, servendo il caffè a Rita Rusic, “spupazzando” le onde del successo, che fu(ma), fra sceme e più sceme. Al posto del Billy Crystal, adesso han ficcato quel Seth agli Oscar. Che disastro! E anch’io non sto tanto bene, per citare Woody Allen. Diciamocela, Woody ha finito la scorta di battute per salvarsi dal suo chiodo fisso, latente: il sesso. Le salviette!
Adesso che la vecchiaia dà gli acciacchi, la mente fa brutti scherzi e non aiuta, di certo, a “star su”.
L’umorismo diventa prevedibile e scontato, la senilità un fattore del “Non c’è più niente da fa’, né gli uccelli del tramonto mi allieteranno l’orizzonte marino di quando rivoluzionai da Cristoforo Colombo, nella scoperta di nuovi linguaggi”.

La vita è solo una questione di (male)lingue: da giovane, se non “limoni”, ti pescano, d’anziano devi buttarti giù dal ponte, ché il fiume conserverà le ceneri per un acquedotto da “Addio e ora spurghiamo”. Insomma, prima “provocano”, poi devi “invocarle”.

Tanto, i ricordi servono solo alla Total Recall di chi l’ha vissuti. Una volta morto, cancellano.

Sì, la vita è come Jack Nicholson. Egli impazzì presto perché aveva già capito che il Mondo è un casino totale. Quindi, fra culi e cuculo, fu precoce Shining del Peter Pan bimbo che, col triciclo, incula. Egli raffredda nel labirinto!

Sì, la vita è come Sharon Stone. Un Tempo apriva al sorriso, divaricando le cosce, adesso ha le vene varicose. Non è una gran cosa.

Sì, la vita è il “Darti una scossa”. Ecco, se mi dessero delle percosse, starei “meglio”. Non sento nulla, giusto il mio cazzo, ma non so dov’è andato. Forse, a pisciare in testa agli stronzi.
Non sono i “miei”. Cosa? I testicoli? No, le coliti.

Al che, tornando al Pitt, prendo in prestito il suo “pitone” e divento King Kong con Naomi Watts a urlare, “meravigliata” della bestia. Un Falotico castano su pelo biondo, di rinnovata erezione “coriacea”.
Sì, “di tutto Cuore”, me “lo” decora” e le scimmie, tutte in coro, accorrono a guardare lo spettacolo.

Ce la vogliamo dire?

Andate a farvelo dare!

Dove?

Da qualche parte “entrerà”. Ora, ci son tre buchi nelle donne e due nei maschi? No, è un “luogo comune”. Sono cinque per le donne, e quattro per i maschi. Sì, bisogna “calcolare” anche il naso.
Se ti scaccoli troppo, potrebbe dimezzarsi d’uno solo, perché scomparirà la cartilagine.
Se invece ti compare un altro buco, sei un drogato.

Non so. Ho ragione?

Bisogna “rifarla?”.

No, non si rifarà…

Angelina Jolie è una puttana!

Come dice Yul Brinner ne I dieci comandamenti: “Così sia scritto, così sia fatto”.

Cosa? Il faraone che si “cucina” la faraona? No, l’ano senz’ormone.

Arrivederci.

Detta tutta, sei fottuto!

Mi ricordo di quando le scrissi la letterina d’amore:

se sono il tuo amante, allora in frigorifero non c’è nulla! Perché vuoi mangiarmi? Ti consiglio di far la spesa per una colazione più nutriente.

Dialogo innescato di “mic(c)ia”:

– Non vuoi più far la doccia con me?
– No, preferisco “lavarmi” nel fai da te. Dopo, avrei bisogno del bidet.
– Perché? Dopo la masturbazione, non lo detergi?
– Ma che hai capito?
– Una sega.
– Non voglio mica farmelo a pezzi.
– Sei pazzo?
– No, non ti spupazzo. Addio, zoccolazza! Beviti un Lavazza!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Seven (1995)
  2. Robin Hood – Un uomo in calzamaglia (1993)
  3. No grazie, il caffè mi rende nervoso (1982)
  4. Genius – Genio incompreso ma non troppo (1999)
  5. Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso ma non avete mai osato chiedere (1972)
  6. Bugiardo bugiardo (1997)
  7. Qualcosa è cambiato (1997)

James Franco contro Zeffirelli che “compì”, di compitini, le primavere del suo cinemaccio “toscanino” da analini


14 Feb

Mercoledì 13Venerdì “maledetto” nel Febbraio 2013 d’italioti Zeffirelli tanto “taglienti” e pungenti quanto subito “unti”
 
Ieri dopo nel domani, Zeffirelli Franco ha compiuto 90 anni. Vi posso garantire che presto morirà, e girerò il film post-humus intitolato Franchetto nello zefiro Ponente di Franchi che lo francobollerà, papale, a Zagarol nel Levante, cioè nel levarcelo

Quando un vecchio invecchia di più, lo si celebra “alla carriera”. Carriera di che?

Zeffirello, per dirla alla Abatantuono, ha solo che girato drammoni pesantissimi, quasi tutti (rag)giranti nel chiodo fisso del sesso religiosamente ameno, amletico, “sorellizzato nel fraterello dietro gli alberi”, cinemucolo lunatico, volubile e volenteroso quanto poco solare e tristissimo come la Littizzetto che attizza solo il fruttivendolo del rione “Mi sciacquo i peli col sapone e vendo i miei salmoni con un’Hayek Salma d’onanismo serpentesco dal tramonto all’alba, abbaiando nel lupus in fabulina con tanta macedonia di fragoline”.

Esperto della lirica e di come rubava le diecimila lire agli spettatori circuibili coi suoi “filmoni” iperstrascicati e “incrociati” all’ossessione latente dell’italiano demente e medio, timorato di Dio, ecco che partorì dilanianti Gesù di Nazareth, San Francesco a “schiarirlo” dentro Chiara, con Massimo Troisi che lo “parafrasò” di “Ma ‘sti uccelli non ne han le palle…”, Mel Gibson “shakespearizzato” con tanto di “H” sospirante che non va aspirata da pronuncia originale di “Hamlet”.

Otelli a mangiar le tagliatelle col tè di MussoliniCallas a Venezia coi forever “calli” ai piedi, Romei con Giuliette prima di Baz Luhrmann, sì, Zeffirelli anticipò il kitsch moderno su kiss tragicomici del “melò-ne” su poesine per il paesano sognatore.

Tutti i grandi attori americani, a cui inviò il copione (eh sì, copia Franco, siam onesti, lo sa la ripetente Franca, detta “La calabra-lucana che ama la libertà della Francia ma mangia sol le mozzarelle di Robiola Osella come Rossella di Via col ventodelicata fuoricremosa dentro”), accettarono commossi… cerebralmente. Dopo aver lavorato con lo Zeffirello, la loro filmografia ha subito un balzo…, in giù. Pensiamo a Jeremy Irons, me l’ha reso, da M. Butterfly, un povero Cristo, o a William Hurt, da iconoclasta a “casto”.

Già, Franca veste a fiori ed è sempre “in festa”. Ma tutti la (ap)pestano, e nessuno la sfiora neppure con una rosa, figurarsi se la sua figa vien “forata”. Ah, il suo seno “maternissimo” produce latte per il formaggio del suo “grissino” spizzicato coi deliri erotici notturni davvero “Harmony”, tanto che Korine, il regista che si scopa la Sevigny, ispirandosi alle sue avventure “durissime”, sta già “montando” il biopic a “ella”-o-Maggio, di pesco, di poco conto e nessun coito, chiamato Date a Franca un Kid e ve ne sarà “grattata”.

Dopo tale Franca, donna “tagliata”, tornerei al cinemino di Zeffirello.
Cinema veramente italiota che gioca sui complessi di colpa del cristiano moralista con tanto di Rosario su Battesimo-battete le mani e “arrossare” il pene, ipocrita, “impiantando” il suo “farsi pena” e, d’in-salate, consolarsi nella consueta Consuelo, famosa colombiana “pasquale”, quando “vola libero” dopo tante pre-occupazioni.

Sì, Zeffirello è da osannare su musica del Toscanini, infatti nacque Corsi Gianfranco nella florida Florence.

Zeffirello è come l’Italietta tutta truzza che, dietro prediche dal balcone, osserva nel panorama “deserto” le tettone delle spettatrici sugli applausi nel loro spalto d’appalti edilizi da “virili” con ricatti-ricotte, fortilizio!
Ci voleva la forza di Sansone per massacrare una famiglia d’idioti, capeggiata da Matteino, il gran chiacchiericcio delle sue puttanine, nello sputtanarli con tanto d’ultimo monito potentissimo e “spuntatina”

Eh sì, Matteino, il diplomatico maialetto da Minghetti “liceino” e uccell’ di ditone medio a mandar “fanculo” a tutti, nel suo fottersene d’affezione davvero romantica ed “elevato”, quasi quanto la sua “egregia”, spettabile, appetitosa coscienza fra le cosciotte delle sue pollastrelle, non aveva previsto che il falotico mutar può ora richiedergli una multa, assassina come i suoi crimini “legalizzati” pro-tesi ad ammutolire il prossimo quando non par(l)ato dietro i suoi pezzi di… carta. Ah, alla carne il porco approdava, sbrodolando, con “prode” tanto lodata di “laureetta” d’aureola del reuccio a “fregare” color che, frignanti-ebetucci, abboccavano alla, eh sì Lucio Dalla, sua bocca “nobile” e “arguta”, di scibile magniloquente come la cattedra da fetentissimo che può dar patenti iellate e “schizofreniche” a suo sfregio da “fregolista”.

Ma, Matteo, tanto volle ammattire quanto presto finirà fra i matti, anzi al macello.

Egli, rispecchiando il “tricolore” del suo trombone, come da generazioni DNA di genitali gelidi m’anali (è in bacheca d’annuario “arrivato”) della sua razza “frizzi e lazzi”, incrociò sulla sua strada “asfaltata” colui che l’ha tirato. Tanto se “lo” tirò, “stappandolo” di brindisi e “brillantine”, che presto gliele strapperemo e lo metteranno al tappeto.

Non è “affare” mio il suo “arnese”, ma competenza degli “organi”… legislativi, i quali saran molto “lassativi” a digerirlo di “diagnosi” alla Costituzione “ricostituente” su emicrania del frantumarlo.

Ciao Matteo, salutami tua madre, signora di “onorevole”. Infatti, il padre, e dunque delinquente marito, non solo di “lingua italiana”, par che la tradisse con la consorte del fratello, disegnatore “romano”, ché ri-filava “alla romana” quando lui tratteggiava i “fumetti” della Rai mentre “era in vacante”.

Eh sì, Matteuccio, detto “Il merluzzo per le citrulle”, deve stare solo che zitto, giunti a “destinazione” del suo “cestinarlo” in manicomio, come presto avverrà da ingiunzioni psichiatriche, altrimenti le sue “Maui ans Sons”, d’ammanicato, oltre alle manette si beccheran Scevola e tutto “violetto” di “culone”.

Ove va il “gallo” al lardo, ci mette lo zampino e il mio bau bau t’ha sbranato.

Matteo, Miao!

Matteo, “regale”, regala zaffiri alla sua “firma”.

Con tanto di timbro nel “mittente”. E dire ch’era “eminente”.

Per finire con “dolcezza”, sposterei l’attenzione da Matteo a questi attori della Mattel, industria di bambolotti hollywoodiani:

 

1) 

 

Depp Johnny. Ammettiamo, bello è bello, cari maschietti rosiconi ma, ai Grammy, ha sfoderato una voce dark su espressione pirla.

 

2)    Pitt Brad, col Tempo è diventato un attore “maturo”. Ma l’impatto da pantaloni “zotici” è rimasto con tanto di “sberla” a dirti: “Ehi, bambina, t’accalappio nel killing me softly”.

 

3)    Clooney George e Affleck Ben. Le donne concupite  (tanto le donne non capiscono, eccome, un caz’…) e i soldi rendono l’acerbo un politico. Clooney è passato dalle copertine, ove tutte scopriva-scopicchiando, ai film “impegnati” (eh, come “impregna” Georgino le “prugnine”, nemmeno il Berluscon’), mentre Affleck, da Pearl Harbor s’è dato all’Oscar per Argo.

Io li seppellirei entrambi a Predappio…

 

4)    Le streghe “vengon” con Nolte di scarponi tutti rotti su camicia “al mascarpone”.
Anche un Nick può entrare al Chateau Marmont, fregando la sicurezza su “giullare” formato “Ciut”, espressione meridionale per identificare, “di primo pelo”, un deficiente che se le fa in barba…
Il mio video per antonomasia, il mio onomastico è il 26 Dicembre da Saint Stefano, non vesto Benetton ma riempio l’abete di “botte” artificiali agli ebeti nelle bettole di Alberobello, ove i trulli tengon “caldi” i grulli. Io, che son il Marchese non marchettaro del Grillo, spingo nel grilletto delle femmine e spulcio le terragne nell’arte di “arrangiarmele”. Gnam gnam, se le mangiassero loro con le “cime di rapa”
Mostro la mia intervista televisiva a una “mostra”, e le domando come son “venuto”:

– Oddio, perché scrivi romanzi che parlan di mostri?
– Te lo dirò dopo, vuoi vedere quanto ce l’ho “mostruoso?”.
– Dai, non scherzare, non “schizzare” subito. Non sei tanto a posto.
– Sì, non s-compormi. Non ho scheletri nell’armadio scomponibile, ma te “lo” Pongo affinché tu possa plasmarlo, sviluppandomelo nell’ingoiarlo-avviluppante di cavalcandola di chiave al buco della serra-“dura”.
– Ah, la butti sempre sul sesso. Marpioncello, t’ho tolto la maschera.
– Sì, ora posso struccarti il mascara?
– Che cosa?
– Quale coscia? La destra di Monti ch’è un montato col montone di Bruno Vespa, uno che querela i vispi in motorino Vespina mentre svelto guarda, di neo, la Brambilla demolition man, la Sinistra di Bersani o nel mezzo del “sano e felice del chi va piano, verrà planando, speriamo non lontano ché oggi i vicini ti denunciano per evitare casini che “piscian” fuori dal vaso di “terracotta” in quanto è troppo cottoletta a insudiciare i letti della cornificante del quinto?
– Che sta’ a dì?
– Dico che, se tanta mi dà del tonto, io nel “forno” la “cilieginizzo” di torta del mio “torni(t)o”. Tutt’attorno, leccando goloso, infilato nel “filotto” del clarinetto su ancor più di “basso” ritornello Arbore, l’ardente in “Venier” Mara, trombata al mare:

Metti che ti presenti a una ragazza e dici “Suono bene il clarinetto”.
Metti che lei capisce tutta un’altra cosa e ti fa subito l’occhietto.
Metti che sei un artista puro e questa cosa non fa certo un bell’effetto.
“Il clarinetto, quello che fa filù filù filà filà”.
Metti che lei non è un’artista e con la musica non prova alcun diletto:
il clarinetto si butta un po’ giù.
Non c’è emozione né soddisfazione a suonar da soli il clarinetto.
È uno strumento un po’ particolare che ha bisogno di accompagnamento
Ma dove sta una chitarrina per suonare insieme con il clarinetto 
jazz 
per fare qualche pezz’, per fare un po’ filù filù filà filà.
La cerco come la Titina questa bella chitarrina per far qualche 
swing
mentre il clarinetto sping…così nasce un bel 
blues.
A-hum! A-hum! A-hum!… A-hum! A-hum! A-hum!
Senza la chitarrina non puoi far manco una canzoncina un po’ sveltina in do
e allora come fo per fare un po’ filù filù filà filà. 

– Va’ a dar via er cul’!
– Lo so, sono Ercole!
– Quindi?
– Dimmi quando, quando, quando?
– Ah, sei proprio simpatico e stravagante.
– Ecco, allora non “farmi” l’antipatica, basta con le apatie. Straripiamo e ti “pompo”.
– Cosa?
– Quella che sta dietro.
– Il sedere?
– No, non sedarmelo. Dammela!
Dai, metti su i Doors, basta con queste piadine da Samuele Bersani. Quello fa solo piedino.

Sempre a piedi rimane, e rema senza “crema”. Col Cremino, sì, però stecca-lecca.
Sì, uno da Sanremo.

Alle prossime elezioni, non votare Neffa, piattola della “musica” nostrana del devi stare molto calmo.

Neffa deve solo sniffare con la sua “signorina”, se non vuol pigliarsi un cazzo-tto.

Sì, ne ho visti. Psichiatri altolocati col desktop della Fortitudo a fortificare le depresse pazienti “con un poco di zucchero e la pillola nelle tue Poppins…”, dei troioni con gli occhialini a cui ficcherò solo le “testone” contro la vetrata.

Chiaro?

No, saremo in Giancaterino, giornalista del Pescara, che pescai di pesce nell’Elvira che non me lo evirò affatto. Anzi, sfatta, ancor ricorda come la “feci”.

Ciao Elvira,
non voglio assillarti. Hai altri impegni, più inderogabili, che ti prendon di più d’uno che puoi prender per i “fornelli”. I fondelli lasciamoli ai fornai con la panetteria. Pen-s-iamo alla tua “pasticceria”. Sì, come lo pasticci tu, neppure la pralina che toglie la “papalina” al mio “pipino” mandorlato d’occhiolino per il “budino”.
Ora, lunghe, impetuose e tortuosissime curve si “dipen’… aron-ararono”, non pian in me, di rehab (non) adattato ché non allattato alla comune(lla) massa-ia, uno che è massaggiatrice solo d’olio d’arachidi. Non fare la Kelly Preston che dimentica di come me senza se ma “Madonna quanto sei bona!”, Travolta John traditore, mi perdonasti quando lo donai a Donata, una che al cavallo… guarda in bocca. Ah, soffro d’aracnofobia, e pulisco il soffitto della mia palafitta dai ragnetti, gente nerd alla Spider cronenberghiano nel meno man del Tobey Maguire col Garfield version arruffato.

“Menamela”, mie melina, sei sdolcinata e io te lo cuci(n)o. Ah, come cuocio il mio “cuoio capelluto”, neanche Alberto Lupo, e nella tua varichina-vagina “tutto” (ri)gira per girini erogeni.

Di mio, oggi son poeta e romanziere, che tu potrai disprezzare ma il mio prezzo è unico ed eccezionale, perché non scontato. No, scontai il pene degli ignoranti, virili di villica boria ma sfiatai nella Lettatura senz’aria fritta, sebbene me le dia di “martellate” e anche trivellate…

Troverai le mie opere (co)sparse nel net, nettaron’ ottimo di mente raffinata e olfattiva, non macrobiotica nelle etiche(tte).
Morale anche m’immolo a Montale, sono un bel ragazzo, perché negarmi un bacio sulla f-r-onte? Sì, sii sfrontata. sfacciata e deturpami. Colgo la “fragranza” del tuo (s)turbo, disturbamelo purè.

Eccolo a te, offerto su un piatto d’argento. Pronuncia la parola magica di “Aladino”, cioè “Genietto”, e vedrai come entrerà nella “lampada” di te “abbronzata anche nel culetto di bianchetti.

In poche parole, sei una zoccolona.
Spaccamelo con “comodo”, ma prima appoggia il fazzoletto, da te sporcato, sul comò.

Sì, ora mi dai del comico da nosocomio ma so che volevi ammorbidirmelo nel durevole coccolino.
Lo av(r)esti, ora vestiti. Sei oro e io avaro. Anche Vitali Alvaro.

E non rompermelo più…, devo “spartirlo” anche ad altre.

Finale con ammenda: chi mangia la merenda, è un Luc Superfantozzi.

Parentesi con accenti e virgolette di altro carattere su mia caratura:

incontro una ragazza, mi squadra perché m’ha “inquadrato”. Di mio, non indosso la camicia a quadri, dipingo solo dei quadretti sul quaderno:

– Come faccio a piacerti se non ci siamo mai sentiti?
– Eh, ma io la sento tutta, eh?
Sembro assente, ma sono un sentimentale.
– Mi sembri un demente di tal mia sentenza: “Soffri di disagio”.
– Ma non andrò adagio.
– In che senso?
– Voltati, ecco l’involtino!

Preferisco i maritozzi di panna infilata nel tozzo.

Insomma, donne, accettatemelo, sì, ascia fa rima con liscia.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Amleto (1991)
  2. Fratello homo sorella bona (1972)
  3. Franco, Ciccio e il pirata Barbanera (1969)
  4. Romeo + Giulietta (1996)
  5. The Doors: Live at the Bowl ’68 (2012)
  6. Sballato, gasato, completamente fuso (1982)
  7. Il Grande e Potente Oz (2013)

“World War Z”, il Trailer


11 Nov

Un Pitt peloso di capelli lisci.

“Asfaltati”.

 Per tentare di fermare un’invasione di zombie che sta mettendo a ferro e fuoco l’intero pianeta Terra, le Nazioni Unite affidano a Gerry Lane (Brad Pitt) il difficilissimo compito di combattere faccia a faccia con le orde di creature affamate di carne viva. Generati dopo la diffusione di un virus in Cina, gli zombie hanno letteralmente invaso ogni territorio, non hanno capacità di autoconservazione o aggregazione e l’unico modo per sterminarli è distruggere il loro cervello prima che l’intera razza umana arrivi al collasso totale.

Adattamento dell’omonimo romanzo di Max Brooks.

 

“World War Z”, first footage


06 Nov

 

In attesa del trailer, che dovrebbe debuttare Giovedì, gustiamoci quest’anticipazione:

(Hulk) Gogan – “Alcol” a “ucciderli dolcemente”, alleviando il “buon vino” del loro macilento “sasso” con faccia da macigno


14 Oct

Piangono, implorano, chiamano la mamma, Io…

“Soffro” di avida nevrosi “schierata”, a bandiera alzata della mia virilità, ad abbatterli senza batter ciglio, schiantata “arma” irta ed “eretta” a vessillo infrangibile del mio “culo” d’occhio che incenerirà  le pareti stagne di chi “piange”, camuffato da “irreprensibile” borghese dietro una maschera di “bendato” Ku Klux Klan nell’ariano più bieco nazismo ipocrita condito d’arie fritte(lle), “massificato” nella loro macelleria di carne “all’arrabbiata” su “affumicati” sfottò da cancellare, di marchio indelebile, affiggendoli al muro da dipinger di sangue.
Cas(c)ine, io sono il casinaro che vi ruba la bottiglia del “piacere” senza pagare alla cassa, e voi cazzari sarete “scassinati” perché propugnaste pugnalate violente e pugni che scheggeranno vostra madre ma non scalfirono neanche un “briciolo” della carità a cui vi prostrerò in “segno” d’imperdonabile disgrazia delle vostre “diavolerie”, “architettate” di smargiassa rivalsa e grassa invidia, di ottusità “pia” e pigra al rinnovamento, nemesi sciagurata al mio stilnovista “innovar” le nevi di questo vostro “nerbo macho“.

Mi pettino alla “foglia morta“, come le “palombelle” più letali e imprendibili, ficcate nell'”incrocio” dei vostri “peli”, di “punizione” che (s)piazza e incula il vostro “parato”.

Io sono l’unico portiere di Notte, e “pitturo” le stagioni dei miei quadri, accerchiando chi, “obiettivo”, distorse per sadico “deformarci” nella loro “cultura” da “fornai” del “lievitato” nelle “molliche” più “calde” del Sabato sera mostruosamente carnale.
A questo “gelido” materialismo, sguinzaglio le mie palle e, appunto “balisticamente”, invento altri stratagemmi per depistarvi, “cari” teppisti, una tattica che non (s)batterete neppure con le (ri)percussioni delle vostre “batterie”, scariche da bassi(sti).

Provarono a traviarmi e tranciarmi, li stirai, alzando il “volume” del loro chiasso a “mille all’ora”.
Impetuoso, si levò l’urlo atterrito dei miei nemici, scortesi e presuntuosi, la cui spocchia è stata da me spolpata.
Gente da “pompini”, dei “benzinai” che aizzarono e “lo” rizzeranno nel fuoco del caminetto, camminando “pian piano” nell'”attico” dei loro ormoni abbrustoliti, da “uomini” di cotanto “godereccio” sbrecciar, “abbracciare” da Giuda, “solleticare” per l’orticaria, sbaciucchiare come le bionde tonte che li “torniscono”.
Ecco, questa è la mia “torta!”.

– Ehi, bello. Chi pensi di essere? Brad Pitt?
– Sono molto oltre le Jolie. Io sono il vendicatore della tua valle, il Pastore del seno “collinare” di quella mogliettina sempre “indaffarata”, e “inumidisco” ogni inamidarvi e furfantescamente “amarvi” da smidollati, catturandovi quando pensate d'”infilarlo” e “filarvela”.
Io ti prendo per il gargarozzo, rospo grezzo, e ti (ri)finisco in modo “principesco”.
– Cristo!
– Amen. E amami. Io sono l’amenità!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford (2007)
  2. Intervista col vampiro (1994)
  3. Cogan – Killing Them Softly (2012)


Genius-Pop

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