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TIMECOP: la dovremmo smettere con Marcel Proust e io non avrei mai immaginato che sarei ritornato in forma come Jean-Claude Van Damme


27 Apr

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Sì, da ragazzino fui un fan sfegatato di Jean-Claude. Non mi persi neppure un film con lui protagonista. Da puberale e semi-adolescente, fui talmente innamorato di una mia compagna di classe tutta bionda come la magnifica Leah Ayres di Senza esclusione di colpi, da credere che sarei diventato il nuovo Bruce Lee.

Quando si è innamorati, si perde di vista la realtà. Si mugola e si fanno i gridolini alla Bruce.

Sì, Bruce fu sposato a una biondina mentre all’epoca, sognando la mia biondona tutta ignuda, avrei spaccato, al solo toccarmelo, un mattone in un colpo solo. Infatti, da allora divenni mattone io stesso, ovvero accrescitivo della parola matto.

In Dragon, Jason Scott Lee sposa Linda, ovvero Lauren Holly. Io mi tramutai nell’ex compagno vero di Lauren, ovvero Jim Carrey. Sì, di The Truman Show. Che viene preso per il culo pure da sua moglie irreale… Laura Linney.

Oddio, non si capisce nulla. Donne quasi omonime, omoni senza ormoni, donne senza un uomo. Basta!

Mentre, ne Il corvo, Brandon Lee stette per sposare la sua bella ma fu ucciso alla vigilia delle nozze. E che cazzo! Oppure, non ricordo, furono già in luna di miele? Mah, fuoco e fiamme…

Sì, Brandon, sul set di questo film, oh sì, morì. E ancora da lassù gli bruc’…

Ecco, a differenza di quello che si possa credere, Jason Scott Lee non fu e dunque non è il fratello di Brandon e nemmeno fu, è e sarà mai il figlio di Bruce.

Non so se sia un figlio di puttana ma girò il seguito di Timecop.

Di mio, mi girarono molto le palle quando vidi Mia Sara fare all’amore con Van Damme, no, mi saltarono per colpa di quella bionda che mi rifilò una delusione più atroce di un calcio ai testicoli, semmai proprio mentre stetti per farle la spaccata…

Insomma, mi partirono i cosiddetti “gemelli”. In Double Impact, Van Damme interpretò due fratelli al prezzo di uno. Uno dei due si ubriacò di brutto quando l’altro, identico a lui, se la spassò con Alonna Shaw.

In verità, fu tutto un suo trip da paranoico. Il personaggio di Alonna non scopò affatto l’altro fratellino mentre all’eventuale cornuto omozigote s’arrossarono solo le gotine poiché un’altra birra scolò e soltanto s’incazzò. Cosicché, tutto paonazzo in volto, più arrabbiato di Frank William Dux di Bloodsport, di brutto ogni cosa spaccò.

Sì, credo che presi una botta in testa a quei tempi. Forse solo alle tempie. Non so se sia stata colpa di Chong Li ma certamente divenni la versione maschile di Gong Li. Sì, quella di Lanterne rosse. Che non si sa che minchia stesse aspettando…, forse Colin Farrell di Miami Vice?

Insomma, divenni abbastanza picchiatello come Ray Jackson/Donald Gibb.

Con puri occhi da folle oppure semplicemente un po’ innatamente incurabili da strabismo di Venere.

Sì, ne soffro. Per questo, ora mi mancano due gradi a un occhio. Poiché, essendo il corrispettivo, oserei dire antitetico ma identico, sì, gemellare occhio leggermente, asimmetricamente allineato rispetto a quello di Christopher Lambert, crescendo, una pupilla si sforzò troppo.

Lambert, invece, dopo essere stato Greystoke- La leggenda di Tarzan, il signore delle scimmie, s’imbestialì più di King Kong con Alba Parietti.

Anche le mie palle si sforzarono troppo a furia di adulti che, reputandosi cresciuti, non capirono quanto fossero ciechi a non rendersi conto che non furono nient’affatto dei giganti come Abdel Qissi/Attila di Lionheart.

Ah, la gente confonde Michel Qissi di Lionheart, il quale interpretò Moustafa, col suddetto attore di Lionheart dal cognome uguale spiccicato, come si suol dire, che per l’appunto fu Attila.

MaronnaViuulenza… Ci vorrebbe Attila, flagello di Dio, voleranno fulmine e saette, tuoni su voce da Abatantuono!

Invero, Michel Qissi fu Tong Po in Kickboxer. Mentre io scrissi pure il libro Kickboxing La maschera di Edgar Allan Poe. Sì, fui trattato da miserabile come Jean Valjean ma, adesso, donne più sexy delle maggiori pornostar mondiali pensano che io sia più muscoloso… di Jean Val Jean. Vagin’!

Insomma, la mia vita fu una tragedia. Va detto, senza se e senza ma. Fui scambiato per Fantozzi quando invece, a quarant’anni, sono più agile di Uma Thurman di Kill Bill.

E ho detto tutto…

Anzi no.

Morale della fav(ol)a: gli uomini e le donne, crescendo, si corrompono e, se sei troppo puro, ti dicono di non rompere.

Anzi, ti urlano che te la racconti. Te la suoni e te la canti.

Per quanto mi concerne, per quanto sia fantasioso e bravo a inventarmi storie, posso giurarvi che è tutto vero…

Nella vita, non esiste che resista chi è/sia più colto, più bello e più in gamba. Resiste chi ha i soldi. Poi, può essere pure un demente, non importa.

Ha il potere per fare quello che vuole. Non ci sono altre verità. Il resto è una grande balla retorica.

E tutto ciò è più agghiacciante del Covid-19. Lo so, è abbastanza inquietante. Ma, se vogliamo essere sinceri, senza nascondermi e celarvi nelle menzogne, non sono proprio il tipo da poesiole tenerine. Le mie poesie sono bellissime in quanto sono durissimo. Ciò può inquietarvi e starvi sul cazzo. Non sono cazzi che vi riguardano.

Eh sì, credo che la versione reale della vera storia di Frank Dux, no, della mia, sia esattamente questa.

Altro che follia e stronzate varie. Le persone sono più cattive di Chong Li. Sono pochissimi, nella vita, i veri amici che non ti tradiscono mai. Per esempio, Bolo Yeung e Van Damme furono e sono da sempre grandi amici, sebbene Bolo, in Senza esclusione di colpi, abbia voluto appannare la vista a Jean-Claude in quanto, leggermente invidioso, seppe sin dapprincipio che Jean-Claude/Dux fu ed è molto più forte di lui.

Allora, dovette usare uno stratagemma scorretto per abbatterlo. Per batterlo. Ma perse lo stesso.

Anzi, perse, perdendo pure la faccia.

Comunque sia, finita questa quarantena pallosa, andremo tutti assieme a mangiare una focaccia.

Questa vita è stata una faticaccia.

.

 

di Stefano Falotico

 

Nemici sul grande schermo, amici nella vita reale, cornuti al cinema e sposi nella realtà: Stallone, Dolph Lundgren, Brigitte Nielsen, Van-Damme, Bolo Yeung, Michel Qissi e la lettera di Hopper di Stranger Things


06 Aug

van damme yeung

Ecco, partiamo dai due amici per antonomasia. Talmente amici che se lo danno in culo vicendevolmente, in senso metaforico, in C’era una volta in America. Ovvero Bob De Niro e James Woods.

Talmente amici, praticamente fratelli di sangue, platonicamente innamorati l’uno dell’altro, anche se non omosessuali, da fottersi reciprocamente in maniera epocale, oserei dire epica.

Chi dice donna dice danno. Fu tutta colpa di Deborah.

Poi, in Casinò, successe la stessa cos(ci)a.

Sam Rothstein/De Niro perde la testa per Sharon Stone/Ginger. Potete biasimarlo? Sharon era appena reduce da Basic Instinct. Parlavamo di una super figa che, quei tempi, non necessitava del cervello di Matt Damon di Rounders per battere quello stronzo di Teddy KGB/John Malkovich.

Sì, a Sharon sarebbe bastato aprire le gambe e te lo do io The New Pope. E te lo do io, Sharon, le tue nuove poppe di mastoplastica.

Comunque, se facevi l’amore con Stone di quei tempi d’oro, saresti impazzito. Saresti diventato Malkovich di Nel centro del mirino.

Sì, l’avresti mirata, ah, ammirabilissima, quindi lei ti avrebbe fatto volare lassù come in Con Air. E poi ti saresti schiantato a Las Vegas.

Ah, vedete che il discorso torna? Ah ah.

Non perdiamoci in Ginger e gingerini, torniamo a De Niro e James Woods.

In Casinò non sono amici. Ma mandano a puttane tutto non solo per colpa di Joe Pesci ma, appunto, a ca(u)sa di Sharon. Una puttanona.

Nella vita di tutti i giorni, De Niro e James Wood sono amici per la pelle. Si stimano tantissimo.

Vi basti vedere questo video:

Ecco, in Rocky IV, come tutti non sappiamo, Rocky Balboa/Sylvester Stallone e Dolph Lundgren/Ivan Drago si odiano a morte, anzi vogliono ammazzarsi, picchiandosi come bestie.

Ivan stava con Brigitte Nielsen nella finzione. Nella realtà, era la moglie di Stallone.

Comunque, cara BRIGITTA, te lo posso dire senza peli sulla lingua? Al signor Marion Cobretti, il Cobra, io se fossi stata in te, cazzo, avrei scelto Dolph.

Dolph Lundgren, alto un metro e novantasei!

Ora, Stallone in Rocky IV riesce a battere Dolph. Sì, perché è un film di fantascienza, diciamocela.

Stallone è alto 1,77 m.

Sinceramente, molto concretamente, a Dolph sarebbe bastato il mignolo sinistro del suo Golia per scaraventare per aria il Davide di turno.

Comunque, da allora Sly e Dolph sono amici. Invero, dobbiamo essere in questo caso un po’ più precisi.

Dolph Lundgren, caduto in disgrazia, contattò Stallone, leccandogli il culo affinché gli desse una particina nei Mercenari…

Le cose andarono così. Dolph era indebitato, doveva pagare il mutuo della sua villa. Al che telefonò a casa Stallone. Rispose la moglie di Stallone, Jennifer Flavin.

– Pronto?

– Ciao Jennifer, sono Dolph.

– Dolph chi?

– Come chi? Non mi riconosci?

– No, non so chi tu sia. Signore, perché chiama a quest’ora? Sono le due di notte. Mi sa che ha sbagliato numero.

– Guardi, signora, sono Lundgren. Io e suo marito siamo, diciamo, amici.

– Ne è sicuro? Conosco bene gli amici di mio marito. Non mi ha mai parlato di lei. Scusi, esattamente che desidera?

– Ecco, è lunga da spiegare. Onestamente, ho bisogno di lavorare.

– Ah, guardi, si rivolga all’ufficio di collocamento. Mio marito non è laureato in psicologia assistenzialistica. Ora, la prego di lasciarmi dormire. Altrimenti, la denuncio. Le sono stata chiara?

– Mi dia solo cinque minuti. Le spiego tutto.

 

All’improvviso, Stallone rincasò. Sì, era andato a ubriacarsi con Arnold Schwarzenegger al Planet Hollywood in compagnia anche di Bruce Willis.

– Cara, che sta succedendo?

– Caro, c’è un povero cazzone che sostiene di conoscerti. Te lo passo.

– Pronto?

– Ehi, vecchio filibustiere, come stai? Da quanto tempo…

– Sei Dolph?

– Eh certo. Chi sennò? Sly, sono nella merda. Mi devi dare una mano.

 

Adesso, dopo il secondo capitolo di Creed, Sly e Dolph stanno pensando a una serie televisiva da produrre…

Ho detto tutto.

Passiamo invece ora ad altri tipi muscolosi, presieduti da Muscles from Bruxelles, il Jean-Claude più famoso, forse di tutti i tempi, da non confondere con quel troione di Jean Val Jean. Pornoattore che guadagna un milione di volte di più di una persona normale.

Lui ha capito tutto. Mentre voi state a sbattervi su un libro di filosofia orientale per cercare di risolvere i vostri problemi psicologici dinanzi alle sempre più stressanti, impellenti richieste della società occidentale così massacrante, Jean se le sbatte tutte. Si va da quelle francesi a quelle tedesche, dalle asiatiche alle americane, dalle canadesi perfino alle piemontesi, dalle campagnole a quelle della Campania.

Sì, si va da Kendra Lust a Valentina Nappi in un batter d’occhio e anche di qualcos’altro.

Valentina è di Scafati, in provincia di Salerno, mentre Jean è un uomo (di che?) che ha dieci motoscafi grazie al fallo, no, fatto che ha sciacquato la sua “lingua” nell’Arno.

Ah, lui se ne fotte, scialacqua…

Come no? Se vi dico che è così è così. Sì, Jean è un poliglotta, conosce tutte le lingue del mondo. Approfondisce anche con studi e ricerche minuziose.

Sì, passa le sue giornate a connettersi ai siti delle Escort internazionali. Legge attentamente tutti i loro profili:

– Hi, Samantha, where are you from? JE VOUDRAIS ficcart’! Se po’ fa’?

 

E va pure a mangiare, ogni sera, alle migliori trattorie ove cucinano il vostro pesce fritto con tanto di linguine e inguine allo scoglio, forse pure allo scolo. Senza sconti.

Come fanno, peraltro, Van Damme e Bolo Yeung. Dunque, poveri stronzi, finitela con le rivalità, i pettegolezzi, le invidie e le gelosie.

Sembrate delle donnette da circolo del cucito.

Se ci si fotte pure fra amici, Senza esclusione di colpi, farete la stessa fine di Edward Norton di The Score.

Se vi dico che è così…

Comunque, alle lettere di San Paolo ai Corinzi, preferirò sempre quella di David Harbour di Stranger Things 3.

Dissi che era troppo mielosa.

Ma io sono un bugiardo conclamato.

Dopo averla vista, ho dovuto spendere tremila Euro per i Kleenex.

 

di Stefano Falotico

Tiger Man: siate amici del giaguaro e non di Leopardi, video INFINITO in onore di Van Damme


04 May

Sì, Jean-Claude è un uomo che io, durante i primi turbamenti adolescenziali, quando il cuore spingeva all’over the top, tenni molto in auge. Questo bambagione simpaticissimo che arcuava il suo bacino su movenze tamarre mai viste con classe da ballerino. Un Roberto Bolle in abiti marziali. Ah ah.

Muscles from Bruxelles, un titano di bicipiti su tricipiti bilanciati in forme simmetriche molto pompate.

Un uomo venuto dal nulla, anzi dalla palestra ove, sollevando pesi alimentati su proteine forse anabolizzanti, Jean-Claude ascese nell’empireo dei maggiori posatori scultorei del culturismo più alla Bruce Lee in salsa occidentale.

Lui, Frank Dux nell’epocale must di ogni prima infanzia che già spinge, ovvero il mitico, oserei dire leggendario Senza esclusione di colpi.

In cui, nell’infernale sfida infernale simile a Mortal Kombat, Jean-Claude viene accecato dal suo vero amico nella vita reale, il possente cicciottello Bolo Yeung, qui nella parte del mefistofelico figlio di puttana Chong Li.

Ma Jean comprende l’imbroglio, sì, Chong Li, consapevole che Dux fosse molto più forte di lui, gli aveva scagliato contro una polverina non tanto magica. Che gli obnubilò la vista.

E ora? Jean-Claude ricorda quindi gli insegnamenti orientali del suo maestro di saggezza e ritrova la sua arte della guerra.

Al che, il cicciottello Chong Li fa la fine di Cicciobello.

Kickboxer, altra summa imperdibile per ogni suo ammiratore.

Poi Lionheart.

Qua, il pathos nella scena finale è forse ancora maggiore.

Van Damme, nella parte di Lyon, nomen omen come si suol dire, affronta il mastodontico bastardissimo Atilla. Una sorta di André the Giant con codino da Roberto Baggio grasso.

Il suo amico, tradendolo, scommette su Atilla. Al che Lyon, a differenza di Lion/Al Pacino de Lo spaventapasseri che all’ennesima batosta psicologica diventò schizofrenico irreversibile, comprende l’abisso e, come un moderno Sansone, fa crollare tutti i consiglieri fraudolenti e farisei, ritrovando un’energia vitale davvero immane.

Strepitoso, peraltro, in questo momento cinematografico oserei dire paragonabile al miglior Orson Welles, ah ah, ove il leone Jean spacca Atilla l’orso, il tifoso su capelli brizzolati che urla:

– Oramai ce l’hai in pugno. Dai, dai, dai, dai, dai. Sì, bravo!

 

Il pubblico inneggia al trionfo. Partono fulmini e saette formato piroette e pugni tonanti.

Al che Jean comincia a lavorare pure con maestri veri come John Woo e Ringo Lam.

Toccando una vetta in The Replicant, un Face/Off sui generis da cineteca.

Di mio, tutto si può dire tranne che sia impavido. Spesso sono anche pallido ma è perché amo il mio giorno ove vi metto tutti a pecora.

Oh, come rimedio io delle sventole pazzesche, lo sa solo la mia faccia da culo.

 

di Stefano Falotico

van damme bloodsport

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