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Bronx di De Niro, che torna in limited edition, è un grande film, checché se ne dica: leggete tutto ciò che non avreste mai pensato potessi dire sul Cinema e sulla vita


26 Jun

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Sì, sino al 20 Luglio è possibile pre-ordinare la propria copia personale di Bronx. La CG Entertainment, che altri non è che la decaduta Cecchi Gori, adesso restauratasi almeno nel mercato home video, propone finalmente la versione Blu-ray dell’esordio alla regia del grande Bob. Un’opera tanto amata alla sua uscita, quanto poi ingiustamente bistrattata e ricoperta dei peggiori insulti, considerata enormemente sopravvalutata, un filmetto da quattro soldi, insomma.

La verità sta nel mezzo. Bronx non è un capolavoro ma un racconto, a tale appunto, di formazione alla vita di un ragazzo di strada nel quartiere più violento del mondo. O almeno degli States.

Il Bronx si trova a New York ed è antitetico, diametralmente opposto, anche come ubicazione geografico-topografica, rispetto al quartiere dell’alta borghesia della Big Apple, ovvero Manhattan, il luogo ove l’annoiato e frustrato Woody Allen ha ambientato la maggior parte delle sue pellicole.

Nel Bronx non viveva e non vive gente la cui massima disgrazia nella giornata è stata la rottura delle unghie smaltate, non c’è uno col culo parato che ombelicale si piange addosso perché l’insegnante di Filosofia, altezzosa e sempre con la borsetta a tracolla, ieri sera non gli ha fatto un pompino “elegante”. Non c’è gente che si preoccupa di “steccare” e fare brutte figure. Vive e non sa neppure perché vive (no, il congiuntivo viva non ci vuole), s’incazza e ci sta male, s’innamora e lo prende lì, ma la vita va avanti.

C’è gente che vive i giorni come fossero gli ultimi, fra rabbie, litigi interminabili, grida e sceneggiate inesauste, lacrime e sudore come nei migliori, disperati film di Abel Ferrara. Infatti il suo protagonista, Lillo Brancato, non a caso è stato scelto da Abel per Il nostro Natale. Puro meta-cinema sopraffino. Diegetica della fisiognomica lombrosiana, incarnazione della celluloide fattasi vita nei tratti somatici del growing up esistenziale di Lillo, nato per essere un “perdente”. Drogato fradicio, incasinato, i cui lineamenti smunti e inquieti della più acerba e tumultuosa ma romantica giovinezza si son imbolsiti nella presa di coscienza di essere davvero un mezzo gangster. Magrolino ma ora col pancino, e dire che poteva essere il nuovo Pacino, un po’ emaciato quando non si fa ma comunque, come gli italoamericani mangiaspaghetti, quasi adesso pelato. O, meglio, dalla vita dura spellato.

La vita che, nella sua cruda verità, i suoi limiti in faccia, faccia da schiaffi e batoste nette, gli ha spiattellato. Senza fare sconti, trivellandolo e sbudellandogli il fegato. Cazzo.

Brancato, un uomo da branco, dalla giustizia braccato, nonostante per discolparsi dalle molteplici accuse si sia fortemente, ferocemente sbracciato e tenacemente si sia sgolato, uno finito in carcere, ove tentò di suicidarsi ma fu fermato dai medici, che lo soccorsero e placarono il suo folle gesto in extremis. Giusto un istante prima che quella dose di eroina che voleva iniettarsi gli fosse letalmente mortale. Un farabutto, tutto fuorché un eroe! Uno che forse desiderava decollare e invece rischiò di finire decollato. O col collare da sorvegliato speciale, controllato a vista. E sedato.

Ripudiato da Chazz Palminteri che ora non vuole più averci a che fare, e lo considera soltanto un ignobile talento sprecato. Un lestofante e un impresentabile sfigato.

Bronx è un signor film, un film “in giacca e cravatta”. La messa in scena è paurosamente minimalista, intimista, coccola Lillo e lo carezza teneramente come farebbe un padre premuroso con suo figlio, figlio unico, sangue del suo sangue. Perché teme che, essendo appunto uno scavezzacollo, possa mettersi nei guai e imboccare strade pericolose, affiliarsi a cattive compagnie. Meglio una vita da anonimo conducente d’autobus che una vita da ricco boss ché poi ci rimetti le penne e finisci trucidato come Sonny. Stai attento a chi t’innamorerai, sceglila con oculatezza, sii ponderoso e anche ponderato, non fare il passo più grande della gamba, a quei tipi loschi non fare mai sgambetti, non legarti a una da una botta e via, perché ti prenderai la cotta, poi le ti mollerà come un coglione, e rimarrai scottato. Non bruciarti… cogli l’attimo ma aspettalo con trepidazione, senza angustiarti se fallirai, domani ritenterai. La vita è una e una sola, tienilo ben a mente, non rovinarti da povero demente.

Ecco, questi sono i consigli di Lorenzo, i suoi affettuosi, benevolenti insegnamenti!

Super rima baciata con tanto di rientro…, perché rientro fa assonanza con insegnamenti e tu non devi essere sbattuto dentro!

Ah ah.

No, non possiamo permetterlo. Ci sono tanti stronzi in giro che in vita loro avranno letto solo due libri e guadagnano fighe come se nulla fosse, che son tanto abbienti ma non valgono nemmeno il loro decrepito, putrefatto, svenduto cazzo da deficienti. Porca puttana! Impestata!

Tratto da una pièce teatrale dello stesso Palminteri, cari pezzenti. Oh, sto scrivendo un gran pezzo. Sì, più rileggo quanto da me sin ad ora scritto e più me la tiro come un gagà. Ah ah. Elargisco genialità a gogò. E gongolo, mangiando le vongole, baciando una dama a Venezia sulla gondola. Magari…

Sì, molta gente di Cinema non capisce un cazzo. Ecco che uno vede Bronx e gli piace da morire perché, come avviene con tutti i film che vede, che fraintende e strumentalizza secondo il suo solipsismo, ha avuto un’adolescenza turbolenta e difficile quanto quella di Calogero. E questo racconto, tutto sommato, è specularmente vicinissimo alle sue esperienze. Sì, e a ben vedere, se ripesca le foto di quando aveva sedici anni, nota una somiglianza pazzesca e impressionante con Calogero. Viso italiano, di chiare origini meridionali, inesperto, da bastardo però non ancor segnato dalla corruzione adulta, un puro che sogna un bel, fottuto futuro. E chi di noi non ha mai invidiato il Sonny di turno del quartiere? Quello moralmente discutibile ma che va in giro sulle macchine rosse fiammanti? E che sa il fatto suo, nonostante le sue bassezze ripugnanti cammina a testa alta e petto in fuori, veste forse Armani come un goodfella e tutti lo rispettano.

Perché Sonny è una merda ma non meno di chi crede di essere una brava persona e poi combina porcate mostruose solo perché qualcuno è invidioso e fa finta di non capire, perché gli conviene non capire e passare dalla parte della ragione con la diplomazia ipocrita del figlio di puttana “pulitissimo”.

Bronx non può essere capito, appunto, da quelli che amavano la filosofia grunge, che idolatravano robaccia come Salton Sea e altre puttanate videoclippate. Perché Bronx è un film “stupido”, didattico, palloso e girato in maniera troppo semplice. Non estetizza, non dogmatizza, non comunica niente, è asciutto, pieno di primi piani senza fotografie “sporche”, sature e “pregnanti”, è solo un’altra storia…

Un racconto di vita, come lo è la vita stessa. Non ha bisogno di dire chissà cosa, dice la sua, in maniera schietta come te la direbbe tua zia siciliana.

Di una semplicità lancinante, davvero emozionante.

Bronx non è, ripeto, un capolavoro. Un film da sei e mezzo/7.

Sì, perché la sceneggiatura di un film così facile facile ed edificante, eppur ficcante da rasentare la pochezza più disarmante, io lo scriverei in otto ore seduta/o stante. Con tanto di pausa caffè-sigaretta intervallante.

Ma è uno di quei film che dobbiamo tutti avere in casa.

Perché, soprattutto in Italia, patria di esaltati che si fanno shooting manco fossero Alain Delon, ove le matte isteriche si mettono in posa come fossero Greta Garbo, un film così bisogna averlo, miei bravi ragazzi…

Chi lavora è un fesso? No, ma deve fare ciò che gli piace.

E io sono nato per scrivere di Cinema.

Il resto è una grande stronzata.

Adesso, per piacere, versami del Cognac, caro amico scalognato, no, volevo dire cognato.

Metti su della musica jazz. Questo mio pezzo è quasi rap.

E che Chazz!

 

 

Bronx Chazz De Niro

 

 

di Stefano Falotico

 

Siamo… Messi male se invidiamo il prossimo


22 Jun

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Eh sì, l’invidia è il sentimento più brutto dell’animo umano. Un sentimento, ahinoi, inestirpabile. Facile però a trovarsi, di questa “patologia” n’è affetta la maggioranza.

Appena uno è geniale, la gente non vede l’ora che possa cascare, per “normalizzarlo” nella sua mediocrità. Come dire… visto? Anche lui non è infallibile, ha dei punti deboli.

Per Superman era la kryptonite per Messi è l’Argentina che comunque, senza i suoi goal, non si sarebbe qualificata ai Mondiali. Per me è la vita di tutti i giorni, che io detesto, aborro, ripugno dal più profondo del cuore. Perché la quotidianità è a mio avviso ripetitiva, tediosa, puttanesca e dunque odiosa. Nel mondo di tutti i giorni, per essere apprezzato, devi continuamente venderti, offrire un’immagine di te da “intoccabile”, essere sempre sorridente e coi denti smaltati e non dare mai segnali di cedimento, ché possono allertare il prossimo, limitato e dunque pieno di pregiudizi, perché il mondo è malato di moralismo, desidera le macchine perfette e di lingua svelta spettegola appena ti mostri vulnerabile. Le persone non vedono l’ora di metterti in croce e poi, attorno al tuo cadavere impalato, sollazzevolmente deriderti e ballarti in circolo, in segno d’umiliazione. Ah, che bellezza, eh?

Questo è l’animo umano, ingordo a sua volta delle anime altrui, che adora vivisezionare per il ludibrio abominevole degli sfottò, delle burle malsanamente goliardiche, per l’orrore di massa che decreta i “vincenti” e, in questo carrozzone immutabilmente spaventoso, gode nel buttar giù dalla torre i “perdenti”. Cosa ci sia di divertente in questa competizione animalesca lo dovremmo chiedere a qualche antropologo. Ma non lo sa neanche lui perché sta con una scimmia miliardaria.
In Oriente non va così, in Occidente sì. In Occidente, vita significa sopraffazione, egoismo, arricchirsi sulle spalle di chi non regge certi ritmi, significa ammazzare psicologicamente chi non sta al passo con questa terrificante modernità.

Sì, Messi ieri è stato un perdente. Mentre lo strafottente Ronaldo, che vale dieci volte meno di lui, baciato da un momento inaudito di fortuna sfacciata, portosi (participio passato di porgersi) davanti alla videocamera, ha ammiccato con una smorfia inequivocabile, facendogli il gesto del pizzetto da “capra”. Come a voler sacramentare che lui è più forte di Lionel e lo sta dimostrando. Cristiano è un’altra merda sciolta quanto i suoi capelli ingellati. Un comportamento indegno del fuoriclasse, che comunque è indiscutibilmente, che però si abbassa a gesti di tale eclatante, riprovevole volgarità. Che triste inveire con le “emoticon” delle faccine, roba che neanche all’asilo infantile. Infatti, Ronaldo è tanto “grande” come campione quanto piccolo come uomo.

Ah, come si dice, scusate? Emoji. In questa vita, come nella pubblicità che passa per radio, ho sentito uomini guardare una donna sexy e gridarle che è da URL. Sì, dei matti da USL.

Ecco, sulla mia persona ne ho sentite tante. Tante derivate dalla miserabile cattiveria degli invidiosi. Perfino qualcuno avanzò l’ipotesi che sono il “mostro” di Eraserhead.

Sì, l’unica creatura… con più libri all’attivo di qualsiasi altro scrittore italiano, che scrive articoli di Cinema che neanche le persone laureate al DAMS, con specializzazione in filosofia applicata all’Arte convergente delle materie umanistiche rifrangenti e forse stronzeggianti di bacate menti, scriverebbero mai perché sono troppo occupate a corteggiare la fighetta in bikini su Instagram, “salvandola” in video “poliedricamente” noiosissimi a fini “finissimi”, detti anche seghe, che affinano il membro nello scorrimento calloso. Sono arrivati, quindi possono andare a puttane, anche a livello masturbatorio.

Sì, metto in vendita questo Blu-ray mai scartato perché è uscita già l’edizione migliore. Che non ho comprato perché aspetto la prossima. Ah ah. Io aspetto in continuazione.

Chi lo vuole, abbia la cortesia di non farmi la fine di quello stronzo di Max. Sì, Once Upon a Time in America è la storia di due uomini innamorati della stessa donna. Noodles, il romantico da Cantico dei Cantici, non riesce ad averla e la stupra da poveretto, Deborah disdegna anche Max ma alla fine lo sposa e gli dà un figlio perché lui le dà un impero e una rispettabilità del cazzo. Che vita da zoccola… anzi, da zoccolona, perché fa rima baciata. Ah ah.

Insomma, tutto un casino pazzesco per una che, invecchiando, è molto più brutta di quando era una ragazzina. Eh sì, Jennifer Connelly da giovane aveva un seno da mongolfiera, Elizabeth McGovern invece a me è parsa sempre un cesso. Scusate, forse non ho gusto. Ma la vedo così.

E, nonostante tutto, ho il mio fascino. Eh sì. Il fascino di colui che volteggia.

Sì, sono molto cambiato, crescendo. Prima avevo letto un solo libro di Stephen King, adesso ne ho letto qualcuno in più. Ah ah.

 

– Lei vuole salire in alto?

– No, solo al quarto piano. Buona giornata.

– Io invece oggi ho ricevuto la promozione e sono al settimo cielo.

– Ah sì? E l’ottavo qual è?

– L’ottavo?

– Sì, dopo il settimo c’è l’ottavo.

– Ma che dice?

– Scusi, se non sbaglio lei è laureata in Matematica. E non sa che dopo il settimo c’è l’ottavo. C’è anche la Nona, ma quella è di Beethoven. Ah, so io come ha fatto a ricevere la promozione…

– Cosa vuole dire? Che ho leccato il culo a qualcuno?

– No, macché. Mica il culo. Basta leccare qualcos’altro…

 

 

 

 

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C’era una volta in America, meglio il doppiaggio originale con De Niro e la voce di Amendola oppure meglio De Sando?


10 Jun

Max Noodles

 

Ebbe’, questo film immane, e chi non lo considerate tale, come Mereghetti, merita la forca…, ecco stenta a trovare la sua versione in Blu-ray definitiva. Lo scorso anno, per la Eagle Pictures, nella collana Indimenticabili, è stata rilasciata quella che doveva essere finalmente la versione perfetta, e invece il riversamento delle immagini è stato nuovamente, ahinoi, abbastanza granuloso e la compressione è stata esagerata, smodatamente strozzante la fotografia di Tonino Delli Colli. Solo qualche anno prima, in occasione della reintroduzione delle scene aggiuntive, era uscita la stessa “versione estesa” della Warner Bros, una mezza schifezza. Le scene aggiunte furono immondamente sottotitolate, creando un effetto straniante, per via della morte di Ferruccio Amendola che non poteva dunque ridoppiarle, mentre Sergio Fantoni, che dava la voce a Max, è tutt’ora in vita ma già quattro anni fa era troppo vecchio per poter adattare la sua voce a un James Woods, sì, nelle scene finali invecchiato, ma non gutturalmente arrochito quanto lui. Così si optò per un doppiaggio ex novo dell’ultima ora, con la voce adesso collaudata del fido “deniriano” Stefano De Sando e quella possente di Luca Ward per Max.

Devo dire che, visto con le nuove voci, questo doppiaggio in extremis non è affatto male, anzi, in alcune scene secondo me è perfino più pertinente dell’originale.

Anche se la voce di Giuseppe De Sando, detto Stefano, è troppo matura e rauca nelle scene in cui De Niro è soltanto trentenne. Assolutamente stona. Mentre nel finale è molto azzeccata, a mio avviso, quasi meglio di quella di Amendola. De Sando v’infonde maggiore pastosità e il suo timbro è più triste, malinconico e duro.

di Stefano Falotico

True Detective, il cofanetto è mio, le copie si stavano esaurendo ma io giammai mi esaurisco


26 Apr

True Detective

Sì, sto rivedendo e rivedendo True Detective, soprattutto la prima stagione perché la nostra vita si ripropone ciclicamente come dei kart su una pista. Tutto quello che è al di fuori della nostra dimensione è eternità. L’eternità ci osserva dall’alto. Ora per noi è una sfera ma per loro è un cerchio.

Sì, vado matto per il piano-sequenza finale dell’episodio 4, Cani sciolti, e riguardo ogni fotogramma con perizia chirurgicamente antropologica da vero esploratore della giungla disumana alla Ledoux. Sì, ipnoticamente le scene nella mia mente si addensano e in questo caleidoscopio immaginativo mi ricreo come in stato amniotico, rinascendo a ogni attimo di un Fukunaga ispiratissimo e “bioetico”.

Sì, uomini che tradite le vostre Monaghan per qualche mentecatta di buone tette, rifocillatevi dopo una giornata satanica in cui avete tagliato il prato, assurgendo a esistenza linda libera da ogni crocefissione della vostra anima. E filosofeggiate pure di sana pianta, perché il mondo è animalesco e i più bassi istinti, lo so, spesso vi depistano.

Anche a me succede. Dopo aver visto un porno, mi sento sempre in colpa, al che devo rigenerare la mia anima insozzata nel rilustrarla a base di poesia incantata.

Sì, io nella mia vita molte volte perii, patii, mi prosciugai e, ansimante, mi persi. Ma il mesmerico mio risplendere è qualcosa d’inaudito.

Io non ingrazio nessuna donna ma le donne si deflorano alla mia vista, squagliandosi ancor prima che possa sfiorarle. Il mio non è il delirio florido di un pazzo ma la presa di cosc(i)e(nza) di un uomo saggio che, dopo tante lotte, la luce or rivede brulicante in questo folle, universale mio enorme viaggio.

Sì, avevo già l’edizione americana, ma la comprai per puro collezionismo. E da tempo adocchiai il Blu-ray italianissimo della prima stagione. Ma stamane trovai tutte e due le stagioni “cofanettizzate” su Amazon.it allo stesso prezzo della singola stagione su IBS.it e senza spese di spedizione. E cliccai. Sì, perché io clicco. Qualche volta cicco ma non amo né la Madonna né la Ciccone.

Soffrii molti nervosi esaurimenti e ancor spesso son uomo nevrotico ma recito nella vita con lo stesso carisma nervoso di questo McConaughey bellissimo.

Io ce l’ho… “profumato”. Anche se alle volte, come Rust, sono un tantino scriteriato.

di Stefano Falotico

Con tutta la simpatia del mondo, L’armata delle tenebre è solo un bel cult, macché capolavoro!


07 Mar

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Oggi si abusa del termine capolavoro. Cos’è un capolavoro, per definizione? Un’opera che è la massima espressione artistica di un autore o di un movimento. L’apogeo…

Qualcosa di meraviglioso che hai quasi paura a toccare per paura di danneggiare la perfetta mistica concordante di ogni suo elemento, l’equilibratissima mistura di ogni sua forma. Non deve essere necessariamente qualcosa di “serio” o impegnato, un capolavoro comico, ad esempio, non lo è. Può essere anche qualcosa di grottesco, di funambolico, di estrosamente ineccepibile.

Quindi, L’armata delle tenebre potrebbe rientrare a pieno merito in questa definizione?

Secondo i suoi mille aficionado, come si suol dire, è un film indiscutibile, una pietra miliare imprescindibile nel percorso artistico di quel geniale matto di Sam Raimi.

Ma dobbiamo essere obiettivi e non farci travolgere da passioni che, tutt’al più, derivano dai nostri ricordi adolescenziali, e non dobbiamo elevare una pellicola a capolavoro solo perché è legata a quegl’irrinunciabili momenti affettivi dei nostri ricordi.

Un primo amore viene sempre ricordato in maniera magnificente, anzi, nella nostra mente lo si magnifica come volessimo preservarlo come attimo unico e irripetibile. Ma non è detto che il primo amore sia stato qualcosa di straordinario ed eccelso. I primi amori sono spesso ingenui, passionali, istintivi, e non dettati da nessuna logica razionale. Rozzi e cazzoni…

Ecco, con oggettivo raziocinio, L’armata delle tenebre è tutto fuorché un capolavoro. Lo so, guai a toccarvelo, appunto, ma dobbiamo essere schietti, so che mi sommergerete di merda per questa mia lapidaria affermazione, perché io sentenzio poche volte ma, quando lo faccio, lo faccio con cognizione di causa, con creanza, come si suol dire, con correttezza e lucida spietatezza.

Ora, i dizionari dei film non sono da prendere come oro colato, ma sia il Mereghetti che il Morandini, se vogliamo essere sinceri, ridimensionano, a ragion veduta questo film di Raimi. Anzi, vi dirò di più: Mereghetti, dalle due stellette e mezzo che prima gli aveva assegnato con qualche generosità, ora è sceso a due e basta, motivando il fatto che, per quanto alcune trovate siano decisamente riuscite e divertentissime, sono spesso meccaniche, telecomandate, e l’intero spettacolo del film, in fondo in fondo, è solo un giochetto scioccherello e perfino bambinesco.

Mi trova d’accordo. A questo film voglio un gran bene, ma oltre l’affetto non vado…

Anche a Kathy Bates voglio un gran bene come donna e attrice debordante ma, se devo scegliere chi scopare fra lei e la Sharon Stone dei bei tempi, scelgo Sharon… Non so se ci siamo intesi…

Lo so, impazzite per questo film e, ripeto, guai a contestarvelo. Ma fatemi la cortesia di non farvi prendere soltanto dalle vostre emozioni, ribadisco, legate al momento in cui lo vedeste.

Di solito, essendo un film del 1992 e dubitando che molti della mia generazione, la stessa che lo esalta e sopravvaluta, lo videro al cinema, bensì credendo che lo guardarono dopo due o tre anni nei suoi passaggi televisivi, posso asserire con certezza che eravate nel bel mezzo inquieto e frenetico delle vostre età acerbe. Insomma, se avete su per giù quarant’anni adesso, all’epoca eravate dei ragazzini. E, si sa, tutto ciò che è spassoso e scacciapensieri, inevitabilmente, filtrato a quell’età con i mezzi anche intellettivi che si hanno a disposizione, appare qualcosa addirittura di “mitologico”.

Chissà… dopo ore di lezioni di latino e greco, tediose e rompiballe, che c’era di meglio che aspettare di spararselo su Italia Uno?

Ecco perché voi con fierezza sostenete che questo film appartiene alla Storia del Cinema. No, non è vero. Appartiene alla strampalataggine creativa e furente di un Raimi inventore di tante scenette assolutamente godibili, e appartiene ai vostri ricordi. Ma i ricordi, per quanto inviolabili e personali, hanno spesso poco da spartire con l’imparziale giudizio.

Anch’io, se è per questo, amo a dismisura dei film che tutto sono fuorché capolavori, perché nel momento in cui li vidi mi piacquero un casino. Ma, col senno di poi, con la sopraggiunta maturità, non posso esimermi dal dire che a livello cinematografico sono pieni di difetti, puerili, sono delle baracconate e anche delle “bricconerie”, dei sanissimi divertissement e basta.

Quando Ash/Bruce dice al capellone rosso che lui è solo il re del cazzo e della merda, be’, come fai a non sganasciarti dalle risate? Ma, se è per questo, anche io se una donna racchia viene da me e mi chiede l’uccello… non rispondendole neanche, ma continuando a grattarmi i capelli, faccio ridere da matti.

Se poi volete comprare l’edizione specialissima da quasi 100 Euro, non è affar mio stare a sindacare come dovete meglio spendere i vostri soldi. So solo che con quella cifra, se siete appassionati di veri capolavori, potreste prendervi, appunto allo stesso prezzo, dieci dvd ben più meritevoli.

E poi siamo onesti. Ma che cazzo ve ne fate delle vostre collezioni? Non è che mi fate la fine di Bale in American Psycho? Non siate uomini museali… quelle collezioni son solo dei reliquari…

Sinceramente, con 100 Euro mi compro tutti i libri del grande Richard Price, sceneggiatore e novellista che davvero può darmi qualcosa di più…

Ah, non attaccatemi per la mia durezza… sono inflessibile e mi dite che dovrei ammorbidirmi ed essere più elastico. Mah, vi dirò… a letto sono molto flessuoso, la… ammorbidisco in maniera godibile… e le dico anche dammi un po’ di zucchero, baby… prima e dopo i prelimirari.

 

Ma comunque rifletto…

Sono un bel tenebroso, tenerone e tosto.

 

 

di Stefano FaloticoBruce Campbell tenebre

Molte ragioni falotiche per cui dovete comprare il Blu-ray di Ronin


03 Feb

Ronin

 

Dovete sapere ma voi, lupi di mare, lo sapete benissimo, che la vita di molte persone è come la filmografia di Tony Scott. C’è qualche picco inaspettato, ma perlopiù è fatta di stronzate.

Sì, molti amano i film retoricamente falsi, la poesia d’accatto, le romanticherie becere, le raffinatezze artefatte, e disdegnano dunque questo capolavoro di Frankenheimer. Perché secondo loro è troppo amaramente vero, quindi “disdicevole”, perché secondo questi qua la vita è una sfilata carnascialesca di burle frivole, scopate maialesche e frasi “amorevoli” di convenienza per sgraffignare un po’ di dolcezza. Secondo me possono andare a prenderselo nel culo.

La mia filosofia di vita è fatta di battute ficcanti e cinicamente pure come quelle di David Mamet.

Ve ne do qualche esempio:

 

Harvey Weinstein, sino allo scorso Ottobre, appariva come un produttore intoccabile da Oscar. Adesso è considerato al pari di un disgustoso pornoattore.

Catherine Zeta-Jones poteva avere tutti gli uomini che voleva. Scelse lo stagionato, rimbambito Michael Douglas e da anni non gira più un cazzo. Contenta lei… però ha fatto ancora più soldi.

Molte donne “emancipate” attaccano Berlusconi. Berlusconi invece sapeva che le donne attraenti sono l’incarnazione del capitalismo. Sono creature che ambiscono a un uomo potente, sotto ogni punto di vista, ricco da morire, che possa sistemarle di ottima “posizione”.

Ho conosciuto molti uomini che si dichiaravano romantici. Sì, quando scrivevano poesie da baci Perugina, nella realtà giornaliera invece davano l’appellativo di zoccola a ogni donna che non gliela dava.

Non è vero che i comunisti sono persone che avendo perso combattono per una società egualitaria. Sono spesso fascisti di sinistra. Di mio, mi prendono sempre in mezzo-centro.

Non mi son mai interessato granché di politica, perché anche se morissi di fame non voterei dei magnoni.

Renzi non vuole concedere il reddito di cittadinanza perché l’Italia si basa sul lavoro. Sì, lui il lavoro ce l’ha e non fa un cazzo se non raccontare bugie. Stimabile… onorevole.

Non voterò 5 stelle, io ho sempre saputo usare i congiuntivi e non vorrei che al Governo accedesse uno che non conosce il participio passato di accedere.

Nella vita non ho mai scelto la mediocrità, ho sempre ammirato i geni, salvo poi scoprire che l’unico genio della faccia della Terra sono io e quindi il mondo non può capirmi. Non è vittimismo, è geniale pessimismo e cosmico, scatologico realismo. Presa di coscienza che sono fottuto.

La maggior parte degli iscritti su Facebook ha foto del profilo in cui fa le linguacce. Sono persone che pensano di essere simpatiche e invece non sanno usare la lingua italiana. Be’, almeno avremo un cimitero virtuale “strafottente”.

Non è vero che gli insegnanti sono persone di cultura. Sono persone che hanno imparato le solite nozioncine e le ripetono a memoria anno dopo anno. Si scopre che poi vanno a vedere un film con Van Damme per “rilassarsi”.

Se non mi darò una mossa farò la fine dei personaggi di Ciprì e Maresco. Comunque, ho una Punto comprata alla Maresca e Fiorentino, ma presto è da rottamare. Nel frattempo viaggio… e sono uno schianto!

Gli omosessuali sono sin troppo esigenti. Vogliono metterlo nel culo anche agli eterosessuali. Mi pare che stiano esagerando di “orgoglio”.

Io ero molto romantico prima di sverginarmi. Dopo che la trombai, lei si addormentò e trombò dal sedere delle scoregge davvero “sentimentali”.

Uma Thurman ha rivelato le “cose sporche” e pulp che Weinstein la obbligava a fare. Ma non capisco perché abbia girato allora con Tarantino…

Woody Allen, in seguito alle rivelazioni scandalose della figlia, rischia di non girare più film. Vabbe’, ha diretto 54 film e ha 83 anni, conosco persone che sono morte a 7 anni e i loro genitori non hanno potuto girare neanche il filmino della prima comunione.

 

Sono tutti amici finché non arriva il conto da pagare… mah, ti dirò, l’altra sera ero solo come un cane e ho ordinato una pizza da asporto. Ho dovuto pagare anche la mancia.

Oggi, una donna di malaffare mi ha chiesto l’amicizia su Facebook… poi me l’ha tolta perché ha capito che non vado a zoccole. Mi dicono che sono asociale… e non scendo a patti…

Conosco molti matti che stanno meglio dei sani di mente. Sì, grazie alla loro invalidità psichica, non devono alzare il culo la mattina… e prendono tutto come “viene”. Di mio, non sono né matto né sano. Infatti, non ho più soldi…

Mio padre volle presto allontanarsi dal suo paese natio, perché non condivideva la mentalità pigra, retrograda e appunto paesana, fatta di pettegolezzi e provincialismi agghiaccianti. Ogni tanto però torna alle origini… sì, quando qualche suo parente muore, è costretto ad andare ai funerali.

I critici di Cinema sono come quelli che vanno in bianco. Visto che non sono riusciti a “sfondare”, criticano ciò che avrebbero invero voluto “fare”.

La maggior parte degli scrittori sono come Fabio Volo. Ma io non mi svendo e infatti la gente non mi prende seriamente…

Oggi, una mia ex amica delle elementari mi ha contattato su Facebook, chiedendomi di uscire con lei. All’epoca era carina, adesso mi sembrava Morticia della Famiglia Addams. Sapete, ci sono delle donne che t’inducono a rimanere uno Zio Fester.

Nella vita ci sono due tipi di persone, gli onesti e i criminali. Di mio, amerò The Irishman di Scorsese, sapendo che il Presidente degli Stati Uniti è peggiore di Frank Sheeran.

Prima ero un agnellino, poi le iene mi fecero diventare un Plissken.

Dicono che crescendo cambierai. È una stronzata. Ronin mi piace più di prima. Sì, leggermente sono cambiato, in meglio.

 

di Stefano Falotico

Esiste un mondo che non aspetta altro che il blu-ray di The Night of


27 Mar

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Mentre accendi il televisore e la televisione ti “fornisce” notizie poco incoraggianti per l’umanità, ove padri disperati “scansano” i figli quasi neonati uccidendoli, ove avvengono pestaggi in circoli ARCI, ove Umberto Bossi è “indagato” per aver sottratto illecitamente dei fondi “fiduciari”, io, nella mia ansietà di tutto, nel mio “lutto”, da lupo osteggio questo modus vivendi che mi fa ribrezzo e mi schermirò sempre col piccolo schermo della HBO, attendendo The Wizard of Lies, con De Niro che sarà un portento per un’altra storia di truffa e “scandalo”. Poi riguardo, con calma olimpica e angosce sesquipedali, la “trama” di Jack Stone, avvocaticchio delle ca(u)se “perse”, appassionandomi alla notte che, sulfurea, dà foga e fortunatamente non cattive fighe al mio io più intenso, che si sfilaccia nei lineamenti grigi della Luna, rimanendo sul pen(s)oso, a metà strada fra un (il)letterato e una poesia vivente. Nello scandir le palpebre del mio uomo nato stanco, poliedrico eppure quando mangia il purè e costruisce castelli in aria, sapendo che è formata anche da anidride carbonica, quella che respirano gli ESSI VIVONO.

 

di Stefano Falotico

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The Comedian with De Niro in Blu-ray


23 Mar

Qui la notizia.comedian3

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Two-time Academy Award winner Robert De Niro (Best Supporting Actor, The Godfather: Part II, 1974; Best Actor, Raging Bull, 1980) stars as an aging insult comic trying to reinvent himself for acclaimed filmmaker Taylor Hackford (Ray) in the comedy-drama THE COMEDIAN. De Niro’s eight-years-in-the-making passion project also stars Leslie Mann (Knocked Up), Danny DeVito (“Always Sunny in Philadelphia”), Edie Falco (“The Sopranos”), Charles Grodin (Dave), Academy Award winner Cloris Leachman (Best Supporting Actress, The Last Picture Show, 1971), Patti LuPone (“Penny Dreadful”), and Academy Award nominee Harvey Keitel (Best Supporting Actor, Bugsy, 1991), with a cast that includes Lucy DeVito (Leaves of Grass) and Billy Crystal (When Harry Met Sally…). In addition, the film features a veritable who’s who of stand-up comedians, including Jessica Kirson, Jim Norton, Jimmie Walker, Brett Butler, Richard Belzer, Freddie Roman, Stewie Stone, Gilbert Gottfried, Greer Barnes, Hannibal Buress, Bill Boggs, Sheng Wang, Ryan Hamilton, Aida Rodriguez, Dov Davidoff and Nick Di Paolo. THE COMEDIAN debuts on Blu-ray, DVD and digital May 2 from Sony Pictures Home Entertainment.

Bonus materials on the Blu-ray, DVD and digital versions of THE COMEDIAN include deleted scenes, “The Comedian At AFI Fest,” a lively Q&A featuring Robert De Niro, Leslie Mann, Danny DeVito and Taylor Hackford,” and the behind-the-scenes featurette “Backstage With The Comedian” where the director and cast discuss the making of the film.

An aging comic icon, Jackie (Robert De Niro), has seen better days. Despite his efforts to reinvent himself and his comic genius, the audience only wants to know him as the former television character he once played. Already a strain on his younger brother (Danny DeVito) and his sister-in-law (Patti LuPone), Jackie is forced to serve out a sentence doing community service for accosting an audience member. While there, he meets Harmony (Leslie Mann), the daughter of a sleazy Florida real estate mogul (Harvey Keitel), and the two find inspiration in one another, resulting in surprising consequences.

Directed by Taylor Hackford, THE COMEDIAN has a screenplay by Art Linson & Jeff Ross, Richard LaGravenese and Lewis Friedman from a story by Art Linson. It was produced by Mark Canton, Courtney Solomon, Taylor Hackford, Art Linson and John Linson; with Scott Karol, Wayne Marc Godfrey, Robert Jones, Iain Abraham, Dennis Pelino, Fredy Bush, Mark Axelowitz, Lawrence Smith and Peter Sobiloff serving as executive producers.

Blu-ray, DVD & Digital Special Features Include:

  • Deleted Scenes
  • “The Comedian At AFI Fest: Q&A Featuring Robert De Niro, Leslie Mann, Danny DeVito and Taylor Hackford”
  • “Backstage With The Comedian,” featurette
.THE COMEDIAN has a runtime of 120 minutes and is rated R for crude sexual references and language throughout

Dirty Grandpa, De Niro non è rimasto neanche in mutande


21 Mar

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Ma è giusto, in fondo(schiena), che sia così.

Lui è De Niro e siamo noi che, dinanzi anche a tale oscenità, ché poi non lo è e non lo/a dà, dobbiamo calarci le brache e baciarglielo.
Siamo (sin)ceri.

Non è un film per benpensanti né per pensionati, bensì per pen-pesanti, penando, (non) lecca.

Eversivo, tragressivo, (non) fa ridere manco per il cazzo, eppur è esil(arant)e.
Un film insomma grandiosamente cazzeggiante.

 

di Stefano Falotico, uomo talora vero, altre volte trombato, spesso e volentieri inculato/nte.

“Unbreakable” – Recensione


11 Oct

Indistruttibile

Alcuni film tornano avvolgenti da antichi, sfarzosi castelli ove c'”assediarono”, perché c’incendiammo nei sogni svagati, nel fantasy e nel fumetto che ha il lusso confortevole di fondersi nella Notte, nel mescerla di “baldacchini” a immolazione perpetua, divina(toria) contro chi sacrificò la poesia per “atterrirla” ad attenuate emozioni.
E siamo arrabbiati cavalieri delle nostre “macerie”, “fatiscenti” perché inarrendibili.
Come un Principe, rispetto l’onore, la grazie e lo stile della mia appuntita, sofisticata stilografica, e “gemo” irrispettoso per le vostre rabbie coperte da ingannevole pregiudizio e “festose armonie” che son già spente nelle ceneri di cuori gretti, appassiti.
Questa mia dimora è una grotta rugginosa, pensierosa perché s’eleva a tal evoluzione d’apparir “regredita”, “smantellata” nel mio mantello che “raschia” le vostre ossa e le scarnisce, scandendo i miei candori fin a superare le barriere del Tempo, a innalzarmene in troni di spade che rammemorano Artù, i suoi fidi scudieri, Lancillotto, Ginevra e il mio “lancio del giavellotto” a vessillo che s’abbatterà sui corpi da dissanguare e “amputare” dei vostri “sguardi” da “gianduiotti”. Vi coccolate nel “cioccolato”, ma avete dimenticato gli orli dorati dietro platinate carnalità già (s)tese, come “panna” stesa.

Nella mia “segregazione”, fischietto nel vento e me ne vanto. Tale è il mio arbitr(i)o.
Serpeggio, afferrando la Luna quando s’accascia troppo perché mostra le cosce come una irriverente “amante” delle “brave” (io direi “brade”) animalità, carnalissime di materia sua “smagrita” in tacchi da sottana, gran puttana, che “adduce”, “elude” di “cortesie”, e indurrà in tentazione per “indurirlo” nel “burro”.

Così, per “provocarla”, le chiedo “sottilmente” d’inviarmi una foto, al fine di spogliarla nella sua Natura più “pura”. “Spolpata”.
“Ella”, “distintamente”, in tono implorante da “regina”, m’implora d'”improperi” affinché mi “tolga dai piedi” una già (av)venuta elevazione… spirituale, e “la” innalzi, invece, tristemente a impantanarmi all'”adulta”, adultera visione delle cos(c)e.

Già, di “rapporto epistolare”, mi consiglia per “il meglio”:

Ora ti dico una cos(ci)a (ecco, appunto).
Ho una scarsa opinione degli uomini, in quanto incapaci nel percepire le emozioni e i desideri di una donna, tali da diventare spesso inopportuni e volgari. Nella mia vita, ho avuto occasioni di conoscere diverse tipologie di uomo, una cosa vi accomuna, l’istinto primordiale che vi fa ragionare prima con il pene poi (forse e non sempre) con la testa.
Scrivi poesie ma a cosa servono? Per alimentare la tua anima o per cercare un’anima che ti compiaccia?
Ti comporti come la maggior parte dei piccoli uomini. Crescete… (e “voletene” tutti…, “violentatevi!” nel “viola” dipinto di “rossa”).
Smettila di chiedermi foto, tanto non ne avrai!
Cerca oltre da una donna, guardala dentro, li c’é poesia, quella vera.


Come no… “volevasi” dimostrare.

Sì, mi blandì affinché abbandonassi i miei sogni e li deturpassi nello “spassarmela” solo nelle “passere” che “adorano” i baci (dis)graziati…
Così, brandisco le lame e, da arrotino, di “cipigli” piglio la sua “immagine allo specchio” e la “rincuoro” da “carissima”, “carezzandola”.

E invece temo che non “crescerò” mai, amo scrivere poesie e, se saranno indesiderate, muoviti a compassione per uomini falsi che sbaveranno per il tuo corpo, “ingraziandoti” di regali celati dietro eleganze sincere come facce da sberla.

Distinti saluti,
un genio che scambi (di coppia?) per “ingenuo”, invece è “gel(ido)” fra i suoi capelli, poiché non è manesco, e infila la “mano”.

Sì, nella mia “polvere cosmica” (lo stardust...), sono stellare e non “uomo” da “stalle”.



Sono nato predestinato. E il mio destino sarà implacabile.

Un treno deraglia, colmo “zeppo” di passeggeri. Muoiono tutti, tranne uno, l’ultimo immortaleDavid Dunn, il più grande Bruce Willis della Storia.

Perché Lui non è solo un sopravvissuto, ma un vivo per sempre.
Sul parabrezza della sua auto, trova tale messaggio (messianico?):

quanti giorni della tua vita sei stato malato?.

Egli rappresenta l’enigma della Trinità, quindi “Nessuno” è la sua risposta all’incognita.

David non ha mai avuto la “febbre”, e scoprirà che, l’emissario di quella “scritta” (profetica?), altri non è che un Uomo che “incarna” fragilissimo la sua nemesi, Elijah, un Samuel L. Jackson “spaventoso”.
Elijah ha cercato, per tutta la vita, un Uomo che fosse “al contrario”. Infatti, lui soffre dell’osteogenesi imperfetta. Raro fenomeno, anzi “fenotipo” di patologia per cui l’intero suo corpo è debolissimo e si frattura “permanentemente”. Tanto da costringerlo quasi sulla sedia a rotelle e a vivere in un museo “antiquario” in cui allev(i)a la sua anima, colorandola appunto di fumetti per non “mortificarsi” e morire di “solitudine”.

Inizia un'”inconsapevole” sfida a distanza fra David, l’Uomo “forte”, e Elijah, l’Uomo che non c’è, “senza ombra“.

Secondo Elijah, l’incidente “casuale” del treno sarebbe “solo” una fottuta coincidenza che darebbe credito alla sua teoria. Secondo Elijah, appunto, David non si sarebbe salvato per caso. Dietro questo “miracolo”, si nasconderebbero le ragioni della sua grandezza da superuomo, da Superman, da supereroe.

Elijah è un povero pazzo o ha visto giusto?

David è forse davvero il nostro amato Salvatore?

Il capolavoro di Shyamalan.
E non girerà mai più un film (im)battibile.

Come faccio a saperlo?
Lo so e basta.

Parola del Signore.

(Stefano Falotico)

 

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