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JOKER di TODD PHILLIPS con JOAQUIN PHOENIX – Dal 6 Febbraio di nuovo al cinema e in Blu-ray & Dvd, mamma mia che rinascenza questo Falò!


06 Feb

joker happy face

Sì, sono indubbiamente un personaggio rinascimentale. Se abitassi nella Firenze degli artisti cullati dal mecenate Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico, sarei già celebrato come Leonardo Da Vinci.

Sì, più che altro come Paolo Bonacelli di Non ci resta che piangere. Ah ah.

Sì, come Massimo Troisi e Roberto Benigni del succitato film, credetti che avrei avuto una vita modesta, cioè bella che già fritta, invece finii a Frittole nel quasi 1500 del mio essermi rinnovato e, di colpo, ringiovanito come se avessi attraversato uno Stargate quadridimensionale.

Sì, la mia mente da James Spader, più che altro da ex Spider di Cronenberg, uh uh, mi permette questo ed altro. Di essere, cioè, l’incarnazione del Tempo ritrovato di Proust e di guidare una macchina su giubbotto di Drive alla Ryan Gosling futurista più di Miami Vice.

Sì, patii calvari interminabili, mi stressai talmente tanto da diventare perfino quasi calvo.

Ma non ne feci una tragicommedia come La cantatrice calva di Eugène Ionesco. Poiché, essendo per natura autoironico, essere falotico, quindi stravagante e burlesco, trasformai il mio Aspettando Godot, più che altro finalmente di godermela, ah, questa vita puttana che tutti noi fotte e che, lungo il cammino, presentò, presenta e ancora presenterà molte dure fregature, in una filosofia esistenziale mai come oggi così sicura.

Sì, da circa un anno a questa parte, dopo essermi inabissato nelle notti più melanconiche, diciamocela, tragicomiche e quasi da manicomio, mi ributtai nella mischia. Io sono un fan pure dell’ex pornostar Brooks Mischa.

Sì, il mio fu un culo pazzesco migliore di quello di Mischa. Più che altro di (s)figa mai vista. Ah ah.

Sin dalla prima adolescenza, professandomi io un uomo amante di Taxi Driver, estraniandomi dal troiaio generale dei miei coetanei straniti, drogati, frivoli e certamente dementi, fui scambiato per un disadattato alla Travis Bickle e per un mammone col complesso di Edipo come Rupert Pupkin di Re per una notte.

Ma rinacqui come O’ Sole mio. Ah ah.

Sì, dopo tanto tempo da God’s lonely man, cioè da uomo solo e poco solare, più che altro da metafisico come Solaris, anziché arrendermi e cantare a vita Uomini soli dei Pooh, decisi di diventare un dio delle città e dell’immensità. Ah ah.

Portando la mente a un livello superiore della realtà. Ih ih.

Sì, da Principe della notte della mia Gotham City del cazzo, dopo aver scarrozzato tanti pagliacci per anni in lungo e in largo per Bologna ed essere stato preso per un mezzo handicappato, disgraziato, super sfigato tutto scassato e pure rompi-cazzo, durante un viaggio a Roma, avvenuto nei primi mesi del 2003, compresi dall’alto dei cieli di essere un illuminato.

Rivissi, ritornando a Roma, in pochissimi istanti quei gaudi amorosi della mia giovinezza smarritasi nella tetraggine più tenebrosa.

Improvvisamente, come Bradley Cooper di Limitless, riacquisii la vista e anche, di conseguenza, la vita.

Chi mi frequentò, non credendo al mio mutamento tanto repentino quanto incredibile, quando io provai a spiegare quello che successe e cosa provai, mi diede ancora di più del cretino e del provato. Ah ah.

Ancora qualcuno mi tormenta e, come un gufo, intimamente gode col suo pipistrello, sperando che io mi lamenti in mezzo a tante altre tormente, no, a miei atavici tormenti.

Ah, questo è solo un teppistello, un coglioncello a cui avrei da raccontarne davanti a un bicchiere di vino per confrontarmi con lui in merito ai nostri stupidi, reciproci duelli.

Gli narrerei di come mi sverginai ma lui, ottuso, ancora una volta non mi crederebbe e, se gli dicessi di chi mi oggi mi corteggia, di maggiore gelosia nel suo animo invidioso a morte, eh sì, creperebbe.

Oppure, piacevolmente sconvolto, assieme a me riderebbe a crepapelle.

Poiché That’s Life e la vita, fratelli della congrega, è ancora purtroppo lunga.

Lo prenderemo in quel posto numerosissime altre volte, avverranno altre svolte e c’illumineremo di nuovo come una lampadina di Alessandro Volta. Lo daremo a chi ce la dà ma l’importante è che come dice James Woods (o fu De Niro?) in C’era una volta in Americanoi siamo come il destino, chi va a star bene e chi va a prenderselo nel culo!

Sì, non so quante volte morii in vita mia. Quando pensai che fosse finita, cazzo, almeno mi sarei messo l’anima in pace, dio mi bussò a tarda notte e mi ricordò di essere lui.

Domenica notte, Joaquin Phoenix vincerà l’Oscar.

Entrerà nel mito. Come Brando Lee de Il corvo, come Marlon Brando di Fronte del porto, come Robert De Niro di Toro scatenato e forse come qualcun altro…

 

di Stefano Falotico

A Natale, l’umanità buonista guarda Innamorarsi con De Niro e la Streep per redimersi dal non aver mai letto un libro della Rizzoli


23 Dec

joker blu-ray

Sì, sono il più grande ammiratore di De Niro del mondo. Ma il film Innamorarsi mai vidi interamente. I film sono belli a seconda del nostro stato d’animo. Per esempio, è logico che se abbiate i soldi di Flavio Briatore, Joker non può piacervi. L’altra sera, contattai la nuova Barbie di Flavio su Instagram, scrivendole:

– – C’è Fabio in casa?

– Scusi, lei chi è?

– Sono Arthur Fleck. Dalla nascita sono infelice. Insomma, era meglio se non fossi nato.

Sa che le dico, bella bimba? A Natale, giorno della nascita di Gesù, io mi sento morire. Sì, a Natale sono tutti felici, almeno così sembra. Dunque, m’intristisco di più in quanto vengo attorniato da sorrisi più falsi rispetto a tutti gli altri giorni dell’anno. Quando invece arriva Pasqua, m’illudo di essere risorto ma poi prendo subito coscienza che la gente aspetterà il Natale per recitare, in questo dì letizioso e festante, ecumenico o forse solo da lestofanti e bugiardi brindanti, un finto buonismo fugace poiché il giorno dopo sarà Santo Stefano, dì della celebrazione del più grande martire. Insomma, cara donnetta di Flavio, c’è Flavio in casa, sì o no? Lo chiami.

– Guardi che invece chiamerò la polizia. Sa che le dico? Visto che è Natale, vada a comprarsi un giocattolo e una bambolina.

– Ah sì? Cara bambola, lei a quanto viene? In effetti, mi pareva d’averla vista, ieri sera alla vigilia, in vendita nella vetrina di Giochi Preziosi. Mi tolga una curiosità. Lei è per caso Leelee Sobieski di Eyes Wide Shut?

 

Al che, arriva Flavio.

– Amore, chi è in chat? Ora gli faccio una video-chiamata.

– Non so. Dice di essere un certo Fleck. Passami la cornetta. No, la tastiera. Scusi, chi parla? Lei è un cornuto, lo sa?

Ma qualcuno la ama? Si sente solo e ha bisogno di affetto?

– No, le avevo telefonato per chiederle la stessa cosa.

– Che cosa? Io sono amatissimo, anzi, sono beneamato e beniamino.

– Di questo n’è così sicuro? Comunque, è Natale. Che dice se assieme a lei e alla sua compagna guardiamo, in tv, A Christmas Carol?

– Che cosa? Carol Alt?

– Flavio, lei conosce Charles Dickens?

– Dickens? Ma che dice?

 

Sì, a Bologna la gente ricca confonde la Rizzoli col Rizzoli. Il Rizzoli è il traumatologico.

Dunque, se non sei uno di loro, cioè uno che dubito abbia in casa più di dieci libri della libreria Rizzoli, vogliono spaccarti il culo. Certo, come no.De Niro Innamorarsi

di Stefano Falotico

 

JOKER ha ora la data dell’anteprima mondiale, il Governo cade, voi ne uscirete? Quando, in quale trailer? Per fortuna esce il Blu-ray di Angel Heart restaurato


09 Aug

francesca dellera dellera

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Capitolo uno: dovete avere una bella vita per perdere tempo a pensare al governo

Sì, adoro la spietatezza. Poiché io sono intransigente perfino con me stesso. Sì, mi auto-critico come se a praticare l’esegesi della mia persona fosse il severissimo critico d’Arte per antonomasia, ovvero il Vittorio Sgarbi nazionale.

Ah, spesso nella mia anima non tira una bella aria. Sono cosciente dei miei limiti e cerco di sanarli ora dopo ora con fiera e ferrea abnegazione. Quando vado troppo giù, mangio un tiramisù di liscia, scorrevole masturbazione. E tutto mi pare più fluido.

Se scrivo, per esempio, un testo e, a distanza di qualche minuto dalla sua pubblicazione, m’accorgo che presenta(va) dei refusi, quanto prima, tempo e altri impegni permettendo, lo correggo immantinente.

In quanto son uomo che, appunto, quando si rende pubblico, a differenza di molti giornalisti-pubblicisti impresentabili e incolti, cura ogni dettaglio nei minimi particolari. Io sono la particolarità, d’altronde, fatta persona.

E m’angustia, mi allarma e quanto Di Maio, no, quanto mai mi preoccupa quest’Italia oramai all’arrembaggio, piena di gente che tira a campare, arrangiandosi. Ma non so per quanto.

Ah, io di tutto m’accorgo, spesso con la maggioranza son in disaccordo in quanto voce lontana dal coro e sovente anche dal mio cinico core. Come Ismaele nell’incipit del capolavoro letterario di Herman Melville, ovvero Moby Dick, appena atteggiate le vostre labbra al torvo, ecco, o siete Alba Parietti che ancora, nonostante i suoi anni suonati, s’atteggia a donna da novembre umido e piovigginoso per l’uomo navigatore delle sue cosce che furono su Google immagini dei tempi oramai andati, oppure state sinceramente gracchiando, sconsolati e borbottanti, amareggiati e stremati, rammaricati e delusi come uno spennacchiato corvo.

Ah, che brutte facce incagnite, ingrugnite, forse solo imbufalite che avete. Ma ancora qualcosa avete?

Questo è il problema.

Tira solo, appunto, una pessima aria e non quello che dovrebbe tirare quando le cosce, no, le cose si mostrano nel loro solare, incantevole splendore attizzante e indirizzante all’azione ficcante.

Frequentemente, quello è per voi intirizzito e soprattutto striminzito. Spompato e inaridito.

All’Aria che tira, Vittorio ha celebrato, forse da costernato decerebrato, l’italiana scon-fitta. Aveva ragione quando tempo fa ammonì gl’illusi dal gridare troppo presto vittoria?

Ah, Vittoria. N’ero ossessionato, una figa mai vista, da me sicuramente neppure minimamente avuta, che non mi faceva dormire la notte. Lei andava sempre a prendere il sole a Metaponto e io, sapendo che lei m’aveva snobbato e onestamente, platealmente rifiutato, per nascondere il dolore di questa mia immaginata e fantasticata scopata mai con lei (av)venuta, pontificai. Immaginando di predicare dall’alto del suo balconcino, ah, un capodopera monumentale di forme geometriche sensazionali come se fosse stato scolpito da Michelangelo. Ah, solo baciare quei suoi capezzoli grossi e palpare quel suo seno rigoglioso, meraviglioso, semmai in un amplesso caldamente serale in quel mare frizzante e ondoso, m’avrebbe aperto… le porte del paradiso mio da suo carnale moroso, oserei dire super focoso. Affogato, libidinosamente insabbiato.

Sì, un grande San Pietro. Ma io invece finii come Cristo e urlai solo, senza parole, la mia Pietà.

Sì, ogni mattina, vicino alla riva, la vedevo così angelicata eppur diabolica nell’ostentare di sua vanagloria l’estasi del suo bikini favoloso. In mezzo a quel dolcissimo, schiumoso cloro, desideravo spalmarle la mia crema ma rimasi all’asciutto. Pure bruciato vivo poiché non usai la protezione adeguata e il suo fidanzato mi cacciò un calcio nelle palle così tremendo da spappolarmele più di un castello di sabbia che si scioglie immediatamente sotto la prima pioggia battente.

Che donna. Dopo aver fatto l’amore con Vittoria, stanne certo, non hai più bisogno di nessun Sgarbi Vittorio che t’illumini sul patrimonio artistico e rinascimentale della nostra Italia fighissima.

Vittoria, donna superlativa, assolutamente. Sì, il superlativo assoluto di figa è fighissima o figona? No, figona è un accrescitivo, per forza… ah ah.

Sì, che te ne fai della Cappella Sistina se sai che, ogni notte, puoi dipingere e affrescare Vittoria, detta la birichina passerona? Non necessiti neppure di azzeccare una vincente sestina. Eh sì, Vittoria è donna zuccherosa con cui inzaccherarsi ma io, perdendovi la testa, ricevetti però soltanto un’inzuccata e nessuna inzuppata.

Perché lei indossa la quinta e già allora partii subito di eccessiva spinta. Lei sa rigenerarti, crearti a sua immagine a somiglianza, forgiandoti di scintilla divina e toccandoti con la soavità dei suoi lieti polpastrelli che accarezzano il tuo uccello bello già ritto come un carabiniere sull’attenti, donna da Altare della Patria che sa accenderti la fiamma tricolore con un magistrale pompino, oserei dire, variopinto!

Qui, sto esagerando. Ma io ci do. Senza badare a spese. A nessuna spesa. Mai sino a questo momento pagai una prostituta ma, comunque, quando vado appunto a fare la spesa e, cazzo, basta che compri un succo di frutta e ti prosciugano lo stesso. Donna, lei viene prosciugata se le offrono gratis il prosciutto?

Non ho soldi, mi decollerò, impiccandomi.

Sì, quando uno s’impicca, non sente poi tanto male. È come un bacio pungente col succhiotto, miei salsicciotti. Soprattutto scemotti.

Sgarbi ha proferito le seguenti, lapidarie parole testuali come se stesse recitando il suo Antico Testamento ai posteri, tramandando il suo sapere a un’Italia, più che da Elmo di Scipio, discinta e non più distinta.

Dominata solo dal più pericoloso, barbarico, triviale, populistico istinto.

Sgarbi è un opinionista, opinabile o no, ma sa il fallo, no, fatto suo:

è successo quello che doveva succedere. Perché non si può governare con fantasmi che non hanno un’idea, una visione politica e che sono figli di un personaggio grottesco e paradossale che si chiama Grillo. Che non c’è più da un anno. Da quando sono arrivati al governo, Grillo è sparito e ha messo lì questo piccolo fantoccio educato… non laureato, non lavorante, diventato ministro del Lavoro e vice-premier, con la visione di dare i danari a tutti quelli che poverini hanno bisogno, impedendo con ciò lo sviluppo dell’economia, creando quindi un danno terribile al Paese e chiamandosi grillini senza Grillo. Quindi, mi pare che sia inevitabile. Io dissi al mio discorso di fiducia provocatoria: nel disordine e nell’ignoranza io prospero. E sono qui per assistere al vostro declino.

Io, invece, sono sempre qui per assistere al suo cretino.

Ora, io sono apolitico sebbene apollineo. E non mi piace Di Maio. Ma che c’entra il classismo dell’essere laureati o no?

Guardi, nella mia vita ho visto professoresse di Storia e Italiano dire ai loro studenti che, senza laurea, si diventa disoccupati e pazzi. Queste donne andavano matte Per Woody Allen. Sino a prova contraria, Allen non è laureato.

Abbiamo visto questa gente “laureata” cos’è stata capace di fare alle persone. Questa gente di cultura cosa professò? Ma che vollero processare e professare?

Non vanno bene perciò i 5 Stelle ma non vanno bene nemmeno questi falsi ipocriti che prima parlano del PD da mezzi comunisti pacifisti, incitando alla rivoluzione del volersi tutti, appunto, bene, ma poi li trovi a togliere le stellette al prossimo con le loro sbrigative recensioni.

Sì, ci voleva una fortissima reazione indimenticabile. Un’impietosa lezione.

Sarebbe questa la gente che si dichiarò e ancora, ottusamente, si dichiara progressista, che va dai giovani di vent’anni e gioca, sadicamente, con le loro intime emozioni, ricattandoli psicologicamente perché a quell’età devono farsi il culo e come schiavi lavorare?

Ma che razza d’insegnamento è mai questo? Questa si chiama demagogia. Allora, cambierò religione e pregherò alla sinagoga, no, nella moschea, lontano da queste fastidiose mosche che si fingono, appunto, comuniste come quelli di Mosca, ah, sì, persone sedicenti da Cremlino ma in verità vi dico che preferisco a costoro, cioè gli impostori, un morbido gelato al cremino.

No, questa gente da me non avrà più nulla, nemmeno il reddito di dignità. Quella dignità per cui si riempiono la bocca e quella bocca ora per sempre cucita. Come si fa coi pazzi che, sedati come cavalli, sono rimasti distrutti.

Capitolo due: il celeberrimo, chi non lo conosce, auto-inganno di cui parla la borghesia stagna con la piena panza, gente che fa pena e che mi ha davvero rotto le palle abbastanza

Per molti anni, praticamente una ventina, ho sempre pensato che quando gli altri mi dicevano che, se non facevo certe “cose”, mi auto-ingannavo perché, in verità, le desideravo, ne soffrivo la mancanza e trovavo l’alibi, da loro chiamato scappatoia consolatoria, per sviare altrove, incenerendomi nella solitudine o esaltando la mia depressione a contraltare dei miei limiti patologici, chiamati genericamente o forse geneticamente disagi psicologici, magnificandomi nel fare il misantropo a tutti i costi a mo’ di rinnegazione capricciosa delle mie intime aspirazioni frustrate, sì, uso il passato remoto adesso, malsanamente e ingenuamente vi credetti.

Si chiama suggestione. Essere suggestionabili però dinanzi alla falsità delle facili deduzioni.

Guardate, lo dico dal più profondo del malincuore, sino all’altro ieri volevo persuadermi che io avessi torto e loro ragione.

Ma ho soppesato, nelle scorse ore, un’attenta, psicanalitica considerazione, un’auto-riflessione atroce. Non sarei mai voluto arrivare a questa tragica consapevolezza. A questa devastante conclusione.

Purtroppo, avevano torto. Sì, ho scritto bene. Ho detto purtroppo.

Perché, ribadisco, mi sarebbe davvero piaciuto che avessero avuto e abbiamo semmai tutt’ora piena ragione.

Poiché sarei stato e sarei un semplice coglione. Basta un po’ di eiaculazione e vedrai come ti passano le paturnie con una scopata d spontanea erezione. Oh, prendila come viene, mi dissero. Ma che vogliono dire? Non sanno parlare.

La verità è molto più grave, ancestrale, incurabile. Io non sono mai inculabile, al massimo m’inculo da solo.

Una verità destinata a macerarmi nell’animo più di come già nella totale alienazione sprofondai, annegai, m’intorpidii da tempo immane.

Tutto ciò per cui mi prodigo scrupolosamente per ottenere con vigore e determinazione, ahimè, si concretizza e si avvera con sempre maggiore mia intuizione.

Tutto ciò che inconsciamente non mi piace, invece, non (av)viene. Sì, il sesso non è che mi prenda molto. No, manco per il cazzo.

Ora, se avete lo stomaco forte e non siete malati di pregiudizi, vi spiego bene. Se voleste stare a leggere, a sentire e ad auscultare le ragioni del mio cuore, vi spiegherò tutto con coraggio, schiettezza e franca coscienza, con sana potenza. Con ponderazione. Potete dire anche ponderatezza.

Sì, so che state già ridendo, anzi, voi dite… sorridendo. Deridendomi, no, ora siete maturi e adulti, snobbarmi, sì. Prendere questa mia uscita (uscita da che?), mie checche, come l’ennesimo mio al lupo, al lupo ché poi tanto non succede niente?

La mia vita affettiva e sessuale è finita. Non c’è alcun rimedio né soluzione. Ora arriva la mia sincera costernazione.

Al che, un mio amico buontempone, goliardicamente provocatorio e giocherellone, per sdrammatizzare la serietà della mia succitata affermazione, esplode con un:

– Ah, perché mai iniziò? Ah ah!

– Purtroppo c’è sempre stata. Ora ti dico. Ciò non è inquietante, è invero terrificante. Rimarchiamo il rimarchevole.

– Dimmi pure. Onestamente, sono rimasto un po’ indietro con la tua vita. Sai com’è. È già incasinata la mia che se stessi a preoccuparmi di ciò che accade nella vita degli altri, ah, starei fresco.

Comunque, hai la mia attenzione. Ti do però mezz’ora. Ce la fai?

– Eh certo. Mi sa che ho ragione io, dannazione.

– Cioè non è mai stato un problema di timidezza, chiusura e quant’altro? In effetti, mi sa che forse è così come dici tu. Le persone timide non si scagliano contro uno alto due metri e gli saltano alla gola a costo poi di prenderle e finire, se va fatta bene, al traumatologico oppure, se va fatta male, al cimitero. Sì, certo, l’altro da te aggredito, eh già, sarebbe finito all’ergastolo ma tu saresti finito del tutto, diciamo.

– Già. Ho pensato a quanto t’ho detto in seguito al mi piace su Instagram di Francesca Dellera.

– Francesca Dellera. L’attrice?

– Attrice di che? Ah sì, come attrice del cazzo è da trecento Oscar l’ano.

– Sì, comunque lei? Quella de La carne?

– Ecco, appunto.

– Ma ancora campa, Francesca? A proposito, il ritornello di Lucio Battisti e Mogol… Francesca non ha mai detto di no… fu scritto per la Dellera?

– Ma che cazzo dici? Sì, comunque non è tanto vecchia. È dell’ano, no, anno 1965. Diciamo che, cinematograficamente parlando, a livello qualitativo, l’ha preso in culo da tempo immemorabile ma non mi addentrerei in compenetrazioni da psicanale, no, psicanalisi. Sarà cascata in depressione, le saranno cascate le tette. Sarà stata economicamente messa a novanta, alle strette. Che cazzo ne posso sapere, io?

Sono andato a fare delle ricerche in merito ai suoi mariti, no, flirt. Ha un carnet appunto carnale mica male. Insomma, da maiala. Donna dolcissima, ispirò a molti uomini, pensa, il crème au caramel. Sì, lei si è fatta tutti. Dai buzzurri che fumano le Camel ai gobbi come i cammelli, perfino Benicio Del Toro, eh sì, nomen omen, Delon Alain, anche se Alain nega d’averla inchiappettata bellament’, Berlusconi ovviamente e pure Christopher Lambert, specializzato in cosce e minigonne, vedi le sue relazioni della minchia con Parietti Alba e Diane Lane. Ah, Christopher, uomo che sa scaldare le donne meglio di una maglia di lana.

Fatto sta che Lambert, secondo me, è un attore di merda e, nonostante questo popò di figotte, un povero Cristo. Diciamocela!

Ah, guarda, Francesca è una che ha perennemente lavorato duro. Sì, si è fatta il culo per avere tre ville al mare. Si capisce.

Dal 1986 al 2006, poi non ha fatto più un cazzo, come no, ha girato la bellezza di sette film, due miniserie e forse però un milione di seghe dei suoi fan incalliti.

Sì, un sex symbol degno di notte. No, di nota. Donna indubbiamente un po’ mignotta ma, comunque sia, faccia quel cazzo che vuole. Non la giudico.

Detto ciò, asserito questo e non il mio in Francesca inserito, i titoli dei film da lei interpretati sono lo specchio della mia vita da depresso anale, no, annale.

Sì, Grandi magazzini, ovvero i centri commerciali ove vado quando sono annoiato per guardare le vetrine, aspettando l’ora di cena.

Capriccio, appunto, peccato veniale di cui vengo accusato dall’età di 14 anni in poi.

Roba da ricchi: sì, sono pure colpevolizzato se sto male. La depressione, in Italia, viene considerata una vergogna nazionale. E ti urlano che solo chi ha i soldi può permettersi di sputtanarseli, andando a fare chiacchiere con gli psicologi.

Qui si paga alla Romana. L’Italia è un Paese di falsi e, appunto, se sei diverso dagli altri, ti dicono che ti auto-inganni e ti danno della bugiarda.

Insomma, un Paese ove se non ti spacchi il culo, facendotelo/e, se aspetti il sabato sera per andare con un mignottone come la Dellera, ti fanno le smorfie come se tu fossi un bimbo, vale a dire L’orso di peluche.

Sì, a me ne diedero tante. Già pienamente adolescente, registrai dalla tv il film 4 cuccioli da salvare. Perché è un film commovente.

La gente stupida alluse malignamente:

– Ah, e chi sarebbe il quinto cucciolotto? Tu? Ah ah.

 

Sì, vidi giusto nella mia coscia e (in)coscienza, anni fa, quando decisi di mandarvi tutti a fare in culo.

Dopo che mi sverginai, impazzii davvero.

Di solito succede il contrario. Sì, per voi. Per me fu traumatico. Sì, dopo la prima volta, scopai molto. Questo va ammesso.

Ma persi la mia poesia. Quindi, fottetevi.

Vedo ora il mondo per quello che è.

Un mondo ove vendereste pure vostra madre al demonio al fine soltanto di dare un bacio alla Dellera. Io, pur di dare un bacio alla Dellera, venderei comunque il nuovissimo Blu-ray di Angel Heart che ho appena pre-ordinato. Tanto costa poco, 20 Euro, posso ricomprarlo. Ah ah.

A parte tutto, sì, non mi piace tanto il sesso. Non sto scherzando. So che questo può turbarvi. Ma scusate, se non turba me, a voi che cazzo frega? Per caso volete incularmi?

Finisco con questa:

– Stefano, non capisco perché tu ti ostini a inserire video sul tuo canale YouTube. Ho appena visto il tuo ultimo. Ho visto pure che l’hanno visualizzato solo dieci persone.

– Vedi? Ti sbagli un’altra volta. Sono undici, considerando che tu l’hai appena visionato.

Ah ah.

 

Comunque, fedelissimi e stronzissimi, dopo il mio Cuore angelico… tenere tenebre sanguigneIl diavolo è un giocattolaio Il candore svelato, libri che potete trovare in vendita su Amazon e sulle maggiori catene librarie online, sto terminando il quarto romanzo a tematica faustiana e diabolica.

Purtroppo, ho la stessa faccia da culo di Mickey Rourke. Volete farmene una croce?

Eh sì, quest’anno sarò fra gli accreditati stampa a Venezia per il Festival.

Ma reggeremo sino a fine agosto o questo stival’ cadrà a pezzi come la stessa Venezia sommersa dalle acque?

Chissà.

Adesso, vado a leccare un gelato.

E forse anche qualcos’altro.

 

di Stefano Falotico

 

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The Mule di Clint Eastwood inviatomi col Corriere e ho fatto la fine di Thao di Gran Torino o di Kowalski?


12 Jun

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Sì, oggi è prevista la consegna ubicata in loco della mia casa del super film del Clint Eastwood, The Mule.

Film che ritrae la quintessenza del Falotico qui sottoscritto, sino a pochi mesi fa in me incarnato e auto-inculato al pari della lapidaria, oramai leggendaria espressione incagnita del suo protagonista che, rivolgendosi alla cinepresa da lui stesso diretta, non dice niente ma ci lancia uno sguardo altamente eloquente. Come per dirci… ora sono veramente fottuto e spacciato. Presto robustamente inchiappettato e imprigionato per colpa delle mie involontarie scelte sbagliate.

Ma il Falotico è come il diavolo. Quando pensi che sia finito e bruciato, ecco ch’è soltanto un po’ annacquato, ammaccato e, di lì a poco, ancor rigenerato, sì, sebbene molti detrattori e malfattori gli augurarono che di ogni bene venisse denudato, tranquillamente passeggia in macchina sul litorale, ammirando e perdonando la miseria umana con lungimirante onestà morale mai in cuor suo rinnegata.

Sì, dopo anni interminabili di patimenti, strazianti logorii che avrebbero distrutto anche John Rambo, alla faccia degli invidiosi e dei calunniatori, il Falotico è stato da lui stesso, grazie al genio inaudito che lo contraddistingue e soprattutto in virtù della sua poetica destrezza imprendibile, reso imprenditoriale d’illuminanti viaggi nella vita sua doma.

A tutti i superficiali parse che lui se la dormì. Invece il Falotico, fregandosene delle cattive occhiate, degli spergiuri, delle stregonesche fatture, di ogni tentata, bullistica cattura, di ogni iattura lanciatagli addosso affinché, avvilito, costernato, a sangue umiliato, disonorato, nell’anima spellato, definitivamente si arenasse nello scontento eterno, probabilmente nel mortale buio suicidario, puntualmente n’è uscito lindo e illeso. E impeccabilmente rinato. Ancor più bello. Rinnovato nell’ardore e integerrimo nel mai da lui stesso sputtanato pudore giammai sconsacrato. Molte cattiverie gratuite subì nel suo percorso esistenziale. Per molti anni, infide malelingue malfidate tentarono di abbattere la sua purezza dimostratasi fiera e infrangibile, resistente a ogni urto e urlo scagliatogli contro da malati di mente e di bile. Per estorcergli la ragione, lobotomizzarlo nella suggestione del fargli credere di essere un incapace, un diverso, addirittura un invertito, uno sbandato, un debosciato o solo un povero derelitto assai sfigato.

Qui, la corte d’appello ha emesso il suo finale, insindacabile verdetto:

Il Falotico, in questi anni di crocifissione psicologica che gli è stata inflitta ingiustamente a causa dell’ignoranza e del pregiudizio più miserrimo, possiamo vivamente attestare che, per meriti della sua elevata testa, ve l’ha messo in culo con dolcezza. Altre idiozie a riguardo non faranno più testo. Potete sbraitare e chiedere procedimenti d’ingiunzione per voler ottenere ragione. Sperare in una castrazione ma in verità vi diciamo che gli unici senza palle vi siete dimostrati voi, enormi coglioni che non avevano previsto il Falotico revenant come il mitico William Munny de Gli spietati. Aveva ragione lui e ce l’ha… anche profumato. Chiedete in giro alle donne e vi diranno che non hanno bisogno di comprare più Chanel n.5 poiché Falotico sa cospargere di unguenti piacevolmente odorosi tutte le f… e più calorose e ardenti, piccanti e frementi. Da Chantal a Michelle, da Valentina a Sara, siete voi ora nel Sahara. Sì, i cretini che al Falotico perpetrarono crudeltà immonde, va ammesso, sono rimasti a secco. Non solo di infamie.

Il Falotico ora aspetta solo un altro paio di offese sul suo canale YouTube per farlo ancor di più al deficiente stalker che, dopo aver rimediato una figura di merda epocale, essendo stato da tempo immemorabile scoperto, otterrà per direttissima pure la pensione d’invalidità poiché giudicato pericoloso in quanto ostinato, recidivo figlio di puttana pernicioso.

E dire che il Falotico, già an(n)i addietro, avvertì il demente ma lui continuò e a noi tutti pare giusto che tal ignobile babbeo sia stato nel sedere ficcato potentemente.

 

di Stefano Falotico

A proposito di The Italian Stallion, ovvero Sly: un tempo non mi risparmiavo e sognavo di essere Rocky Balboa…


27 May

saga rocky blu rayAdesso devo centellinare ogni spesa, anche quella del dentifricio della Coop, per risparmiare e potermi permettere, oserei dire, il lusso di comprarmi il Blu-ray di Rocky – La Saga Completa a prezzo scontatissimo di 13 Euro e 38, salvo… spese postali eventualmente gratis se mi abbono ad Amazon Prime.

Ho detto tutto. La mia vita è stata un franchise di sfighe a ripetizione, di spinoff e reboot ricalcati sulla solita trama con poche variazioni tematiche. Ovvero, ogni qualvolta credetti che si fosse accesa in me la spina, ogni volta che pensai d’aver imboccato la via della svolta, ecco che la gente noiosa e spenta, volendomi imboccare con le sue buoniste rose, adattandomi alla sua visione falsa, melensa e retorica, mi ha urlato che sono eternamente un brocco che nessuna ne imbrocca e imbroccherà, mi ha tolto pure le brocche d’acqua naturale, gridandomi che non sono e non sarò mai dotato di sufficienti, robuste spine dorsali (sì, non ce n’è solo una) per poter resistere in un mondo di bestie e dementi.

Sì, non ho mai preso ripetizioni da nessun insegnante. Però io posso dar lezioni a tutti.

Mi do, malgrado quest’inutile eppur lodevole virtù, solamente un altro paio di anni. Al cui scadere, no, non sarò miracolato come Re Artù, estraendo la spada nella e dalla roccia, bensì sarò in modo truculente infilzato dalla caudina forca di questa società medioevalistica e fetente. A partire dalla mezzanotte scoccata di quest’ultimatum datomi, altro che Cenerentola, avrò solo due scelte esistenziali e lavorative a cui abiurare come Andrew Garfield di Silence:

o andrò a elemosinare ai semafori oppure, essendo oramai fuori tempo massimo per insegnare, fuori dalla mia porta sgarrupata di casa, metterò su l’insegna con la scritta epocale e stoica come il celeberrimo underdog di Philadelphia interpretato da Sylvester:

stallone italiano sfiancato per colpa della crisi incombente, più che morto di figa, sta morendo di fame.

Per ovviare a un probabile suicidio immediato, diciamo coming soon, invisibile non soltanto sul grande schermo bensì pure alla tv locale, visto (da nessuno…) che se morirò non mi dedicheranno certamente un servizio tele-giornalistico ma mi daranno e regaleranno la patente di loser mai nato, sì, potrò salvarmi, reinventandomi come Rocco Siffredi delle periferie del sottobosco bolognese.

Uomo totalmente a pecora riceve gentili signori abbienti per luculliane carnalità abbondanti dalle 9 e mezza del mattino sino alle 20.00 di sera, da cui i film di Paul Schrader, American Gigolo, The Walker, eccetera, eccetera, previo almeno mezz’ora di pausa pranzo ove deve nutrirsi. Non di arrosto alla griglia bensì d’insalata rancida.

Sì, do merito a Sylvester, come ho più volte scritto, di aver tirato fuori dal cilindro questi due personaggi meravigliosi del Balboa e del Rambo.

Ma, a settantatré primavere, la dovrebbe finire di camminare sulla montée des Marches del Festival di Cannes, tirando in dentro lo stomaco certamente muscoloso e prominente, altresì grassottello, con tanto di toupet e quella finta topa di sua moglie, Jennifer Flavin.

Il machismo, caro Silvestro, è finito non all’ultimo giorno dell’anno scorso ma da quando il rambismo è passato di moda anche per Carlo Verdone di Troppo forte.

Aggiornati, suvvia.

Va sempre così per tutti. I giovani si ribellano alla generazione dei loro padri, alcuni si credono fichissimi, altri Tom Cruise di Fuori i vecchi… i figli ballano.

Quelli che si sono trovati meglio nella vita son stati quegli analfabeti che sono andati a lavorare a 14 anni e ora, a 35, sono dei puttanieri incalliti che se la godono da matti. E pigliano anche Kenneth Branagh per coglione.

Come scrisse il grande Allen Ginsberg:

(EN)

«I saw the best minds of my generation destroyed by madness, starving hysterical naked, dragging themselves through the negro streets at dawn looking for an angry fix, Angel-headed hipsters burning for the ancient heavenly connection to the starry dynamo in the machinery of night […].»

 

(IT)

«Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all’alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d’angelo ardenti per l’antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte […].»

 

Stasera, comunque trasmetteranno ancora per l’ennesima volta Momenti di gloria.

Musiche di Vangelis.

La mia vita non varrà forse una sega, no, saga. La vostra è veramente invece una mostruosità oscena.

Sì, la vostra esistenza è un Porno proibito.61110106_10213737070203861_5222764241496309760_n

di Stefano Falotico

porno proibito

 

Il falò delle vanità: Everybody Needs Somebody, ballare!


20 May

blues brothers suora

Sì, quando siete nella merda, infognati e il mondo ce l’ha con voi, salite sul palco con tanto di Blu-ray del capolavoro di John Landis, no, coi Ray-Ban alla Dan Aykroyd e John Belushi. Due mattacchioni che hanno stile. Inforcando lenti pregiate comprate all’Ottica Avanzi. Uomini in effetti molto avanti.

Coi loro completi in giacca e cravatta di porca, impeccabile figura. Mica uomini da figuracce come voi, figuratevi. Voi siete sfigati e sfigurati dalla nascita, fidatevi. Due uomini che, anche nella sauna, conservano il loro inappuntabile look, non togliendosi mai appunto gli occhiali.

Voi, di stress e bollori manicomiali, frustratissimi solo perché la zotica segretaria non vi s’incula, vi dannate manco doveste riceverla in dono dalla Principessa Leila di Guerre stellari. Ovvero Carrie Fisher.

Ma sì, lasciatela stare. Non perdete tempo con queste fidanzatine perfettine, virginali e caste. Queste credono di essere le principessine sul pisello come nella celebre fava, no, favola di Hans Christian Andersen. Da non confondere con quel bambagione di Hayden Christensen, il pivello di Star Wars: Episodio II – L’attacco dei cloni.

Un consiglio, miei conigli. Non rompetevi le palle per le ex conigliette come Pamela Anderson. Sognavate con lei una vita da stalloni e invece siete cascati dalle stelle alle stalle.

Da cui il capolavoro demenziale di Mel Brooks, Balle spaziali. Invece che idolatrare Christopher Nolan, dovreste girare un film molto più obiettivo riguardo le vostre vite, cioè L’attacco dei coglioni.

E attaccatevi al trans, no, al tram.

Sì, siete i nuovi Fantozzi che prendono l’autobus ogni santo giorno. Ma soprattutto lì, puntuale come un orologio svizzero, platealmente lo pigliano. Ve lo pigliate tutto. Ma chi vi piglia?

Ci vuole piglio, siate blues e non cantate con Domenico Modugno. Ma quale blu dipinto di blu. La vostra vita è terragna e assai grigia. E io darei pure una botta in testa ai Negramaro e a quel Sangiorgi. Meraviglioso?

Ma è uno scemo retorico a iosa.

Date un po’ di rhythm alle vostre Soul come il mitico Ray Charles. A proposito, Ray, visto che era cieco, usava montature speciali della Ray-Ban oppure i suoi occhiali neri li indossava solo per darsi un tono di sintomatico mistero da Franco Battiato?

E la dovreste finire di cercare perennemente il vostro irraggiungibile centro di gravità permanente. Recandovi dagli psichiatri. Dei tromboni che vi rifilano solo delle pippe e fumano tutti la pipa a mo’ di poseur e imitatori di Freud.

Non impressionano nessuno. Vi diranno che siete depressi quando invece, onestamente, siete solo dei cessi. E presto, se non vi darete una mossa, prevedo lungimirante da uomo che ha appunto la lunga vista, eh già, una vostra vita neppure pazza da Qualcuno volò sul nido del cuculo, bensì sanamente ficcata nel loculo con tanto di alberi cipressi ad allietare l’atmosfera funebre. Cioè, più che deprimenti, siete dei morti dementi.

Siate invece amanti dell’horror e delle super fighe come Anna Falchi con le sue bocce mastodontiche, siate spumeggianti, ancora naturali e, sboccati, sbocciate. D’altronde chi se ne frega se siete stati bocciati, siate investigatori dei vostri incubi come Dylan Dog, ovvero Rupert Everett. Dellamorte dellamore!

Non fate gli schizzinosi. Dateci dentro.

Conosco gente che si è rovinata da sola la giornata soltanto perché le si era otturato il bidet. Be’, tutto qua il problema, merdosi? Basta prendere l’Idraulico Gel.

E questi laureati che non sanno manco parlare in italiano? Parafrasando Totò, ah sì, avete carta bianca per dettare legge sulla gente debole? E spazzatevi il culo!

Non fatevi fottere dagli psichiatri. Questi sono degli ingannatori e vi gettano fumo negli occhi, oltre a imbottirvi di farmaci che provocano vostri spaventosi cali della libido.

Sì, abbasso quell’idiota di Salvini, abbasso i nazisti, i fascisti, gli edonisti.

Io sono uno scrittore che leggono dieci persone, tu un disoccupato? Tu sei avvocato e tu invece non sei altolocato?

Ricordatevi, luridi figli di puttana: la vita è una sola, non ci sarà nessun paradiso dopo la morte.

Evviva i Blues Brothers perché loro vogliono vederla secondo le loro teste di cazzo. Sono fratelli forse gemelli di Roddy Piper di Essi vivono mentre voi, sofisticati dei miei maroni, acquistate le lenti a raggi x per fare poi come Alvaro Vitali, cioè per adocchiare ciò che sta sotto la sottana delle vostre supplenti di religione con le lentiggini! Siete lentissimi. Continuate nella notte di San Silvestro a mangiare le lenticchie. Sperando che il prossimo anno andrà meglio. E in un ano dolce, forse di Titti, che va invece dritto, strepitosamente infilato il salato zampone filante. Polentoni! E impotenti!

Lo so, vi tengo d’occhio.

E il mezzo pervertito sarei io, ipocriti e porconi?

Avete proprio scassato la minchia.

Senza soldi come farete ad andare avanti? Intanto pensate al didietro. Ma non rimuginate sul passato che v’ha trombato.

In un modo o nell’altro ce la faremo. Eccome. Basta con le vostre menate! Andate a darlo via, ah ah.

Io invece, assieme a mio fratello, danzo bellissimo come un indemoniato focosissimo.

Sì, io ballo pure il twist e mangio il Twix.

Ti dà fastidio?

Evviva gli orfani, sono in missione per conto di Dio. Basta anche col catechismo e le finte suore!

Coi bacchettoni! Io mangio nel mio banchetto, libero da ogni sporco branco e da ogni falso bianchetto, io sbacchetto.

E non mi chiuderete il becco!

Questa vi dovete beccare.

Sennò ve le suono in maniera ficcante!

di Stefano Falotico

Benvenuti a Marwen, che film!


08 May

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Manhunter in Blu-ray Limited Edition, parola di Marion Cobretti con tanto di Ray-Ban


22 Apr

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Sì, me lo sono già pre-ordinato.

Vi racconto questa.

Da tempo immemorabile, sono tormentato da uno psicopatico.

Questa è stata una delle mie risposte all’ennesimo suo affronto da pavido cornuto:

– Non è che mi fai la fine di Tom Noonan di Manhunter?

 

Lui, incazzatissimo, ha replicato così:

– Ora, ti ammazzo!

 

E io:

– Ecco, vedo che sei già Dente di fata. Mi spiace.

A questo punto, guarda, non so come aiutarti. Chiedi ad Hannibal Lecter.
Lui:

– Io ti mangio vivo!

– Sì, io e Clarice Starling adesso però andiamo a mangiare una bistecca al sangue al ristorante. E poi anche altrove.

 

Dopo questa risposta, costui è ora in un centro psichiatrico giudiziario ove mangia pane integrale e insalata perché ha dato troppo di stomaco.

Il suo compagno di stanza è Michael Rooker di Henry.

Ho detto tutto.

Cobra è veramente una stronzata se paragonato a questi capolavori da me appena succitati.

Ma più passa il tempo e più sono uguale a Stallone.

Sì, per anni il fuori di testa sopra menzionatovi ha pensato che io fossi pazzo.

Finalmente, con molto ritardo, ha realizzato che il matto è lui. Il fatto è che continua ad avere dei dubbi. Insomma, è pure scemo. Secondo voi, come la prenderà? Sì, la prenderà molto male, però da me lo prende sempre benissimo.

Ah ah.

Ecco cosa succede se un demente vuole rivaleggiare con uno che la classe di Anthony Hopkins.

 

di Stefano Falotico

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Il Joker Marino, un personaggio da manicomio e anche da Kurt Russell di The Christmas Chronicles, coi suoi con(s)igli per gli acquisti di Natale


01 Dec

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Ebbene, fratelli, cantiamo?

Mettete su la musica. E tu, panzerotto di Steven Van Zandt, spingi con quella chitarra!

Dai, su. Alimentiamo la movida.

Questa vita è stata una corrida e io sono sia il torero che il toro scannato, sono McConaughey di Dallas Buyers Club e ho sconfitto ogni falsa diagnosi. Forza, rodete, son da rodeo! Erode, pigliatelo in quel posto! Dai, mettete quest’Erode sulla croce. Ha finito di calunniare. Cristo santo!

Ecco, ora che ci siamo dissanguati in un bel ballo da lupi, sediamoci. Perché ho da proporvi degli acquisti.

Ché poi saranno i miei. Tanto voi di Cinema e anche di donne non capite un cazzo.

Quindi è fiato sprecato e sarebbero soldi buttati via.

Ho due copie in Blu-ray di C’era una volta in America. Chi ne vuole una? Tu le vuoi tutte? No, allora farai una fine peggiore di Max e Noodles.

Di una me ne devo liberare. È ancora incartata. Sì, è dislessica. Tu, liberati della tua, tutta ingessata. La tua non la prendo manco se me la regali. Ché questa t’ammoscia. Ma mi manca quella della versione doppiata da Stefano De Sando e Luca Ward.

Ecco la mia letterina a riguardo:

caro Babbo Natale,

sotto l’albero voglio questo “Indimenticabili” per potermelo sparare e gustarmi ogni goliardata leoniana.

Vedi di non fare il cazzone e ficcami tutto nel caminetto. Sì, come Bob De Niro con Elizabeth McGovern. Un’irriconoscente. Lui per tutta la vita le ha dedicato cantici dei cantici e lei fa ha fatto, esigente, la cagna. Con questa bisogna essere erigenti! Basta con le poesie, tanto non apprezza la sensibilità. Vuol essere trattata da troia?

Quella scena è un po’ “spinta” ma, come diceva De Sica, quando ce vo’ ce co’. Aveva veramente rotto u cazz’.

Tanto l’avrebbe preso in culo comunque. Tutti in quel film lo prendono nel didietro. Tutti, senz’eccezione alcuna. Altro che quella boiata di A modo tuo di Ligabue. La deve finire questo bovaro di cantare sciocchezze.

Voglio anche il libro d’Ilaria Feole, edito dalla Gremese. Mah sì, ci può stare. Sì, secondo me Ilaria ci sta, eccome. Ah, non ci sta? E che deve fare di meglio? Scrivere altre recensioni? Se la godesse!

Poi i nuovi dizionari di Paolo Mereghetti e del Morandini.

Ho tutte le edizioni, Morandini è morto, Paolo è rimbecillito ma la collezione abbisogna di essere completata.

Ho già prenotato la versione restaurata di Eraserhead. Dunque, non sbatterti.

Vorrei però il Blu-ray nuovo di zecca di Grosso guaio a Chinatown.

Ah, soprattutto, toglimi dalle palle i mammalucchi e gli idioti.

Una volta per tutte.

Stanotte, non andrò a letto presto. Anche perché vi sono sempre andato tardi. Che noia la vita giornaliera dei poveri mortali. Io ululo!

Non sono una persona tanto normale. Vivaddio. Che ce ne facciamo dei tonti?

Sono stanco di regredire per compiacere le loro falsità zuccherose.

Voglio farmi crescere il barbone.

Dai, caro Kurt Russell, come diceva Abatantuono in Fantozzi contro tutti, fai ridere questa povera gente che non esce mai dal suo guscio.

Vedi di svegliarla un po’.

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di Stefano Falotico

 

Vampires: cosa è arrivato stamattina? Un porno? Scartiamo il pacco


27 Aug

vampires
Sentite che pronuncia. VAMPaiRS, cioè VEMpairs.


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Vampires

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