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Non dobbiamo elucubrare su chi sia (forse è, forse va da sé) Brian De Palma, ma “su” chi cambia


11 Sep

 

Buon compleanno a un genio “a metà”, forse solo immenso

Brian (Russell) De Palma, missione artista, regista “ridondante”, autoreferenza, Ego centrato, centimetri di sensualità nella Donna, spiata, “voyeurizzata“, spogliata, “scopata” con la mdp, “sorvolata”, ammirata, leccata, platinata, abbellita, adorata, “rinunciata”, “evirata” con misoginia, fatalmente “perseguita”, “stalkingazzata” dalla sua ossessione “perversa”, dalle sue luci rosse, “vulcanizzata” nell’erotico più rosso, “cremisamente” desiderata, respinta, “collantinizzata” dal suo Occhio “gelatina”, “kitsch“, sofisticato, eccessivo, “manieristico”, smodato, “troppo che stroppia”, “ripetitivo”, indagatorio, “fugace”, “sclerotizzato” di stroboscopie, una Donna “microscopizzata” da un’entomologa passione “stuprata”, lacera e persa, sgombra, ador(n)ata, elevata.

Brian De Palma, amico delle avanguardie che hanno rivoluzionato il Cinema degli anni ’70. Compagno di “sbronze” di altri italoamericani che hanno fatto la Storia, Martin Scorsese (gli “rubò” il Rubin “di” De Niro prima che lo Zio lo deflagrasse nell’esistenzialismo “puritano” e “pacifico” di Travis Bickle) e Francis Ford Coppola (come Marty…,gangsterici, e come per Scorsese, appunto, “iniziatore” della mitologia “corleoniana” d’un De Niro “alle prime armi”, eh sì, è stato Brian a scoprire Bob… e a “raccomandarlo” agli altri “padrini”).

Ma a differenza degli altri due, più “sobri” e sempre “se stessi”, Brian ha seguito sempre un percorso tutto suo, anche quando ha girato “per commissione”.

Ieri sera, discutendo con un mio amico su Facebook, da Boogie Nights siam arrivati a De Palma. Vi sembra impossibile? Non lo è proprio. Pigliatevi quella scena (a)ritmata in cui Wahlberg e John C. Reilly sono nella “tana” dell’orco Alfred Molina, e capirete presto che quelle sincronie visive vengono da Scarface, modulate e “scremate” nel gusto lieve d’un Paul Thomas Anderson più geniale del sovrumano che s’è compiuto.

“Breve” lista dei film che non vengono molto amati ma di cui il Genius e Brian De Palma ne siam “vittime e carnefici”. fottendoceli nel “girare” quel “cazzo che vogliamo”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Mission: Impossible (1996)
    L'”Incipit” d’una saga di successo nasce proprio nel “già visto” reinventato di “elicotteri visivi”.
  2. Mission to Mars (2000)
    Perché credere alla NASA che, bugiarda di naso, ci nasconde le “vere” origini della razza umana?
    La verità è la “finzione” dell’immaginazione, su Marte, Pianeta dei sogni proibiti.
  3. Black Dahlia (2006)
    Tutti delusi perché s’aspettavano una trasposizione “fedele” al capolavoro di Ellroy.

    De Palma, al solito, “pensa” anche la Letteratura come più gli alletta. E filma un mistero sospetto, filtrandolo secondo le sue “distorsioni”, anche solo percepite “a pelle”. “Povera stella”.

  4. Redacted (2007)
    Tutto è stato “detto” sugli stupri delle “milizie”.
    Ma forse, ciò che è (dato per… cento) certo, è solo un dubbio che t’angoscia.

Marilyn Monroe – 50Th Anniversary


05 Aug

 

Scocca il 5 Agosto, ed è il cinquantesimo anniversario di Marilyn Monroe.

La rear window End User, il nostro gestore, mi contatta privatamente perché diffonda l’esclusiva “certezza”, attestata da People, secondo cui, sarebbe proprio vero, con tanto di prove, che la Monroe si suicidò.

Dobbiamo credere a People?

 

The story made headlines around the globe: Marilyn Monroe, the world’s most celebrated starlet, had apparently committed suicide. 

 

But many who knew her didn’t believe she’d take her own life, and as the 50th anniversary of her death at age 36 approaches, her tragic end remains shrouded in mystery.

 

In the new issue of PEOPLE, guest writer J.I. Baker – author of The Empty Glass, a new murder thriller based on her death – uses his research and fresh reporting to explore the truth.

A Mysterious Death

On August 5, 1962, Monroe was found dead in the bedroom of her Brentwood hacienda.

 

Toxicology reports showed high levels of Nembutal and chloral hydrate in her bloodstream, and her death was ruled a “probable suicide.” But why wasn’t her body turned over to medical examiners for more than five hours after it was discovered?

 

Forensic pathologist Cyril Wecht tells PEOPLE he has “a strong suspicion she might have been injected,” given the lack of pill residue found in her stomach – but by whom?

 

Why did not-yet-tested tissue samples go missing, along with Monroe’s phone records? And were Jack and Bobby Kennedy, with whom she was rumored to have had affairs, involved?

 

For more questions and answers surrounding Monroe’s mysterious death, pick up the latest issue of PEOPLE, on newsstands Friday.

 

Quale occasione migliore per questo “diario?”.

 

Marilyn, mito inossidabile d’immarcescibili “ossigeni” anche metacinematografici.

A imbiondarci, come la platinata sua chioma schiumosa, di fiammeggiante eternità.

Eterea, perché solo e mai più Lei.

 

 

5 Agosto 1962, uno dei giorni più scioccanti per il Mondo, la sua morte.

 

Oramai, ci siamo tutti “wikipediazzati”, e quindi ne estrarremo proprio tal “memoriale”:

 

Le circostanze della sua prematura morte, dovuta a un’overdose di barbiturici, sono state oggetto di numerose congetture, sebbene il suo decesso sia ufficialmente classificato come “probabile suicidio”. La successiva sparizione di tracce e documenti dalla casa dell’attrice, dove sembra fosse stato anche Bob Kennedy la sera della morte, nonché innumerevoli omissioni e varie incongruenze nelle dichiarazioni dei testimoni e nel referto autoptico, hanno dato adito a molteplici dubbi sugli eventi di quella notte. Tra le varie versioni formulate, la più plausibile vede ipotizzata la complicità dei Kennedy, che vedevano in Monroe, dettasi pronta a dichiarare pubblicamente le loro relazioni con lei, una minaccia per la loro carriera politica.

 

“Sfogliacchiando” questo raggelante “reportage“, mi balza alla mente, angosciandomi, la Dalia Nera, fonte d’ispirazione letteraria, in primis James Ellroy col suo capolavoro macabrissimo, e l’omonimo film d’un incompreso Brian De Palma.

 

Come Dalia, forse, una “vergine” santa ma prostituita alla seduzione del Potere, ch’ella stessa seduceva in ammalianti pose ammiccanti d’impudiche esibizioni sensuali di dolcezza.

 

Il suo cadavere, un terrificante mistero che continua ad affascinare, irrisolto, su cui fantasticare e inventarsi più e più storie. Stessa sorte ingrata affiliata a molti eterni, leggendari, immortalati d’icona ancor più maliarda e invincibilissima nella forza evocatrice, appunto, dell’immortalità di chi è asceso nel Paradiso degli dei.

 

Marilyn, forse non so, non una grande attrice, ma perfetta per la società puritana dell’America sull’orlo delle rivoluzioni sessuali, mangiauomini che ossessionava sol sbirciando di occhi pittati, d’uno Sguardo malizioso travestito da ingenuità bambina. Di svolazzanti gonne per un vedo-non vedo ipocrita, accaldato, guardone, “mansueto” e incantato dalla sua pelle di pesco.

 

Culto infinito d’intere generazioni, pietra di paragone, tutt’ora, per qualsiasi Donna che voglia varcar la soglia della reggia splendente ove aleggiano le divinità intoccabili.

Incarnazione femminea d’ogni podio conturbantemente enigmatico. Impercettibile come un fantasma erotico d’abbagliante splendore, di suo sangue bianco e lucente nelle nostre vene.

 

Così, immagino lo scrupoloso, maniacale e perfezionista J. Edgar, in un’apparizione contemporanea del suo fiuto da tartufo, a gironzolar in macchina per Los Angeles, salire su Mulholland Drive, toccare, timido, le scale del desiderio, entrar “di sottecchi” nella proprietà privatissima della limpida villa di Marilyn, e ammirarla, con gli occhi languidi, perdutamente innamorati, mentre “danza” delfina nella sua ultima doccia.

 

Nuda, si avvicina a J. Edgar, lo bacia e gli consegna la “dinamica”-dinamite della sua morte.

 

Edgar annota sul taccuino l’allucinante, inconcepibile retroscena, spaventoso, glacialissimo.

Poi, la saluta, porgendole un occhiolino color benedizione.

Sale sulla sua cabrio, ingrana malinconicamente la marcia, si ferma vicino al “dirupo” della collina dei sogni, brucia una sigaretta amara tra i bagliori ardenti del sottostante panorama liquido di gorgoglii brillantemente artificiali, e “lancia” al vento la verità.

 

Incamminandosi nel noir omertoso di chi troppo ama la Bellezza per sporcarla…

 

E, con una smorfia corrugantemente (ir)ridente, svanisce nel traffico del Mondo, come Lei.

 

 

A 50 anni dalla misteriosa morte, Stefano Falotico “formula”, non solo le ipotesi, ma un suo lynchiano video inquietante “dietro le quinte”.

 

E sbirciamo anche un “Noir Nightmare…”.

 

(Stefano Falotico)

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