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The Judge giudica i critici, non solo di Cinema, e decreta qui la più grande provocazione di tutti i temp(l)i


03 May

thornton judge

Quando pensi di avere a che fare con un personaggio pasoliniano e invece ti trovi di fronte il nuovo Pasolini che ti risveglia dal letargo del tuo tristissimo pisolino e…

Sì, non per essere disfattista ma questa società è giunta al suo collasso psico-emotivo.

Strozzata, violentata, angosciata, anestetizzata dal perpetuo buonismo di facciata che, indefessamente, si perpetua ostinato a portare avanti valori falsamente democristiani, invero professanti solo quella cattedratica, noiosa cultura appunto da professori asmatici.

Frustrati. Poiché, respirando oramai soltanto nelle ammorbanti pillole di saggezza dei loro libri vetusti privi di ogni vitale venustà, tali invertebrati sanno soltanto dire che i giovani senza spina dorsale odiano il mondo e andrebbero educati con ferrei, castranti, pragmatici trattamenti stupidamente demagogici.

I professori, ah ah, gentaglia che si dichiara superiore rispetto a chi insegna nelle scuole inferiori ma della sua superiorità è insipiente nella sua stessa sapienza ben teorizzata ma soventemente mal applicata.

Ché accusano di demenza il prossimo, gridandogli che alla nascita gli hanno asportato i testicoli ma in verità son loro quelli che ragionano innatamente senza testa. Che siano dannati e perciò condannati!

Povera questa giovane generazione combattuta se essere come i genitori, appunto, universitari docenti delle regole piccolo-borghesi di come si dovrebbe stare al mondo, oppure se intraprendere quella loro vivaddio capricciosa voglia libertaria desiderosa di una società più livellata ed egualitaria.

Sì, questa gente ha soltanto, con la sua retorica spicciola, con le sue sinistroidi manifestazioni sterili, alimentato il disfacimento odierno, ha solo aumentato il visibile disagio sociale che loro stessi poi reiterano dietro sconce bugie, ché essi stessi, agendo ipocritamente, anneriscono la vita tutta, nascondendosi nelle barricate dei privilegi acquisiti, con la pedissequa frase moralmente pedagogica:

vedete di crescere!

Growing Up, sbandierato ai quattro venti è il motto di chi, spesso trovandosi di fronte a malesseri e rabbie giovani troppo ingestibili poiché sinceramente talmente veritiere da essere rinnegate dalla mentalità culturalmente più fascista, farisea e biecamente obliante la realtà evidente, in maniera coatta attiva schizofrenici atteggiamenti figli della falsità più bigotta e oserei dire psicotica.

L’emarginazione è la prima mossa compiuta da questa gente autistica e incompiuta che non vuole sentire ragioni e, dunque, si dimostra pure sorda. Tacendosi nel mutismo del silenzio chiamato omertosa indifferenza mesta. Tornassero queste persone a fare i compiti. A chi la raccontano? Io non ho da dar loro conto.

Non vi offenderete, vero, miei cinefili se ribadisco che il Cinema di Kubrick m’ha stancato. Kubrick era un uomo che soffriva di molte fobie. E, a solipsismo del suo monumentale ego fanaticamente mentitore dei suoi limiti, allestiva film nei quali sfacciatamente voleva far credere che la sua misantropia fosse sinonimo di genio assoluto. A teorema del suo suprematismo mentale.

Sì, fra lui e von Trier, non so chi possa essere più antipatico. Salvo Kubrick perché von Trier non girerà mai un film davvero sanamente cattivo e non provocatoriamente cretino come il suo Cinema d’aria fritta, ovvero Arancia meccanica. L’unico capolavoro di Stanley. Gli altri suoi film, non me ne voglia dalla sua pietra tombale, sono formalmente magnifici ma sostanzialmente, anzi, sostanziosamente freddissimi, sono le creature mostruose simili ai Gremlins appunto partorite da un uomo e da un regista che disprezzava gli altri uomini. E odiava a morte il loro potere spermatozoico appunto vitalistico.

Anziché accontentarsi però della sua vita appartata in Inghilterra e della sua villa da gabbia dorata con lui murato vivo, di tanto in tanto usciva di casa e, per la Warner Bros, realizzava scorbutiche pellicole da istruttore giudice asociale.

Abbiamo e avevamo davvero bisogno di Orizzonti di gloria e di Full Metal Jacket per sapere che la guerra è un orrore da Apocalypse Now? Questo, sì, un grande capolavoro poiché immaginifico, lisergico, passionale. Sentito, bruciato dentro, esplosivo, dinamitardo!

Non una compilation di bellissimi discorsi da maestrino tardissimo.

Barry Lindon? Sì, ottima la fotografia pittorica ma, onestamente, oltre alla luce naturalistica dei candelabri a olio e dei lumicini fievolmente cangianti su flash seralmente dardeggianti, questo film è soltanto uno spudorato manifesto da ingenuo neolaureato in Scienze della Formazione.

Quasi quasi, nella sua ruspante veracità toscana, è quasi meglio Genitori & figli – Agitare bene prima dell’usodi Giovanni Veronesi.

Autore di un trittico sentimentale-erotico peraltro decisamente una spanna sopra Eyes Wide Shut, ovvero l’indimenticabile trilogia Manuale d’amore con tanto di Bob De Niro, nel capitolo 3 finale, che si fa prendere per il culo da Michele Placido! L’insegnante di Mery per sempre.

Sì, con quest’opera oserei dire magna, il Veronesi ha creato davvero una tragedia greca perfino shakespeariana a base di corna e cornetti con la crema, a base di cantucci alle mandorle degna dell’Arena di Verona.

Con Laura Chiatti che si strugge per il Riccardone Scamarcio sulle note di Morgan. Manco in Beautiful abbiamo sfiorato una tale intensità drammatica.

Vetta davvero sublime, inarrivabile della nostra italianità più nietzschiana da 2001! Da campioni del mondo di Calcio, solo di quello, con tanto di grido isterico di Tardelli e applauso commosso di Pertini.

Anche se il primo film di questa sega, no, saga iniziò nel 2004.

Sì, Veronesi aveva visto oltre lo spazio-tempo come il bambino di Shining!

Ah ah.

Sì, ho guardato The Judge.

Non un capolavoro, certamente, ma un signor film. Poi, ho acceso la tv e ho visto il trailer de Il grande spirito con la “crème de la crème”, col fiore all’occhiello, oserei dire, dei nostri fenomeni di razza: Sergio Rubini, Rocco Papaleo e, last but not least della lista, Bianca Guaccero!

Dunque, stamattina ho letto la notizia secondo cui il nuovo film di Checco Zalone, Tolo Tolo, avrà l’uscita posticipata ma rimane il film più atteso di tutti i listini.

Ho detto tutto…

Sì, io sono il più grande critico della storia.

Le persone si criticano a vicenda e tutti vogliono dire la loro sull’Arte e sul Cinema tutto.

Solo io posso, in quanto non giudicabile, poiché incarnazione del penalista severissimo Billy Bob Thornton, appunto, di The Judge. Sadico ma soprattutto nei miei confronti masochista.

Molte persone su di me hanno sbagliato e, per quanto possa discendere alle ragioni che le hanno indotte a un omicidio involontario così clamoroso, penso che nessuno sia al di sopra della legge.

Nemmeno me stesso poiché io sono Dio e quindi così è, la seduta è tolta.

Ah ah!

Io vi assolvo, vi benedico e adesso, come Billy Bob, vedo se riesco a riconciliarmi con quella figona di Angelina Jolie. Visto che Brad Pitt, fortunatamente, si è tolto dalle palle.

No, ci ho ripensato. Ora Angelina è più anoressica di me in The Judge.

Ah ah.

Deve, prima di poter avere il privilegio di baciare le mie labbra, rimpolparsi perché sono oggi questo e domani quest’altro:

 

 

thornton u turnbabbo bastardo thornton

In veritas vi dico che rimango, nonostante tutto, l’unico avvocato che non è riuscito, malgrado il bene che vi voglio, a difendervi adeguatamente.

In molte cose ho sbagliato nella mia arringa arrabbiata ma la vostra versione non regge. Mi spiace.

Ed evviva colui, cioè sempre io, che è lontano dal gregge e dai b(r)anchi di ogni scuola moralistica!

Dunque, se qualcuno in aula ha fatto finta di non sentirmi perché pregustava già il divertimento nell’aiuola là fuori, io non giudico nessuno ma comunque giudico tutti.

Sono un uomo che ha giudizio.

Questa è la Legge del Signore. Ma, per piacere, non chiamatemi signore.

Sono ancora molto giovane.

Ho una vera figa, no, volevo dire una Vera Farmiga che mi aspetta, mie formiche.

Sua figlia però è meglio.

Perché, come diceva Totò, la serva serve…

di Stefano Falotico

farmiga judge

 

thornton jolie

judge

Gli ilici, gli eolici, gli ellenici, i ciclopici e il mio cam(m)ino agnostico


09 Dec

THOR

 

Ebbene, secondo la dottrina gnostica, detta gnosticismo, da non confondere col mio ambiguo agnosticismo da uomo che soffre agli occhi altrui di “gnomismo” ed elefantiasi quando invero ama il suo titanismo, non corruttibile da nessun falso credo ideologico, ecco, secondo questa “branca” l’umanità si dividerebbe in tre distinte categorie: gli lici, gli psichici e i pneumatici. Ora, prima di spiegare nei dettagli in cosa consistano questi tre “elementi” differenti, dobbiamo appellarci alla Treccani: si può dire sia gli pneumatici che i pneumatici?

È corretto dire e scrivere “lo pneumatico” e “gli pneumatici” (e, con l’articolo indeterminativo, “uno pneumatico” e “degli pneumatici”) ma va avvertito che siamo in presenza di una situazione in cui la regola grammaticale si vede contesi primato e autorità dall’uso vivoRicordiamo che, davanti ai nessi consonantici complessi… la norma prescrive l’uso di lo/gli e di uno/degli…

Insomma, si può dire in entrambi i modi, e sicuramente gli ilici appartengono a quel genere di persone che non sono mai state sfiorate da questo dubbio. Come la mia vicina di casa, bolognese DOC che continua a dire l’orrendo, scorrettissimo LO suocero al posto de IL suocero. Ma è cattiva usanza della sua cattiva educazione linguistica provinciale, e del suo appartenere appunto alla categoria ilica.

Quindi, chi sono gli ilici? Etimologicamente la parola ilico deriva da hyle, terra, quindi l’ilico è un terragno nella sua definizione più “brutale” e repellente. Una persona attaccata ai valori insomma più bradi e materialistici…

Da un sito abbastanza esplicativo in merito alla “questione”, copio-incollo le tre definizioni… apportando un paio di correzioni…

La stragrande parte dell’umanità è costituita dagli Ilici…

Essi nascono, si riproducono e muoiono, vivendo come gli animali, vittime delle passioni: sono schiavi dei pensieri che nascono nella loro mente e degli istinti più bassi.

Ira, odio, invidia, gelosia, cattiveria, avidità etc… si alternano nella loro mente e li dominano completamente.

Non hanno nessun controllo sui loro istinti come la fame o il desiderio sessuale e sono freneticamente sempre alla ricerca del loro piacere personale.

Vivono come se non esistesse la morte in una affannosa ricerca di piaceri e beni materiali.

Sono attaccati al proprio io e vedono “l’altro” quasi sempre come un nemico. Spesso sono capaci di atrocità e crudeltà verso i loro simili e gli altri esseri viventi.

Quando l’uomo Ilico muore, non resta più alcuna traccia di lui, scompare nel nulla.

Una piccola parte dell’umanità è invece costituita dagli Psichici.

Questi esseri umani hanno la capacità di dominare le passioni e i bassi istinti, ma non ne sono completamente liberi.

Hanno la possibilità di indagare le leggi della natura e di comprendere, almeno discorsivamente, le verità superiori.

A differenza degli Ilici, schiavi delle proprie passioni, sono dotati di libero arbitrio: possono scegliere tra il bene e il male e quindi hanno la possibilità sia di estinguersi come gli ilici che di salvarsi.

Le loro forme religiose, qualsiasi esse siano, sono indirizzate al Demiurgo e, come Lui, non hanno nessuna conoscenza o intuizione del mondo superiore.

Dopo la morte, se avranno scelto il bene, non si estingueranno.

In numero ancor più limitato sono gli uomini Pneumatici, spesso definiti semplicemente Gnostici. Questi uomini sono consapevoli che questo mondo è il regno del male, lo disprezzano e non si occupano delle sue vicende.
Definizioni comunque generiche e un po’ alla buona ma che ai profani in materia credo abbiano parzialmente reso l’idea.

Sì, la maggior parte degli uomini sono Ilici. Sempre preoccupati della loro apparenza, che abominio (!?), vanamente ambiziosi a issarsi e crocefiggersi nella vanità più appariscente e interiormente vuota, vivono come se mai dovessero incontrare la morte e quindi volgarmente calpestano la bellezza, rendendosene schiavi solo quando possono profittarne per vantaggi biecamente personali. Pensiamo a molti produttori di Hollywood. “Designano” una bella donna e le forniscono onori, gloria e una lunga, “prodigiosa” carriera, “usufruendone” a due scopi, quello di scoparsela dietro lerci ricatti psicologici e quello di far soldi attraverso la sua avvenenza, illudendo altri ilici, gli spettatori (in)sensibili, che di quella donna voglion invero “profittarne” solo per contentare le loro voyeuristiche voglie capricciose che loro pensano siano frutto di “pura” ammirazione.

Gli ilici sono smaniosi, ossessionati dal tempo, dalle rughe e dalla “rispettabilità” sociale, prodigandosi scimmiescamente per godere di fintissimi valori che loro credono siano gli unici possibili e incontestabili. Non sono capaci assolutamente di astrarsi dalla realtà, di trasfigurala con l’immaginazione fervida e pindaricamente creatrice, di reinventare il mondo, perché abdicano soltanto all’edonismo opportunistico del vivere tutto, anche le loro emozioni, in superficie. In poche parole, l’umanità è formata da psicopatici inconvertibili. Ah ah. Ossessionati da sé stessi e dal maniacale sesso, afflitti da quella che è solo una loro povertà morale che loro invece vivono, nella loro immane stortura mentale, come concretezza ineludibile, non dobbiamo neppure compatirli altrimenti andremmo ad alimentare ancor di più anche le loro (non) vittimistiche immodestie, le loro arroganti superbie, la loro innata mostruosità, la loro aberrazione, i loro continui, osceni desideri carnalmente cannibalistici di rivalsa e assurda competizione. Essendo così aderenti a una realtà egoistica, che soddisfa solo i loro istinti volubili e affamati di sporco, infame godimento, a noi fatuo, illusorio e meschino, non capiscono il senso della vita, e scambiano gli eletti, i sani, per pazzi, quando della loro estrema, spettrale follia sono totalmente incoscienti. Ma, si sa, nell’impazzimento di massa e nel porcile di questo mondo ancorato all’idolatria della plasticità, della vuotezza emozionale, incapace di sentire e provare empatia, in questa glaciale aridità malata di volubilità, gli ilici sono la razza dominante.

Gli ilici sono in ogni dove e noi, re dei nostri tonanti colpi di fulmine, che c’inducono ad amare imperterritamente la straordinaria bellezza del mondo nelle sue magnifiche rivelazioni, d’infatuarcene e renderlo altissima poesia, dobbiamo allontanarcene quanto prima se vogliamo ambire all’estasi e all’adamantina salvazione dell’anima e della coscienza.

 

Sì, molti dicono che io sia megalomane quando invero sono soltanto un artista realista, romanticamente obiettivo e lucidissimo, un uomo a cui capita, talvolta, di andare in macchina e sentire… un(o) pneumatico sgonfiarsi perché un ilico l’ha bucato nella “pienezza” del suo incurabile stronzo.

Uomini savi, inseguite la retta via del giusto cammino e a Natale bruciate il fuoco nel camino così Babbo Natale si arderà il culetto.

 

E abbiate le corna in testa. Sì, i cornuti sono più cazzuti e cazzoni, in ogni sen(s)o. Lo sapeva la Portman che con quello volava alta. E qui sono ilico, probabilmente eolico, Dio del vento, anche se le donne dicono che sono re del loro ventre. E, nel mentre, non fidandomi di nessun mentore, so che della mia vita e delle mie (s)fighe non mento eppur di quelle scopate la mia mente non rammenta.
Vado ora a bollire le cicorie, mie capre, pecoroni e pecorine. E tu, caro Eolo, vuoi un po’ di sale mio in zucca o preferisci l’olio?

 

di Stefano Falotico

Billy Bob Thornton, il cattivo di Fargo, a fartelo!


21 Apr

 

Ora, non so se avete già visto il pilot della nuova inne(r)vata serie Fargo, “tratta” dall’omonimo capolavoro dei Coen. Una serie che si preannuncia stratosferica, nel senso anche meteorologico delle nostre emozioni, inaridite da tanta freddezza contemporanea, nuovamente, vigorosamente “ustionate” da tal freddo polar camuffato da “franchise” tiepidamente cinico e “umorista”. In realtà, già un altro capodopera attoriale di Billy Bob Thornton, perché è lui che “firma” l’emozionalità “agghiacciante” di tal serie col suo personaggio glaciale, un lupo notturno dalla spietatezza da farti rabbrividire in tua pelle che si stava “accapponando” perché tua moglie, quella brutta grassona, ti rinfaccia che sei un perdente e non sai nemmeno scoparla come “caldo” vorrebbe dell’uomo che non deve chiedere mai…

La “vittima” di Billy è Martin Freeman, modesto, sfigatissimo impiegatino fantozziano su movenze da Rick Moranis che fu di Mel Brooks e Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi. Con l’aggravante che, a differenza di Rick, non ha nemmeno il dono dell’autoironia su cui far leva per risultar almeno simpatico. No, una “merdina” immane e oltre le più pessimistiche immaginazioni, un pessimo topo che se la fa sotto terribilmente e s’è accontentato d’un lavoretto in un’agenzia di scartoffie perché non vuole proprio ammettere di essere loffio, lento, patetico, un bugiardo cronico, buono a nulla se non a raccontarsi frottole di alibi per fuggire da una realtà ove viene e verrà, per il suo modo immutabile d’essere un irrimediabile loser a 360 gradi, nel sedere preso in giro a “raffiche di vento” degli equilibri psico-emotivi che tenterà goffamente di rinsaldare sempre, con risultati ancor più controproducenti, semmai acquistando in libreria il classico manuale per i coglioni in cerca della rivincita “esistenziale”. Che ne so, roba scritta da una “strega” dell’Antartide, quindi una che, come lui, si fa passare per “veggente”, “dotata” di eremitica “saggezza” trascendentale delle vette della coscienza, abitando i monti alti del farsela fra le mutande “intoccabili”, abbrustolite solo vicino al camino-fuochin-fuochello e dalla sua gattina ammuffita a coccolar un cagnolino tutto l’an(n)o, per non guardarsi allo specchio e spararsi in bocca una volta (per tutte) che constaterà di essere solo una racchia mondiale, una babbiona ripudiata anche dallo Yeti, il mostro che vorrebbe, di ne(r)vi dinanzi alla sua faccia orrenda, “vergarla” di botte “a valanga” . Sì, un libro “aiutante” la sua autostima “raggelante” per l’uomo infreddolito a causa delle troppe “freddure” che è costretto a ricevere ogni giorno. Sapete? Quelle battute secche, davvero abbattenti, ah ah, che fan più male di un pugno in faccia schietto. Quelle spiritosaggini a doppio taglio a cui sarà giocoforza obbligato a reagire soltanto con un altro fottuto… sorrisino di circo(stanza). Non può fare altro? Non ha speranze uno così. Sa lui stesso che ribellarsi significherebbe soltanto perdere ancora di più.

Ma in città arriva Billy a spronarlo. Il classico uomo “nero” che lo fa nerissimo a tutti. Se qualcuno lo provoca, lui semplicemente lo ammazza. Se la polizia lo ferma per chiedergli patente e libretto, lui consiglia al tutore dell’ordine di tornare a casa per aiutar la figlia a finire i compiti. E gli “tira” su il finestrino senza batter ciglio, con l’implicito messaggio “Prova a deviarmi dalla mia non retta strada, e ti entrerò nel retto di gal(l)er(i)a”.

Come dire… non me ne può fregar e “frenar” di meno, altrimenti riceverai “botte” di neve a rinfrescarti le idee, pretaccio, e mani a tuo p(up)azzo che arrischiò così tanto per volermi sbarrar la via. Meglio le mie catene da atarassico emotivo che finire incatenato negli ingranaggi ammortizzanti della società ricattatoria con le sue ipocrite reprimende da “Vai piano e vai sano”. No, andando lenti, si diventa solo tonti.

Questo è Billy Bob.

E in tutti questi film qui sotto, in un modo o nell’altro, è sempre uno stronzo. Nessun tempo gli sarà “variabile”. Non cambia, solo il cambio della quinta ingrana e ti “asfalta”.

 

Corteggiamento “altamente” Poe-tico e “natalizio” di frizzi e “lazzo”


21 Nov

Sono il DiCaprio italiano, tutte vogliono “accalappiarmelo” ma non calcolano quelli loro “renali”. Sì, io spacco solo le reni, e guido le renne da Babbo Natale, infilando nei camini il carbone “ardente”

Ieri pomeriggio, ero seduto al parco, e stavo spipacchiando su una panchina. Al che, attirata dal mio Sguardo “semifreddo” d’Inverno in prossimità vicinissima (eh sì, quando scocca il 21 Novembre, “tutto” si scioglie “rigido”) sulle sue emozioni erotiche del caldo che fu, ora rugiada color “ghiacciolo” della sua pelle raggrinzita, una vecchietta s’avvicinò, tentennò un po’, quindi “felpatamente” (eh sì, era coperta di lana a celar le vampate d’un calore mal celato di “gelata”) ci provò, attentando alla mia gioventù.

La “donna” matura è attratta dal ragazzo “duro”, inamovibile dalla sua posizione pensierosa da artista senza “cazzi” per la testa. L’intellettuale, razza a cui m’affilio salvo quando affilo i dentini divorando i “cucciolotti”, ha il permesso al “più non posso”. Potrebbe cadere il Cielo e io rimarrei fermo, sedentario, e neppure Dio potrebbe “insederarmi” per smuovermi con fulmini saettanti sul mio bel aitante, d’alito evaporantissimo color fumetto qui in mezzo alla folta vegetazione della mia “fauna”. Sì, faine, infarinatevi il cervello per risalire alle “regioni scure” dell’enigma “faloticante”, siete solo infanti che osservate di “malocchio” e poco ve “lo” baloccate. Sappiate che, in città, son già cominciati gli addobbi natalizi, dunque non siate in pena perché, in vena di “presente”, elargisco ivi voi le vostre statuine del presepe. Dicesi regalino per altre papaline e pappette del vostro cervellino impappinato.

1) Ogni impiegato riceverà sotto l’Albero la foto di Belén Rodriguez, col suo ammiccamento-sciosciamento per il linguino del ragionierucolo che, prima di “90º minuto”, (intra)vedendola di tette debordanti nello spotbody della Tim, pensa sempre: ah, come insaccherei di palle, infilandola a novanta. Mi licenzieranno per “fuorigioco”, ma sarò acclamato dalla tribuna, a “osannarmelo”.

2) Il ragazzino del “liceo” classico “Manzoni vien dal mare” invece sarà premiato di tale “promozione”: “Dopo ripetizioni e vari peti in aula incontenibili, ammettiamo che deve essere ammesso. Dunque, ora può immetterlo all’insegnante sua, suinissima, che si dà arie da professoressa, ma la vuole solo rossa.
Una volta laureato in “scienze” delle “comunicazioni”, potrà ricevere il “visto” per poter girar il “film” di tal commercio “pubico”: La teacher attizza gli adulti che, infantilizzati, da questa “fertilizzante-attizzante-rizzante”, s'”annoieranno” da una vita “raddrizzata”.

3) Alla “donna” che legge i romanzi “sentimentali” (in realtà ama “spompinarli”) invece, appunto, una mia lettera d'”amore”, di cui vi illustro i passi più “sal(i)enti”:

donna tu e uomo io, troia tu e anche tua zia, ove va il toro, io lo scorno, eppur metto le corna.
Tu adori il “pandoro” e “tutto” te lo magni, alleluja ma evviva il lupo, leggerai invece Allan Poe Edgar, perché sarò il tuo “dorato”… “culo” peggiore.

Il suo fidanzato risalirà i venti polari per “farmelo” al Polo Nord, ove me la spasso nell’oblò. Sì, meglio l’oblio dei vostri oboli.
Ma, giunto a destinazione, troverà la sua amante che fa la “pesca” dei “salm(on)i”.
E, allucinato e irsuto di rabbia, chiederà: – Posso fare anch’io l’orso forzuto nel marsupio?

Tornando alla vecchia e a me, “panchinaro: come andò finire?
Beccatevi questa foto che “salta” all’occhio.
Già, fu un bacio con la lingua o tal quesito? “Eccolo”, tutto mostrato e “mostruoso”: – Che cazzo vuoi, babbiona? Ficcati il “Babbo”, si chiama “spaccartela” in due…?. Tu che dici?.

Sì, non “scasserà” più…
“Cosa” voleva “incassare?”. Si beccò solo l’incazzato!

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Babbo Bastardo (2003)
  2. Soldi sporchi (1998)
  3. Assassini nati (1994)
  4. The Wolf of Wall Street (2013)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)