Posts Tagged ‘Beverly Hills Cop’

Il Cinema è forse peggiorato perché non abbiamo più grandi anime come Michael Cimino e molti giovani non sanno chi siano Eddie Murphy e Mickey Rourke


21 Nov

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Sì, Eddie Murphy sta con una bionda che potrebbe fare la pornostar. Ma non è da una sciacquetta a fianco che si giudica un uomo.

Dubito infatti che Paige Butcher, attuale compagna di Eddie, quando conobbe Eddie, semmai a una festa, conoscesse tutti i film interpretati, antecedentemente, da Eddie.

Basterebbero tre titoli degli anni ottanta per capire che, a prescindere dal suo straordinario ritorno in Dolemite is My Name, Eddie è uno che ci sa fare…

Vi vorrei servire stasera, per cena, Beverly Hills Cop – Un piedipiatti a Beverly Hills (di cui, peraltro, presto Eddie girerà il tanto sospirato quarto capitolo), 48 ore e ovviamente Una poltrona per due.

Alla soglia dei sessant’anni, Eddie si può permettere di andarsene in giro con una che potrebbe essere sua figlia, che dico, sua nipote e guida la Mercedes come un gagà uguale a Donald Trump.

Lui può, voi no.

Sì, Eddie ha vervesavoir-faire, è un uomo che mette pepe, un uomo brilliant.

Un uomo che fa ridere. Alle donne piacciono gli uomini che le sappiano far ridere.

Pensiamo a Caroline Kava/Connie White dello splendido, irripetibile L’anno del dragone, firmato dal mitico e compianto Cimino Michael.

Stanley/Mickey Rourke la tradisce con Ariane…

Lei è distrutta, Mickey rovinò tutto.

Avete mai visto questo film?

Ora, ditemi voi, in quest’Italia ove gli aspiranti attori, anziché frequentare corsi seri oltreoceano di recitazione, pensano che basti essere Mickey Rourke degli eighties, filmandosi gli showreel col cellulare della Conad, manco della Comet, saprebbero mostrare la stessa intensità di Mickey nella scena del capolavoro ciminiano succitato quando i criminali, capeggiati dal malfattore John Lone, gli ammazzano la moglie sotto i suoi occhi.

Prima, Stanley litiga con la moglie, sconsolato esce di casa, poi cerca di riappacificarsi con lei. Lei piange, dopo di che un manigoldo afferra Stanley da dietro le spalle, a quel punto la moglie avverte il pericolo imminente, in un nanosecondo capisce che suo marito, sì, poiché nonostante il tradimento di lui, è pur sempre suo marito, sta rischiando di morire.

Esplode il suo amore per lui, lui cerca di divincolarsi dalla presa dell’assalitore e, nel frattempo, pur avendo tradito sua moglie, n’è ancora profondamente innamorato o, perlomeno, per lui è qualcosa di estremamente imperdibile.

Capisce che la stanno uccidendo, infatti lei muore. Lui, in preda alla furia scatenata, cerca di rincorrere l’assassino ma lui è già fuggito.

Cioè, in pochi minuti, Michael Cimino, coadiuvato dalle prestazioni di Rourke e di una commovente Kava, è riuscito a realizzare qualcosa che voi, voi comuni italioti, con le vostre pose da teatranti d’avanspettacolo, con le vostre canzonette, con le vostre prese per il culo su Fantozzi e troiate varie, non farete mai.

Come dire che dei beoti dicano al prossimo come si sta al mondo.

 

di Stefano Falotico

Attori bolliti: Eddie Murphy, toccato dalla grazia… trasformava tutto in oro…


12 Jun

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Oggi, è il turno di uno stracotto, iper-cotto, super fritto più di una sogliola, Edward Regan Murphy, nato il 3 Aprile del 1961 a Brooklyn, cinematograficamente conosciuto semplicemente come Eddie Murphy.

Un nero spritosissimo, spuntato dal nulla che subito a inizio anni Ottanta fa un botto clamoroso con due pellicole fenomenali, che diverranno immediatamente dei classici intramontabili, ovvero 48 ore di Walter Hill e Una poltrona per due di John Landis. Film quest’ultimo che, come sappiamo, oramai è un appuntamento fisso e inderogabile della notte di San Silvestro e, almeno qua da noi, è diventato il film per eccellenza che inaugura l’anno nuovo. Come dice Eddie in questo film, con la strepitosa voce del compianto Tonino Accolla e la sua risatina che diverrà un marchio di fabbrica irrinunciabile, bello anno a lei…

Nel 1984, cioè soltanto l’anno dopo, Murphy, che in quel periodo era toccato dalla grazia e trasformava tutto in oro, azzecca un altro film campione d’incassi stratosferico, Beverly Hills Cop di Martin Brest, un film che, se vogliamo giudicarlo col senno di poi, è certamente divertente ma del quale onestamente, ad anni di distanza, non comprendiamo il successo quasi imbarazzante ed esagerato.

Ma Murphy, con questo terzetto, quando ancora non ha, pensate, nemmeno venticinque anni, ottiene tre nomination consecutive ai Golden Globe e s’impone ineludibilmente come uno dei migliori e più brillanti performer del mondo.

Poi, di colpo l’incantesimo svanisce e arrivano subitaneamente i primi flop incredibili, La miglior difesa… è la fuga e Il bambino d’oro.

Ci pensa John Landis ancora una volta a tirarlo su. Girano Il principe cerca moglie, un film che sbanca immensamente, ma del quale personalmente non ho mai capito come abbia potuto suscitare tanto clamore, perché a mio avviso è un film abbastanza noioso e sopravvalutato. Metacritic, in questo, mi dà ragione, e gli assegna un 47% di media recensoria.

Comunque sia Murphy riagguanta il pubblico e lo conquista nuovamente.

Gira Ancora 48 ore, sequel del fortunatissimo suo film d’esordio, e poi tutta un’altra serie di film fallimentari. I distributori italiani affibbiano al film Boomerang il titolo Il principe delle donne, come specchietto per le allodole per attirare il pubblico che aveva amato e idolatrato il succitato film di Landis. Una mossa pubblicitaria comunque irrisoria. Il film è davvero volgarissimo e non fa ridere nessuno.

Poi Murphy esce con uno stranissimo “ibrido” di Wes Craven, Vampiro a Brooklyn, e spiazza tutti, soprattutto il botteghino. Altra pellicola forse incompresa ma micidiale e letale per la sua carriera. Un disastro commerciale e di Critica vertiginoso.

Murphy però sa sempre reinventarsi e l’anno dopo, nel 1996, fa di nuovo sfracelli con Il professore matto, tanto da scatenare dei seguiti. Altra candidatura ai Golden Globe.

E non va malissimo neanche con Il dottor Dolittle. Almeno a livello di pubblico. Ma in verità il film qualitativamente più bello è la geniale commedia Bowfinger del grande Frank Oz, ove duetta meravigliosamente con Steve Martin.

Nel 2002, lui e Robert De Niro credono che basti girare un assurdo film sui reality show e la polizia, un buddy cop movie insomma della Warner Bros, per resuscitare il tema nostalgico della strana coppia da 48 ore, ma il loro Showtime non se lo fila nessuno. Non è poi così disdicevole come si dice, ha ottime scene d’azione e un buon ritmo, ma segna un altro passo falso per Murphy.

Per non parlare di Pluto Nash e Le spie.

Nel 2006 però Murphy stupisce ancora tutti, e ottiene addirittura una nomination agli Oscar come miglior attore non protagonista per Dreamgirls di Bill Condon. Potrebbe essere la volta giusta per rilanciarsi?

Macché!

Arriva nei cinema con Tower Heist assieme a Ben Stiller ma il film non viene affatto amato.

Nel 2016 infine esce con Mr. Church, un film da noi ancora inedito, e per questo suo ruolo riceve numerosissime candidature dalle varie associazioni di critici statunitensi. E il regista Bruce Bersford era uno che un tempo sapeva il fatto suo. Murphy è in forma ma il film non lo guarda nessuno e la Critica lo boccia sonoramente.

Murphy dovrebbe girare, non si sa quando, il seguito de I gemelli con Arnold Schwarzenegger e Danny DeVito, Triplets, e un biopic su Richard Pryor. Ma al momento è piacevolmente in vacanza e se la spassa con la sua bellissima biondona Paige Butcher.

Ma è pazzesco che uno che a soli ventun anni è stato re del box office, dopo circa quarant’anni (eh sì, siamo nel 2018), non si sia più ripetuto a quei livelli.

Abbastanza sconsolante e triste.

Su, Eddie, non hai neanche sessant’anni… hai ancora, visto che la vita media si è allungata, ancora una trentina d’anni per regalarci altre cazzate immonde.

Sarai prestissimo protagonista di Dolemite Is My Name per Netflix. Forza!attori-bolliti-eddie-murphy-04- attori-bolliti-eddie-murphy-05- attori-bolliti-eddie-murphy-02-

 

di Stefano Falotico

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