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SACHA BARON COHEN comeback – Un genius, ma chi è/sarà costui? Mandrake? Si fa presto a dire pirla o solo BRUNO


28 Oct

Sacha+Baron+Cohen+BAFTA+Los+Angeles+Tea+Party+2fHfqg5ciiyl

No, non è un libro di Paolo Rossi. Il comico-cabarettista, non il centravanti omonimo che rifilò tre goal al Brasile nei mondiali di Calcio dell‘82. Ovvero, colui che fece piangere il grande Falcao.

Di mio, feci pena come Sylvester Stallone di Over the Top. Ma, essendo stato soprannominato come lui, Falco, feci piangere anche ogni bullo, Bull Harley e Robert Loggia di turno…

Eh sì, lo sapevate che sarei tornato in splendida forma alla pari del mitico Sacha Baron Cohen.

Quest’ultimo apparentato con altri due fratelli, come lui, geniali. Che sarà però presto, se saranno rispettati i pieni delle riprese, a prescindere dall’invalidante Covid-19, che ha messo in quarantena molte produzioni hollywoodiane in atto, per meglio dire work in progress, sì, immantinente sarà Mandrake, celeberrimo illusionista, forse più esperto di me e dello stesso Cohen, di sparizioni. Diretto da suo fratello (non lo è), ovvero Etan Cohen. Da non confondere con Ethan Hawke e naturalmente con Ethan Coen.

Di mio, fui malinconico come Leonard Cohen. Ma, personalmente, non amai mai me stesso, si chiama disistima. Non amai però neppure giammai una donna facile… da shopping di Coin.

Il famoso detto, in yoga, no, in voga specialmente a Bologna, ma chi sei Mandrake, riferito a una persona pazzesca capace per l’appunto di giochi da The Prestige superiori a ogni bischerata di Christopher Nolan e di David Copperfield, orfano di Charles Dickens, oppure ex assai invidiato di Claudia Schiffer, non è nulla in confronto alle nostre riapparizioni.

Sì, Sacha si perse in molti yacht con donne forse u po’ mig… tt’ come Elisabetta Canalis, cazzeggiando non poco. Sicuramente meno di lei, ah ah.

Fu, forse dalla stessa Elisabetta, annegato nel mare della più abissale perdizione. Affogando nell’oblio del dimenticatoio e annaspando in una carriera in apnea.

Ma, con un colpo di reni maggiore dello stacco di cosce della Canalis, riaffiorò a galla da vero gallo cedrone dopo tante limonate con questa donnona da aperitivi e mille passioni da peperina, riemergendo dalla sua stessa sommersione, probabilmente nell’ex di George Clooney, di Bobo Vieri, sinceramente di mezza Italia da Riccione sino allo stretto di Messina. Con molta più attendibilità, amata da mezzo mondo, credo anche da S. Berlusconi…

Be’, che dico? Mi comporto in maniera provocatoria come il personaggio strepitoso incarnato da Baron Cohen ne Il processo ai Chicago 7?

No, non credo che rappresenti oltraggio, forse ortaggi, alla corte e a Frank Langella il definire la Canalis una bella damigella, una vera principessa sul pi… llo.

Sì, in passato ebbi molta iella e consolai le mie depressioni a mo’ di Nanni Moretti di Bianca, leccando molta Nutella, sì, solo quella.

Fui persino bullizzato a mo’ del figlio di Tommy Lee Jones di Nella valle di Elah. Ma sono o non sono un gigante? D’altronde, buon sangue non mente. Mia nonna materna, purtroppo morta, di cognome faceva David…

Comunque, cara Canalis, le gambe della Gabriella Golia dei temp(l)i d’oro, ah che dea, non si battono.

Datti a Polifemo e lascia stare Ulisse. Però, oh issa, per te onestamente a tutti gli uomini, anche coi talloni d’Achille, r… za. Sì, mi smarrii in un’Odissea ma grazie al mio intuito fenomenale e magico, ah ah, riuscii a recuperare le mie memorie perdute da Lenny Nero/Ralph Fiennes di Strange Days, film odiato a morte da Nanni Moretti di Aprile, ritrovando la mia giovinezza smarrita e, a tutt’oggi, non dimostrando le mie 41 primavere.

Forza su, Baron Cohen è un genius mai visto.

Di mio, posso ripetervi, eh sì, voi dovete prendere ripetizioni da me, che i miei genitori e i miei amici contattarono la redazione di Chi l’ha visto?

Sì, tutti pensarono che fossi un ragazzo perso. Poi, riapparvi e stupii chiunque:

Et voilà, come per magia, rieccomi qua. Visto? Ah ah.

 

Sì, credo che Vasco Rossi, eh già, possa io accusare di plagio, eh eh.

Sì, Baron Cohen ebbe una relazione con la Canalis. Vasco, invece, con la d’Urso.

Secondo voi, infatti, Toffee chi è?

Tornando invece a Berlusconi, anche lui ebbe una relazione con Barbara. All’anagrafe Maria Carmela… Non le dedicò però nessuna canzone. Cantò piuttosto con Mariano Apicella.

Nanni Moretti invece fu Michele Apicella. E, sempre in Aprile, urlò a D’Alema:

– Di’ qualcosa.

 

Ecco, dopo essere per l’appunto scomparso dal mondo… be’, non esageriamo, fui una comparsa, ricomparvi.

Oggi come oggi, ho molti libri all’attivo. Non sono un anarchico ma, alla maniera dello stesso Cohen del film di Aaron Sorkin, sono un attivista.

Insomma, mi sono riattivato. Anche sessualmente. Avete qualcosa da dirmi? Volete fare obiezione?

Di mio, fui anche obiettore di coscienza, sì, anche di cosce. Volete che vi sia obiettivo? Obiettai troppo, perfino balbettai, blaterai e brontolai. Fui esageratamente serioso.

Se avessi fatto veramente lo scemo come Baron Cohen in Bruno, sarei stato preso più seriamente.

Sì, se sei una persona sempre seria, cioè ipocrita, nessuno ti prende per il culo. Se invece ammetti di essere depresso a morte, nessuno ti dà credito. Di mio, sì, leccai molta Nutella ma non leccai nessuno/a pur di arrivare…

Nessuna donna me la diede, inoltre. Per forza, non incontrai neppure Donatella Raffai di Chi l’ha visto? Ah ah. La Raffai fu una racchia ma vista.

Ce la vogliamo dire senza se e senza ma, senza fronzoli e c… zi vari?

Sacha è uguale a me. Vorrei che non fosse così. Invece lo è. Cohen rifiutò la parte di Freddie Mercury in Bohemian Rhapsody. Bravo, non sarebbe stato credibile nella parte di un gay. Non sono comunque omofobo, non fui mai davvero social-fobico, sono un Falotico.

Sì, i giudici che, per l’appunto, “politicamente” mi vollero colpevolizzare criminosamente prima del tempo, alla pari di Frank Langella, sono inqualificabili.123067786_10217772966658750_265569664649927255_o

 

di Stefano Falotico

Venezia 77, diario di bordo: solo due nottate stavolta per me, la famiglia Coppola, l’alluvione mattutina d’un 7 Settembre infausto ma mi sento rinvigorito e rilluminato, anche onestamente accreditato sfigato, è bellissimo!


09 Sep

Mainstream+Red+Carpet+77th+Venice+Film+Festival+3hsHmCUKrhPlChe dire? Quest’anno, Il Festival di Venezia è stato decisamente molto particolare. E forse io, alla soglia dei quarantun anni (li compirò, ahimè, fra pochissimi giorni, ovvero il 13 di questo mese), sento che davvero, questa volta, qualcosa nel mio animo s’è irrimediabilmente perduto. Non respiro infatti più quella delicata magia dei primi tempi quando vi andai da esordiente, ignaro perfino di dove fosse e sia tuttora ubicato lo storico, lussuoso Palazzo del Cinema che ospita la celebre kermesse, nostro fiore all’occhiello e vanto nazionale di pregiata Biennale.

Che io mi ricordi, io, peraltro famosissimo per le mie tragicomiche amnesie da Guy Pearce di Memento, ecco, per quanto io a stento rammenti o possa non ben rimembrare quella prima volta mia al Lido avvenuta oramai in tempi lontanamente siderali, il primo film che vidi alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia fu il bellissimo Cop Land di James Mangold.

Uscito sui nostri grandi schermi in data esatta del 25 Ottobre del ‘97.

Cop Land fu presentato, fuori concorso, credo all’ex sezione Mezzanotte. Aggiungo io… e dintorni. Ancora prima che impazzasse Gigi Marzullo oggi giorno, con la sua rubrica cinematografica, oppure precisamente quando Gigi cominciò a spopolare furiosamente col suo oramai leggendario ex programma televisivo chiamato Sottovoce. Che cosa? Non è ex di niente? Ancora lo programmano nel palinsesto notturno?!

Ora, la vita è un sogno o i sogni aiutano a vivere meglio?

Celeberrima domanda retorica, oserei dire soltanto ridicola, espressa spesso da Gigi ai suoi ospiti incolpevoli che dovettero sorbirsi, di altre domande impertinenti, un’interrogazione, diciamo, quasi più imbarazzante della domanda porta (no, non Porta a Porta di e con Bruno Vespa, bensì participio passato del verbo Porgere) loro sopra scrittavi.

Che io mi ricordi, mi colpì comunque la sua intervista a Lino Capolicchio ma soprattutto non dimenticherò mai la puntata nella quale una Milly Carlucci, eh sì, ancora al massimo del suo splendore e al più alto rigoglio delle sue magnifiche gambe seduttivamente inguainate in collant assolutamente eccitanti e morbidamente trasparenti, scosciando con levigata morbidezza di quadricipiti longilinei ed allineati alla sua mise di tacchi a spillo vertiginosissimi, fece sì che io arrossissi, no, mi scordassi immediatamente di ogni quesito marzulliano stupidamente cervellotico e invece, alla maniera di Woody Allen, di contraltare facessi l’amore con una persona che stimai, cioè me stesso. Dicasi anche autoerotismo sentito in modo profondissimo, diciamo anche da uomo aspirato nella depressione e nel buio più nero sprofondato in maniera poco ispiratrice di slanci vitali amorosamente condivisi e più calorosi.

In pratica, l’autoerotismo è una pratica demonizzata e malvista da quasi ogni donna, anche dalle più divinizzate e beatificate, alla base forse della rottura di p… e, sì, di legali pratiche (che avevate capito?, scusate, ah, come siete maliziosi) che condusse, assieme probabilmente alla relazione di Woody con la figlia adottiva “avuta” da Mia Farrow, alla separazione coniugale, non tanto di constatazione amicale/amichevole, diciamo, fra Diane e il genio di Manhattan.

Ma non perdiamoci in seghe… mentali e non, arrovellandoci pateticamente di onanistiche dietrologie e retro-pensieri più bigotti della crociata scagliata contro Woody dall’America puritana, detta altresì solo ipocrita.

Veniamo… al dunque, detto anche… sodo. Non ero ancora maggiorenne il giorno del 5 Settembre quando Cop Land fu presentato in Sala Grande alla presenza di Sylvester Stallone e Ray Liotta.

E mia madre dovette fare i salti mortali per convincere la bigliettaia a darmela, sì, la possibilità di entrare in galleria in mezzo alla platea che applaudì, a fine eiaculazione, no, proiezione, così come dopo l’amplesso mostrato e appieno ben svolto da Woody de Il dittatore dello stato libero di Bananas.

Sì, soffrii del complesso di Edipo da episodio, per l’appunto, alleniano di New York Stories, quindi, volete farmene una colpa?

Guardate che vi farò curare da Billy Crystal di Un boss sotto stress se ancora azzarderete ad accusarmi di essere affetto da attacchi di panico quando vedo Bob De Niro buttarsi via in commediole più scialbe di Ti presento i miei, ah ah.

Ecco, in Cop Land vi è/fu anche Bobby. Oltre a un cast di facce scorsesiane da far impallidire ogni uomo scaldato e sovreccitato allo spasmo come se si trovasse dinanzi a Cathy Moriarty di Toro scatenato.

Eh già, c’è/ vi fu anche lei. E la Moriarty è/fu anche in Analyze That.

Sbaglio? Non credo affatto.

Guardate, nella mia vita incontrai papponi e corrotti più viscidi di Sport di Taxi Driver e serpi velenosi più indistruttibili di Robert Patrick di Terminator 2.

Ma me salvai grazie alla mia purezza da Superboy/Michael Rapaport.

Bisogna stare attenti, comunque, non solo agli uomini moralmente stronzi.

Anche le donne apparentemente più innocenti come Ksenia Rappoport de La doppia ora di Giuseppe Capotondi (presentato in Concorso a Venezia, rendiamocene conto!) possono abbattere ogni Filippo Timi all’apparenza duro, dicendogli soltanto che non è più figo come un tempo e ora abbisognerebbe di un riporto…

Molta gente, in Italia ma non solo, parla degli altri e di Cinema senz’alcuna cognizione di causa.

Ecco, stimo Fede Frusciante ma, l’altra sera, mi trovai da un mio amico e, in maniera scanzonata, riguardammo un suo video sui peggiori film “di” San Valentino.

A un certo punto, sostenne che Richard Gere sia il re degli incapaci. Adesso, possiamo sindacare su Autumn in New York, reputandolo giustamente un film sentimentalmente zuccheroso e insopportabile.

Ma ricordiamoci che, per essere Richard Gere e Nicolas Cage, bisogna avere le palle.

Nicolas Cage, Sofia Coppola e Gia Coppola sono raccomandati? Certo ma la raccomandazione devi mantenerla. Anche la pensione d’invalidità, miei furbetti, se fingerete di essere malati di mente e poi, ogni notte, non solo la vostra vita, metaforicamente, andrà a puttane. Non raccontiamoci pugnette, suvvia, mezze calzette e cazzoni vari.

Dunque, non spariamo cazzate. Per esempio, Cristiano Ronaldo sa benissimo che, per essere Ronaldo, deve mantenere una disciplina ferrea. Se fossi in lui, comunque, lascerei subito stare quella Giorgina o come cazzo si chiama lei. Uno che sa giocare di tiri così, cazzo, potrebbe riempire l’incrocio dei “peli” di una molto più figa della sua faccia imbattibile da culo.

E basta anche col criticare Matteo Salvini con la sua nuova “topa” Francesca Verdini. Non tutti possono essere James Bond e di Sean Connery, a dirvela tutta, ce n’è solo uno?

Forse due. Chi è il secondo?

Non lo so, forse un signore colto come Guglielmo da Baskerville che visse da metronotte alla Jimmy Malone, spesso soltanto alone, il quale conosce la perfetta differenza fra un volpone e la Sala Volpi, fra la Coppa omonima e quella di voi nonni. Ah ah, non sono secondo a nessuno. Infatti, sono ultimo. Ah ah.

E quando incontri uno così puoi anche dire Mai dire mai. Sì, è un tipo da Caccia a Ottobre rosso, un uomo immersosi in modo subacqueo nelle sue ansie oceaniche, quindi riemerso in gloria malgrado a Venezia, in data 7 settembre, alle 9 in punto di mattina, il cielo si oscurò, tanta pioggia a lui in testa precipitò eppur, testone, non è un coglione come quasi tutti ma un uomo che conosce il distinguo fra Amos Gitai e i gitani.

Chiariamoci molto bene. Non bisogna soffrire d’invidia né di gelosia.

Di Connery, eh sì, abbiamo appurato che ce ne siano due.

Di De Niro, invece, ne rimane solo uno per quanto sia ancora il mio attore preferito. No, non me ne identifico, di cognome faccio in effetti Falotico.

Nel giro di sei mesi, Robert De Niro dovrà girare After Exile, Wash Me in the Water con John Malkovich, Killers of the Flower Moon di Scorsese con DiCaprio, Gucci di Ridley Scott (uno qualsiasi, vero?), Armageddon Time di James Gray.

77 anni per Bob da poco compiuti e la settantasettesima edizione del Festival.

Per durare così tanto, significa essere forti, grandi.

E questo è quanto.

Adesso, scusate, sto lavorando all’editing di un libro di circa 400 pagine, domenica devo festeggiare il mio compleanno, quindi sto completando un’altra opera letteraria, devo incontrare la mia lei, gestire tutto ed essere pronto, il prossimo anno, a tornare di nuovo al Festival, conservando una dignità e una forza impressionante da Silvio Orlando de Il papà di Giovanna e de La passione.

Due film forse non capolavori ma che valgono il prezzo del biglietto.

Provateci voi a non essere Brad Pitt ma un comune Silvio.

Chi? Orlando o Berlusconi?

Non lo so, so soltanto che al Caimano preferisco darvi una mano…

Ché, come si suol dire, una mano lava l’altra e qui, in tale mondo di “mani pulite”, sono cazzi vostri amari se, presto, non riconoscerete di essere dei fottuti.

Sì, dovete e quindi dobbiamo prenderne coscienza. Possiamo, al massimo, essere i nuovi William Shakespeare. Facciamo ridere i polli. Ah ah. Non avremo mai la possibilità che vengono offerte ad altre… no, volevo dire, ad altri. Che poi… è la stessa cosa. Lui dà a lei il lasciapassare e lei dà a lui la sua passera. La vita è questa. Sì, fa schifo, si sa. E, se non lo sapete, ve lo dici qui senza fronzoli. Non otterrete neanche un modesto accredito stampa al Festival di Venezia per potervi permettere di essere come me.

Sì, salutatemi a sorrata. Eh già, ci sono quelli baciati da Francesca, quelli che cantano non è Francesca, Francesca non ha mai detto di no, ci sono gli amanti di Lucio Battisti e di Giuseppe Battiston, di mio, non sono da Sanremo e da teatro Ariston, sono un Aristogatto, sono Aristoteles de L’allenatore nel pallone con Lino Banfi, sono quel che voglio.

Poiché ebbe ragione Pino Daniele: iè so’ pazzo, iè so’ pazz’, non mi scassate u cazz’.

 

di Stefano Falotico

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Pierfrancesco Favino è oggi il più grande attore italiano vivente? Forse sì, ma anche un altro non sta andando malino, miei malandrini maialini


28 May

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Favino è the best italian actor alive?

Favino fa il vino?

Attualmente sì, anche perché Giancarlo Giannini è oramai vecchiotto, Toni Servillo inflazionato, Favino invece ha dalla sua il fascino maturo dell’uomo ancora piuttosto giovanino. E, con questi due ruoli di Buscetta e di Craxi Bettino, non sta facendo solo Favino, sta già facendo faville. Immagino che i prossimi anni saranno per lui ancora più dorati e verrà sommerso di proposte lavorative esagerate. Se lo sta meritando. E intascando il bottino. Un attore che, sin dai suoi esordi, non è mai stato una bottana né sopra le righe, sobrio, misurato, simpatico perfino. Prima del botto, è comparso in cinquemila film pure americani, accettando particine incolori come in Angeli e demoni di Ron Howard.

E, sempre in sordina, ha aspettato il momento giusto. Con molta discrezione e gentile savoirfaire. Sì, Favino mi piace molto sia come attore che come persona.

Come uomo, piacerà a sua moglie o a quella con cui sta. Non sono cazzi che mi riguardano.

Forse è un po’ prematuro elevarlo troppo in gloria ma, a confronto del piattume imbarazzante di molti attorucoli e soubrette deficienti, Favino tutta la vita.

Eh sì, mio padre mi racconta sempre del nonnismo e dei bullismi che subiva a scuola dal suo insegnante di Tecnica.

Costui, uomo certamente maleducato e assai scorretto, mio padre mi dice ancora spesso che a scuola lo maltrattava psicologicamente. Questo è un anacoluto, periodo molto complesso.

Non “bullizzate”, altrimenti ai ragazzi vengono i complessi.

Ogni volta che faceva l’appello e ogni volta che doveva pronunciare il suo cognome, ovviamente come il mio, essendo io suo figlio naturale e non diseredato, anziché pronunciare Falotico, ecco, per far ridere le classe e sminuirlo, lo apostrofava con un Falotino.

Eh già, oggi interroghiamo Falotino. E vai giù di risate dei suoi compagni di scuola, non meno bulli e irriverenti di questo screanzato villano professore di che? Sicuramente però ingenui e incolpevoli, data la loro comprensibile immaturità. E degli pseudo adulti che hanno acclamato il film Immaturi ne vogliamo parlare?

Professore di Tecnica? Avrebbe dovuto innanzitutto e principalmente badare al tonto monolitico del suo voler inquadrare la meglio gioventù coi suoi epiteti abbruttenti e irriverenti. Superficiali e derisori.

Sì, simpatiche sciocchezzuole, burlesche, cattedratiche autorevolezze che poi comunque si superano nella vita. Ma non con quella baggianata denominata Esame di Maturità, appunto, o con l’attestato di sana e robusta costituzione che ti rilasciano prima e pure dopo la naja.

Io invece ho fatto l’obiettore di coscienza ben cosciente di farlo, miei idioti incapaci d’intendere e volere La sottile linea rossa.

Dai su, se davvero credete a queste favole istituzionali false, non crescerete mai.

Non si è mai visto nessun ragazzo che a 18/19 anni abbia veramente raggiunto la cosiddetta maggiore età e la saggezza, non solo scolasticamente, della fine delle medie superiori, soprattutto esistenziali. Ché, ancor prima semmai di affrontare la vita vera, cazzo, nessuno, nemmeno il più geniale, forte e tosto può ritenersi un uomo imbattibile.

Pensate appunto a questo succitato, decerebrato insegnante. Forse, avrà avuto all’epoca circa quarant’anni suonati ma si divertiva, come un matto a briglia sciolta, a redarguire e a punire l’illibatezza pindarica dei giovani a lui antipatici.

Roba che lo sceriffo Brian Dennehy di Rambo forse gli faceva un baffo.

Un uomo certamente perpendicolare a una mentalità fascista da stronzo brigatista, d’adulto mafioso con molta probabilità annoiato di tutto, arrogante e cafone, cioè in parole povere soltanto un emerito, poco meritevole e onorevole trombone.

Anzi, ora che meglio ricordo/i, no, mio padre non mi ha detto che tale beota fosse insegnante di Tecnica. Perdonatemi. A dire il vero, per essere più esatti, lo era di Statistica.

Uno che, forse, non avendo avuto le capacità per diventare uno statista come Craxi Bettino, si scompisciava nel fare il bastardino con ragazzi ancora pudicamente un po’ bambini, ancora né carne né pesce, dei romantici, sognatori stagisti.

Che lui trattava a pesci in faccia da carnale, laido volpone pasciuto assai stupido e viscido. Senza dubbio, uno che pensava di essere un superbo maestrino, anzi maestrone del minestrone, e considerava quelli più anagraficamente piccoli di lui dei minchioni molto coglioni. Sì, a tutti rompeva le palle, senz’eccezione alcuna. Anche sui maggiori, seri secchioni voleva esercitare la professione di critico esegetico ed esigente delle loro vite invece appena maturande e innocenti da lui reputate ignorantone e poco seducenti. Forse, ironizzava anche sulle belle adolescenti in minigonna, adocchiando maliziosamente, senza dare nell’occhio né nel Bellocchio, le da lui intraviste, eccitanti mutande da lurido porcone che, elargendo a codeste degli ottimi voti, sperava quasi da pedofilo strafottente e, poco pedagogicamente da zietto furbetto, diciamocelo, d’inchiappettaree bellamente.

Cioè, praticamente Silvio Berlusconi con la Minetti.

Insomma, un gran figlio di puttana.

Ah, dire a un Falotico che è invece un Falotino, azz, è in verità roba da ridere rispetto alle prese per il culo molto più subdolamente mostruose che un Falotico medio, sin dagli albori del suo genealogico albero dinastico, è destinato a ricevere in continuazione.

Ci sono però a volte delle incredibili eccezioni. Delle inaspettate promozioni.

Sì, la mia famiglia è formata da bravissime persone, ci mancherebbe, serie, talvolta campagnole e un po’ cattivelle soprattutto con sé stesse, ma nessuno della mia famiglia fa l’attore da cannensi festoni.

O da Arcore coi festini.

Io faccio pure lo scrittore. Non guadagno niente ma fa nulla… E mangio le tagliatelle e i rigatoni della Barilla. Sì, credo che nella vita puoi mettere in riga solo la pastasciutta.

E dire che, per il pregiudizio e la superficialità appunto un po’ troppo frettolosa di molta gente, venni considerato per molto tempo Jasmine Trinca del film già “corsivizzato”, sopra, di Marco Tullio Giordana.

Ah, ci voleva un bagno nel Giordano della mia anima da me stesso psicanalizzata e rinata per riuscire a ripulirmi da tutte queste persone prevenute e mai venute, secondo me, né con una di nome Giordana né con quella gran figa di Giovanna. Che io modestamente…

Morale: questo Falotico onestamente, no, non scherziamo, ha ancora molte pagnotte da mangiare, mica mignotte, prima di poter competere con Favino ma, di certo, non è un cretinetti, neppure uno scemino.

Invece, al maiale che, sul mio canale YouTube, anonimamente da vigliaccone, continua a scrivermi porcate bestiali per farmi incazzare e farmi passare per schizofrenico delirante, non consiglio il film Hammamet bensì gli rispondo, sputo adesso e addosso, di enorme “finezza” e sottovoce, un sano vaffanculo a mammata.

Provaci ancora, campione. Non è che invece sei andato a puttane e down tu?

Insomma, all’urlatore alle corde che pensava di aver vinto troppo presto l’incontro, gli sussurro dolcemente… baby, non ci provare mai più.

 

di Stefano Falotico

 

L’estrema signorilità di Richard Gere, re dei belli come io sono il principe dei ribelli


25 Jan

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Sparatevi questo video e vi prego di non adoperarvi più per ambire al mio decadimento psicofisico.

Mi spiace deludere le vostre più nefaste, tristi aspettative ma, rigoglioso, splendo sempre più bello e anche dolcemente lussurioso. So che ciò ha guastato i vostri piani calunniosi e delittuosi tesi a demoralizzarmi e a volermi veder mal ridotto.

Ma, si sa, le invidie, le ipocrisie tornano indietro sempre come un boomerang atroce. E, per quanto vi accanirete tremendi a volermi veder affranto, sconsolato, amareggiato e deprivato d’ogni forza, io esisterò sempre per rompervi il cazzo e, soprattutto, per smussare le vostre bacate idiozie sulla vita, sul prossimo e sulla bellezza. Del mondo e anche della mia.

Sì, indubbiamente, quando non sono assalito da malumori perniciosi, posso competere con Richard Gere. Sono molto più basso di lui ma questo dislivello io compenso col mio cervello e forse anche con un più grosso uccello.

Sì, leggete anche questa e non mi buttate fuori dalla finestra. Io alle donne offro ginestre, mi diverto in godimenti che adorano centrar i loro canestri e, grazie al mio pindarico estro, di ogni orgasmo sopraffino son maestro oggi angelico e domani luciferino. Proprio un bel Stefanino!

Compresi tempo fa, fratelli e soprattutto sorelle, che se avessi continuato a dar retta alle reprimende che malelingue perseveravano a sferrare contro il sottoscritto, potevo già prenotare il loculo alla Certosa, qui a Bologna.

Perché, soffocato dalle loro invidie infamanti, sarei stato sempre più istigato al suicidio oppure, ben peggio, all’ebetudine più sciocca.

Mi fa spavento che a tutt’oggi, dopo il rivelarsi scandalosamente stupendo di tante sepolte verità rinnegate per timori e folli folclori di cretini coi loro ottusi clamori, ancor qualche psicopatico insista indefesso e ostinato a punzecchiarmi con far maligno e ammorbante di suo arrabbiato, malato core.

Chi dice che Richard Gere possieda solo due espressioni, dovrebbe innanzitutto guardarsi allo specchio e riflettere seriamente sulla mono-espressività della sua imbattibile quanto sconvolgente faccia da culo putrescente.

Io, ultimo dei romantici libertini, acclaro qui per l’ennesima volta il fascino di Richard. Uomo amabile, dalle donne molto amato e, in virtù di ciò, guardato con estremo e sussiegoso, perfino disgustoso, immondo sospetto da chi ovviamente non può vantare e valere la sua classe e il suo savoirfaire altolocato e giustamente pruriginoso. Un uomo eccitante. Ottimo.

In Pretty Woman sarà anche un “troione” ma, scusate, voi vorreste invece essere il DannyDeVito di Kiss? Chiariamoci molto bene. La simpatia è un conto, la bellezza un’altra troia, no, storia.

Dunque, uomini funestati da donne che non ve la danno nemmeno se avete più soldi di Berlusconi, se da codeste vi sentirete dire che siete grandi e puri, avete, sappiate perfettamente, ricevuto due delle più spregiudicate quanto ipocrite offese che un maschio può rimediare in vita sua.

Grandi non significa niente. Siete grandi perché vi fate il mazzo da mattina a sera, lavorando come dei matti? No, non siete grandi manco per il cazzo. Perché tanto, una volta che sarete in pensione, non vi ricorderà nessuno, tutti gli amici o pseudo-tali, non potendo più usufruire in maniera opportunistica dei vantaggi che offrivate loro, cominceranno a non farsi più sentire e finirete come Umberto D.

Non sarete menzionati in nessun libro di Storia e il vostro posto di lavoro sarà occupato da un giovincello molto ambizioso ma anche molto stupido che il padrone sfrutterà, come faceva con voi, per i suoi interessi porci. Costui invecchierà, diverrà appunto un pensionato e la vita andrà sempre così.

Pensate a Elvis Presley. Voce magnifica ma lui, in fondo in fondo, era solo un sempliciotto.

Eppur i potenti, pur di far soldi, lo spremettero come un limone. A lui andava comunque grassa e accettò che venisse (m)unto pur di godersela. Ma scoppiò e alla fine un brutto infarto gli pigliò.

Lo snaturarono, adulterarono la sua indole mansueta da sognatore con la testa fra le nuvole per adattarlo al mercantilismo di massa. Lui compiacque costoro perché, come sopra detto, gli conveniva e con molte donne veniva. Ma non aveva previsto lo “svenimento”. Il cardiaco collasso.

E in un tempo brevissimo, quello che si chiama un fugace lasso, cazzo…

Quindi, finiamola subito con la retorica di Sinistra. A livello teorico siamo tutti figli di un dio barbaro e dovremmo amarci, abbracciarci, volerci bene, stimarci a vicenda e reciprocamente appoggiarci. Ma è utopia menzognera e ancor più falsa e buonista di quella di Destra. Dovete esserne coscienti.

Tanto nascerà sempre la testa di minchia che vorrà avere di più e farà lo sbruffone, mangiando tutte le fette di torta, lasciandovi all’asciutto, anzi, sul bagnasciuga, come dico io. Senza limone né meloni ma in particolar modo trattandovi da coglioni.

In verità vi dico che non vi è niente di male nel capitalismo. Non è la libertà dei costumi e il divertimento a spada tratta la rovina del mondo odierno. Dunque, quelli che dicono che Berlusconi ha creato un Paese di vallette in minigonna e di teledipendenti decerebrati, in realtà mentono. Berlusconi, nella sua follia smoderata, voleva in cuor suo, ah ah, paradossalmente creare un mondo migliore, felice, da balocchi. Totalmente inconsapevole di combinare casini, ah ah.

Non certo un film di Ciprì e Maresco ove la gente, povera in canna, scoreggia da mattina a sera e miserabile non ha più fazzoletti per le lacrime.

Anche quella di Berlusconi è stata un’utopia pazza col suo sfrenato consumismo ma non più folle del retorico comunismo ipocrita. Ché poi tutti parlano, vogliono dare regole e moralizzare, pontificano ma so bene che, quando la moglie non li vede, si scatenano…

Solo io e Richard possiamo permetterci il “lusso” di perdonare, di camminare a testa alta. Di fare i baciamano, di essere addirittura patetici nei nostri romanticismi tanto esagerati da sembrare melensi, solo io e Richard deteniamo l’assoluta, magnifica verità indissolubile.

Il resto è una grande balla. Fidatevi.

Perché creeremo un mondo falso più dei falsi di oggi. Ancora più bugiardo.

Ieri, ad esempio, ho discettato di Cinema, dopo aver postato la mia recensione di Mission.

Qualcuno ha scritto che fa schifo, è un film di merda e pure la colonna sonora di Morricone provoca ribrezzo.

Ecco l’esagerazione. Va bene il realismo, va bene dire che Mission è un film retorico al massimo e che, come io ho scritto, la retorica è falsa e pomposa.

Peccato però che Mission non sia retorica. È grandeur raffinatissima, zenit della retorica al suo livello più alto, tanto retorico da non esserlo. Tanto retorico da diventare bellissimo.

Come me e come Richard.

Come dire… Tunnel of Love di Springsteen è una brutta canzone perché magnifica l’amore. E invece il mondo è brutto, sporco e cattivo. Ma questo lo sappiamo. Sappiamo che il mondo è pieno d’ingiustizie, che il sistema è fascista e che l’uomo, nella sua nuda condizione umana, è invero un essere tristissimo.

E allora? Dovremmo a ragione di ciò invece ascoltare musica senza musica, come dico io, in cui il cantante si dà delle martellate sulle palle perché vorrebbe mostrarci che è un uomo che soffre? Andasse a dar via il culo.

– Scusi, Falotico. Ma lei davvero crede di essere bello e attraente come Richard Gere? Allora lei è più pazzo di quello che pensavo.

– Infatti, non lo credo. Penso di essere molto più bello e bravo di Richard. Mi pare incontestabile questo, non crede?

– Ma lei si rende almeno conto che fa ridere la gente?

– Sì. Lei invece si rende conto che non fa ridere neanche sua moglie? Questo lo sa? Non lo sa? E allora, come diceva Totò, s’informi.

 

Applauso e che sia scosciata, no, scrosciante.

 

di Stefano Falotico

Bob De Niro ha mandato a fanculo Grace Hightower


21 Nov

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Oh, la notizia che aspettavo da una vita.

E sapete perché? Perché io ritengo che il calo vertiginoso subito da De Niro negli ultimi vent’anni sia dovuto proprio a questa matrona.

Una negrona molto corpulenta, la reincarnazione dell’attrice grassottella di colore Hattie McDaniel, sì, la celeberrima Mammy di Via col vento. È lei o non è lei? Certo che è lei!

Ora, io non ho mai ben capito che lavoro facesse questa Hightower prima di diventare la signora De Niro.

Qualcuno, tempo fa, mi disse che faceva l’hostess di linea ed era l’amante dei due neri, appunto, con parlata napoletana de L’aereo più pazzo del mondo.

E si dice anche che lei e Bob si siano innamorati in maniera del tutto peculiare, diciamo così. Sì, Bob era su un aereo di linea durante uno dei suoi consueti spostamenti in giro per il mondo. Al che, come ogni uomo, dopo tante ore di volo, andò in bagno a pisciare. Aprì la porta e Grace era lì che lo aspettava a fauci spalancate. Lei chiuse la porta e incassò Bob nel bagnetto. Bob, il quale da sempre è stato maniaco delle nere, non si fece fra le feci pregare due volte e picchiò di brutto col martello. Toro scatenato!

Sì, le malelingue misero in giro la seguente leggenda metropolitana. Questa secondo cui De Niro fu meravigliosamente atterrito da tal bomba black prima dell’atterraggio, una donna Morena da canzone di Zucchero, e da questa nera molto terragna fosse rimasto stupefatto del suo super pompo prosciugante e spossante.

Tant’è che, da allora e dall’immediata sua decisione di sposarla, ha girato appunto quasi solo cazzate. Assumendo spesso espressioni da ebete, la classica smorfia di uno troppo spompato.

Perché non poteva immalinconire Grace, interpretando film troppo impegnativi. E voleva solo farla ridere con commediole, portandola alle feste ed esibendo a tutti questo donnone colorato come il carbone.

Ora, Michelle Obama è un bel pezzo di gnoccolone, una donna con cosce da Tyra Banks e un seno desiderato anche da Berlusconi quando Barack lo invitava alla Casa Bianca e permetteva che Silvio al solito facesse doppi sensi pessimi e sconci sulla sua bella gnocchina.

Ecco, non molti lo sanno e ve lo dico io. Barack, una volta per tutte, si arrabbiò con Silvio perché Silvio si spinse con le parole oltre il lecito. Azzardando di occhiolino.

Al che Barack chiamò Denzel Washington che gliele suonò da Equalizer. Un bel festino!

Silvio non ha mai raccontato tal devastante “oltraggio al pudore” che subì da quel Tartufone Motta di Denzel, ma è questo il motivo per cui si è rifatto la nuova plastica facciale qualche anno fa.

Sì, pare che però De Niro, per via dell’età, non sia riuscito a fertilizzare Grace in maniera normale nonostante la scopasse notte e sera dopo aver recitato con Ben Stiller.

Al che praticò l’inseminazione artificiale. Non fu una grande idea. Il figlio è nato autistico.

Sì, adesso sono politicamente scorretto come i fratelli Farrelly. De Niro andò alla banca del seme, gli diedero in consegna un giornaletto nel quale vi era la foto di lui con Naomi Campbell ai tempi in cui stavano assieme e Naomi era una passera gigantesca. De Niro, eccitato a morte nel ricordo rovente di quelle sue scopate potenti con Naomi, fu furioso a masturbarsi ma in radio, nel frattempo, passò quella frustrata di Noemi, De Niro non ci capì un cazzo e i cromosomi andarono a puttane.

Comunque De Niro, è ora iscritto al Movimento 5 Stelle e appoggia le stronzate di Grillo. Perché ritiene che i vaccini causino l’autismo.

Io invece ritengo che Grace abbia indotto De Niro a leggere malissimo i copioni che gli mandavano perché questa Hightower l’ha rincoglionito per molto tempo.

 

Vogliamo dircela?

Come vi racconto io le puttanate non ve le racconta nessuno. E nemmeno Bob che a Grace diceva di amarla fedelmente ma invece sul set di Nascosto nel buio, in gran segreto, faceva il lupo cattivo con Elisabeth Shue.

 

Sì, questo non è razzismo, bensì umorismo nerissimo. Sì, ci sono varie nerette in giro che mi attizzano più di queste bianche moraliste. Mica delle borghesucce, queste nerette san ben renderti indiano, un vero pellerossa. Già, con queste non ingrigisci ma diventi sempre più variopinto.

 

di Stefano Falotico

If It Makes You Happy, l’estetica berlusconiana ha devastato anche il Cinema


28 Apr

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Eh sì, dobbiamo a Berlusconi un’intera generazione, anzi, due generazioni, forse anche tre di spettatori analfabeti a livello cinematografico. Con l’invasione delle sue televisioni e con la bieca scusante che non erano a pagamento ma campavano sull’insistita, aberrante, invadente pubblicità dei più squallidi prodotti commerciali, che andavano dai pannolini agli assorbenti sin ad arrivare ai clisteri e allo shampoo al balsamo contro le triple punte, a interruzione delle scene “cliffhanger”, tanto per spezzare tragicamente la tensione, “ammorbidendoci” nel consumismo più volgare, Berlusconi sin da subito ci ha ammorbato e, cronenberghianamente, ci ha avvelenato nel suo osceno Videodrome, rendendoci cervelli animalizzati nella carne del suo terrificante circo e zoo degli orrori.

Una tv dolcificante, sì, a base di saccarosio carnale, trasmessa dall’etere alle coscienze più deboli che, come sotto l’effetto di un’ipnosi mortificante e alienante, distorsiva e pericolosa, hanno sin dal primo fotogramma, falsato e contraffatto, abboccato alla sua estetica deformante.

Uno storpiamento di tutto!

Allora, imperava, impazzava la sigla “di” Sheryl Crow, l’estratto del ritornello della sua canzone “positiva” e rallegrante ad anticipazione del “bellissimo” presentato dalla tettona Emanuela Folliero che recitava a mo’ di pappardella, a sua volta, “elisir” di pillole liofilizzate recensorie, estrapolando i pezzi del dizionario Mereghetti o, peggio, i trafiletti da Sorrisi e Canzoni.

Ecco, appunto, sorrisi falsissimi, androidi, da replicanti “perfetti” delle emozioni impiantate nei nostri ricordi di tutta una vita già così stuprati, snaturati, mistificati a mercanzia di una Total Recall delle nostre anime contagiate dal morbo Berlusconi.

Al che, scorrevano in slideshow i volti arcinoti dei nostri beniamini, e si andava dall’onnipresente, elegantissima Michelle Pfeiffer delle Relazioni pericolose e L’età dell’innocenza, a Sean Connery di Indiana Jones e l’ultima crociata e via dicendo, se non ricordo male, in un pasticciato, intossicante assemblaggio, assiepamento random di star riconoscibilissime ma al contempo svilite in tanta colorata ma monogrammatica, appiattente gallery impersonale.

Sì, perché senza alcuna cognizione di causa, giusto per l’alloccante gusto di reidratare attori già inflazionati o persino noiosi, li si reduplicava nel riproporli a scadenze settimanali o mensili, creando un’ignobile poetica d’attore. Sì, avete capito bene. Al che De Niro, anonimizzato ma allo stesso tempo iper-mitizzato, mistificato, monumentalizzato, magnificato e dunque depersonalizzato, veniva surrogato in “maratone De Niro”, avvicendamento di 4/5 film presi a caso dalla sua filmografia, decontestualizzati in una successione casuale, anzi, a casaccio, di performance scollegate. Sì, dopo Taxi Driver, che ne so, uno si sarebbe aspettato di vedere naturali sue evoluzioni scorsesiane, forse Toro scatenato, ma no, Raging Bull era un film troppo iperrealista e violento per le reti Mediaset, e allora programmavano Brazil in cui si vede solo per dieci minuti, ma attualmente fanno ben di peggio, trasmettendo Quei bravi ragazzi e dopo 15 minuti – Follia omicida a New York.

Ed è per questo che la gente si accalca a vedere Escobar con Bardem, perché ci sono Bardem e la Cruz. Un’estetica da rotocalco! Sì, un filmetto teleromanzato banalissimo e scontato più delle cosce oramai decrepite di Patrizia Rossetti.

Poi, su Italia 1 davano Notte Horror. Una bella intuizione, peccato che si passasse da Shining a Pet Sematary. Ma c’era la scritta… sono tratti entrambi da King. Sì, il primo è di Kubrick, il secondo di “tale” Mary Lambert, ed è una robaccia schifosa che davvero ti rende un cimitero vivente, perché è talmente inguardabile che induce al suicidio? No, alla depressione più mortifera. Da lapide del tuo umore irrecuperabile.

Comunque, negli Stati Uniti ci battono. Adesso va l’assurda moda dei “tribute”. Pigliano come sempre un attore e lo omaggiano a mo’ di madonnina, santificandolo in fotogrammi agiografici che catturano la sua migliore espressione “figa”.

Li presentano pure agli Oscar.

E poi vi stupite che la gente legge poco e fa le boccacce su Facebook o fotografa i suoi lati b “da urlo” su Instagram.

Ed è per questo che quando vedete un capolavoro siete talmente abituati ad aver schiacciato tutto, plastificato ogni cosa, che mugugnate un… sì, bellino, carino.

Carino? Carino lo dico semmai a un animale domestico, non a un film di David Lynch.

E a proposito di Lynch, a prescindere dalla serie Twin Peaks, che è stata ed è un fenomeno anche di massa, gli unici due film che hanno dato di David sono Una storia vera, perché è un film che “capiscono tutti”, e Mulholland Drive perché Laura Harring ha delle belle gambe… e poi l’amore lesbico fa sempre “scoop”.

Ho detto tutto.

– Ah, mitico! Vai, Richard Gere. Non cambiare canale! Sempre bono!

– A me non pare tanto bono, adesso. Mi pare vecchiotto ma più bravo, comunque.

– Non mi interessa che sia bravo. Poi non è vecchio, è bono! Lui è sempre bono!

 

 

di Stefano Falotico

True Detective: e se Berlusconi non avesse avuto tutti i torti? Provocazione del venerdì


27 Apr

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Eh sì, dopo solo 24h, anche meno, è arrivata in mia casa la copia del Blu-ray specialissimo delle due stagioni di True Detective, “ubicata” fra Twin Peaks e un film da me molto amato che spero vogliate indovinare. Volete l’aiutino, come si suol dire? Il Bardo incontra Agatha e il signor Donnie Brasco crepa quasi subito.

Ecco, avvengono delle strambe coincidenze, oserei dire messianiche. Anche una mia amica su Facebook, senza che la preavvisassi, ha detto che oggi le è arrivato il cofanetto, sì, quello dell’offerta esclusiva di Amazon, di due al prezzo di uno senza spese di spedizione. E ancor una volta mi convinco di avere poteri telepatici. Perché, pur non volendo, “contamino” bellamente di sani gusti cinematografici menti affini alla mia, in un’elettività maestosa che è figlia della mia anima poderosa. Ah, che bella rima baciata. Sì, baciamenti spirituali.

Esiste la parola baciamento? Sì, è l’atto del baciare, mie menti invece bacate o mie, ahimè, braccia bucate.

Sì, non fatemi la fine di Reginald Ledoux. Ledoux incarna tutto ciò che ci può essere di antitetico rispetto a Berlusconi. Ledoux è un maniaco, un pedofilo, un figlio di puttana che vive in una sorta di latrina assieme a un grassone, ed entrambi maneggiano stronzate con le loro vite debosciate e perdute ai confini della follia più abominevole. Silvio è uno che se la gode e le donne gliele danno in cambio di soldi.

Berlusconi vive ad Arcore, ove il lucore fa rima con sudore. Sì, come avrete visto dal trailer di Loro 2, il Berlusconi di Servillo è un Oreste Lionello da Bagaglino, un panzerotto ancor più tinto nei capelli di quello reale che, da voyeur marpione, ammira la Sofia Ricci che splendidamente si denuda a bordo piscina.

Ora, mi soffermerei sulla Ricci, miei uomini “ritti”. Nell’agghiacciante film Commedia sexy esibisce un culo di proporzioni monumentali, roba che neanche l’Aida Yespica dei bei tempi poté permettersi mai. La Yespica, oltre a essersi fatta inchiappettare da Silvio, eh sì, fu opera “lirica” anche per Bruce Willis, e con l’uomo die hard suonò quattro atti in DO minore alla Giuseppe Verdi o cinque amplessi alla Siffredi.

Sì, uno dei grandi misteri italiani, oltre a Silvio, imbonitore ante litteram, è colui che incarna la schifezza umana per “eccellenza”, ovvero Rocco. Perfino su Instagram mi compare il suo faccione “sciupato” e lui che, spogliandosi, giocando di doppio senso clamorosamente banale, sussurra Voglia, no stravoglia e poi va al mare col “coccodrillo”. Rocco è nato a Ortona, in Abruzzo, e dunque pronuncia voglia con una o chiusa che ti fa venir voglia d’iscriverlo a un corso di dizione. Eh sì, molte donne han preso lezioni “orali” da Rocco, pendendo dalle sue labbra. Rocco è uomo che foneticamente le fa parlare in tutte le lingue di Babele. Sì, Rocco è esperto di poliglottismo. Uomo “gutturale”, ruvido e “liscio”, praticamente la versione sconcia della filosofia grunge. Infatti, come Kurt Cobain, quando si accorge che le sue donne son lì lì per venire, “canta” loro come as you are.

Di mio, più che grunge, sono un Grinch, son uomo però pungente perché non tanto le so “mungere” ma comunque ungo il pene, no, il pane nel sugo della pizzaiola. Ah, delle scarpette davvero “chic” da Terence Hill de Lo chiamavano Trinità. Sì, lui mangiava i fagioli in quel padellone, e ogni volta che lo guardo mi stimola l’appetito. Eh sì, questa è una società, potremmo dire, “scoreggiante” e puttaneggiante. Tutte le più belle oche esibiscono culi fenomenali su Instagram. E gli uomini alla loro vista diventano degli “affamati” del Biafra.

Ma ora direi di riflettere, sì, riflettere sulla parola oca: non è solo una donna di sconcertante superficialità ma anche il nome degli uccelli anatidi della sottofamiglia degli Anserini.

Sul doppio senso della parola oca chiamerei “in soccorso” Rocco e vi racconto questa.

Quando avevo 17 anni, giocavo a calcio. Dopo gli allenamenti, ci si spogliava tutti belli ignudi per andare nelle docce. C’era un tizio di cognome Ferrara, da non confondere con l’altro pornoattore Manuel, e questo “Ferrarino” credo potesse fargli già all’epoca concorrenza.

Perché, ignudo che fu, nello “splendore” della sua nudezza (termine che in tal caso preferisco a nudità), fu adocchiato da un certo Cetti. Cetti, ragazzo che stava con una biondina peperina ma su cui ho sempre avuto il sospetto che fosse bisessuale. Infatti, dinanzi a quel po’ po’ (rafforzativo di poco che, troncato, e raddoppiato nel suo troncamento significa molto, da non confondere con popò) di “roba”, Cetti, in preda a uno sconvolgimento ormonale “balistico”, urlò: Soccia, che OCA!

Sì, parlo di “qualcosa” avvenuto più di venti anni fa. I ragazzi erano già “deviati” perché, prima di studiare la Storia e Pipino il Breve, guardavano le televendite con qualche sgnacchera (sinonimo del parlato toscano che significa bella gnocca, gnocca che letteralmente significa a sua volta vulva, organo genitale femminile ma in senso figurato e anche “sfigato” significa Ubalda molto attraente) e arrivavano agli allenamenti già spompati.

Avrei da raccontarvene.

Quello che voglio dire è…

Sentite, tutti sanno di avere qualcosa che non va. Semplicemente non sanno cosa sia. Vogliono tutti una confessione.

Insomma, per farla breve, io sono agli antipodi rispetto a Berlusconi, sono un collezionista di film, lui invece è un collezionista di fighe. Ma non fategliene una croce. C’è a chi piace l’Arte e a chi piacciono le troie.

Dai, su. Ah ah.

Si notano le copie ancora incartate? Sì, esiste lo streaming in HD e passeranno mesi prima che le scarterò. Perché sono fatto così. Voglio averle!

Il terzo film lo avete indovinato?

 

di Stefano Falotico

 

Rust Cohle

Custodi della bellezza, prima che si smarrisca nel putiferio, LORO


06 Apr

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Ieri sera, ero sdraiato a letto, e meditavo, poi i pensieri più tristi mi assalirono, e venni pervaso da un’atroce malinconia, sentimento dell’animo tanto demonizzato perché non si confà alla frenesia vivandiera della frivolezza di massa, e mi rabbuiai, tanto che ebbi dei dolori acutissimi al basso ventre, non riuscivo a respirare, ma paradossalmente andai in cucina ed estrassi tre sigarette dal pacchetto, e le fumai all’unisono come il grande Sailor di Cuore selvaggio. E più aspiravo con voracità più inspiravo, riprendendo fiato, e mi affacciai alla finestra, illuminata da luci fioche come il mio cuore impalliditosi. Emaciato, finito che ebbi di fumare, andai in bagno e mi guardai allo specchio, rabbrividendo dinanzi al vuoto abissale del mio sentire spesso così poco condiviso e incompreso. Oh no, non pensate che sia vittimismo, è reale, tangibile constatazione della vacuità della vita quando essa a noi si mostra nella sua scarna follia. E nuovamente presi coscienza che agli occhi superficiali altrui sei solo un pezzo di carne, un numero che si perde nel marasma, un uomo senza perfetta ubicazione, che svagato alle volte si concede euforie gioviali e poi, nell’intimità della sua solitudine, ancor s’annebbia, opacizzato e lontano dal chiasso isterico si rintana nei meandri dei suoi viaggi mentali.

Cerco la mia “collocazione”, con abnegazione enorme, e disperato cammino nel mondo, e i giorni paiono identici col loro scandirsi apparentemente inutile. E provo a far valere le mie idee, spesso taciute, sedate da chi non vuol sentir ragioni e si barrica nel pregiudizio più abietto e falso, perché il mondo è ipocrita e il carrozzone va avanti nella sua lenta, progressiva marcia proprio marcia.

E guardai indietro e quel che vidi tanto mi allarmò, ancora inquietò, tanto schiettamente mi forgiò in slanci impensabili. Oh, rimembrai quei due/tre anni in cui ero preda di rituali da lasciar chiunque mi capitasse a tiro perplesso. In cui mi mortificavo nella reiterazioni di ripetizioni mnemoniche, perché in cuor mio ho sempre temuto che il mio cervello potesse caracollare, che potessi andar incontro al collasso neurologico, ed ero terrorizzato all’idea d’impazzire, tanto che pazzo già lo ero e ancor più dissennai dopo in maniera invereconda e scioccante, afflitto da intemperie emozionali troppo vive perfino per essere non solo capite ma compatite.

Oh, che orrore spettrale quel vuoto interiore, eppur ieri sera vi scorsi qualcosa di miracoloso, perfino illuminante, credetemi. No, io non mi sganciai da molte logiche del mondo perché non ero capace di farle mie, ma perché la mia alterità congenita le respingeva, inconsciamente le rifuggiva. E allora preferivo la stramberia, l’eccentricità della desueta e anomala peculiarità del mio animo.

Che s’incantava per attimi volatili e anche volubili, gustando ogni istante nella sua pienezza. Ora, la contemplazione non si addice al nostro mondo e, se troppo contempli, ti rinfacciano perfino che puoi permettertelo perché gli altri sono impegnati in cose più “sostanziose”. Forse squallide ambizioni.

Sì, alla fine presi sonno. E stamattina, non so perché, avevo la curiosità di rivedere tutte le gaffe di Berlusconi su YouTube e ho guardato e ascoltato tutte le sue barzellette. Da quella del cinese e del cane, che ha fatto ridere solo lui, a quella di Mohammed Esposito, sin ad arrivare a quella di Carletto caricata da Repubblica.

E, assistendo a quest’ultima, ho capito che avevo ragione io. Ho visto uno spaventoso IT attorniato da dei leccaculo impresentabili, con Mentana che rideva per asservire questo clown grottesco, e che mi è parso la versione italica di Ray Liotta in Quei bravi ragazzi che ride sforzandosi ai racconti di Joe Pesci, e ride platealmente finto perché sa che quell’uomo tracagnotto e “buffo” ha potere e potrebbe sparargli nel caso si sentisse deriso.

E allora ho compreso che Loro di Sorrentino è il film che aspettavo da una vita intera.

Ora, capitemi bene. Io non sono un santo. Per molto tempo ho cercato, lo ammetto, di esserlo. Sebbene onanisticamente avessi le mie colpe vergognose che devo confidarvi. Ma d’altronde conoscete un ragazzo che non ami esplorare il suo corpo? Io lo ritengo estremamente giusto. Sì, è giusto prima di approcciarsi al prossimo, sapere quanto puoi “(t)ergerti”. Solo se ami te stesso, puoi amare una donna. Se non riesci ad amarla, significa che forse non vuoi…

E ho anche compreso che sono questo, un custode della bellezza…

 

 

di Stefano Falotico

L’uomo ignudo è nostalgico, spesso nevralgico


10 Mar

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Sì, ieri sera ho riguardato tutte le clip più famose di Nanni Moretti. Sì, lui che in Aprile stronca Al Pacino, dandogli del nano, lui che sprona D’Alema a dire qualcosa di sinistra, lui che si fuma una canna dopo la vittoria di Berlusconi, lui che in Caro Diario finalmente ha il coraggio d’indossare la mantellina invernale, fregandosene del giudizio delle persone, tanto parlano sempre e comunque, e che con paciosa inquietudine si avventura nei quartieri più periferici di Roma, strombazzando nel suo cuore libero, forse nauseato da tanta volgarità, amante del suo essere nato autarchico e ancor incontrare ragazzine senz’arte né parte che fanno cose, vedono gente. Poi il suo omaggio a Pasolini e alla purezza estinta da questa macelleria sociale che marchia ed etichetta tutti, senza badare a sconti. E illividisce ed avvelena i cuori delle persone schiettamente “diverse”…

E ho pensato che The Irishman di Scorsese sarà il film più bello della storia.

Così… riflessione di un sabato che si preannuncia “raggiante” quanto un vecchio col bastone dopo un’operazione alla cataratta.

di Stefano Falotico

Ci si stupisce delle fake news, dovremmo stupirci innanzitutto della schizofrenia di una società falsa e distorta


29 Nov

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Sì, in questi giorni non si fa altro che parlare delle fake news, come se scoprissimo l’acqua calda adesso. E, nel dare “notizia” delle fake news, i giornali “sensazionalisticamente” alimentano la fake news che ciò sia qualcosa di nuovo. Da sempre, sono state diffuse notizie inventate e false per vendere i giornali…

 

Wikipedia: le notizie false sono scritte e pubblicate con l’intento di attrarre il lettore o indurlo in errore al fine di ottenere finanziariamente o politicamente – spesso con titoli sensazionalistici, esagerati o palesemente falsi – la sua attenzione.

 

Siamo invasi da notizie false, anzi, la maggioranza delle notizie che leggiamo o che vengono trasmesse in tv, altro organo di regime stupidamente ingannevole, sono appunto false o ingigantite, create apposta per fare “audience” o appoggiare un movimento politico, oppure per cementare nella mente delle persone ideologie in tal modo erroneamente pubblicizzate, notizie strumentalizzate per i più svariati fini, date in pasto all’addormentata coscienza di massa che le prende ingenuamente per vere. Sì, perché l’uomo medio è superficiale, abbisogna di certezze figlie della cialtroneria, non ha tempo né voglia di approfondire e si limita oscenamente ad accettare ciò che gli fan credere sia reale…

In Italia, ci han campato per anni. Aveva ragione Bob De Niro di Sesso & Potere, non c’è nessuna guerra, ma se l’ha detto la Tv allora significa che la guerra c’è.

Quel Bob De Niro sapeva come ingraziarsi gli elettori. Così come Berlusconi, nella sua recentissima, orrida apparizione sulla RAI, con indubbia sfrontatezza senza vergogna, visibilmente rifatto e rincoglionito, continuò a declamare promesse assurde agli italiani. E poi il giorno dopo su Facebook leggi che in molti voteranno Berlusconi perché li ha “convinti”, si capisce, porterà le pensioni d’invalidità a mille Euro, ucciderà la disoccupazione, al sol potere del suo schiocco di dita si creeranno, come per magia, posti di lavoro favolosi, e vivremo tutti felici e contenti. Sì, Berlusconi azzererà il debito pubblico, risolleverà le sorti di un Paese fallito, grazie alla forza mediatica del suo lifting. D’altronde, solo in Italia, un uomo che era ammanicato con la mafia, che “giocava” con le minorenni, garantendo loro carriera, ville e divertimenti, può essere rieletto. Un uomo di mille letti che platealmente prende per il culo non solo le sue concubine ma anche l’ignoranza della gente dabbene. Insomma, nella sua vita di “proprietà privata”, (si) facesse quello/a che vuole, non sono un moralista, ma non fottesse noi.

Ah, io non mi stupisco…, no, non mi stupisco. Dovete sapere che sono una persona molto precisa, ponderata e meticolosa, insomma un “moderato”. E da gente folle vengo additato come persona maniaca-ossessiva. Eh sì, la ponderatezza, la cura dei dettagli, l’accuratezza nel parlare, la diligenza con cui cerco sempre “maniacal-mente” di scrivere in perfetto italiano, non mettendo mai una virgola dopo un verbo e scrivendo po’ al posto di pò, mi ha reso vittima delle più grosse falsità sulla mia persona. E il mio stile di vita libero, emancipato dalla piccola borghesia caciarona e arrogante, si è attirato addosso le peggiori accuse.

Al che, se guardo desiderosamente una donna, chi mi vuole male va a dire in giro che ho voglie “malate”, che sono un “insano”. Sì, agghiaccianti fake news di un mondo che vuole vivere tranquillo nelle sue idiozie e ama compiacersi nel reiterarle alla faccia dei fessi che vi abboccano.

Dunque, no, io non mi stupisco oramai più di niente.

Un tempo, d’altra parte, chi sosteneva che non siamo soli nell’universo e affermava che esistono gli alieni, veniva “scomunicato” e spedito in manicomio. Oggi, invece, se dici che non ti piacciono gli “incontri ravvicinati”, vieni preso per un alienato.

Insomma, alle soglie del 2018, la gente pensa che, dopo questa vita, un uomo che sta in cielo, con la barba folta e canuta, ci giudicherà nel Giudizio Universale, e che le nostre imprese in questa terra risuoneranno per l’eternità.

Di mio, so che il caffè da me bevuto stamattina era freddino. E che a Bologna fa più freddo di ieri.

Insomma, ci siamo capiti…

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)