Benicio. Questo nome non mi è nuovo, eh no.
Rassegnatevi, centellina interpretazioni col contagocce ma è dotato di una sensibilità da “gozzo” alla base del suo carisma in quelle “gole” iniettato. Genialoide, saltella grassoccio di pellicola delirante a birbantissimi camei, cammello stanco di palpebre altisonanti e sonnecchiando ad abbagliarci. Occhiolin che (si) duole mai più sarà un nuovo Bobby Mitchum ma talentuoso egual forse gl’è anche superiore per discendenza “calma” da portoricano “triste”, dunque l’emblema del persuaderci che non è mai “sincero”, in quanto Del Toro in uno Sean Penn e dollari vostri scoperti di traffic solo grazie alla Natura fisionomica della sua mimica nello spargerci “ematomi” sui dubbiosi tanti toc toc di “testate” pertanto camaleontistiche fra il deniriano e lo “scorbutico” stronzo da cuoio nelle iridi intrecciate in folta capigliatura roboante! Non so dove cazzo sia nato Mitchum, un americano comunque. Benicio è superiore in faccia interplanetaria da culo come poche.
Egli va da una Donna e le strappa con ardor la “seta”, penetrandola colla dolcezza 21 grams. Poi, dopo l’amplesso di gran “levatura”, si veste “di strisce”, gira la “chiave”, romba nel motore del suo fegato e s’eclissa nel buietto a farvi la bua, imprendibile e ballonzolando, se gli va, se gli “tira”, in pigiamino alle macchioline di fragola e un sorriso al pistacchio che depista i poliziotti bastardi, rispettando solo la semaforica del suo Cuore pompato a mille. Ci può scappare un pompino allietante, Valeria Golino gli fu più “dentro” in mutande. E anche tutte le “altre”. Benicio punisce, Benicio gua(r)isce, Benicio “spinge”.
Basta con le frottole. Tu, moscio, ficcati nel deretano una “frittella” se di rivoltelle non vuoi esser per Benicio un “involtino”. Sgomita pure per chieder perdono, Del Toro non te lo donerà.
Guarda questi suoi film, e stai zitto, riga dritto e fai sparir, altrimenti ti sparerà, le righe di cocaina.
Secco, senza pensarci due volte, pensando alla terza “volta” dopo il due senza un terzetto di figone.
Son of a bitch, ecco il big cock a te, mio interdetto. Spaccati le nocche, lascia stare “quella”, buona d’albicocche e da coccolare nel Del Toro torridissimo come l’Estate (tra)montante d’Agosto in te “caduca” e delle fottute calure. Benicio è tenero col gentil sesso e fratturante se tu, “uomo” dei suoi stivali da cowboy, non rispetterai i segnali. Osserva come Benicio si pettina, come asciuga il ciuffo di frangetta a Cannes e come, 5 minutes later, è di nuovo “sbuffandoselo” di “gel” nello Sguardo “Woman, vieni qua, stacca… la croce del mio petto abbronzato su pantaloni longevi del fregartela nei pantacollanti”.
Benicio, Viva il Che!
Wolfman
Il film è pessimo, una delle peggiori anzi “traduzioni” o trasposizioni, per dirla come si voglia, ah, la voglia… del tuo seno ribaldo a me destriero, nella foresta del lupo sull’“incappucciata” mia rossiccia Cappuccettina, forse meglio un cappuccino di prima mattina della tua primula scopatina…
Bando alle ciance, immergiamoci nel mito del licantropo, colui che da Uomo… anche se sarebbero d’appurare le ragioni del suo bieco cannibalismo insito d’antropofagia prim’ancor che… e adesso ve lo spiegherò, siate pacati, non agitatevi, fratelli della congrega, il Predicatore ha bisogno di silenzio per esplicar la parabol(ic)a…, cazzo, altrimenti mi saltano le antenne e poi non potrete, quando a fanculo m’avrete “mangiato” e mandato, accendere il “rosso”, appunto, del canale “onirico” d’autoerotismi cronenberghiani nel trasformarvi golosi a “virtù” dell’“innalzamento” peloso e dell’arbusto “smanioso” come eXistenZialisti maniaci del sesso “incarnato” o “incanalato”, a gradimento anche se vi suggerisco di cambiar canale “dentro” una realtà meno subliminale ma più d’inguine carnosa… ah, i corpi cavernosi, le caverne, erectus!
Dio vi maledica, screanzati porcellini sempre “indaffarati” di manine a “pittare” di fresco le pareti domestiche, refugium peccatorum delle “cosmesi intime”, più selvagge dei primitivi che almeno “venivan alle mani” con pudore “manifesto”. Ripigliate Ezechiele! Anche il Profeta!
Mel Brooks! La laguna blu di Shields Brooke!
Cosa ne sapete voi della schizofrenia? Tal termine, vetusto a (de)finire, stigmatizzare i vegetali anal… izzanti (non tanto “rizzante”) di depressione inculante, è orsù scomparso per indicare i pazienti senza più pazienza tanto che non allettan neanche più la loro panza ed è tutto un pinzimonio di compensative manie al fegatino scacciar via. Lo “scolo” che si scoppiettò di malessere e picchiatello dallo strizza con la pip(p)a. Ah, un tiramisù addolcirà “trombante” il velociraptus (uccello di grosse dimensioni “volatili” appunto, “aleatorio” ed estinto-oscurità senza più vestiti dunque “nudi” e non “in umido”, detto anche cervello da “gallina” per il brodino… non tanto “carnivoro” ma “fringuello” essiccato sul rosolarselo e perder il cap-riccio della bella “sudarsela”). Bestiaccia ghiacciatissima!
Il licantropo, invece, se ne fotte delle teorie “freudiane” e fredda la Donna di canini “incisivi”, intagliandola nella pietra della “pizza al taglio” a sue mascelle, mandibole e malleolo su “O me la dai o ti lecco la noce del capocollo!”. Sempre perde il pelo e anche il vizio quando da sé “ozia”. Almeno si sforza.
In tale schifezza di Joe Johnston… (vedete che comunque la teoria darwiniana torna) fu regista di Jurassic Park 3, segnata è la fine di un’era spielberghiana e l’inizio “digitale” della virtualità, sessualmente anche “a bocca aperta” come da corollario del nostro degrado morale, dicevamo… in questo Benicio interpreta l’homo lupus (in fabula?) per ficcare la fava “potenziata” di desiderio in quella fragolona, appunto, di Emily Blunt, una che non si denuda mai (inutile “noleggiarlo” per “quello”, vi garantisco che, oltre a non “vederle il boschetto”, non c’è neanche la suspense...) ma è comunque un bel vedere a prescindere dal panorama circostante, anzi cancelliamo proprio il “contorno” e incorniciamo solo la “patata”. Per il resto, è una patacca. Per due ore, Benicio vorrebbe “appicccicarglielo” ma finisce col diventare Jodie Foster de Il silenzio degli innocenti. Sì, riscoprirà le ragioni femminili della giustizia sociale, causa castrazione da Buffalo Bill, uccidendo il cattivo Hopkins a manhunter. Secondo me, un’Escort di Manhattan costa più di “biglietto” ma almeno non andrete nei “gabinetti”. Una cagata! Dai, non val una sega!
Blunt, la donna che neanche un bisonte eccitatissimo da plenilunio incandescente riuscì a “entrarle”.
Per aver il sedere di Emily, la sciocca gnocca, bisogna possedere uno yacht da 100 milioni sceicchi più prometterle la fama, anche la fame (Richar Burton lo sa…) di Liz Taylor. Elizabeth coi suoi occhi viola, Emily ove mai “volerà”.
Verde “speranza” da faccia d’angelina… nemmeno Benicio il “pienotto” la “riempì”.
Questa è la licantropia, “malattia mentale” del Benicio non Toro nonostante la “dote” sviluppata da “ululato”.
Gli altri (non) ve li citerò, guardateli e sappiatemi dire se Benicio non è un “matto”.
Secondo me no, voleva solo fottersi a vita Scarlett Johansson ma ripiegò su Catherine Keener.
Infatti, Scarlett l’ha usato per “arrossarsela” e Catherine l’ha spompato, rendendolo un intellettuale del cazzo, appunto.
Da cui il film Jimmy P., la versione seria di Scemo e più scemo.
Insomma, uno ha vissuto un trauma e contatta lo psichiatra per “tirarglielo” da villoso, ma lo psichiatra è una pecorella smarrita e, oltre a non avere una villetta, ascolta Claudio Villa. Da cui la malinconia di Masini…, il cantante più “cambiato” in modo poc’allupato. Vaffanculo sfigato!
Chiamate John Landis, pretendiamo il “teso” mannaro a Londra. Paranoia! La luna. Lupo ulula, castello ululì! Sì, tutti i mostri, anche il Frankenstein! Riguardare sopra!
Denunciate chi lo sfrutta solo come fruttivendolo! Benicio è molto più valido di diagnosi registiche a buon mercato!
Benicio, ti ordino di azzannarli. O azzanni o ne andrà del tuo mezzo!
Ho detto tutto!
Anzi no. Sono come Benicio. Pensai malissimo che, se perdi la verginità, diventi un duro coi peli sullo stomaco.
Mi sbagliavo. Le donne mi stressano, e qualcosa è glabro. Direi un fisico asciuttissimo.