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Provocazione: i dieci migliori film italiani della mia vita, nessuno, tranne quelli di Sergio Leone. Ora, impiccatemi


24 Aug

De Sica Silvstedt

Sì, sono radicale, dobbiamo fare una selezione il più possibile stringente, come si suol dire.

Con buona pace di Nanni Moretti, a cui va il mio premio simpatia. Un uomo tracotante, un finto intellettuale di Sinistra che per anni ci ha ammorbato con le sue idiosincrasie, le sue polemiche retoriche, coi D’Alema dì qualcosa, che in Caro diario va in giro con la motoretta, con la lambretta, sì, la Vespina e la vispa Teresa, e brama Jennifer Beals. Ora, chiariamoci, Flashdance è una cagata pazzesca, e la Beals è molto più figa in Stress da vampiro e in Roger Dodger. La “mitica” canzone di Flashdance di Giorgio Moroder, cantata da Irene Cara, vinse l’Oscar ed è un hit di tutti gl’impiegati comunali frustrati. What a Feeling! Sì, mio padre, appena la sente tutt’ora in radio, diventa romantico e dimentica di essere un pensionato. E vola sulla superstrada alla ricerca del tempo perduto.

Sì, come critico, Nanni Moretti vale meno di quello del mio palazzo, l’inquilino del terzo piano, tale Cuomo, un mezzo mariuolo che però si porta sempre a casa delle gnocche straordinarie. Dev’essere uno schifo quell’appartamento. Detta fra noi, poi, quelle donne sono delle zoccole.

Sì, Moretti ha stroncato HeatStrange DaysHenry, e ha sempre avuto un debole per Laura Morante. Infatti, la scena de La stanza del figlio in cui le succhia le tette, c’entra come i cavoli a merenda con Brian Eno in colonna sonora e con la tragicità della vicenda. Ah, capisco, era per far capire che i coniugi, prima della tragedia, erano molto sessualmente affiatati e complici.

Bianca invece è la storia della mia vita. Io vorrei istituire una scuola chiamata Robert De Niro. Anch’io soffro d’insonnia e, nel bel mezzo della notte, anziché scucchiaiarmi il barattolone gigantesco di Nutella, mangio tre cornetti, alla stessa ora nella quale le vostre fidanzate vi rendono cornuti.

No, bannato Nanni.

Visconti? Ludwig è la storia della mia vita, sì, ancora, come d’altronde quasi tutta la sua filmografia. Ma io non sono omosessuale e non inserirei Alain Delon nei miei film per ciucciarglielo in privato. Scusate, eh.

Bannato!

Fellini. Mi son già più volte espresso su questo provinciale riminese panzone. Ce la possiamo dire? Non spargete la voce in giro. Non ho mai finito di vedere un suo film. Queste storie vitellonesche, di dolci vite romane, questa Capitale da lui adorata, cafona, di donnacce grassone e laide, di uomini bifolchi, di puttane misericordiose, questi amarcord nostalgici sono quasi peggio del suo squallido imitatore bolognese, Pupi Avati. Uno che è meglio che si goda la forte vecchiaia, mangiando le lasagne al ragù e la smettesse di scomodare i cuori grandi delle ragazze.

Bannati entrambi.

E Marco Ferreri? La grande abbuffata, un film triviale, porcellesco, scatologico, apocalittico, di uomini che sparano dal deretano dei peti sesquipedali da terremoto di Haiti. E Dillinger è morto? Molto meglio (anche se molto meglio non si può dire) Nemico pubblico di Michael Mann. Ah ah. Non so se molti di voi capiranno questa mia battuta, ma ci sta. Siamo tutti donne scimmie!

Bannato Ferreri, Ferraro della Sampdoria e pure la Ferrari, perché non me la posso permettere. Anche se Michela Ferraru, di u sarda, è modella che meriterebbe il mio brum brum.

Bannato anche l’altro Marco. Bellocchio. Lui e le sue schizofrenie, le sue morbose ore di religione e i suoi Porco Dio! Film rabbiosi da pugni in tasca. Ma che vuole questo qui? Ancora non l’hanno rinchiuso?

Bannato pure Sorrentino Paolo. Con le sue indolenze, le frasi a effetto, i suoi Toni Servillo con la parlata strascicata romana-meridionale, i suoi napoletani alla Maradona, i suoi clowneschi piani-sequenza.

Ha stufato e con Loro ha toccato il fondo.

 

Rossellini? Meglio la figlia.

Salvatores? Si salvi chi può. Affogatelo nel Mediterraneo.

Tornatore? Nuovo Cinema Paradiso non è una sua pellicola Oscar, ma il Cinema idilliaco che lui non girerà mai.

Pasolini. Ottimo intellettuale, un po’ esaltato. Ha detto anche un sacco di fregnacce. E non mi son mai piaciuti gli uomini che amano i pisellini…

Bertolucci? Oddio mio. Ultimo tango a Parigi regge su Brando. È maledettismo programmatico, studiato apposta per far scandalo in tempi ancora casti. Un film semi-pruriginoso in cui sostanzialmente non si vede un cazzo. Un film sulla solitudine? Mah sì… so io cos’è la solitudine. Quella del barbone sotto il Ponte di Galliera di Bologna. Mica quella di un debosciato come Brando, coi capelli nel vento che fa tanto decadentistico uomo vissuto. Ma vai a dar via il culo, Bernardo, e non ci sarà il burro ad addolcire la “frizione”.

E tutto il resto è noia. Fa anche lui quello di Sinistra col culo parato.  Aveva ragione Dario Argento, o forse era l’allegrona della figlia. È un borghese marcio che disserta di amori fantasticati, di adolescenti viziati che si fumano le canne.

Sinceramente, non ho mai visto nessun adolescente sfigato tipo Pitt e Garrel che hanno come compagna di studi, soprattutto di giochini anatomico-erotici, quel pezzo di passerona della Green.

Che poi diciamocela. A seno va di brutto la Green, di faccia è meglio la commessa del Conad sotto casa mia.

Sì, è buona questa commessa qui. Un po’ depressa. A forza di fare lo scontrino fiscale sulle banane di tutti quelli del quartiere…

E Antonioni? Mah, so che moriva dalla voglia senile di spogliare Luisa Ranieri. Ma lei è andata con Montalbano/Zingaretti e Michelangelo è rimasto muto più dei suoi film.

Carmelo Bene? Un pazzo.

Sergio Leone? Sì, ci sta. Anche se amava troppo i bucatini all’amatriciana.

 

Via, bruciare tutto.

Ah ah.

Sì, adesso vado a filmare i tortellini in brodo, mentre la mia faccia si rifletterà nel bicchiere di vetro nella rifrangenza del lampadario di luce soffusa e una mosca cadrà nella zuppa.

Titolo del film: Cena con le mosche in una serata da dimenticare nella tetraggine del piatto che piange, che fa molto Wertmuller.

Ma voi davvero credete a tutte le stronzate che dico? Ah sì? Bravi, fate bene. Non sono peggio di tanti filmacci spacciati per “arte”. Ma Arte de che? Evviva Christian De Sica. Stasera va così.

 

di Stefano Falotico

 

Un moderno Pasolini contro chi scrisse un osceno articolo di Vanity Fair su Kevin Spacey


27 Nov

onofri spacey

 

 

 

Un mio amico, in questa mattina lunatica di tal lunedì 27 Novembre 2017, proprio quando apprendiamo che, dopo essere andata in “iato”, ah ah, la serie House of Cards sarà terminata, posta sul suo profilo Facebook le sue giustissime considerazioni in merito a un articolo di rara imbecillità apparso su Vanity Fair. Non sto a linkarlo perché è capace che poi lo cancelli(no).In cui l’autrice di tal obbrobrio fa un ambiguo parallelo fra i personaggi “cattivi” di Spacey e il caso di abusi sessuali che gli ha rovinato e macchiato indelebilmente la carriera.

Se vi ricordate, miei aficionado/i, in tempi non sospetti, dissi che qualcuno, in preda a quest’agghiacciante caccia alle streghe, specchio dei mortificanti tempi bui che stiamo, ahinoi, vivendo, si sarebbe divertito molto a “ironizzare” con cattiveria sui molti personaggi di Spacey, diciamo, non propriamente lindi. E citai i suoi personaggi più emblematici in tal senso, puntando gli occhi su The Life of David Gale e American Beauty.

Ecco, per dover di cronaca, la mia che è sana portavoce, vivaddio, della giustezza, copio-incollo alcune parole che tanto mi “stupefanno” e rabbrividir ancor più mi fanno, le rileggo con affanno perché fatico a comprendere la mente deviata che le ha partorite. Di tale “scrittrice” Vittoria B… cchio… sicuramente non parente di Marco omonimo, ah ah, regista de La visione del Sabba, uno che si è sempre battuto contro i moralismi più fetidi, si è da sempre schierato contro i luoghi comuni che insozzano e insudiciano le vite altrui, ha sempre battagliato per far rilucere la verità, libera da chiacchiere appunto gossipare e dalle superficialità più ignobili. E certamente avrebbe enormemente disprezzato questo articolo, gridando di tutto cuore amareggiato dinanzi a tal “illeggibile” bieco “giochetto” mostruoso.

 

The Life of David Galerivedere la scena clou senza farsi due domande è impossibile (Spacey, ubriaco a una festa, cede controvoglia alle avances della mantide, che lo bracca in bagno e lo comanda a bacchetta durante l’atto, dandogli istruzioni irripetibili in questa sede). E se non scopriamo mai perché la studentessa abbia deciso di sabotare il prof, a parte la voglia di vendicarsi per una bocciatura, l’elemento che fa quasi ridere è la rapidità con cui il poveretto ingiustamente crocifisso perde tutto – famiglia, cattedra, onore, incarichi futuri – come se la parola di una sola persona potesse bastare a mandare in lista nera per l’eternità un uomo stimato e influente. Ops.

 

Un breve estratto sintomatico dell’idiozia che lo sottende.

In poche parole, costei, insomma, sostiene che, se avessimo guardato attentamente i personaggi interpretati da Spacey, certamente, avremmo preso coscienza che ci trovavamo di fronte a qualcosa e qualcuno non “raccomandabile” che andava oltre la finzione. Inutile affermare che queste affermazioni sono, oltre che “scimunite”, irriguardose e nate da una donna sicuramente frustrata, affermazioni assai pericolose.

Sarebbe come dire che, se un giorno Stephen King dovesse “abusare” di qualcuno o della moglie, avremmo dovuto capire prima, leggendo le sue storie dell’orrore, che avevamo a che fare con un potenziale maniaco.

Il problema sta a monte! C’è da domandarsi in modo preoccupante perché siamo arrivati a questo e permettiamo a certa gente di poter scrivere liberamente tali schifezze.

Sì, siamo una società in cui la politica del politically correct ha mietuto vittime e combinato danni peggiori della Santa Inquisizione. Siamo invasi da “educatori” sociali, che puniscono i ragazzi, semmai, solo perché hanno appetiti sessuali troppo “vivaci” o si ribellano, come deve essere, a una società “adulta” che poi li “educa” a queste arbitrarie, “divertenti” manipolazioni della cultura, alla strumentalizzazione più abietta della verità. L’informazione mainstream distorce le notizie, fa passare per malato di mente anche chi solo ha rubato una confezione di marmellata, e si affoga nelle più sciocche insensatezze, assurdità, piovono e “vertono” capi d’accusa spettrali ove tutti cercano il capro espiatorio ai propri mali quotidiani, e allora ecco che ci s’accanisce con sadismo glaciale e aberrante sul “mostro” designato per puro diletto terrificante, per “insaporir” malignamente la noia e darle orrido gusto. Fioccano i giornaletti “scandalistici” e “maliziosi”, divorati dalle donnette dalle parrucchiere, ai giovani si urla solo di crescere!, quando le prospettive del “panorama” contemporaneo sono asfittiche e di siffatte porcherie, un mondo in cui siamo “evoluti” di smartphone ma ancora barbarico nei plebiscitari pregiudizi, un mondo fascista, giustizialista, ove le persone appunto “eleggono” il “pazzo” di turno per dargli addosso nello scagliar pietre che invero sono lincianti solo la povertà morale della lor stessa “cresciuta” e bugiarda società, di una società che avanza nel qualunquismo becero, che vive di pettegolezzi, d’invidie e sfottò, di burle e bullismi in ogni fascia sociale.

Allorché, il giovane litiga coi genitori che lo vorrebbero vedere “sistemato” e gli stessi genitori urlano all’impazzata dalla mattina alla sera, con la madre che fa sì che la maionese non impazzisca, perché spreca troppo tempo a coccolare il suo gatto. Il padre è angosciato solo dal passo “falso” della Roma, che quest’anno non potrà “ambire” allo Scudetto. La vicina porcella, sbattuta contro le piastrelle di porcellana, si fa appunto l’idraulico “martellante” mentre il marito operaio vien operato “chirurgicamente” dall’avvocato che lo sventra a base di parcelle che svenerebbero anche la più “emancipata” prostituta “brillante”.

I laureati in Economia & Commercio spendono e spandono, facendo poi gli economisti contro gli operatori ecologici, spazzandoli via con licenziamenti che li lasciano sul lastrico.

Un’altra persona finisce in rehab perché non ha saputo “abilitarsi” alla frenesia capitalistica imposta dal “modello” berlusconiano, un pittore invece viene reputato matto perché non ha un lavoro “normale” e i suoi quadri geniali vengono presi soltanto per creazioni di un “astrattista” dei suoi deliri, un “diversamente abile”. Un altro va a vedere un film di Solondz perché sa che la sua vita è una merda ma ha bisogno di un cineasta da idolatrare, in cui riconoscere la propria da sempre usurpata “dignità”. Un’altra deficiente, invece, è stata mollata dal suo ragazzo, un nerboruto buttafuori che amava troppo gli altri “fori” mentre lei voleva solo più fiori, allorché parte in vacanza “premio” per un’Isola dei Famosi.

 

di Stefano Falotico

Diavolo in corto? No, si allunga ed è in tutti i cor(p)i, che lungometraggio!


27 Sep

 di Stefano Falotico

Per an(n)i, pensai di essere un pazzo da film di Bellocchio, invece impazzii da quando le “streghe” mi considerano solo belloccio e mi fanno i “malocchi”

Sì, sono definitivamente impazzito. Il mio telefono squilla a ogni ora, son “ricercato” anche dalle più “turbanti” squillo. Drin drin e non prendo requie, desiderano che entri nei loro culi come “quello” a cucù “incantato” ché appare-scompare di “becco” ficcante…

Insomma, voglion esser stantuffate ma io son stufo di questo entrar e uscire, ce l’ho oramai liso e m’han strappato anche tutte le camicie di lino. Me l’han “rasato”, sbucciato, ferito, spappolato, torturato, logorato, usurato oltre ogni “consumo” lecito e ora litigano fra di loro perché, dopo aver dato da “mangiare” al mio uccello, avendolo sbriciolato, desiderano pure “sbeccarmelo!”. Fra racchie, cornacchie, divoratrici, assatanate, “salate”, finte suore, “dolci”, patate esaltate e altre di carne “tonnata”, fra chi arrossisce timidamente e poi me l’azzanna ferocemente da lupa “strappatrice” ogni mio vizioso pelo, tra camere da letto sudate, bagnoschiuma e idromassaggi “schizzanti”, fra il dire e il “fare” c’è di mezzo il mare e le spruzzate, ecco la “doccia fredda”. Son rimasto all’asciutto di fisico spompato, “fantasmatico”, talmente d(ot)ato in tutti quei corpi da essermi scorporato. Scolorito, impallidito, così “impallato” da essermi rotto le palle. Annoiato, tanto fui a tutte “(st)ruggente” che me l’han distrutto (im)potentemente. E ora, dalla rabbia di ca(g)ne, (e)rutto!

Vaffanculo!

Basta scopare! Voglio solo scappare! Me le diedero tutte, dico tutte, a gambe di mio “(e)levato” e dai coglioni adesso levatevi!

Che (s)porco. Mi devo lavare. Troppo “esplosi” vulcanico di buchi caldi e roventissimi in mio lavico colar e tanto ora le lacrime a-mar colano e son solo… deluso.

Che valle di Pompe(i)…

Neanche il tempo di darmi… un appuntamento ed ecco che, in ogni “b(r)uco”, se lo ficcan dentro. Fra drogate, doghe, “alla(r)gate” di diga e, in men che non si dica, un’altra che non me la dia. Dio mio, no, non darmele! A queste non importa che sia “al buio”, fanno tutto alla luce del “Sole”.

L’altra sera, ad esempio, entrai… in un bar e neanche il tempo di ordinare il caffè e tutte, compresa la barista, mi “zuccherarono” talmente troppo di “top(p)e” in leccate al mio “ghiacciolo” al “limone”, che dovetti buttarmi poi nel congelatore per stare un po’ “gelato”.

Basta, basta(rde)! Non gliela faccio… più.

Datemi una “penna” e firmo la petizione per l’eutanasia. Pene! Altro che caso Englaro, questo “mio” è diventato un cazzo troppo “chiaro”.

Queste sembran belle addormentate ma per me “morirebbero” perfino, e per segno, altro che seghe, per “spararselo” su un letto di chiodi.

Son crocifisso, Cristo! Ho i miei diritti! Lasciate stare il mio “dritto!”.

Insomma, m(or)ale della storia e delle troie maiale.

Mi diedero per an(n)i dello schizofrenico e lo presi solo in culo.

Invece, ho capito di essere un genio e possono prendervi tutti/e in quel posteriore come e quando pare e piace a me.

 

– Signor Falotico, puttana la Madonna! Qui, la gente lavora e se lo fa dalla mattina alla sera. Mica come lei, che non fa un cazzo!

Ah ah, l’importante è che me lo facciano…

– Ti spari solo dei film!
Comunque sia, ricordate: più è lungo, che sia un film o un cazzone, se è bello, meno annoia. Ma spinge!

 

Ma non ho ancora finito, sebbene m’abbian “sfinito”.

Incontro uno e mi dice che sono una merda.

Io: – Avrai avuto un padre migliore del mio. Il mio m’ha insegnato a “bruciare” per vivere. Il tuo… m’hai detto che fa il ginecologo.

Ora, come mai, fra tutte le fighe che ha “esplorato”, ha “anal… izzato” solo quella da cui è nato uno storpio come te? Ha sbagliato lavoro, sai? Doveva farsela come me e mio padre.

 

Un’altra…

 

Nel 2008, mi ricoverarono all’Ottonello di Bologna perché molta gente bigotta mi fece… “impazzire”.

 

Entra il prete per la “benedizione”. Sì, in Italia, negli an(n)i duemila, la “psichiatria” crede che le anime “malate” possan esser “curate” anche con una “scrollata” di “acquolina”…

Il “prete” del cazzo mi “benedice” e però si accorge, urlando “Dio benedetto!”, che rimango sempre più maledetto.

Io: – Ora, crede a Satana, prete?

– No, Satana esiste ma deve morire!

– Satana sono io e, come vede, non muoio.

– Tu non sei Satana, ma solo un povero Cristo!

– Ah sì? Sa perché han “sbattuto” le pazze qui dentro? Le ho fatte… impazzire io.

– Che vuoi dire, “mostro?!”.

– Insomma, son tutte donne che hanno scopato con me. Tanto le “aprirono” tanto ora le han “rinchiuse”.

– E degli uomini, invece, che mi dice?

– Sono i loro mariti!

– E io chi sono, “fratello?”.

– Uno stronzo come tutti. Prete “caro”, si tolga la tonaca e veda di fottersela… questa (s)figa.

– E se non volessi?

– Volente o nolente, questa è, questa sarà. Così sia scritto, così sia (s)fatto.

– Sia lodato Gesù.

– Sempre sia lo(r)dato.

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