Ah, ma non avete niente da fare che fingere di essere interessati alla questione Cesare Battisti? Si stanno alimentando faide e il popolo, in rivolta, con la clava, inneggia al più becero giustizialismo.
Appoggiato dal suo emissario Salvini, nuovo Duce camuffato da populista. Sì, un ritorno tribale all’animalità più pericolosamente ferale sta di giorno in giorno attecchendo nelle coscienze di quest’Italia sprovveduta e abbandonata. Che, assillata dai debiti e da una vita miserabile, si è ora affidata a quattro pagliacci d’avanspettacolo meno degni di Pippo Franco del Bagaglino.
Di Maio, il quale non sa neppure chi sia Gabriel García Márquez ed è stato salvato dai suoi cent’anni di solitudine grazie a un Grillo parlante, continua a imperversare da Pinocchio e indubbiamente con la sua faccia da finocchio.
No, non sono omofobo ma personalmente preferisco i finocchi conditi con l’aceto, non i Di Maio acidi in questo governo “integrale” come la nuova, poco florida insalata parastatale.
Sì, che sono questi fondamentalismi? Mi par fondamentale aver le basi per poter governare. E qui mancano i presupposti basici anche per coltivare una piantagione di basilico. La piantasse questo contadino del Di Maio a seminare il suo subdolo mais e a invogliare la gente incolta che si sente tradita e rivendica abissali vendette bibliche, nello stimolare capzioso, bieco populismo d’accatto, a elemosinare il suo potere con un facile consenso popolare. Mai dire Mai? Invece sì, non sarete mai Sean Connery.
Siamo ritornati nella barbarie. Sì, adesso non vanno bene neanche le bambine che giocano con la Barbie.
Vengono prese per bimbo-minchia, termine da abolire, dalle loro madri che si scopano i toy boy. E le ricattano perché non sono economicamente autonome. Gli uomini, anche i più sfaticati, vogliono la casa di Big Jim ma son talmente paradossalmente ridicoli che non fanno ridere neanche Carrey Jim. Affittatevi una palafitta e vi passeranno al fegato le fitte. Tu, donna, visto che frittata?
Sì, la gente, avendo capito che non vale un cazzo, urla Voglio vivere come nuovi Nomadi!
L’ha preso troppo in culo per an(n)i (im)memorabili e, non memore della storica, italiana memoria, ha eletto in gloria Salvini. Sì, non contenta dei danni del fascismo, adesso rivuole il coprifuoco e desidera incendiare la pelle dei negri perché questi immigrati son dei clandestini troppo accalorati, piacciono alle donne bianche e invece vanno bruciati come il carbone.
Eppure Salvini, nel suo armadietto, ha tutta la collezione di Lexington Steele. Lo so.
I privilegiati, poi, a loro volta strumentalizzano la questione del Battisti per portare acqua al proprio mulino. E non vedevano l’ora che accadesse la cattura di Cesare per fare opposizione “culturalmente” virtuosa, sciorinando retoriche più false della buoncostume. Che casino! Ma quale battistero! Date a Cesare quel che è di Cesare, cioè il carcere. Date alla zona Cesarini un goal che ci salvi dalla serie B.
Interviene anche la super zoccola per antonomasia, Valentina Nappi col suo manifesto Sono stata stuprata da Salvini. Non esageriamo, continua a dar via il culo. Vittorio Sgarbi, che comunque non sopporto, conosce la Venere di Botticelli e non la bottana venerata da chi vuole la botte piena e il marito ubriaco che, senza la moglie, si guarda i tuoi filmetti. Basta con le tue bottarelle, io non mi scandalizzo per le tue leccate, Valentina.
Tu hai scritto ciò:
perché al di là di aspetti anche condivisibili (che pure ci sono) delle sue scelte concrete, e al di là del fatto che molte responsabilità non sono solo sue, Salvini ha riabilitato la peggiore cultura identitaria nazionalista, quella rappresentata dalla triade Dio-Patria-Famiglia. Babbo Natale, la Befana, niente Ramadan, sì al panettone rigorosamente a Natale, la colomba a Pasqua, la cucina tradizionale, i gay sì ma la famiglia solo quella tradizionale, i crocifissi rigorosamente nelle aule, Dio nei discorsi degli esponenti politici e tutta la plebe unita comunitariamente dai vecchi ‘sani’ valori identitari nazionali tradizionali. Non so voi, ma questa io la chiamo cultura di sapore fascista. Ed è uno stupro culturale di proporzioni immani. La questione dell’immigrazione, al di là dei complessi aspetti pratici su cui non intendo dilungarmi (la mia opinione è che una gestione razionale dei flussi migratori è — e soprattutto sarà — necessaria), è una questione culturale. Io non voglio vivere in un paese con una cultura ufficiale unica, cattolica di destra, nazionalpopolare. Io voglio vivere in un paese ateo, multietnico, con un’identità culturale che affondi le proprie radici nell’Illuminismo e nel marxismo più illuminato, e che sviluppi queste ultime all’altezza della modernità contemporanea. Il linguaggio grezzo, i modi spicci e i toni al limite del violento, invece, ci riportano a una cultura tribale che produce una violenza contro il diverso (come abbiamo potuto vedere) simile a quella che si dà in molte specie di primati non umani. Rispetto a tutto ciò, il genocidio è qualcosa di differente solo per grado.
Ma che vuoi saperne tu di cultura italiana, Valentina? Tu oramai vivi all’estero, sei interraziale e, più che marxista, mi pari filo-fancazzista. In ogni senso e anche nel tuo grosso seno. D’altronde, come dice il detto, Spagna o Francia basta che se magna. E tu, fra spagnole o baci al francese e anche a un irlandese, basta che te lo pappi con tanto di maionese che fa più patatina da cagnolina a caprese. Manco hai il pappone! Autogestisci tutto! Ah ah.
Che ne sai, Valentina, degli amori alla Rodolfo Valentino?
Ché, fra un Rocco Siffredi e un Manuel Ferrara, canti con Lucio Battisti, sì mia Linda, mica tanto, balla e bela come sai.
Non mi sembri un’innocente da La canzone del sole. A quello, dinanzi alle tue poppe, sale ed è un viaggiare, evitando le buche più dure ma non evitando affatto quello suo duro nei tuoi buchi. O no?
No, non sono un moralista, fai pure quel cazzo che vuoi, tanto non te ne fai solo uno. Ah ah. E non sarò certo io a mettere il dito. Ah ah.
Amarsi un po’
è un po’ fiorire
aiuta sai
a non morire
senza nascondersi
manifestandosi si può eludere
la solitudine
Quindi, basta con queste manifestazioni di amore. Ma che manifestate? Che sono tutti questi baci e abbracci da Giuda?
Io sono Giovanni Battista e vi benedico. Che la pace sia con voi. E con il tuo spirito? No, con la vostra pece. E mettetevi l’anima, appunto, in pene.
Poveri cristi, lasciatemi ora vedere un cazzo di film. Ho il mio culo da portare avanti. Quindi, se voi avete tempo da perdere, fate pure.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra! Tu sei più buona, Petra. Lascia che te lo pietrifichi con bon ton e apriremo le porte del Paradiso come San Pietro, mangiandoci poi un tonno e tutti questi tonti. Mi raccomando, non scagliatevi contro di me. Non sono Vallanzasca, non sono un santo, non so se sono del tutto sano eppur evviva Batistuta che gridò Irina Te Amo!
Allora non servì a niente Garibaldi a Teano né scacciare i nazisti da Teramo.
Sì, lo so, Salvini è un bugiardo. Ce l’ha con i diversi e non sopporta il colore viola. Ma io so che, quando scopava la Isoardi, da cui il famoso detto tanto la va gatta al lardo che ci lascia lo zampino, metteva in sotto(s)fondo Rihanna con la sua hit. Te Amo? Appunto? No, Umbrella ed evviva Rossella!
Diciamocelo! Siete, chi più chi meno, tutti colpevoli! Io no. Io no? No, no, no e non sono un nonno! Nonnetti rincoglioniti, via dai coglioni, donnacce, via dai marroni! Uomo, prendi questo! Donna, prendi quello del mio amico. Stasera, mi hai rotto le palle. Lasciami cazzeggiare da solo!
Applauso! E fottetevi. Ergastolo di massa. Su, secondini, sbatteteli tutti al fresco e sbatteteli anche al caldo. Ah ah.
Quello che ho scritto è vergognoso?
No, è cosa buona e giusta.
Sì, avete stancato. Meglio un film tosto col Dave Bautista. Guardate che uomo. Tiene per mano la sua bella e incula. Fra un Blade Runner 2049 e Dune, Bautista si fa la sua bionda e anche un altro film di Denis Villeneuve.
di Stefano Falotico