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Credo di essere l’unico uomo, ammesso che lo sia, a cui piace Colin Farrell


13 Apr

Colin+Farrell+Colin+Farrell+Jimmy+Kimmel+Live+dHHLxf2vcyhl

Ecco, uno screenshot del mio WhatsApp che non lascia dubbi.
Naturalmente, il nome della mia amata rimarrà nel mistero per molto tempo.

amore

Ora, che mi crediate o no, sono stato nuovamente travolto da quello strano, oserei dire perfino pericoloso sentimento chiamato amore. Dopo anni d’ibernazioni, di castighi impostimi, di repressioni perfino auto-indottemi, anzi, prescrittemi pure farmacologicamente da uomini che si credettero dotti o semplicemente denominati dottori, dopo le mie peripezie romantiche più e più volte narratevi con certosina, minuziosa cura di particolari un po’ romanzati, sebbene assai veri e addirittura lacrimosi, sì, poiché amare significa spesso ingelosirsi a morte e soffrire dunque, per forza, immensamente nel proprio (di)strutto cuore, questo sentimento è tornato potente a invadermi l’anima di ardore furente.

Sebbene mi mascheri da cinico nichilista assai ritroso, anzi, perfino irriguardoso nei riguardi dei sentimenti normalmente appartenenti all’animo umano più caloroso, poiché mi piace tirarmela da alienato scontroso, spacciandomi anche per ferito emarginato odioso, posso garantirvi che neppure Stanley Kubrick fosse davvero un misantropo immisericordioso.

Basti vedere come, in maniera adorante, muovendo la macchina da presa grazie al suo operatore impassibile, in quanto educato sin troppo perbenisticamente come il figlio di Barry Lindon, riprese il culo morbido e basculante di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, sognando in cuor suo di farvi all’amore illimitatamente da vero lupo alla Jack Torrance di Shining.

Poi, Kubrick fu sposato e visse nelle campagne londinesi, cazzeggiando spesso a raccogliere fiorellini e margherite fra l’elucubrare un progetto irrealizzato come Napoleon(e) e la sua Sant’Elena da autoesiliato.

Ora, da tempo immemorabile, vivo d’una sessualità ambigua. Anzi, è così talmente marcata la mia eterosessualità piuttosto pronunciata che malfidati m’appioppano patenti da omosessuale marchiato.

Io non sono omofobo e non nutro alcun pregiudizio riguardo i gay.

Ma credo che sia indubitabile la mia passione per le donne.

Più evidente delle sopracciglia foltissime e dello sguardo penetrante e immediatamente ficcante di Colin Farrell.

Devo esservi sincero. Per anni soffrii di complessi di colpa da Farrell di In Bruges. Con la sola differenza che lui davvero, in questo film, ammazzò un uomo.

Di mio, ammazzai me stesso.

La mia fu una vita contemplativa di natura malickiana alla The New World.

Pensai di essere Alexander ma furono gli altri a magnare me. Sì, dei magnoni. Comunque, ogni estate lecco il Magnum, gelato ricoperto di cioccolato.

Cioè Colin Farrell. Sì, il famoso gelato dell’Algida è in verità Colin Farrell con la stecca al posto di qualcos’altro.

Colin fu amante prelibato e donò dolcezze succhianti e cremose a donne morbide e deliziose, in una parola sfiziose.

Ma Colin non fu mai né un vizioso né un ozioso. Lavoratore infatti è, a tutt’oggi, instancabile e duro. Parsimonioso!

Per anni fui anche stalkerizzato dal Kiefer Sutherland di In linea con l’assassino.

Vale a dire un burino infame che visse, nei miei confronti, della perenne Regola del sospetto.

Mi diede la patente di cieco come Daredevil. Mah, più che un Bullseye, questo qui fu solamente un bullo del cazzo.

La vita è dura e non si vive solo di scherzetti, miei belli. Altrimenti, finiremo tutti Sotto corte marziale.

La donna di cui sono innamorato sostiene che, più che a Colin Farrell, il mio sguardo assomigli a quello di Ewan McGregor. Di Sogni e delitti? No.

Ewan è molto più alto di me ed è più biondo che castano. Io sono castano tendente al rosso di sera bel tempo si spera. E da parecchi anni non mi reco al mare ove potrei abbronzarmi e far sì che i raggi solari schiariscano i miei capelli ma soprattutto il mio umore spesso nero.

Fui anche indagato come Tom Cruise di Minority Report.

Ve lo do io Dumbo e Il sacrificio del cervo sacro. Film con Colin e la solita Kidman Nicole.

Ecco, tantissimi anni fa mi successe una cosa allucinante.

Uscii con un amico che mi lasciò da solo con sua moglie e tutte le sue amiche come ne L’inganno.

Una situazione veramente imbarazzante e, in tal caso, non gliel’avrebbe potuta fare nemmeno Clint Eastwood de La notte brava del soldato Jonathan.

Fui preso anche per Harry Potter. Invero, sono più simile ad Artemis Fowl. Sì, una mente geniale che sabota però il mio corpo bestiale.

Al che, ucciso dalla mia stessa malinconia, folleggio da Kenneth Branagh che recita il celeberrimo monologo essere-non essere di Hamlet.

Amici, vi garantisco che passai momenti di crisi incazzate da Colin Farrell di True Detective 2.

Molti mi chiedono se io voglia dei figli. Sì, è bellissimo avere dei figli. Peccato che possano avere dei problemi come il figlio di Colin nella succitata serie televisiva scritta da Nic Pizzolatto.

Crescendo, bullizzato in quel modo, quel ragazzo si sarebbe ribellato. Sviluppando facoltà sensitive da Farrell di Premonitions.

Io evitai la psicopatia e la pericolosa pazzia, amando la musica country da Tommy Sweet di Crazy Heart.

E ho detto tutto.

Non sono l’immaginario Tony 3 di Parnassus – L’uomo che volle ingannare il diavolo ma anche Tom Waits non è male.

Non sono nemmeno il futuro Pinguino di Batman anche se, tre anni fa, divenni un po’ pingue e credo di essere Joker.

Mio padre avrebbe amato se mi fossi laureato in Legge, diventando un ricchissimo George Pierce di End of Justice.

Invece, depositai legalmente due miei libri che sputtanarono tutto il sistema d’ingiustizie su cui si basa la società, la psichiatria e l’economia del mondo odierno come Denzel Washington dello stesso film succitato.

Quindi, sono Colin Farrell nel finale di questa pellicola. Ah ah.

In verità vi dico che né io né voi dovete provare invidia per Colin Farrell. Non è solo indubbiamente bello, secondo me è anche un grande attore.

Da piccolissimo, ebbi comunque le orecchie a sventola. Poi, diventai un clown da circo.

Eppure ammaestro ogni leone con far da volpone, qualche volta son ancora coglione e minchione eppure sempre mantengo intatto un fascino più che da omone da uomo dai sani ormoni.

Per quanto riguarda le vecchie acredini, meglio finirla.

Al galoppo, amici.

Basta con le rotture di cazzo.

Colin+Farrell+Premiere+Disney+Dumbo+Arrivals+ggmn3shmZ3cl

 

di Stefano Falotico

 

Ai cinecomic preferisco Joe Pesci di The Irishman, comunque Birdman non è male, ovviamente il non plus ultra è JOKER


03 Dec

catwoman pfeiffer

Sì, notai una foto su Facebook. Di una donna indubbiamente esuberante, la quale vuol passare per ochetta, inserendosi sempre mezza discinta per (at)tirare le virili oche, facendo delle smorfie da orca per non sembrare solamente una porca, bensì una aggressiva ma con le palle, insomma, mica una poco di buono. Una che, sì, si denuda facilmente ma non è una facile, ha gusto anche nello spogliarsi. Sa cosa vuole e va dritta al sodo, senza retorica ma soprattutto senza camicia da notte.

Al che, codesta, ancora una volta mezza nuda, ficca… tale frase sotto un’altra immagine di lei praticamente ignuda:

ho visto The Irishman, è un film sulla vecchiaia che mette tristezza. Però è bello, molto bello. Adesso però, scusate, devo farmi bella.

Nella sua storia su Instagram, il sottofondo musicale è la hit che va oggi per la maggiore di Emma Marrone. La Marrone ha da poco avuto un figlio. Sì, dopo averla data a tutta Mediaset, intervistata in questi giorni, afferma:

– Sono mamma, è un’esperienza nuova. Sì, mi sento rinata. Ah, sono bella, sono bella, sì, giammai da nessuno sarò trombata.

 

Al che, intervengo io in modo lapidario con una frase sepolcrale:

The Irishman è un capolavoro melanconico, cauto con picchi spasmodici di violenza esplosiva, magniloquenza irruenta di Scorsese diluita in tre ore e mezza di quieta nostalgia.

 

Torno in cucina e mangio la carne saporita come Skinny Razor/Bobby Cannavale. Sì, queste galline vanno sgozzate, sono delle pollastrelle.

Forse ingrasserò come il “becchino” Action Bronson o forse gusterò del vino vicino a un caldo camino, rimembrando, come Frank Sheeran, tutto il mio esistenziale cammino.

Senza rimpianti e con la durezza tipica di un uomo che, durante le sue notti fredde, ascoltò ogni album di Bob Dylan, sapendo che i ragazzi della mia età, il giorno dopo, avrebbero sessualmente consumato la loro giovinezza da incoscienti, fornicando qualche scema che li avrebbe rincoglioniti, portandoli a vedere un film di Muccino con tanto di Cremino…

Meglio il Cremlino, uomini russi. E giammai russatevela. Attento, c’è una Mosca sul lampadario. C’è anche una moschea di troppo nel mio quartiere.

Sono stanco dei bambini, delle maestrine e di quelli che vogliono mettere i punti sulle i. Dato che sono frustrati, desiderano coniugare i ver(b)i delle vite altrui, nel tentativo pedagogicamente demagogico e manipolatorio, educazionale alla pari delle suore all’oratorio, di rendere il prossimo a immagine e somiglianza della loro malata, solipsistica visione del mondo catto-borghese, moralistica e soprattutto falsa. Allora, ecco che spunta la scrittrice di romanzi eroticamente spinti che ora, dopo mille delusioni, da lei per l’appunto sublimate in romance semi-hard, invero assai innocui e meno sensuali di Luciana Littizzetto, come le sfumature di grigio dei suoi capelli semi-tinti da Crudelia De Mon e da Meryl Streep de Il diavolo veste Prada, con tanto d’ingiallita permanente delle sue fisse da donna in carriera che pensa d’averla profumata, s’è riciclata come insegnante di sostegno per giovani ragazzi fuori da recuperare. Cioè, la versione senza cazzo di Michele Placido di Mery per sempre.

Su Facebook, scrive ogni giorno il diario di questa sua nuova esperienza formativa…

– Oggi, dalla mia borsetta, per sbaglio è scopato, no, scappato un profilattico. Quello della prima figa, no, fila… ha riso e io gli ho risposto… sì, è quello del mio amante. Finiscila di guardarmi le gambe e dopo te la do, in bagno, se in tre secondi riuscirai a imparare a memoria un libro di Dostoevskij.

Sì, così si fa. Bisogna far capire chi comandi/a e st(i)a sopra. Sono una dura.

 

Sì, peccato che il ragazzo suo allievo avesse tredici anni. Adesso, per colpa dell’educazione del cazzo della Montessori del suo “tesoro”, il ragazzo è rimasto traumatizzato e s’è beccato un ricovero psichiatrico.

In poche parole, la sua vita è finita cinque anni prima di compiere la maggiore età e quindi prima di poter avere, almeno all’anagrafe, la capacità d’intendere e volere.

La signora, insegnante della minchia, invece stasera è a letto con quello che, nella classe a fianco a quella ove lei insegna, insegna Religione…

Sì, un troiaio mai visto.

Uomini che si professano dottori ma altri non sono che dei tromboni… donne che si credono attrici di Hollywood e invece, al massimo, faranno la fine di Claudia Gerini.

La peggiore saltimbanca della storia del Cinema, si fa per dire, italiano. Infatti, come già scrissi, il grande Keanu Reeves, in John Wick 2, dovrebbe ammazzarla per conto di quello ch’è invece il peggiore attore, si fa per dire, di tutti i temp(l)i, Riccardo Scamarcio.

Al che, Keanu guarda questa burina de Roma e lei:

– Oh, bello e dannato, Neo di Matrix, dai, lo famo strano? Sono tua, sono immensamente tua. Poi, farai di me ciò che vuoi.

 

Keanu la osserva e le sussurra:

– Sì, coccolina, telefona al tuo ex, lo Zampaglione. Vedi se, almeno per l’ultimo dell’anno, potrai con lui mangiare lo zampone con un po’ di zabaione. E ricorda: rimanda pure il suicidio, bastano un po’ di lenticchie e, grazie all’auto-suggestione, tipo Oroscopo, che ti sarai donata, avrai un anno di merda ma a te sembrerà di essere Marlene Dietrich.

– Fottiti, Keanu. Ti odio.

– Ciao, in realtà ho finito da tempo John Wick 3. Ora, devo girare il quarto. Buttati nella vasca. Se non muori subito, chiama quell’altra bagascia di Jessica Rabbit e fatelo da lesbiche in salamoia.

– Sei solo un salame! Un coniglio!

– Sì, già che ci sei, chiama anche Alba Parietti de Il macellaio. Poi, nell’aldilà, fai l’amore con Hugh Hefner.

 

Sì, guardate, la dolcezza non è il mio piatto forte. Per anni, la gente pensò che avessi Paura d’amare. Sì, infatti ce l’ho in dvd. Ho anche il filmato personalissimo di Michelle Pfeiffer al Festival di Venezia quando presentò Le verità nascoste. La verità è che a me non hai mai detto un cazzo Michelle dei Beatles. E non amo il film Pensieri pericolosi.

 

di Stefano Falotico

ROBERT PATTINSON non mi convince come BATMAN: meglio il sottoscritto, uomo della notte and my transformation to play the JOKER character is amazing, superb, phenomenal


15 Nov

cosmopolis pattinson

Orsù, fratelli della congrega.

La notte sarà ancora lunga. Per far sì che non possiate annottarvi, no, annoiarvi, potrei qui annotarvi, no, recitarvi una filastrocca del signor Bonaventura ma io non sono un uomo semplice da Simona Ventura e quindi voglio cantare a voi un pezzo da uomo che, per sua natura, ama oggi la frescura e domani la calura.

Mamma mia, nel bosco v’è il lupo, oddio che paura!

Il Falotico, essere che plana su una società che perse il senno e, in seno al ritrovato sé stesso dapprima dagli ipocriti steso, non amerà mai una sempliciotta né un’educanda di nome Iolanda, neppure una lavandaia classista che frequentò il liceo classico per antonomasia di Bologna, ovvero il Galvani, poiché è uomo lontano dalla borghesia e da ogni sua sovrastruttura, visse per molto tempo di pane, amore e fantasia, di pene e ipocondrie, di malinconie e di grande noia ma, dopo essersi adombrato, oscurato, obliato e oserei dire anche obnubilato, dalle nubi del suo passato riapparve in forma smagliante, giammai più dai pagliacci inculato, bensì ancora poeticamente alto, di buon alito e velocemente alato, cammina a ogni dì con far spavaldo.

Anche quando indossa un liso pigiama, emana un fascino bestiale a pelle che attira una donna Gioconda di nome Mona Lisa e domani una triste di nome Luisa.

Egli è Babbo Natale e il 25 Dicembre suona la cornamusa a ogni vergine che non crede oramai più in dio poiché dai cinici amanti assai delusa, donandole una mousse succosa per dimostrare ai musoni che ci vuole dolcezza per ricevere carezze, di vuole tenerezza per amare le donne che vogliono la giusta, gustosa durezza.

Egli è bello, è un giovane baldo, conosce a menadito la realtà e n’è ben saldo, malgrado abbia pochi soldi nel salvadanaio.

In mezzo a tante cretine ragazzine galline che vivono nel pollaio, in mezzo a tanti galli cedroni che si credono fighi ma, a trent’anni, usano già il cerone, il Falotico, dinanzi a tale umanità pietosa, accende un cero e augura agli zombi, cioè ai morti diventi oramai rassegnatisi a una vita amara, di finire presto al cimitero.

Un uomo che l’incenerisce poiché non più poltrisce e, ribellandosi con furia, gli imbecilli punisce, zittisce e a tutti lo fa a strisce.

Poiché se costoro devono vivere solamente di frivolezza esagerata, di squallida mediocrità, di carnascialesca falsità e di stole ilarità, è meglio dunque il Falotico nella sua forse odiosa eppur cremosa, giammai criminosa, totale, nuda e cruda sincerità.

I suoi occhi sono quasi neri, neri come la notte ove si fa a botte, ove l’uomo pipistrello è anche poeta menestrello e spacca il culo a ogni teppistello.

Di primo acchito, questo Falotico potrebbe sembrare, invero, un coglioncello ma ha due palle così per esser riuscito a rifiorire come un fiore a primavera e a correre ancora come un leggiadro cervo che ama le favole che iniziano con C’era… una volta anche presso i Sassi di Matera.

Ce la vogliamo dire?

So che lo vorreste uccidere per questo, so che lo invidiate a morte ma è onestamente un genio.

Se non mi credete, fate bene. Siete uomini di panza e poca sostanza, uomini che vivono solamente di fandonie e sterili chiacchiere. Non sapete amare i favolisti da Cielo in una stanza.

Uomini, sostanzialmente, che non valgono niente.

Meritate una vita da idioti. Mica quella del Falotico.

Siete uomini che nessun progetto valido sanno stanziare, prendete in giro i barboni alla stazione e non sarete mai amici, a differenza del Genius-Pop, di uno dei migliori critici cinematografici italiani che scrive su Best Movie, ovvero Davide Stanzione.

Ah ah.

Il Falotico fu amorfo e oggi è invece polimorfico, sa essere come Johnny Depp, poi uguale a Joaquin Phoenix, quindi trasmuta in Brandon Lee de Il corvo in virtù solamente del suo fascino alla Al Pacino dallo sguardo torvo e torbido, eppur al contempo romantico, avvolgente e morbido.

Insomma, un pezzo da novanta che, in mezzo al 95% delle persone, cioè gli zotici, vale un sogno.

Buonanotte e buongiorno, c’è chi ama la vita dura, chi la vita diurna, chi quella notturna ma ricordate che sarà ancora una fregatura quest’esistenziale, feroce lotta di noi, oggi creature e domani pure, no, ancora uomini (im)puri.

In mezzo alla radura, spunta un uomo duro che fa gola e calore a ogni donna di bocca buona che lui sa ammaliare col solo potere della sua oratoria senza retorica, col solo valore della sua immensa cultura.

Poiché, anche senza fare un cazzo, eh già, sprigiona irresistibile forza eroica e potente classe erotica.

 

Signore e signori,

il Falotico.

Un uomo che batte Pattinson in tre secondi netti senza neppure togliersi la maschera da Joker.

Ah ah.

Un uomo, dirimpetto al quale, Jennifer Lopez se la fa nelle mutande.

Poiché, come detto, sa che le farà presto il c… o.

Ah ah.

di Stefano Falotico

Ammisi falsamente che mi sarei suicidato dopo aver visto THE IRISHMAN: qui devo ammettere il ver(b)o, lo farò dopo KILLERS OF THE FLOWER MOON, mi spiace avervi deluso


13 Nov

scorsese

Sì, ne ero sicurissimo. Forse non lo sapete, forse sì, chissà. Visionai The Irishman alla Festa del Cinema di Roma.

Mi promisi, il mattino stesso in Sala Petrassi, aspettando nauseato in mezzo agli altri accreditati stampa tutti sovreccitati, a differenza di me, impassibile e con la testa da un’altra parte, che tornato in albergo, finita dunque la proiezione di The Irishman, mi sarei gettato giù dalla finestra.

Questo non avvenne poiché, nel momento stesso in cui stetti per lanciarmi giù a volo d’angelo, desistetti? No, squillò il mio cellulare e mi arrivò una notifica di WhatsApp.

Un mio amico mi mandò un vocale:

– Hai letto le critiche negative che sta ricevendo, qui in Italia, The Irishman? A quanto pare, a differenza della Critica statunitense, assolutamente unanime nel definirlo un capolavoro indiscutibile, qua da noi abbiamo già parecchi insoddisfatti.

Non possiamo permettere che questa gente continui a vivere, non credi?

– No, infatti, assolutamente.

– Ti sento affaticato, Stefano. Hai il fiatone. Che stavi combinando? Ah ah, lo so. In camera, da te, c’è una bella donzella tutta ignuda e calda a letto. Non volevo disturbarti. Continua pure…

– No, in verità qui non c’è un cazzo di nessuno. Ci sono io e, se tu non m’avessi chiamato, in questa stanza fra poco non ci sarebbe stato nemmeno il sottoscritto.

– Ah, capisco. Fra poco uscirai dalla camera per andare a vedere un altro film?

– Invero, mi stavo suicidando.

– Ah sì? Quindi ti ho salvato la vita.

– Sì, sei il mio Robert De Niro.

 

Sapete, no, che Martin Scorsese, dopo il rapporto fallimentare con Liza Minnelli, dopo aver girato New York, New York, pensò seriamente di suicidarsi e fu proprio Bob De Niro a salvarlo, praticamente costringendolo a girare Toro scatenato?

Sì, ignoranti, documentatevi.

Scorsese era distrutto psicologicamente ma, grazie a Bob De Niro e a una scopata, forse più di una, con Isabella Rossellini, quest’ultima infatti presente alla cerimonia degli Oscar in cui Bob vinse l’Oscar, si salvò per il rotto della cuffia.

Da allora, non ebbe più pensieri suicidari o suicidi che dir si voglia. Io invece non ho più tanta voglia…

Ora, nelle prossime righe, vi racconterò mille cose che non sapete di me e invece io voglio dirvi. Tanto, come sempre, non mi crederete poiché v’appariranno soltanto il frutto delle fantasie di un malato di mente che inventa balle per attirare l’attenzione.

Vorrei sinceramente che fosse così, invece è esattamente il contrario. Infatti, quanto prossimamente vi narrerò, eh già, corrisponde purtroppo alla più tragica realtà surreale.

Ecco, mi ricordo che il mio primo appuntamento al buio con una ragazza non fu al buio. Era infatti pomeriggio.

A differenza di Griffin Dunne di Fuori orario, non mi dimostrai affatto impacciato e timido con la mia Rosanna Arquette dei poveri.

Sì, che io mi ricordi, lei assomigliava realmente molto a Rosanna. Cioè, a tutt’oggi, sebbene mi sia sverginato con lei, non sono ancora convinto se fosse bella o brutta. Un po’ come Rosanna all’epoca.

Adesso, Rosanna è indubbiamente una racchia. Forse anche questa con cui mi sverginai lo è ma non la vedo più, in ogni senso.

Lei invece, vedendomi così coinvolto, disinvolto, constatando-tastando con mano la mia sicumera, sì, proprio con mano leggera, facendo up and down per tirarmelo sempre più su in modo pesante, allo stesso modo di Griffin Dunne, però, cadde in paranoia.

Sì, non fui io a venire… divorato dalle paranoie, bensì lei.

Poiché ripeto, in quel momento, credette che io le avessi mentito in chat, ove le dissi che ero sessualmente imbranato.

Sì, fu lei a sentirsi in imbarazzo. Lo sentì subito rizzo e ciò la stupefò un bel po’, cazzo.

Detto questo, passiamo alla seconda che incontrai.

Al primo appuntamento, io e lei passeggiamo per circa un’ora. Poi entrammo in macchina.

Solo perché non trovavo più il cellulare. Le chiesi di aiutarmi a cercarlo.

Lei pensò che stessi scherzando ma io la freddai con un:

– Eccolo, ho trovato il cellulare del cazzo. Stava qui, sul sedile posteriore. Adesso che l’ho trovato, direi che posso rincasare.

Sì, ora devo andare. Stasera, vorrei rivedere L’ultima tentazione di Cristo. Ci sentiamo domani, va bene?

– Mi stai prendendo per il culo?

– Un po’ sì.

 

Al che, cominciò a offendermi di brutto come Lorraine Bracco con Ray Liotta in Quei bravi ragazzi.

– Sai che ti dico, stronzo di merda? Sei solo un ghiacciolo!

– Il ghiacciolo si lecca – le risposi con estremo aplomb, quindi aggiunsi: – A duecento metri da qui, c’è una gelateria. Compra una vaschetta di jogurt all’amarena. Succhiatela tutta e, mi raccomando, di’ al gelataio di ficcarti dentro anche la banana.

 

Lei, innervosita oltremisura, minacciò di chiamare l’ambulanza per ricoverarmi alla prima clinica psichiatrica. Dunque, io le risposi sempre con calma olimpica:

– Sì, va bene, ci sto. Se però dall’ambulanza scende Nicolas Cage di Al di là della vita, non so se dovrò accompagnare lui al pronto soccorso. A quanto pare, Nic non gliela può fare, no, non ce la fa da solo. E tu non sei stimolante come Patricia Arquette, sai?

– Sei solo una merda! – urlò lei, inferocita.

 

Comunque, volle rivedermi. Sì, diciamo che, non considerandomi tanto normale, volle appurare se fossi rivedibile.

Ah ah.

Il nostro secondo incontro durò comunque pochissimo.

Lei mi aspettò davanti a un negozio di biancheria intima.

Al che, io fermai dinanzi a lei la macchina, inserii le cosiddette doppie luci, sostai brevissimamente in doppia corsia, scesi in tutta fretta e le dissi:

– Sono venuto… solo per consegnarti il cellulare. La scorsa volta, lo dimenticasti nella mia macchina.

Ora però, prima di lasciarti, toglimi una curiosità. Sai, ho sbirciato nella tua rubrica. Leggendo anche vari tuoi sms mandati a un certo Ernesto.

Da quel che sembra, questo Ernesto ti scopa da dio. Lo riempi sempre di complimenti, ringraziandolo per le impagabili soddisfazioni che ti dà. Mi congratulo con te.

Adesso, scusami, devo proprio scappare. Tu, con Ernesto, torna a scopare.

– Io ti denuncio, figlio di puttana! Dove cazzo è finita la privacy? Porco!

 

Come si suol dire, non c’è due senza tre. Lei volle nuovamente incontrarmi e finalmente scopammo.

Sì, mi ospitò a casa sua e mi offrì un succo di frutta.

– Ti piace?

– No, è acido come te.

– Fuori dalla mia casa, villano!

– Va bene, lasciami però almeno finire di succhiare dalla cannuccia! Sto finendo, dammi soltanto un momento. Hai notato che, quando uno sta per finire di succhiare, avviene il risucchio? Tu sei esperta di cannucce, nevvero?

– Psicopatico, come ti permetti?

 

Scesi frettolosamente le scale di corsa. Al che lei m’inseguì:

– Dove cazzo pensi di andare? Devi pagarmi il succo di frutta.

– Va bene. Tu rientra nel tuo appartamento, non diamo spettacolo. Ti raggiungo subito. Dammi solamente un minuto. Devo riallacciarmi le scarpe.

 

La raggiunsi dopo un minuto e lei s’era nel frattempo completamente denudata come Margot Robbie al primo incontro con Leo DiCaprio di The Wolf of Wall Street.

Al che, tutta accalorata, disse, parafrasando Joe Pesci di Quei bravi ragazzi:

– E ora che mi dici, signor bulletto? Qualche cosa me la devi dire.

– Te la dico.

– Sentiamo.

– Fancul’ a mamm’t.

 

Sì, le dissi proprio così.

Fra me e lei, fra alti e bassi, durò parecchio. Lei non mi amò mai davvero, nemmeno io.

Stemmo assieme soltanto perché, a detta di lei, duravo molto.

Ma non servì a un cazzo per tirarmi su.

La strategia promozionale di Scorsese & Netflix s’è rivelata vincente, quella di Fedez, cantante degli ominidi, altrettanto, poiché l’italiano medio è un mafioso demente, evviva i cinecomic!

Sì, quando Alberto Barbera annunciò, a fine luglio scorso, il programma della sua kermesse, ovvero della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, tutti noi cinefili rimanemmo basiti nello scorrerlo e non vedere in cartellone, come si suol dire, The Irishman di Martin Scorsese.

Eclatante, clamoroso al Cibali, come si diceva una volta.

Il film più atteso dell’anno, forse degli ultimi vent’anni, non partecipò al Festival di Venezia. Assurdo, no?

Festival da sempre considerato leggermente minore rispetto a quello di Cannes ma che, ultimamente, si rivelò d’estrema importanza imprescindibile per la corsa agli Oscar.

Poiché molti dei film, dei registi e degli attori premiati a Venezia furono poi quelli che la fecero da leone agli Oscar. Anche se La forma dell’acqua vinse, per l’appunto, il Leone d’oro, eh eh, mentre il parimenti oscarizzato Birdman assolutamente no.

Scorsese optò per il più intimo New York Film Festival.

Scelta quanto mai oculata, sacrosanta.

Poiché sarebbe stato, come già dissi, assai pericoloso presentare The Irishman a Venezia. Dinanzi a critici agguerriti e infoiati, pronti a scannarlo se ne fossero rimasti, di solito loro snobismo d’accatto e “accatta visualizzazioni stampa”, parzialmente delusi.

Sì, meglio dunque il più piccolo New York Film Festival. Ove Scorsese poté presentare il suo film in maniera più delicata e riservata. Consegnandone la visione a selezionati addetti e cosiddetti operatori del sistema.

Le critiche, come sappiamo, furono entusiastiche. Da qui sorse a tamburo battente il crescente, inarrestabile passa parola.

Al che, The Irishman fu presentato, con altrettanto successo e critico clamore, a Londra e poi a Roma.

Ottenendo ancora una volta consensi a iosa.

Invece, qualora fosse stato relativamente stroncato a Venezia, ciò ne avrebbe pregiudicato la corsa agli Oscar e il suo estremo, ragguardevole, anzi incommensurabile valore sarebbe stato inficiato da qualche presuntuosa, oserei dire pregiudizievole, critica prematura.

Per esempio, oramai a Clint Eastwood frega poco degli Oscar.

Lo dimostra il fatto che, da anni, fa uscire i suoi film a metà dicembre quando oramai i giochi sono pressoché fatti.

Sì, la stampa americana può visionare le sue pellicole prima che escano ufficialmente in sala, quindi, stando a questo discorso, non mi stupirei più di tanto se il suo Richard Jewell venisse nominato in varie categorie, perfino importanti, fra circa un mese ai Golden Globe. Sebbene, come detto, uscirà soltanto dopo le nomination dei Golden, ovvero il 13 Dicembre.

Ma sono rarissimi i casi in cui una pellicola uscita nelle sale a dicembre abbia poi fatto incetta di candidature agli Oscar. Perlomeno, se prima non fu presentata a qualche festival di rilievo.

Come da me poc’anzi spiegato.

In poche parole, Richard Jewell potrà anche essere il film più bello dell’anno, perché no, ma credo che oramai l’Academy abbia già compiuto la sua scelta.

Il film che vincerà l’Oscar, per l’appunto, come Best Motion Picture of the Year, sarà The Irishman.

Stavolta, Netflix ci prese alla stragrandissima.

Agì infatti con lieve, dolce mestizia e sobria furbizia, con indicibile, inarrivabile scaltrezza e ammirabile pudicizia.

Realizzando una campagna promozionale basata sulla leggendarietà del capolavoro annunciato, a piccole dosi, paradossalmente, annunciandolo.

Dispensando, nel corso degli ultimi mesi, solo tre ufficiali filmati.

Creando attorno alla pellicola la giusta dose di mistero e suspense.

Netflix Italia, per esempio, su YouTube non ha ancora diramato il trailer di The Irishman doppiato in italiano. Solo gli abbonati possono vederlo, ascoltando in esclusiva Leo Gullotta che dà la voce a Joe Pesci.

Ora, spostiamoci invece in tutt’altro ambito e parliamo non di Scorsese, bensì di un altro uomo, purtroppo, considerato assai più meritevole di Martin da molti italiani, vale a dire il “fenomeno” Fedez.

Ecco, se io mi presentassi a un produttore discografico con un testo del genere, probabilmente lui chiamerebbe immediatamente la neuro:

mi aspetto che ti piaccia stare

sotto le coperte e non sopra le copertine

l’amore a prima Visa…

un golpe al cuore…

se ti guardo a luci spente, sei un tramonto abusivo…

Ma direi che l’apice, oserei dire l’inarrivabile zenit di tale “genio” dei debosciati, sia questa rima baciata per tutte le ragazzine più cretine:

prima eri un problema di cuore, ora sei il cuore del problema

Sì, Fedez lo vedrei bene ospite di Gigi Marzullo. Ah ah.

Sì, per comporre questi versi lirici, più che altro da due lire, un ritardato medio impiegherebbe due minuti, Fedez invece ne impiega dieci. Ah ah.

Peccato che lui sia più ricco di un astrofisico nucleare che conosce ogni equazione della teoria della relatività e l’Italia ascolti, con la testa fra le nuvole, queste cagate atomiche che io brucerei alla velocità della luce.

Sì, è per questo che abbiamo oggigiorno critici di Cinema che sostengono che The Irishman sia meno bello di Quei bravi ragazzi. Se Scorsese avesse realizzato Quei bravi ragazzi 2, avrebbero detto che The Irishman sarebbe stato uguale a Casinò. Ah ah.

Come dire che il sottoscritto, se ieri fu depresso a morte e oggi stia provando, provatissimo, di darsi uno slancio vitale fighissimo o solo più sfigato, le malelingue affermeranno, anzi con irremovibile fermezza affermano, che lo fa per rispondere a chi l’offese nel vano, deleterio e controproducente tentativo misero di dimostrare fermamente qualcosa. Ma rimane di mente un infermo. Ah ah.

Quindi risulta penoso e patetico.

Se invece avessi smesso di scrivere libri e recensire film, mi avrebbero detto ugualmente che sono penoso poiché mi sarei arreso.

Mettetevi d’accordo perché non ho intenzione di essere recensito da gente che prima offende Fedez perché è povera e il giorno dopo, invece, se vince il SuperEnalotto, frega a Fedez pure Chiara Ferragni, regalandole una migliore Ferrari.

Sono sinceramente stanco di tutta questa gente ipocrita assai italiana.

Di domenica, questa gente va a messa e il lunedì dopo combina le stesse porcate di prima. Tanto la settimana finirà, arriverà di nuovo domenica e basterà una confessione per poter ritornare a vivere alla stessa maniera.

D’altronde, Francia o Spagna, basta che se magna!

Il mio consiglio per i giovani è questo, un consiglio non propriamente ottimista, a dire il vero.

Un consiglio non da coniglio, bensì da uomo saggio come Rust Cohle di True Detective.

Cioè questo: non sposatevi e non mettete al mondo dei figli.

Altrimenti, possono nascervi mostri come Glenn Fleshler/Errol Childress se vostra madre è pazza.

Tanto, anche se vostra madre non è pazza davvero ma vive da pazza poiché chi la mise incinta, ovvero Thomas Wayne, la trattò come Fillipo Timi di Vincere nei confronti di Giovanna Mezzogiorno, vostro figlio troverà un altro Glenn Fleshler che lo caricherà di rabbia, distruggendogli pure la purezza.

Come no?

Ora vi spiego.

Le mie freddure lasciano stecchiti tutti, soprattutto il sottoscritto, ovvero un personaggio da fumetti molto fumantino

Allora, adesso vanno di moda i cinecomic.

Martin Scorsese e Francis Ford Coppola li definirono spregevoli.

Non so se abbiano ragione o no. Da quello che mi risulta, comunque, Rupert Pupkin di Re per una notte è Kick-Ass mentre Dracula di Bram Stoker è Ant-Man.

Come no? Oldman, in questo film, è come Gulliver. Prima è un titano. Poi, in seguito alla morte tragica della moglie, si segregò nel castello e invecchiò di brutto. Dunque, la sua virilità, nonostante si attorniò di tre streghe-damigelle meretrici, fra cui Monica Bellucci, ne risentì potentemente.

Diciamo che si nanizzò. Quindi, riprese possesso della sua armatura da Batman di Christopher Nolan e volò nuovamente come un pipistrello, facendo il culo, come si suol dire, ai moscerini.

Sì, il nerd è un uomo che, dopo aver sublimato le delusioni affettive, credette di essere sublime poiché realisticamente, logisticamente e dunque obiettivamente non gliela può fare con Catwoman.

Al che, come meccanismo di difesa psicologico, anziché diventare verde di rabbia come Hulk, in virtù dei soldi del ricco possidente del padre che lo mantiene, se la tira da Iron Man.

Cioè, detta come va detta, il nerd vive nel seminterrato, nella prigione bunker col culo parato delle sue immaginifiche stronzate, vagheggiando suoi sogni di gloria spesso fantasticati ma raramente concretizzatisi. È invero Birdman.

Sì, dovrebbe in verità spararsi in testa.

Se non dovesse miracolosamente morire, lo acclameranno in piazza come Joker.

Per quanto mi concerne, io fui un uomo già a quattordici anni.

Mi ricordo infatti che non rimasi insensibile, a livello ormonale, dinanzi a Pamela Anderson di Baywatch.

Poi però scoprii che lei se la faceva con il bagnino ignorantissimo de Il commissario Lo Gatto.

Ci rimasi come una merda. Da allora, distrutto, cantai La Mer, recitando, a ogni mattutino canto del gallo, tutte le sillogi poetiche di Giacomo Leopardi.

Ho detto tutto.

Riguardo la recensione di The Irishman, sentii e lessi molti critici affermare che Scorsese ricicla sempre tematiche, da lui stesso generate e sviluppate, oramai già viste, trite e ritrite, ovvero inflazionate e abusate.

Uno disse pure che Scorsese non è capace di rinnovarsi e che è relativista. Cioè, gira soltanto film su preti, su strambi deliri religiosi o sui gangster mafiosi.

Il prossimo film di Scorsese sarà Killers of the Flower Moon.

Un film sui nativi indiani americani divenuti ricchi grazie al petrolio.

Questi critici, invece, pensano di divenire ricchi, facendo lo scalpo a Scorsese?

Di mio, sono Fu Manchu. Cioè, praticamente David Lo Pan di Grosso guaio a Chinatown.

Ma, alle tribù degli Apache, dei Mohicani e dei Comanche, continuo a preferire l’ex pornoattrice Cheyenne.

Sono uguale a Sean Penn di This Must Be the Place ma nemmeno una racchia come Frances McDormand me la dà.

Per fortuna, aggiungo io, quella donna è matta.

È capace di rendere un uomo, macho come Liam Neeson, uguale a Darkman.

Ah ah.

Sì, Frances è un’intellettuale che rompe le palle a dismisura.

È per questo che suo marito, Joel Coen, è un genio.

Non scopa mai Frances. Non sapendo dunque che cazzo fare da mattina a sera, assieme a suo fratello Ethan, passa il tempo a inventare storie pazzesche. Passano notti in bianco nel mettere nero su bianco le loro sfighe disumane. Da cui Il grande Lebowski e A Seriuos Man.

Mentre nell’altra stanza, Frances, sdraiata a letto, si tocca d’autoerotismo feroce, impazzendo ad ascoltare Bob Dylan, uno dei suoi cantanti preferiti, che accarezza il plettro, riproponendo la sua storica Knockin’ on Heavens’ Door.

Sapete che al posto di Frances Conroy, in Joker, doveva esserci la McDormand?

Però Todd Phillips, dopo aver provinato la McDormand, scelse la prima Frances.

Poiché la Conroy è parimenti brutta ma ispira tenerezza. La McDormand, invece, è brutta e basta.

Quindi, non poteva essere credibile nei panni dell’ex donna di Thomas Wayne.

Sì, Thomas fu un frustrato prima d’arricchirsi.

Passò il tempo a cercare donne con cui condividere il suo disagio psicologico su qualche sito d’incontri per cuori solitari.

Non incontrò nessuna disposta a uscire con lui. Solamente la Conroy.

Perciò, Thomas pensò:

– Be’, basta metterle una maschera a mo’ di cuscino in faccia, di corpo non è poi tanto male, le posso rifilare tranquillamente una sonora fregatura, cioè una (mal)sana inculata.

 

Peccato che il profilattico di Thomas si spaccò nel momento meno opportuno e la Conroy partorì il futuro Joker.

Thomas quindi sposò una donna altolocata e assieme misero al mondo il futuro Batman.

Pover’uomo. Divenne come Donald Trump ma non gliene andò bene una.

Da una ebbe infatti un figlio pazzo, dall’altra uno con la doppia personalità.

Deve ringraziare, dall’alto dei cieli o laggiù all’inferno, che qualche teppista l’abbia ucciso nel vicolo cieco…

Se così non fosse stato, adesso Thomas avrebbe dilapidato mezzo patrimonio a pagare gli psichiatri dei figli ché, non essendo costoro capaci d’intendere e volere, avrebbero chiesto al padre di essere mantenuti.

Lui, essendo un pezzo grosso, si sarebbe vergognato di affidarli all’assistenza sociale e dunque si sobbarcò ogni spesa dei suoi scugnizzi.

Infatti, in nessun fumetto, risulta che Batman possieda un lavoro.

Thomas, prima di morire, redasse infatti un testamento ove scrisse testualmente:

– Mio figlio Arthur è irrecuperabile. Se gli donassi la mia vita a Malibu, la distruggerebbe.

Dunque, mettetelo in manicomio. Ma cambiategli il cognome.

Mio figlio Bruce, invece, è altrettanto malato ma, a differenza di Arthur, è più figlio di puttana. Sì, soffre di disturbo borderline ed è un incallito puttaniere irredimibile. Però, in compenso, riesce emozionalmente a gestirsi.

Al massimo, dite al maggiordomo Alfred che, se Bruce avrà dei momenti difficili, di nascosto dovrà infilargli degli psicofarmaci nel tè.

Sì, in Joker, la psicologa di Arthur gli disse questo:

– Arhur, il sindaco, malgrado le battaglie del nostro sindacato, ha tagliato i fondi. Ci hanno castrato. Non posso più curarti. Siamo entrambi inchiappettati.

Comunque, se cercherai su Google, in qualche forum di disadattati, potresti incontrare Iris di Taxi Driver.

Sai, sebbene sia stata salvata dalla prostituzione minorile grazie a Travis Bickle, uno più fuori di testa di te, non si riprese mai davvero dall’essere stata abusata dal suo pappone.

Sposatela e abbiate dei figli.

Tanto, il mondo è già pieno di pazzi. Qualche pazzo in più non sarà un grosso problema.

Ora, Arthur, devo salutarti. Ho perso il lavoro ma sono una donna. Quindi, mi basterà, per tirare a campare, mi basterà dare via il culo sui viali. Addio.

Anzi, ragazzo, prima di congedarmi, ti dirò però questo. Passai tutta la mia adolescenza da sfigata a studiare psicologia per provare a dare una speranza ai giovani provati che, come te, non accettano questa società e ne soffrono terribilmente.

Mi tolsi tutti i piaceri giovanili per riuscire nella mia mission.

Adesso, sono disoccupata.

Morale, figlio mio:

chi lo prende nel culo è destinato a riprenderlo in culo inevitabilmente. Come dice Rust Cohle, ancora e ancora e ancora.

Con l’unica differenza che, d’ora in avanti, quando lo piglierò nel didietro, almeno mi pagheranno.

 

Ah ah. Di mio, posso invece dirvi questo:

se credete che, in questo mondo, possiate essere voi stessi, sì, potete esserlo. Però già sepolti e cremati al cimitero. Il resto è una grande stronzata. L’umanità, dopo millenni di pseudo-evoluzione fasulla, alle soglie del 2020 finalmente comprese che l’uomo è in realtà una scimmia imborghesita. Quindi, l’unica differenza esistente fra lui e la scimmia non è, come si crede, l’intelligenza, bensì il portafogli. Se pensate che non sia così, non siete evoluti. Forse, è per questo che soffrite come animali. Sì, la sofferenza è figlia non della malattia mentale, bensì dell’incapacità di accettare un mondo che non riuscì a cambiare manco Cristo. Figurarsi se, come Gesù, siete per l’appunto dei poveri cristi.

Chi ha orecchie per intendere, intenda. Chi non vuole ascoltare ragioni, continuasse a sbattersene.

Tanto, se ne sbatté pure prima. Altamente fottendosene.

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di Stefano Falotico

Haley Joel Osment, oggi come oggi, mi fa davvero SIXTH SENSE, è agghiacciante la sua mutazione mentre io ho da darvi una notizia entusiasmante


07 Nov

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Ecco, assistendo all’ultimo episodio della seconda stagione de Il metodo Kominsky, ebbi due svenimenti. Il primo avvenne quando vidi Haley Joel Osment. Il ragazzino, anzi, il bambino de Il sesto senso e di A.I., da enfant prodige dolcissimo s’è trasformato in un cinquantenne che all’anagrafe, però, ha appena trentun anni. Il secondo mancamento avvenne quando apparve Allison Janney, la versione Alba Parietti di un’attrice di Hollywood che non abbisogna di scosciare per vincere l’Oscar ma è più antipatica dell’ex di Alba, ovvero Franco Oppini. Ah ah.

Ecco, Haley sta subendo la stessa trasformazione del famoso youtuber Matioski. Sì, Matioski sostenne che Joaquin Phoenix, in un ipotetico sequel di Joker, non potrebbe essere credibile come forte rivale dell’uomo pipistrello poiché Arthur Fleck sarà abbastanza vecchio quando Bruce Wayne, ovvero il futuro Batman, diverrà perlomeno maggiorenne.

Certamente, Phoenix a sessant’anni sembrerà comunque sempre più figo di Matioski combinato così com’è adesso. Sì, Mattia, non me ne volere. A forza di condurre una vita sedentaria per realizzare video in diretta su YouTube, la tua panza è cresciuta molto. Ma non è un problema. Basta che, fra un cinecomic e l’altro, riuscirai a trovare il tempo per almeno un’ora di palestra al giorno e forse nel seguito di Joker potresti interpretare la controfigura di Randall/Glenn Fleshler reincarnatosi nello spettro dell’Enigmista. Ah ah.

Torniamo ad Haley. Il suo mutamento è impressionante, mette i brividi.

Sì, non deve essersi mai più ripreso dall’aver recitato da piccolissimo con Bruce Willis e dall’aver interpretato la parte da protagonista in un film di Spielberg in cui fa la parte d’un Pinocchio androide-robotico semi-autistico.

Dopo anni da alcolista anonimo, n’è venuto fuori e sta tornando a recitare. Se fossi stato in lui, avrei lasciato perdere.

Insomma, se si deve ripresentare così, avrebbe fatto più bella figura il celeberrimo Triunfo, ex barista del lucano paese natio dei miei genitori, ovvero un panzone non molto sveglio che almeno, a differenza di Osment nel finale di stagione de Il metodo Kominsky 2, fra un vinello, una birra e il tinello non se la sarebbe tirata da esperto di Scientology.

Sì, Alan Arkin si sorbisce il lavaggio del cervello di Haley che vorrebbe convincerlo ad affiliarsi a questa setta adorata da Tom Cruise. Sostenendo che, integrandosene, l’anima ne gioverà sensibilmente. L’anima forse.

Alan infatti lo guarda e preferisce rimanere vecchio ma più in forma di Matioski. Ah ah.

A parte gli scherzi, la vita di tutti noi è in perenne metamorfosi dal punto di vista psicofisico. Sino a qualche anno fa, per esempio, nessuno avrebbe mai pensato che Michael Douglas si sarebbe salvato dal Cancro. Così come, sino a qualche mese fa, nessuno avrebbe pensato che il sottoscritto sarebbe diventato Michael Douglas di Black Rain.

Insomma, se frequenti la gente sbagliata, diventi Ryan Gosling di Stay – Nel labirinto della mente e di Lars e una ragazza tutta sua. Se pensi con la tua testa e col tuo corpo, potresti anche batterli tutti col solo carisma traslucido del Falò che conosce il ciuffo suo. Ah no? Perché no? Perché pensi di battermi con la prosopopea di Allison Janney? Suvvia, quella donna merita solo quello che sapete. È andata ormai. Può venir bene come strega di Biancaneve. Invece Matioski? No, può ancora servire. A quanto pare, per il seguito di Joker, cercano un altro Murray Franklin. Ah ah.73325007_10214894629862129_7962702790772391936_n


di Stefano Falotico

 

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HALLOWEEN: anziché essere MICHAEL MYERS, voglio cantare coi Modà e in THE RIVER di Springsteen


28 Oct

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Non mi benderete più gli occhi.

Avete visto che goal che ha fatto Palacio contro la Sampdoria? Questo qui ha quasi quarant’anni e corre più di uno che ne ha quindici.

Insomma, Palacio è come me. Un uomo senza età. Un genius. Io leggo Marcel Proust ma lui va veloce quanto l’ex pilota Prost.

Molti della nostra età già si curano alla prostata. Quelli invece in salute sono divenuti mielosi. Stanno assieme a una più sdolcinata di Goldie Hawn e hanno perduto il sapore verace e irruentemente sexy del Kurt Russell che fu, preparando le crostate. Ah ah.

Altri alzano la cresta e ti scrostano, no, volevo dire ti scostano. Emarginando a più non posso. Poi, le ferite subite, raramente rimarginano e molte persone, ingiustamente offese e stigmatizzate, non si riprendono più. Non possedendo l’indole del Falotico che resuscita puntualmente. E, come un’araba fenice, s’eleva. Cantando sul palcoscenico con voce roca. Le groupie gli saltano addosso ma lui è un uomo di pudore. Non vuole dare scandalo.

Infatti, fa sesso con loro soltanto, lontano da sguardi indiscreti, in un’umida grotta. Quindi, dopo gli amplessi bollenti, esce dalla spelonca e si trucca come Joker, prendendo in giro Batman, uomo cavernicolo e troglodita, un esaltato bifronte che, sfrontatamente, va preso solo a testate, frontalmente.

Senza se e senza ma. Ah ah.

La notte m’adocchia, la luna mi fa le smorfie, la strega con le scarpe tutte rotte prova a concupirmi ma questa ha rotto e io dirompo nella lotta.

Il folle incita la folla, la folla inneggia, la gente si reca sulla tomba di Che Guevara e l’argentino risorge.

Quindi, il Che fuma il sigaro e, come Benicio Del Toro, la fronte aggrotta, porgendo l’occhiolino a Valeria Golino. Sua ex amante e una delle protagoniste di Fuga da Los Angeles.

Come attrice, Valeria è pessima. Ma Riccardo Scamarcio lo sa. Grazie a una botta, poteva inserirlo. Ah ah.

Comunque, nonostante tutte le raccomandazioni, Riccardo a me fa schifo. I suoi occhi glauchi sono belli ma io non sono omosessuale. E in John Wick 2 avrebbe recitato meglio mio cugino Leonardo. Ragazzo lucano e semi-calabrese che, a quanto pare, spinge. S’è sposato da poco e ha già due figli. Fra trent’anni, quanti figli avrà? Ma, soprattutto, sua moglie ce la farà?

Insomma, sono un clown ma me ne vanto. Brucio in tutti i venti e accaloro anche le donne più vanitose che accalappio col mio carismatico sguardo a ventosa. Le porto a leccare il Calippo. Ah ah. Sono un uomo che si volatizza, volubile da solo si stizza, quindi s’incazza e, tutto rizzo, ama le donne cavallerizze.

Per la notte del 31, una tizia vorrebbe che c’incontrassimo. Le ho detto di no. Perché devo incontrare sua sorella. Per questo mio lurido affronto, lei proverà ad accoltellarmi ma alla fine, dopo aver spalmato sua sorella, mi preparerà il dolcetto.

Son un uomo che fa gli scherzetti in quanto oggi bimbetto, domani ometto ma non indosso mai il fascistico elmetto.

Bene, ora donna dove vuole che glielo metta?

 

di Stefano Falotico

JOKER & THE IRISHMAN sono i due capolavori dell’anno, i film che valgono davvero tutta una vita


27 Oct

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Serata pallida, tendente al falotico e al fantasmatico, allineata al mio essere lunatico. Una serata contorta, arabesca come un racconto grottesco di Edgar Allan Poe.

Camminando per le strade di Castel San Pietro Terme, ho riflettuto sugli Oscar. Allupandomi nel prendere maggiormente coscienza che due dei miei attori preferiti in assoluto, ovvero i camaleontici e polivalenti Bob De Niro e Joaquin Phoenix, si contenderanno lo scettro di Best Actor. Rispettivamente per The Irishman Joker.

V’è però un terzo, inaspettato incomodo che, a detta degli allibratori statunitensi, potrebbe essere l’outsider numero uno, ovvero Adam Driver.

Secondo me, uno degli attori più insulsi della storia. Uno con le orecchie da Dumbo opportunamente dissimulate sotto una coltre di capelli lunghissimi, uno con la faccia anonima da ferrotranviere e autista di autobus. Paterson docet.

Invece, ci sarà Pattinson nel sequel di Joker? Mentre Zazie Beetz si riciclerà come emula di Halle Berry nei panni di Catwoman?

A proposito di De Niro/Murray Franklin, Todd Phillips lo resusciterà nel seguito, assegnandogli la parte del maggiordomo di Batman?

Sì, lo vedrei bene. Imbalsamato. A servire e riverire Robert Pattinson. Uno che, dopo Twilight, non avresti mai creduto che un giorno avrebbe lavorato con David Cronenberg e col regista della trilogia del Cavaliere oscuro, Christopher Nolan. Un regista che comunque è più sopravvalutato di Jennifer Lopez.

La Lopez, indubbiamente, è una bella donna. Ma, secondo me, le puzzano i piedi. È un mio sentore, scusate.

Poi, ve lo vedete uno come me con una tamarra di origini portoricane a ballare la salsa della maionese da lei gettatami addosso in un orgasmo allo zabaione?

Sì, J. Lo mi ha sempre dato l’impressione di essere una che fa all’amore in maniera gastronomica. Una donna dai buoni polpacci che, mentre amoreggi con lei, ti chiede di pazientare un attimo perché deve magnare, fra un bacio e l’altro, una polpetta al sugo.

Insomma, sono un esteta, un uomo di gusto che disgusta una così.

Assomiglio a Clint Eastwood di Debito di sangue. Un uomo col cuore di una donna.

Dunque, non mi vedo proprio assieme a una come la Lopez. Oltre al suo culo, che puoi avere? Le serate delle movide con gente che sbraita in un discopub con le patate in mano e sguardi arrapati da uomini sanguigni dai coloriti al ketchup poiché, tutti accalorati, ballano una danza latinoamericana con una fruttivendola raccattata al mercato delle sguattere? Il cui massimo interesse è cucinare saporitamente una pizza capricciosa c’a pummarola ’ncoppa? La cui più approfondita lettura sono i prezzi dei fagioli Borlotti sui volantini della Coop?

Ma per piacere.

Mi spiace dirlo. Più ritorno nella realtà, più divento apatico. È quando me ne estraneo che vivo al top.

La gente è noiosa e prevedibile. Se non hai un lavoro, ti tratta da nano, se invece hai un lavoro da diecimila Euro al mese, ti tratta da stronzo.

Se stai con una come Jennifer Lopez, ti tratta da burino, se stai con Robert Pattinson, pensa che tu sia suo fratello di Good Time. Vale a dire Benny Safdie. Che in questo film, per l’appunto, recita la parte del ragazzo disturbato e tonto, nella vita reale è assieme al fratello non solo il regista del bellissimo suddetto film ma anche di Uncut Gems. Una delle pellicole meglio recensite della stagione. Con protagonista un altro che recita la parte dello scemo ma è in verità un mezzo genio.

Cioè il sottoscritto, ovvero Adam Sandler. Ah ah.

Sì, da tempo immemorabile sulla mia persona è stato allestito un delirio da parte di gente certamente poco dotata.

Appena abbandonai il Liceo Scientifico, tutti pensarono che fossi affetto da qualche patologia mentale.

Semplicemente perché cominciai a innamorarmi del Cinema di Martin Scorsese. E, mentre i miei coetanei giocavano agli “sparatutto”, ascoltando gli Oasis e sognando di fare sesso con Stella Martina, io me ne stavo in casa a registrare tutti i film con Maruschka Detmers, Sophie Marceau ed Erika Anderson di Zandalee.

Ora ho fatto passi in avanti, non vi preoccupate.

Sono cresciuto. Ho la casa invasa dai dvd dei film con Kendra Lust, Brandi Love, Lena Paul, Karla Kush.

Le mie preferite comunque rimangono le quasi pensionate e stagionate sorelle Ashley e Angel Long, Sammie Rhodes e Kaylynn.

Sì, passeggiando per Castel San Pietro Terme, m’è scesa una profonda tristezza. Ho visto tante coppie sposate, mano nella mano, uscire dal cinema Jolly ove proiettavano Joker.

E mi sono chiesto: domani che sarà domenica, faranno un picnic alle pendici di un’altra città medioevale?

Con lui che, fra un toast e un panino con la “mortazza”, si ecciterà nell’ascoltare alla radiolina il campionato di serie A e lei che, annoiata dal suo comportamento menefreghista, tentando di scacciare la frustrazione nel sapere che, il mattino dopo, dovrà ricevere il mobbing dei suoi colleghi di lavoro, si “sintonizzerà” su Instagram per inserire commenti sgarbati alle attrici di Hollywood?

Del tipo: sono più bella io, troia!

 

Poi, nella lunga camminata, ho avvistato una coppietta di fidanzatini. Lui pareva un castrato da genitori che lo vogliono avvocato, lei sembrava uscita da Westworld.

Dinanzi a tale umanità agghiacciante, ho recitato ad alta voce tutti i pezzi migliori dei miei libri.

Consapevole che, di fronte a un mondo di cerebrolesi e lobotomizzati, neanche la psichiatria potrà salvarli dalla mediocrità. Anzi, peggioreranno pure.

Assumeranno farmaci portatori di “benessere”. E passeranno la vita a urlare che Martin Scorsese è un genio quando di Scorsese hanno visto solo The Wolf of Wall Street. Che è il suo film più brutto.

Ma non perdiamoci dietro agli stupidi.

Sono sempre più convinto di essere Jude Law di The Young e The New Pope.

Anche chi sta imparando a conoscermi n’è sempre più convinto.

So che può apparire irrazionale tutto ciò e mi darete del matto.

Ma come vi spiegate che, due giorni prima della morte di Ayrton Senna al circuito di Imola, io profetizzai la sua morte?

Così come vaticinai che Joker avrebbe vinto il Leone d’oro un anno prima di vincerlo quando tutti sostenevano che sarebbe stato una stronzata, scegliendo invece come nome del mio canale YouTube proprio JOKER Marino?

Non esistono spiegazioni razionali per tutto questo.

Esistono, va ammesso, persone diverse, sensitive, forse figlie di un altro mondo.

Ciò può turbare, scioccare, scandalizzare ma non ci sono spiegazioni scientifiche che tengano.

 

di Stefano Falotico

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BATMAN asserisce che JOKER è un capolavoro intoccabile, critica WesaChannel in quanto è anche Roddy Piper


18 Oct

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Sì, Batman vive a Bologna, ubicato nella penombra delle sue umorali emozioni, ficcato al centro delle sue variabili, caratteriali emozioni che oramai non abbisognano di nessuno per sentirsi meno solo.

Poiché, alla frivolezza stupida della gente solare, Bruce Wayne preferisce la tetraggine del film di Todd Phillips.

Un film connaturato alla sua anima, un film fraternamente sangue del suo sangue. Un film che esplode in un finale sanguinario molto più gustoso di donne che assomigliano a dei salsicciotti e più amabile di tanti uomini zotici che mangiano il prossimo come se fosse un sanguinaccio.

Batman è un uomo altezzoso, spesso nervoso, permaloso, stizzito ma giammai nel pregiudizio intirizzito.

Egli, oculatamente, non ha visto di buon occhio tanti odiosi critici che hanno aspramente Joker con far impietoso.

Batman non ha la camminata a papera e oramai il suo cervello non più depaupera. Egli è eternamente lucido, possiede uno sguardo d’aquila ed è dunque spesso anche Birdman.

Riesce ad affascinare irresistibilmente, col solo potere dell’iride sinistra, sia Emma Stone che Naomi Watts ma poi se ne frega in quanto deve volare alto e non ha tempo da perdere né con chi può essere, anzi lo è, sua figlia né con una che s’è fatta scopare pure da King Kong.

JOKER è un capolavoro. Non voglio sentire le ragioni di Giona Nazzaro, di Pacilio, di WesaChannel, di Matioski e di tutti gli altri detrattori, mai più. Non sono uomini, costoro, solamente da vino, trattore e tagliatelle al ragù in trattoria ma hanno maltrattato Joker in maniera bullistica. Con far assai sbrigativo, lapidario e menzognero.

Date retta a chi vede il Cinema non solo con la mente troppo scettica e con prevenuta diegetica psicanalitica, bensì col cuore battente la forza dei sentimenti vivamente romantici, con bellezza straziante e giammai boria straniante e strafottente. Poiché chi critica Joker è solo un critico farneticante.

Così sia scritto, così sia fatto, così sia.

Amen. Scambiatevi un segno di pace e adorate alla follia le notti di pece di un film talmente stupendo da rendermi onirico, angelico, stordito e gioiosamente tetro, dunque amletico e sempre più nero.

Se non vi piaccio, basta che vi colleghiate a Instagram e troverete tante Catwoman che desiderano solo leccate di culo.

Essi vivono, esse li vivono ma io me ne fotto.

 

Sì, WesaChannel è un bravo ragazzo, colto e preparato ma io, sinceramente, gli preferisco Chanel, Chantal e anche altri canali.

Ove la notte si fa torbida e io, con sguardo torvo, mando ogni donna in manicomio.

Poiché nessuna crocerossina può oramai aiutarmi, cercando da me calore e bacini.

E dunque, tutte disperate, non potendomi avere, si fanno ricoverare per calmare gli spasmi.

 

Basta con queste spasimanti. Voglio solo brindare, lontano da Matioski, col mio spumante da Charles Bukowski. Basta con queste ragazze che ancora amano Lady Oscar.

So io che l’Oscar deve essere dato a Phoenix mentre la mia bella statuina adesso deve stare a letto senza rotture di cazzo.

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di Stefano Falotico

Per tutta la vita ho pensato di essere uno sfigato come JOKER, ho scoperto di essere BRUCE WAYNE, ogni CATWOMAN mi vuole


15 Oct

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BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

BATMAN RETURNS, Michelle Pfeiffer, 1992

Ma ciò, anziché farmi piacere, mi duole. Sì, è una bella responsabilità.

È meglio non piacere alle donne. Almeno, puoi continuare a vivere sottoterra come Birdman.

Sì, avevo perimetrato la mia struttura mentale all’idea di essere un in(s)etto, un uomo infettatosi del male di vivere, un uomo dostoevskijano come Travis Bickle di Taxi Driver.

Un essere straniero alla Albert Camus, un ectoplasma, un mezzo voyeur come James Spader de L’uomo senza ombra.

Sì, sono sempre stato fanatico di Elisabeth Shue. Credo che sia a tutt’oggi una bionda che vale il prezzo del biglietto più di Michelle Pfeiffer e di Kim Basinger dei tempi d’oro.

Guardatela in The Boys, ragazzi, e capirete che non ha niente da invidiare a milf come Brandi Love.

Sì, secondo me, Elisabeth ha sbagliato industria cinematografica a Los Angeles. Anziché essere (non) accreditata in City of Angels, avrebbe dovuto essere una delle attrici preferite delle video productions di ArchAngel.

Come attrice, a parte qualche picco recitativo quasi da Oscar (vedi Via da Las Vegas), non ha mai spiccato il volo come un pipistrello nella notte.

Sì, è sempre stata considerata, malgrado alcune sue notevoli prove, un’attrice di secondo piano.

Invece, è una che appena la vedi, i tuoi ormoni prendono l’ascensore.

Volano, per l’appunto, alle stelle.

Va detto che è un po’ invecchiata e quelle forme armoniosamente formose, sensualmente muscolose e illanguidenti ogni uomo eterosessuale potente, esibite in Palmetto, sono sdilinquite in un viso grinzoso e in un lifting sospetto.

Ora, prendiamo Ralph Macchio di Karate Kid. Secondo me, tutto il culo che si fa per vincere domani, per l’appunto, con tanto di colpo della gru e “dai la cera, togli la cera”, fu proteso per conquistare Elisabeth.

M’assomiglia. In terza media, andavo matto per una ragazza. Che, come Elisabeth, aveva i capelli biondo platino.

Studiavo solo per fare bella figura con lei. A lei, tutto sommato, piacevo. Infatti, una volta mi chiese di accompagnarla a casa.

Ma le risposi che preferivo riguardarmi la scena di Link in cui la scimmia osserva il nudo estasiante di Elisabeth Shue.

Ah, la mia adolescenza non esistette. Mentre tutti i miei coetanei se la tiravano da fighi alla Tom Cruise di Cocktail, io rivedevo sino allo sfinimento Ritorno al futuro – Parte II.

M’oscurai nella notte più profonda. Fu tutto un Effetto black out.

Sì, mi purificai talmente tanto, mi castigai in maniera così disumana che fui scambiato per un santo.

No, non The Saint/Val Kilmer. Anche se Val fu pure Batman.

Fui davvero un Harry a pezzi.

Sì, fui scambiato per Dakota Fanning di Nascosto nel buio. Mi costrinsero a delle cure psichiatriche. Ma scoprii che il mio dottore soffriva di doppia personalità. Un Bob De Niro uguale ad Anthony Perkins di Psycho.

Sì, si spacciava per educatore ma invero a me chiedeva la parcella, invece alle disperate, giovani ragazze bionde amorevoli, forse diplomatesi al magistrale ma senza lavoro, offriva il suo porcello.

Loro piangevano, riempiendo fazzoletti della Kleenex, lui le ascoltava per poi sentirle robustamente con una consolazione buonista di vero transfert empatico. Soprattutto verso le più bone, si dimostrava un filantropo come Brett Cullen/Thomas Wayne. Ah ah.

Ecco, io, dopo aver assistito a tutto questo porcile, a quest’ipocrisia del sistema, a questo lerciume, a questa corruzione, dovrei fare come Arthur Fleck/Joker e ribellarmi, dando di matto scriteriatamente, oppure devo essere duro e resistere, vendicandomi poi sottilmente in maniera machiavellica alla pari di Bruce Willis de Il giustiziere della notte – Death Wish?

Ma no. Non facciamo casini. Meglio essere Bruce Wayne.

Sono praticamente uguale a lui. Essere cupo ed elegante che si fa servire e riverire da ogni donna galante, ha la Batmobile ficcante, in verità una Punto usata della Fiat, e ancora una casa di Big Jim, regalo della mia infanzia dorata, adora coccolare ogni Barbie e gli piace Anne Hathaway.

Insomma, ci troviamo sinceramente di fronte a una delle più grandi tragicommedie della storia.

Prendiamola a ridere.

O con ponderata filosofia, come si suol dire.

Diciamo piuttosto che, da qualche mese, fra me e una donna stupenda s’è instaurato un certo feeling, che mi crediate o no.

Lei continua a sostenere che io sia un bell’uomo ma dice che dovrei smetterla di vergognarmi di esserlo. Asserisce, infatti, che pare che me ne faccia una colpa.

No, ammesso che sia un bell’uomo, ho adorato Joker alla follia ma solitamente disprezzo i cinecomic.

Poiché sono realista. Non sono ricco come Iron Man.

E, in tutta onestà, per quanto sia gradevole questa storia fra me e costei, so che non potrà durare molto.

Sì, sono l’unico Batman della storia che non può permetterle una villa col maggiordomo.

Eh già, nonostante quasi tutti si credano machi edonisti e infallibili supereroi cazzuti, io non uso né trucchi né maschere, neppure creme di bellezza o effetti decorativi per definire il contorno occhi.

Sono un uomo al Borotalco.

Se non vi piaccio, vi pago perfino l’abbonamento in palestra, basta che non mi rompiate più i coglioni.

Sì, se fossi realmente Batman, mi annoierei a morte. Diverrei uno stronzo tristissimo come Ugo Tognazzi di Amici miei o, peggio, un cretino come Christian De Sica di Compagni di scuola.

Ma se devo dirla tutta, qui non è il paradiso, all’inferno delle verità io mento col sorriso?

No, non ho mai mentito in vita mia. Ed è questa la cosa mostruosa.

Questo qui, accanto al mio letto, è il mio migliore amico. Ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

 

shue nascosto nel buio punisher

JOKER VINCE IL LEONE D’ORO, il mio video di risposta a victorlaszlo88


09 Sep

Ebbene, victorlaszlo88 ha realizzato un video, il suo secondo/terzo suo in pochi giorni su Joker.

Ebbene, victorlaszlo88 ha realizzato un video, il suo secondo/terzo suo in pochi giorni su Joker.

Eh sì, tutti si stanno in massa ricredendo, recitando il mea culpa e l’atto di dolore a discolpa della loro frettolosità, ah, cattiva consigliera, per cui, in tempi sospetti eccome, addivennero alla lapidaria, sbrigativa conclusione secondo la quale Joker sarebbe stato la solita burla e bufala della DC Comics.

Oh, rimembro le vostre lapidarie risa quando, da IMDb, prendendo voi superficiali informazioni su tale pellicola in lavorazione, sentenziaste in merito con prosopopea alquanto disgustosa. Sì, voi emettete sempre giudizi facili, figli spesso della vostra boria. Della vostra supponenza, della voglia smaniosa di essere, per l’appunto, i primi a decretare verdetti originali dei quali fregiarvi. In modo tale che un giorno, in punto di morte, quando il prete vi donerà l’estrema unzione, potrete sussurrargli che voi vedeste sempre giusto. E che aveste probo gusto.

E dunque, nel momento in cui il padreterno v’accoglierà nell’abside, diciamo, sull’altare del Giudizio Universale, avrete soltanto peccati veniali da confessare.

Sì, inginocchiati dinanzi al creatore dell’universo, colui che instillò ad Adamo la scintilla vitale, così come magnificamente dipinse Michelangelo nella Cappella Sistina, gli confesserete solamente di esservene tirate un paio sul fondoschiena splendidamente attizzante di Anne Hathaway di The Dark Knight Rises.

Sì, un lato b per cui forse Anne usò anche una controfigura più bella di Catherine Bell che, appunto, rimpiazzò Rossellini Isabella ne La morte ti fa bella quando Isabella si spoglia e s’immerge in piscina.

Ah, Catherine Bell, co-protagonista di Una settimana da dio. E ho detto tutto.

Dio v’assolverà ma poi voi, al solito troppo verbosi, ossessionati anche lassù in cielo da una smaniosa voglia esibizionista giammai parca di vanità, invero porca di stronzate in quantità, affermerete che peccaste anche dirimpetto a Michelle Pfeiffer/Catwoman nella vostra età dell’innocenza.

Al che Dio, avendo voi osato di troppo osé, vi punirà, vi flagellerà e all’inferno vi spedirà. Tra le fiamme dei vostri desideri proibiti squallidamente confessati senz’alcuna pudicizia, arderete senza pietà, infausti poiché, al pari del Faust di Goethe, vendeste l’anima al diavolo pur di ottenere dieci visualizzazioni in più dei vostri video cosiddetti fastosi ma soprattutto festosi.

Eh sì, victor… stavolta l’hai sparata grossa. Joker non è un cinecomic. Posso affermarlo in totale vanagloria, senz’alcuna remissione peccatorum, in quanto lo vidi in Sala Grande in quella che posso reputare, appunto, a ragion veduta, una delle più belle giornate della mia vita.

Dopo aver fatto la (tra)fila per un’ora davanti alla Sala Darsena, per colpa di Paolo Virzì, membro della giuria entrato nella sala suddetta per prendere visione della nostra pellicola in questione, fecero entrare tutti quelli posizionati davanti all’entrata posteriore. Disinteressandosi dell’altro troncone di accreditati-spettatori situati ove io, assieme agli altri, stazionai/mmo come dei coglioni, ricevendolo appunto nel didietro da bambagioni.

Al che, bestemmiai e qui chiedo venia a Cristo se, così blasfemo in quel mio attimo maledetto d’oscena perdizione, offesi in maniera sacrilega la sua santissima Trinità. Mi dolgo e mi pento con tutto il cuore, mi riprometto, in tal mio sentito appunto pentimento, di non offenderlo mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato.

Ah ah. Ho già avuto un ripensamento, comunque. Ho appena rivisto il video di Emmanuelle Seigner in passerona, no, passerella durante la cerimonia di chiusura di tale festivaliera manifestazione. Che figone.

E qui posso rivelarvi, senz’alcuna inibizione, che m’è partito un eh, la Madonna alla Renato Pozzetto.

Dannazione!

No, non potevo perdermi Joker. Infatti, dapprima disperai, dissennatamente mi contorsi nella rabbia più luciferina. Quindi, recuperata che ebbi la calma, feci mente locale, iniziai a pensare e a riflettere mi soffermai. Cazzo, mi sovvenne che ci sarebbe stata anche la proiezione in Sala Grande alle 11 e 30.

Al che, subito dinanzi alla Sala Grande, dopo aver bevuto un caffè e dopo aver fumato dieci sigarette, mi precipitai.

Le persone già nei pressi di tale zona calda, cazzo, accaldate e accalorate si stavano predisponendo, allineate come indiani in trincea prima dell’assalto alle maschere dai visi pallidi che c’avrebbero strappato i biglietti.

– Dici che ce la facciamo a entrare, stavolta?

– Sì, ce la facciamo. Non siamo fra i primi ma stiamo messi bene. Siamo nel mezzo. Sì, ce la faremo.

 

La proiezione iniziò con un leggero ritardo e il sottoscritto dovette sorbirsi, seduti maleducatamente al mio fianco, due semi-svedesi, forse crucchi d’ascendenza babilonese (sì, parlavano in un incomprensibile gergo figlio della Torre di Babele misto all’esperanto d’ascendenza poliglotta in cui ravvisai perfino frasi da napoletani come i due neri de L’aereo più pazzo del mondo).

Fatto sta che l’unico profeta rimango io. Cambiai il nome del canale da Stefano Falotico a Joker Marino circa un anno fa.

Al solito, vidi giusto.

Tornando invece a Paolo Virzì.

Ecco, mi ricordo che tutti, pensando d’aver capito tutto di me, considerandosi più avanti del sottoscritto, mi dicevano, anzi dissero:

– Stefanino, hai visto My name is Tanino?

 

So che sulla scena di sesso fra Edoardo Gabriellini e Claudia Pandolfi di Ovosodo, da me riveduta sino allo sfinimento, è il caso di dirlo, una scena che mi consumò da lupo mannaro, ah ah, scena topica in cui l’ex super topa Claudia avvinghia fra le sue bellissime, travolgenti gambe sudate tutta l’irruenza di Edoardo, sverginandolo come solo una lupa sa fare, eh sì, Claudia è romana forte, compresi già che sarebbe stata una mia esistenza da Risorse umane.

Sì, verso il 2003 mi sverginai con una piuttosto carina. Anche se non figa come Micaela Ramazzotti de La prima cosa bella.

Però, ci stava. Oh, mi ricordo che ci stette eccome.

Poi, si susseguirono interminabili Notti magiche sin al mio crollo totale.

Chi sono ora?

Uno che, dopo La pazza gioia, è una bella faccia da culo come Joker.

No, non sono un maniaco ma adoro Jonah Hill di Maniac.

Poiché ricordate: al motto Forza Roma, forza luoi, son finiti i tempi cupi, ho sempre preferito Barbara Cupisti. Una stra-gnocca mai vista.

E Carlo Verdone de Il bambino e il poliziotto lo sa.

Dunque, mi sa che adesso voi siete Piermaria Fabris di Compagni di scuola, eh sì, invecchiati malissimo.

Siete uomini che, dopo la prima volta, come Sergio Rubini di Al lupo al lupo, vi credeste John Rambo ma assomigliate davvero a Oscar Pettinari di Troppo forte.

Dunque, Joker, alias Travis Bickle/Arthur Fleck, se vi dice che il Cinema lo conosce bene, non sostiene puttanate. Lo so, sono qualche volta insostenibile, ci vado giù pesante, come si suol dire.

Ma solamente perché, essendo stato per troppo tempo penante, adesso son pensante.

Se vi dice/o anche che voi parlate tanto ma mi sa che conoscete poco pure quella… è perché è così.

Mi raccomando, non fatemi la fine di questo bovaro.

Poiché, da Joker, potrei tramutarmi in The Punisher.

 

 

 

di Stefano Falotico

verdone compagni di scuola ED2tJcMXkAESziN taxi driver

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