Posts Tagged ‘Basta che funzioni’

Post scioccante: BASTA CHE FUNZIONI, sì, in effetti funzionò, fu per questo che non ha funzionato, Qualcosa NON è cambiato


17 Nov

larry david basta che funzioniSì, passo dal passato remoto al passato prossimo.

Conobbi una, poi passai a quella dopo.

Il detto non c’è due senza tre è una balla messa in giro da chi non ama il numero perfetto.

È il 3? È il 5 come nel film di Igort?

No, per me, dopo le prime due, tornai allo zero assoluto.

Ora, vi spiego tutto.

Se mi presterete fede, qui mi confesserò di Atto di dolore, ah, fatemi il piacere, basta che non sia quella nuziale o quella religiosa.

Sono ateo, lo sono diventato quando ho capito, anzi capii che la maggior parte della gente crede a dio, dunque all’amore.

L’amore, a mio avviso, è un modo romantico per disconoscere la masturbazione.

I cristiani, infatti, pensano che la masturbazione sia un peccato poco veniale. Non è vero, io me ne sveno.

A volte però non vengo, svengo e basta.

Sì, a volte pure fare l’amore con me stesso mi fa (s)venire.

Per esempio, guardo un film pornografico. All’inizio sto per venire. Poi, appena l’amante della tizia nel video, ecco, sta per arrivare al dunque, capisco che lei è una troia.

Dovevo capirlo/a prima. Oramai è troppo tardi.

Sì, lei è stata con un animale e non posso fare molto se non starmene con le mani in mano.

Come no? Se volessi ucciderlo, lei, essendo oramai innamorata di lui, chiamerebbe la polizia.

Ah, non mi preoccupa però, più di tanto, la prigione. Tanto, ripeto, pur essendo un uomo libero, per me la vita reale è Alcatraz.

Le persone che stanno là fuori, così come i neri che te lo mettono dentro sotto quelle docce col gioco della saponetta, t’inculano. Fidatevi.

La gente è malfidata.

Meglio incularsi da soli.

Sì, se uccido quel bastardo, lei si dimostrerà nei miei confronti più bastarda di quel che fu ed è ancora.

Vorrà inchiappettarmi, perfino (in)castrarmi, cazzo.

Non la vedo bene. Anzi, è meglio che questa donna non la veda più.

Sì, prima di fare l’amore con lei, io ero molto religioso. Anche lei lo era. Credeva che ce l’avrei fatta se mi avesse fatto credere alla figa. Sì, lei si considera una dea.

Ora infatti, come avrete capito, è una pornoattrice.

Adorata da tutti gli uomini del mondo. Il 90% di loro non vedono l’ora che esca su Netflix il film I due papi.

Sì, le loro (r)esistenze sono andate a puttane ma, quando vedono il papa, ipnotizzati dal loro retroterra religioso insanabile, per me assolutamente imperdonabile, riescono a perdonarsi.

Figurarsi quando ne vedranno due.

M’immagino anche il mattino dopo la sera in cui avranno visto il film.

Vedranno ancora più porno di prima. Tanto, questo film è servito a discolparli per l’eternità.

Mentre loro infinitamente, be’, non esageriamo, almeno sino al momento della loro morte, non vedranno l’ora di eccitarsi dinanzi alla donna da me eccitata, no, sovreccitata, semplicemente da tutto il mondo inculata che, nonostante tutto, no, malgrado tutti, non vede invece l’ora di scoparvi.

Ho detto tutto.

Sì, molta gente pensò che andassi spinto a sverginarmi.

Così sarei cresciuto. Che fosse/i cresciuto, lo sapevo già alla pubertà. Già all’epoca scrivevo cose spinte e ficcanti. Che la mia futura lei, con cui mi sverginai, fosse mal cresciuta, l’ha saputo solo quando l’è entrato in culo. Metaforicamente, ovviamente, mica da me. Dal mondo che tutti fotte. Senz’eccezione alcuna, a volte il mondo, sapete, se ne sbatte anche se il Presidente degli Stati Uniti, l’uomo più potente, soffre di mancanza di erezione. Prima o poi c’arriverete. Ora è presto. L’amante della mia ex amante, nel porno, è ancora ai preliminari. Fra mezz’ora, gliela farete. Sì, solitamente, un ragazzo non vede l’ora di scopare per la prima volta. La mia prima lei lo sapeva. Infatti, a sangue m’inculò. Peccato che non avesse previsto che, dopo la prima volta, me ne sarei fottuto alla grande. No, per me il sesso reale, condiviso, è stata una porcata. Prima di allora, vedevo i film di Woody Allen ed ero convinto di essere misantropo e anche misogino come lui. Adesso ho capito che, infatti, lo sono ma, a differenza di Allen, fra le gambe sono molto più dotato. Un bel guaio, cazzo, essere misantropo e misogino combinato così… Sì, tutte le donne mi vogliono. Gli amici invece, essendo invidiosi, desiderano ficcarmelo in quel posto. Così, mi trovo costretto a vivere da eremita. Poiché, non potendo soddisfare tutte le donne del mondo, ho paura che qualcuna possa poi prendersela e farmi dello stalking. Tanto il bullismo l’ho già subito, sì, per quanto riguarda i rapporti interpersonali, a prescindere da quelli sessuali, sono stato per molto tempo passivo. Me lo sbattevano tutti lì, cazzo, questi uomini socialmente attivi, più che altro malati di mente e pervertiti. Poi, reagii e la gente volle ficcarmi in manicomio. Insomma, rimpiango i tempi in cui soffrivo del DOC; il disturbo ossessivo compulsivo di cui è affetto il personaggio di Jack Nicholson in Qualcosa è cambiato. Almeno, tenevo sotto controllo l’ansia con le manie igieniche e ritualistiche. Del resto, me ne fregavo altamente. Poi, le persone vollero sporcarmi e ora ho perso pure la mia sana, pulitissima follia.  Insomma, una tragedia. Come dice Larry David, sapevo che un uomo della mia grandezza, sensibilità e profondità, non doveva farsi fottere da un’umanità stupida come Evan Rachel Wood. D’altronde, l’umanità vuole che tu sia Superman, ovvero Henry Cavill. Cioè un uomo apparentemente perfetto con un lavoro da miliardario, un uomo dal corpo di dio greco come in Immortals, bellissimo e infallibile.

Soprattutto infantile.

Joker è meglio. Ha il coraggio di dire la verità. Tanto non è Donald Trump. Non deve imbellettarsi per leccare il culo al mondo. Insomma, voi pensavate di farmi il festone e invece il festino da Maschera de la morte rossa di Edgar Allan Poe ve l’ho fatto io. Sono un “mostro?”. Certo, con una sua lodevole dignità. Ma questo lo sapevate già. Perché, dunque, avete fatto di tutto per portarmi a credere che sarei diventato un demente come voi?

No, funzionò. Non ho mai avuto dubbi riguardo i cazzi miei. Sui vostri, invece, sì.

Infatti, ora non avete più le palle per attaccarmi. Andate a messa e che la Madonna v’accumpagni.

Comunque, prima di lasciarvi, voglio essere The Punisher.

Un’ora fa, ho fatto un giro notturno da Batman con l’armatura interiore di RoboCop.

Parcheggio vicino al solito bar ove, a mezzanotte, bevo il caffè.

Al che avvisto, dentro il locale, un burino con una tizia tutta scosciata al suo fianco.

Entro…

– Il solito, grazie.

 

Il tipo mi tocca la spalla e mi chiede:

– No, dimmi, secondo te questa qui ha 46 anni?

– Sì, perché?

– Ma dai. Ma che cazzo dici? Non metteresti la firma per arrivare alla sua età così? No, dico. L’hai vista bene? Questa ha firmato un patto con il diavolo.

Che gran donna.

– Scusa, è la tua donna?

– Ah, magari – intanto strizza l’occhiolino alla quarantaseienne.

– Secondo te, io quanti ne ho? – gli chiede nel frattempo la barista cinese.

– Non saprei, signora. Se li porta bene. Anche lei è una donna stupenda. Ma come fa? Non avrei mai detto che ne ha 46.

– Infatti, ne ho tredici di meno.

 

GAFFE devastante del cretino.

Dunque, io mi permetto di chiedere alla tipa di 46 anni:

– Scusa, ma per caso questo qui ci sta provando con te?

– Ovviamente.

– E a te fa piacere?

– A tutte le donne fa piacere essere corteggiate. Basta che non si spinga oltre.

 

Il tizio ci rimane come una merda.

E dire che non ho avuto bisogno neanche di spaccargli la faccia. Ha fatto tutto lui.

Esco dal bar e racconto questa storia a uno su Facebook:

– Stefano, fammi però capire bene. A questo punto, sei stato tu a provarci con le due.

– No.

– Come no?

– Ho bevuto il caffè e sono tornato a casa.

– Lasciando quel maniaco sessuale solo-soletto con due donne indifese in un bar sperduto?

– Sì, perché? Tanto le donne vogliono quello…

 

Che posso farvi?

Sono lebbroso, penoso, poco focoso, odioso, umanamente poco caloroso.

Contro di me, non potete farcela.

Semplicemente perché potete pure picchiarmi, massacrarmi e, per l’appunto, incularmi.

Non ne verrà un cazzo.

Ora, distrutti, pronuncerete la vostra classica… dio che tristezza.

Sì, lo è.

Ma è sempre meglio di fare finta di essere felice così che possiate pensare che lo sia davvero.

Praticamente, quello che mi avete obbligato a recitare per quindici anni perché avevate paura di un diverso.

Più chiaro di così, si muore.

Infatti.

Finale:

Un tempo, la gente era pudica, faceva l’amore e non lo sapeva nessuno. Al massimo, se due persone erano sposate, lo potevi facilmente dedurre. Se non avevano figli, poteva venirti qualche dubbio.

Sì, se sua moglie non ti avesse confidato che è sterile, potevi credere che suo marito avesse l’amante.

Altrimenti, che cazzo stavano assieme… a fare?

Oggi invece, la situazione è cambiata.

La gente si premunisce. Appena inizia un flirt, le nuovissime coppie inseriscono il selfie a mo’ di annuncio.

Con la faccia di lui, ebete sorridente, quasi a dirti: forse, me la faccio. E lei, assorta in adorazione del babbeo, come a dire… finalmente, ho trovato uno che forse mi scopa, speriamo che ce la faccia.

Peccato che, quando divorziano, non inseriscono un altro selfie di loro due in tribunale.

Col loro figlio piccolo che li osserva e i genitori: – Scusaci, è stata una stronzata.

E il figlio: – Ma almeno una volta l’avete fatto. Sono nato io.

I genitori: – Purtroppo, hai ragione. Ora sono cazzi nostri. Al massimo, se non ce la faremo, il giudice ti sbatterà da qualche parte.

 

Insomma, devo prenderla tutta con filosofia. Non è male, in fondo. Sei pure intellettuale, possiedi dunque il fascino di colui che può rimanere misantropo e misogino e, pur sparando cinismo a iosa, rischia di prendere pure il Nobel.

Il Nobel, comunque, è come la vita. Puoi essere premio Nobel ma non serve lo stesso a un cazzo.

 

 

di Stefano Falotico

 

Un uomo ZELIG, cambio pelle di serpente come Nicolas Cage e possiedo nell’anima la poesia del miglior Woody Allen


17 Nov

wild at heart cagesnake eyes nicolas cage

Che potete farmi? Chiamate la neuro perché, essendo voi ritardati, soffrite d’invidia?

Come dice Larry David di Basta che funzioni: – Ma perché perdo tempo a parlare con dei tali idioti?!

 

di Stefano Falotico

JOKER & THE IRISHMAN: quanti problemi che vi fate sull’esegetica, l’ermeneutica, la semantica dei film e della vita, imparate da Woody Allen e da Sharon Stone


26 Oct

sharon stone stardust memories

Sì, in passato odiai Woody Allen.

Perlomeno, per allietare le mie notti alterate e solitarie da lupo mannaro alla Arthur Fleck, nei miei pomeriggi opachi ubicati nell’asfittica Bologna, prendevo la macchina e mi recavo al videonoleggio Balboni. Pian piano, noleggiai tutti i film di Woody Allen.

E, spaparanzato sul divano, me li sparai uno dopo l’altro, a raffica. Dal primo all’ultimo in ordine rigorosamente cronologico.

Sebbene all’epoca giocassi ancora a Calcio, dunque se mi riflettevo allo specchio, vedevo un ragazzo con dei buoni quadricipiti e col fisico muscolosamente asciutto, debbo ammettere che già accusavo i primi sintomi delle riflessioni suicidarie di Allen in Manhattan.

Similmente alla celeberrima scena in cui Woody, sul divano, elenca le cose per cui valga la pena di vivere, io inserivo al primo posto le cosce di Sharon Stone di Basic Instinct. Sognando di ciucciarmela col mio wurstel alla Wudy sul letto nel quale, in quel momento, ero mezzo distrutto e psicologicamente a pecora.

Cioè cotto più di un salamino? No, di caldo hamburger. Ah, pur di fare all’amore con Sharon di quei tempi, avrei preso il primo aereo per Amburgo. Ma in verità ero solo nel film di Wim Wenders, Il cielo sopra Berlino.

Sì, alla stessa maniera de La rosa purpurea del Cairo, immaginavo la mia Sharon che, alla Videodrome di Cronenberg, mi rendesse James Spader di Crash.

Sì, con Sharon sarei anche un pervertito. Ma forse lo sono… con Sharon di Sliver. Ah ah.

Che volete farmi? Bruciarmi la casa? Posso essere o no William Baldwin di Fuoco assassino?

Sì, credo di averlo preso sempre in quel posto ed è stata dura trovare un posticino.

Grazie alle mie intime conoscenze con una persino più figa di Jennifer Jason Leigh, sono sbattuto da qualche parte. Ah ah.

Ma mi sono salvato comunque grazie a un gesto eroico da Steve McQueen.

Quando tutti non hanno avuto le palle per ribellarsi a questo mondo di bulli, io mi sono immedesimato in Clint Eastwood di Gran Torino. Non sono morto ma mi hanno semi-internato.

Vivo forse in un seminterrato? Oppure ogni rabbia repressa ho dissotterrato? Su tale dubbio amletico, vi lascio riflettere mentre salvo subito in download tutte le scene più hot della Stone da celebritymoviearchive.com.

Sito che anche voi dovreste ficcare tra i preferiti. Poiché, quando passerete la notte in bianco, vi basterà cliccare sul video in VLC e tutto si raddrizzerà.

Ah ah.

I bulli però hanno fatto la figura dei maiali. Ed è quello che più m’importava. È inutile che provino ancora a etichettarmi come si fa col prosciutto. Sono carne cruda e io li ho spellati.

Ah, rimembro quelle Stardust Memories delle mie celate, nient’affatto gelate, fantasie proibite su Sharon dei miei trascorsi Radio Days.

Quando non esisteva Instagram e potevo gustare persino Kundun di Scorsese senza incappare nelle fotografie arrapanti di modelle che, oggigiorno, hanno massacrato ogni mio buon proposito da Dalai Lama.

Sì, noi uomini non possiamo stare tranquilli. Accendi Instagram per vedere, sulla pagina ufficiale di Martin Scorsese, le foto della prima di The Irishman e ti capita di scorgere in passerella quella passerona di Juliette Lewis.

Un po’ invecchiata e liftata ma indubbiamente ancora assai bella per noi fringuelli. Ah ah. Va tutta impomatata!

Al che, per non turbarti, non accendi nemmeno più la tivù. Tanto in televisione sono tutte oramai mezze nude.

Peccato che, nel mentre di tale tua resiliente ascesi da John Rambo dei poveri, una tua conoscente ti mandi un’erotica foto mozzafiato di lei in bikini su una spiaggia esotica assieme al suo nuovo fidanzato di colore. Sostanzialmente di calore.

A Bologna è inverno, lì invece, a quanto pare, è estate torrida. E lui con lei è super solare a mezzogiorno.

E dire che ho disdetto il mio abbonamento a tutti i siti porno di sesso interraziale fra un mandingo e le figone bionde.

E dire che mi sono sorbito tutte le vostre disamine e le vostre folli elucubrazioni sui significa(n)ti reconditi, metaforici e non, perfino su un semaforo attorniato da luci al neon, in stile Taxi Driver, di Joker.

Inoltre, pochi giorni fa, al Festival di Roma, mentre ho fatto la fila per vedere The Irishman in sala Petrassi, ho dovuto sentire uno che, dietro di me, ha affermato che Scorsese ha potuto realizzare questo film solo grazie a Netflix.

Poiché Netflix ha avuto il coraggio d’investire tanti soldi su un capolavoro del genere.

Peccato che costui abbia definito The Irishman un capolavoro ancora prima d’averlo visto.

Peccato che costui era affiancato da una bellissima donna, probabilmente la sua, che preferisce i cinecomic, peccato che codesto personaggio forse, qualche ora dopo, avrebbe visto Scorsese in conferenza stampa.

Ma non saprà mai chi è Scorsese. Semplicemente perché Scorsese è Scorsese, Woody Allen è Woody Allen, Stefano Falotico è Stefano Falotico.

Vedo molte persone disperate.

Nella loro vita, non funzionò il cosiddetto piano A, al che si diedero al piano B ma risultò fallimentare pure questo. Hanno scelto l’opzione C, cioè chiedere l’assistenza sociale. Anche condominiale. Ah ah.

Quello che posso dirvi è questo, amici:

di mio, abito al quarto piano.

Basta che funzioni.

Cosa?

L’ascensore?

Eh certo, l’ascensore, no?

Che minchia avevate capito? Ah ah.

Vi lascio con una mia barzelletta alla Woody Allen.

Una donna va dallo psichiatra:

– Dottore, non ho capito un cazzo della vita. Non me la godo proprio.

– Ah, capisco. Dunque lei è una suora?

– No, sono un’insegnante di Educazione Fisica. Perché?

– Niente, per chiedere. Dobbiamo entrare in intimità di transfert.

– Siamo sicuri che lei sia uno psichiatra? Non è invece un pornoattore?

– Signora, sono la stessa cosa.

– Cioè?

– Uno psichiatra crede che ogni conflitto psicologico dei pazienti parta inconsapevolmente da un adulterato rapporto con una sessualità irrisolta a livello inconscio.

Dunque, lo psichiatra stimola le cosce per incassare la porcella. No, mi scusi, volevo dire la parcella.

Non c’era ancora arrivata?

La faccio arrivare io.

 

Ebbene, adesso vi sarà uno spoiler. In The Irishman, De Niro ammazza Al Pacino/Jimmy Hoffa. Spoiler per modo di dire.

Davanti al prete all’ospizio, prima di aspettare di morire, De Niro fa capire al prete che forse ha un solo rimpianto in vita sua.

Non rimpiange di essere stato un assassino e un criminale, non rimpiange forse neppure di aver tradito la fiducia di sua figlia.

Rimpiange di aver ammazzato il suo unico amico.

Ma è stato costretto. Perché, altrimenti, la mafia avrebbe ucciso lui.

Se non è un capolavoro questo, certamente non lo è nemmeno Io e Annie.

Ecco, la lotta per l’Oscar come miglior attore sarà fra Joaquin Phoenix e De Niro.

Come miglior film, Joker appare decisamente sfavorito rispetto a The Irishman e a C’era una volta a… Hollywood.

Comunque, tre film sul mondo.

Un mondo che non c’è più. Nel bene o nel male.

Macellato dal cinismo, dall’arrivismo, dalle solite regole di potere.

di Stefano Falotico

La vita ideale è forse quella “inguinale”, sì, mie linguine allo scoglio… c’è anche l’inguine di pene… scagliatevene e “squagliatevela”…


29 Jan

Basta che funzioni

Molti vivono di ideali e ne rimangono schiacciati. Preda delle loro ideologie bacate, di continui risentimenti, di faceti sentimenti, avvoltolati in vite all’apparenza linde e in verità centrifugate nei soliti odi. Anche iodi, plurale di iodio. Sì, cazzo, le piscine sono olezzate da quel maledetto cloro. No, forse lo è il mare. Fatto sta che la gente è umorale, tutta in tinto coro, emozioni come le maree, oggi affogano nelle banalità e nei falsi perbenismi, domani si accapigliano per un nonnulla. Al che si fan la lotta, coltivano il loro orticello, preoccupati solo dei lor mal di pancia. Di mio, non ho il mal di mare, ma sono un uomo di mar-essere. No, avete capito bene. Non malessere. I miei periodi inquieti appartengono a Goethe, adesso ridono le mie gote, infatti sono la Gioconda. Ah ah. Sì, sono un mentitore imbattibile, un creatore di stronzate per alleviarmi dal mal di vivere. Oggi sono simpatico, domani sono l’antipatia fatta persona, emblema mutevole di una personalità cangiante come un bel, soffice culo di donna basculante che adesso te lo tira su e, non dandola, ti mette a novanta. Ah ah.

 

Citerei a tal proposito due “monologhi” esemplificativi. Uno di Andrea Costanza, mio amico scrittore, l’altro di Basta che funzioni.

 

L’ipocrisia del mondo sinistrorso è indecente. Non li sopporto più. Fanno i cantori della buona morale, gli internazionalisti apologeti di un umanitarismo solo parolaio e mai davvero sentito e applicato nelle cose quotidiane, cianciano e s’infervorano sulle ingiustizie del mondo e poi magari sono i primi che guardano avanti, con magnetica indifferenza, con le loro sciarpette color arcobaleno, sulle disgrazie del dirimpettaio o di chi sta loro accanto. La verità è che sono un bluff. Sono della stessa pasta rispetto a quelli che dicono di voler combattere, i piccoli-borghesi, i piccoli-borghesi sempre, in quanto travestiti da avanguardia progredita. Ma non è vero. Loro non sono progrediti. Sono solo dei gran bugiardi, perché anche loro sono affetti dal morbo dell’iper-individualismo, e si credono ammantati dal candore di chi si crede moralmente ed eticamente superiore. Sono lupi travestiti da agnellini, dicono di rifarsi a un certo armamentario ideologico di cui, andar bene, sanno poco o nulla; ad andar male, lo tradiscono, e lo tradiscono perché lo hanno sempre tradito in nome della fuffa. Sono fabbricatori di stronzate. Sono nient’altro che il cane da guardia di un potere che ci vuole tutti quanti servi automi di uno spettro totalizzante, lo spettro cioè del capitale, che abita il mondo governandolo nelle fondamenta, livellando ciò che c’è da livellare, corrompendo ciò che c’è da corrompere, comprese le anime. Non ci sono superstiti. Siamo tutti morti.

 

 

Ma qual è il significato di tutto? Niente! Zero! Nulla! Tutto finisce in niente, anche se non mancano gli idioti farfuglianti. Non parlo di me, io la visione ce l’ho, sto parlando di voi, dei vostri amici, dei vostri colleghi, dei vostri giornali, della tv. Tutti molto felici di fare chiacchiere, completamente disinformati. Morale, scienza, religione, politica, sport, amore, i vostri investimenti, i vostri figli, la salute… Cazzo, se devo mangiare nove porzioni di frutta e verdura al giorno per vivere… non voglio vivere! Io detesto la frutta e la verdura! E i vostri omega tre e il tapis roulant e l’elettrocardiogramma e la mammografia e la risonanza pelvica e, oh mio Dio, l-la colonscopia… e con tutto ciò arriva sempre il giorno in cui vi ficcano in una scatola e avanti con un’altra generazione di idioti, i quali vi diranno tutto sulla vita e decideranno per voi quello che è appropriato. Mio padre si è suicidato perché i giornali del mattino lo deprimevano e lo potete biasimare? Con l’orrore, la corruzione e l’ignoranza e la povertà e i genocidi e l’AIDS e il riscaldamento globale e il terrorismo e quegli idioti dei valori della famiglia e quei maniaci delle armi. «L’orrore» dice Kurtz alla fine di Cuore di tenebra, «l’orrore».E beato lui non distribuivano il Times nella giungla. Eh, se no l’avrebbe visto l’orrore. Ma che si può fare? Leggete di qualche massacro nel Darfur o di uno scuolabus fatto esplodere e attaccate “oh, mio Dio l’orrore!” e poi girate pagina e finite le vostre uova di gallina ruspante, perché tanto che si può fare, si è… si è sopraffatti. Anche io ho tentato di suicidarmi, ovviamente non ha funzionato. Ma perché mai volete sentire queste cose? Cristo, avete già i vostri di problemi! Sono sicuro che siete ossessionati da un gran numero di tristi speranze e sogni, dalle vostre prevedibilmente insoddisfacenti vite amorose, dai vostri falliti affari. “Ah se solo avessi comprato quelle azioni, se solo… se solo avessi comprato quella casa anni fa, se solo ci avessi provato con quella donna…” Se questo, se quello… Sapete una cosa? Risparmiatevi i vostri “avrei potuto” o “avrei dovuto”. Come mia madre diceva sempre “se mia nonna avesse le ruote sarebbe una carrozza”. Mia madre le ruote non le aveva, aveva le vene varicose. Eppure la signora ha partorito una mente brillante. Mi hanno preso in considerazione per il Nobel per la fisica. Non l’ho ottenuto, però si sa, è tutta politica come ogni altra finta onorificenza. Detto tra noi, non crediate che io sia amareggiato per qualche batosta personale. Per gli standard di una insensata e barbarica civiltà, sono stato piuttosto fortunato. Ho sposato una bella donna che era ricca di famiglia, per anni abbiamo vissuto a Beekman Place. Insegnavo alla Columbia, teoria delle stringhe.

 

Di mio, posso dirvi che è meglio un riso agli asparagi oggi piuttosto che prendere uno spago e impiccarsi, gli spaghi vengon bene alla carbonara. E sui carbonari avrei da dirvene… sulle carbonare invece sta la mia pancetta e “fila” bene di “formaggio”.

 

La gente si fa sempre i cazzi tuoi. Alcuni ne hanno molti, io sono normodotato, ne ho uno. Alle volte funziona, in altre giornate sono moscio.

 

Dovete darmi una spinta. Eppur vengo trafitto dalle spine. Sì, stasera faccio gli spinaci.

 

di Stefano Falotico

 

Il miglior complimento, “componimento” che possiate ricevere è di essere un po’ matti


28 Jun

DDW1B5EXkAExmQ4 01718322

L’appellativo di “cappellaio matto” è quanto di più “elegante” un uomo, anche una donna, possa ricevere in vita sua. Non gli si è detto che è scemo, ma di “soffrire” di qualche “turbamento” mentale di troppo. Insomma, si viene paragonati ad Artaud, a Burroughs, a Jack Nicholson, a David Lynch, una bella compagnia di uomini barfly.

Se oggi arriva la notizia che appunto Nicholson tornerà in “scemo”, scena, per il rifacimento di Toni Erdmann, avete di che gioire uomini “picchiatelli”. Non venite omologati alla massa né annessi a quei porcellini che hanno solo la fighella in testicoli, in testa. Un’umanità, questa, alquanto repellente e cagionatrice di false competizioni. D’altronde, l’indottrinamento alla cosiddetta, triste normalità avviene sin dalla più tenera età, quando quei “batuffoli” di bambini, col loro carico di tenerezze, vengono redarguiti, sgridati, “ammoniti” da insegnanti boriosi, presuntuosi, arcigni, maligni, uomini e donne con una vita logorante alle (s)palle, che svolgono il loro lavoretto “punitivo” per portar a casa la pagnotta. Pane e pene, insomma…

Di cosa io mi occupo? Di disoccuparmi. Sebbene gente malvagia voglio incasellarmi in sche(r)mi comuni, non mi mummifico in tali arbitrarie etichette, e viaggio per lidi lindi di pure nostalgie, di fantasie prelibate, semmai anche alate, ben conscio di essere geniale e di aver sorpassato molti precetti, ricette e “ricotte” del vivere normale. Adesso è il tempo, in quest’estate vanagloriosa, in cui l’uomo medio si reca al mare a farsi il bagnetto, se è una lei sognando di farsi il bagnino. Sì, questi si bagnano sempre, invece io sono un corvo in cui piove per sempre.

Molta gente, non dandosi una ragione di come spesso io (s)ragioni, sebbene faccia dei bei ragionamenti, vorrebbe rendermi un ragioniere. E, quando “fallo”, mi dà patenti fantozziane. Insomma, sono uno scapolo e non un ammogliato, e spesso non “lo” metto a mollo, mollandone qualcuna quando non “la” digerisco.

Uomini mediocri, siate infelici nelle vostre istruzioni per l’uso, di farmaci antidepressivi pure abusate, mentre io ordino un altro caffè, facendovi le corna mentre mangio un saporito cornetto.

di Stefano Falotico04070423

La bara(onda) dei fessi, Westworld, ammazza… che fessa! No, che “festa”


03 Oct

cafe-society-eisenberg-stewart

Che io sia un genio è inconfutabile e non osate contraddirmi, semmai dosate. Non colpe addossatemi. Se volete disossatemi, ma metafisico fuggirò sempre (ere)mitico nella mia realtà (non) d(or)ata.

Assisto impotente, eppur sessualmente potentissimo, a un caravanserraglio d’emozioni ratte, sì, un’umanità “disgelata” da serra(glio) turba il mio porco, no, orto botanico. Mentre gli altri van a bottane e offendono il prossimo disegnandogli addosso etichette ammorbanti, io me ne sto con la cerbottana a “pescare” zanzare, andando a farfalle mentre il mondo falla e poco sapiente-mente usa il fallo. È tipico tal atteggiamento del Falotico, uomo “microscopico”, biochimico, encefalitico, “fallito” e fanatico, lunatico e pindarico, “arcobalenico” e colorato, sfigato e incazzato, superbo e insuperabile come il tonno Rio Mare, saporito come un pesce fuor d’acqua e stupito dagli stupidi. La gente s’accanisce per veder l’ultimo film di Woody Allen e rincorre le (car)casse al botteghino sperando di recensirlo in maniera calligrafica come la fotografia satura di Vittorio Storaro, uno che al terzo fotogramma, Apocalypse Now a parte, ti ha già annoiato con le sue “fluorescenze” chiaroscurali da Mar di Sorrento e un “tedio” cartolinesco delle sue immagini “perfette”. Insomma, uno da “cornici” dei viali nostalgici del suo affogare tutto in colori accesi, limpidi tanto da accecarti di “bellezza”. Sì, si dannano per questo Allen d’annata, e stasera vedranno su Sky Atlantic Westworld, altra mega-cagata confezionata per un pubblico di luss(urios)o. Io mi sparai Allen, diventando negli an(n)i malinconico e depresso come i suoi film bergmaniani, e stasera guarderò in originale sottotitolata questa serie scritta da Jonathan Nolan. Masturbandomi di neuroni erti a orgasmo “filmico” meglio di una scopata con quella Rachel Wood. Datemi retta, uomini “retti”, è una scoppiata. E tutto in fondo è una stronzata.

Ricordate: chi vive pigramente, non creando come me libri, non è un uomo libero, e si è, da fesso, già scavato la fossa della noia e dell’ubriachezza “goliardica”, di gola, di non aver davvero fame.

Affamati. Mettete l’accento ove volete. Ma soprattutto volate e “invogliatela”. Nel vecchio West vivevano per la frontiera, oggi gli “intellettuali” vivono per la fronte. E per la figa, no?

0407040603950607

 

Firmato Stefano Falotico, uomo poco robotico, molto “stronzotico”

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)