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Incipit di “Barfly” secondo Stefano Falotico


11 Dec

Da questo libricino formato sceneggiatura, il film omonimo con Mickey Rourke. Un Rourke favoloso quasi quanto me.

Un Tempo, non molti anni fa, visse Charles Bukowski, gaglioffo, perdigiorno, post del suo office mobile e vago da vagabondo. Fu unico nel suo genere e nella sua posa trasgressiva per Natura e non per anticonformismo di maniera, come invece va di moda oggi. Rabbioso, cinico eppur romantico, perché il suo amore nasceva dalla solitudine, dalle emozioni rubate di baci sognati e poi spellati, storia sua personalissima di angoscia, di calci alle porte, di guascona risatina beffarda per esser irriverente prima di tutto a se stesso, quindi autoironico per dar schiaffi in culo a tutto senza riverenza. Quale timor reverenzial! Ti scaravento in bocca a Satana, mio “reverendo!”.
Svaccato e poi elegante anche quando, “nudo”, danzava innamorato di prostitute nell’America sempre puritana e stronza. Che ti sbatte le porte in faccia se non t’affacci “come si deve”, “presentabile” di tutta classe bifronte. Egli ti prendeva a testate perché testardo, il classico testone. Per questo mi piace, mi rispecchia. Non sono un tipo facile né affabile, affamato sì, detesterò appunto sempre i “brillantoni” che poi, a conti fatti, hanno un cazzo che tira solo ove (con)viene il vento della vena arrivista e affaristica.

Così, un po’ cane, un po’ briccone e un po’ riccone della mia anima, che ha poco da spartire con chi le spara a freddo, i cosiddetti estranei che si permetton sempre di giudicare e farsi (ah, se le fan’ tutte, “bravi”…) proprio gli affari altrui. Sporcaccioni, Bukowski era ed è Chinasky e, come ogni Henry, ti è “pioggia di sangue” di fauci spalancate a sputarti la verità e a sperare che, un Giorno, aprendo il giornaletto ove tu, pennivendolo, scribacchi ben (ap)pagato, possa trovare la tua foto con tanto di memoriale funebrissimo di tal, già (gialla…), scritta: “Ieri, in seguito a un incidente spaventoso, è crepato il figlio di puttana e noi, suoi colleghi che non potevamo licenziarlo in quanto gran lecchino, andremo a festeggiare rallegrati da tal notizia che l’ha ficcato all’Inferno, luogo deputato del suo corpo da maiale, in cui sarà finalmente traviato come voleva nella sua vita da merda. Nella terraccia è internato. Eternamente!”.

Distinti saluti,
un nobile, al di là delle miserie collettive e dei colletti “bianchi”.

P.S: “Sentite” condoglianze al defunto, sarò io a “celebrare” il suo funerale e a scavargli la fossa. Mi chiamano il becchino. Modestamente, lo beccai prima d’esser beccato dal Demonio che gl’infilerà il forcone su per…

Con odio o con amore, sono il Genius d’eccezione.
Applauso!

L’immorale, monumentale Mickey Rourke, un attore da amare nel “torello”


06 Oct

Se “rinascesse”, sarebbe un “rodeo”. Giocai ai tor(ne)i, ma fui preso “nel mezzo”, fra palle che, di carambole, entraron nel mio “biliardo” sempre più bilioso e, ora, finalmente, “in sella” vittorioso!

 

Ho sempre tenuto “in auge” codesto esemplare di maschio “raffinato”, che accavalla con posa da cowboy fottutamente vaccara, che “prende per i testicoli” la sua bella col “testacoda”, “sgattaiolandole” le sue fusa ad effonderla, e  suona nello sc(r)oscio grezzo, “energetico” d’un sommergerla di baci “raccapriccianti”, sudandole dentro di “fredda lievitazione” nel torbido che si rassoda, si “sdrucisce”, un po’ “lo” ammansisce” e, di fiato, tromba ancora, tempestato da malesseri in loro (in)tessuti, gravitando nei suoi sacri ardori con turbinose magniloquenze d’un erotismo candido nel suo sfrontato “sfondar” le barriere delle urla.

Mickey digrigna, spaventosamente s'”arriccia”, s'”eleva” moderando un po’ sulle sue curve modellate, quindi “balza” smidollato nel suo osso (po-r-co)spinale, ancora “in piedi”, intingendo il suo aroma nell’amorevole coccolarla, “inamidarla”, con “insistenza” degna di un “cornuto”.
Egli “animaleggia” palpeggiando, “soffiandole” sopra, iniettandole il nettare del Sesso più vero della sua indole verace.
E, sguinzagliando il cane in Lui addolcito, “sfibrò” virulentemente in Debra Feuer, tra “federe” sgualcitissime, di guance in Lei “agguantata”, di guaina da pantere nelle savane, un Tarzan della giungla che non ha timore del “(t)remarle” sopra, addosso e dietro ciò che è.

In totale esibizione del Rourke che tira fuori le unghie d’ogni Donna smaltata nei “veli” ipocriti di gonne solo da strappare, “scrocchiando” già di respiro nei tacchi e, d'”insolenza”, sfilar loro i sandali per “saldarle”.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Barfly (1987)
    Egli scoreggia a iosa, senza mimose e senza “rosa”.
    Ma, da poeta, arrossisce e, di filastrocca “deretanica”, vive solo nella Dunaway “puttana”.
    Una che (non) ci sta…
  2. L’anno del dragone (1985)
    Semicorrotto, semistronzo, “inseminante” nelle giornaliste della Tv.
    Per uno “show” con tanto di “fotofinish” in cui bacia la sua “cinesina” e fa l’occhiolino.
  3. La promessa (2001)
    Senza più parole…
    Un Uomo devastato.

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