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Il grande Jon Voight che non è solo il padre di Angelina Jolie e ogni scempiaggine internettiana su Nic Cage, Tom Cruise e forse su qualcun altro pazzo come un cavallo. Cavallo di che?


10 Apr

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Sì, dovete sapere che l’Italia è proverbiale nel distinguersi nello sport nazional-popolare, cioè il Calcio? No, nello sparlare delle presunte incompetenze altrui, bardandosi dietro una saccenteria che invero fa rima con bieca, pusillanime mancanza di galanteria, con grave scortesia, con scarsa signorilità, no, con pessima signoria, figlia dei pregiudizi facili della piccola catto-borghesia che, a sua volta, si sposa con massoneria, no, con pensiero generalista di massa qualunquista che fa il paio con millanteria da tuttologi invero fancazzisti. Anche fantozziani… Vale a dire la presunzione cafona che ben si appaia all’egomania e alla ridicola mitomania, col vantarsi di essere speciali in qualche ambito da queste stesse persone superbe, totalmente incoscienti della loro abissale ignoranza e della loro superficialità imbarazzante e tristemente disarmante, falsamente acclarato sulla base d’inutili attestati, anche solo di stima da parte di altrettanti idioti, che presumono sia la cartina tornasole della loro validità in materia per loro stessi insindacabile.

Ma ora, dopo questa sanissima prefazione giustamente poetica, pleonastica, retorica o soltanto polemica in maniera sacrosanta, spostiamo un attimo l’attenzione su uno dei più sottovalutati grandi attori degli ultimi cinquant’anni, il grandissimo Jon Voight, gigantesco anche di statura non solo recitativa, infatti è alto la bellezza di un metro e novanta ed è, ahinoi, dalle nuove generazioni a malapena conosciuto per essere solamente il padre di quell’esagerata bellezza sconfinata di Angelina Jolie, attrice forse leggermente sopravvalutata e ultimamente non poco dimagrita in maniera spiacevolmente poco confacente alla sua fama di femme fatale irresistibile per ogni bell’uomo alla Brad Pitt? No, per tutti gli uomini senz’eccezione alcuna, a prescindere dai gay, compreso quel “nano”, titano della recitazione, che è Danny DeVito. Il quale, ne L’uomo della pioggia, sembra quasi un detective dei casi umani alla Falotico, no, delle private investigazioni sulle sparizioni à la Raymond Chandler, dei casi giuridici assai contorti, no, alla Humphrey Bogart, no, alla Bob Hoskins di Chi ha incastrato Roger Rabbit che non poche volte sbianca, più che altro sbava paurosamente e grottescamente dinanzi a Jessica. Il quale però è più coniglio del protagonista cartoonizzato, amante di Jennifer Lopez, no, di Jessicona.

Film eccitato, no, succitato di Robert Zemeckis, miei pavidi uomini, oltre che coniglieschi bavosi delle conigliette di Playboy, perfino leoni da tastiera assai coglioni. Simili a quegli ominicchi e omuncoli stregati dalla donna di Maleficent, no, ipnotizzati dalla maga Circe, no, fottuti in ogni senso da colei che, di live action assai arrapante, interpretò la madre di Grendel ne La leggenda di Beowulf. Sì, Angelina Jolie. Un uomo la vede e grida: oh, madre di dio! Per la Madonna di nostro Signore del Cristo salvatore della Vergine santissima!

Credo in Cristo, no, credo che, miei poveri cristi, una così la vedrete col binocolo. Comunque, se pensate di vedergliela nei due film con lei appena sopra menzionativi, lasciate stare. Prima di fare gli esaltati, guardatevi allo specchio e rispettate un minuto di religioso silenzio. La Pietà di Michelangelo! Ah ah.

Vi do io una mano… se volete gustarvela desnuda, noleggiate Gia. Se volete ammirarle il lato b tatuato, sparatevi… Wanted. Ma dobbiamo arrivare… a Taking Lives per vederla quasi integralmente come la creò madre natura. Nel 2004, Ethan Hawke era ancora sposato a Uma Thurman? Ah, ora capisco perché Uma gli chiese il divorzio. Diciamo che Ethan, essendo un signor attore, s’immedesimò nella parte in modo molto sentito… con Angelina. Inutile che poi abbia fatto l’angioletto in First Reformed. Sì, infatti questo film di Paul Schrader, eh già, sapete bene come va a finire… Ethan Hawke non ha la faccia del prete, mentre Angelina ha la faccia di una interamente sfacciata. O no? Ebbene, spudoratamente e senza vergogne, no, svergognatamente vi dirò che il padre di Angelina Jolie fu un gigolò in Un uomo da marciapiede. E ho detto tutto…

Siamo sicuri che il titolo originale di questo film di John Schlesinger sia Midnight Cowboy? Diciamo anche Mezzanotte di Cowgirl. O no?

Dai, a parte gli scherzacci da preti maledetti, Jon Voight non è solo il padre di Maddalena, no, scusate, della Jolie. Eccitiamo, no, citiamo solamente alcuni dei suoi film come attore in cui dimostrò di saperci fare da pezzo da novanta… Un tranquillo weekend di paura di John Boorman, col quale poi avrebbe girato The GeneralIl campione, strappalacrime drammone di Franco Zeffirelli, Tornando a casa di Hal Ashby per cui vinse l’Oscar, A 30 secondi dalla fine (nomination meritatissima!), HeatMission: ImpossibleAlì!

Jon Voight, signore e signori, uno degli attori più unrated, no, underrated della Storia assieme a Jeff Bridges.

Magnifico nel su citato The Rainmaker. Si beccò la nomination ai Golden Globe. Perché non agli Oscar? E perché Danny DeVito non ricevette niente? Matt Damon è un grande attore, Nicolas Cage non è solo il nipote di Coppola e Tom Cruise, in Collateral, è il Padreterno. Se F. Frusciante dice che anche lui saprebbe recitare alla grandissima se diretto da Michael Mann, gli credo. Sì, come credo in dio, essendo io ateo.

Tutti, in questa società di uomini e donne vanagloriosi, vogliono essere Brad Pitt o Angelina Jolie. Okboomer. Perché invece non provate e recitare, davanti a una troupe, i monologhi di Al Pacino ne L’avvocato del diavolo? State sudando freddo, vero? Siete più bravi di Pitt? Certo, capisco. Peccato che non abbiate il physique du rôle per essere credibili nei panni di Brad o nelle mutande della sua ex, la Jolie? O no? La gente di oggi pensa che Nicolas Cage sia un “meme”. Ah ah. Ma come si veste? Ma che clown! Certamente… ah, certa gente così certa di non essere deficiente, ah, che pena mi fa. Di mio, non sono più sicuro di essere Forrest Gump.  Ecco, in un video su YouTube, un ragazzo chiese a Frusciante perché, secondo lui, Elvis Presley fu il padre dell’ex moglie di Tim Burton, cioè Lisa Marie, no, dell’ex sposa del nipote di Coppola, l’omonima LISA MARIE con l’aggiunta di un cognome un po’ pesantino da portarsi dietro, ovviamente PRESLEY. Perché era suo padre e basta. Non ci vuole un genio per saperlo o dobbiamo resuscitare Elvis e controllare i geni? Ecco, la domanda comunque posta a Frusciante non fu questa. Gli fu domandato perché Elvis sembrava figo. Frusciante fu molto onesto. Difatti, rispose, circa così: Elvis Presley piaceva alle donne così tanto solamente perché aveva una bella voce, semplicemente perché era il più bono di tutti.

Dunque, uomini, a meno che in banca non abbiate il patrimonio, non solo genetico di Elvis, se voleste farvi Angelina Jolie, la vedo molto dura e potrete essere duri quanto vorrete ma non verrete proprio a nulla con lei se non dietro uno schermo mentre state pure guardando Uma Thurman nella scena di sesso con Bob De Niro de Lo sbirro, il boss e la bionda.

Ora, molti mi accusano che dovrei farmi più il culo e che non possa stare con una donna così bella come la mia lei semplicemente perché mi dovrei vergognare di non fare un c… zo da mattina a sera. Be’, quello se lo fa lei. E io faccio molto di più, venditori di cazzate. Non è colpa mia se non sono Brad Pitt. Infatti, Brad alla mia lei non piace. Detto ciò, Dustin Hoffman è poco più alto di Danny DeVito ma è grande come Jon Voight. Sì, secondo me, sono grandi uguali. Dopo una vita, dopo essere stato spodestato di ogni “titolo”, decisi di ritornare sul ring come Voight in The Champ. Morirò oppure finirà come Alì? In effetti, a Muhammad Ali, la gente ignorante diceva di essere un gran pagliaccio. A un certo punto, ballava come Elvis e spiazzava ogni pronostico. Era troppo veloce. Sicuramente più veloce del falsi Bruce Lee di C’era una volta a… Hollywood. E ho detto tutto. Sì, la gente si comportò con me allo stesso modo di Voight con la figlia. Jon la definiva pazza e da manicomio. La verità è che Jon è un grande, ribadisco, lo perdoniamo. La verità è che sua figlia, in Changeling, non era da internare, il suo personaggio aveva ragione da vendere ed è stata un’attrice magnifica.

Finisco così: per molto tempo pensai di essere Dustin Hoffman di Papillon. Come nome, rispetto a Dustin, mi piace più Steve.

 

di Stefano Falotico

 

Anche questi Oscar ce li siamo tolti dalle palle. Trascurando Parasite, diciamocela, il film più bello dell’anno è/fu RICHARD JEWELL, ve lo dice Tarantino


10 Feb

tarantino

Come sapete, gli Oscar premiano i film dell’anno antecedente. Anzi, per esattezza, i film distribuiti nell’anno da poco terminato. Film che devono essere stati presentati in sala. Anche se in due sale. Con l’avvento di Netflix, tutto fu incasinato.

Così come alcuni film presentati ai festival in tempi decisamente anteriori rispetto alla loro (scarsissima) distribuzione in sala, vengono erroneamente classificati come usciti in sala in un certo anno quando, invero, furono già completati e mostrati parecchio tempo prima.

Sarebbe come dire… The Irishman è un film del 2019. Invero, no. Le riprese terminarono nel 2018 e di tale progetto se ne parlò dal lontano 2008.

Sarebbe parimenti come dire… Shakespeare realizzò i suoi capolavori letterari solamente giunto oltre la maggiore età. Grande balla, in verità vi dico che, alla pari di Mozart, William fu un genio dalla nascita.

Se avesse pubblicato Amleto a 8 anni, la madre l’avrebbe internato nel manicomio di Joker.

Eh sì, Shakespeare fu un mostro della letteratura. Mi pare giusto che William, da vera volpe inglese, volesse trascorrere l’infanzia, guardando C’era una volta a… Hollywood. Tempo per tragedie, appunto scespiriane come quella di Sharon Tate, ci sarebbe stato.

Quentin Tarantino invece è rimasto un bambinone col ciuccio. Ci sta, fa parte del personaggio.

Quest’uomo esteticamente impresentabile, la versione cartoonesca di Boris Karloff in Frankenstein che gigioneggia a tutto spiano nel pulp, credendo spesso di essere più cinico di Roman Polanski coi suoi magnifici, taglienti noir.

Quest’uomo forse più matto di Charles Manson ma che, a differenza dello scimunito Charles, canalizzò ogni sua frustrazione erotica, così come il suo Steve McQueen di C’era una volta a… Hollywood, il quale sbava indiscriminatamente e piuttosto schifosamente, spogliando con gli occhi Margot Robbie, ecco…, Quentin sublimò la sua adolescenza, da bugiardo, sfigato cronico come Mr. Orange/Tim Roth de Le iene e soprattutto come Tim Roth di Pulp Fiction, nel divinizzarsi, celebrando la venustà, non solo femminile bensì artistica, effeminandosi lui stesso nel consegnare al virile sex symbol per eccellenza, ovvero Brad Pitt, il ruolo di una vita da bella statuina. Ah ah.

Sì, Quentin Tarantino altri non fu in realtà che Stuntman Mike/Kurt Russell di A prova di morte redentosi, cioè un ex misogino incallito divenuto un feticista amante pure dei piedi callosi di Margaret Qualley.

Poiché, dopo aver celebrato nella sua videoteca anche degli scult volgarissimi con Alvaro Vitali, dopo essersi sepolto vivo fra pareti caliginose, trasformò genialmente la sua orribile presenza scenica da uomo odioso e ombroso, forse lombrosiano, per l’appunto fisicamente scalognato, insomma non certamente Brad Pitt o Leonardo DiCaprio, inventandosi un modo per scoparsi Uma Thurman in maniera dolcemente sfiziosa.

Quentin deve aver pensato a questo. Ora, di mio appaio come un mezzo burino alla John Travolta di Pulp Fiction, quindi con una figa così, se mi presentassi deciso e porco come Christoph Waltz di Bastardi senza gloria, farei la fine di David Carradine nel finale di Kill Bill 2.

Vediamo un po’ come posso cucinarmela. Ah, facilissimo. Le scrivo il ruolo della Sposa su misura. Cioè, se le dedicassi poesie d’amore leopardiane, aggraverei la mia situazione. Alle donne non interessano gli uomini romantici. Dicono di amare gli uomini che sanno amarle. Sì, solo se hanno i soldi. Devo dunque beatificarla, cucendole addosso la parte della stronza che forse non è così stronza come la dà a bere, leccare e vedere a tutti, no, come potrebbe apparire e come infatti è.

Lei interpreterà la parte di una troietta che, pur di fare la vita comoda, la diede al vecchietto coi soldi, il nababbo matusalemme tutto corrotto e lercio, David Carradine. Ma, essendo giovane, desiderò ancora divertirsi e non passare le serate a vedere le partite della Juventus, cosicché volle poi sposarsi un tipo da canzoni di James Blunt.

Bill le ammazzò il futuro marito nel giorno del matrimonio, compiendo una strage peggiore dell’eccidio di Cielo Drive.

Lei sopravvisse, lei è una con le palle, cazzo. Una che, sì, la diede a tutti per potersi permettere il lusso di pensare solamente a vendicarsi, anziché fare la sguattera sottopagata e dai più tamarri, durante i sabati sera in discoteca, sbattuta e tutta sudata, palpata, fottuta e inculata.

Lei, dopo esserseli scopati tutti, anzi, dopo che tutti la scoparono, sciupata eppur giammai davvero trombata, nell’anima e non solo in quella prosciugata, ebbe quindi una missione quasi politica, punitiva e reazionaria da portare avanti. Affinché sua figlia, in un mondo migliore senza figli di puttana, potesse avere davvero una villa ad Arcore. Sì, Uma Thurman di Kill Bill è in verità Maria Elena Boschi e Francesca Pascale. Ah ah.

Sì, da giovanissimo, le ragazze mi paragonarono a Luke Perry. Ma, come Rick Dalton, essendo troppo insicuro di me, non ebbi neppure il coraggio di fare il Revenant davvero. Sbandierai ai quattro venti che mi sarei atrocemente vendicato, in maniera machiavellica, di ogni Ed Harris di Snowpiercer. Sì, riuscii a liberarmi dalla morsa dell’iniqua, terrificante schiavitù psicofisica in cui i maiali mi costrinsero a esserenon essere… Al che, ebbi momenti di rabbia nei quali pensai perfino di diventare, più che una bestia salviniana, un adepto dei culti satanisti da Rosemary’s Baby.

Ma, dopo ponderate, sagge riflessioni, preferii essere un colto bibliotecario di libri preziosi, fra i quali i miei, come Johnny Depp de La nona porta.

Mi dissero che vissi addirittura in maniera parassitaria, ah, questi Mr. Wolf, pure di Wall Street.

Mi scompensarono psicologicamente e scesi le scale gerarchiche come Arthur Fleck, completamente ammattito. Sballato, gasato, completamente fuso. Sì, fu tutto un one man show per dare spettacolo. Un’innocua mia pantomima da burlesque, una mia sceneggiata da uomo apparentemente lupesco bensì burlesco, insomma un’esplosione di fuochi artificiali piuttosto fatui. Sì, per molto tempo mi raffreddai troppo e divenni un uomo, più che materialista, materico come Frank Sheeran/De Niro di The Irishman. Freddissimo, un ghiacciolo di granito.

Di mio, so che presto mi regalerò un’altra estate e succhierò la cannuccia, ficcandola in una granita. Sono un uomo realista, altro che nichilista. So che invece voi, poveri illusi, sognate di sposarvi Scarlett Johansson. Buona Storia di un matrimonio a tutti ma poi, ricordatevi, se come Adam Driver crollerete a pezzi, impazzirete e non riuscirete neppure più ad amare le “bambinate” dei film di Tarantino, saranno cazzi vostri.

Il film più bello, commovente e sincero dell’anno è/fu Richard Jewell. Parafrasando Marsellus Wallace: se vuoi dire che migliora con l’età, non è così.

Mi riferisco alla vita di molti di voi? Sì. Ora, se vogliamo dire che C’era una volta a… Hollywood sia il film più bello e maturo di Tarantino, non è così. Pulp Fiction rimane il suo film più autentico, Jackie Brown il più maturo e forse più bello.

Se invece vogliamo dire che è uno scandalo non avere candidato Clint Eastwood agli Oscar, è così.Quentin+Tarantino+92nd+Annual+Academy+Awards+iKpjcJGIardl

 

di Stefano Falotico

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