Ecco, mi guardo allo specchio… d’altronde, in molti mi urlano, in maniera riprovevole e in forma di reprimenda, si guardi allo specchio! Lo specchio, mi spiace per questi qui, mi rimanda un’immagine piacente, e credo di avere un’ascendenza verso le donne di Piacenza! Eh sì, in queste “a-scende”. Ah ah, ma per piacere! Per piacere, bisogna essere sé stessi, sempre, senza contrattare né contraffare la propria anima.
Devo ammettere, di tutto orgoglio, che ho una presenza scenica, anche se talvolta scema, da uomo che può permettersi di “metterlo”… dove? Dove ti par più comodo. Sì, nonostante an(n)i d’ingiuste batoste, di sacrifici esiziali, ah, quanti gravi danni, da auto-esiliato e anche (d)eluso, la mia avvenenza non ne ha risentito e, in cuor mio, posseggo ancora lo slancio grintoso dei miei giorni migliori. Anche se, a dire il vero, nella mia vita ho conosciuto pochi giorni migliori e tutti mi gridano in faccia, mia di cazzo e poco di “culo”, si migliori!
Ecco, in questo cammino angosciante, tormentato, esiziale o forse solo esistenziale, ho imparato ad appurare le mie qualità. Io, anima (im)pura, in mezzo a quest’umanità che spesso di me tutto distorce. In queste reciproche distorsioni ove (non) appaio per quello che sono, in questo tener nascosti i miei pregi e spesso, per ire estemporanee, far emergere solo i miei difetti, vengo sempre frainteso, quando invero, vi dico, donne, vorrei solo “venir” teso. Ah ah.
So scherzare e, come detto e spero “dato”, anche “schizzare”.
Eppure, ancor arranco, ma non preoccupatevi, so arrangiarmi. Fra qualche soldo racimolato grazie alle mie genialità e qualche altro “solo”. Sì, mi associo a persone sole come me, che da tempo non vedono più il Sole, essendosi eclissate in malinconie perenni e difficilmente guaribili. Ma, in queste “associazioni” di umori (in)stabili, trovo la piena compiutezza del mio ancor voler sognare in grande, anche “in glande”, se le donne me lo permetteranno e volessero che “glielo” mettessi. Ometti, non “omettetelo”. Tante delusioni, e il mio cuore, affranto, stava per spegnersi, tramontando laddove la speranza si stava abbandonando nella mer(da). Grazie al mio spirito battagliero, riesumai l’antico guerriero che Madre Natura mi concesse di avere, “cari” uomini che mi deste solo dell’avaro. Fra malattie mie immaginarie e, appunto, mal di mare, mi scoprii marziano, nel senso di alienato, non di uomo di Marte. Fui anche comunista di falce e martello, e fancazzista da “pulce” e matterello, cari miei vigliacchi che vorreste picchiarmi col mattarello. Sì, ammattitevi, in questo esser giudicati matti, vi eleverete dalla foll(i)a di questa social, squallida mattanza. Intanto, gli operai del piano di sopra mettono a posto i mattoni, sì, gli inquilini del piano superiore sono più matti di me. Di notte, scopano rumorosamente e sono grida “strapazzanti”. Casa “dolce” casa.
Sì, mi do a letture horror e anche a romanzi poetici. Sono angelo e un po’ diavolo, bambino e un po’ joker.
Non sono uno Stallone italiano, ma vivo nella mia “stalla” guardando le stelle. Io, stellina… di latta, uomo da materno latte. Eh sì, le tette… Comunque sia, vivete sotto un tetto e siate uomini di “tatto”.
Più che Gal Gadot, sono uno da Aspettando Godot… prima o poi godrò, ah ah!
di Stefano Falotico