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Con tutta la simpatia del mondo, L’armata delle tenebre è solo un bel cult, macché capolavoro!


07 Mar

tenebre

Oggi si abusa del termine capolavoro. Cos’è un capolavoro, per definizione? Un’opera che è la massima espressione artistica di un autore o di un movimento. L’apogeo…

Qualcosa di meraviglioso che hai quasi paura a toccare per paura di danneggiare la perfetta mistica concordante di ogni suo elemento, l’equilibratissima mistura di ogni sua forma. Non deve essere necessariamente qualcosa di “serio” o impegnato, un capolavoro comico, ad esempio, non lo è. Può essere anche qualcosa di grottesco, di funambolico, di estrosamente ineccepibile.

Quindi, L’armata delle tenebre potrebbe rientrare a pieno merito in questa definizione?

Secondo i suoi mille aficionado, come si suol dire, è un film indiscutibile, una pietra miliare imprescindibile nel percorso artistico di quel geniale matto di Sam Raimi.

Ma dobbiamo essere obiettivi e non farci travolgere da passioni che, tutt’al più, derivano dai nostri ricordi adolescenziali, e non dobbiamo elevare una pellicola a capolavoro solo perché è legata a quegl’irrinunciabili momenti affettivi dei nostri ricordi.

Un primo amore viene sempre ricordato in maniera magnificente, anzi, nella nostra mente lo si magnifica come volessimo preservarlo come attimo unico e irripetibile. Ma non è detto che il primo amore sia stato qualcosa di straordinario ed eccelso. I primi amori sono spesso ingenui, passionali, istintivi, e non dettati da nessuna logica razionale. Rozzi e cazzoni…

Ecco, con oggettivo raziocinio, L’armata delle tenebre è tutto fuorché un capolavoro. Lo so, guai a toccarvelo, appunto, ma dobbiamo essere schietti, so che mi sommergerete di merda per questa mia lapidaria affermazione, perché io sentenzio poche volte ma, quando lo faccio, lo faccio con cognizione di causa, con creanza, come si suol dire, con correttezza e lucida spietatezza.

Ora, i dizionari dei film non sono da prendere come oro colato, ma sia il Mereghetti che il Morandini, se vogliamo essere sinceri, ridimensionano, a ragion veduta questo film di Raimi. Anzi, vi dirò di più: Mereghetti, dalle due stellette e mezzo che prima gli aveva assegnato con qualche generosità, ora è sceso a due e basta, motivando il fatto che, per quanto alcune trovate siano decisamente riuscite e divertentissime, sono spesso meccaniche, telecomandate, e l’intero spettacolo del film, in fondo in fondo, è solo un giochetto scioccherello e perfino bambinesco.

Mi trova d’accordo. A questo film voglio un gran bene, ma oltre l’affetto non vado…

Anche a Kathy Bates voglio un gran bene come donna e attrice debordante ma, se devo scegliere chi scopare fra lei e la Sharon Stone dei bei tempi, scelgo Sharon… Non so se ci siamo intesi…

Lo so, impazzite per questo film e, ripeto, guai a contestarvelo. Ma fatemi la cortesia di non farvi prendere soltanto dalle vostre emozioni, ribadisco, legate al momento in cui lo vedeste.

Di solito, essendo un film del 1992 e dubitando che molti della mia generazione, la stessa che lo esalta e sopravvaluta, lo videro al cinema, bensì credendo che lo guardarono dopo due o tre anni nei suoi passaggi televisivi, posso asserire con certezza che eravate nel bel mezzo inquieto e frenetico delle vostre età acerbe. Insomma, se avete su per giù quarant’anni adesso, all’epoca eravate dei ragazzini. E, si sa, tutto ciò che è spassoso e scacciapensieri, inevitabilmente, filtrato a quell’età con i mezzi anche intellettivi che si hanno a disposizione, appare qualcosa addirittura di “mitologico”.

Chissà… dopo ore di lezioni di latino e greco, tediose e rompiballe, che c’era di meglio che aspettare di spararselo su Italia Uno?

Ecco perché voi con fierezza sostenete che questo film appartiene alla Storia del Cinema. No, non è vero. Appartiene alla strampalataggine creativa e furente di un Raimi inventore di tante scenette assolutamente godibili, e appartiene ai vostri ricordi. Ma i ricordi, per quanto inviolabili e personali, hanno spesso poco da spartire con l’imparziale giudizio.

Anch’io, se è per questo, amo a dismisura dei film che tutto sono fuorché capolavori, perché nel momento in cui li vidi mi piacquero un casino. Ma, col senno di poi, con la sopraggiunta maturità, non posso esimermi dal dire che a livello cinematografico sono pieni di difetti, puerili, sono delle baracconate e anche delle “bricconerie”, dei sanissimi divertissement e basta.

Quando Ash/Bruce dice al capellone rosso che lui è solo il re del cazzo e della merda, be’, come fai a non sganasciarti dalle risate? Ma, se è per questo, anche io se una donna racchia viene da me e mi chiede l’uccello… non rispondendole neanche, ma continuando a grattarmi i capelli, faccio ridere da matti.

Se poi volete comprare l’edizione specialissima da quasi 100 Euro, non è affar mio stare a sindacare come dovete meglio spendere i vostri soldi. So solo che con quella cifra, se siete appassionati di veri capolavori, potreste prendervi, appunto allo stesso prezzo, dieci dvd ben più meritevoli.

E poi siamo onesti. Ma che cazzo ve ne fate delle vostre collezioni? Non è che mi fate la fine di Bale in American Psycho? Non siate uomini museali… quelle collezioni son solo dei reliquari…

Sinceramente, con 100 Euro mi compro tutti i libri del grande Richard Price, sceneggiatore e novellista che davvero può darmi qualcosa di più…

Ah, non attaccatemi per la mia durezza… sono inflessibile e mi dite che dovrei ammorbidirmi ed essere più elastico. Mah, vi dirò… a letto sono molto flessuoso, la… ammorbidisco in maniera godibile… e le dico anche dammi un po’ di zucchero, baby… prima e dopo i prelimirari.

 

Ma comunque rifletto…

Sono un bel tenebroso, tenerone e tosto.

 

 

di Stefano FaloticoBruce Campbell tenebre

Sono il commediante, Ash dell’Armata delle tenebre, il più grande genio della storia, credo sia oramai palese e inconfutabile


06 Mar

Armata delle tenebre

Ebbene, vi presento questo video in cui il grande Antonio Gallo presenta la mia opera Il commediante, libro che dovete acquistare per assurgere a dimensioni più elucubranti e rallegrar le vostre vite spesso ripiegate in afflizioni senza speranza. Io do vivacità alle anime spente e le rinvigorisco, forgiandole al sapere onirico della nostra rinascenza. Sì, esercito di zombi e scheletri ambulanti, schieratevi in battaglia perché qui stiamo parlando della vostra vita. E dovete averla a cuore se non vorrete risvegliarvi un giorno e rimpiangere ciò che poteva essere ma la vostra stupidità, i vostri autoinganni vi hanno costretto in dimensioni poco sagaci, poco ruspanti, poco voraci, e mentiste alla vostra coscienza, allineandovi al porcile di massa, scoprendo che rinnegaste solo le vostre vere passioni soltanto per far felice una cretina che, peraltro, era l’unica che un po’ vi cagava.

Secondo il Morandini, L’armata delle tenebre del Raimi (e qui c’è l’assonanza con Morandini, ah ah), è la storia di un grullo che mette in discussione tutto e fa saltare completamente il cervello a tutti. Secondo Morando, è un film per persone dall’età mentale di 12 anni o per snob capaci di cogliere gli echi di Paolo Uccello…

Secondo le nuove generazioni, è un capolavoro assoluto, che alla sua uscita fu enormemente incompreso, tant’è vero che per questi qua, fanatici le cui esistenze sono molto “obiettabili”, hanno allestito una limited edition in super Blu-ray piena di contenuti specialissimi che entrerà ufficialmente in vendita l’8 Marzo.

La verità dove sta? È un film da storia del Cinema come professano i suoi indefessi estimatori o un filmetto al limite solo divertente, scacciapensieri e un po’ demenziale?

La verità, come in tutte le cose, sta nel mezzo. Un film da sette, perché indubbiamente la sua visione scorre liscissima e te lo godi immensamente ma, suvvia, non esageriamo. È anche una bella cafonata un po’ stupidina. E, onestamente, spendere 80 Euro per “collezionarlo”, mi pare qualcosa che si possono permettere solo i tonti.

Ma chi sono i tonti? Secondo il dizionario Treccani, il tonto è colui che è “malato” di stupidimento, una persona affetta, e probabilmente incurabile, da buaggine, imbecillità, castronaggine, microcefalia e ocaggine.

Insomma, il contrario del Falotico, che in quanto falotico (cercatene il significato sempre sul vocabolario) è essere geniale, stravagante, bizzarro e non inquadrabile, dunque di gran cefalo, di cervello sofisticato, sconfinato e, stando a quello che dicono le donne, anche dotato di un uccello come la motosega di Ash.

Insomma, chi nasce tonto non può morir quadrato, forse come lavoro farà il quadro e, avendo poca fantasia, non arrederà la sua casa di bei quadri, passando la vita a giudicare il prossimo secondo la sua ottica distorta, e cercando d’inquadrare perfino me, che in quanto non catalogabile dal suo cervello piccolino, non può rientrare nelle sue classificazioni generiche e stolte.

Ora, molti si chiedono: ma cos’è successo a Stefano? Questo ragazzo che stava sempre zitto e che, a prima vista, appariva come tonto, veniamo a scoprire che è il genio numero uno della storia?

Ecco, se avrete la pazienza di ascoltare questa mia storia, per quanto incredibile possa apparirvi, se abbandonerete i vostri pregiudizi, ve ne incanterete e mi darete ragione. La ragione non si dà ai matti ma agli uomini oltre l’umanità cretina e vanagloriosa.

Ora, mi ricordo, e la mia memoria, sapete, mai mi tradisce, che andai a Roma a Gennaio del 2003 a vedere l’anteprima italiana di Gangs of New York. Alla presenza di Scorsese, di DiCaprio e Day-Lewis.

Improvvisamente, venni colto da uno strano malessere e stetti per svenire. Sì, ero stato a Roma in gita scolastica nel lontano 1992, più di dieci anni prima, e in quel periodo ero estremamente sano, amavo la vita e, posso dirvelo, a patto che mi crediate senza batter ciglio, c’era una bella biondina, di nome Tiziana, che detta fra noi voleva leccarmi l’uccellino…

Poi, il mio uccello appunto svenne, non venne e nelle mie malinconie si svenò…

E, in quel giorno della premiere di Gangs of New York, tutto mi riapparve chiarissimo.

 

Da allora, nessuno psichiatra ci ha capito un cazzo. Ed è stata un’immonda barzelletta e presa per il culo.

Il resto lo sapete…

Insomma, diciamocela senza infingimenti, la mia vita è stata una stronzata per molto tempo, è giusto che ora sia un capolavoro…

 

 

di Stefano Falotico

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