Giampiero Mughini: – Quando vi ho detto che voi avete mescolato in questa terna il sacro e il profano… per quel che è del sacro certamente alludevo a Totò! Totò è stato un artista inimmaginabile nel suo tempo e nella storia europea della comicità. Ha creato anche lui uno stile e una nobiltà, e Totò va ancora risarcito delle bestialità che scrivevano i critici di allora…
– E come mai non l’hanno riconosciuto i critici, Giampiero?
Mughini: – Quindi Totò non si tocca, non si tocca! Non si può toccare!
Perché in quel tempo arretrato della storia culturale del nostro costume… la differenza fra la cultura, la separazione tra la cultura cosiddetta alta, quella sussiegosa… le accademie con la maiuscola eccetera, eccetera, e la cultura bassa, questa meravigliosa cultura che veniva dallo spettacolo, dal Teatro, dal cabaret, dalla strada, etc, era una distanza enorme! E naturalmente i critici del tempo erano dei conformisti, dei conformisti che la ribadivano questa distanza. E poi via via Totò è cresciuto col tempo immensamente e io mi ricordo quei piccoli cinemini degli anni Settanta a Roma dove noi andavamo a sussultare dinanzi alla sua grandezza. A SUSSULTARE!
Sì, Totò non era normale, credo fosse pazzo, aveva un fisico “sghembo”, disarticolato, una faccia asimmetrica, spigolosa, già vecchia quando aveva quarant’anni, rugosa e al contempo liscissima, una faccia che faceva ridere.
Sì, adolescenti siatelo sempre. Non omologatevi, svilupperete la farsesca bellezza del vostro incarnare la pochade, la commedia degli equivoci, verrete fraintesi, non diventate dei manichini ma muovetevi col vostro pinocchiesco stile, fate i gradassi e gli smargiassi, inventate neologismi, invertite le parole, giocate di allusioni, di doppi sensi, di malafemmine, effeminatevi pure, sì, fate la femmina piuttosto che i puttanieri machi, sgattaiolate in mezzo ai burini, provocateli con le vostre battute losche ma sagge, invogliatevi alla bizzarria, siate colorati oggi e tristi domani, permalosi e poi amabili, stronzi e romantici, fumate, accavallate le gambe, guardate, spiate, annotate anche nelle più brutte nottate, non fate i notai o gli avvocati, siate magistrati della vostra unicità e decretate la vostra vita prima che critici “adulti” possano dirvi chi siete.
Forse non diverrete come Totò, ma non lo riceverete nel popò.
Ma mi raccomando siate “partenopei” nel meglio della ruspante gagliardezza, non nel peggio…
Ieri, ad esempio, una modella era in diretta su Instagram e ho dovuto leggere roba come… dai, escile!
Escile che verbo è? Ma soprattutto che merde siete?
Sapete perché tutti alla fine si ricredono e continuano a darmi retta? Perché io sbaglierò pure, ma sono un Principe come Antonio! La maggioranza è ipocrita, appartiene al porcile e mangia la propria trippa col sugo…
di Stefano Falotico