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La Critica cinematografica oggi in Italia esiste e resisterà ancora? Coronavirus permettendo? E il mito di Asbury Park


09 Mar

homeboy luna park

Ora, io non m’imbrodo mai. Anzi, se una donna mi dice che sono Mickey Rourke di 9 settimane e ½, penso invece di essere quello del seguito… la conclusione. Cioè il Rourke al minimo storico.

Sebbene, a essere sinceri, io abbia sempre preferito Angie Everhart a Kim Basinger.

Comprai pure, tantissimi anni fa, il dvd di Sexual Predator ove Angie, senza sprezzo del pericolo, sì esibì in una scena di sesso al limite della censura.

Quindi, acquistai pure l’edizione di lei in bikini su Sports Illustrated.

Di lei m’invaghii quando, durante le vacanze estive, rinvenni in bagno il Max italiano con Angie, per l’appunto, in copertina.

Credo che l’avesse dimenticato mio zio. Da anni morto. Il quale disse a mia zia, ancora fortunatamente in vita, che mio cugino, cioè loro figlio, era una sega. E che gli faceva cagare, tanto che fu costretto a dirgli:

– Guarda, non so come educarti. Le sto tentando tutte. Ora, devo andare in bagno a lavarmi…

 

Ecco, Angie è ancora bella, fu un’ex di Sylvester Stallone (nomen omen) e, da quando frequentò pure Joe Pesci, Joe si ritirò per molto tempo dal Cinema.

Ah, per forza. Una così ti rende (s)tirato come Rourke cinematograficamente (s)teso.

Ma non perdiamoci e non facciamola fuori… ché i panni sporchi si lavano con Angie e non col Dash.

Poi, ci rideremo su in maniera goliardica come in M.A.S.H.

La Critica cinematografica esiste ancora?

Mah, ne dubito. Oramai, qualsiasi cazzone vuole dire la sua. Senza sudarsela…

In questo video, assistiamo a un confronto oserei dire storico, quasi mitico e mistico di natura “teologica” tra Federico Alò, critico de Il Messaggero e video-recensore per Bad Taste, e l’epocale oramai leggendario Federico Frusciante.

Da me incontrato dal vivo qualche settimana fa a Bologna al Mikasa.

Azzardai a ribadirgli che, secondo me, Joker è un capolavoro e lui:

– Stefano, giusto perché sei tu. Altrimenti, per questa tua affermazione, avrei chiamato subito la neuro.

 

Con estremo aplomb, gli risposi:

– Ah, nessun problema. Tanto, tantissimi anni fa, impazzii più di Arthur Fleck.

 

Fede rispose:

– Sì, lo sanno tutti.

– Sanno anche altro?

– Certo. Che sei l’unica persona al mondo che si salvò.

– Come mai, secondo te?

– Leggi questa recensione:

Secondo te, fu scritta da un matto? http://darumaview.it/2019/joker-recensione-film

A proposito, Stefano, com’è che a te danno gli accrediti stampa per i festival e a me, che sono molto più famoso di te, no?

– Non lo so.

 

A parte gli scherzi e il mio romanzare gli incontri, sono un romantico e adoro l’ingenuità della sceneggiatura poco da letterato, bensì anacronistica e ante litteram di Mickey Rourle per Homeboy. Firmata sotto lo pseudonimo di Eddie Cook.

Una storia semplice da Cinema verità, miscelata alle atmosfere springsteeniane di Asbury Park su musica, però, della nemesi del Boss, cioè Eric Clapton.

Che ebbe una relazione con Lory Del Santo. Da cui nacque Conor, tragicamente morto alla sola età di 4 anni.

Asbury Park, presente anche nel film City by the Sea con De Niro e James Franco e ne Il coraggioso con Johnny Depp e Marlon Brando, si dice che sia la meta paradisiaca dei poeti e non tanto degli emarginati, bensì delle anime malate di metafisica.

Che sognano amori poetici e quasi puerili, disgustati dal chiasso nauseante delle solite gelosie e giostre quotidiane.

Cantori dell’eccelso e dei plumbei cieli illuminati da un radioso miracolo imprevisto.

Mi pare, sinceramente, che abbia perduto troppo tempo a fare l’assistente sociale dei fuori di testa e dei toccati, dei rintronati. Consolando in modo buonista persone che, detta francamente, non gliela possono fare.

Gente vinta che celebra pateticamente i figli dei fiori e la libertà selvaggia. Dove? Fra le pareti domestiche della disperazione più alienata?

Sarò molto cinico e molto veritiero. A prescindere da fenomeni come Frusciante, indubbiamente bravo e carismatico, la società non la potete fregare con le furbizie e le scorciatoie.

Poiché o siete come Fede, piuttosto radicale ma comunque estremamente coerente, oppure dovete essere istituzionalizzati come Alò.

Esiste anche la terza possibilità, ovvero essere Falò, il sottoscritto.

Ma non potete esserlo poiché ne esiste solo uno nella storia.

Non è auto-magnificazione, purtroppo, per voi, è la triste ma magica verità.

Al che, qualche settimana fa, chiesi a un bravissimo signore per il quale scrivo su Ciao Cinema:

– Mi abbonerebbero degli esami al DAMS? Sa, anzi sai (ci diamo del tu), ho scritto molti saggi monografici su registi e attori.

– Hai scritto anche dei noir erotici, se è per questo.

So che te ne fanno una croce i bigotti e i moralisti. Ti vorrebbero sposato con la cosiddetta brava ragazza rompiballe e non vorrebbero che tu fossi autentico, sofferente nel tuo denudarti spudoratamente, insomma, desiderano che tu sia un critico della vita, del Cinema e di te stesso, soprattutto, come molti coglioni che si celano dietro i titoli accademici per trattare il prossimo, senza titolo, come freak.

– Quindi, secondo te, perderei del tempo a laurearmi?

– Certo, anche dei soldi.

– Dunque, sono più bello e più bravo di quelli che si fanno il culo?

– E che non si vede? Altrimenti, non scriveresti per me.

Stefano, lascia stare i nani, i dementi che si nascondono dietro una cattedra per essere fighi. Non ne hai bisogno.

– Ma tu sei un insegnante del DAMS.

– Sì, ma io sono io. Tu sei tu. E vai bene così.

Non ti vedo con la cravatta a romperti le palle per insegnare a ragazzi qualcosa che imparerebbero soltanto a memoria.

Non conosco né conobbi, nemmanco conoscerò nessuno dei miei allievi che sia diventato un grande regista o un grande attore.

Sono solo squali e squallidi stipendiati da giornali che li obbligano a scrivere che il film è bello per far felici tutti.

– Secondo te, Homeboy è un grande film?

– No ma, secondo te, sì. E so anche perché.

– Quindi?

– Quindi, ripeto, io sono io e a me non piace assolutamente. Ma tu sei tu e quindi, se ti piace, lasciatelo piacere.

– Ma dunque la Critica oggettiva e scolastica e/o universitaria non ha diritto più di (r)esistere.

– No, deve esistere. Per gli altri, non per te.

– E chi sono io?

– Lo sai chi sei.

– Non sono nessuno.

– Certo. Mi faresti riascoltare l’estratto da te recitato del tuo audiolibro?

– Volentieri.

– Sì, quindi tu non sei nessuno, vero?

 

Sì, lo so. Molti stronzi festeggiarono la mia morte con largo anticipo. Divertendosi come dei folli.
Mi spiace averli delusi.
E per quanto potranno accanirsi a darmi la patente di decerebrato, per quanto mi si scaglieranno contro con le loro assurde reprimende, prima di Pasqua pubblicherò un altro libro con una donna nuda in copertina.
Se a loro questo non piace, andassero a messa a pregare il dio dei poveretti.

 

https://www.amazon.it/La-prigionia-della-tua-levit%C3%A0/dp/B084QJNCHY/

Intanto, a causa del maledetto Coronavirus, stanno congelando tutte le uscite in sala. Nonno, questa volta è guerra pare non trovare proprio la luce, a differenza di me. Ritrovatomi nel giorno. Dopo essere stato ibernato per colpa del caso Weinstein, doveva essere distribuito a fine Aprile dalla Notorious Pictures.
Ma anche questa volta è slittato tutto.

 

Comunque, ora vi saluto. Lasciandovi con un video oramai virale:


 

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Lo scandalo Weinstein travolge anche De Niro e O. Russell, mentre la Everhart non voleva il porcello Harvey, un man ever hard


14 Oct

Angie Everhart Max
Sì, notte turbolenta, di mal di pancia insostenibile e insonnia perenne. Ma io, in quest’Ottobre decadente, veglio sulle anime dei peccatori e le forgio alla dignità che persero, aspergendo le mie sigarette da fumatore incallito nel posacenere dei loro errori colossali. Eh sì, come sappiamo, il produttore di parecchi kolossal, Harvey Weinstein, è stato un “macellaio” peggiore del “suo” Daniel Day-Lewis di Gangs of New York.

Un’altra donna(ccia) accusa il produttore, che oramai fu, di aver abusato di lei. Il suo nome è Angie Everhart, una rossa di fuoco che non accettò le avance di Harvey che, comunque, in maniera non irrisoria da “puro” irredento, si masturbò davanti a lei. Insomma, in questo devo dargli “atto”. Anch’io mi masturbai su Angie quando, ignuda, comparì sulla copertina di un vecchio Max di Agosto. Sì, fu un onanismo di cui mi “macchiai”. Ah ah. Ora, Harvey è ingiustificabile e, invece che essere un produttore di tutto punto, scopriamo che era un maiale di “tutto pugno”. Ah ah. Ma anche la Everhart non è certo una che di mestiere fa la suora. Celebri infatti le sue relazioni con Sylvester Stallone e Kevin Costner, e sin qui ci può stare, essendo stati, rispettivamente Sly e Costner, degli uomini di una certa prestanza fisica. Ma incomprensibile invece perché la Everhart per anni fu “affiliata” a Joe Pesci, più basso di lei di trenta centimetri e probabilmente non possedente un uccello di altrettanta lunghezza. Ah ah, questione di soldi. E Angie ha sempre puntato a quelli, dall’“alto” dei suoi tacchi vertiginosi in cerca del trampolino di lancio. Fregandosene se il compagno era, “sensualmente” parlando, un cesso o un tappo. Quindi, proprio lei dovrebbe tacersi. Avrebbe venduto anche la sua ultima confezione di smalto per le unghie pur di partecipare a un film da “Oscar” per smaltare la sua filmografia. Harvey medita il suicidio, e per colpa sua non produrranno più la serie televisiva con De Niro e Julianne Moore perché Amazon, che avrebbe dovuto finanziarla assieme a quel che oramai resta della Weinstein Company, dopo tanto scalpore, si è tirata indietro. Ciò che mai ha fatto Harvey. Lui lo tirava e basta, senza mai “ritirarlo”. Ah ah.

Insomma, Harvey l’ha fatta grossa da “grassone”. E io, adesso, vado a mangiarmi i grissini.

A conti fatti e a coiti disfatti, la rossa Everhart, forse, voleva la parte di Julianne Moore. Ma non si è lasciata fare e ora non se fa più nulla.

Dopo questa puttan(at)a, vi lascio con questo pensiero. La scena iniziale di Blade Runner 2049, quella dell’orto botanico col Bautista, mi ha ricordato che le donne innamorate non smetteranno mai di comprare le rose rosse nella serra di Via Agucchi. Poi, scoprono che i loro compagni vogliono farsi una come Angie Everhart e scrivono alla clinica ove Weinstein è attualmente in “cura”, per “sostenerlo” un po’.

Sono cinico? Sono un uomo di mondo, e certe cos(c)e non mi stupiscono.

TALES FROM THE CRYPT PRESENTS: BORDELLO OF BLOOD, Angie Everhart, 1996, (c)Universal

TALES FROM THE CRYPT PRESENTS: BORDELLO OF BLOOD, Angie Everhart, 1996, (c)Universal

 

di Stefano Falotico

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