Posts Tagged ‘Amore’

Stephen Hawking: il più brutto “complimento” che può farvi una donna è di essere delle beautiful mind


14 Mar

A Beautiful Mind

Ora, quest’espressione è diventata celeberrima e usata spesso anche a sproposito dopo che quel retoricissimo film di Ron Howard è stato visto da mezzo mondo, vincendo Oscar immeritati. Si tratta di un tipo di Cinema a mio avviso indigesto, che appartiene a quel filone pseudo-buonista allineato ai canoni prevedibili e ruffiani della Hollywood più mainstream e paracula.

Insomma, è la storia di uno schizofrenico insopportabile, che tanto assomiglia al mio amico delle scuole medie, Torre, patito di matematica o solo “partito” già all’epoca, il quale vedo alle volte adesso alla fermata dell’autobus col sorriso da ebete nel prendere a calci le cartacce e gli scontrini che la gente butta sul marciapiede dopo che è andata nella tabaccheria adiacente. In poche parole, a forza di teorizzare sull’irrealtà intangibile, sulla metafisica scientifica, si è ammalato di “deficienza” palpabilissima tanto che, in maniera empirica, potremmo classificarlo come attuale buco nero insondabile della sua algebra neuronale abbastanza trigonometrica alla dementia praecox incurabile in maniera direttamente proporzionale al coefficiente di difficoltà del suo non scopare elevato alla non potenza al quadrato e anche al tonto.

Sì, è una stronzata cinica ma il Torre, dopo aver torreggiato come campione imbattibile di razionalità indiscutibile, tanto d’ascendere precocemente a genio da tutti stimato, almeno nel vicinato, dopo esser addivenuto ai misteri profondissimi dell’universo e averli sviscerati in teorie lodabili, non è stato “eccelso” con la sua anima e con il suo cor(po). Tanto che si è dimenticato davvero di vivere. E ora credo passi le sue serate a guardare tribune elettorali per sentirsi vivo e partecipe della vita sociale…

Ho detto tutto…

Voglio raccontarvi questo… non so se mi crederete ma io so che è un racconto sincero. Quindi ve lo espongo. Di bella esposizione e argomentazione che non fa una piega, non so se otterrò una cattedra a Cambridge per questo aneddoto così ben disaminato ma all’epoca ero un soggetto certamente da esaminare.

Mi ricordo che scrissi un libro e bazzicavo un sito d’incontri, Meetic. Al che, beccai, sì, ero già un “becchino”, ah ah, una della mia città che di cosce mi parve immediatamente “appetibile”. Sì, io bado al sodo. La faccia non era granché, a dire il vero, ma era buona…

Sfacciatamente, le scrissi in chat che volevo scoparla. Lei fece la timida e mi mandò a fare in culo.

Poi, il giorno dopo mi spedì una missiva in cui diceva di scusarsi per essere stata troppo dura con me e che la notte le avevo portato consiglio. E voleva assaggiare qualcosa di duro… perché le delusioni della sua vita l’avevano per troppo tempo “intenerita”.

All’epoca ero davvero matto e incosciente, sì, diciamocelo, ah ah, e non sapevo davvero a cosa andavo incontro. Lei mi aspettò vicino a una Porta del cazzo, non mi ricordo quale, di questa Bologna la grassa. Salì in macchina e io cominciai a girare avanti e indietro, in circolo “vizioso”, sui viali. Dopo circa mezz’ora di tragitto, in cui parlammo del bel tempo (sì, era primavera e l’aria era salubre) atmosferico e altre amenità “meteorologiche”, soprattutto di lei, con le escursioni termiche delle sue vampate, disse che stava avendo freddo e voleva essere “riscaldata”. Già, questa “signorina” con la minigonna, di punto in bianco, paonazza in volto ma decisa ad arrivare al dunque, dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi, nonostante fossimo entrambi seduti, se ne saltò fuori con…

 

– Se non ricordo male, l’altro giorno mi hai detto… voglio scoparti.

– Uhm, cos’ho detto?

– Sì, hai detto… hai detto proprio così… voglio scoparti. Be’, sai, non sarebbe male…

 

Adesso, qualsiasi persona “normale”, avrebbe svoltato, in ogni sen(s)o, lato B soprattutto, e si sarebbe diretta spedita verso qualche parcheggio un po’ “porchetto”.

 

Invece, io mi diressi nel punto in cui l’avevo caricata, e poi le dissi gentilmente di scendere. Anziché scaricarlo, la scaricai.

Lei si mise a ridere, quindi, prima di congedarsi mi disse che ero una beautiful mind.

 

Insomma, morale della favola e anche della fava, quasi tutte le donne sono zoccole.

E voi mi domanderete: ma perché scusa hai voluto incontrarla e le avevi scritto che volevi scopartela?

 

E io rispondo: perché fa parte del personaggio Falotico, uno che cazzeggia, giusto per il piacere di far passare il tempo.

Poi, rimanga fra noi, sì, aveva delle bellissime gambe, ma la faccia faceva proprio schifo.

Insomma, non era Jennifer Connelly. E poi, adesso come adesso, pure la Connelly è un cesso.

 

E questo per farvi capire che le donne dicono di amare gli uomini con un gran cervello ma, sì, quello che vogliono davvero è solo… l’u… ello? No, vogliono i soldi.

E infatti Nash era ricco sfondato. Che cazzo fregava a sua moglie se era malato di mente? Tanto la manteneva alla grande…

 

Fratelli della congrega, cosa avete dedotto da questa lezione di vita vera? Che la teoria è una cosa, la pratica è un paio di belle cosce.

Ah ah.

 

Impratichitevi e fatelo anche sui prati.

 

Sì, ci sono i geni come Hawking che non servono a niente, e i geni delle stronzate come me, che rendono la vita infinitamente più godibile.

 

 

 

di Stefano Falotico

L’allegro menestrello


29 Dec
DEATH TO SMOOCHY, Edward Norton, 2002 (c) Warner Brothers. .

DEATH TO SMOOCHY, Edward Norton, 2002
(c) Warner Brothers. .

Stanotte, ho fatto un sogno che mi ha turbato. Comodamente avvoltolato dalle lenzuola, nel freddo di questa Bologna piovigginosa, la mia pelle si sciolse in Morfeo, coccolandosi di visioni dapprima voluttuose e quindi repentinamente preoccupanti. Sì, nel bel mezzo della notte, mentre qualcuno là fuori gufava, sognai che nella Luna più godereccia delle donne concupiscenti venissero a bussare alla mia porta, allietando il mio “spettro” decadente nel fiorir di orgasmi davvero succosi. Sì, una sfilza di donne, di varie proporzioni, dalle fatture (ah, c’eran anche le fattucchiere, altro che fate, mie strafatte…) più deliziose, giunsero al mio giaciglio e al mio capezzale fecero… sì che potessi gustarle in ogni “disamina” viscerale e letiziosa, suggendo alla fonte muliebre dell’esserne mai ebbro. Il mio capezzale in mezzo a quei capezzoli sprizzava di gioia nelle lor gole frizzanti in tanto mio “rizzante”, ma il godente immergermene svanì presto nel feroce, cupo inoltrarmi in una “selva oscura”. Sì, un signore mi chiamava per un appuntamento inderogabile e io mi precipitai a incontrarlo con la mia macchina sgangherata. Nello sgarrupato guidare, incrociai vari pedoni che mi alzavano il dito medio, e speravano che presto mi schiantassi. Sgarrupato esiste, è una parola di “gergo” napoletano usata per definire qualcosa di malandato, buffo e al contempo atipico… Anche se sarebbe più italianamente corretto dire scarrupato. Il vostro word vi darà errore ma abbiate fede, le vostre vite bislacche impareranno un altro temine da Io speriamo che me la cavo… Ebbene, incontrai quest’uomo che a sua volta mi volle far conoscere un altro uomo, un mezzo nano che lavorava in un parco, un parco intervallato da edifici senza tetto ammobiliati a mo’ di uffici, con tanto di segretarie scosciate che gironzolavano giocando a frisbee. Fra quelle “gatte lavoratrici”, c’erano anche dei dipendenti cani, che si dimenavano a porger loro delle battutine, nella speranza di poterle fornicare nei prati. Io stavo lì, e quei due signori sparlavano di me, cercando però in ogni modo lecito, illecito e ricattatorio di indirizzarmi alla retta via. Ah, vogliono (maledetti vogliosi…) raddrizzarmi e dire che poco prima piacevolmente drizzavo “qualcos’altro”. Io, uomo smarrito e talvolta marino, che tanto gli obblighi inutili marinai per approdare alla saggezza del sognatore più ambito dalle donne frustrate che in me vedono la panacea ai loro mali coniugali. Sono l’uomo che può “inebriarle” e condurle per lidi floridi del godimento libero dalla burocrazia degli adempimenti da coniugi. Sono un amante amato sebbene non possegga soldi per regalar loro preziosi diamanti E nel mio adamantino piacere devo districarmi dalle botte dei loro mariti cornificati al fine di non venire, sebbene molto “venga”, troppo “affinato” da pugni “smagrenti”. Sì, vogliono maciullarmi e disossarmi mentre io, “spolpante”, rendo sanguigne le voglie sane delle mogli di depressione malate… dolcificandole con brio nello “scioglimento” di pene…

Ah ah! A parte gli scherzi, ho sempre sognato di essere come Arthur Rimbaud e stare su un ramo di una quercia secolare a gettar pigne in testa ai cretini che non sanno vivere e apprezzare le cos(c)e belle, dall’alto del mio “saperla” lunga.

Finirei con una filastrocca: il menestrello è uomo di buon uc… l’, dà ai contadini il rastrello e lui tutte le rastrella, fra una brutta e una più bella, fra cotte e crude, è uomo talvolta pivello ma comunque un funzionale pi… o.Villaggio

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)