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WONDERFUL LIFE – I miracoli esistono? Anche la forza dell’amore, della poesia, dello Sturm und Drang: fate della vostra vita un masterpiece! Evviva i pazzi come Hamlet!


24 Jul

amleto gibson

Vado in giro con fare a volte da tonto, spesso semplicemente sono iracondo. Meditabondo nel mio cogito ergo sum, poche volte invero godo nel/del coito del mio ego soffocato e sofferto che, soffrendo di disistima, non quaglia molto in termini di f… a e, per l’appunto, divengo cogitabondo ma voglio regalare ai comuni mortali un po’ di tenerezza, di godibile lietezza, riempiendo la mia donna di succosa prelibatezza.

Sono un uomo caldo che ama le freddure e qui ve le elargirò con saporita squisitezza del mio prendere la vita con filosofia, con stimabile savoirfaire encomiabile, folle e, al contempo, savio di fenomenale destrezza funambolica.

Il giusto abbigliamento crea nell’occhio altrui un attraente abbagliamento. Cioè, sì, ciò è innegabile e l’abito fa il monaco se uno appare come un monco. Molta gente comunque è bigotta e miope, non usa neanche il monocolo. Insomma, è mongola.

Dopo tanti miei auto-abbattimenti e inutili lamenti, giunse il tempo del fottuto godimento. E, dopo tanti miei patetici, esistenziali tormenti, dopo che più che altro fui dai bulli tormentato, risplendetti come il Sole a mezzogiorno anche se oggi, a Bologna, impazza una fortissima tormenta. E la gente, per proteggersi dalla pioggia scrosciante, è segregata in casa, vivendo da sola la loro (non) vivente sola e forse mangiando una sogliola.

Quando voglio sono un portento ma sinceramente, ecco, debbo esservi onesto, sono soventemente solo… parecchio scontento.

Di che rallegrarsi, difatti, v’è poco e quindi non merito la patente di porco. La vita mi fu parca e, in quegli anni miei di durissima depressione da Cinema bergmaniano, non mi svagai neppure nel parco.

Non mi concessi nessuna vacanza ma la mia anima non fu mai però davvero vacante. La coltivai e di sogni arricchii, volando sulle ali della fantasia per non ammettere a me stesso di soffrire soltanto di gravissima, pressoché incurabile melanconia.

Ma la vita mia non volò del tutto via, la riafferrai al volo malgrado avessi ricevuto molti pugni in faccia, sì, in volto. Ho scritto in volto, non in volo! Hai capito? Altrimenti, a te voleranno! Ti perdono. Sarà per la prossima volta.

Dopo tantissime batoste, dopo essere stato inviso, schiaffeggiato in viso solo perché proposi generosamente il mio “bel”, pulito faccino, dopo aver ricevuto millefoglie, no, mille torte in faccia, so ancora ammirare un roseo tramonto. In quanto sono romantico e non mi arrendo al primo colpo. Al millesimo, però, sì. Grazie al c… o, ti hanno spaccato pure il setto nasale e non riesci/o più a respirare.

Strozzato dagli aguzzini, non mi darò al pugilato per guadagnare du’ lire. Non m’indebiterò con gli strozzini e non mi lascerò mai più asfissiare nel cuore dagli uomini poveri d’animo. Ché fanno tanto, per l’appunto, gli estetisti e i moralizzatori etici delle vite altrui ma andrebbero, in modo poco amorevole, bensì amorale, sol che ripuliti e puniti come dei “bravi” bambini.

Combatterò come un dannato al fine di non mollare. Anche se, come tutti, a causa del fegato amaro, qualche volta verrò afflitto da flatulenza e, reagendo male dinanzi agli attacchi più volgari della gente pusillanime e sfrontata, sarò nuovamente aggressivo e a tutti ne mollerò tante. In quanto sono un lottatore anche se in passato mi diedero solamente la patente di sfigato. Non solo addirittura di iellato, eh già, bensì pure di iettatore. Che disdetta. Che disfida di Barletta! Mangiamoci una barretta!

Ma io gusto il mio caffè bollente e macchiato caldo in un tranquillo baretto, standomene isolato. Macché! Sono adesso ben accompagnato. Giammai barai ma la mia lei è più bella di ogni sexy barista. Lei adora la schiuma del cappuccino. Amò un uomo di Bari?

Sì, meglio i cappuccini ai finti monaci e alle foche mon(a)che.

Come una saetta fui dalla beltà più suprema ancora folgorato. E, innatamente illuminato e innamorato, ora ho ancora acciuffato la venustà dolce del tempo mio perduto che, nei baci cremosi e zuccherati dati con parsimonia alla mia lei stupenda e per voi inarrivabile, rende ogni mia giornata veramente deliziosa, sfarzosa e profumata.

Lei è adorabile ed adora che io non usi nessun profumo. Affinché, nudo e crudo, le emani il mio naturale odore anche se non sempre gradisce i miei disgustosi, repentini cambiamenti d’umore. Ma è il mio intoccabile, inviolabile amore!

Come fui io da iddio creato e da madre natura partorito, in verità da mia madre e basta, rimango un uomo puro che, nonostante tempo addietro fu(i) fanatico dell’onanismo ché credetti sarebbe stato per me imperituro, cioè fui un idolatra quasi “laringoiatra” degli atti impuri, penso/ai pure al mio sopravvenente, difficile futuro anche se non sempre cammino/i con aria sicura.

Sì, il cammino sarà ancora lungo ma intanto buttiamo della legna nel camino poiché stanotte desidero che io e la mia lei verremo… scaldati alla faccia di cazzo di tutte le fighe di legno. Il mio è di marmo.

Proteggerò il mio amore con la scure e non più cadrò nell’antro, oh sì, miei bei tenebrosi, della tristezza più oscura.

Sì, spesso la vita si rivela una fregatura. Cosicché non risulta sempre gustosa come un’ottima confettura.

La vince chi la dura anche se Umberto Bossi pensò che a vincere sarebbero stati i leghisti… ché ce l’hanno duro! Salvini invece perderà le prossime erezioni, no, elezioni. Allora, per lui bisognerà comprare solo molte salviette.

Silvia ama i tortelloni con burro e salvia mentre Marlon Brando di Ultimo tango a Parigi amò soltanto il burro con la Schneider Maria. Giacomo Leopardi amò Silvia ma Silvia forse andò con uno co’ più soldi, cioè il Berlusconi Silvio di turno, sì, di quell’epoca tanto decantata quanto, come voi tutti, andata/i a puttane.

Scusate, ho scritto male. Volevo dire… come quasi tutte. Eh sì, ci sono anche le lesbiche e sono la maggioranza. Ah ah. Fidatevi, uomini di spirito. Ah ah.

Qui è tutta una ruffianata, tutta una leccata di culo per arrivare… non solo in quelle zone basse. Su questo statene sicuri. Avete sfondato! Siete dei mafiosi siculi! Andate con le lupe, usate anche la lupara!

Sì, perché tutti vogliono arrivare in alto e allora si prostituiscono, delinquono, non conoscono neppure l’italiana Lingua ma se ne sbattono… delle più sporche bassezze. Che schifezza! Insomma, diciamocela! Zucchero è un grande.

E io invece? Io sono quel che sono. Spesso non sono. In quanto Amleto e, se non la finisci di rompere i co… i, te meno! Carmelo Bene girò, non so se benissimo, Un Amleto di meno, io invece girerò la nuova versione dell’Amleto di Franco Zeffirelli. La mia lei mi ama in maniera disinteressata e gratuita. Vorrei darglielo, no, darle di più. Ma non ho i soldi per comprarle uno zaffiro. A voi ne darò quante ne vorrete. Botte a tutt’andare.

Ohibò, borbotto e do di matto! In quanto sono Mad Max come Mel Gibson, vera Arma letale di testa dura.

Morale: è uscito in Blu-ray il bellissimo Dragged Across Concrete. Acquistatelo e non rompete le palle!

Infine, ricordate: in questa vita siamo tutti impazziti. Nella prossima, non succederà. Anche perché di vita ce n’è una sola. Chi crede a dio è un povero idiota!

Dunque, godetevela fin in gola!

 

di Stefano Falotico

Da quando mi normalizzai, la mia vita divenne anormale come quella della maggior parte della gente “normale”


19 Jun

the score de niro

Da quando mi normalizzai, la mia vita divenne anormale come quella della maggior parte della gente “normale”

Partiamo subito con la freddura riscaldante l’ambiente moscio. Diamo vivacità a quest’opaco andazzo perseguito dalla gente losca.

Alcuni anni fa, in preda a fremiti rabbiosi dei più inusitati, tendenti all’Ululato da Joe Dante di me che, distrutto dall’ira, stetti per trasformarmi in un pauroso licantropo sanguinoso, composi velocissimamente un numero di telefono, interloquendo brevissimamente, in maniera lapidariamente tragicomica, con uno psichiatra che volle tagliarmi le gambe e anche qualcos’altro. Poiché volle costringermi a cure coatte atte alla castrazione farmacologica, da cui il notevolissimo calo della libido che non provoca neppure innocui atti impuri dei meno socialmente pericolosi:

– Pronto? Chi parla?

– Allora, non mi ha riconosciuto?

– Ah, è lei? Ma che cazzo vuole da me? Si tolga dal cazzo.

– Lei desiderò sbattermi… in manicomio. Per quale motivo?

– Lei era una persona troppo vivace. Andava normalizzato.

– Capisco. Ficcandomi fra i matti? Lei non è un curatore delle anime, lei è più pazzo di Ted Bundy.

– La smetta. Lei così offende la mia deontologia professionale. Io sono un dottore coi contro-coglioni!

– Lei sarà anche laureato ma non è nemmeno da scuole professionali. Ritorni all’alberghiero, anzi, continui pure a scoparsi la sua parcella, no, porcella, nell’alberghetto a cinque stalle, no, stelle.

– Come si permette? Io la denunzio!

– Ma che vuole denunciare? Io sono un libertino alla D’Annunzio. Mi faccia Il piacere!

 

Comunque, per frenare la possibile rissa, chiamarono un paciere.

Sì, un calmiere. A me, come sempre, diedero un calmante, allo psichiatra diedero un’altra zoccola affinché potesse sfogare con lei i suoi bollenti spiriti della minchia.

Calmati che entrambi fummo, andammo a cenare assieme al ristorante. Io ordinai una camomilla dopo essere arrivato alla frutta. Lui mangiò carne di maiale dopo essersi appartato in bagno con una cameriera che, fra una portata e l’altra, ne profiterole, no, ne approfittò per donargli una succosa torta di mele deliziosa, soprattutto peccaminosa.

Aveva ragione Bergman. Specializzato in malattie mentali. Il posto delle fragole docet e Sophie Marceau, dopo Il tempo delle mele, si diede solo a quello delle banane fra uno Zulawski de Le mie notti sono più belle dei vostri giorni e un Gibson di Braveheart da jus primae noctis.

Sì, io so la verità. Gibson e la Marceau consumarono L’amore balordo, mettendo le corna allo Zulawski de La Fidélité.

Di tale relazione segretissima, non sa nulla nessuno, tranne il sottoscritto. Io fui Belfagor – Il fantasma del Louvre e notai la bella francesina che, in tale museo di fame, no, fama mondiale, abbandonò mezz’ora il marito per appartarsi in bagno con Gibson. Il quale fu in Francia, all’epoca, per parlare con Monica Bellucci. Che a quei tempi fu sposata con Vincent Cassel.

Sì, Mel assegnò a Monica il ruolo di Maddalena ne La passione di Cristo. E ho detto tutto…

In questo mondo siamo tutti matti. Chi più chi meno.

Anzi, i più matti sono le persone più geniali.

Basti pensare a un mio ex compagno delle scuole medie. A.Torre…

Disse già a 12 anni che avrebbe voluto diventare un astrofisico. Sì, lo divenne.

Quasi come Stephen Hawking. Sì, conosce ogni teoria sui buchi neri. Anche femminili. Peccato che abbia orbitato, attorno a quest’ultimi, soltanto di missile vuoto nel loro spazio…

Ah, quante fantasie…

Più sei un genio matematico e più impazzisci o diventi schizofrenico. Basti pensare ad Anthony Hopkins di Proof.

Inoltre, basti pensare che l’amore è cieco. Ne Il mandolino del Capitano Corelli, a proposito di John Madden e di Shakespeare in Love, cioè il sottoscritto, Penélope Cruz perse la testa per Nic Cage.

Quando invece ebbe di fronte Christian Bale al massimo del figo.

Valle a capire le donne. Desiderano i bei tenebrosi come Batman e poi scopano invece Ghost Rider.

Anche gli uomini, comunque, non scherzano.

Basti pensare allo stesso Nicolas Cage. Stette con Patricia Arquette ma la tradì con molte pornostar americane.

Come faccio a saperlo? So tutto delle vostre vite. Siete voi che non sapete un cazzo della mia. Infatti, appena m’innamorai, voleste castrarmi. Secondo me, voi e lo psichiatra sopra da me menzionatovi, siete da TSO immediato. Comunque, ora ficco… nel lettore dvd un film di Woody Allen poiché, come Woody, sono autoironico.

Sì, fui Al Pacino di Scent of a Woman con l’unica differenza che lui, in questo film, fu cieco.

Mentre foste voi (i) ciechi a non capire che non sono né Al Pacino né Woody Allen. D’altronde, che cazzo potevo aspettarmi dall’umanità? No, non ho ancora capito come si sta al mondo. Non è vero che, invecchiando, si migliora come il buon vino. Luciano Ligabue cantò Marlon Brando è sempre lui… tanti, tanti anni fa. Adesso invece canta per leccare il culo agli uomini e alle donne frustrate. Insomma, l’ultima interpretazione di Brando fu in The Score. Edward Norton, in tale pellicola, fu assolutamente convinto di aver fottuto l’erede di Brando, vale a dire Bob De Niro. Mentre, in Rounders, John Malkovich provò a fottere Ed. Peccato che incrociò Will Hunting.

Sì, devo darvi ragione. Sono un ritardato poco dotato.

Ah sì, la gente ipocrita ti urla: – Io ho la dignità. Mi faccio il culo!

 

Sì, sa solo nascondersi dietro il “lavoro”, dato che può fare solamente questo… A parte gli scherzi, come farò a pagarmi le bollette? Rapinerò lo scettro dorato che sta a Montreal. Ah ah.

Sì, sono anche Clint Eastwood di The Mule. Se non mi andrà bene, farò lo/il gigolò di lusso…

Intanto, è uscito finalmente il trailer ucraino (!) di War with Grandpa!

di Stefano Falotico

15 Giugno 2020: riaprono i cinema, esce il mio nuovo libro intitolato Speculare ipnosi, si riapre la vita all’amore di gran voce da maestoso furore


15 Jun

minnelli new yorkking kong bridges lange

Martin Scorsese disse a proposito dei film. Così tanto bistrattati dagli uomini in doppiopetto oramai spentisi nei sogni, dagli umori annuvolatisi e non più, nei loro animi, calorosi di vita armonicamente romantica:

They take us to other places, they open doors and minds. Movies are the memories of our life time, we need to keep them alive. Movies touch our hearts and awaken our vision, and change the way we see things

Non conoscete l’inglese? Devo tradurvi questo pezzo per voi. Forza, datevi una mossa. Usate Google Traduttore. Ah, manco questo sapete usare. Allora, lo traduco io per voi. Il grande Lebowski, in confronto a voi, esseri impigritisi nelle stronzate e nella noia più apatica, è John Rambo. Lo sapete almeno questo?

Orbene!

Essi ci conducono in altri posti (o luoghi), aprono le porte e le menti. I film sono le memorie della nostra vita, noi dobbiamo prodigarci al fine che sopravvivano. I film toccano i nostri cuori e risvegliano la nostra visione. E cambiano il modo in cui vediamo le cose…

 

Ebbene, amici, eccoci giunti a inizio settimana ed è partita la fase 3 della quarantena oramai quasi completamente superata.

Ci angosciammo e, sepolti vivi, tememmo per le nostre vite che rischiarono per sempre d’annerirsi e infrangersi, nelle tenebre eternamente schiantandosi.

Be’, debbo ammettere che per il sottoscritto fu un fine settimana assai bollente. Poiché, ancora una volta, incontrai la mia lei. E, al calar della sera, io e lei ovviamente c’amammo infinitamente, abbattendo tante streghe nere che forse non vedono di buon occhio questo nostro amore lindissimo e incorrotto.

Ah, ci facessero pure tutti i malocchi che vogliono. Non potranno mai accecare il nostro amore, spargendoci addosso fatture e cinismo senza un briciolo di cuore.

Cosicché, inviai anche i file, già pronti per la pubblicazione in ogni formato possibile e immaginabile, del mio nuovo libro.

Già acquisatbile in Kindle-Amazon e in eBook. https://www.youcanprint.it/fiction-erotico/speculare-ipnosi-9788831680578.html

Vi piace di più Scorsese? Nessun problema: https://www.ibs.it/martin-scorsese-strada-dei-sogni-libro-stefano-falotico/e/9788891130976

Ma vi consiglio altresì vivamente questo Speculare ipnosi. Che sarà presto in cartaceo. Costruito ingegnosamente attorno e dentro la bellezza mastodontica di una donna stupenda.

Oserei dire la donna più bella del mondo. Che naturalmente sta con me.

Un libro intarsiato in reciproche, intime confidenze assai amabili, eh sì, vicendevolmente svelateci in questi mesi di corteggiamento tanto sfiancante quanto stupefacente.

Gelosie a non finire si susseguirono interminabilmente e io dimagrii almeno venti chili.

Con Instagram e quant’altro a mettersi di mezzo di sospetti infondati ma finalmente il nostro romanzo è pronto e immantinente sarà disponibile anche in audiolibro suadente.

Anticipazione di mia recitazione splendente!

Sì, qui lo potete “vedere”, già ascoltandolo. Respirandolo nell’auscultare le nostre emozioni compenetrate, selvagge e rinomate.

Un libro eroico-erotico alla Falotico, certamente, ma finemente assai elegante e strepitosamente conturbante!

Siete gelosi? Noi siamo di noi stessi soltanto golosi, oh, haters pusillanimi e invidiosi.

Ora, stamattina ordinai la ristampa anche del mio La leggenda di King Kong. M’accorsi, tardivamente, di un errore piuttosto lampante situato esattamente all’inizio di tale mio romanzo rinomato. Quando affermai che il libro suddetto è una reinterpretazione letteraria del capolavoro cinematografico del ‘33.

Ah, per quale motivo scrissi erroneamente… del 1993? Ah, correggiamo subito il Kindle, l’ePub e rimandiamo il testo di errata corrige dopo il lapsus freudiano del cazzo.

Ah, qui si vocifera, si spettegola, la gente si dà un gran da fare a sputtanare il prossimo, raccontando falsità.

Di mio, passeggio con aria indisturbata e savoirfaire da Bob De Niro di Taxi Driver misto al DiCaprio di Marvin’s Room.

Anche se, a essere sinceri, attualmente assomiglio al Bob di New York, New York e al Leo di Titanic.

Bob rimane il mio attore preferito ma anche Ryan Gosling non scherza.

Cari tromboni, dovreste finirla di volermi trombare.

La trombetta si mette in bocca così come sostenne il principe Antonio in Totò a colori.

Dai, Martin! Giriamo questo Killers of the Flower Moon? O no?

 

di Stefano Falotico

I più bei film romantici di sempre: ovviamente, sono per l’appunto solo dei film, mentre il più grande “film” del mondo è il nostro amore infinito che ha distrutto tutti i pregiudizi


13 Jun

femme fatale de palma

https://drive.google.com/file/d/15h0dMfu2wJ4-RB3lKEEdbjqhFT-yv-IK/view?usp=sharing

Ora, iniziamo con la prefazione semi-goliardica su freddura da Falò d’ordinanza. Puntuale, impeccabile, diciamo (im)prevedibile, sostanzialmente “inconcepibile” e impagabile, oserei dire ineccepibile, dunque di sinonimo, diciamo pure inappuntabile.

Molta gente pensa che, dopo tanti miei durissimi travagli esistenziali, dopo essermi arenato anzitempo e dunque dai miei coetanei soventemente inchiappettato notte e dì, a ogni ora e secondo delle mie uscite da Joker nel loro mondo da nerd, io covi atroci, recondite voglie vendicative assai patetiche e capricciose.

Sì, molti cretini, i quali ragionano col culo, sono fortissimamente convinti che, dalle sedate e poi rinate profondità del mio animo in passato sprofondato, riemergano or allarmisticamente dei segnali di preoccupante desiderio di revenge.

Ma smettiamola. Non siamo in Kill Bill.

Io non sono Russell Crowe/Massimo Decimo Meridio de Il gladiatore e neppure quello che scoperchiò tutte le verità nascoste dagli ipocriti à la Russell di Insider.

La mia attuale lei è decisamente più figa di Jennifer Connelly di A Beautiful Mind.

Ah ah.

Per molto tempo, va detto, mi coglionai da solo, diventando Nicolas Cage de Il genio della truffa. Il mio “miglior” amico si rivelò uno stronzo impari e alla fine, a mo’ di Sam Rockwell di Confessioni di una mente pericolosa, assolutamente convinto che io fossi Paul Walter Hauser di Richard Jewell, prima che quest’ultimo giustamente venisse scagionato totalmente da ogni falsissima accusa scabrosa, cazzo, rimediò una figura da white trash alla Rockwell di Tre manifesti a Ebbing, Missouri.

Devo esservi sincero, il mio ex amico mi considerò un malato di mente. Ah, molto intelligente costui. Se davvero io fossi stato matto, perché mai lui uscì con me per tantissimi anni?

Sì, direi che la parte di Jeff Daniels di Scemo & più scemo gli calza a pennello. Anche quella di Jeff Daniels di Debito di sangue.

Ah ah. E siamo giù alla seconda freddura devastante.

Di mio, sono Jim Carrey di Bugiardo bugiardo, di Yes Man, di The Truman Show e di A Christmas Carol.

Piaciuta la terza freddura?

Ah no? Ah, ma allora insistete, cristo!

Perché mi gridate che dovrei togliermi la maschera? Ok, la tolgo subito. Leviamoci The Mask dalle palle e pure Cameron Diaz. Da anni non gira una minchia ma, secondo me, se ne gira più di quando era al top della topa.

Siamo onesti, non cazzeggiamo, alla Cameron dei bei tempi avrei certamente offerto la mia faccia da culo, no, da lupo.

Ma io sono, invero, Nic Cage di Con Air e anche di Cuore selvaggio.

Quarta freddura. Quinta? Non lo so.

Nic Cage è da sempre fissato con Elvis Presley. Sposò pure sua figlia, Lisa Marie. Mentre Tim Burton scopò sempre Lisa Marie.

Allora, non facciamo del casino! Di quale cazzo di Marie stiamo parlando? Di quella di Mars Attacks!?

Oppure della semi-diseredata figlia, per l’appunto, del re del rock?

Allora, per evitare confusione, scegliamo Sarah Jessica Parker di Mi gioco la moglie… a Las Vegas?

Demi Moore di Proposta indecente o Elisabeth Shue di Via da Las Vegas?

Guardate, a scanso di equivoci, optiamo per Laura Dern. Quale? Quella di Wild at Heart?

No, quella di Twin Peaks: Il ritorno.

Invece, al Kyle MacLachlan/agente Cooper, scegliamo Matthew McConaughey di Killer Joe o d’Interstellar?

Ah, certo è che gli sceneggiatori di Hollywood hanno proprio poca fantasia. Sempre con questo cazzo di cognome Cooper.

Di mio, preferisco il protagonista di Mezzogiorno di fuoco.

Comunque, con Elizabeth Berkley di Showgirls io passerei ancora delle mezzanotti di acqua… e basta.

Ma quale Cooper e uomo cupo! Io, al massimo, sono Cary Grant di Un amore splendido ma non sono affatto un puttaniere come l’interprete principale di Love Affair.

Non sono neanche Eric Draven/Brandon Lee de Il corvo.

Non sono mica morto, eh? Anzi, il mio uccello va alla grandissima. Un “volatile” che volteggia nella notte da vero pipistrello come in un piano sequenza spettacolare di Alex Proyas. Sì, quello di Dark City. Ah ah.

Pare che Jennifer Connelly abbia scopato pure Rufus Sewell. L’unico che non ha scopato è Robert De Niro. Grazie al cazzo. Avrebbero denunciato Bob per aver violentato la minorenne Deborah di C’era una volta in America. Elizabeth McGovern, dopo lo stupro da Bob/Noodles orribilmente perpetratole e praticatole in macchina, avrebbe potuto sbatterlo in carcere come in Cape Fear. Ma s’innamorò, si fa per dire, di uno più corrotto di Nick Nolte…

James Woods! Quello che ci dava e ci dà di Cocaina…

Ora, lasciate stare i drogati. Non volete mica finire come James Woods di Casinò? Lasciate pure perdere Sharon Stone di Basic Instinct. Lasciate soprattutto perdere… Joe Pesci, anche di The Irishman. Lasciate forse pure perdere Carey Mulligan di Drive. Potreste innamorarvene alla follia, poi tornerà suo marito e voi diventerete il suo miglior amico. Ammazzeranno il vostro miglior amico e potreste vendicarvi come ne Il mucchio selvaggio. Dai, suvvia. Queste cose accadono solamente nei film. Nella vita reale, se ti vendichi in maniera violenta, ti sbattono in galera? No, in manicomio giudiziario. Ah, roba da matti! Amate invece una storia d’amore abissale. Che è già stata minuziosamente, straordinariamente narrata in un libro coming soon.

Vi piace la copertina? E invece la locandiera? No, volevo dire la locandina. È bellissima, è magnifica. Anche io lo sono. Se siete arrabbiati e volete fottermi, su Iris stasera ridanno il film Femme Fatale di De Palma. Ma per chi mi avevate preso? Per Black Dahlia? Basta con le puttanate. Sono molto più bello di Josh Hartnett. Anche assai meno ricco, però.

Sono però più giovane di Antonio Banderas.

Io e la mia lei, oltre che fantastici, siamo entrambi poco autoerotici ma molto autoironici.

Sappiamo prenderci per il culo sino allo sfinimento.

La adoro! La venero! La sbatto anche in cover. E lei mi sbatte tutto in faccia. Sì, questo è amarsi. Trovarsi, ingelosirsi, arrabbiarsi, vivere con intensità ogni emozione.

Se non vi piace, se non ce la fate, passerete tutta la vita a farvi i film. Solo quelli.

E sapete perché? Non valete un cazzo.
di Stefano Falotico

speculareipnosicop

A prescindere dai mostri sacri conclamati, da me amatissimi, RYAN GOSLING è il mio attore preferito, un grandissimo. Leggermente, però, inferiore a me, ah ah


08 Jun

Ryan+Gosling+22nd+Annual+Hollywood+Film+Awards+8YFu9N1oBCal ryan gosling

Ecco, da qualche mese a questa parte, sono grandiosamente impazzito per una donna.

Diciamo che, prima di ciò, fui pazzo e basta. Non amando neppure me stesso.

Sì, esistono invece pazzi che gli altri non amano bensì si amano alla follia. Cioè, il novanta per cento delle persone. Persone solipsiste, autocentrate, in una parola degli uomini svantaggiati e poco equilibrati.

Avete mai conosciuto, per esempio, un uomo o una donna che si prendano per il culo da soli?

Di solito, la gente è troppo seriosa, permalosa e non è per niente autoironica. Io mi salvai grazie alla mia straordinaria capacità di sdrammatizzare sulle mie immani sfighe in modo falotico. Riuscii a cavarmela per molto tempo anche in virtù del piacere autoerotico.

Che virtuoso…

Adesso, il nostro amore è stato conclamato, oserei dire acclarato, pressoché ufficializzato con tanto di mio video su YouTube pubblicato.

Nei mesi futuri, anzi, negli anni a venire, diverrà ancora più avveniristico. Mi auguro che questa magnifica storia d’amore stupefacente, oserei dire sbalorditiva, a metà strada fra la migliore science fiction, la dolcezza tra Harrison Ford e Sean Young di Blade Runner e la più inimmaginabile nostra bellezza senza limiti, continui, anzi prosegui (sì, proseguire è un verbo figo) a lungo con godibilissima letizia e caldissima lietezza.

Fra me e la mia lei strafiga bellissima (sì, lo è, pure io sono bello, quindi non cazzeggiate d’invidie), mi auguro che tale rarissimo sentimento perduri sensibilmente in maniera imperitura, altresì sperando vivamente che sia, sì, estremamente duraturo, sì, scorrevole e durevole come il mio membro fra le sue gambe friabili quando, dopo una mia trascorsa (r)esistenza durissima, m’intenerisco in maniera sciogliente eppur sempre tenendo assai duro infinitamente…

È emozionante essere innamorati, a vicenda non si aprono soltanto le gambe, In fallo, no, infatti… l’amore apre anche la mente in modo intrepido e roboante.

Sì, a parte gli schizzi, no, gli scherzi e le eccitazioni, no, qualche esagerazione, io e lei ci amiamo davvero, non vi sto raccontando stronzate. Lo facciamo sino all’alba e, dopo tante mie eiac… i, facciamo pure assieme colazione.

Da quando conosco questa donna meravigliosa, peraltro, i miei occhi sono cambiati improvvisamente in maniera deliziosa. Godo della vita in modo armonioso.

Il mio sguardo, per l’appunto, da incazzato duro in lotta perennemente col mondo, in modo repentinamente cangevole, è mutato in un’espressione adorabile, oserei dire angelica(ta).

A mio avviso, lei è molto più bella di Rachel McAdams de Le pagine della nostra vita. Mentre, secondo lei, io sono più figo di Colin Farrell della seconda stagione di True Detective.

Io le dico che esagera… anzi, le dico che possiede una venustà esagerata.

Per quanto io, come più volte ampiamente dettovi e confessatovi, patii un tremendo calvario in passato, a differenza di Colin/Ray Velcoro, non ho ancora però un figlio “handicappato”, forse soltanto bullizzato e non sono divorziato.

Non mi ubriaco, non mi drogo, qualche volta fumo e scopo. Soltanto con lei. Posso giurarvi su Cristo in croce che ci sbronziamo soltanto di amplessi e coccole mentre il materasso ondeggia sostenuto da ottime, resistenti doghe. A volte lei si bagna a dismisura, una diga… ma non si alla(r)ga più del dovuto.

Ci vuole classe ed eleganza anche nei momenti più orgasmici.

Io l’amo con enorme delicatezza, non peccando però affatto in quanto a forte potenza. Altrettanto, lei mi ama con opportuno calore e dolce irruenza. Dio mio, che ritmo allegro vivo, musicale, fatto di morbidezza alternata a gioiosa freschezza e tosta durezza, ah, quante tenerezze.

Comunque, trascurando tutti i segni e i lividi, i succhiotti e gli ematomi che, dopo ogni volta che facciamo all’amore, devo celare, cicatrizzandoli con improvvisati tatuaggi più grossi di quelli “indossati” da Ryan Gosling in Come un tuono, lei riuscì a sanarmi da ogni ferita imbarazzante.

L’amore induce a durezze entusiasmanti, diventi/a rizzante, l’amore provoca magica ebrezza frizzante.
Ebbrezza, invece, se dopo averlo consumato, assieme a lei bevi più di un bicchierino alcolizzante.

Io la provoco di brutto, lei è innatamente provocante. Insomma, un amore effervescente, oserei dire spumeggiante.

Se voi considerate sporcizia o schifezza questa cosa naturalissima, siete più perversi e matti di Anthony Hopkins de Il caso Thomas Crawford. Inutile che proviate a fottermi, prima o poi v’inculo. Statene duri, no, sicuri.

Ora, tale nostra fantastica, realissima e nient’affatto fantascientifica love story incredibile, diciamo pure mirabolante ed eccezionale, non preventivai nella maniera più assoluta.

L’altra sera, arrivò una bolletta da pagare più costosa delle spese di un preventivo del cazzo. Devo tirare per un po’ la cinghia. Ma no! Ancora castità? Ma che minchia vogliono questi esattori dei miei coglioni?

Basta con le vite strozzate! Comunque, grazie alla mia lei, il mio girovita è migliorato. Devo stare attento, però, a non dimagrire troppo. Altrimenti, non si vedrà neanche più un cazzo. Basta, mi sono scottato. Non voglio pagare il gas. Basta pure con le prese per i fornelli, no, volevo dire fondelli.

Scusate, con lei rividi la luce, sto stupendamente con lei vivendo una nuova era illuminante. Perché mai dunque quelli dell’Hera vogliono spegnere e bruciare questo nostro sogno che si riaccende soprattutto al calare del tramonto, anche di nostro qualcos’altro… che lentamente fa sì che io e lei tramutiamo in un nostro rosso colare entusiasmante?

Siamo rimasti in mutande entrambi o vogliono impedirci che io sia per lei focosissimo come Wolverine, il rei mutanti? Ma vaffanculo! Debbo difendere con le unghie e con gli artigli questo mio infuocato amore che, al plenilunio, mi rende un licantropo.

Sì, Ryan Gosling sarà il prossimo The Wolf Man.

Ora, dopo quest’introduzione, lasciando stare invece le vostre penetrazioni, no, prefazioni in quanto sono cazzi vostri e non me ne può fregare di meno, arriviamo, veniamo… al dunque. Al sodo, vale a dire a Ryan. Un grande attore spesso impiegato in parti da duro. Insomma, mica un cazzone qualsiasi soggiogato in una misera, frust(r)ata vita da impiegatino alienato. Anzi, ancora no. Scusate solo un attimo. Breve spazio poetico di contemplazione:

sono un uomo che, dopo mille delusioni, ritrovò spaventosamente il suo candore e, perdonando gli uomini senza più calore, malgrado tutto, ride ancora, donando a quest’umanità, svilita nel suo primigenio lindore, gioia e vigore. Colorandola di dolce sapore.

Andiamo avanti. Debbo ammettere che Ryan non mi piacque subito. La mia lei, invece, sì. Si chiama colpo di fulmine. Fenomeno che scattò, peraltro, quando Ryan vide Eva Mendes e qualcosa, fra le sue gambe, all’improvviso esplose. Grazie al cazzo. Eva è bona come il pe… e, sì, il pane. Perché pensate sempre male? Pensate, semmai, alla giusta, sana malizia e godrete di più squisita liquirizia. Finitela con la sentimentale aridità, la pigrizia e l’avarizia. Gustatevi la vita come se fosse una buonissima pizza. A me piace anche molto Joaquin Phoenix. E, in The Believer, recitò sua sorella di nome Summer. Purtroppo, Summer è morta e forse non fu un’attrice indimenticabile. Joker è un film memorabile quasi quanto il fondoschiena dell’ex pornoattrice Lauren Phoenix. La gente maligna la dovrebbe finire di credere che io sia un ragazzo disturbato come Gosling in Formula per un delitto o semi-psicotico come in Stay. Altrimenti, farò scoppiare uno scandalo come ne Le idi di marzo. Quando voglio, sono più affascinante di George Clooney. Ce la vogliamo dire? Clooney non è uno sciupafemmine. Perlomeno, lo fu ma ora è felicemente sposato. M’immagino però sua moglie quando lei e George fanno sesso.

Lei penserà questo:

– Sto facendo l’amore con l’ex uomo più desiderato del mondo. Boh, forse sarò invecchiata. George non è più quello di una volta.

 

Dopo questa freddura e super battuta che stende una persona in un nanosecondo più di un pugno ricevuto da Gosling di Drive, passiamo alla prossima…

La moglie di George pensa anche questo:

Solo dio perdona, caro George. Prova a tradirmi e ti fotterò.

 

Andiamo avanti… Ma sì, alla fine sono un romantico mai visto. Roba che il Ryan di Blue Valentine è un dilettante. Non ho ancora figli ma comprendo benissimo il dolore provato da Ryan in First Man. Che è un grande film. Non è un film sul primo uomo arrivato sulla luna, bensì un film introspettivo sul viaggio interiore compiuto da un uomo per sublimare il trauma devastante arrecatogli dalla perdita incolmabile. Si diede una missione per non impazzire. Ora, inserisco qui una sfilza di commenti poco carini che, sotto il mio post su Facebook riguardante Ryan, molti pseudo cinefili scrissero. Un campionario di banalità “mono espressive” e assai superficiali. Sì, Ryan è un grandissimo. Non è vero che sia imbambolato, non ha affatto il cosiddetto sguardo Valium. Si chiama recitazione rarefatta. Ryan tiene tutto dentro, appare assai taciturno, sembra quasi autistico. Poi, gli piglia benissimo e sfodera una grinta che non avresti mai potuto immaginare. A prima vista, sembra in effetti un cretino. Invece, è proprio un bel volpino. Detto ciò, con tutta la stima e l’ammirazione a me riservatagli, va onestamente ammesso che io sono più bello e più bravo di lui. E ho una faccia da culo che spinge decisamente di più. La gente è cattiva. Se t’innamori, ti dice: sono felice per te ma sappi che, col tempo, la passione diventa routine.

Per voi, forse. Poi, non capisco quegli uomini che dicono questo: sono sposato da trent’anni ma non sono più innamorato della mia lei.

E io rispondo loro: – Allora, ti fai le seghe su Eva Mendes oppure la tua vita è andata a puttane?

 

Sì, molte persone hanno veramente rotto il cazzo. Si fottano.

 

di Stefano Falotico

 

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Alla fine… se dovessi schizofrenicamente identificarmi in una rockstar, tra Freddie Mercury, John Lennon, Mick Jagger, Kurt Cobain, Jim Morrison, Bruce Springsteen e David Bowie, sceglierei sempre Elvis


19 May

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Elvis è il più grande, il più grande di tutti.

Ma voglio qui ironizzare. C’è poco da ridere e la situazione mia attuale non è, come si suol dire, certamente delle più eccitanti

In maniera oserei dire lapidaria e radicale, tanto simpaticamente mitica quanto eremitica, voglio qui stigmatizzare, di aforisma alla maudit testé coniato da irrimediabile testone spesso immalinconito o forse solo da irrecuperabile coglione inaudito, un triste pensiero che, in tali ore angosciose, a loro modo anche straordinariamente, pazzescamente armoniose, dilaniò la mia mente, aprendola a un colpo di genio magnifico e suadente. Diciamo vigoroso:

la frivola socialità è un compromesso meschino con la mediocre avidità, le preferisco la mia folle lucidità.

Asserito ciò, in totale orgoglio di me rinnovatosi dopo un imperituro, oserei dire infinito e sterminato tempo immemorabile di e da me stesso addirittura dimenticato, in quanto oggi sono rinato, direi di passare a qualcosa d’introduttivo e ficcante-piccante per prenderla un po’ a ridere in maniera strafottente.

Un tempo, esistette Telemontecarlo. Poi, dopo vari passaggi di proprietà, non so se legali (sarebbe da chiedere a Enrico Mentana), essa divenne l’attuale LA7.

Una tv locale divenuta nazional-popolare.

Ora, io vado matto per le gambe di Tiziana Panella, da anni. Sin da quando presentò, su sgabello da Alba Parietti di Galagoal, il mattutino “approfondimento” chiamato Coffee break.

Sì, fra un suo accavallamento e l’altro, dovetti fumare molte sigarette per rilassarmi e per acquietare la mia tendenza a dare in escandescenza di “tiramento” turgidamente incandescente poiché, in quegli attimi poco acquiescenti, bensì al cardiopalma ed effervescenti, contemplanti la sua Sharon Stone di Basic Instinct assai arrapante, Tiziana m’indusse a uno sguardo terribilmente voyeuristico e stetti io dunque per bruciarmi senza mutande, zuccherando ogni amarezza con mia schiuma da cappuccino rovente.

Ah, come ammirai, mirai le sue cosce vellutatamente inguainate in collant attizzanti su tacchi a spillo esaltanti! Sinceramente, tantissime me ne tirai, stravaccato sul mio divano da uomo che non se la tirò per niente.

Le sue cosce però, rispetto a qualche mese fa, sono meno parsimoniosamente esibite in maniera platealmente provocante. Anzi, da quando iniziò la quarantena del Covid-19, Tiziana fu persino più castigata per colpa del fallo, no, del fatto che utilizzò la “mascherina” per soffocare le sue vertiginose minigonne su pose sue scoscianti, indossando tailleur castigati poco degni di nota ma soprattutto di notti amanti… del mio L’ululato di Joe Dante o della mia mitica trasformazione da miglior amico del timido Griffin Dunne di Fuori orario, tramutatosi spaventosamente in Un lupo mannaro…?

Ah, che belle filastrocche, che gran gnocca e il mio… andò tutto fumante e filante.

Che prosa, che poesia rosata nel rimembrare quel tempo a me così arrossante e riscaldante. Onestamente, imbarazzante. Sì, fui uno che dinanzi a una donna, eh già, spesso arrossì e poco lo arrossò.

Di Tiziana, malgrado lei mi conduca (eh sì, è una conduttrice, ah ah) a stati di coscia, no, a stacchi di sue cosce, no, a stadi di coscienza anelanti la sua rosa cosa su mio far “brillante” stimolante il prepuzio roseo presto ardente, non so se di fellatio pure al dente, odio la sua voce disgustosamente roca e un po’ cavernosa. Quasi da donna deficiente. Odiosa!

Ah, comunque è venerabile ugualmente e io venero anche i miei corpi cavernosi stupefacenti.

Credo pure che sia una donna che usò più precauzioni della quarantena profilattica. No, non fu portatrice di malattie veneree piuttosto pericolose.

Uso il passato remoto poiché, oggi come oggi, Tiziana è sposata. Perciò, se non tradisce suo marito, penso proprio che solo suo marito glielo usi in modo penetrante e sanamente focoso.

Disprezzo però la sua falsità di donna fintamente posata, troppo compassata. Schierata palesemente nella Sinistra moderata quando invero dovrebbe darsi, per l’appunto, al Centro più accondiscendente e più pene-volente, no, benevolente di maggiore darvi dentro da ex proletaria incazzata, poi emancipatasi ambiziosamente per fare la bella figa di legno, sì, altolocata.

Ora che c’entra questa mia introduzione, non del mio coso fra le sue cosce anche nei giorni in cui ha le sue cose, con le rockstar?

Ecco, io sono pressoché platonicamente (mica tanto, ah ah) infatuato di tutte le donne che portano il nome Tiziana. Il nome Tiziana m’infuoca a prescindere… Anzi, tutto a salire.

Di falli, no, difatti, il mio primo, indimenticato amore d’età puberale si chiamò Tiziana. Mia ex compagna delle scuole medie. Si chiama ancora Tiziana. Mica è morta, cazzo.

Sì, col mio migliore compagno di b(r)anco delle scuole elementari è ora maritata.

Oddio, quanto sono sfigato! Ah ah. Un toccato!

Come si suol dire, il primo amore non si scorda mai.

Per lei avrei fatto follie. Ne fui così innamorato in modo romanticamente struggente, cazzo, che assurdamente nutrii nei suoi riguardi solo altissimi e delicati, oserei dire angelici pensieri poetici dei più elevati.

Sì, pur desiderandola da morire, anzi, a sangue, che io mi ricordi, su di lei non me ne sparai nessuna. Dunque, nonostante non me la feci, lei fece sì invece che io m’innalzassi spiritualmente, magnificandola e assolutamente non ficcandola.

Ma ne fissai, anzi, ne venni crocifisso.

Eh già, mi auto-castrai, beatificandola oltre ogni dire, fu tutto un mio ardere per lei senza mai elevarlo e, onestamente, ardentemente metterglielo lì in modo sano.

Oddio mio, che santo!

Sì, mi masturbai solamente di penose seghe mentali dolorose. Lei non mi diede mai modo di credere che non desiderasse da me qualcosa di più gioioso, forse grosso e caloroso ma, per timidezza, non ebbi mai il coraggio di farmi avanti. Cosicché, non me la fottei neanche da dietro. Anzi, lo presi in culo per intero.

Ma chi se ne fotte!

Ora, quando si è innamorati, si può diventare dei frustrati incommensurabili se, non contraccambiati in tale sentimento lirico, si sublima il tutto in maniera pateticamente onirica. Se invece si è ripagati, pur non nessuna pagando, sentimentalmente e sessualmente, si potrebbe finire, eh già, frustati. Se la vostra lei, infatti, è o si rivelasse un’amante del sadomaso più violento.

Di mio, con Tiziana fui sadomasochistico, poco machista e nient’affatto fancazzista in senso masturbatorio. Per lei giammai venni, bensì l’incarnazione di Johann Wolfgang von Goethe, per l’appunto, lacrimosamente e straziato divenni.

Col passare degli anni e del mio puntuale riceverlo dal gentil sesso solo nell’ano, dal Goethe de I dolori del giovane Werther, passai al suo protagonista di Faust. Non vendetti l’anima al diavolo ma trasfigurai Tiziana in Cybill Shepherd di Taxi Driver.

Per dirla alla Travis Bickle, mi orgasmizzai. Patendo pene. Sì, solo dell’inferno. Al che, approfondii tutta la Divina Commedia di Dante Alighieri.

A un certo punto, per contenere il dolore provocatomi dalle carenze affettive, anzi, per assenza di dolci carezze, scordai ogni voglia matta per quel seno, no, in quel senso, giacché per molto tempo neppure mi divenne rizzo. A Jessica Rizzo, comunque, preferii rizzarlo per quelle meno ricce.

Mi ammalai, paradossalmente, di manie ritualistiche da sofista senza una donna nel sofà a mo’ compensativo del vuoto dovuto al non riempirla come dio comanda e sa.

Al che, sia Matt Dillon di di Rusty il selvaggio che de La casa di Jack, autodefinitosi Mr. Sophistication, mi fecero un baffo. Christian Bale di American Psycho, invece, amante di Phil Collins, l’avrei sbattuto al muro in men che non si dica. Altro che Bateman redentosi in Batman. Avrei tagliato subito il suo pipistrello e il suo psicopatico irredento.

Non fui misogino ma abbastanza misantropo… sì. Anche molto topo senza topa. Rimediai, mettendoci delle toppe. Sì, qualche volta spaccai i pantaloni senza volerlo pur assai volendola in modo tremendo.

I miei amici credettero che fossi invece Matt Dillon di In & Out.

Segui appassionatamente tutte le notti degli Oscar e spesso ballai da solo davanti allo specchio, indossando alla pari di Kevin Kline, eh già, un giubbotto di pelle nera da Village People.

E dire che scoprii di essere Mark Wahlberg di Boogie Nights, ex modello per Calvin Klein.

Al che, dopo non averne viste manco per il cazzo, rividi Cruising con Al Pacino e compresi di non essere né omosessuale né omofobo.

Neanche un serial killer come Buffalo Bill de Il silenzio degli innocenti. Uno che mi stette sempre sul cazzo. Per quanto ne sappia, comunque, Jodie Foster stette sul cazzo solo di Russell Crowe. Jodie è lesbica ma pare che, con Russell, Jodie non abbia finto alla maniera di Meg Ryan di Harry ti presento Sally. Peraltro, dopo la separazione da Dennis Quaid, Meg Ryan non finse per nulla. Sempre con Russell, famoso sciupafemmine toro, no, Il gladiatore.

Jodie Foster invece, a tutt’oggi, non si sa che cazzo voglia. Ah, lei, la bambina dello spot Coppertone.

Come disse Michael Madsen de Le iene (Reservoir Dogs) a Mr. White:

Continuerai ad abbaiare a lungo, cagnolino, o comincerai a mordere?

Sì, Harvey Keitel, in Taxi Driver, la traumatizzò.

Ne Il silenzio degli innocenti, Jodie ebbe la sua vendetta. Ma non fu un film di Tarantino con Uma Thurman nei panni della sposa. Né il finale dii Kill Bill vol. 1. Ah ah. Ecco…

In Sotto accusa, Jodie fu stuprata.

Sia per Sotto accusa che per ll silenzio degli innocenti, vinse l’Oscar. Non lo vinse per due ani, no, per due consecutivi anni ma poco vi mancò.

A seguire, vi ecciterò… no, vi citerò invece un attore che vinse l’Academy Award per due volte di seguito.

Sì, prima di arrivare… bisogna farsi il culo. Ah ah.

Al che, distrutta psicologicamente, divenne muta come in Nell. Poi, da femminista cazzuta, si sfogò ne Il buio dell’anima, pigliandosela contro ogni cazzone non rispettoso delle purezze virginali da The Dangerous Lives of Altar Boys.

Cadendo però in una forte depressione peggiore di Mr. Beaver. Cazzo, dire che un tempo persino un figlio di puttana come Mel Gibson, un ipocrita più baro di Maverick, riuscì a farle credere di essere Monica Bellucci de La passione di Cristo.

Ora, Monica Bellucci è sempre molto bella. Anche ancora molto scema. Come attrice “pura”, non è buona ma fa veramente schifo, sì, non vale una beneamata minchia. Diciamo che induce ad atti impuri, essendo solamente bona.

Jodie invece è bella e molto intelligente. Così intelligente da risultare antipatica. Ma non importa.

È fermamente convinta delle sue posizioni dure…

Tanto, anche se a un uomo duro risultasse simpatica, tralasciando Russell Crowe, lei non gli sarebbe empatica.

Eccoci dunque arrivati a Kurt Cobain, maestro dell’empatia e al contempo dell’agonia, dell’apatia, della malinconia e di tutte le vite talmente senzienti da essere precocemente volate via.

Celeberrima è la sua lettera. Cioè, da Kurt scritta pochi attimi prima di farla finita.

Riproponiamola:

«A Boddah.

Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un po’ vissuto che preferirebbe essere un bimbo lamentoso. Questa lettera dovrebbe essere abbastanza semplice da capire. Tutti gli avvertimenti della scuola base del punkrock che mi sono stati dati nel corso degli anni, dai miei esordi, come l’etica dell’indipendenza e della comunità, si sono rivelati esatti. Non provo più emozioni nell’ascoltare musica e nemmeno nel crearla e nel leggere e nello scrivere da troppi anni ormai. Questo mi fa sentire terribilmente colpevole. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento alzarsi forte l’urlo del pubblico, non provo quello che provava Freddie Mercury, che si sentiva inebriato dalla folla, ne traeva energia e io l’ho sempre ammirato e invidiato per questo. Il fatto è che non posso imbrogliarvi, nessuno di voi. Semplicemente non sarebbe giusto nei vostri confronti né nei miei. Il peggior crimine che mi possa venire in mente è quello di fingere e far credere che io mi stia divertendo al 100%. A volte mi sento come se dovessi timbrare il cartellino ogni volta che salgo sul palco. Ho provato tutto quello che è in mio potere per apprezzare questo (e l’apprezzo, Dio mi sia testimone che l’apprezzo, ma non è abbastanza).

Ho apprezzato il fatto che io e gli altri abbiamo coinvolto e intrattenuto tutta questa gente. Ma devo essere uno di quei narcisisti che apprezzano le cose solo quando non ci sono più. Sono troppo sensibile.

Ho bisogno di stordirmi per ritrovare quell’entusiasmo che avevo da bambino. Durante gli ultimi tre nostri tour sono riuscito ad apprezzare molto di più le persone che conoscevo personalmente e i fan della nostra musica, ma ancora non riesco a superare la frustrazione, il senso di colpa e l’empatia che ho per tutti. C’è del buono in ognuno di noi e credo di amare troppo la gente, così tanto che mi sento troppo fottutamente triste. Il piccolo triste, sensibile, ingrato, pezzo dell’uomo Gesù! Perché non ti diverti e basta? Non lo so. Ho una moglie divina che trasuda ambizione ed empatia e una figlia che mi ricorda di quando ero come lei, pieno di amore e gioia.

Bacia (Frances, ndr) tutte le persone che incontra perché tutti sono buoni e nessuno può farle del male. E questo mi terrorizza a tal punto che perdo le mie funzioni vitali. Non posso sopportare l’idea che Frances diventi una miserabile, autodistruttiva rocker come me. Mi è andata bene, molto bene durante questi anni, e ne sono grato, ma è dall’età di sette anni che sono avverso al genere umano. Solo perché a tutti sembra così facile tirare avanti ed essere empatici. Penso sia solo perché io amo e mi rammarico troppo per la gente. Grazie a tutti voi dal fondo del mio bruciante, nauseato stomaco per le vostre lettere e il supporto che mi avete dato negli anni passati. Io sono un bambino incostante, lunatico! E non ho più nessuna emozione, e ricordate, è meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.

Pace, amore, empatia. Kurt Cobain.

Frances e Courtney, io sarò al vostro altare.Ti prego Courtney tieni duro, per Frances.

Per la sua vita, che sarà molto più felice senza di me.

VI AMO. VI AMO».

Amore!

La compagna di Kurt, si sa, fu Courtney Love. Una donna forse più troia della pornoattrice Brandi Love.

Infatti, dopo aver intascato l’eredità da Kurt, Courtney scopò Edward Norton. Conosciuto sul set di Larry Flint.

E ho detto tutto…

Vedete? Potrete inseguire il vostro Buddha, cercare il Nirvana ma troverete una troia che vi metterà in croce.

Sì, Kurt non fu Gesù. Non fu il messia di nulla. E io non vado più a messa. Invece, voi andate a messaline.

Jim Morrison, d’altro canto, morì di overdose. Oppure, probabilmente morì in quanto Meg Ryan di The Doors (glie)lo rese troppo sensibile.

Bob Marley, cantore dell’amore libero, non avrebbe avuto rispetto del dolore di Jim, dovuto al troppo amore. L’avrebbe trattato da femminuccia, cantandogli No WomanNo Cry.

Comunque, Marley non sarebbe mai andato con Brandi Love. Invece, Freddie Mercury fu Tom Hanks di Philadelphia e, poco prima di morire, alla maniera del personaggio interpretato da Tom, forse cantò Maria Callas.

Che tragedia. Pochi istanti prima di esalare l’ultimo respiro, si assume un’espressione da Forrest Gump.

Bisogna, malgrado tutto, credere all’amore. Insomma, The River e Tougher Than the Rest sono due delle canzoni più belle di tutti i tempi.

Frank Sinatra fu ribattezzato The Voice. Sì, fu anche un mafioso, però. The Rat Pack!

Dunque, il più grande rimane Elvis. Anche se China Girl è una canzone di un altro pianeta.

Tornando a Telemontecarlo, all’epoca passò la pubblicità di una cinematografica retrospettiva dedicata, settimanalmente, a Robert De Niro.

Questa pubblicità finiva con l’annunciatore, di voce caldissima, che recitava:

il più grande, il più grande di tutti.

Cioè Robert De Niro?

No, io.

Ah ah.

Sì, riguardandola sotto un’altra prospettiva, senza retrospettive e lagnose retrospezioni, dopo una torturante altrui ispezione sui miei coiti, no, sul mio conto, debbo ammettere che Massimo Troisi di Non ci resta che piangere è un grande. Yesterday…

Comunque, a John Lennon, preferirò sempre Al Pacino de La canzone della vita – Danny Collins. Rod Stewart, invece, è un cretino.

Ah ah ah!

Sono sia cinico che romantico. No, non ho perso le parole come Luciano Ligabue. D’altronde, ho una bella voce. Anche qualcos’altro.

Su questa potentissima freddura, vi lascio, sperando che non cazzeggiate oltre il lecito consentito.

La dovreste finire anche con quei commenti più scontati delle colonne sonore da du’ soldi… sei bellissima, sei illegale!

Altrimenti, chiamo Hannibal Lecter.

Ah ah.

Sì, adoro Simpathy for the Devil.

Ah ah.

Ah, per tutta la vita la gente non comprese il mio mood. E me le suonò, urlandomi: ma perché ridi?! Che tristezza!

Di mio, me la suono e me la canto quando cazzo mi pare e piace.

Se non ti piaccio, alla mia lei piace, eccome.

Dunque, fatemi il piacere…

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di Stefano Falotico

Credo di essere l’unico uomo, ammesso che lo sia, a cui piace Colin Farrell


13 Apr

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Ecco, uno screenshot del mio WhatsApp che non lascia dubbi.
Naturalmente, il nome della mia amata rimarrà nel mistero per molto tempo.

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Ora, che mi crediate o no, sono stato nuovamente travolto da quello strano, oserei dire perfino pericoloso sentimento chiamato amore. Dopo anni d’ibernazioni, di castighi impostimi, di repressioni perfino auto-indottemi, anzi, prescrittemi pure farmacologicamente da uomini che si credettero dotti o semplicemente denominati dottori, dopo le mie peripezie romantiche più e più volte narratevi con certosina, minuziosa cura di particolari un po’ romanzati, sebbene assai veri e addirittura lacrimosi, sì, poiché amare significa spesso ingelosirsi a morte e soffrire dunque, per forza, immensamente nel proprio (di)strutto cuore, questo sentimento è tornato potente a invadermi l’anima di ardore furente.

Sebbene mi mascheri da cinico nichilista assai ritroso, anzi, perfino irriguardoso nei riguardi dei sentimenti normalmente appartenenti all’animo umano più caloroso, poiché mi piace tirarmela da alienato scontroso, spacciandomi anche per ferito emarginato odioso, posso garantirvi che neppure Stanley Kubrick fosse davvero un misantropo immisericordioso.

Basti vedere come, in maniera adorante, muovendo la macchina da presa grazie al suo operatore impassibile, in quanto educato sin troppo perbenisticamente come il figlio di Barry Lindon, riprese il culo morbido e basculante di Nicole Kidman in Eyes Wide Shut, sognando in cuor suo di farvi all’amore illimitatamente da vero lupo alla Jack Torrance di Shining.

Poi, Kubrick fu sposato e visse nelle campagne londinesi, cazzeggiando spesso a raccogliere fiorellini e margherite fra l’elucubrare un progetto irrealizzato come Napoleon(e) e la sua Sant’Elena da autoesiliato.

Ora, da tempo immemorabile, vivo d’una sessualità ambigua. Anzi, è così talmente marcata la mia eterosessualità piuttosto pronunciata che malfidati m’appioppano patenti da omosessuale marchiato.

Io non sono omofobo e non nutro alcun pregiudizio riguardo i gay.

Ma credo che sia indubitabile la mia passione per le donne.

Più evidente delle sopracciglia foltissime e dello sguardo penetrante e immediatamente ficcante di Colin Farrell.

Devo esservi sincero. Per anni soffrii di complessi di colpa da Farrell di In Bruges. Con la sola differenza che lui davvero, in questo film, ammazzò un uomo.

Di mio, ammazzai me stesso.

La mia fu una vita contemplativa di natura malickiana alla The New World.

Pensai di essere Alexander ma furono gli altri a magnare me. Sì, dei magnoni. Comunque, ogni estate lecco il Magnum, gelato ricoperto di cioccolato.

Cioè Colin Farrell. Sì, il famoso gelato dell’Algida è in verità Colin Farrell con la stecca al posto di qualcos’altro.

Colin fu amante prelibato e donò dolcezze succhianti e cremose a donne morbide e deliziose, in una parola sfiziose.

Ma Colin non fu mai né un vizioso né un ozioso. Lavoratore infatti è, a tutt’oggi, instancabile e duro. Parsimonioso!

Per anni fui anche stalkerizzato dal Kiefer Sutherland di In linea con l’assassino.

Vale a dire un burino infame che visse, nei miei confronti, della perenne Regola del sospetto.

Mi diede la patente di cieco come Daredevil. Mah, più che un Bullseye, questo qui fu solamente un bullo del cazzo.

La vita è dura e non si vive solo di scherzetti, miei belli. Altrimenti, finiremo tutti Sotto corte marziale.

La donna di cui sono innamorato sostiene che, più che a Colin Farrell, il mio sguardo assomigli a quello di Ewan McGregor. Di Sogni e delitti? No.

Ewan è molto più alto di me ed è più biondo che castano. Io sono castano tendente al rosso di sera bel tempo si spera. E da parecchi anni non mi reco al mare ove potrei abbronzarmi e far sì che i raggi solari schiariscano i miei capelli ma soprattutto il mio umore spesso nero.

Fui anche indagato come Tom Cruise di Minority Report.

Ve lo do io Dumbo e Il sacrificio del cervo sacro. Film con Colin e la solita Kidman Nicole.

Ecco, tantissimi anni fa mi successe una cosa allucinante.

Uscii con un amico che mi lasciò da solo con sua moglie e tutte le sue amiche come ne L’inganno.

Una situazione veramente imbarazzante e, in tal caso, non gliel’avrebbe potuta fare nemmeno Clint Eastwood de La notte brava del soldato Jonathan.

Fui preso anche per Harry Potter. Invero, sono più simile ad Artemis Fowl. Sì, una mente geniale che sabota però il mio corpo bestiale.

Al che, ucciso dalla mia stessa malinconia, folleggio da Kenneth Branagh che recita il celeberrimo monologo essere-non essere di Hamlet.

Amici, vi garantisco che passai momenti di crisi incazzate da Colin Farrell di True Detective 2.

Molti mi chiedono se io voglia dei figli. Sì, è bellissimo avere dei figli. Peccato che possano avere dei problemi come il figlio di Colin nella succitata serie televisiva scritta da Nic Pizzolatto.

Crescendo, bullizzato in quel modo, quel ragazzo si sarebbe ribellato. Sviluppando facoltà sensitive da Farrell di Premonitions.

Io evitai la psicopatia e la pericolosa pazzia, amando la musica country da Tommy Sweet di Crazy Heart.

E ho detto tutto.

Non sono l’immaginario Tony 3 di Parnassus – L’uomo che volle ingannare il diavolo ma anche Tom Waits non è male.

Non sono nemmeno il futuro Pinguino di Batman anche se, tre anni fa, divenni un po’ pingue e credo di essere Joker.

Mio padre avrebbe amato se mi fossi laureato in Legge, diventando un ricchissimo George Pierce di End of Justice.

Invece, depositai legalmente due miei libri che sputtanarono tutto il sistema d’ingiustizie su cui si basa la società, la psichiatria e l’economia del mondo odierno come Denzel Washington dello stesso film succitato.

Quindi, sono Colin Farrell nel finale di questa pellicola. Ah ah.

In verità vi dico che né io né voi dovete provare invidia per Colin Farrell. Non è solo indubbiamente bello, secondo me è anche un grande attore.

Da piccolissimo, ebbi comunque le orecchie a sventola. Poi, diventai un clown da circo.

Eppure ammaestro ogni leone con far da volpone, qualche volta son ancora coglione e minchione eppure sempre mantengo intatto un fascino più che da omone da uomo dai sani ormoni.

Per quanto riguarda le vecchie acredini, meglio finirla.

Al galoppo, amici.

Basta con le rotture di cazzo.

Colin+Farrell+Premiere+Disney+Dumbo+Arrivals+ggmn3shmZ3cl

 

di Stefano Falotico

 

Ma quale San Valentino e Twilight: meglio il Joker a Batman/Pattinson così com’è meglio Elliott Gould de L’ultimo addio rispetto a Ellie Goulding


14 Feb

danny collins

 

84821706_10215701199585868_4930496334093352960_o1973, THE LONG GOODBYE

Partiamo con l’ironia, con la goliardia, quindi con la psicanalisi di questo sentimento assurdo chiamato amore sin ad arrivare a come si possa credere che Essi vivono non sia un capolavoro poiché ci si è (dis)informati nelle scolastiche sovrastrutture culturali distorsive e ottundenti la mente per giungere all’attuale demenza collettiva d’un mondo oramai più perso di uno con la (ri)cotta.

Una risata ci seppellirà: di mio, più che Joker e Batman/Robert Pattinson, sono Harrison Ford, anche de Il richiamo della foresta

Ecco, appena sento il richiamo delle feste, assumo un’espressiva torva e accigliata da Matthew McConaughey nel primo episodio della prima stagione di True Detective.

La mondanità, la frivolezza, il chiasso isterico, la carnascialesca baldoria e pure le maschere carnevalesche dei vostri carri di superiori, no, supereroi vs villain, il vostro ipocrita escoriarvi le anime in orge da Eyes Wide Shut nelle quali, scopandovi in maniera cannibalesca, vi lanciate addosso pure i coriandoli, mi rendono un uomo felicemente nudo dinanzi a tale natura selvaggia. Al che, prende il sopravvento la mia parte falotica, cioè umanissima da uomo poco androide e con un piccolo Android.

In mezzo a tanto vostro ormonale clima torrido da zone erogene sempre equatoriali, invero raggelante e anche i vostri cuori aridi oramai celatisi nell’illusorio, momentaneo riscaldarvi, tale dolciastra euforia mi rende sempre più freddo e allora celebro in auge il grande Rutger Hauer di Blade Runner. Superuomo che, dirimpetto, ai vostri onanistici baci e abbracci da nani, di fronte alla vostra misera e miserrima piccolezza da cacciatori di taglie, elevatosi davanti a queste vostre squallide erezioni, dimenticò pure i tempi in cui, dopo un piatto di tagliatelle, mi sdraiai in primissima pubertà sul divano per gustarmi le forme 90-60-90 di Simona Tagli alla tv e non solo immaginando di scoparmela più e più volte venni e stetti per svenire davanti a quelle grosse tette, bensì io stes(s)o a un cazzo addivenni.

Sì, furono tempi oramai smarritisi tra le mie memorie, fra reminiscenze e mie eiaculazioni su belle more e su tantissime biondone bone che sognai sconfinatamente un po’ da guardone e giammai da marpione.

Forse da coglione? Ah, che masturbazioni mentali e non, che idillio senza pace dei sen(s)i. Di felicità grondai sterminatamente. A fiumi! Oserei dire gonfiatamente e prosciugandomene ardentemente sino a colare… a picco nell’infernale mondo odierno putrefatto. Ah, che calore. Sì, dalle palle alla padella e poi alla brace. Ma quale abbraccio! Queste donne mi delusero, gli amici m’illusero e tradirono poiché si prostituirono e, dopo aver illegalmente conseguito la maturità, si (s)consacrarono all’immatura scemenza di tale società senz’alcuna qualità.

Al che mi sbronzai, scolandomi un litro di biondo malto. Fantasticai perfino sulla giornalista Claudia Peroni che, in quanto a pere, poté drogare sessualmente qualsiasi uomo che le capitasse a tiro, per l’appunto tirandoglielo e annacquandolo nell’osé della sua pelle rosata come un buon vino rosé.

Ah, meglio stare soli come l’uomo di Solaris piuttosto che innamorarsi di una donna che, abbronzandosi, prende il Sole cocente dell’essersi troppo in fretta bruciata. Quella è più sola di me e prendemmo entrambi una sòla. Fatemi mangiare una sogliola.

Sì, son destinato a essere Han Solo come un cane? Forse sì ma non voglio nessun cagnaccio al mio fianco, basta con Chewbacca. Basta col curarmi dalla depressione coi fiori di Bach, ascoltando Vivaldi, Basta pure con Bacco!

Preferirò sempre Balle spaziali a Guerre stellari.

Cosicché, da archeologo alla Indiana Jones del mio temp(i)o maledetto, no, delle mie tempie da ultima via crucis, no, ultima crociata, me la tiro… da Sean Connery de Il nome della rosa. Conducendo una vita monacale che però sa il fallo, no, fatto suo. Sono uomo di scibile e, nella notte, sibilo più del pipistrello di Ron Perlman. Uno non tanto bello ma Hellboy…

Anni fa, come Sean stetti per perdere i capelli. Li riacquistai e ora piaccio alle parrucchiere.

Una mia amica su Facebook scrisse che ogni donna, suo malgrado, almeno una volta in vita sua ebbe lo stesso ciuffo di Cameron Diaz in Tutti pazzi per Mary, eh.

Un’altra disse che il suo ex ragazzo, per il giorno di San Valentino, le regalò una visita gratuita dallo psichiatra. Lei, per fare l’ironica, forse l’auto-erotica, più che altro per sdrammatizzare la sua condizione da frust(r)ata cronica, affermò pure che almeno, dopo che il suo fottuto compagno la sfanculò, verrà analizzata da un tipo stronzo come Michael Fassbender/Jung di A Dangerous Method.

Poiché la sua vita andò a troia, no, a troie e lei va tutt’ora fiera della sua femminile follia, ha anche tutti i dischi di Loredana Bertè e un lavoro estremamente dignitoso. Oltre all’ernia al disco per aver bevuto e ballato troppo…

Sì, è la direttrice di una comunità ove vengono internati i ragazzi coi cosiddetti problemi mentali.

Sì, questi poveri ragazzi, oltre a dover sopportare una società animalesca che li sbatté duramente, adesso devono pure sottomettersi alla rettrice dei cazzi altrui.

Molti uomini andarono matti proprio per Cameron Diaz. Appiccicarono le sue foto, a mo’ di Philip Seymour Hoffman di Happiness, sulle pareti dei loro appartamenti. Poiché, come si suol dire, Cameron Diaz, essendo dotata di ottima carrozzeria, fa ancora la bella figa e può farti… fare bella figura se un ospite entra a casa tua e vede tutta questa tappezzeria. Come no…

Guardate, sono veramente nauseato. Siamo arrivati al 2020. Non vi siete evoluti manco per l’anima della minchia. Ancora vi prendete per il culo da schizzati, appunto, scambiandovi battutine di dubbio gusto e, secondo me, anche battone di seconda mano. Sì, forza, ci vuole Indiana Jones 5.

Siete da museo delle cere. Come Harrison Ford. Ah ah.

Di mio, adorai il fondoschiena di Greta Scacchi di Presunto innocente ma molti pensarono che non conoscessi Le verità nascoste.

Di mio, so anche che Angelina Jolie preferì Billy Bob Thornton a John Thornton e ai lupi da Jack London.

Dobbiamo dircela, L’uomo che non c’era emana un certo fascino noir da colui che non deve chiedere mai.

Egli, dopo una giornata di duro lavoro, scopa. Forse solo il pavimento ma conosce a memoria tutti i libri di James Ellroy, soprattutto Dalia nera.

Per quanto mi riguarda, Hilary Swank e Scarlett Johansson possono anche vincere tutti gli Oscar del mondo. Sarò sino alla morte, eh sì, Clint Eastwood di Million Dollar Baby.

Poiché non vi giro mai attorno. Alla gente dico sempre la verità. Senza buonismi da San Valentino, senza smancerie o carinerie ruffiane e false. Che film, ragazzi. Clint di notte entra in ospedale e fa quello che nessuno ha il coraggio di fare. Come per dire, forza, è inutile andare avanti così. È una tragedia, chiudiamola qui. O forse no…

Andiamo avanti, tanto è una società messa a pecora.

L’amore è una cosa meravigliosa? Certo. Se hai tredici anni. Più uno va avanti con l’età, per l’appunto, più lei ti chiederà di più.

Eh no, non si accontenta mica che tu sia il primo della classe per vantarsi con le amichette di stare assieme a uno bravo. È smaliziata, oramai.

Oltre al bel faccino, non le piace più un cazzone qualsiasi.

Esige quello con cui poter costruire un futuro. Soprattutto quello che le costruisca la carriera affinché possa stare a mollo, sciacquandosela tutto il giorno. Pigliando in giro chi la sua vita scialacquò poiché, senza quel talento, non si ottengono i gioielli…

Ah ah.

Sì, il mondo è cambiato, in peggio.

Tantissimi anni fa, conobbi una ragazza di Trieste. Malgrado fu lei a sverginarmi, fu anche molto pura nonostante sapesse pure come rendermelo duro.

Piangeva a dirotto quando guardava Robert Downey Jr. in Only You – Amore a prima vista e in Ally McBeal.

Col tempo, oltre ad avermelo indurito molte volte, lei stessa s’indurì. Regredendo però al contempo all’infanzia. Ora, sebbene non la senta più, un uccellino mi disse che lei impazzisce per Iron Man.

Sì, non siamo più in contatto io e lei ma credo che gestisca una boutique che mette in (s)vendita le creme vaginali assieme a Gwyneth Paltrow.

Di mio, ne passai tante…

Per colpa di errori, anzi, orrori giudiziari, feci per un po’ la fine di Downey Jr. in Guida per riconoscere i tuoi santi. E dire, cazzo, che a diciott’anni fui veramente un idiota bellissimo come Channing Tatum.

Anche, sinceramente, come Amélie/Audrey Tautou.

Mi venne anche voglia di farmi… un tattoo.

È veramente inconsolabile il mondo di oggi. È talmente falso che la più retorica canzone dei Beatles sembra, al confronto, America oggi di Robert Altman. Ora, non scherziamo, molte canzoni di John Lennon sono bellissime.

Ma Imagine non rispecchia la realtà e io adoro quel bastardo di Al Pacino. Soprattutto di Danny Collins… 

Comunque sia, non credete che io sia solo.

Diciamo che non lo do a vedere… anche a vendere. Non sono affatto ricco ma sono uno che se ne fotte delle vostre stronzate. I valori sono altri. Se volete sapere come si recita un pazzo, no, come si scrive e declama un pezzo, eccovi serviti. Sì, come si suol dire, posso permettermi di fare lo scemo del villaggio alla Charlot, non lo sapevate?

Non avevo dubbi che non lo sapeste. Voi, invero, sapete ben poco non solo di me ma soprattutto di voi. Mi sa che è così.

Intanto, buon divertimento e amore a tutti.

Auguri e figli maschi.

In verità, sono molto triste, molta gente mi fa pena.

Prima, fui davanti a un locale. Dopo vi entrai. Al che entrò una coppietta di mezz’età. Lui, tutto impomatato, lei bella ma fattasi più bella per festeggiare con lui San Valentino.

Chiesero perfino al cameriere di scattare loro un selfie. Perché solo stasera festeggiarono se si dichiarano innamorati? Semmai, durante tutto l’anno, si scannano, si mettono le corna, litigano come ossessi, si lanciano addosso i piatti, pure i sassi. Ah, è vero. L’amore non è bello se non è litigarello.

Così come è importante la festa delle donne, giusto?

Trovo che sia invece estremamente umiliante per una donna venire… festeggiata.

Significa che ancora accetta di essere trattata come una dea soltanto un giorno all’anno.

Sono cinico? No, dico la verità. Gli uomini non sono superiori alle donne e le donne, a loro volta, non sono superiori agli uomini.

Siamo tutti dei figli di puttana. In questo, ebbe ragione Federico Frusciante domenica scorsa.

Quando disse che La vita è bella di Benigni è una porcata. Lo cito testualmente: la vita è una merda. Ci costruiamo però delle illusioni per farcela piacere un po’.

Purtroppo, è così. Così come viene reputato carino dire a una donna muta che fa simpatia, oppure dire che Captain America sia più figo di Joker. Non credo proprio. E mio fratello lo sa…

Intanto, un altro scemo legge la cronaca nera per essere meno infelice. Ah, guarda qua, leggi che tragedia. Be’, allora c’è di peggio nella vita. Tutto sommato, a me va grassa e di lusso. Certamente… La dovreste anche finire di celebrare l’anniversario della caduta delle Torri Gemelle. Voi non foste dentro le Twin Towers e, onestamente, non ve ne poté né può sbattere di meno. Se poi, per fare i fighi e i buoni, volete continuare a spacciarvi come tali, me non mi prendete per il culo.

Non si dice… me non mi prendete? Vi cito Gigi Proietti:

– Signora, lei a me mi piace.

– Non si dice a me mi piace.

– Lo so ma a me mi piace.

 

Parte inventata da me:

– A me però lei non mi piace. No, non piace.

– E chi le piace, scusi?

– Mi piacque Valentino di Uomini e donne.

– Ah sì? Allora lei non mi piace. Va bene così? Ah ah.

 

A propositi di lupi, miei lupetti, ora vi mostro un superbo esemplare di lupus in fabula. Razza da Rosso Malpelo, da Lupo solitario alla Sean Penn, Wolfman o forse una pregiata, inestimabile volpe? A propositi di lupi, miei lupetti, ora vi mostro un superbo esemplare di lupus in fabula.

Parafrasando Corrado Guzzanti: la seconda che hai detto.

Forse la quarta?

 

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di Stefano Falotico

Separiamo le (di)stanze e tagliamo la testa a ogni critico del cazzo


16 Jul

ultimo dei mohicani

weinstein distanzeSì, sono profondamente innamorato di una ragazza.

Oramai l’avete compreso tutti. Spero che comprendiate questo mio slancio passionale da Daniel Day-Lewis de L’ultimo dei Mohicani. Lei è forse più bella di Madeleine Stowe.

Cioè praticamente è da manicomio. Lei non vi finirà, non è pazza di me. Non vi finirò nemmeno io, non sono pazzo, solo fottuto nel cervello. Ah ah.

Mi farà lo scalpo, scappellando un altro e rimarrò al solito scapolo. Grattandomi le scapole mentre lei si lascerà massaggiare il fondoschiena da una dura spatola, pettinandosi poi col gel di questa da lei mangiata piattola.

Mah, andiamo a pulire i piatti, suvvia.

Nonostante quest’ennesima inculata, non dovete più comprimermi, bensì spronarmi a urlare per lei tutto il mio urlo da Tarzan. Insisterò, non arrendendomi.

So che lei è stata, nel frattempo, con altri dieci uomini, quindi è una zoccola conclamata. Ma ci sta lo stesso?

Ah ah.

Afferrerò la macchina come una liana e, sognando di toglierle la maglietta di lana, anche se è estate e forse lei è in topless al mare con un macchinista, m’involerò in autostrada, fermandomi all’Autogrill ove sceglierò il regalo da donarle come pegno del mio amore romanticamente eterno. Immaginando, durante il viaggio, il suo corpo già pregno di eccitamento, sarò io stesso impregnato di sudore dovuto al surriscaldamento.

Forse, sarò sudato semplicemente perché ci sono quaranta gradi?

Sì, agli Autogrill esistono queste piccole librerie ove finiscono i romanzi peggiori, forse anche i miei. Dunque, oculatamente, dopo un’accuratissima scelta selettiva, capirò che aveva ragione Darwin.

Io sono un superuomo nietzschiano che non abbisogna di andare da una donna e regalarle un romanzo d’amore. Resiste l’uomo che, nonostante le botte pazzesche, non muore e non arrossisce a causa di una dolciastra bionda o mora che sia. Rossa è meglio. Più rossa è più significa che è già fritta e di te arrosto.

Sono un uomo durissimo che non scopa mai ma non viene comunque sbattuto a terra.

Una selezione naturale delle briciole.

Questi romanzetti rosa sono adatti alle donne frust(r)ate. Donne che compensano le loro carenze affettive, trasfigurandosi nelle eroine caldamente trasgressive della collana Harmony.

Con me, le donne sono armoniose, dunque ardentemente amorose senza che io mi prostituisca e mi abbassi a plichi da leccaculo.

Sì, ogni giorno ricevo su Facebook le loro poesie altissime:

che il giorno rigoglioso splenda nella tua anima meravigliosa, che il sole t’irradi di speranza e che l’esistenza ti sia dolce, fragrante e calorosa… ora, scusa, devo offrire la mia torta di mele a un uomo meno soffice di te, il quale sa però usare con più tosta levità il lievito di birra…

Sì, non sono misogino ma queste donne mi fanno girare i coglioni.

Guardate, a questa qui ora scrivo quanto segue:

ciao, io e te abitiamo lontani. Le distanze sono notevoli ma ogni tua nuova foto m’induce ad allungarlo, no, ad accorciarle.

Comunque, io cazzeggio, nessuno riesce a incularmi davvero, in quanto sono eterosessuale convinto e, diciamocela, del sesso me ne sbatto altamente.

Sì, ho la casa sommersa da dvd porno. Ve lo confesso.

Alla fine, questa qui è venuta comunque con me. Sapete perché? Non le avevo mai confidato di essere un collezionista dei film con Samantha Saint, di Kendra Lust e di altre troie di merda.

Pensava che fossi solo un cinefilo, amante di Bergman.

Secondo voi, questa qui, è una puttana?

No, è un’attrice premio Oscar di Hollywood.

Cioè, stringi stringi, una di quelle.

Sì, io ne conosco una più del diavolo, vale a dire Harvey Weinstein.

Il diavolo ha le corna in testa.

Per forza, gliel’ho messe io.

Io ho scopato pure con la sua ex moglie.

farinotti

Le contraddizioni viventi dei dementi

 

Sì, è una società di dementi ove il demente migliore diventa il vero demente.

Mi pare chiarissimo il concetto da me espresso in questa lapidaria frase. Che non è a effetto e non è neppure una freddura per ottenere facili risate oppure, ancora peggio, per attirarmi l’ammirazione di qualche esteta e cultore delle massime con gli ossimori, a loro volta pregne di significa(n)ti e spericolati, cosiddetti geniali doppi sensi.

È da un po’ che intendo sputtanare questa gente, platealmente deriderla. Prima di oggi, devo ammettere, che non possedevo il coraggio, la franchezza intellettuale, la forza morale e l’arguta capacità di ribattere dinanzi ai loro sacrileghi affronti vergognosi e allarmanti.

Sì, perché dirimpetto alle loro proterve bocche offensive, ero debole e, alla fine, soccombevo.

Schiacciato dalle loro insistite, imperterrite provocazioni voraci.

Diventando, ah, oscenità delle mostruosità, la parvenza del sembiante da loro ipocritamente, malignamente scaricatami addosso, cucitami a pelle, dipintami a immagine e somiglianza dei loro volgarissimi tiramenti di culo bastardi.

Figli della loro cattiva, pessima educazione coatta.

Ma procediamo con calma, mi stavo già facendo assalire dall’ira e il mio temperato istrionismo, parafrasando il compianto critico Morando Morandini, il quale usava questa bellissima espressione per identificare le performance attoriali più sfumatamente creative e personali, ecco dicevo… la mia composta moderatezza stava già collassando, infettata dalle loro maligne allusioni pazze.

Sì, queste persone oltraggiose della dignità altrui, lestofanti e sciacalli delle anime del prossimo, che loro insultano e macerano a diletto e a dileggio delle loro stolte, criminose e dunque delittuose false congetture, delle loro catture e sceme iatture, sono dementi, altresì psicopatiche.

E godono nello scatenare al malcapitato di turno, attraverso appunto le loro scellerate umiliazioni inflitte al prossimo loro, verso il quale provano solo odio, invidia e alcuna empatia, reazioni psicotiche, a loro volta figlie delle loro esagerazioni imperiose, boriose, fatte d’improperi arcigni e severamente impietosi.

La psicosi nasce infatti da un alterato rapporto dell’individuo affettatosene, no, affetto rispetto a un ambiente circostante percepito giustamente come ostile e pericoloso.

Quindi, lo sfigato angariato da tali vili impostori, da tali maiali, da questi malati mentali affettati, cinici e soprattutto affetti da crudele bestialità porcellesca e acrimoniosa, annega nell’impoverimento emozionale, divenendo schiavo delle loro misere diffamazioni pusillanimi, scarsamente amorose.

La pusillanimità, ah, patologia di cui soffre il novanta per cento dell’umanità. L’umanità è perlopiù costituita da persone che, a prima vista, paiono appunto di sana e robusta, fisica costituzione, che si attengono almeno esteriormente alle facciate costituzionali della legge civile del rispetto e dell’egualitaria visione umanistica, oserei dire panteistica del Creato ove ammazzarono il Cristo.

Si spacciano per persone, infatti, buone, sensibili, umanamente disponibili. Invero, sono soltanto degli opportunisti, oserei dire degli egoisti tristissimamente arrivisti.

Cosicché, come ci hanno insegnato, grazie alla mirabile, ficcante penna di David Mamet, Robert De Niro e Jean Reno in Roninsono tutti amici finché non arriva il conto da pagare.

Vi posso garantire che appena qualche loro amico crolla, questi sedicenti amici fuggiranno, vi abbandoneranno, come si suol dire, nel momento del bisogno se ne fotteranno.

È troppo facile essere amici del prossimo quando le cose vanno bene a tutti.

Non scopro certamente l’acqua calda né conio naturalmente una verità apodittica di rilevanza planetaria nel ribadire pleonasticamente, diciamo pure pateticamente, insopportabilmente, banalmente che il vero amico si riconosce nel momento del bisogno. Il resto è solo un sogno.

Peccherei di demenza nel credere che tale suddetto aforisma sia una mia frase di risma e non una faciloneria qualunquistica.

Ma non perdiamoci in patemi d’animo, non scoraggiamoci se qualche stronzo ci scoreggia in faccia quando, in realtà, andrebbe solo smerdato ed evacuato dal nostro culo iroso.

So soltanto che, grazie alle sciocche offese altrui, se come detto un tempo ne risentivo e m’accasciavo, anzi, accasavo nella casa costruitami addosso delle loro ignoranti maldicenze, ora le affronto impavidamente. Deliberatamente in maniera micidiale, in forma parimenti bestiale e superbamente arrogante, in modo altrettanto arbitrario, sfacciato e sprezzantemente vanaglorioso.

Ad esempio, il giovane medio, dall’alto prosopopeico della sua gagliarda giovinezza scriteriatamente illusa, temerariamente m’insulta, dandomi dell’uomo anacronistico, lento, in una parola vecchio e inconsolabile, amaramente matto e solo.

Questo suo atteggiamento codardamente spocchioso è figlio appunto invece delle sue inconsce paure da tragico immaturo assai sospettoso e calunnioso.

Il quale, ragionando di stereotipie e luoghi comuni a iosa, ancora è lui, sì lui, fermo alle schematizzazioni del prossimo entro i compartimenti diagnostici, cretinamente esegetici della sua visione acerba della complessità del reale, dell’insieme invero entropico, immensamente, stupendamente caotico di tutto questo mondo falotico.

Falotico è sinonimo di bizzarro e stravagante. Ovvero il contrario della faciloneria castrante ogni speranza del deficiente succitato-sovreccitato che, credendosi invincibile, ancora spara sesquipedali idiozie.

Al che, ecco che spunta l’ombra di Fantozzi. Che lui t’appioppa poiché ti vede impressionisticamente, oserei dire molto superficialmente come un declassato uomo medio-basso senza qualità, senza palle e personalità stupefacente.

È un ragazzo molto indietro, un arretrato.

Assomiglia tanto a quell’idiota del critico della minchia per eccellenza, Pino Farinotti.

Il quale, a proposito della sua illeggibile recensione di C’era una volta il West, chiosò il suo antologico finale con una massima storicamente, oltre che inattendibile, squallidamente qualunquistica, come già detto.

Secondo Wikipedia, il qualunquismo è un atteggiamento vagamente ispirato dalle azioni del movimento dell’Uomo qualunque che rinnega o almeno intenzionalmente ignora l’aspetto politico del vivere associato. Comparve in Italia nell’immediato dopoguerra.

Aggiungo io, quest’atteggiamento così tanto qualunquistico da essere e risultare ridicolmente superomistico, purtroppo, non è affatto scomparso. Anzi, sta crescendo proprio in seno alle famiglie delle nuove generazioni che, appunto, stanno educando i figli all’arrivismo, alla competitività più meschina, all’egoismo addirittura più egotista, cioè auto-centrato sulle loro circoscritte esistenze solipsistiche.

Abbiamo perso di vista il Farinotti, scusate, ora lo riprendiamo ed estrapoliamo la sua bischerata epica, assai lontana dall’epicità leggendaria di Sergio Leone, remota anni luce dalla sofisticata, melodica musicalità paradisiaca di Ennio Morricone: un cult movie per ragionieri in vena di poesia.

Sì, il ragioniere alla Fantozzi ama C’era una volta il West perché, fortunatamente, non è Farinotti.

Uomo di sé pienotto che, anziché essere angariato dal padrone, è uguale a Sam Rothstein/De Niro di Casinò.

È cioè talmente puntiglioso e meticoloso nel recensire le vite e i film altrui da non aver capito ancora che invece la sua vita è una tragedia (dis)umana.

Farinotti è uguale sia a Noodles che a Max di C’era una volta in America ma ancora non l’ha capito.

Pino, non preoccuparti, è stato tutto un trip esistenziale-anti-recensorio del tempo tuo perduto da drogato, più che di oppio, di cazzate col paraocchi.

Io non sono nessuno per proferire parola e non sopporto quando la gente più grande di me mi chiama signore.

Io sono solo il signore delle belle signore. Che posso amare a tutte le ore, miei pecoroni e suore che, in cuor vostro, da an(n)i sognate una pecorina col luterano pastore. Protestate, datevi al protestante.

Buona suora, no, buona sega, no, buonasera.

Anche oggi abbiamo partorito la cazzata mitica. Sempre meglio delle cazzate di Pino. Uno che non è amato né stimato dalla moglie di Fantozzi.

Ho detto tutto.

 

di Stefano Falotico

I migliori film sull’amicizia e sull’amore


04 Jun

Revolutionary Road

Ebbene, da tempo volevo scrivere qualcosa di veramente centrato, scevro dei miei consueti, oserei dire fuori tematici voli pindarici, per posarmi semplicemente delicato su questi due umani sentimenti portanti.

Sì, credo che nella vita uno possa essere buddista, agnostico, miscredente, ateo oppure cristiano ma non vi possa essere nessun uomo che, in quanto essere dotato di anima pensante, sia in grado di sganciarsi da queste due colonne basali, forse basiche dell’esistenza di noi tutti.

Il Cinema, così come tutte le arti, ha campato su tali argomenti. Anzi, a dire il vero, il 90% delle storie filmate si basano su queste due principali emozioni.

E ora vi argomento, datemi un momento. Non datemi più del demente.

Anche quando la Settima Arte diventa lynchiana, quindi apparentemente dissociata di nonsense narrativo da intrecci diciamo alla Beautiful, come in Mulholland Drive per esempio, a volerci vedere chiaro, va comunque puntualmente a parare sulle relazioni interpersonali. Che siano pure, così come in quest’indiscutibile capolavoro del maestro Lynch, flirt lesbici e via dicendo.

In fondo, Mulholland Drive possiede al suo interno molte chiavi interpretative, perfino psicanalitiche. Che ve lo dico a fare? Lo sapete meglio di me.

In questi anni, per via di miei esistenziali percorsi indubbiamente alquanto forti, vanitosamente posso affermare di aver acquisito competenze psichiatriche degne di un dotto luminare della materia suddetta.

Voi sapete che cos’è, cosa sia il Super-io? Macché. Voi non sapete usare nemmeno il congiuntivo. Basta che vi congiungiate con la prima baldracca raccattata per strada e utilizzate il condizionale per suonarvela e cantarvela: vorrei ma non posso, posso ma potrebbe essere, anche no.

Ma per piacere. Andate a dar via il culo. E pulitevi i denti col collutorio. Qual è la vostra nuova ipocondria, leggasi alibi, per raccontarvela? Ah, capisco, avete la congiuntivite.

Freud sosteneva, forse giustamente, che il Super-Io sia un’istanza intrapsichica secondo la quale noi uomini, anche se nessuno fin dapprincipio c’abbia inculcato certi modi di fare, prendiamo ad esempio Christopher Lambert di Greystroke, sin dalla nascita siamo geneticamente dotati di alcuni importantissimi codici di comportamento, denominati genericamente valori secondo cui agiamo moralmente anche se, ripeto, non siamo stati educati dall’aristocrazia inglese.

Ci mancherebbe, fra l’altro. Lascio al Principe Carlo le sue orecchie a sventola. A cosa gli è servita tutta la sua sontuosa educazione raffinata se poi abbandonò la splendida Lady Diana per quella volgare villana di Camilla?

Ma sì, continuasse a bere il tè, Carlo. Anzi, le camomille. Uno che ebbe genealogicamente un culo sfacciato e che fece? La fece, appunto. Sì, con Diana l’amore fece ma fu anche fece nel senso di pezzo di merda. Permise che Diana morisse nella stessa galleria di Ronin con De Niro del Frankenheimer.

Ma dico! Oltre a non possedere l’eleganza british, questo Carlo non conosce(va) neppure i baci alla francese. Sì, se fossi stato in lui, avrei portato Diana in Costa Azzurra con tanto di maglietta sportiva ed estiva della Lacoste. Ora, invece è inutile che pianga da coccodrillo. Ah ah.

Poteva involarsi a Nizza con una donna che lo faceva diventare rizzo più di Katarina Witt, appunto, di Ronin e lui invece passò a passa tuttora le giornate a cacciare le volpi, montando il suo cavallo di razza.

Ma che razza di uomo è costui? Più che una volpe e un cavallerizzo, è un ricco riccio molto coglione. Diciamocela.

Ronin è un grande film sull’amicizia. Jean Reno salva la vita di De Niro che guida le BMW. Quindi, fra macchine della Renault e atmosfere anche alla Léon di Luc Besson, De Niro s’inchiappetta Natasha McElhone da vero Lion. E sul Pacino de Lo spaventapasseri avrei da dirvene…

Voi siete solo degli spaventa-passere. Ma sì, date da mangiare ai piccioni, piccini.

Ah, Natasha, donna britannica, donna a cui offrirei subito il pan di spagna. Anche il pen di spugna… onestamente.

Spagna o Francia basta che se magna? Sì, lo so che voi, italiani magnaccia, mannaggia, non credete a nessun ideale e, secondo me, oramai non credete più né all’amicizia né all’amore.

Basta che vi facciate du’ spaghi e andiate a divertirvi coi film con Paola Cortellesi. Contenti voi, io no.

Avete perso il gusto della veracità ruspante, puttanesca, amicale oltre ogni dire del mitico Sergio di C’era una volta in America. Film di maschi mai cresciuti, di donne desiderate, bramate, persino felliniane, stuprate, di uomini violentissimi, di bestiali inculate, corna, tradimenti, pistolettate, colpi gobbi, tiri mancini, rapine a mano amata, no, armata, con un James Woods che alla fine, nonostante le porcate che rifilò a Noodles, malgrado Noodles lo servì da maiale alla loro donna, dopo eterne, reciproche rivalità con Noodles da figlio di puttana luridissimo, capì che non valeva la pena farne una tragedia.

Infatti si ammazzò. Ah ah.

Forse, è stato tutto un sogno impossibile come nel finale de La 25ª ora.

Più che un capolavoro di Sergio Leone, probabilmente Un mercoledì da leoni, uno scontro fra Keanu Reeves e Patrick Swayze da indimenticabile Point Break.

Chi è Il cacciatore e chi la preda? Chiedetelo a Christopher Walken dell’appena citato masterpiece di Michael Cimino e vi risponderà, sparandosi in testa.

La vita è un Casinò. De Niro e Pesci sono inseparabili amici dall’infanzia e fanno di tutto per incarnare invece una delle massime storiche proprio di Once Upon a Time in Americanoi siamo come il destino… chi va a star bene e chi va a prenderselo nel culo!

I grandi film sull’amicizia sono veramente tanti, troppi. Mi sono limitato a una parentesi goliardica, eh eh.

Adesso invece andiamo a parlare, anzi a parare sull’amore.

A proposito del povero, compianto Swayze, lasciate stare subito puttanate come GhostUnchained Melody è bellissima, Demi Moore di più, Whoopi Goldberg non tanto. E il film va bene per le classiche casalinghe di Voghera, amanti degli oroscopi e della new age del cazzo.

Che ne pensate de L’età dell’innocenza? Daniel Day-Lewis ama da impazzire Michelle Pfeiffer e anche lei farebbe carte false per stare tutta la vita con Daniel. Non ha bisogno di andare da una maga che le legga i tarocchi per capire che, appena lo guarda, vorrebbe essere la sua regina di bastone/i… Bastone della vecchiaia ma soprattutto di una maturità florida, tutta deflorata, ah ah.

Ora, chiariamoci, donne. Michelle voleva stare con Daniel. Perché voi no?

Non raccontatevi stronzate. Daniel Day-Lewis vede Madeleine Stowe ne L’ultimo dei Mohicani e si scioglie come una cascata.

Pure lei però non scherza, infatti dappertutto schizza.

Sì, Day-Lewis non è mica un povero cazzone… un pesce, no, un Joe Pesci qualsiasi.

Soltanto che, tornando a L’età dell’innocenza, quel tipo di società era classista più dei falsi amici e delle tribali regole d’onore di Quei bravi ragazzi. Prendete, che ne so, Titanic ad affondamento, no, a fondamento del mio ragionamento, miei uomini annacquati.

Leo è tanto bello e anche la Winslet è bona. Ci scappa la scopata, lei è un lago ma alla fine lui affoga. Sarebbe affogato comunque. I genitori di Kate non avrebbero mai permesso che Jack Dawson potesse sposare la principessina sul pisello. A meno che non avesse avuto i soldi di The Wolf of Wall Street.

Anche così però l’avrei vista molto dura. Insomma, questa vita è una Revolutionary Road. Non si può mai stare tranquilli.

Di mio me ne fotto.

Sì, se non fosse stato per il mio genio anomalo, avrei fatto la fine di Michael Shannon di My Son, My Son, What Have Ye Done.

Oppure la fine sempre di Shannon, però di The Iceman.

Da quando invece non do più retta ai vostri piccoli cervelli…

Ho detto tutto.

Come va adesso, insomma?

Meglio che non lo sappia. Non voglio fare la fine di Rocco Siffredi. Quella di Rocco non deve essere una gran vita. Sì, sta sempre a scopare ma, a differenza di me, non crede più a niente.

Eh già. Dove la troverete una testa di minchia come la mia? Non ce sono più in giro, abbiate fede.

Guardatevi attorno, sì, è un mondo andato a zoccole.

 

di Stefano Falotico

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