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WHEN THEY SEE US, il devastante pugno allo stomaco di Ava DuVernay, un plateale, giustissimo j’accuse potentissimo


02 Jun

amici de filippi

Stronzata del giorno:

Massimo Giletti è in verità Richard Gere. Come no?

Invero, vi è poca Felicity quando si incontrano donne stronze come la Huffman se siete solo piccoli grandi uomini come Dustin Hoffman.
giletti gere

Programma di educazione civica

Introduzione: nella mia vita ho sempre sognato di essere Bruce Willis di Trappola di cristallo ma non avrei mai immaginato di essere Die Hard.

Inno alla monumentale resilienza di un uomo che combatté l’ipocrisia delle persone e ora non gli danno neanche la medaglia al valore.

Che umanità di scarso cuore, che pusillanimità di gente dall’infido decoro, che persone perfide. Ma, come un infrangibile porfido, come un inscalfibile diamante pietrificato da questi uomini di pietra non più mi fido e proseguo nella mia (r)esistenza da costoro, gli impostori, domata eppur indomabile. Recalcitrante alle loro reprimende, non faccio ammenda dei miei sbagli e or tutta la scabrosità rammento. Per filo e per segno.

In quanto, come la strofa di una celeberrima canzone di Donatella Rettore, son sempre più splendido splendente. Anche se sempre meno i soldi spendo, mie scrofe.

Perché son parco? No, perché non ho il portafoglio dei porci.

Sì, chi da piccolo adolescente non sogna di essere come lo spaccone spacca-tutto Bruce Willis?

Uno alla Demi Moore che gliela dà facile perché con quella faccia da schiaffi qualsiasi sventola vorrebbe sigillarti duramente e in maniera eroticamente, sensualmente cristallina nel grattacielo delle sue svettanti, muliebri forme vertiginose, armandoti, no scusate, amandoti nella lietezza impudica e idilliaca di una stanza da letto calda e accogliente, motteggiando e “notteggiando” sulla bellezza morbidamente vellutata della vita graziosa, Già, dopo aver con codesta femmina provocante e maliarda, oserei dire piccante e delicata, fatto l’amore in modo smagliante con la sigaretta in mano fumante tanto stuzzicante e ancor ribollente del profumo delle pelli fragranti, roventi da amanti ardimentosi e ardenti, ti senti un uomo fra le labbra al dente che conosce l’odore del proprio sangue focoso e fremente.

Ma nella vita capisci che, più che unbreakable, potresti anche essere Glass e i tuoi occhi, a causa di troppe delusioni provocateti da donne apparentemente languide, inumiditi e tristemente illanguiditi, come vetro di Murano son ora incorniciati alla tua bella statuina di cera legnosa come il mogano. Non amate le donne dolciastre di glassa.

Sì, dopo pene d’amore e patimenti, dopo tante botte perpetrateti, prima eri un uomo spiritoso con la battuta perennemente pronta al vetriolo. Adesso, langui ruvido come carta vetrata nella solitudine più vana soltanto per colpa di una per cui eri follemente innamorato con la quale bramavi di giacere smutandato sul divano, che t’ha lasciato in verità soltanto malinconicamente esterrefatto perché solo, non tanto sola soletta, un altro si è fatto, rifilandoti la sola…, lasciandoti fritto e sposato, no, spom… to.

E t’ha pure diffamato, in parole povere sputtanato.

Oramai la frittata è fatta.

Ecco allora che, se non riesci a reggere alla batosta pazzesca, potresti trasmutare arrabbiato in James McAvoy la bestia, irosamente proteso verso un(a) life style manicomiale da hater con multiple personalità animalesche, poco sane e sante. Cristo santo!

Nuovi Anthony Perkins di Psycho pullulano infatti nelle strade e tu li adocchi malevolmente, giudicandoli frettolosamente in un gioco altrettanto a sua volta ipocrita di voyeurismi più scandalosi dello sguardo penetrante di Hitchcock Alfred.

Un’umanità mortificante qui infernale vive e arde fra bruciati uomini essiccati, no, eccitati solo dalla virtualità di sogni mostruosamente proibiti da piccolo-borghesi psicologicamente repressi e castrati che, di giorno lavorano rispettabilmente, e di notte si dimenano in webcam furiosamente.

A molti di voi è successo questo, lo so. Chi dice donna dice danno. E chi dice amici spesso non sa che questi si fingono dolci mici e invero son soltanto infidi nemici. Guardatevi le (s)palle da questi guardoni, da questi indagatori della biancheria intimissima della vostra vita fighissima e dunque allo stesso tempo sfigatissima.

Poiché gli uomini e le donne belle son tanto corteggiati quanto parimenti odiati e invidiati.

Così, fra una Giada con gli occhi da gatta, non una gatta con gli occhi di giada, che ti ha trattato da Bambi, tradendo la tua durezza e purezza con un ragazzo che farebbe a tutte le altre ribrezzo e baci di Giuda falsamente amichevoli di gente che doveva esserti a fianco nel momento del bisogno e invece t’ha sfiancato nel fondoschiena come un incazzato bisonte, cornuto e mazziato, beffato e trombato dalla vita non più briosamente e calorosamente ammicchi poiché totalmente ammaccato, avvilito nell’animo sconsolato, spappolato, probabilmente solo immobilizzato dalla caudina forca d’una società ove tutti fanno i fighetti ma in realtà davanti t’allisciano e da dietro, appunto, te lo rifilano, facendoti a fette come Ava DuVernay sostiene a tamburo battente in When They See Us, miniserie stupenda, cattivissima e verissima, ove denuda il marcio d’un sistema fascista assai svelto e qualunquista, in cui  sputtana magnificamente e non tanto allegramente questa cultura trumpiana da deficienti come fosse un’infoiata Spike Lee che dà pugni alle bugie più bruttamente silenti, rompendo a chiunque le ossa parimenti al mitico Bruce Lee e anche a Lenny Bruce, polemista e umorista pure fancazzista, scardinando dalle fondamenta questo sistema burocratico e istituzionalmente inconsistente che vuole arrivare immediatamente a conclusioni affettate, no, appunto affrettate, per chiudere ogni caso, insabbiando ogni porcata mai vista.

Un sistema ove le verità capovolte vengono rigirate a piacimento, che abbatte i ragazzi più stupefacenti e sognatori, un sistema ignobile che va combattuto con tutta la forza grintosa di John McClane, colui che è per antonomasia un genio menefreghista.

Non chiudetevi in casa. Fate ora del casino se avete subito un torto, un bullismo di troppo, una prevaricazione, un’altra sconsiderata esagerazione.

Denunciate, non fatevi intimidire, non fate il loro lurido gioco. A questi non dovete dare più spiegazioni.

Ai criminali va sbattuta in faccia solo una morale lezione da far loro davvero molto, molto male.

Quanti altri casi di ragazzi innocenti, i quali hanno solo avuto la colpa di ribellarsi vivamente ad adulti imbecilli già morti dentro, vedremo semi-lobotomizzati, che ne so, in un centro di salute mentale a venir imbottiti di farmaci semplicemente perché chi sapeva, che schifo, è stato zitto e chi ha combinato quest’orrore, oh mio dio, ancora dietro profili falsi provoca per reiterare il suo crimine orrido?

Oh Signore! Abbi pietà di loro.

Quante altre persone saranno incarcerate per la rapidità sistematica, appunto, di un mondo che vuole vederci chiaro subito e invece, oltre che invisibilmente omertoso, è stato biecamente appunto mostruoso e più criminoso dei sospettati, indagati, processati e dunque rovinati? Ma li salveremo.

Sì, sono cinico come John McClane.

Un idiota, appunto per provocarmi, disgustato dalla mia onestà intellettuale e psicofisica, mi ha da poco scritto: ma perché non ti ammazzi, ti sei mai chiesto perché esisti?

Esisto perché innanzitutto son più bello di te, so che ti girano le palle ma fottiti pure, quindi esisto perché, quando si commette un delitto perfetto, calcolato nei minimi dettagli, potresti non aver previsto l’insospettabile testa di cazzo che non butti giù neanche con le cannonate.

Questo scritto è dedicato a tutti quelli che stanno aspettando? No, hanno aspettato troppo prima di reagire. E poi hanno dato di matto, passando appunto per matti quando i pazzi erano gli altri.

A quelli danneggiati da gente, come impazza di moda oggigiorno in tale collettivo impazzimento e (a)sociale rincoglionimento, che manda commenti anonimi con cui offensivamente va crudelmente, sadicamente a parare puntualmente sulle più triviali, puttanesche battute sessuali volgarissime, ironizzando beffardamente ove non si dovrebbe mai scherzare e spingersi troppo con far becero e osceno.

Sì, un po’ del John Rambo e del McClane John ce l’ho eccome.

Pure profumato…

Carissimi, miei teneroni, son qui con questa epistola a illuminarvi ancora. Finitela con le vostre rivalse, i vostri odi, i vostri insulti da facinorosi e machi da quattro soldi. Basta con le pistole e i moralistici pistolotti.

Ora mi vedete? Cosa vedete?

Uno da prendere di nuovo pel culo o uno contro cui non vi sareste mai dovuti mettere? Basta la verità omettere. Che vi fa pelo contro pelo? Che palle!

Accendiamo la lucina nel vostro cervello malato della seconda che ho detto?

Amici e fedelissimi, vi dico questo perché oramai, ne ho viste così tante, che so come va il sistema.

Quello che persone molto stupide ancora non sanno è invece questo: non amavate gli uomini liberi e vi divertiste a provocarli vigliaccamente per incriminarli ingiustamente, convinti che ogni cosa si sarebbe sistemata per dormire vostri comodi, sereni sogni tranquilli.

Sì, il sogno è bello finché a casa vostra, fra pochissimo, non verrà recapitata di primo mattino una nuova chiamata in tribunale.

Che simpaticissima sveglia.

Cazzo.

Come diceva l’uomo a cui molte persone si rivolgono di domenica nelle loro fintissime preghiere farisee: Qui habet aures audiendi, audiat.

Come dice chi non ha bisogno invece di studiare a menadito il Latino per essere un Dio barbaro: la vita è come una scatola di cioccolatini. Può capitarti anche quello che ti fa giustissima-mente vomitare perché hai capito che sei una merda.

E stavolta t’ha inculato lui, demente. Svuotandoti e lasciandoti come uno stronzo.

Adesso, per piacere, levati dai coglioni.

facebook willis die hard

 

 

di Stefano Falotico

Facebook e le (a)mici(z)ie


14 Apr

Allora, basta!!!

Bisogna, ivi, cancellare un mucchio di contatti che non servono a nulla. Gente dispotica, di spocchia, maldisposta, da mal di stomaco, altezzosa, senza alcun nobiliare attes(t)a(to).
Gente di poco conto e pochi coiti, gente da colite, stronzi di colica, folle accolita, gente che beve a collo e va accoltellata.
In corso, dunque, una chiara eliminazione dal mio sis(te)ma dei file non necessari, in(f)etti, portatori di letali virus alla mia a(ni)ma.

Così sia scritto, così sian (s)fatti, van cancellati immantinenti, dopo il matt(in)o.

Mi rendono un martirio.

Stop, bloccarli!

Basta(rdi)!

Genius-Pop

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