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Sigourney Weaver, indubbiamente, in Alien soprattutto, era una gran figa


16 Mar

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Ah bona!

È meglio Ridley Scott (Gucci biopic coming soon) o il compianto fratello Tony? È meglio Shakespeare, Kenneth Branagh o il funambolico, stravagante artista tout-court Falotico? Chissà…


21 Aug

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suicidioNo, non credo. Dopo un parziale giovamento, un inaspettato ringiovanimento, sento onestamente che sto morendo. In realtà, lo sto sentendo dall’età di tredici anni, non so neanche come, per miracolo, sia riuscito ad arrivare fin qua.

Ma me ne sto andando e, se già poco sentii la necessità di stare assieme agli altri e vivere quella che, volgarmente, viene definita socialità, alla mia età ho/avrei solo bisogno di vergare il mio residuo sangue nel trascriverlo di ultime, lapidarie memorie. No, non morirò in odore di santità poiché vergine non lo sono più dal 2003. E n’è passato, peraltro, da allora di tempo. E ne vidi tante.

Tre, forse quattro. Cinque e mezzo se consideriamo un capezzolo succhiato, una caviglia leccata e una mezza fighetta, no, sfigata da me subito sfanculata ma comunque, per pietà e grazia ricevuta, semi-baciata.

Fulgore, dolore, mormorii di restaurazione, illusione di salvazione. Amore o forse deperimento nella vita carnale che inganna ogni sacro pudore, traviandolo perdutamente nella più miserrima perdizione.

Giornate tumultuose, giornate in cui il tempo mio rinasce sempre più splendente. Macché. Come no…

Ma quale furore!

E, (non) inorgogliendomi sul finire di tale estate per me, sino a questo momento, entusiasmante, sorprendente ed estatica, ancora passeggio qualche volta malinconicamente nel rimestare le angosce ancestrali della mia anima che, dal mio ventre, no, dal mio profondissimo dentro, dopo tanto tenero, tenebroso e tetro essersi auto-sigillata in un caduco, quasi canuto eremo, è rifiorita come un’alba fulgidamente nitida che or asciuga ogni mio trascorso, crepuscolare tormento.

Applauso! Ah ah.

C’è poco da ridere. Ho davvero poco da vivere.

Paio Bruce Lee che, qualche giorno prima di andarsene, in cuor suo, come si suol dire, avvertì il tintinnio assai vicino della morte. Che presto sarebbe giunta a fargli visita. Spegnendogli ogni agonia. Sì, va bene, spegnere è transitivo. Io mi spengo, tu mi hai spento. Gli altri, più bastardi di te, ti spegneranno. Quindi, un cero accenderemo tutti assieme. Prima, ceneremo? Ah, le ceneri. Le feste, le felicitazioni, a tutti auguro condoglianze serene.

Con distinti saluti! Brindiamo, sì, alla salute.

Sì, oggi dovevo ricevere la prima bozza riguardante l’editing della mia nuova opera letteraria, provvisoriamente intitolata La leggenda dei lucenti temerari, per la quale firmai, un paio di settimane fa, un rinomato contratto editoriale.

Non posso ancora svelarvi quale casa editrice pubblicherà tale mio imminente, per l’appunto in via di pubblicazione, romanzo allestito secondo un personalissimo stream of consciousness. E come potrebbe essere altrimenti, data l’espressione stessa del flusso di coscienza che rende la scrittura così creativa e agganciata quasi esclusivamente alle sue sciolte sensazioni interiori riesplose e diveltesi svelte? Sveltamente, dobbiamo essere celeri. Acceleriamo! Ve l’ho detto, sto deperendo a vista d’occhio, sto sinceramente morendo e mi pare che la farsa filodrammatica allestita attorno alla mia persona sia stata già dimidiata, oserei risolta. Nessuno dalle sue colpe va assolto, in principio io, principe a cui fu concesso il lusso di non lavorare mai salariato, bensì a cazzo mio, io, responsabile involontario della mia funerea, tristissima depressione subito deflagrante in un perpetuo addio. Perentorio e spero grandioso.

No, non sono permaloso né malmostoso. La vita è costosa e io non ho più voglia di scervellarmi per prenderlo in culo da chi, per trombare, scopa pure le sue donne male a terra. E le sfrutta senza neanche offrire loro, prima del “dolce”, la frutta. A questi qui io caccio un rutto. Sono tutti brutti.

A scopo informativo, didattico e da tramandare ai posteri, questo mio scritto non dovete cagarlo.

Buttatelo nel cestino e poi pulite il pc, usando CCleaner o solo il WC Net.

Anche in questo siete inett’? Quasi quanto del demente di Nolan. Finalmente, stando ai primi responsi della Critica d’oltreoceano, in molti hanno capito che non solo Tenet sia un film più brutto di Inception, bensì hanno pienamente compresso, no, compreso che Robert Pattinson non scherzi in quanto a impresentabilità estetica quando non viene imbellettato da un visagista dei divi.

Io scrivo!

Affinché non accadano più brutture e orrori di questo genere… umano schifoso.

Ah ah! Secondo applauso! La folla è in visibilio. Io meno.

Son perfino a me stesso inviso.

Sono un moderno Ulisse che dopo una mia interminabile Odissea, osteggiato da dei figli di Troy, fu scambiato per Ettore e invece forse è più bello di Brad Pitt, forse soltanto è assai simile a Edward Norton di Fight Club oppure rappresenta una versione nostrana, sfigatissima eppur indubbiamente carismatica d’un Tyler Durden ante litteram e, a differenza di tal cafone borderline, è molto più acculturato e letterato sebbene decisamente meno palestrato?

Mia madre adora i mobili dell’IKEA, non ha mai letto in vita sua un solo libro di Chuck Palahniuk e va matta per gli oggetti in semi-cristallo di Swarosvki. Di mio, dopo aver vissuto per molti anni come una bambolina matriosca, dopo essere stato scambiato per un leninista-stalinista, più che altro fancazzista da gente lavoratrice solo di bullismo, sì, fui un abitante più che a Mosca in una cameretta con qualche mosca, dopo essere stato preso per un radicalizzato delle sue ansie più fanatico dei musulmani alla moschea, continuo ad adorare The Fly di Cronenberg e penso seriamente che, ripeto, se Christopher Nolan, viene paragonato a Kubrick, io batto Charles Bukowski solamente tutt’ora emulando il grande Lebowski.

Scrivo per Daruma View Cinema. E fui il primo, nella tarda notte di ieri, cioè di stamattina, a dare la notizia in Italia secondo cui Ridley Scott dirigerà Gucci. Un biopic con un cast da brivido, da far paura perfino ala strega di Biancaneve.

A interpretare Patrizia Reggiani vi sarà con tutta probabilità Lady Gaga. Secondo me, una donna bellissima. Sexy da morire sebbene, quando viene mal fotografata, può/possa apparire come Anna Mazzamauro che cerca di sedurre un uomo per niente fantozziano, ovvero Bradley Cooper.

Allora, chiariamoci, fringuelli. I capolavori di Ridley Scott sono tre e basta.

Cioè I duellantiAlien e Blade RunnerChi protegge il testimone vale vale solo per la milfona Mimi Rogers, l’ex di Tom Cruise.

Il gladiatore è un film assai sopravvalutato e non comprendo a tutt’oggi perché Russell Crowe abbia voluto vendicarsi di suo fratello Commodo. Uno che ebbe sempre una vita comoda e sposò la sorella di Keanu Reeves di The Devil’s Advocate. Non poteva chiedergli l’asilo, essendo in questo film, eh sì, Phoenix un eterno bambino, offrendo il suo reddito di cittadinanza a sua moglie che, in cambio, in segno di riconoscenza, diciamo, gli avrebbe fregato l’anima e soprattutto la voce di Luca Ward?

Connie, mah, io conoscevo il cane Lassie e Liz Taylor dagli occhi viola ma Brigitte Nielsen, no, Connie è rossa assai più caliente della moglie di Ridley Scott stesso, ovvero Gian(n)ina Facio. Una che stette anche con Rosario Fiorello, il quale amò (si fa per dire) un’altra rossa di fuoco, Katia Noventa.

Mentre la Facio (io, invece, chi mi faccio?), nel Gladiatore, ebbe lo stesso figlio avuto da Roberto Benigni e Nicoletta Braschi ne La vita è bella. Interpretato da Giorgio Cantarini.

Eh già. Peccato però che, nella vita reale, Nicoletta sia sterile e Roberto la butti in farsa come nell’appena menzionativi suo film oscarizzato, facendo ancora Il piccolo diavolo e recitando l’Inferno di Dante…

Cantarini, alias Giosuè Carducci? No, Orefice. Però senza soldi per fare il gioielliere mentre Fiorello regalò i suoi gioielli a tutte di “Karaoke”, storpiando… la nebbia agli irti colli, piovigginando sale e, sotto il maestrale, urla e biancheggia il mare…

L’italiano medio non ha mai capito il senso di questo ritornello da Fiorello “adattato” in maniera sensuale, vero? Ah, d’altronde cosa ci si poteva aspettare dall’Italia? Un “Belpaese” ove la gente andava fuori di testa per Stranamore e rideva per o famo strano detto da Claudia Gerini, burina mai vista, di Viaggi di nozze.

Credono tutti al matrimonio. Sì, anche al mercimonio quando la moglie si dà al pinzimonio…

Povero Alberto Castagna, scoperto in castagna, per l’appunto, dalla sua ex moglie. Che lo scoprì a letto con Francesca Rettondini. A lei venne un infarto, no, rischiò solo di morire di crepacuore, a lui invece, purtroppo, capitò un mortale aneurisma. E capitombolò.

La Rettondini invece fece tombola e, coi soldi incassati dall’eredità intascata senza battere ciglio, le sopracciglia si rifece, non solo quelle, e frequenta ancora gente di “risma”. Capisc’ a me!

Non sono cazzate queste che vi dico. E Tony Scott non fu affatto un cazzaro.

In verità, se proprio devo esservi sincero, a me il Cinema di Brian De Palma piace perfino di più rispetto a quello del mio amatissimo Martin Scorsese. È folle, romantico oltre ogni dire, visionario come me. Non ha paura di nulla. Neppure di spingersi troppo oltre.

E, a prescindere da Artemis Fowl, sul quale comunque si può a lungo discutere, credo fermamente che Kenneth Branagh sia un vero genio.

Inserisce e infila Dave Gahan dei Depeche Mode con la grande Policy of Truth nel suo trailer di Assassinio sul Nilo e al contempo, nel film medesimo, recita anche nella versione originale con accento francese da Hercule Poirot che conosce a memoria un inglese per eccellenza, vale a dire William Shakespeare.

Di mio, tendo a scrivere libri di quasi 500 pagine che saranno letti da gente che mi stima e, alla pari di me, viene presa per il culo da chi è “sano”, cioè un professore dei miei stivali che della vita non ha mai capito niente.

Secondo me, costui è un coglione come Michael Douglas di Rivelazioni.

Ne vogliamo parlare poi di tanti medici? Per diagnosticare la celiachia a mia madre, impiegarono due anni. A questo punto, è meglio fare i modesti impiegati del catasto. Abbasso le caste!

La celiachia, fanculo la geriatria, la genealogia, la genetica, la fottuta psichiatria e il demente psicologo da cui va a farsi inculare, no, curare quella zoccola di merda di tu’ zia!

Per diagnosticare il “male incurabile” di Nanni Moretti, in Caro diario, vi misero infatti così tanto che, nel frattempo, a lui venne il fegato più amaro del finale devastante del Pasolini di Abel Ferrara.

E un magone più grande di quello da lui sottilmente, mirabilmente espresso nel film suo appena citatovi in cui omaggiò Pier Paolo con la sua memorabile, assai toccante scena del litorale di Ostia…

No, non sono furbo, non vedo il mondo da una prospettiva sbagliata, non sono un diverso.

Sono io. E certa gente, prima di dare fiato alla bocca, avrebbe dovuto capire assai prima chi io fossi.

Perché, quando mi arrabbio come Pasolini, succede veramente un gran casino.

Uno come me è “giusto” che sia odiato e invidiato a morte. Soprattutto da sé stesso. Io cerco di migliorarmi perennemente. Voi, mi raccomando, cari raccomandati, cercate di scrivere e dire ancora più stronzate e sarete laidi ma maggiormente stimati e amati.

Da chi? Vi seguono in tre miliardi di persone? E allora? Tutti falsi, tutti irreali.

In fede, un ateo e uno che non c’è più e presto neppure fisicamente vi sarà. Sarà morto clinicamente parando.

Finisco con una mia classica freddura à la Clint Eastwood:

– Lei cosa fa nella vita?

– Io, il pescatore?

– Lei, invece?

– Lo scrittore.

– Lei?

– Niente.

– Meglio.

– Lei?

– La prostituta.

– Cazzi suoi.

– Lei, signor Falotico, che fa?

– Faccio quel che posso quando la mia lei può. Non posso?

 

E, su questa sparata, scivolo ove so io.

Volete sapere dove?

Ve l’ho detto. Siete più ritardati di quel che pensai e penso.

Nella bara.

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di Stefano Falotico

Stasera andiamo di poesia: non m’importa nulla dei film preferiti di Tarantino, ecco invece i miei insospettabili


04 Apr

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Sì, ogni anno Quentin Tarantino vi ammorba con la lista dei suoi film preferiti della passata stagione.

Ora, non voglio discutere su Tarantino e Dio abbia in gloria Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown.

Ma c’è poco da dire. Gli altri suoi film sono disorganici, cinematograficamente dislessici, illuminati da scene meravigliose alternate a un potpourri di stronzate sterili.

Sì, mi divertii anche io col misogino bastardo Stuntman Mike/Kurt Russell di A prova di morte.

E, in Bastardi senza gloria, la scena della taverna varrebbe da sola il prezzo del biglietto oltre a un Christoph Waltz titanico e spaventoso.

Kill Bill è bello solo nella scena finale con l’epica frase pronunciata da un Michael Madsen che, stranamente, recita per pochi secondi come Marlon Brando di Apocalypse Now. Cagandosi però già nelle mutande.

Ma il finale invece del capitolo due fa ribrezzo. Non soltanto a Sergio Leone di C’era una volta il West ma anche a Ken il guerriero.

E non basta riciclare la colonna sonora di Ennio Morricone de La cosa per The Hateful Eight al fine di spacciarsi per eredi leoniani.

Un filmaccio infarcito solo di dialoghi ove il formato 70mm Panavision c’entra come i cavoli a merenda per un kammerspiel quasi totale.

Dov’è la Monument Valley di John Ford? Che senso ha allargare le immagini quando ci si trova in un posto così ristretto e angusto in cui, peraltro, Tarantino gira in maniera poco mozzafiato, tediandoci con uno splatter sanguinolento che, per l’appunto, non è per nulla funzionale alla catarsi a differenza del Cinema di Carpenter?

Insomma, fa cagare.

Non parliamo poi di C’era una volta a… Hollywood. Bischerata tremenda ove Margot Robbie, più che assomigliare a Sharon Tate, sembra una valletta. Sì, è bella. E quindi? Che c’azzecca con l’ex moglie di Polanski?

Chi definisce C’era una volta a… Hollywood un capolavoro, ah ah, è meglio che capisca che cosa sia l’etica, l’estetica e anche la f… a.

Ridley Scott, dopo Black Rain, girò mezze schifezze. E Il gladiatore è il film più sopravvalutato della Storia, non solo romana.

Allora! I capolavori veri di Scott sono I duellanti, Alien e Blade Runner.

Poi, come ben affermò Gianni Canova, straordinarie scene qua e là in tante pellicole esageratamente pompose, retoriche, mal amalgamate.

Un po’ come Christopher Nolan. Ripeto, a costo di apparire pleonastico e antipatico, Interstellar dura cinquemila ore ed emoziona solo nei cinque minuti finali.

Dove cazzo lo vedeste il capolavoro? A proposito, Anne Hathaway è ancora persa nello spazio? Se sì, non mi spiacerebbe esserle il suo “alieno” mentre indossa un paio di slip striminziti come Sigourney Weaver.

Sì, sono un uomo intergalattico, amante dei buchi neri esplorati non soltanto da Stephen Hawking, bensì da ogni eterosessuale maschile desideroso di mitragliarvi come in Black Hawk Down.

Ah, per molto tempo fui la lindezza e l’innocenza fattasi carne. Cioè un uomo affetto da disturbo ossessivo-compulsivo come Nic Cage de Il genio della truffa.

Mi diedero del criminale, quasi dell’American Gangster perché fui un cannibale solo di me stesso.

Altro che Hannibal. Peraltro, non vorrei dire. Lecter sarà pure uno psichiatra geniale che sa entrare in ogni mente col solo potere dell’intuito bestiale ma, a coiti fatti, no, a conti fatti… rimane un coglione.

È l’unico uomo che riesce, infatti, a ipnotizzare, grazie al suo carisma animalesco da uomo di pazzesco intelletto, sì, Julianne Moore.

Alla fine la lascia scappare. Insomma, come si suol dire, un uomo che sa entrarti dentro subito.

Dappertutto, nell’anima e nel cuore ma non tanto in quella zona molto sensibile quasi quanto Jodie Foster ne Il silenzio degli innocenti. Donna tutta d’un pezzo e lo seppe Miggs/Stuart Rudin.

Ora, a parte le cazzate, adoro questa scena. Quando si aprono le acque…

Qui c’è la poesia, ragazzi e ragazze.

E poi, lasciando stare Scott e le cotte, ne vogliamo parlare di Balla coi lupi?

Chiedete anche al Kevin Costner di Open Range come si giri un western coi contro-cazzi.

Il Cinema è sogno ed è forse oggi perduto nelle purezze estinte di un sommerso nostro mondo eclissatosi in Atlantide.

Sì, a quarant’anni sono ancora un adolescente. E, se vivrò ancora a lungo, lo sarò anche quando un prete alla The Irishman mi darà l’estrema unzione o mi ricorderà che presto, anziché Natale, sarà Pasqua.

Sono oramai in disaccordo con quasi tutti i critici dei quotidiani e della rete. Ce l’ho spesso anche contro il mio amico Federico Frusciante.

Dai, Fede, non si può dire che Freddie Mercury non fosse un genio. Se poi, amico, vuoi mantenere un profilo cazzuto da uomo che non si fa fottere mai, stai mentendo.

D’altronde, chi non vorrebbe vivere per sempre?

Solo nella fantasia, gli uomini e le donne si ricreano. Altrimenti c’è il progressivo spegnimento emotivo, l’abitudinaria routine d’una vita piatta e borghese, mestamente corretta, dunque orrida.

Anche Cristoforo Colombo fu un sognatore.

Dunque, quali sono i miei film preferiti? Non lo saprete mai poiché non mi va di dirvelo.

Così è. Amen.

 

di Stefano Falotico

Tu dici? Dica duca, duca dica, molta gente non può amare Stranger Things, sapete perché?


03 May

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Sì, ho visto The Judge. Con un grande Robert Downey Jr.

E quando mai non è grande? Lo è sempre stato. Anche nelle commedie adolescenziali degli anni ottanta ove sfoderava il suo faccino pulito eppure già furbetto. Essendo troppo furetto, cadde in catalessi, in vie traverse s’infilò e, per un po’, Hollywood non se lo cagò.

Lui perfino si drogò, in carcere finì e parse finito. Ah, uno come lui, vi pare normale?

Sì, dalle sbarre d’acciaio, da quello che sembrava uno spietato Verdetto finale e una carriera evaporata in Bolle di sapone, il mitico Robertone divenne Iron Man, dunque un gran riccone molto piacione.

Una vera resurrezione dopo il pessimo film Restoration. Robert smaltì anche i chili di troppo dovuti agli psicofarmaci e alle sue luculliane cene ai ristorantoni assieme a quelle brutte compagnie di magnoni e e di qualche magnaccia. Mangiò tanto, mannaggia!

Ma tornò a essere uno dei migliori attori della sua generazione come i più pregiati Wonder Boys.

Che personaggione! Sì, foste troppo faciloni a dargli del coglione e del troione, miei cafoni, perché Robert vi smentì da gran signore e straordinario attore.

Camaleontico, lui cambiò registro perfino del suo indagato ingiustamente accusato di esser stato tropo presto trombato e divenne Sherlock Holmes. La sua caduta non era elementare manco per il cazzo, miei Watson.

Ecco, direi di soffermarci proprio sull’investigatore creato da Arthur Conan Doyle.

Alzi la mano chi non lo conosce? Ah, lei non lo conosce? Be’, certo lei conosce soltanto i gialli alla Agatha Christie dei programmini della tv come Chi l’ha visto. E poi, dopo queste sue notti nere, si sveglia al mattino e torna a far la commessa alla Conad. Ma quale Conan Doyle!? Lei non conosce nemmeno Arnold Schwarzenegger il barbaro. Di nome lei fa Barbara, però. E va in giro, fra un amante e l’altro, conciandosi come la squillo Jane Fonda, alias Barbarella! Ah, che bellezza…

Sì, in Italia vanno forte questi reportage televisivi da Zodiac dei poveri ove il criminologo della mutua Meluzzi avrebbe da dirne anche sulla mia condomina del settimo piano di cognome Luzi.

Imputandola del crimine di aver rubato una mela alla Coop. Suvvia, era solo una melina, una meluzza. Forse un melone, mio capoccione!

In Italia sono tutti santi, esenti da peccati e senza scheletri nell’armadio. Invero, qui vedo pochi sani di mente ma molte donnette che, stravaccate sul divano, mangiano le mentine, sanificando le loro frustrazioni nell’ammirare Richard Gere di Pretty Woman.

Donne che vogliono essere come Julia Roberts e vestono firmate Calzedonia.

Ieri, ad esempio, una della mia età, quindi vicina alla quarantina, ha scritto che su Facebook stava guardando I Goonies per la prima volta in vita sua.

Costei ha mai avuto un’infanzia, essendo stato l’appena succitato film di Richard Donner uno degli imprescindibili must di ogni infante?

No, è una donna che non conosce Richard Donner, ama appunto Richard Gere e già a 15 anni perse la verginità con l’Arma letale di un burino poco Superman.

Comunque, a 8 anni, sì, fu una sognatrice che idealizzò il suo falco della notte come in Ladyhawke, può essere. Però la purezza durò meno del suo primo rapporto sessuale assai dimenticabile, una sveltina impercettibile.

Sì, già in prima media conobbe un suo coetaneo alquanto precoce che, con lei, poco dopo ma molto porco e affatto calorosamente parco, fu Furia cieca a letto. O forse dietro i cespugli di un parchetto oppure con la luna piena in un parcheggio.

Tanto furioso che dopo tre secondi… ho detto tutto.

Ed è per questo che tale donnetta non può apprezzare Stranger Things poiché la sua vita è stata sempre troppo pratica, materialisticamente già molto sviluppata e soltanto adesso, come una Marina Ripa di Meana sui generis e degenerata soprattutto, scopre il suo Ritorno al futuro. O no?

Non lesse la più bella, adolescenziale letteratura detection, non guardòTorna a casa, Lassie!, è sempre stata lessa, non vide Piramide di paura, non giocò nemmeno con la Barbie perché Toys secondo questa qua è un brutto film ed era già in cerca del suo Big Jim da femminista Demi Moore di RivelazioniToys è comunque la pellicola peggiore di Levinson. Su questo io e lei concordiamo?

Sì, una donna indirizzata prematuramente al Michael Douglas più sessualmente allupato e semi-maniaco come Sharon Stone di Basic Instinct.

Ah, i suoi amanti son tutti stati dei Bandits da strapazzo. Neppure boni sebbene lei sia sempre stata la loro “colonna sonora” alla Bonnie Tyler di Total Eclipse of the Heart.

Lei, molto opportunista, con tutti andò ma prima o poi incontrerà un Wizard of Lies e ho detto tutto.

Oppure, nonostante i consigli paterni, potrebbe trovare suo marito coinvolto in uno scandallo alla Paterno.

Sì, davvero. Non sono misogino e misantropo. Ma sono stufo di questo Cinema “adulto”. Invero soltanto adulterato in storie di adulteri, (s)figate e cazzi che non m’interessano.

Almeno, fossero storie disperate come Attrazione fatale. No, trattasi di vicende mielose da Gabriele Muccino, di film mielosi da Moccia, con trame da mocciosi che si credono cresciuti.

Ah, cresciuti lo sono. Troppo e malissimo.

E la dovreste smetterla di accanirvi su Stranger Things. Ché è una strepitosa serie. Sì, verissimo, scopiazza da tutto il Cinema prima maniera di Spielberg, da Joe Dante, perfino da Alien e compagnia bella.

E quindi?

Vedete, voi potete dire quello che vi pare su di me. Ad esempio che io sia matto.

Dite? Ne siete estremamente sicuri?

No, dico, come diceva Totò, mi dica duca, duca dica.

Si ricordi però che sono il Principe e pure L’imperatore di Capri.

Signori si nasce e io modestamente lo nacqui.

E, se dico che Stranger Things è figo, così sia scritto e così sia fatto.

di Stefano Falotico

Ci siamo scordati di Woody Allen, incorreggibile: meglio un uomo cupo che uno stupido, meglio la pornografia noir alla socialità “light”


03 Feb
YEAR OF LIVING DANGEROUSLY, Sigourney Weaver, 1982, (c) MGM

YEAR OF LIVING DANGEROUSLY, Sigourney Weaver, 1982, (c) MGM

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Sì, lo so. Chiedo venia. Chiedo anche vene. Mi avete dissanguato. Vado ora a comprarmi il cappellaccio da stregone alla Rocky Balboa e canterò questa canzone… del Carosone, miei uomini da strapazzo ancora fermi al Carosello. Sotto al lampione, ma quali banane e lamponi.

e passa e spassa sotto a stu balcone ma tu si guaglione tu non cunusce i femmene sei ancora cu si giovane tu si guaglione…

No, purtroppo io conosco le femmine. Tant’è che, a forza di conoscerle, stavo diventando effeminato. Come si suol dire. Mi ero talmente immedesimato, trasfuso, condiviso da rischiare la fine di Almodóvar.

Le donne erano sull’orlo di una crisi di nervi. Io sull’orlo di una crisi di cervi. Sì, da fanatico del film Il cacciatore, dopo tutto quello scombussolamento, avevo la testa, e non solo quella, fottuta. Dovevo giocare alla roulette russa. E smetterla con tutte quelle sottane. Mi stavano drogando di bambinate. Mi stavano invogliando a leggere Moccia.

È lapalissiana la mia incontrastabile misoginia, la mia misantropia incurabile, la mia genialità ovviamente disturbante i piccolo borghesi banali e perbenisticamente nauseanti, la mia schizofrenia inculante, il mio uomo allunato che piace agli omosessuali strafottenti e allupati a cui caccio un pugno tonante, il mio sarcasmo galoppante e le vostre arteriosclerosi devastanti.

Sì, è stato tutto chiarito, acclarato nero su bianco.

Ah, il noir. Cosa c’è di meglio se non gustare in solitudine un giallo di Agatha Christie lontano dai poveri cristi che fanno i piacioni come Hayden Christensen? Un bel biondino. Sì, anche uno stupidino.

Mah, di mio, credo di essermi sparato qualche sega semmai su Helena Christensen da vero cuore selvaggio alla Chris Isaak. Sì, Chris è un bel nome, come Walken Christopher. Colombo Cristoforo invece no. Era un illuso quel Colombo, ha fatto la scoperta dell’America. E manco quella perché fu il Vespucci.

Sì, secondo me la storia è questa. Quell’Isabella di Castiglia scopava poco e aveva trovato l’italiano Cristoforo. Uno dal sangue caldo col suo “mandolino”. Colombo accettò di trombarsela a costo che lei gli comprasse le caramelle. No, le caravelle. Santa Maria! Comunque, alla Sigourney Weaver di 1492 – La conquista del paradiso anch’io avrei dato una botta e non solo una. Ma soprattutto a quella di Alien. Ottima passerona in quel film con quegli slip da Intimissimi.

Alien dura circa due ore ma per me furono tre. Verso il finale, quando Sigourney si spoglia, ricordo che misi in pausa e mi alienai dal mondo, tirandomela di brutto per sessanta minuti. Sì, c’è il film col Cage. Fuori in 60 secondi. Io, dopo aver carburato con una masturbazione al diesel, eiaculai col turbo dopo un’ora circa. Con estrema calma, gustando tutto il suo inguine depilato con tanto di zoomata sulla zona pelvica della Weaver. Finito che ebbi l’auto… palpamento, me lo sparai… fino in fondo. Io ero andato con gli ormoni fra le stelle, l’alieno era stato sbattuto nello spazio.

Fu una sega magnifica, da vero gorilla nella nebbia. Un an(n)o vissuto pericolosamente. Sì, in questo film di Peter Weir, la Weaver tocca l’apice della figona. Il suo accavallamento di gambe al bistrot è sensazionale, paragonabile all’Alba Parietti dei tempi migliori, prima del botulino.

Le cosce di Alba son sempre state ottime come un pasticcino con la crema, la sua faccia molto meno. Basti vedere il figlio, nato dalla sua relazione con Oppini.

Avete presente il protagonista blu di Avatar? È lui.

Per molto tempo, non confidando mai niente a nessuno, soprattutto in merito alle mie donne preferite, fui scambiato per Linda Hunt. Sì, una specie di figlia di Fantozzi, Mariangela, dalla sessualità dubbia.

La mia prima ragazza, o pseudo tale, capì benissimo che dietro questa faccia da Mel Gibson sognatore dagli occhi non azzurri bensì neri, dietro Gli anni spezzati, si nascondeva invero il suo amico Mark Wahlberg. Quello di Boogie Nights.

Andò piuttosto bene, anche troppo. Infatti, le facce di me e lei a fine scopata furono queste. E ho detto tutto.

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Io rimasi distrutto, avevo scoperto che mi ero inspiegabilmente tagliato metaforicamente l’uccello senza motivo, lei fece una faccia di cazzo sconvolta.

La scopata durò abbastanza, la nostra relazione non tanto. Ottenuto quello che lei voleva, “appurate” le mie doti nascoste e trivellate, da lei ficcate, si annoiò a stare con me. Mi portava sempre al ristorante cinese e mi trascinò anche a guardare Sin City di Robert Rodriguez.

Sì, carino Dal tramonto all’alba, un po’ sopravvalutato, invece la nostra storia durò, duramente, dalla notte al giorno.

Lei era stata vampirizzata dal mio carisma a pelle, mi aveva spappolato le palle in ogni sen(s)o, succhiato tutto il collo e anche altro, soprattutto altro, poi mi scaricò e m’incazzai come Danny Trejo di Machete. Ma non perché mi aveva mollato ma perché mi aveva reso un Desperado.

Furono anni orribili quelli che seguirono. Anni in cui, avendo scoperto il mio “talento”, ero attratto dal gentil sesso in maniera incommensurabile quanto angosciato in modo sproporzionato, in maniera proporzionale alle mie dimensioni da iperdotato, all’idea di poter incontrare soltanto una zoccola che mi avrebbe spennato.

Incominciai a fumare forte per scaricare il nervosismo, lo stress da prestazione. Ero diventato Gene Hackman di Heartbreakers – Vizio di famiglia. E tutte le vedove inconsolabili alla Angela Nardino/ Max Conners/Ulga Yevanova attentarono ai miei “gioielli” preziosi. Sì, ero molto corteggiato dalle donne dell’Est. In generale dell’estero.

Uno schifo, credetemi.

Mi stavano corrompendo, trucidando ogni residua innocenza oramai non andata a puttane ma quasi.

Ero tramutato in una testa di minchia. In una scimmia.

In uno scemo qualsiasi. Che aspetta il sabato sera per leccare la passerina di qualche “bambina”. E far finta di lavorare durante la settimana per farsi stimare falsamente da finti amici e da genitori antiquati e retrogradi che mi avrebbero detto: oh, così mi piaci, stupendo, normalissimo, un uomo che crede agli amori frivoli, ai soldi e alla gnoccolona! Vai! Ah, sì, basta con queste tristezze da film di Paul Schrader. Goditela!

Grande.

Sì, una merda.

Il Falotico è nato per essere un amante… del Cinema. E vi rivela anche qualcosa che non vi piacerà affatto.

Sveglio lo è sempre stato, erano gli imbecilli che dormivano dietro una bella mascherata.

Sì, ho sempre amato la pornografia, i film erotici, le storie tese, nere, le anime dissolute, le persone vere.

E mi son sempre stati sui coglioni i ragazzini che adoravano L’ultimo bacio e stronzate simili.

Volete vedere un capolavoro sulla vita e sull’amicizia? Riguardate appunto Il cacciatore.

Volete vedere un film, sì, buonista ma bellissimo? Sparatevi Green Book. Ma lasciate perdere, per piacere, le disamine all’acqua di rose, i luoghi comuni, le puttan(at)e di massa.

E soprattutto quel demente di John Lennon con Imagine. Sì, roba che le donnette e le ziette avevano gli orgasmi a sentire una canzone così patetica e strappalacrime.

Anch’io immagino un mondo migliore ove tutta la gente si bacia e abbraccia.

Ma questo, realisticamente, non è possibile.

Ci sarà sempre qualcuno che vorrà fare lo stronzo.

Combinare casini e porcate perché gli stanno sulle palle le persone libere.

E gli piace, sadicamente, giocarci. Suggestionarle, coglionarle e pensare che siano sempre così stupide da non accorgersi mai delle sue prese… per il culo.

Così come nascerà, d’altro can(to), sempre l’osso appunto troppo duro.

Ciò non è eccezionale per lo stronzo, ma è un pugno allo stomaco da fargli andare di traverso ogni altra idiozia da gonzo.

Sì, lo stronzo me lo immagino solo soletto come un cane, senza nessun gregge ora che gli regge pecorone le sue offese pecorecce da demente che ama le pecorine.

Se vuole, può spaccarmi la faccia ancora.

Non vedo l’ora.

A patto che poi non mi faccia la fine di Robert De Niro di Red Lights.

Non sarebbe, diciamo, esattamente quella che si definisce una figura da persona che, come dice lui, vede oltre…

Quello che comunque mi stupisce, nonostante tutto, è come abbiano fatto psichiatri e professionisti seri a credere alla sua versione dei fatti per così tanto tempo.

A distanza di circa un ventennio da tante inutili baggianate, finalmente tutti ci sono arrivati.

Perché hanno acuto finalmente, final-mente, ripetiamolo, il coraggio di dire la verità.

Sì, e come disse il mio vicino di casa, il Lucchi, in dialetto bolognese quando per colpa dell’acquazzone gli si allagò la cantina irreparabilmente…

E adesso chi pega? Sì, chi PEGA?

Non certo le istituzioni. Che devono mantenere la facciata e preferiscono liquidare la vicenda con una stretta di mano, ben coscienti però dell’orrore, non certo lo stronzo che continuerà a ridersela sotto i baffi.

E neppure ovviamente io che devo continuare, giocoforza, ad accettare un mondo d’idioti senza battere ciglio.

Facendo finta di ascoltare Ed Sheeran alla radio e credere davvero che una vita giusta sia essere miliardario e cantare l’amore. Anzi, l’aMMMore.

Perché, pur fregando il prossimo con delinquenziali parcelle da porcello, il mondo non si può cambiare, è sempre stato questo e questo sarà sempre. Quindi, dite a Mel Gibson di prendere il suo Braveheart e di ficcarselo nel tempo delle mele di Sophie Marceau.

Per arrivare a pensarla così, significa che molte cos(c)e non sono andate al posto giusto? No, è il contrario.

Tutto, ma proprio tutto, è andato come doveva e dove doveva andare. E si prende maggiormente coscienza, appunto, che non sei fatto per il generale, superficiale salvadanaio e puttanaio.

È una vita del cazzo?

No, è una grandissima vita.

La vita di quei pochissimi che la vedono… con gli occhi ben aperti. E che non aprono le gambe in maniera facile.

Insomma, morale della fav(ol)a: nessuno se lo sarebbe mai aspettato e sapete perché?

Perché la gente ragiona, appunto, col culo. Perché, come si suol dire, se ne frega… se ne fotte.

Auguri e figli maschi.

E finirei così: ragazzi, datemi retta, se siete ancora giovani, avventurieri, intrepidi, con tanti sogni nel cassetto, scappate via dall’Italia quanto prima.

L’Italia è un Paese dei balocchi, degli allocchi, di chi prende per i fondelli i finocchi, un Paese da Pinocchio, fascista, retrogrado, fortificato nelle sue mentalità difficilissime da scalfire, irremovibili, puntigliose, bigotte, moralistiche, catto-borghesi.

È un Paese ove la gente si laurea per pavoneggiarsi, tirarsela…e avere la villa al mare, trovandosi una povera cretina bona da mantenere che legge Novella 2000, è un Paese dove le stolte, anziché preoccuparsi dei figli malati terminali, inscenano recite parrocchiali per quattro rimbambiti che possano compiacere l’intellettuale da quattro soldi delle pazze scriteriate che sono, le quali si fregiano e imbrodano di far le gran signore, è un Paese sommerso dai debiti che non vede l’ora però di esultare al prossimo goal di Cristiano Ronaldo, è un Paese che tifa Italia solo allo stadio, è un Paese retrivo, conformista ove la gente accetta il merdaio collettivo pur di far stare tutti tranquilli. Non generando problemi…E celebrare il santo Natale perché a questa gente piace da impazzire credere che la bontà sia una lauta e luculliana mangiata in cui si ringrazia il Signore nei giorni di festa ma poi continuando a sbattersene “altamente” finito lo zucchero…

L’Italia è un Paese ove gli artisti son presi per tonti a meno che non siano figli di tal dei tali. Ove chi è talentuoso, semmai, pure ce la fa ma deve comunque abbassarsi le mutande e rispettare i taciti accordi dei potenti, un Paese ove se non arrivi a fine mese devi lo stesso far finta di essere felice perché ti dicono che comunque un tetto ce l’hai e pan e vino non ti manca, è un Paese ove le persone depresse non vengono accettate perché la vita è un dono ed è una vergogna lamentarsi sebbene il mondo sia tutto sbagliato, è un Paese ove si tifa Napoli con gli spiccioli di zio Felice, ci si preoccupa se i ragazzi si fanno le seghe, mentali e non, e invece non si rompono il culo dietro un lavoretto che li svilisce anziché valorizzarli, è un Paese ove siamo tutti, a proposito di Colombo, poeti, santi e navigatori anche se non sfogliamo neppure La Settimana Enigmistica, è un Paese orribile.

È un Paese di galleristi d’Arte che non hanno mai affrescato neanche le pareti del bagno e invece danno di “bianco” con arroganza sulle anime giovanili “sporche”, è un Paese di esaltati, di chiacchieroni, di gente che parla di Cinema in uno sgabuzzino e non saprebbe neanche girare come dio comanda la comunione del figlio ché non ha perché è “underground” e spirito libero… ma a cui piace pontificare sui figli altrui. È un Paese che legge i saggi dell’Oriente per elevarsi quando riceve uno schiaffo morale in faccia, è un Paese di tuttologi, è un Paese ove se nasci privilegiato pensi che gli altri si meritino le loro sfighe perché non si sono impegnati a dovere, è un Paese ove se indossi un abito che fa il monaco, semmai pedofilo, tutti ti trattano con reverenziale cortesia e “amabile” gentilezza, è un Paese ove se sei triste ti urlano che devi scopare e anche sgobbare di più perché, solo godendo ma al contempo soffrendo, capirai i valori sinceri, ah ah, è un Paese che vive al motto di piglia quel che passa il convento e sta zitto.

È un Paese che ti grida… smettila di frignare. Pensa a una bella fregna. Che te frega?

In parole “povere”, è un Paese di malati di mente.

Solo che non sanno di esserlo.

A proposito, qual è la tua squadra del cuore? Sei milanista? Interista? Juventino? Atalantino?

Ci andremo al mondiale stavolta?

Chi vincerà l’Oscar quest’anno? Be’, è una gara da infarto. Non male Rami Malek ma anche Christian Bale non scherza.

Io invece tifo per Viggo.

Non vincerà.

Se dovesse mai sia vincere, ma non credo, sarà stato soltanto un miracolo…

Io adoro Viggo Mortensen. A mio avviso, il più grande attore di Cinema del mondo.

In A Histoty of Violence era veramente già da Oscar.

 

Non preoccupatevi.

Mi conoscete, oramai. Ci sono giorni che sono molto incazzato col mondo. Poi, mi passa.

Son un cane che abbaia ma non (de)morde.

L’altro pomeriggio, ad esempio, mi ha contattato su Facebook una di nome Chiara.

Solo perché ho commentato una sua foto palesemente provocante, scrivendole nello spazio commenti… sei un’ottima figa.

Lei, dopo aver visto alcune mie foto, n’è rimasta entusiasta, mi ha scritto privatamente in chat e mi ha chiesto il mio WhatsApp. Gliel’ho dato…

Dopo tre minuti scarsi, a sorpresa, mi ha chiamato.

 

– Pronto?

– Ciao, sono Chiara. Quando scopiamo?

– Come? Prego? Ah, così. Sei partita in quinta.

– Sì, però indosso solo una quarta. Allora, io abito in Umbria. Ma in poche ore sei da me, su, su, dai, vieni.

– Senti, Chiara. Ti vorrei essere chiaro. Chiaro? Chiara? Non sono il tipo che si dà con tanta facilità.

– Capisco. Ma insomma… hai visto che culo che ho? Vorresti dirmi che non sei tentato?

– Tentato da che?

– Suvvia, non fare lo scemo.

– No, guarda. Scusa, nel mio profilo Facebook vi era scritto professione gigolò?

– Scusa, ma sei frocio? Ma fottiti!

 

Sì, sono stanco di queste donne. Ma che cazzo vogliono? Meglio fottersi da solo.

Racconto quest’avance a un mio amico…

 

– No, rifammi vedere la foto della tizia. Ecco, e tu avresti rifiutato una così?

– Sì, perché?

– Ah, è proprio vero quel detto. Chi ha il pane non ha i denti.

– Mah, può essere. Di mio, a volte credo di non avere il pene. È questo il guaio. Sì, a volte non riesco a trovarlo. Scompare. Il mio uccello è come il gioco delle ombre cinesi. Da dietro le tende assume forme strane…

– Cazzo, e dire che pensavo non avessi le palle.

– No, le palle ci sono. Sì, ne ho tre. Ne vuoi una? Te la offro in sacrificio. Tanto una più una meno, me ne frego.

E ancor me la/o meno. Chi fa da sé fa per tre.

 

di Stefano Falotico

Adoro talmente Scorsese che, prima di guardare un suo film, mi faccio il bagno e indosso lo smoking, come a un matrimonio


08 Jan

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THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

THE ADDAMS FAMILY, Raul Julia, 1991, (c)Paramount

Sì, in 39 anni di vita, dei quali soltanto quindici sono stati forse di vita vera, il resto è stata una fantasia immane forse più sincera, non ho mai indossato giacca e cravatta. Mi credereste?

Sì, mi dovete credere, neanche alla Prima Comunione. I miei genitori, e infatti noi siamo imparentati con la famiglia Addams, non vollero che mi acconciassi come Silvio Berlusconi e, rispettando la mia purezza da infante innocentissimo, nonostante mi sarebbe entrato tutto dentro il corpo di Cristo, mi comprarono un completino tutto bianco col papillon.

Il prete, l’allora vivo Don Giuliano, sgridò i miei genitori perché non si erano attenuti all’etichetta della cerimonia. In quanto si esige che i bambini, pur essendo appunto bambini, vestano come adulti alieni di Essi vivono.

Sì, come uomini grigissimi in doppiopetto e abito firmatissimo con la ventiquattrore dei confetti rosa su sorrisi di plastica a iosa. Ah, a me questi qui hanno sempre inquietato. E se, nella ventiquattro, anziché i confetti e le bomboniere, ci fossero state soltanto delle bombe? Mah.

Sì, da allora, il mio vestiario non è cambiato molto. Sono sciattissimo nel vestire, se fosse per me i negozi di abbigliamento fallirebbero e tutte quelle commesse oche e guardone, le quali spiano i maschioni che han più palle dal buchino del camerino, andrebbero a vendere il pesce al mercato. Loro che di squali se ne intendono. Sì, non amano gli uomini puri da delfinario ma quei troioni ricconi pieni di baiocchi. Sì, così, dopo essere state in negozio a rifarsi gli occhi e a misurare le taglie del cavallo, si fanno cavalcare fra un cocktail serale-liscio e Un posto al sole alla tv. Che donne! Quando si dice, queste hanno i coglioni, ci hanno scavalcato.

L’uomo che le fornica, e anche cornifica con altre sciacquette, è un imprenditore come Flavio Briatore. Un uomo intoccabile che eppur tutte le tocca. E vuole anche il ritocchino. Costui in loro sa far scoccare il rintocco, eh sì, miei tocchi che avete il senso di colpa pure soltanto se vi toccate. E vi considerate dei falli(ti).

Sì, Briatore se ne sbatte… delle vostre timorate educazioni cristiane e non c’è Cristo che tenga. Tutte le diavolesse del piacere glielo smaltano mentre lui mette a novanta, sul suo yacht, un negro delle pulizie che si fa il culo a lustrargli a rendergli luccicante il barcone ove Flavio usa il forcone. Sì, mangia come un porco. E adora far a fette i ragazzini da lui creduti sciocchini, divorandosi un altro polpettone.

Ah, proprio un grasso, laido cafone. Che sporcaccione!

Di mio, non ho bisogno di corrompere nessuna donna col potere del vile danaro. Sì, preferisco bere l’amaro Averna in quanto quintessenza io son incarnata dell’antitesi a ogni vostra visione affaristica, edonistica e puttanesca. Io non metterò mai in mia (s)cena e per nessuna scema la vostra iniqua sporcizia, voi, che andate a teatro a vedere l’Avaro di Molière e non ne avete compreso la tematica figlia delle vostre sconce liquirizie.

La liquirizia viene reputata una spezia afrodisiaca. E dicono che serva ai tabagisti per smettere di fumare.

Non ho bisogno di nessuna liquirizia, in quanto non sono un salutista. Fumo tre pacchetti del giorno e, se mi verrà un Cancro ai polmoni, significa che dovevo morire prima del previsto.

Tanto se devi schiattare, puoi anche non fumare una sola sigaretta light per tutta la vita e non bruciarti i polmoni ma, semmai, scoppia un incendio nel tuo palazzo e muori soffocato. Anzi, pure peggio. Chi fuma si beccherà sicuramente un infarto? Sì, quello te lo puoi prendere anche se conduci una vita mestissima e ieratica, ascetica da monaco tibetano, poi accendi Instagram e ti compare un culo stratosferico. Roba da spaccarti tutte le coronarie in un nanosecondo e non basteranno preghiere con le coroncine

Sì, la vita non è un Corano e neppure bisogna esserle accorati. Ho conosciuto persone sempre innamorate della stessa donna. Dopo quarant’anni hanno scoperto che lei si faceva Briatore quando invece loro erano a sudare sotto il sole cocente, guidando un trattore.

Sì, meglio ficcarsi… in bocca delle buone tagliatelle alla boscaiola in una rustica trattoria. Queste non deludono mai. Poi, non costano neanche troppo. Le belle donne invece vogliono sempre cenare al ristorante di lusso.

Io non posso permettermi questa lussuria, no, tutto questo sfarzo. Meglio una donna che ti chiede solo il tuo spaghetto al cartoccio senza pompe magne. Sì, una succhiata agreste, secca come il buon sughino, senza ulteriori scontrini.

Meglio una campagnola di queste civettuole che esigono comodità a gogò, gioielli come Brigitte Bardot e orgasmi al bordò. Sì, non si accontentano mica del primo… che capita. Vogliono pure il secondo, il dessert e tutta la banana. E che cazzo.

Come dico io, meglio ridursi con un fisico a pera che far melina con queste teste di melone. Sì, il loro prosciutto è magro e di cosce vellutate si appaia appunto col melone. Eppure, una bella donna può anche avere una testa da minchiona ma io non sono il cocomero di nessuna. Andassero a leccare la polpa a chi si prenderà un granchio.

Ora, le mie gambe mi sgranchisco e ordino pollo al limone.

Altro che liquirizie e questi orifizi, altro che orefici per cui spendere un patrimonio solo per inanellare da fico una che fra moglie e marito mette appunto il dito ben condito…

Sì, ci sta, orefici, fico, fichi d’india e fighe marce. Non fa rima ma è la verità.

Però mi piace Silvia, anche Marzia, son spesso un asessuato di ascendenza marziana eppur per Mariana io lei sarei tutto l’anno nell’ano. Ci sta, si chiama eccezione che conferma la regola. Anche sempliciotta che vuol solo una genuina botta, senza altri cazzi vari e tradimenti inculanti da parte di quella che è, io vi dico, soltanto una mignotta.

Sì, sono poche le donne che stimo. Non stimo neanche la Madonna. Secondo me, è stata la prima responsabile di questi parti artificiali che generano, di geni malati, persone schizofreniche che si credono Cristo. Sì, lei fu inseminata da Dio nello spazio. E ne vennero le manie religiose. E manco Dio, che è Dio, venne. Quando dite che volete essere Dio, sappiate che non verrete. Peggio di Alien – La clonazione. Che, comunque, è un ottimo film. E può vantare una Sigournet Weaver e una Winona Ruyder pelate a zero eppure al top della topa loro forse rasata. Sì, potrebbero piacere molto queste fighe rasate e depilate a quello lì, Giuseppe Simone.

Adesso trovo il suo contatto e gli regalo il dvd. Per seghe spaziali, fantascientifiche. Bisogna far pure del bene, dare ancora pene. Ah ah.

Sono pochi anche gli uomini che stimo. Fra questi, come dissi poco tempo fa, vi è Kenneth Branagh.

Ma naturalmente la mia stima assoluta è rivolta innanzitutto a Martin Scorsese.

Sì, prima di guardare i suoi film, pulivo e disinfettavo la vasca col Vim Clorex per liberarla da ogni batterio, quindi in un batter d’occhio m’immergevo nell’acqua con tanto di bagnoschiuma super-neutro e mi detergevo tutte le palle, rinfrescandomele nello scroscio più massaggiante e turgido.

Finito il bagnetto, indossavo l’accappatoio di seta, o forse era d’organza di cotone liso, come De Niro di Casinò.

E, in religioso silenzio, mi sparavo i suoi film a tarda notte. Quando non volava neanche una mosca.  Anche se Silence l’ho visto al cinema con una vecchia che, seduta vicino a me, si scaccolò durante la proiezione e, alla vista dell’inquisitore, urlò: – Sei proprio un bel cinesino!

Le risposi: – Guardi che è giapponese.

– Ah, va bene lo stesso. Eschimesi, gemelli siamesi, cani pechinesi, circoncisi o russi, fruttivendoli o pesci lessi, sa, sono vecchia, si arriva a una certa età, non si va più per il sottile e si abiura! E voglio anche del burro! Forza, burini! Non me ne fotte più di nessuna morale. Che mi fottano tutti. Si fottano! M’inculino, mondo, vaffanculo!

 

La faranno santa?

No, non credo.

– Ah, lei non crede?

– No, non credo.

– Allora è ateo, miscredente! Si vergogni! Avete sentito? È un ateo! Amici, picchiatelo!

 

Partì una rissa e un pestaggio da Quei bravi ragazzi.

Ah, che film L’età dell’innocenza. Anche se non è sull’ingenuità e sulla tenerezza giovanile ma sui rapporti sociali alterati, adulterati dalla posizione sociale che avvelena anche l’amore più puro.

E ho detto tutto.intocc31 silence-04007 clo21-1al11-1

 

di Stefano Falotico

La verità è che siamo in estinzione, alcuni però sono tinti, da essi non attingo, e gli alieni sono dei cinesi


20 Jun

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Una verità inconfutabile, gli alieni sono fra noi da millenni e appartengono alla razza cinese. Infatti, l’iconografia che li descrive con gli occhi sottili e allungati non mente, e presto si sveleranno nei bar che possiedono e gestiscono, sprigionando quel che sono davvero, extraterrestri con una cultura orientata proprio a Oriente, fatta di tramonti suggestivi, lunghe carezze alle cosce delle lor calme (con)sorti, letture piacevoli nella contemplazione di una natura che invece l’uomo occidentale rigetta e inquina, creando il caos entropico a cui siamo arrivati, ove quasi tutti, disperati, s’inventano lavori insulsi per affermare che esistono, “spopolano” su YouTube, affibbiando giudizi critici a film che forse nemmeno amano, ove la musica, laddove rifulgeva classica e nelle stagioni vivaldiane, è oggi rumore asettico che incita solo all’accoppiamento brado, alla sessualità animalesca, alla frenesia che impazza, che pazzia.

Allorché, medito, cantando un ritornello invogliante al risveglio, m’incoraggio fra maree strazianti di poesia sfrecciante fra grovigli di emozioni.

La musica italiana io detesto, ma questa assomiglia alle balboiane scalate a Philadelphia.

Comunque, Sylvester Stallone si tinge i capelli, e io divento sempre più stinto, ingrigito eppur colorato, nell’arcobaleno spensierato lirico. Senza una lira, ma qualcuno là fuori regala delle lire. Sì, col bemolle.

E io sono il RE e non DO un cazzo. E De Niro, qui da me fotografato alla taverna SALUTAMI MAMMATA, è al naturale.

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Sono John Rambo, ma anche Carlo Rambaldi, che è morto oggi nel mio E.T. alla King Kong, alla faccia dei cretini a cui suono il gong…


11 Aug

 

Sì, credo che The Master “scientologyzzato” di Paul Thomas Anderson “phoenixato” su Amy Adams scollacciata, sia una delle ragioni per cui io vivo, poiché disdegno gli indignitosi uomini semplici senza fantasia, e soprattutto quelle “facili” che te “lo” falciano

Sì, io sono come Daniel Day-Lewis di suo “oro nero” un tanto ogni cinque anni, dunque come Joaquin che si “ritira” e poi gli tira ancora, senza il doppio mento per cui esordì in zona “bruttino ma sbarbato”, ma di deniriani strilli con pausa metafisica sulla nave delle burrasche, con del burro talvolta, “placido” e poi “arrestato”, di cravatta solitaria fra una barca ove andrà e una che ti “tocca” aizzando quel che va “alzato”  lontano dagli sguardi indiscreti. Sì, crepo e poi rinasco, qualche volta casco, qualche volta incasso, spesso spacco.

Nella mia vita, ho mandato quasi tutti a cagare, me ne pento, salvo poi ricredermi perché rivaluto solo me stesso, salendo sempre su e buttandoli con lo “sciacquone”.
Sì, la mia faccia “al sapone”, dolce e aggressiva di occhio “leporino” e labbra da leprotto, ama il “galoppo” e il grande Cinema.
Tu, “datti” all’ippica e alle filippiche che mi sputi addosso, sperando di “sbavarmi”.
Per cortesia, fotografatelo nudo in vasca e “idromassaggiatelo” di “paparazzo” che lo sputtanerà del tutto.

Io sono fuori dalle righe e perdo i gangheri, perché tanto prenderanno solo un granchio. Tu, non sei del mio rango. E se rompi diverrò Rambo.
Sì, arranca.

Da piccolo, assieme a una famigliola “rinomata” di Bologna, tanto amica fraterna che mi accusò di pazzia con tanto di cause an(n)ali protrattesi oltre le “prescrizioni” (il)lecite, tanto per buttar entrambe dei soldi al vento, mi recai in quel di Ferrara.
C’era una mostra su Carlo Rambaldi, il padre degli effetti speciali, oggi morto “ottuagenario”.
Ecco, io sono la creatura che racchiude tutte quelle che Lui ha inventato.

Sono l’extraterrestre che non ti aspetti si spupazzerebbe tua sorella quando è finita la Nutella, e incula tuo fratello denunciandolo al fin che si trovi un lavoro migliore di quello che, i suoi genitori, degli ottusi “duri”, gli piazzarono nelle mutande.

Applauso!

E ricordate: se una bionda come Jessica Lange indossa i pants, il “bestione” la vede colorata, dunque al “paint“.
E i pantaloni non stanno più nei “maroni” della giungla.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. The Master (2012)
  2. E.T. L’extraterrestre (1982)
  3. Alien (1979)
  4. King Kong (1976)
  5. Il petroliere (2007)

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)