Posts Tagged ‘Al Pacino’

Essere uno scrittore significa essere un tennista, essere un regista, uno sceneggiatore o un attore significa giocare a football


09 Mar

rourke wrestler

Sì, so che è una metafora sportiva alquanto banale. Ma è anche veritiera.

Scrivere è bello, piacevole. Può iniziare, come inizia d’altronde per tutti, per una sorta di memoriale diaristico in cui si scrive per far chiarezza dentro sé stessi, cercando di arrivare a verità profonde del proprio animo. Nel tentativo di esternarle al prossimo e cercare di entrare in empatia col vissuto altrui, per condividere delle esperienze emotive, cerebrali, intellettive, metafisiche o persino carnali che possano trovare, nella specularità del confronto con l’eventuale lettore, una qualche ragione di esistere, oppure semplicemente la propria strada. Nel reciproco scambio. Ah, si può anche inciampare. Cazzo, dite al sindaco che qui ci sono delle buche.

Non vorrei apparire retorico nell’affermare quanto ora dirò, e infatti tale apparirò.

Ma chi scrive, a prescindere dal risultato, lo fa, al di là anche dei possibili introiti derivati dalle vendite, per puro piacere personale. Sebbene io attribuisca un significato particolarmente specifico, in tal caso, alla parola piacere.

Si tratta infatti di un piacere, sì, emozionale, viscerale se non filtrato soltanto, appunto, da logiche affaristiche e da furbe strategie promozionali, eppure anche di un piacere che provoca molto dolore.

Perché scrivere, soprattutto con onestà morale, non abdicando ai mendaci ricatti del possibile guadagno, obbliga a trivellarci il cuore, a denudarci, a spiare le profondità arcane, misteriose, perfino imperscrutabili a noi stessi, prima di allora mai avvenute, dei nostri meandrici spazi bui.

Misticamente ancora inesplorati. Ci costringe, insomma, a rivelarci. E non è quasi mai una rivelazione studiata e programmatica. Bensì un’auto-rivelazione stupefacente, a costo pure di essere, appunto, dolorosa, addirittura, oserei dire, esiziale per il nostro cuore. Ché, così facendo, divelliamo, scarnifichiamo, pugnaliamo per sputare il sangue della nostra passione per l’arte ma soprattutto per la vita.

Ma, a lungo andare, per quanto stratificato, complesso, periglioso e minuzioso questo nostro pur lodevole lavoro di scavo possa risultare catartico, diventa stancante, in una parola frustrante.

Come dice il grande Bob De Niro/Capone ne Gli intoccabili:

Guarda, lancia, acchiappa, corre ma è solo parte di una squadra. Battono per sé stessi tutti i grandi campioni che applaudiamo allo stadio. Ma, se la loro squadra non funziona, che cosa sono? Mi seguite? Nessuno! C’è un bel sole, le tribune sono piene di gente. E lui che cosa può dire? Vado là fuori e gioco per nessuno? Mah… Non arriverò a niente se la mia squadra poi non vince!

Be’, a dire il vero, Bob lo dice per un preciso scopo. Per dare poi una micidiale mazzata “in capa” a un suo scagnozzo traditore.

Ma il discorso comunque regge a un livello anche, diciamo, più umano e artistico, toutcourt.

Be’, amici, e se non mi siete amici non me ne sbatte un cazzo, siete allora solo degli stronzi, in questi anni ho scritto davvero tanto. Ma davvero tanto.

Ed è stato bellissimo passare molte serate in compagnia del mio valentissimo correttore di bozze. In un affiatamento produttivo estasiante e fortemente creativo. A controllare e ricontrollare parola per parola tutti i singoli testi. A impaginarli, a mettere, come si suol dire, apposto le virgole e i puntini.

Sì, cazzo, anche i puntini di sospensione. In un testo, fatto come dio comanda, devono essere tre e poi bisogna cliccare INVIO per “restringerli”, altrimenti la battitura diventa esteticamente brutta, editorialmente impresentabile.

Cioè, vi faccio un esempio: … vs

UNDERSTAND?

Ma il lavoro dello scrittore è spesso autoreferenziale anche quando in cuor suo non vorrebbe esserlo.

È come, appunto, giocare a tennis. Uno può essere bravissimo, anzi, il più bravo di tutti.

Ma vincerà solo per sé stesso.

Quando si lavora nel Cinema, be’, parafrasando molto alla larga Samuel L. Jackson di Pulp Fiction:

forse il tuo metodo di massaggio è diverso dal mio, ma sai, toccare i piedi di sua moglie e infilare la lingua nel più sacro dei suoi buchi non è lo stesso fottuto campo da gioco, non è lo stesso campionato e non è nemmeno lo stesso sport…

Ecco, scrivere è come farsi una sega e giocar con le proprie palle. Che poi siano anche balle, cioè cose romanzate e frutto di fantasia, è un altro paio di maniche. Anche di mance se chi acquista, ah ah, ti dà un extra di buona manica. Oh, ci mancherebbe. Me la devi dare, donna. E, se non me la dai, sarà una delusione tremenda. Ah ah.

Scusate, i tennisti non sono dei segaioli?

Ecco, fare il regista presuppone discutere scena per scena con lo sceneggiatore, col direttore della fotografia, con gli attori. Eccetera…

Per un fottuto, grandioso gioco di squadra.

Come dice Al Pacino di Ogni maledetta domenica:

io non posso obbligarvi a lottare. Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi. Io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che, quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui. Questo è essere una squadra, signori miei.

Perciò o noi risorgiamo adesso come collettivo o saremo annientati individualmente.

 

Al momento, amici, sto lavorando a un progetto cinematografico di squadra.

Spero che tutto possa andare per il meglio.

Altrimenti, come voi, teste di cazzo, chiederò il reddito di cittadinanza e passerò le giornate a farmi le seghe.

Ma non sono il tipo. Non lo sono mai stato.

Be’, arrivi a un certo punto e capisci che devi inseguire sia te stesso che gli altri. Non sono il tipo che si accontenta di fare una vita grigia e aspetta il sabato sera per sciacquarsi l’uccello nel bidet dopo una scopatella con una che sta più a pecora di te. Oppure, ancora peggio, fare l’avvocato oppure il chirurgo, no, torni a casa esausto, col giramento di coglioni e metti su i Tiromancino.

Piccoli miracoli?

Che cosa? Senti, Zabaione, zampognaro, maionese, Zabaglione, bello guaglione, Zampaglione e dei miei stivali coglione.

I buonismi consolatori andranno bene per le massaie. Io ancora non sto messo così.

No, non sono un wrestler. Anche perché, se lo fossi, tradirei quanto appena scritto sopra, perciò, anzi, la mia vita sarà questa. Ah, però!

A proposito, chi dice che da Nebraska in poi Bruce Springsteen abbia fatto solo robetta, ah ah, andasse a prenderselo nel culo.

E io non voglio essere al posto suo quando lo prenderà.

 

di Stefano Falotico

Quando litigo con Amy Adams, divento Marlon Brando e Al Pacino, super video


03 Mar

Amy+Adams+BAFTA+Los+Angeles+Tea+Party+Arrivals+ifg3d4WSJ5jl

Sì, sono sposato ad Amy Adams. Non lo sapete? Insomma, mi avevate preso per anni per uno della Famiglia Addams e invece guarda un po’ con che pezzo di figa esagerata mi sono maritato.

Sì, ma non pensate che Amy sia poi tutto questo spasso.

Ieri, ad esempio, stavo riguardando il mio libro in inglese su Carpenter. Saranno state le undici di sera.

Al che lei, dopo essersi smanettata da sola, bruciando a letto di preliminari da chi fa da sé fa per tre, ha bussato violentemente alla porta del mio studio, provocandomi a man bassa, appunto.

– Hai finito? Sono lì da due ore con le mani in mano… sai, stasera avrei un certo languorino e vorrei che tu mi fossi fighter. Avvinghiami, picchiami pure, sculacciami. Lascia stare questa traduzione pesante, siimi pressante. Ti do solo altri cinque minuti. Intanto, mi svesto. Ti sta entrando, a forza di amare Carpenter, troppa fog nel cervello e, se non ti dai una mossa, mi sa che mi scoperò Lo Pan… insomma, o mi sbatti presto con foga oppure rimarrò sempre una donna alla finestra. Razza di paralitico James Stewart. La verità è che sei solo un guardone come Hitchcock!

– Va bene, accetto le offese e i tuoi improperi. Ti perdono. Mi sto elevando nella metafisica di John. Scusami, cara. Fra cinque minuti non posso, però. Mi mancano ancora venti pagine e devo farle adesso. Per fare te, posso aspettare. Verso mezzanotte, direi che avrò finito e potrò leccartela se dio vuole.

– Nooo! – urlò la Adams, inferocita da questo chiederle di aspettare… – Non posso aspettare cinque minuti di più. Non ti sopporto davvero. Sei una merda! Che vuoi che mi faccia suora come ne Il dubbio? Farabutto. E sai che ti dico? Sì, te lo dico. Fottiti! Ieri sera, quando tu non c’eri, mi sono scopata Christian Bale. È un trasformista-camaleontico. Ha cambiato posizione, sì, tutte le posizioni ogni tre secondi e io ho perso dei chili mentre lui ingrassava, no, lo ingrossavo a tutto gas. Quindi, fallito, prenditi i tuoi libri e ficcateli dove dico io.

 

E a questo punto partì lo show.

Fra il Pacino iper-geloso di Scarface, il De Niro di Toro scatenato, Marlon Brando di Un tram che si chiama desiderio, perfino Sgarbi con le sue “invettive” storiche, poco artistiche…

Ecco la scenetta!

La povera Amy, annichilita, stordita, sconvolta da quest’attacco maschilista sfrontato, dalla mia ira folle da Joaquin Phoenix di The Master, capì che gli alieni di Arrival sono meglio degli uomini.

Gli uomini e le donne sono soltanto Animali notturni abbastanza schifosi, litigiosi, perniciosi e permalosi.

Insomma, meglio il Falotico.

Uno che delle vostre crisi da gelosi, da uomini ingordi, da donne golose, preferisce la sua pelle rosa e intonsa.

Un uomo che, per avere il coraggio di compiere una scelta così radicale, fuori giustamente dal normale, deve avere du’ palle che farebbero impazzire Amy Adams anche solo ad annusarle da lontano.

E invece vaffanculo! Bagascia, baldracca!

Un uomo in canottiera, nera, dal carisma brandiano.

 

di Stefano Falotico

Fabrizio Corona, un estratto del libro o meglio fac-simile del suo autoincensarsi di donne di “valore”, sì, è uguale ad Al Pacino, un vero Scarface…


04 Feb

asiaargentobf50887183_10220161213564951_4896740163184492544_n

 

Ecco, voi vi chiedete come sia stato possibile cadere così in basso. La risposta è lapalissiana ed è da ricercare in anni e anni di condizionamento televisivo, di coscienze triturate, deglutite, metabolizzate e cagate dalla più sconcia tv mercantilistica ove il valore esposto è l’edonismo più volgare e futile.

E come mai sia potuto avvenire che gente valente, valida, intelligente, poetica e visionaria sia finita nella merda e invece personaggi di dubbio gusto siano miliardari, assurgendo addirittura a guru, ah ah, non solo erotici ma ideologici, sì, non sto scherzando, a influencer della minchia delle coscienze spirituali di un’Italia che pende dalle labbra di questi pagliacci da circo. Obbedendo, passivamente, alla loro carnascialesca, esibizionistica, oscena visione del mondo.

Come mai siete ossessionati, in radio soprattutto, dalla Ferragni, da Fedez e da compagnia “bella”.

Ma, naturalmente, il campione numero uno, imbattibile, ché non lo butta giù neanche una carica di tritolo nel culo, è mister “sobrietà” per antonomasia, il Corona nazionale.

Uno che ora ha preso in prestito il titolo della canzone di Moro ed Ermal Meta, peraltro davvero brutta, retoricamente insopportabile, per allestire il best seller che sta spopolando alla grandissima, ai primi posti oserei dire inviolabili delle vendite librarie.

Sì, la differenza fra un clown e un pagliaccio, inteso in senso lato, forse per Corona solo B, è che il clown, a eccezion fatta di quello di Pennywise, un mezzo bullo-pedofilo, fa ridere i bambini e, nel caso di Patch Adams, donava un sorriso ai malati terminali.

Costui invece, il quale da ogni foto bellamente sbattuta… su Instagram pare essere appena uscito dal barbiere Jean Louis David, si presenta così alle bancarelle. Alle sue bretelle. Alle sue pecorelle.

Questo un “mirabile” estratto, veramente da nuovo Salvatore Quasimodo, del suo appunto sbattercela in faccia senza alcun ritegno del pudore.

Ma non si tratta di un godibilissimo libro raffinatamente erotico e trascendentale come ad esempio Il diavolo è un giocattolaio del sottoscritto del qui presente-assente sottoscritto, bensì di un resoconto an(n)ale delle passerine da passerelle che si è trivellato, corrompendole prima con un paio di diamanti e un giro sul Ferrarino.

Ripeto, io non sono un moralista, non me ne sbatte un cazzo di quante donne e di che tipo di donne, se belle, brutte, strafighe esagerate o racchie sesquipedali, si fa un uomo.

So’ cazzi sua, come dicono in Toscana.

D’altra parte, i miei attori preferiti sono spesso uomini anche molto belli. Ve l’ho detto. Non sono omosessuale ma vado matto per Richard Gere. Che, a dispetto delle sue pratiche buddistiche, propriamente ascetico non mi pare proprio. Infatti, poco tempo fa, alla sua veneranda età sembra che abbia spinto… non poco, mettendo incinta la sua nuova, caliente consorte.

La sessualità è qualcosa di profondamente intimo, a meno che non sia un porno, e raccontarci di scopate e inculate affini, di colpi di culo o di portafogli inchiappettanti, in un libro o pseudo tale, cosa volete che me ne importi?

Già trovo infatti estremamente noiosa la biografia, apocrifa peraltro, di Marlon Brando. In cui nei dettagli ci viene raccontato delle sue trombate.

Brando io l’ho sconfinatamente ammirato nei suoi film. Della sua proboscide e di come l’abbia usata, non me ne fotte, son cos(c)e pallose, come dico io.

Sì, anni fa, il Corona dichiarò pubblicamente che è il Pacino italiano. Sì, Al Pacino, alla soglia degli ottant’anni, viene fotografato a Beverly Hills con crocifissi vistosi che gli pendono dal collo.

Ma lui è Al Pacino.

Mica un puttaniere qualsiasi.

Di mio, va. A volte no.

E, fra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare? No, il tamarro.

Dopo quest’incontro ravvicinato con questo scimpanzé, vi racconto ora delle mie più grandi scopate.

No, non ho avuto Zoe, donna da zoo, ma i miei “marcamenti” son stati comunque a zona.

Io sono magnetico con le donne. Soprattutto con le attrici di Hollywood. Appena ne vedo una che m’attizza, non può scapparmi. La punto, la miro e dopo tre minuti preparo l’ambaradan.

Vi ricordate l’ex di Jude Law? Sadie Frost. Faccia così così ma seno che mi prese subito. Sì, non esitai un secondo. In Flypaper le sue tettine son da Oscar, da vera statuetta dorata. E me lo fece a fettine. Dimagrii tre chili ma recuperai mangiando trecento grammi di fettuccine.

Fu una cavalcata selvaggia. Il giorno dopo andai a comprarmi addirittura un paio di jeans nuovi. Sì, suonarono improvvisamente alla porta nel momento topico, come si suol dire, al che schizzai e, dalla fretta, tirai violentemente su la lampo e si spaccò. Fortunatamente non quello. Ma si creò una toppa e dovetti tirar in giù la felpa perché sennò il postino ci avrebbe provato con me. Nel mio rione, sanno tutti che il postino ha un debole per le botteghe aperte. Tant’è vero che, oltre a imbucare, scassina pure.

Comunque, la mia scopata per eccellenza (av)venne nel 2001 circa. Una vera odissea in quello spazio.

Sì, con la moglie di Gene Simmons. Shannon Tweed. Durai tantissimo. Riuscii a venire con questa gnoccona immensa su tutte le scene dei suoi softcore. Non lo dimenticherò mai. Che donna, che culo.

Un gradino più sotto ma sempre memorabile fu quella notte con Madeleine Stowe. Ottima, me la gustai da cima a fondo. Lei compiacque ogni mio desiderio. Premetti il tasto pause durante i suoi “spogliarelli” in Revenge e mi sentii Kevin Costner. Quando si dice che la vita è una questione di sentire… di trasporto.

Fu un rapporto videodrome oltre ogni Crash. Da puro demone sotto la pelle. Fantastico. Da M. Butterfly di passione travolgente. Poi usai il fazzoletto per pulire tutta la mia intimità debordata, la mia covata malefica sudata, sterile e quindi sterilizzata in maniera detergente.

Sì, poi ci fu la mia prima ragazza. Fu bello. Ma avevo già comunque dato. E non durò molto.

Ieri, ho scritto che la masturbazione è quasi sempre meglio di un rapporto sessuale a due. Mi ha risposto una su Facebook, ovviamente desiderosa di farmi assaporare con lei qualcosa di più condivisibile, dicendomi… fare sesso da soli non è la stessa cosa.

– Infatti, è meglio. Capace che poi mi chiedi di mantenerti.

 

Le donne sono fatte così. A sedici anni vanno col primo stronzo per fare esperienza. A cinquant’anni vanno con uno che le faccia sentire felici. Ho detto tutto.

Di mio, basta che non mi rompano i coglioni e tutto andrà tranquillo, dritto e asciutto. Fidatevi.

 

 

di Stefano Falotico

 

And the Oscar goes to… la mia disamina sulle nominaton con tanto di video da Academy Award, care belle statuine


22 Jan

50445931_10212922093389950_5174520196710268928_n oscar

Sì, avete presente quest’edizione degli Oscar? Vinse, come potete vedere, Al Pacino.

Io invece incarno, e chi sa la mia storia ne conosce il motivo, sia Pacino di Scent of a Woman che tutti gli altri quattro candidati. Sono uno Charlot “monello” forse rivoluzionario come Malcolm X, ché ho ribaltato ogni certezza, sono un Rea sessualmente ambiguo e naturalmente, ovviamente William Munny.

Beccatevi questa. Ora, diciamocela chiaramente. Ma chi è in fondo De Niro?

C’è una sola cosa che mi differenzia da De Niro. Non ho ancora incontrato uno Scorsese che possa valorizzarmi e non ho i soldi di Bob. Che ha prodotto Bohemian Rhapsody. Se avessi i suoi soldi, certamente avrei prodotto un film decisamente più bello.

E ho detto tutto. Secondo me, diciamocela, con un po’ d’impegno, posso sfoderare una voce migliore di Freddie Mercury.

Come “pazzia”, sì, batto alla grande quel van Gogh. Un’espressionista geniale? Be’, io sono un equilibrista magistrale. Sarei dovuto morire vent’anni fa e invece continuo a essere molto realista nonostante mi si prospetti un futuro, diciamocelo, non ricchissimo. Poteva andarmi peggio. Molti della mia età, oramai alla frutta, dipingono le loro nature morte in selfie artistici quanto Moana Pozzi. Ingrasso e dimagrisco meglio di Christian Bale, sono una star is born più affascinante di Bradley Cooper e talvolta mi comporto da cafone come Viggo Mortensen.

Ma comunque stiamo parlando di un talento straordinario. Mica di un gonzo che passa le sue giornate a pensare come rimediare il pelo di figa della fruttivendola.

Qui viaggiamo su altri e alti livelli concettuali della realtà. Nessuna bassa animalità, tutto un altro pianeta.

Tutta un’altra Inland Empire.

Sì, non sono tanto normale.

Per fortuna.

 

 

di Stefano Falotico

Idioti nell’ombra e costruttivismo a gogò, à gogo nel nostro Aspettando Godot: io me la godo? Di tanto in tanto, non tantissimo, molto di più dei cretini che decostruiscono le vite altrui


05 Jan
Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release. Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures 2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Christian Bale as Dick Cheney in Adam McKay’s VICE, an Annapurna Pictures release.
Credit : Matt Kennedy / Annapurna Pictures
2018 © Annapurna Pictures, LLC. All Rights Reserved.

Sì, ho commentato la video-recensione di Francesco Alò su Vice. Poche, lapidarie righe e vengo, di punto in bianco, aggredito scriteriatamente da uno che, dopo due mie parole, ritiene che sia un “vecchio” solo come un cane, uno scrittore da strapazzo un po’ sciroccato, il quale, a suo avviso, passerebbe il tempo a gioire delle vite virtuali, mia compresa, attoriale/i e non.

La mia risposta:

ah ah, sei veramente spassoso. Potresti essere il nuovo mago Otelma, sai? Il nuovo veggente d’Italia che, sulla base di un commento di poche righe, con deduzioni del tutto astratte, suppone arbitrariamente di aver capito tutto del prossimo. Sì, potresti anche fare lo psichiatra della mutua, la classica persona molto boriosa che dopo tre sguardi a una persona elargisce diagnosi e certifica patologie con una superficialità allucinante e immondamente schiacciante. Sì, potresti fare questi due lavori. In entrambi i casi, si guadagna assai bene. Forse, non avresti la coscienza pulitissima ma il portafogli sempre pieno. Se corrispondessi alla tua facile descrizione “a prima vista”, figlia delle tue, permettimi di dire, arroganti (sovra)impressioni, sì, sarei: o un anziano signore afflitto da demenza senile, talmente rincoglionito da passare il tempo ad ammirare e contemplare la vita di attorucoli e attricette da strapazzo, uno che guarda Barbara D’Urso o C’è posta per te, oppure la schizofrenica Zellweger di Betty Love, imbambolata fra le nuvole nel suo mondo di cartapesta a idolatrare uno scemotto idealizzato da fotoromanzo. Oppure, anche Stefania Sandrelli di Io la conoscevo bene. Mi spiace invece disattendere il quadretto che mi hai appioppato, invero ogni giorno, com’è giusto che sia, vista la mia età, devo pensare a vivere e a guadagnarmi la “pagnotta”. Sebbene ciò non sia facilissimo. E la strada è perennemente impervia e dura. Con l’Arte, mio caro, lo saprai meglio di me, a meno che uno non abbia la botta di culo pazzesca, non si campa. E dunque non posso certamente accontentarmi di guadagnare, non tantissimo fra l’altro, con le vendite dei miei libri. Ma mi piace scrivere e non vedo perché dovrei abbandonare le mie aspirazioni e i miei sogni. Sulla solitudine, si potrebbero aprire capitoli a parte. No, con enorme schiettezza, posso tranquillamente ammettere che non sono certamente attorniato dalla folla. Ma neppure la vorrei. Ben lungi da me la mondanità, le festicciole frivole e tutto quel mondo di beoti leccaculo. Persone che s’illudono di avere tantissimi amici ma invero sono proprie sole come dei cani. No, non ho, ripeto, la folla e la moltitudine di gente che mi gravita attorno. E io dico per fortuna. Sai che responsabilità dover “amministrare” tutti quei rapporti sociali, spesso falsissimi, ruffiani e opportunistici, e non dover mai deludere le aspettative?

Non ho, sinceramente, l’ambizione di diventare Presidente della Repubblica. Sarebbe una vita prestigiosa nella scala gerarchica ma piena zeppa di oneri dei quali faccio volentieri a meno. La scorsa settimana, comunque, sono stato a Torino a trovare un mio amico:

E non è il solo amico che ho. Ne ho più di quelli che potesti pensare, realissimi, caro. Tornando invece a Proust, sì, molto belle e poeticamente deliziose le sue ricerche del tempo perduto, si riaggancerebbero al video che ti ho postato sopra, e molto efficace è il film con Malkovich, sebbene sia una riduzione poco purista compiuta da Raúl Ruiz. Per quanto concerne invece Philip Roth. Non male il suo L’umiliazione. E discreto The Humbling con Al Pacino, da noi mai uscito nei cinema ma presentato soltanto a Venezia. Se mi vuoi paragonare ad altri maestri della letteratura, anche se in maniera ironica e beffarda, fai pure. Hai solo l’imbarazzo della scelta. Sebbene gli accostamenti sono e saranno canzonatori, è sempre lusinghiero essere associato a nomi immortali della più strepitosa prosa mondiale. Bale, un monster?

Certo, non quello di Loch Ness e nemmeno quello di Firenze. Monstre nel senso di attore “mostro”. Capace di essere un uomo anoressico senza sonno, il fratello di un fighter sciupato e perso, Batman il muscoloso, un panzerotto di American Hustle e ancora più panzone in questo Vice. Come dice Al Pacino di Scent of a Woman: piaciuta la sparata? Ah ah.

Su Amy Adams, se non la ritieni una passerona, be’, un buon andrologo potrebbe aiutare. L’importante, al di là di tutto, nella vita è non fare la fine della faccia di merda di questo video al min. 0 e 42:

Clicca qui.

Per il resto, basta non comportarsi da maiali, portare rispetto al prossimo a prescindere se ci piaccia o meno, e ognuno vivesse come c… o vuole. Ho torto, forse?

 

di Stefano Falotico

Il cuore rivelatore di un uomo che non mente mai, nemmeno quando dice le bugie


22 Dec

pacino scarface pfeiffer2018-22-12-15-53-57

Sì, amici, io non ho mai mentito a nessuno. Mai e poi mai. Credo di aver sconfessato però il mio caro uccello per molto tempo. Un uccello or libero e ancor felino in mezzo a quest’umanità maligna e ferina.

Per anni, fui denominato Stefanino. Perché la gente, poco conscia di quel che invero son sempre stato, e soprattutto del mio arnese assai vorace ancora tosto e attrezzato, si creò delle strane idee attorno alla mia persona, combinando danni immani. Rattrappendomi in una dimensione talvolta da infante in quanto non capiva perché non volessi attenermi a questa cosa assai insulsa chiamata realtà schiacciante.

E, a forza di voler dar a tutti gl’ignoranti spiegazioni inutili, mi sbriciolai nella malinconia più pura, perdendo l’aroma del mio erotismo purpureo, castigandomi in colpe mai commesse soltanto per compiacere una borghesia stagnante nelle sue certezze bacate da malmessi che, manomettendomi, volevano imprigionarmi in qualche stupida diagnosi strafottente.

Ma il mio core fu divelto all’improvviso e mai mi sarei dovuto azzardare a mostrarlo in tutto il suo inferocito urlo sovrano e scucito, tanto angelico quanto magnificamente luciferino. Poiché addosso altre infamie mi piovvero e, per discolparmene, non poco faticai, nello sbudellarmi, a chiarire e certificare ogni mia assoluta, indiscutibile normalità straordinaria da uomo che adora l’imene di qualità. Sì, sono He-Man. Ah ah! Non più dovete menarmela!

Sin da piccolo son stato dotato… troppo oltre per esser capito e accettato. E dunque fui precocemente equivocato, le persone varie malattie mentali invocarono per riuscire a spiegarsi tanto fenomeno così armonico e florido. Valgo oro, luridi!

Dovreste evocare voi stessi e non vociare di volgare sbracare. Fate cagare!

Perché, da esistenzialista romantico, io soventemente disdegno la vita ruffiana del puttanesimo quotidiano e mi rannicchio nel segreto, anche nelle segrete, delle mie ansie. Donna, accoglimi fra le tue cosce prelibate, angosciami come solo tu sai fare nello strazio e nello struscio di un amplesso soffice, avvolgente, avvinghiante, avviluppante, forse solo inculante. Ah, lo so, non son stato elegante ma, suvvia, sii a me salivante. Succhiami e salirà. Baciami e s’innalzerà. Fottiti!

Ma son uomo che sa unire a questa stupenda virtù sognante, come detto, qualcosa che ora fa rima con gigante. Da enorme amante. E batte, batte, delle vostre idiozie se ne sbatte. Sbattendomene, da imbattuto, vado cremoso, caloroso e perfino poderoso. Cammino alto tra i furfanti irosi dal cattivo alito che si consolano con le battone mentre io, con piccanti battutine, son sempre ficcante, me la tiro… con classe da intoccabile uomo galante, voi siete rimasti degli elefanti e io, fantino, in sella cavalco ancora col mio simpatico pisellino ottimamente penetrante. Ahia, ahia, ahia, ah ah, gatta ci cova anche in questo caso? No, è sol gattona da pelare perché, se Poe scrisse il Gatto nero, io posso accarezzarla, bagnarla e scaldarla, inumidirla e sbiancarla mentre, ingrossandolo, lucidamente e lucidissimo, soffia e (s)pompa colando, probabilmente ancor indurendosi con tanto piluccare e poi, eiaculante, sfiancante, morbidamente danzante nuovamente risplende indistruttibile come il più pregiato diamante.

Insomma, altro che bambino. Ho una voce da Al Pacino, nient’affatto possiedo un uccellino e so muovere bene il bacino. Se non mi credete, chiedete in giro. Le donne con me diventano la Gioconda.

Ma attenzione ai girini. Potrebbe scapparci un altro Stefanino e sarebbero per voi cazzi ancor più amari e piccini. Questa si chiama volgarità? No, è solo una delle mie imbattibili specialità. E io posso permettermelo! Donna, è permesso? Ah no? Allora, pigliati un cinepanettone e buona pensione!

Che stronza! Le ho rivelato il mio cuore, mi ha offeso a morte. Sapete che vi dico? Era solo un troione!

Solo i POE-ti non deludono mai. Fidatevi.

di Stefano Falotico

Patreon: “Lo Spaventapasseri” (1973) di Jerry Schatzberg – Minirece richiesta da Stefano Falotico, by Federico Frusciante


15 Dec

frusciante spaventapasseri

Penelope Ann Miller è sempre stata più bella di Nicole Kidman, era il mio insonne, romantico e duro sogno erotico


05 Dec

Penelope+Ann+Miller+BAFTA+Los+Angeles+18th+f0O5ZWvGpg9lsol16 Penelope+Ann+Miller+14th+Annual+Movies+Grownups+Fe98fd1CCtyl Penelope+Ann+Miller+67th+Annual+Emmy+Awards+IxxABgcCyVll

Sì, ve ne avevo già parlato. Io ho avuto un solo, incommensurabile, insuperabile, imbattibile amore nella vita.

Lei si chiama Tiziana. Frequentavamo le scuole medie e io studiavo solo per lei. Galvanizzato da quest’angelo biondo che, in tempi appena post-puberali, m’induceva a spasimare in maniera innocentissima.

Sì, l’ho già detto. Il grande amore è purissimo. Non vi sono desideri carnali ma è un sogno di bellezza da gustare assieme, semmai passeggiando in bicicletta. Osservando i rami degli alberi che si frastagliano, arabeschi, nel cielo infinito di quell’irrecuperabile, immacolata spensieratezza friabile.

Poi, si cresce. E anche male. E i sentimenti adamantini vengono corrotti dal sopraggiungere dell’animalità. E quel volto, nitidamente folgorante, liscissimo, da sfiorare con delicatezza di labbra delicate, svanisce nelle intemperie esistenziali del quotidiano tribolare. Ci s’imputridisce e si ambisce al sesso lercio e smanioso, vanaglorioso!

Tiziana è sposata ora col mio amico delle elementari. Che infatti, quando gli confidai che di Tiziana sarò sempre innamorato sino al giorno della mia morte, mi ha bloccato.

Io credo che agli amici vada sempre detta la verità. Quindi, non ho mai compreso il suo gesto sprezzante e castrante. Gli dissi anche che, sebbene in me or ribollino ormoni tempestosi, ancor vedo Tiziana come una diafana creatura ondosa, una donna eternamente sigillata, nel mio cuore platonicamente invaghito a morte di costei, come un essere superiore, e dunque mai mi oserei a infrangere e infangare il loro matrimonio, tentando loscamente di scoparmela in modo focoso.

Invero, vorrei giacer con lei in tutte le notti di questa mia vita da peccatore. E succhiare il suo bianchissimo seno.

Sì, ora ve lo rivelo. Altra rivelazione scabrosa. Adesso ho finalmente capito perché ero ossessionato da Cybill Shepherd di Taxi Driver, da Elizabeth McGovern di C’era una volta in America e da Penelope Ann Miller di Carlito’s Way. In loro, nei loro visi dionisiaci, rivedevo la mia Tiziana per sempre perduta.

Tiziana è ancora bellissima. Se mi contatterete in privato, vi mando il link della sua pagina Facebook. Oddio mio, meglio che non la apra… sennò sto male!

Credo si trattasse d’un sogno inconscio, lynchiano.

Sì, Penelope Ann Miller, ai tempi di Carlito’s Way, era una figa straordinaria. Roba che Nicole Kidman dovrebbe farsi monaca di clausura perché, a tutt’oggi, non può competere con Penelope.

Vi ricordate la scena dello spogliarello? Quando Pacino entra nel night club e la vede semi-ignuda con quel magnifico, turgido seno dolcemente piccolo e quel sodo, mastodontico culo basculante tutto eccitante? Sì, a Pacino divenne duro il ciddone in tre secondi netti. E anche a me. Ero preso dalla trama appassionante ma premetti pause sul telecomando del videoregistratore e, in maniera slow, carezzai il mio membro nel crescente, galoppante indurirmi solleticante, fortemente piccante, sognando di esserle cautamente ficcante, tutto grondante, eiaculante. Sospirando il suo nome, Penelope, come Penelope di Troia, nel momento dell’orgasmo lieve ed entusiasmante.

Che donna!

Penelope. Donna elegantissima, soffice, debbo averla!

Ah ah! No, non sono e non sono mai stato De Niro di Risvegli. So solo che non prendevo sonno.

 

di Stefano FaloticoPenelope+Ann+Miller+22nd+Annual+ELLE+Women+8o1icdNaM19l Penelope+Ann+Miller+Academy+Motion+Picture+boZKOCxOBHwl Penelope+Ann+Miller+20th+Century+Fox+Television+Vgq9pCmw59al Penelope+Ann+Miller+20th+Century+Fox+Television+9RcAIkhVmKql Penelope+Ann+Miller+20th+Century+Fox+Television+tYqDsHHHhNHl

TOP TEN Al Pacino


05 Nov

79573pn09

Ebbene, oggi parliamo di Alfredo James Pacino, indubbiamente, e sfido chiunque a smentirmi, uno dei più grandi attori della storia del Cinema.

Quali sono a mio avviso le sue dieci più grandi interpretazioni?

Partiamo col dire che è difficile trovare, nella sua filmografia, una brutta interpretazione. Semmai, ovviamente, con l’andare dell’età, di ruoli migliori gliene sono stati offerti sempre meno, quindi negli ultimi vent’anni è incappato in film assai mediocri e abbastanza invedibili. Eccezion fatta per i suoi superbi lavori per la HBO.

Anche se, come sapete, il prossimo anno, quando compirà la bellezza di settantanove anni, uscirà con i due film più attesi in assoluto della stagione, vale a dire The Irishman di Scorsese e Once Upon a Time in Hollywood di Quentin Tarantino.

Mica male per un vecchione, eh eh. Che poche settimane fa si è messo assieme a una che potrebbe essere la sua nipotina. Ci dà, Al, ancora un mandrillone!

Dunque Al, nonostante l’inesorabile trascorrere del tempo e nonostante non sia più quello di una volta, ha ancora il suo ottimo perché.

Ma passiamo alla classifica. Otto nomination all’Oscar ma, scandalosamente, solo una statuetta. E nel suo carnet può dire e vantarsi di essere uno degli attori con più candidature ai Golden Globe di sempre, ben diciassette!

La sua migliore performance, a mio parere, è quella di Cruising. Specie nella seconda fase della sua carriera, Al è stato famoso per i suoi lunghi monologhi, vedi L’avvocato del diavolo e Ogni maledetta domenica. Gigioneggiando a briglia sciolta. In Cruising, invece, parla poco, è molto sulle sue e comunica quasi esclusivamente attraverso lo sguardo.

Come diceva Marlon Brando, un grande attore non ha bisogno di troppe parole. È nella forza del suo sguardo che si vede la potenza recitativa.

Al secondo posto, il mitico, terrificante Michael Corleone della saga de Il padrino.

Al terzo e quarto posto, Scarface e Carlito’s Way.

Quinta posizione per il suo Vincent Hanna di Heat.

Non so se ci avete fatto caso, eccezion fatta per Il padrino, ho citato sino a questo momento tutti film per cui è stato oscenamente ignorato dagli Academy Awards…

Settimo posto per un film del quale non parla più nessuno: Lo spaventapasseri.

Dunque ci mettiamo Sonny di Quel pomeriggio di un giorno da cani.

Passiamo al magnifico Donnie Brasco.

E finiamo con Seduzione pericolosa. Ah ah.

Come? E che fine ha fatto Scent of a Woman? No, secondo me non entra fra le prime dieci posizioni.

Se non vi sta bene, andate a fare in culo. Uahh!

E ora sparatevi pure questo video!

 

di Stefano Falotico

Genius-Pop

Just another WordPress site (il mio sito cinematograficamente geniale)