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Pacino – “Stand Up Guys” Premiere


13 Oct

Alzatevi in piedi, ragazzi! C’è Al!

   Ieratico, consumato, “invecchiatello” di classe che non è acqua.

   La compagnia dei lupi e delle vecchie volpi.

   (S)macchiato in viso, emaciato raffinato.

Pacino, bellocci miei, non ci son cazzi che tengano, comunque si mantiene.

“Cruising” – Recensione


13 Oct

 

Cruising

Notte nerissima e molto “ambigua”, l’angelo nel crocevia delle morti “infernali”

 

Tempo di celebrazioni, mai tardive e mai sgradite, quando si va a parare su William Friedkin, oggi sui nostri schermi con l’amatissimo Killer Joe, una pellicola “sporca” di “platinata modernità” violenta e furiosa, acida dark comedy “innestata” su una performance “spaventosa”, nel senso letterale e nel “centro del bersaglio” d’un McConaughey nel suo cavaliere, troppo pallido e fisicamente perfetto, “liftato” e calibratissimo da pistolero senza regole, per non destar “stupori” e dubbi “esterrefatti” che presto “squillerà” l’imprevista mossa falsa di qualcuno a (non) cantare.

A incatenarsi d’autoimbroglio e servito “piatto freddo” su edematosa, livida, “rinforzata” e “riturgidissima”, “liturgica” e godibilissima vendicativa “protuberanza” nell’estensione cinefila da bad lieutenant, da cattivo lupo tradito da chi voleva “spelacchiarlo” e spillargli l’“incasso”.


Un ritorno in grande stile per il “clandestino” Friedkin, a cui troppe volte Hollywood derubò un talento unico destinato a più prolifica e proficua produzione. Ma forse, forse è meglio così.
Almeno, scevro da condizionamenti e (r)accordi produttivi di “commissioni”, William gira quel che gli “spara”.

 

Chi si sarebbe aspettato questo Cruising dopo The French Connection? Popeye era un bastardo, ma la detection di questo Pacino è proprio Burn(s).
Il regista de L’esorcista qui scende proprio nelle cavità insondabili di Satana, ove il “maestro” s’annida di sospetti insospettabili, di “piatti” silenzi, di rumore negli occhi “suadenti”, sibillini di “seduzioni” molto pericolose.

Si gioca tutto, anche il “culo” Friedkin, appunto. E decide d’ambientare la sua macabra, “scarna” storia nei “candelabri” del “peccato”, fra i gay borchiati, sudati, “pervertiti”, che ballan nel loro “village people” di “smile” che “assopisce”, dietro tanti volti “carini”, il mostro.
Sì, c’è già una prima ragione per considerare questo film importante, al di là dei meriti che ognuno vorrà attribuirgli. Si tratta della prima opera, da che ne ho memoria, sul serial killer, prim’ancora di Manhunter di Mann, dei capitoli “lecteriani” di Hannibal/Hopkins e inevitabili epigoni.

Per di più “macerato” ove l’America puritana si tace(va). Il “losco” sottobosco delle sessualità “diverse”.

Steve Burns, un Pacino Serpico solo di più muscoli di “aguzzo ingegno”, più “corruttibile”, meno integro di come vorrebbe apparire nelle prime scene, “marine” e “pacate” su foto agli “obitori” delle ossa maciullate nel “trasecolare” però già in guardia su “pelle” lurida, “irta” nell’“ostia” black dei suoi capelli scuri intonati al buio delle sue iridi. “Trascolorendo”, già trasloca se stesso da emaciato-marcio anche quando solo, solissimo, solleverà il “bilanciere” del suo specchio “traditore”, subito “bugiardo”, lì “penetrato”.

Film tagliato, censurato, semi bloccato, “invisibile” nell’edizione “intera”, anche perché non sarà mai distribuita. Sbattuto chissà dove, mai visto, inviso. Quella “completa”, con tutti gli “extra” nascosti, la tiene “cara” Friedkin in cassaforte. E ha promesso che nessuno, in effetti, la vedrà.
Il mistero “brulica” di più sul maledetto, quasi uno snuff movie.

Hardcore o strategia?
Credo alle onestà intellettuali dei grandi cineasti.
E, dovessi scalare l’Everest, me ne impossesserò, regalandola da “Babbo Natale” a tutti i “cattivi”.
Che amano le cose belle.

 

(Stefano Falotico)

“Scarface” – Recensione


12 Oct

Lo sfregiato “scarafaggio” di “marca pregiata”

Al Pacino, inquadrato sin all’inverosimile, “permeato” dentro d’una penetrazione depalmiana al suo “ventricolo”, prima ossidato, poi deossificato, poi “sparato”, dunque “delinquente”, criminale che non si seda, che anzi si rafforza e si rassoda. Nell’ambizione sfrenata, verecondissima!
Lì, mentre i “commissari” indagano, con circospezioni da “ispettori” appunto alla sua anima.
Saccheggiandone, “sniffandone” il Cuore e la sua storia personale. Intima e “intoccabile“.

Tony Montana è una montagna di rabbia, di cocaina “sgrezzata” dalle sue origini, il “fiore all’occhiello” di tutta una società sbagliata, “errata”, sbavata, “segnaletica” come il suo segno “partcolare”, “bellissimo”. Se per De Niro era il neo, “procace”, agghiacciantissimo di Al Capone che parlava da sé da “pasciuto pagliaccione”, Pacino s’innerva, si “defibrilla” affamato nei monologhi “esasperanti” in cui “urla” da disperato, accanito, “canissimo”, senza un briciolo di “vergogna” per nessuno, una diga incontenibile che non sta mai, beffardo ridacchia e si “spupazza” gigioneggiando, non si riappacificherà mai, non si concilierà, non s’addolcirà neppure stotto le torture più “infamanti” e “crudeli”.
Non lo pieghi neppure “sputandogli”, soffiandogli nella “fedina penale”.
Anzi, se ne frega delle “infermità” e non sta fermo, scalmanato, iracondo, collera “pura”. Non ha faccia, è “segnata”.
“Accoltella” di “silenziatore” chi troppo aprì bocca e non rispettò i patti. Di lealtà, di fiducia. Coltello a doppia lama.
Chi tradì, sarà trucidato. Con fredda “sottigliezza” taglientissima che aspetta il momento giusto e poi ti piazza del piombo adirato!

Una vertiginosa, “kitsch“, incredibile scalata al potere come una fotografia saturissima, “salata” nelle sue amarezze, nel rimpianto che ora affronta a muso duro tutti. Contro tutto, senza più “barricarsi”, senza alcuna barriera “contenitiva”.

Dal nulla, (ri)spunta uno, uno “qualsiasi”, un petroliere antesignano del folle Plainview alla Paul Thomas Anderson. Per Anderson l’oro “nero”, per De Palma è l'”ottone” dell’icona.

Film mitizzato, “mitologico” per i tamarri che ne han “aspirato” il peggio di “catenine” e “santini”, che ne celebrano l’ardore “carnale” ma non l’ardire “subliminale”. La levità dei suoi furori.
Il sentimento alle palpebre non è questione di palle!

Pavoni! Papaveri!

Così, l’Italia diventa “scaltra” nello scarface, nelle manie di far le scarpe a chi è rimasto “indietro”, a”obliterare” il no return per l’Inferno!

Tony, divorato, mangiato vivo da troppi patimenti, che scoppia, che deflagra, che franerà sepolto dalla “bianca limpidezza” della sua “droga” nelle vene.

Si asserraglia nel suo bunker, i nemici sono dappertutto, “mitragliano” all’impazzata, chi cogli coglierai, anche il tuo “amico”, che ha “sgarrato” per il “delitto” d’aver “scopato” tua sorella, l’unica “cucciola” da salvare, da non involgarire, da non stuprare nello schifo dei fottuti, “spacciat(or)i” giochi sporchi.
Da proteggere “candidamente”, semmai sganciando(le) dei soldi lerci come un bad trip.

Ass(o), piantato lì, “a mani nude”, trivellato, dissanguato, (de)rubato su schizzi rubinissimi d’un colpo micidiale che “pugnala” violentissimamente.

Nel delirio tuo “onnipotente” che era già bucherellato, da bruciato che si “reggeva” solo di titanismo folle, ch’è precipizio “libero” nell’acqua d’una fontana col “frontespizio” dell’incisione alla tua “carne”, nell'”evidenziatore” rosso, incancellabile che il Mondo (non) è tuo.

(Stefano Falotico)

 

Stallone è un genio – Non scherzo, chi confuta il mio fiuto, è un bietolone!


11 Oct

Sì, che barba(bietole), che noia.
Basta con lo “zucchero!”. Piantatela con le vostre piantagioni di “cinema sdolcinato!”.
Adorai Stallone perché il suo oro merita solo un pugno… alla vostra faccia!

Sì, Sly viene invitato al Festival.
E i “cinefili” s’accaniscono. Preferiscono i film di “ruggine e ossa“, anziché i suoi muscoli.
Consigliano a Stallone e agli organizzatori di “dimettersi”.
Ma si dimettessero dalle loro teste!
Be’, be’ e sempre a mettere il becco di “beo(ti)”.

Sì, stavo pensando di noleggiarmi questo film: Le valigie del portaborse, film ad alto contenuto “esplosivo”.

Poi, emetto il “berretto verde” da “tenente-colonnello” alla Al Pacino!:

criticate Sylvester? Solo perché lo invidiate?
Questa signori miei, è una grande stronzata! Stallone ha girato un sacco di bischerate, dette volgarmente “porcatone”, ma Rocky, Rocky Balboa, Rambo e John Rambo sono dei capolavori. A cui (al)legherei  Cop Land. Anche il prossimo Walter Hill m’attizza.

Mercenari della carta (igienica) “stampata”, questo è il mio verdetto. Non si discute, è expendable!

Al che interviene Melisia, detta “La melassa”, e replica che, se sovra(e)ccitati film sono come io li definisco, “lei” aggiunge ‘Nù jeans e maglietta!

Sì, è proprio come Licia, “costei!”.
Non va “assoldata“, è da film di Silvio Soldini!
E gliele suoneremo!

Che cazzo vuol pretendere di sapere chi non ha mai visto neppure il logo della Nu Image?

Quindi, il direttore di questa “scuola di cinematografia” mi vorrebbe invitare alla calma:

– Ora, basta! Lei sta esagerando! Si moderi, Falotico!
– Analfabeta! Le faccio vedere io cosa sono capace di fare quando esagero!
Ed ecco il lanciafiamme!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Bullet to the Head (2012)
    Ti “entra in testa”, o no?
  2. Pane e tulipani (2000)
    Sì, ma io non sono “buono”.
    Gli olandesi stessero nei cavolfiori di Bruxelles.
    Io son appaiabile al “belga” Van Damme!
    Siamo delle belve!
    Forza, beviti questo. In pancia!
  3. The Tomb (2013)
    Sotto la panca, la capra crepa, sopra la panca il “caprone” si fa gli addominali delle caprette.

    Evviva DiCaprio!

  4. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    Preferisco il “mio”.

“Killer “Joe”… arriva


07 Oct

 

Non perdetelo…

   Splendido Matthew.

7 attori che volevano scoparmi – Sì, non solo le attrici mi volevano, anche i maschi si davano “da fare”, ottenendo un netto non “annettermeli”


04 Oct

 

Mickey Rourke, in balia del suo “oblio” mentale, “sconvolto”, urlò: “Che fusto il Falotico!”

Al che, devastato più dei suoi incontri di pugilato “truccati” (tanto che ora nessun truccatore si azzarda a “toccarlo” neppure con un guanto, col “fango” sì però…), mi “rialzai in piedi”, riconoscendo ove “caddi”: “Fui un frustrato, non mi frustate. L’afflizione è già durata parecchio”.

Ma m'”indurirono” perché non “crescesse” ancora, ancora e ancora, perché io da quella sera non ho fatto più l’amore senza te.

E, soprattutto, non me ne (s)frega niente. A “lavar” le asine si perde solo “sapone”.
Fidatevi. Per tali “ragioni”, fui spedito a Shutter Island in veste d’indagatore del “freudismo” ascetico di Ben Kingsley.
Ma Egli mi rispose di tutto tono e “in tonaca“: “A te che cazzo frega se son un Gandhi? Se tu sei piccante, non piluccare nel piatto ove non mangio…”.

Diario di un “gigolò” amante del “fai da te”…

Chi fa per sé, tutte se le fa, altro che tre come nei “porno” più sconci di queste “orgione” coi tamarroni.
Di fantasia vado “lì” e poi “vengo” nel “lilla”.

Qualcuna incontro, ma spesso son scontri.
Queste voglion solo il mio conto in banca.
Altroché. Se ne stanno nell’ufficio e poi si “grattano” aspettando che qualcuno “rimpingui” il “portafoglio” di “dollaro” frusciante…
Sì, queste “donne” sono come i salvadanai. Più “infili” e più son delle maialone.
Si spaccian per la Madonna. Sì, Veronica Ciccone…

Comunque, non si sparga la voce in giro, curo i miei addominali, li appiattisco a tal punto “(erogeno…) che “sparisce” della sua “interezza”. Poi, corro in bagno, mi tirò giù le brache nello specchio che mi “monologa” un “Non vali un cazzo” e mi spoglio in vasca per giocar di”paperelle”.
Con tutta la schiuma “bollente”.

Una, una qualsiasi, mica di quelle “pescivendole” che “la” svendono a Hollywood, mi contatta già per “tastare”:

– Sei uno sportivo. L’Uomo atletico è una garanzia.
– Come fai a “saperlo?”.
– Lo so.
– Ah, questo lo sappiamo.
– No, non potete.
– Hanno già “potuto”.
– E come hanno fatto?
– Sei “sfatta” figlia mia. Vai a mietere, dai dai. Sei proprio “eterea”. Ove la terragna nasce, di terriccio “coltiva”.
Hai raccolto tanti frutti dell’amore che puoi metter su una piantagione di zucchero.

Quindi, mi telefona un’alt(r)a a tarda Notte:

– Che vuoi?
– Il “tuo”.
– Oh, Cristo Santo, non “mettermelo in croce”.
A proposito, hai avuto molti ragazzi?
– Chissà.
– Su, sbottonati, “dimmela”.
– Volevi dire “dammela?”.
– No, non farmi del danno.
– Ma io voglio farti del bene.
– No, solo il pene. E chi di pene ferisce, di “pentola il testa” patisce.
– Vaffanculo!
– Ci penso da me.

Applauso!

Questa play è una “puttanata?”. Sì, come le puntate di Beautiful, per “dirla” alla Nino Frassica.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Homeboy. Ragazzo di famiglia (1988)
    Qui, il Rourke è traumatizzato.
    Prima è già giù di corda. E non riesci a lenirsi nonostante si alleni.
    Chris Walken, un bastardone, cerca di fotterlo.

    Mickey torna al “bucolico”.
    Sì, dopo il suo Bukowski, una gnocca da “puro”.

  2. Stone (2010)
    Dopo che fui sverginato con la “forza” all’urlo “Addà trombà!“, ne beccai una che mi stava sbattendo.
    Sì, in carcere per troppo senso del pudore.
  3. Scent of a Woman – Profumo di donna (1992)
    – Allora, signor Falotico. Lei non mi sembra affatto “cieco”.
    – Sciagurato, no? Un “salame?”.
    – No, solo davanti agli occhi.
    “In mezzo”, c’è…
  4. L’uomo senza ombra (2000)
    Poco prima di riprendere il mio corpo, un mio amico, il Romano (che ha bazzicato anche dalle nostre “zone”), mi guardò nelle “palle”… degli occhi, e mi chiese, “gustando” (di secondo nome “fa” Gustavo):

    – Stefano. Ma tu come ti vedi?
    Non hai una percezione di grande autostima, sai?
    – Di stigmate sì.

    Infatti, entrambi amiamo Dostoevskij.

  5. Ultimo tango a Zagarol (1973)
    Peccato che non ci fu neppure il primo.

    Nonostante questo, “la prima voltà” è stata da Marlon Brando.
    Cioè, siamo “franco franchi“, ero già “finito”.

  6. Terminator 2 – Il giorno del giudizio (1991)
    Quando andavo alle medie, a tutte le ragazze piaceva Edward Furlong, perché pensavano che ce l’avesse “lungo”.

    La sua carriera, invece, ha incontrato presto un “armadio” grande e grosso che gli ha “sparato” un “Sei terminato!“.

  7. Ronin (1998)
    Alti… là!. Che combinate nel parcheggio? Siamo gli sbirri”.
    – Piacere, mi chiamo De Niro. Non posso baciare Natasha?
    – Ah, ci scusi. Abbiam preso una cantonata. Lei è un due volte premio Oscar. “Faccia” con comodo.

    Poi, “confabulando” da carabinieri di “barzellette sporche“…

    – Abbiam preso un granchio.
    – Eh già. Non è un delinquente.
    – Diamoci alle linguette.

Il “blues” dei “brothers” – Falotico e Marzani nelle rispettive vesti di Dan Aykroyd e John Belushi, parte prima


29 Sep

 

Salve, siamo due (e)vasi da “Notte“, meglio degli evasori e della Montessori

Sogno eroticus

Il Mondo è pieno di folli, e Jamie Lee Curtis aveva un seno da “morire”, sì,  l’avrei slinguazzato “potentissimo”, d'”immersione” sin al soffocamento: una poltrona per due? No, true lie. Sono un bugiardo “equino” di razza superiore, e le sue gambe, “attorcigliate” nei collants, limpide come cataclisma apocalittico da “figa” del Mondo, quei suoi spogliaretti “calzati” nelle mie vene “nascoste” al “buio”, rassodano ancora le notti in cui la realtà si “sfaldava” nelle mie mani col “mouse” a cliccare e “zompar'” di zoom sulle sue parti più “inquadrabili” d’ingrandimento per immaginazioni da “galoppar'” e di “zuppa” inondar’. Fermo-“immobile”, con la scrivania che oscillava mentre “tutto” (e)saltava in “padella”, per una brace che voleva cingerla d'”abbracci”.

Sì, da oggi inaugureremo questo ciclo di play coi nostri “occhiali”: Stefano Falotico e Marzani Gianluca nel “nero” da imbiancar contro le miopie dei “benpensanti”, irriverenti sin all’osso dei midolli spinali, dolendosi nel ridondar’ e nell’ondeggiare di fantasie sessuali alla faccia di chi vorrebbe reciderci il mignolo per “sminuircelo”.

Il tramonto è già calato, la scienza è in me infusa, e il fusibile della macchina s’è rotto. Interviene John Belushi a “oliare” il motore e mi trascina al suo vecchio asilo nido, ancora gestito da una suora d’espressione “suina” con “bacchettona” da “reprimende-Alt-rendetemelo!”.

– Aquilotta (nome all’anagrafe della tardona della parrocchietta), sa che a John piace Charlize Theron?
– E chi è costei?
– Una bonazza da “dissanguare”.
– Lurido maialino d’un Gianlucone. Non sei cambiato neppure un po’. Già allora alzavi le sottane di Teresa (la “madre” del convento “Calcutta ama la cicuta, i figli arrivan dalla cicogna ma il prete agogna dallo spioncino, fra i suoi pulcini e un inconfessato confessionale ove gatta ci cova”). Guarda il crocifisso. Ti sta dicendo “Creperai col Diavolo nell’eternità!”.

Al che, per risolvere l'”assalto” agli ormoni vilipesi, intervengo Io:
– Aquilotta, “lo” vedi questo?
– Oddio, che schifo. Rimettilo dentro.
– Ah, non vedo l’ora.

Applauso!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’avvocato del diavolo (1997)
  2. The Blues Brothers (1980)
  3. Perfect (1985)
  4. Un turco napoletano (1953)

     

Il mistero di Batman è nella sua lampadina, poiché Aladino suona il “campanellin'”


23 Sep

 

L’emento incondivisibile è la “scissione” nella realtà, perdizione totale delle proprie morali e dell’amor che serbi nel “sebo” più androgenetico agli ormoni

Da che ho memoria, sono amnesia, per volontà incoercibile di ammanettarmi a una società che ripudio, in quanto vivo sul podio, lastricata-mente di polluzioni “rosa” su scroscio di applausi che mi porgo in segno di totale menefreghismo.
Mentre i miei coetanei, in quell’epoca adolescenziale di “pompini” e cannette, si “baloccavan” festaioli, saltando di orgia in foglie di “fighe” ipocrite, con i loro genitori a regger le anoressie della loro scheletrica amante nell’armadio, da celar a sguardi “indiscreti” per giudizi che sarebbero stati lapidari e poco “incensanti”, io non cessai un istante d’esser me stesso, viaggiando a tutta velocità spesso stiracchiato a letto col bacio mansueto del mio “cane” immaginario, mentre i pedofili s’accanivan in esegesi “cinefile” sullo zucchero filato di qualche “lupa” mocciosa che potesse rizzar il loro pelo moscio.

Sì, in un Mondo ove le macchine han sostituito i cervelli più coscienziosi, asfaltandoli nell’indole cronenberghiana più incarnatamente malata, ove lo status symbol è sinonimo di telefonino per le “mele” e non solo (BigApple, di mia carta di credito screditerò tutte le vigliaccherie, strozzando come un’anaconda chi, falsamente “giocondo”, se “lo” racconta.

E poi, di montaggi per accordare le scene più “fastidiose”, incenerirò i fotogrammi più “mielosi”, “incattivendoli” per una sana esibizione anche “onanista” del fuori orario “sgradevole”.
(Parola dell’Uomo che sostituì Cristo).

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
  2. The Master (2012)
  3. Iron Man (2008)
  4. Cosmopolis (2012)

“Stand Up Guys”, Trailer e Poster


21 Sep

Lo spettatore “medio” veneziano è un “Pollicino” da dito…, ecco bravi, tanto “buoni”


09 Sep

 

La migliore “Regia” va alla mia “Copp(i)a Volpone”

Scorazzando per Lido, “incappai” fra varie gambe, che “attanagliarono” la mia morsa, “ferendo” nel “non plus ultra… Man“, e con “classe” celeberrima vinsi il “Leone d’Oro”, nello spogliarello della “premiazione” di donne “gentili” che, dopo avermi denudato, “accavallarono” le loro corna, masticando “dolcemente” vari croissant, assai “croccanti” dopo che “le” infornarono” nella “mezzaluna” della “Poteva andare in prostituta, invece siamo intellettuali tristi. Dai, amica mia, dammi un bacetto sulle guanciotte e facciam sbiboccia, cantando l’appassionatamente di chirurgia plastica per tirarla e pasticche per star su, stirandocele”.

Sì, fra i vari ritardati cronici che infestano, “festosi”, la Laguna, senza dubbio mi distinguo, per compostezza “rilassatissima”, tanto che se uno mi provoca, poi non apre, non solo più bocca, ma neanche la patta dei pantaloni.
Incastro ogni “cerniera” senza bisogno di “mozzarglielo”. Perché se ha una faccia da mozzarellone, non è necessario esser cattivi imboccandolo di “formaggini”.

In quest’umanità allo sbando, sì, fisso lo scemo per il suo “occhio sinistro” e mi catapulto nella sua ottica distorta, “rafforzando” le sue vigliaccherie, a tal punto (di sutura dolorante da “cotone idrofilo”, sì, tanto è ovattato tanto è ottuso di contundente da chi gli spacca i dentini per apparato gengivale da “disinfettare” salvo ascessi) che, stremato, non può che tremare e scappare, spaccando tutto per la vergogna ignobile d’avermi affrontato con siffatta prosopopea.
Sì, me “ne” pippo tante, un po’ Goofy come il “cane” della Disney, un po’ nelle “topoline“, fra un paperino che prendo per una giovane marmotta e un’altra che monto(n’) di “panna”.
“Zuccherando” nello “smutandando” anche solo di Sguardo “invadente” ove l’inguine può inguaiare se è spos(t)ata e suo marito è “micidiale”. Sì, un coglionazzon’ che fa l’impiegato e “ficca” (con) Bon Jovi in autoradio, ma con du’ coglioni così nonostante la moglie preferisca le palle degli altri.
Tanto moscio quanto “duro”, l’ossimoro di chi ti rompe le ossa.
Sì, come no…

Molte “ragazze-minchia”, espressione “romana” di come son “puttanesche” d’ingenuo “darle” e pomiciar col Pomì, l’italianissima, “trentennal'” salsa e polpa dei “pomodori“, tentano di darmi del “fallito”. Ma apro l’impermeabile e sconvolte “ammirano” tutto il gioiello del falotico mutar alla Montale.

Sì, corteggio una signora fighissima con quest'”apostrofe” per ogni amante che sa come in culo non se la farà, ma lì lo prenderà: – Ti voglio, lascia stare quel quarantenne, non vale il mio valore qua in mezzo”.
E Lei, molto “cortese”: – Mi lusinga, ma ho quindici anni più di te. Capisci che sono “grande”.
– Sì, ma tu sai però che io ce l’ho più lungo di 20 cm?”.
– Lurido porcello, a cosa alludi? All’uccell’?.
– No, allo spassarmela nella passerin’. Non tarparmi le ali, involiamoci nell'”involtino”.

E così, sbeffeggio tutti. Un tale, un torinese “spietato“, fa le corse dalla Sala Grande al PalaBiennale, scrive come un “dannato” ma sempre più “an(nu)al'” è la sua vita d’accoppiamenti promiscui, di orge miste e minestroni senza peperoncino.
Sì, è là che loda e va in brodo di giuggiole, ma mi chiedo: “Se gli piace il sofisticato, a quando un’esistenza che non sarà… ficcata/nte?”.

Vi lascio su questo dubbio, e auguro agli imbecilli “Buona fortuna” che, a conti (s)fatti, è l’unica “congratulazione” d’una  mai vissuta.

Oh, almeno questo vogliamo pure “concederglielo?”.

Già, una pensionata frigida mi disse “incazzata a morte”: – Basta adesso, vedi di “fartelo”.
E io: – Certamente, sarà “fatta”. Tu vedi di farti quel flaccidon del tuo compagno(n’).
– Ma io ti spacco la faccia.
– “D’accordissimo“, però deve sapere che sono l’unico Uomo che può essere sia Batman sia Bane. All’occorrenza, sotto il “muto” c’è “tutto”, e sotto i muscoli c’è quello ancora più indistruttibile, meno evidente a prima vista ma “a bel vedere”.
– Ah, ma tu allora sei “schizzato” veramente!
– Sì, non canto con Venuti il famoso “ritornello” che “fa” così:
il cielo grida il tuo nome, la primavera mi risveglierà come un fiore…, come un fiore…
Però “vengo” molto più dell’altro “pezzo” a “lei” mancante: riflettono l’essenza, adesso stai fingendo…

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

    1. Il Cavaliere Oscuro – Il ritorno (2012)
      Rino Gaetano canta, di Notte, con Catwoman: “… c’è un mondo diverso e fatto di sesso!”.
    2. The Master (2012) Riflettete:

  1. Rocky V (1990)
    A chi dai del “cocone“, ebete cotonato?
  2. Il cacciatore (1978)

Genius-Pop

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