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Lion Al Pacino


26 Mar

Consigli per la Pasqua


23 Mar

Per Pasqua, fratelli della congrega, comprate il mio libro su William Friedkin, smettetela di frignare con le uova marce. Meglio il “marcio”, che sa marciare!

William, William, William!

In questo matt(ut)ino primaverile, ecco a voi un saggio di “matta” voglia mattiniera eppur mai “diurna”. Un libro su due duri, inaffondabili. Inattaccabili! Non violateli!

 

Prefazione “falotica”… (se v’annoia, basta saltarla e passare al paragrafo, vi consiglio però di leggerla non alla leggera, io legifero, son ferreo, son figo)…

Pregiato Cuor dal livor horror

Chi crede che, ironizzando, io scherzi spiritoso, sia benedetto nell’acqua ad abluzione del suo “immarcescibile”-marcissimo Peccato, da me mai assol(u)to, ché disosserò il suo sacro osso e, “blasfemo”, ne stigmatizzerò le costole, marchiandolo di calvari spirituali e spiritici di mie sedie “purificanti” a scaraventarne le ceneri sue che impolverarono i “poveri”

Angherie e soprusi, si tace e si taccia, si falcia e si striscia di colletti bianchi a “collarini” della societù “cuoricina”. Ma il mio virtuosissimo finambolismo se ne frega e li sfregia con altezzose mie “zie” a zittirle per sempre. Ove, tombale, dissotterrai le spade del furore “sedato” e ottenebrerò la fosca cupidigia di tali usanze che ungono e “maledicono”.

In un baleno, io son Bianca Balena, fra balenotterele vostre e balletti in balera, “lisci” come l’olio a voler sbatter in galera chi è pirata di galeoni.

Gallo, alzo la cresta, e pesto te e le tue galline, strappando la criniera tua “leonina”, strapazzando le “uova” da orso contro le pelose tue micine. Che vuoi? Che “ovuli?”. Le ammicchi e appicchi il “fuoco” tuo. Fatuo non sei come me,Faust e fasto, ché di tuoi pasticcini sol pastrocchio conci per le “feste”, sgualcito fra notti in calore tu “accaldi” il coito dopo tante coliti da frustrato coi debiti accollati e le “gallette” a collo di “a tutta birra”… tanto se ne “bevono” e abbeveri gli asini per “accordarli” al tuo bovaro modo di “tenderlo” e “intenderla”. Che “tenero”. Ma il mio morso imbriglia, sciolta diarrea alle tue già logore logorree. Io sono il tuo “gore” e nessun fantasioso Verbinski ti salverà dal “naufragio” della mia prima Luna. Lupo t’adocchio anche “bendato” e t’acceco di “cannone” in mezzo ai tuoi “cannoli”.  Che cremosità “grondante”. Pum pum, il tuo “babà” è goccia che sbava al “liquore”. Languorino… Bravo coi tuoi “bravi”… ragazzi, gangster che io scarabocchio, con tanto di “testate” cornute alle tue cornee di nuovo in tribunale, foro anale. La forca, mio porco.
Contro le trivialità di chi, per primo, sfoderò i coltelli da serpente. First Blood, ora la tua testa esplode e son io a scandagliarti, a scavarti da scanner cronenberghiano di chirurgia alle carni tue tenui come le lotte “intestine”…, fratricide da fradicio sudatissimo mai attenuato, a tenaglie suino subito supinissimo, non supplicare m’applicati per non placarmi a spaccar la tua “placca gengivale” dal salivar sale a non salvarti ma io a salutarti, “verme solitario” di morbo virale a te “morbido” d’intestino “grasso”, oh crassa arroganza che, di rughe, arroventò chi vuole (la vogliettina…, non le mogliettine mignotte…) sola-mente “arrovellarsi”. Ché veliero senza il velo dei tuoi “zuccheri” da trucchi nel (ri)“toccarle”. Son tocco, tonto alle tue rotonde puttane da mappamondo. E circumnavigo il globo per accerchiare le sferiche “palle” della mia “costellazione d’Orione, mio bel coglione.

Ribaltiamo il gioco e, soggiogato, ne sarai cavalcato.

Resistenza a “te”, “pubblico ufficiale?”.

No, tu sei un puberale da gabinetto e ufficetto.

Ecco il mio “cappuccino”. Tutto “incappucciato” quando, fuori dalla porta della tua casina, ti fracasseremo la testolina, “fragile” come il frassino, di legnate nel casino a frantumarti anche i testicoli.

Sei terrorizzato? Ah, prim’ammazzi e poi non vuoi stramazzare?
Eh… ehi, non funziona così, “bello”.

Non fare il “carino”. Ecco i canini.

Sai? Mordono!
E ti stracceranno quel che hai mezzo alle gambe.

Intimidazioni, stupri, fisici e psicologici, “paralitici” per chi ha impalato e, ora, da Vlad l’impalator’ sarà issato “in gloria” dei “cieli”, a brindare di “mondiali” a cornamusa d’uno stadio eretto “in santità” per tutta la plebe ad ammaestrarlo di leone iroso, ah, adirato graffia e gladiatorio sbrana, gli “aizzano” le “catene”, alzando le palizzate e paletti a incastrarne i denti dell’abbufarsene ché s’arricci mansueto e “coccolato” da una spranga su “spaghi” d’altro vessare nel “riversagli” sangue, ma stritola i nemici e li solleva, barcollano tremanti, arrabbiati adesso s’inchinano per una grazia non sua “accorata” e gemono delle piangenti grida d’ogni innocente del loro vigliacco cannibalismo. In grembo! Evviva Rambo!

E che prostituzioni al “lavoro” tanto per “dorarsi” d’imbellettata posa, “sposati” e con prole “a caricarla”, a esaltarla per gli “abbracci” per me solo brace e rude bronzo di Riace, muscolo che scolpisco e colpisce all’esanime “stile” del loro “attillato”… “aderire” e “indurirsi”. Oh, miei grezzi criceti, “fortificati” nell’astuzia furba e ingegnosa, son io l’aguzzino e aguzzerò la (s)vista vostra da mostri repellenti, spellati di svenimento e “turgido” struggervi in compassionevoli perdoni. Oh, per carità, si domanda “assunzione” al Regno del Principe alato, ma io aleggio d’aviatore Icaro e, “cari” armati carri, non trascino la carretta ma s-tiro micidiale ai vostri omicidi da “corte” alle micette.
Assassini!
Che miagolio “arruffato”, mi date del buffo ma son il capo d’ogni Puffo e vostro “plof”, sono io il Professore e, non docile, anche Biblioteca d’Alessandria del docente che addusse questo:

ogni “Duce” è da pollice giù, preferisco il mio alluce a chi addita e scortico, “corrivo”, le smaltate unghie delle vostre femmine (s)“venute”, poiché verrò apocalittico e schierato a elidervi con le “allusioni” a ogni vostra chiusura per le “clausure”. Io son “chiave” dell’Inferno alle anime tanto animate delle mimose, miei “innamorati”, sono il moro e non morirò. Ammorbatevi e non m’ammorbidirete. Non m’abbindolate ché non avvolgo l’involt(in)o del mio abito a non abituarmene e “abitare” nelle vostre cas(s)e da morti, io sono in panchina e domani anche sulla banchina, vi sbatto “ondosi” al banco degli impu(n)tati, moto “oneroso” del dovere che vi chiama alle “ur(i)ne”.  Malato son forse “matto”, meglio di Matteo l’evangelista, son novella nel rinnovarmi a ogni mio nerbo innervato sullla neve scagliata focosamente ai vostri gel(i). Sono la brillantina, l’erezione cutanea, mi crogiolo in nave, e sparo nell’incunearmi ove “scaturisco” mentre, impauriti, scappat(oi)e e pisciate fuori dal vaso. Miei “fiori”, son quello all’occhiello, l’oste nei miei castelli, sogno e non assonnato me ne dolgo. Invocate e sarete imboccati dall’ostia!
Ecco che “ostriche”. Tu, oca, sei “pappina” del pappon’ Paperone! Egli cammina a papera da quaquaraqua. Eccolo “qui” il mio “annacquartelo”. Sgolante si danna per “darmele” ma non risarcirà di danaro, gli son avarizia di “liquirizie”. Egli cala le brache e anche la libido sua si “ammoscia”. Io, la mosca e moschettiere di scherma. Non scherzate, guerci, io sono una quercia e mai lercio b(r)uco, scheggio “abulico”, schernisco le apatie e ischeletrisco i vostri “vischi”, vizi e “mucchi”. Selvaggio, mi tempro all’ombra con un sombrero da sumero. I somari son stati amareggiati, il mare qui è limpido ed è “lampada” contro gli allampanati.

Tu, barone, bari al bar, ecco come mischio le carte “a tavolino”, di briscola son biscia e “scopa”… a terra se, al pavimento, non vuoi pulir la merda del tuo “cementare” il prefabbricato del putrido e impuro sporcare.

Amami e avrai un amante non “mio”. Non sarò colui che (ti) è, ma uno che fornicherà di tradimenti e “condimenti” con contorno di “patate”. Egli è un manzo di bistecca “al sangue”. E gli macello l’uccello, con accetta “glielo” accetto, poi d’aceto gli spruzzo come un “pazzo”. Che pranzo. Ah, adesso mi spaparanzo e segrego la mia congrega senza il vostro gregge grigio.

Sono l’anemico e nemesi per mia Eccellenza, per antonomasia son musone e antitesi a quelle di “Laurea”. Son eccelso, senza essere incensato. Incessante, ordino pulizia dei cessi.

Vivo da “recluso”, in quanto son io a occludere e le bocche ora chiudete-la.

Chiamami “Chiaro”, sono l’oscuro e perplesso verso gli oscurantismi.
Io, (ri)baldo e giovane, cavalco e accavallo le mie “cosciotte”.

Non uso il casco, non cascherò mai.

Lo so per certo. Poiché ero e non fui, ora, scusate, datemi una sigaretta. Potrei spegnertela o “accendertelo” del “cerino” che non dà mai fiamma al fiammifero per il seno della Madonna da mammifera.

Sono uno da Milf.

Invero, mi chiamo Mammut. In quanto “tutti” ammutino.

Elefante Man da fantino nelle women.

Vivo nel Quatenario dei miei “lucernari” per polle al mio “polare” scivolare sul “lago” di tette con la quinta. Infil(zo) l’ago nel “pagliaio”. Ahia, l’ha “sentito!”. Indolore, in culo! Che “odore!”.

E parto in sest(in)a. Una volta che “parte”, la “proboscide” non s’assesta, e te li assesterà nel popò.

Ora, che il popolo mi “innalzi”.

Merito lo “scioglimento”.

Che gran godimenti. Mio demente!

Ne vedremo delle belle. E delle tue “balle”.

Di fieno ti son fiele, sono fiero di me. Sei ai ferri corti.

Te l’abbiamo “accorciato”.

Presentazione su prefazione di Davide Viganò

Ribadisco e non ammetto ragioni. Quindi, non sragionate.

Davide è come me, ci conoscemmo grazie ad altre conoscenze. Noi, mai senescenti e di nostra “scienza”, in mezzo alla folla noi incitiamo i “folli” a essere come costoro: Friedkin e De Niro.

Basta coi buonismi, coi lecchini, noi siam orgogliosamente “becchini”.

E vi beccherete solo delle bocche cucite se continuerete ad abboccare da psichiatri col bocchino!

Davide è antiborghese, detesta la massa, e fa bene, è cosa buona e giusta.

A contatto coi cafoni che van per la maggioranza, sempre accompagnati da maggiorate mentalmente minorate, se n’angustia. Ed è qui che c’è il nostro gusto.
Noi gustiamo, noi “stiriamo”, noi ce la tiriamo. Non c’è nulla di male in questo. Perciò, evviva il “Male” di Friedkin, questo regista che osò in tempi ottusi ove l’ignoranza “faceva”… spavento.
Il suo Cinema sventola come le ventole a chi soffre il “caldo” dell’erotismo alla “bona”.
Egli “lurideggia” provocatorio, tocca e annusa, sfila il guanto e “inguaia” le vostre teste, v’è testacoda di non capirci un cazzo, nel carpire le capre. Carpe diem!

Egli sa, sale ed è “salina” contro chi, di dolcetti, è più Halloween d’una strega.
Fake, siamo noi che ti sfianchiamo. E tu, Donna, fuck me hard!

Come? Che cos(ci)a? Come ti sei interpellata, pelosa, a me?
Hai asserito, non “inserendomelo”, che sfigato sarei.
No, non è la verità. La verità è “questo” come Friedkin. T’incula quando pensi che andrà “calmo”.
Datti a un calvo!

Cavati dai suoi “cavilli”. Sì, mangia il caviale, tanto te la (s)caverai.

Questo Friedkin che s’insinua di Notte, che scende dal camino e v’indirizza al cammino.

Che poi vira in De Niro, quindi si trasforma nel McConaughey a prendervi per “polli”, miei pollarrosti e pollastrelle. Friedkin rastrella, ti rompe con gli ombrelli, ombroso t’è “lombrosiano” negli ani.

Egli “lupeggia”, infatti, non cazzeggia. S’incazza e abbaia. Non rabbuia ma vi fa la bua.

Egli brulica nella brughiera, è drago sputafuoco nel dar pepe a chi, dalla vita, vuole solo il caffè della Peppina. Sarà Peppone? No, non è Don Camillo, non beve camomille!

Lontano un miglio già trent’anni fa dalle migliaia di stronzate che producono oggi.

Egli sa!

Sono un Uomo senza timore! Monco, spingi al timone!
E muoviti, per Dio!

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. Cruising (1980)
  2. L’esorcista (1973)
  3. L’ultima tentazione di Cristo (1988)

“Phil Spector”, Making of and Premiere


14 Mar

 

Debutterà a breve l’attesissimo Phil Spector di David Mamet, di cui estrapolo il “Dietro le quinte” dell’HBO, “a viva voce” proprio di Mamet, che c’anticipa la strana, intricata vicenda del “brutto pasticciaccio”.

Phil, vittima, carnefice, mostro, assassino, vittima del sistema giudiziario, genio o enigma assoluto che nessuno sviscererà mai?

   A incarnarlo, come sapete, Al Pacino, già ampiamente lodato dopo le prime proiezioni alla stampa, entusiasta della sua performance, da molti subito definita “tenebrosa” e inquietante, perfettamente aderente al ruolo richiesto.

Noi italiani, al momento, per quel che c’è dato vedere, possiamo “ammirare” le “ridicole” tante capigliature di Al/Phil. Possiamo considerarla però, senza dubbio, un’interpretazione degna di menzione e premi ai prossimi Emmy.

Intanto, ieri Notte, s’è tenuta la “Prima”. Al Pacino, accompagnato dalla sua giovane e bellissima “fidanzata”, c’è apparso in grande forma.

      

William Friedkin e Robert De Niro


06 Mar

William Friedkin e Robert De Niro, la licantropia degli esorcisti demoniaci


05 Mar

Uomini, io vi ordino di comprarlo, altrimenti non siete tali, ma dementi!

Aizzate il Friedkin deniriano che è in voi, lo sento! Dovete sentirmi! 

Monnezze, ora basta! Toglietevi quegli sguardi da mozzarelle! Che sono questi prosciutti sugli occhietti?


Adocchiate questo, e annotatelo. La Notte!
Il licantropo!


CAPOLAVORO!

Prefazione di un Uomo oltre “Cristo”. Non è una bestemmia, è il Verbo!

Oltre i meccanismi della società “meccanica” e assonnata, io son il serpente-lucertola a sonagli, che suona la carica alle vostre batterie scariche

Lontano anni Luce, e più veloce dei fotoni, essendo fotogenico e contro ogni genetica umana, al di là del Tempo e viscere mie incandescenti. Sì, godo co-s-micamente, dinoccolato nel mio placido cammin stellato e, dall’Alto principesco, allatto la miseria umana, pattuendomene nell’immondizia quando mi va a genio a entrar in uno squallido Mondo che, violento e poco volenteroso al cambiamento, sol e senza Sole apporta modifiche di Meteo nel “precipitare” in zona burrascosa, fra burro(ni) e strapiombi dalla cui sommità sghignazzo col beneplacito della mia corrosiva ironia burlona, strappando l’applauso a scena aperta, squartando chi non merita il mio Siddharta altezzoso e insormontabile, che lacera i luoghi comuni e rafforza il suo eremitico spaziare fra le Dolomiti, le Alpi, le colline di donne magnifiche a cui “appioppo” il mio schizzarle a pois, tra rapido scroscio nelle cascate in cui le bagno, rivoli sanguigni da cui, che culi, me ne disseto con dissenato inumidire fra erbette e una roccia mia splendente, il solletico “casto” di margherite a sfogliar ogni Lei di mio primaveril piumaggio dentro la “coperta” riscaldata, un soffiarvi la tenerezza dell’epico concupir ogni femmina a mia entità divina e sovrannaturale. Be(l)andomene di tutto, coccolo un lupo e do le briciole alle cagnoline, alimentando le loro rabbie.
Poi, sgattaiolo da matto cavallo, “donandolo” da stallon nel cowboy che si rade “glabro” quando le farfalline mordon di succhiotti come neve dissolta sui prati fioriti della procace mia virtù a miele delle api. Esse, tutte, ne suggono il nettare prelibato e n’assaporano la levità ascetica che eppur lo “ascende”, fruendone in “sacrificio” d’offerte a me.

Sì, in tanti, testardi e appunto incagniti, inveirono bradi-bastardi affinché “affinassi” il grezzo mio pelo barbarico e, sebbene sia circondato di bamboline, non sono ancora, mi “s-piace” un manichino da Barbie.
Il mio “manico” sguaina e “sfodera” su grintosi “azzanni” e lascia il segno “bianco” a ogni Biancaneve, “deodorandolo” al g(i)usto “muschio” del mio montone.

Ah, azzannatevi in vanaglorie e falsi, fascisti orgogli. Voi, mentecatte frustrate che prima divoraste l’irripetibile, sacra giovinezza, prostrate in “adorazione” feticista al femminismo laido che anelò per “virilità” più golose, bambine viziate dai rancori inguaribili che ragionaste d’“adulte(re)” come se (non) possedeste le scrotali “sacche” ma sempre all’anello, non di Venere, bensì “veniale” e avvelenato, v’immolaste salvo poi odiarvi in pettegolezzi, ripicche e “impiccagioni” alle illusioni che voi stesse offuscaste, traviate ingenuamente dal “bervela tutta”.

Ora, Io vi guardo e v’ammonisco. Da donzelle eburnee a megere vecchie e acide, piene zeppe di risentimenti. E sparì il sentimento. Sparatevi!

E voi, che vi pensate “uomini” e “pensatori”, siete solo penosi nelle vostre lotte tribali a “vessillo” del “pene” più “amabile”. Mi schifate, mi rompeste da un pezzo, pezzenti!
Non cambio rotta, semmai, se proprio devo “ricredermi”, ti spacco la credenza e pure le “credenziali”.
Credimi, affiliati al mio Credo che gioisce a Petra, mai sgretola ma è argilla papale al plasmarmi mio decadente, “equatoriale” all’apice d’ogni saggezza e a ogni Santo che porta a me. Nichilista atroce, non indosso le vostre “croci(ate)”, amo quelle accavallate senza santini e“idoli” ma a cui scalzar gli stivali nel marchiar i tacchi muliebri nel mio magico “tocco”. Toc toc, ed Ella “apre” la porta del Piacere che si sorbisce snodata e inondata dal mio “lavaggio spirituale” a daino che saltella e dà, spiritato, delle “mille bolle blu” effervescenti di vera, essenz(i)a(an-ale) “abluzione”.

Perché un saggio, essendo saggissimo, su William Friedkin con connessioni a Robert De Niro, unico “neo” mancante alla sua filmografia intoccabile?


Ora(tori) che avete udito la voce di Dio, di suo figlio incarnato in vetta, svettantissima, a tutti e “sopra” a “tutte”, avrete compreso. Sì, le vostre orecchie han inteso, il vostro naso non lo so.
Sempre vi premunite del Lasonil, ominicchi da “ferite aperte”.

Tanta pomata ma poco, “scalmanato”, “lo spalmate”. Persi nello shampoo delle doppie punte che non “la” spuntano. Ah, la Donna è spugna. Schiumosa d’idromassaggio!
Ma vi spremete il cervellino e benedite le vostre fronti senza “aderirlo” alla “fonte”.

Sì, il Cinema di Friedkin è un figlio di puttana. Non vi serve consolazioni, vi sputa tutto l’orrore della putredine. Che vedete ma non denunciate, perché ne siete corrotti dietro “pulizie”.
E non si risparmia. Ne censurarono le orge “gay”, “sforbiciarono” d’offese per “ghigliottinarlo” alla radice.

Ma non sarà reciso. Sempre più deciso, come me. A farvi una lotta senza tregua.
A seppellire vive, ardendole, le certezze da fessi, le usanze, la “transumanza” ipocondriaca da solipsisti che vaneggia e vaga in cerca, poverella e “pecoroni-porconi”, da una comodità a un’altra sporcizia.

William Friedkin non mente, già era “spelacchiato” di stempiato a lavarvi le testoline.
Idioti!

A fracassarvi il cranio di colpi duri, di pallottole in mezzo agli occhi(aluti), pugni allo stomaco e un calcio lì in mezzo. Vi fa male! Vero? E allora William rincara la dose ché volevate sedarlo e segregarne il valore nell’omertà ipocrita! Vi sbudella, vi scarnisce, s’accanisce e non lo tieni fermo.

Il suo Cinema t’afferra per i “coglioncelli” e ti lancia per aria… il Mondo che avete “costruito”.
Manicheo, privo di sfumature, viscido, merdoso, purulento, senza lentezze ti mitraglia e non hai neppure l’attimo per ponderare. Che cazzo vuoi (ri)valutare? Tu, tu che non capisci neanche le “seghe”.

Chi avrà il coraggio, la temerarietà, la forza d’avventurarsi in quest’abissale mio breve ma importante viaggio, non ne sarà deluso.

Solo i delusi non vorranno leggerlo. E allora che si beccassero i ro-manzetti da “romanticoni” coi pasticcini e i rosticini. Arrostiteli!

William è come Gene Hackman, come Al Pacino, come Tommy Lee Jones.

Solo un tassello ai duri: Robert De Niro.

L’unico licantropo che è assente (in)giustificato della collezione.

Ripeto, leggetelo e capirete.

Sì, viviamo in un Mondo che fa ribrezzo e obbrobrio. Che oblio, che obitorio! Che sentor di morte!
E ci tengo a evidenziarlo, a stigmatizzarlo.

Adesso, vi narrerò una storia.

Una bella favolina.

Nel 1979 nacque un genio che decise, coscientemente, di disprezzare gli orridi suoi coetanei adolescenti perché, essendone superiore proprio per nascita, la sua mente e la sua anima non potevano e non dovevano omologarsi a tali maialetti.

Un “maledetto”.

Quindi s’isolò in modo parziale-scremante.

E visse di Cinema, poesia ed elevazione.

Ma gli ignoranti vollero che “tornasse indietro” secondo le loro logiche astruse, insane e stolte.
Eh sì, gli storpi. Perché ne invidiarono il sangue blu.

E lo attanagliarono, “accerchiarono” a scopo “propedeutico” che s’abbassasse, come i “comuni”, all’idiozia omologata ai lavoretti, ai cessi carnali e alle banalità “libidinose”.

Appena “forzarono”, riscattò l’energia imprevista, improvvisa, fulminea.

E piansero.

Perché un genio, se intaccato nella sua libertà, se assediato, diventa mille volte più Grande di prima.

Questo dà tremendo fastidio, turba le piccole, microscopiche coscienz(ios)e.

Ne prendo Atto, miei apostoli.

E rido da matti.

Al solito, v’ho fregato.

Al prossimo (non) complea-n-no vi regalerò il ciucciotto, bambocci.

Sono “cattivo” come William Friedkin e beffardo come De Niro.

Se non mi sopportate, “tagliate” la mia versione “integrale”.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. L’esorcista (1973)
  2. Il braccio violento della legge (1971)
  3. Cruising (1980)
  4. Jade (1995)
  5. Killer Joe (2011)
  6. Taxi Driver (1976)
  7. Ronin (1998)

Who is Phil Spector? Making of


22 Feb

Oscar 2013, Nicolas Cage vs Sylvester Stallone


16 Feb

Rambo e l’isteria frivola, l’inezia degli stolti e l’ottusità degli sceriffi da dilaniare, Il Papa dimesso alla Serpico, causa pedofilie della “Chiesa” e la mia croce celtica senza calvari da calvi

I migliori film dell’anno trascorso ancor in Via del Cors(iv)o, in attesa dei trionfanti della Notte degli Oscar, una delle competizioni più “leccate” quanto, nonostante tutto, ambite: non “lambicchiamoci”, la statuetta ha ancora (dis)valore

Chi decreta il successo “capolavoristico” d’un film? L’Academy Award. Ciò è inevitabile.
Ora, possiamo sindacare su molte scelte sbagliate, su criminose vergogne di dimenticanza (che sottostante riporteremo e “anneriremo” d’evidenziatore plebiscitario a puntar il dito, accerchiando chi mostruosamente sbagliò-sbavò… e dovrà renderne conto al Giudizio universalissimo del Padreterno-Sandro Paternostro, scontando, previo Inferno senz’angeli custodi, un miliardo di Pater Noster con tanto di ceci roventi sulle “nocche” delle ginocchia, evviva la gnocca!), e su tante altre immonde, imperdonabili “previsioni” (dette “predictions”, eh sì, ricorda fratello, non predicar bene se poi razzoli male di “predicato verbale”, sarai solo un “predictable”, pretaccio!), ma i “membri” che stan a capo del macchinone “demiurgo” (eh sì, il deus ex machina…, ce ne son di trucchi e macchinazioni, di film dorati e altri “macchiati”) dobbiamo comunque ringraziarli… d’aver sgozzato Insider e aver “drogato” Soderbergh diTraffic…

Tanto d’erroneo topparono quanto, molte altre volte, videro giusto.

Pensiamo a Balla coi lupi. Questo Costner che, al di là di Fandango (pellicola celebrata nella hit di Luciano Ligabue, unica canzone di “cosce e zanzare” degna del lupo di Correggio, il resto è da scoreggiare) e Gli intoccabili, era fin a quel momento un bello sì ma impresentabile.

Questo film spacca il culo. Che vi piaccia o no, deve piacervi. Non avete altre opzioni, altrimenti vi farò le scarpe più “scalpo”. Scapoli tristi e ammogliati, da dopolavori ferroviari, riguardatelo!

Altrimenti, farete la fine di JFK. Sarò il peggior e più infallibile cecchino a mirar in mezzo alla vostra fronte che, a tali fonti di praterie sconfinate coi bisonti, deve riabbeverarsi se non vorrete divenire solo dei caproni senza la caccia da “montoni”. Cavalcate(le)! E mettete su “Devils & Dust” di Springsteen, reggimento! Vinse Il silenzio degli innocenti,Buffalo Bill no!

Lì, l’Academy ci prese. Sette Oscaroni, altro che “nani” con Biancaneve che, ce la possiamo dire, era una megera finto depressa da “pornocchi” a sviluppare le “crescite” anomale della perversione più freak.

Furono anni epocali e westernspietati…

Costner, tanto esaltato, saltò però troppo in sella nel Wyatt Earp, un Kasdan “scassa” che non finisce più. Mamma mia, se resistete a questo, vi garantisco che “durerete” senza bisogno di Viagra.

Sono GeronimoGene Hackman non c’è due senza tre, Walter Hill è il meglio del trio. A parte il triello de Il buono, il brutto, il cattivo.

Però c’è il “Perché?” che lascia di stucco. Orson Welles e Hitchcock senza mai la “Miglior Regia”.
Grida scandalo! Che cazzo avete (dis)fatto?

Se non lo avete dato a questi due, perché darlo a Scorsese per The Departed, il suo lungometraggio più furbo e meno taxi driver?

Poi, premiaste Ryan il soldato e non le thin red line di Malick, buttandola di contentino a La vita è bella. No, non è bella per niente! Fa schifo questa decisione! Sono il Joe Pesci di Mio cugino Vincenzo. Premiaron la Tomei e nonGambini, che sgambetto! Benigni ti stimo ma Nolte di Affliction è più sincero del tuo piagnisteo nazional-popolare con retorica anti campi di concentramento. Do ragione a Ferrara Giuliano, che ti lanciò delle uova in diretta “Telepiù”, ora Sky di Canova Gianni-Castelnuovo su Martina Riva fighina-pettegolina, ma “godibile”.

Non farò l’elenco dei dimenticati incredibili. Mi basta citarvi Rutger Hauer di Blade Runner. Ho detto tutto…, ne vide di cose tranne il palco “stellare”.

E a proposito di notti magiche (inseguendo un goal alla Nannini…) da 15 minutes di celebrità… Dove me l’avete (o)messo De Niro/Pupkin di Re per una notte?

Le mie scommesse sono le seguenti, non ci si passa sopra due volte.

Robert De Niro, migliore di Lato attore. O in negativo o in positivo.

Pacino a parte, un’heat di sfida senza regole.

1) The Master.

Basta, se questo film è il più magistrale, perché piazzarne altri, visto che non c’è fra i nove film candidati sui dieci possibili? Come dice il detto: fra i 9 litiganti, il numero “10” gode. Infatti è il fantasista alla Lionel “Maradona” Messi.

Dopo questa parentesi “goliardica” di mio video appunto messianico, la profezia avverata della mia mente inaffondabile, pugnace come un gancio sinistro alla Balboa, veloce, schietta, inafferrabile com’appendere al chiodo la demenza e far sì, fumando sigarette Chesterfield nel sigaro del mio carisma innato e indiscutibile, che ogni “particella” di sangue velenoso esali l’anima delle bestie
Processi kafkiani accusatori, e la mia indifferenza pacata, onnivora da “ornitorinco” corazzato con tanto di pelliccia trasformista, liscia di sera e permalosa con ferocia inabissale.

Più che malinconico, mi “rifinisco” muscolare, ossessionato dal mio viso, da curare con irresistibili rasature da cicatrici d’esibir in “tamponate” a chi disturba la mia contemplazione.

Fanatico irredento contro ogni tipo di violenza, rammemoro l’adolescenza mia diversa da già precoce licantropo schierato contro i lupetti, i loro limoni e le fandonie delle loro figucce da tanti schiaffi in faccia ben conficcati nel mio Stallone ad ammutolire tutti nelle rette vie morali d’immetterlo nel retto mortadellesco al fin d’educarti alla retta via che la tua esistenza cretina cremò nei ghingheri fuori dai miei ranghi. Sì, guido nella carreggiata di sorpasso, andando a destra e a manca, e farfugliando tra guglie parigine senza Baci Perugina ma in contromano d’auto-erotismo di “manubrio”.

Ah, melodico il mio “timballo” si strusciava, anche strascicato di gridolini, ammorbidito nel proiettarmi addosso le migliori donne della mia possessione diabolica d’ogni più sofismo sofisticato e non come voi, degli impasticcati, degni delle espressioni più tonte d’addormentati esagitati-sciroccati alla Nic Cage più acting d’over game.

Il Nic e i suoi ammiratori. Coloro che stimano Nic rientran nella categoria che deve fuoriuscire dal mio deretano. Inutile stuprarmi di lavaggi mentali, son sempre più persuaso che suggestionarmi delle sue “interpretazioni” sia un omicidio pretereintenzionale, teso di delinquenza premeditata per farmi piacere ciò che disgusto.

Sì, Nic incarna la guitta società “moderna”, alla buona la prima, quando invece il centesimo “Ciak” è il numero migliore perché ha in copertina Uma Thurman quando i suoi piedi non eran ancora stati tentati da Tarantino di feticismo “cinefilo” ad annusarli da cane bastonato.

L’unico cane è il Balboa, Uomo vero che sfoderò una grinta dal nulla, “incompreso” d’over the top(a) a spezzarti il braccio, caro (Red) Bull(o).

Sì, Rocky non teme il moralismo cristiano e, dal “basso” della sua periferia, sale sul pulpito e fissa il Papa nelle pa(pi)lle.

Sa perché Ratzinger si sta ritirando. Non per problemi di salute fisica, né per stanchezza ma perché scorse, dietro i colonnati di San Pietro, delle michelangiolesche suore “accaparrate” d’arrapati vescovi “in libera uscita”.

Quindi, da Papa a monaco tibetano, come Rambo nel terzo capitolo dell’enciclica enciclopedica della sua leggenda duratura in quanto già emissaria del Cristo, senza queste “missionarie” da puttanieri coi copricapi e anche con le “cappelle” nell’acqua maledetta a “bagnarle”.

Ratzinger è Rambo in abiti da parroco elevato contro chi, malandrino, a Roma fu demone delle angeliche.

Serpenti adorati da fedeli imbecilli d’oppio per il popolo mentre gustavan pompini dietro cazzate per ammansire la plebe.

Ratzinger è Rambo in vesti da Serpico.

Egli sa. Presto, non sta bene, morirà ma in culo ve l’ha intinto, senza mai farsi un culetto.

 

    1. Serpico (1973)
    2. Re per una notte (1983)
    3. Il genio della truffa (2003)
    4. Rambo III (1988)
    5. Stardust (2007)
    6. Angeli e demoni (2009)
    7. Rocky Balboa (2006)

 

Al Pacino (not) starring


24 Jan

Ecco, grande è forse immenso, e continua a lavorare a getto continuo, “spargendo” il suo carisma come un Mida che, ovunque tocca, trasforma spesso i film in oro

Ora, a proposito di “era”, dobbiamo essere anche, appunto, doverosamente obiettivi.
Non tutto ciò che ha girato “vale”, parlo dei recenti, vuoi la senilità un po’ galoppante dei suoi monologhi non più incendianti di magic touch come un Tempo, vuoi gli zigomi più raggrinziti in una laconica, mesta fronte perennemente accigliata o d’arcate rugose a espressività dei turbinii emotivi più rilassati e meditativi, e molte pellicole sarebbero da scartare. Sempre d’ottima fattura, la cosiddetta “confezione” ma davvero meno incisive e capitali della sua passata produzione artistica. Pensiamo a La regola del sospetto, onesto spythriller sorretto unicamente dal suo gioco di sguardi, con annessa notevole attrice come spalla a movimentare le nostre “palle” oculari un po’ annoiate, ma ertissime appena modulatamente scoscia anche solo in pantaloni iperattilati da cardio”Brian De Palma”.

Un genio della recitazione, Al Pacino. A detta anche della nostra italianissima Margherita Buy che, in un’intervista ne ha lodato, invidiandone non poco d’ammirazione eroticamente “allusiva” come la moglie di Nanni Moretti in Aprile, la tecnica particolarissima, pressoché “identica” in ogni pellicola, eppur così sentita, mostruosamente nel bravissimo da incensarlo di sua, credo e non me ne voglia (più che altro era “tangibile a pelle” il suo desiderio di quelle “matte”) la Buy (che tanto sarebbe di “bue” al “buio” con Alfredo, ripetiamolo a scanso d’equivoci), tanto d’attizzarla parecchio e cambiarla dalle sue, invece, d’interpretazioni, invece poco rabbiose e metodiche da donna depressa sull’orlo dell’isteria frigida in pause di “battute” nella zona “mestruazione riflessiva con inclusa diga pronta a rompere gli argini e le acque”.

Qui, sfileremo, figliuoli, a cui soffio sulle gotine il mio calore “astratto”, tingendole di quel rossiccio ché le vostre donne non “spingete”, arrossandole, i ruoli gentilmente “rifiutati” da Al.

Non m’invento cazzate, d’altronde sono Dio. E, se non mi credete, siete degni della mia parola.
Poiché ognuno mi giudicherà a metrica del suo andarmi o meno a genio. Non mi menate. Ad alcuni piaccio, altri ne son compiaciuti, alcune ragazze mi stuzzicano, altre però mi smorzano. Leggere “amputazione” dell’apparato erogeno completo su occhi lapidari come le sfingi egizie. Sì, alla piramide del “triangolo” da vedere nell’ecumenismo poco a incularle, per esigenza di “forza maggiore”, dunque “minorandomelo” e poco lì io “mirandole”, come il “contemplativo” Pico della Mirandola (detto Il piccolo…) a proposito, e a “prostata”, del suo « […] Non ti ho fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché di te stesso quasi libero e sovrano artefice ti plasmassi e ti scolpissi nella forma che avresti prescelto. Tu potrai degenerare nelle cose inferiori che sono i bruti; tu potrai, secondo il tuo volere, rigenerarti nelle cose superiori che sono divine.- […] Nell’uomo nascente il Padre ripose semi d’ogni specie e germi d’ogni vita. E a seconda di come ciascuno li avrà coltivati, quelli cresceranno e daranno in lui i loro frutti. […] se sensibili, sarà bruto, se razionali, diventerà anima celeste, se intellettuali, sarà angelo, e si raccoglierà nel centro della sua unità, fatto uno spirito solo con Dio, […]. ». Sì, trattò, questo ne è un estratto, ma poco “tirato” dell’“Oratio de hominis dignitate”. Invero Pico si bevvaca solo dei due di picche e fu costretto a “ripiegarselo” di spiegazioni “Mannaggia, com’aggià fa’ se nessuna mi fa?”, e filosofeggiò la figa a “metrica” sciolta di quel che, poco “sciolto”, più che uomo fu omuncolo “decoroso”. Sì, non sviluppato nei testicoli, scelse il “testacoda” del cane “vizioso” da orso “elevato” di metafisica sui grandi stilemi senza però un fisico per infilarla nel doggystyle. Il suo naso, pinocchiesco, “la” dice lunga in merito al suo “metro”.

Torniamo ad Alfredo, uno un più lupo. Fu infatti l’unico che riuscì a provocare Woody Allen, rubandogli Diane Keaton, dispettosa-pruriginosa. Già ci fu una tresca da Godfather, poi estolse a Woody la Diane, da cui il film Crimini e misfatti.

Tutto attestato da “notstarring.com”, da non confondere col “Brodo Star”, condimento quando la vostra demenza, appunto, si rincoglionisce nel “brodino” e soprattutto nella brodaglia di vostri cervellini alle cianfrusaglie, con aggiunta di tovagliolino per non sbavare da bimbini “liofilizzati” nel “biscottino” che alla vostra “carina” non “bagnate” nel latte del suo madornale seno, a cui invece io fregherò, marpionissimo, la suzione istintiva del vostro complesso di Edipo, e massaggerò la cellulite “adiposa” della zietta infelice per spronarla a “mollare” assieme al consorte, celebre flatulente trombone che, nella vita, tanto volle “agguantarne” tanto che finì inguaiato dalla vicina, con l’accusa di “urla” notturne, causa manesche sue (com)pulsioni a percuotere i figli per “educarli” al lascivo solipsismo della sua visione alla cataratta. Sì, agghinda la zia sua sposa di carati, ma prima dovrebbe curarsi le carie dei neuroni e togliere le ragnatele alla prole, costituita di “sana” costituzione da nerd alla Spider. Non il supereroe, ma lo schizofrenico di Cronenberg.

Angel Heart

Alfredo rifiutò il ruolo del protagonista, Harry Parker. Andato a Mickey Rourke.

Apocalypse Now

Fu considerato per il ruolo di Willard. Andato a Martin Sheen. Forse Coppola non voleva inflazionare Michael Corleone con uno stress post-traumatico da Padrino “guerrigliero”.
Francis Ford ponderò, e alla fine optò per Martin. Togliendosi di mezzo Harvey Keitel dopo due settimane di lavorazione, perché lo ritenne troppo “cattivo tenente”. Leggere “litigi con risse sedate da Robert Duvall prima che impazzisse anche’egli con le tavole da surf”.

Nato il quattro luglio

Che Oliver Stone abbia sempre avuto una predilezione per Alfredo, si sa.
Dovevano girare assieme un film su Noriega, da non confondere con Norimberga. Noriega era uno stronzo stratega, non un assedio-assalto, attenti studentucoli. Se no, vi redarguirò con l’espulsione dai “campi” dei bagnetti ove infilate la “siringhina” all’amica di b(r)anco.
E v’impedirò di guardare le partite Ogni maledetta domenica. Giocando pesante da Tony D’Amato, e seviziando anche le vostre seghe su Cameron Diaz.

La parte andò a Tom Cruise. Fu anche candidato all’Oscar.

Comunque, ha fatto bene Alfredo. Assieme a Platoon, è il film più retorico del Cinema “americano” sul Vietnam.

Incontri ravvicinati del terzo tipo

Pacino nella parte di Dreyfuss. Ah, complimenti Spielberg. E Al cos’avrebbe detto all’alieno? “Salve, sono incazzato come Tony Montana, voglio salire sulla navicella, perché sono un latitante alla Fabrizio Corona. Scappiamo nello spazio, ci sarà un’altra Rodriguez da scopare e spaparazzare nello spruzzo stellare!”.

Rambo

Pacino al posto di Stallone. Ci poteva anche stare. Cambiando “leggermente” il suo fisico da Riccardo il “gobbo”, Cruising a prescindere.

Sì, cos’avrebbe sparato allo sceriffo bastardo? “Il mio regno per un cavallo con la medaglia al valore?!”.

Johnny il bello

Antica leggenda voleva che Pacino fosse un “bruttino”. Certo, paragonato a quel Robert Redford, la “critica” poteva (non) reggere. Quindi, Walter Hill scrisse addirittura pezzi della sceneggiatura, assieme ad Al Pacino. Che poi, di punto inbianco e di puntini sulle “I”, s’impuntò e gridò: “Vaa bene non passare per il più figo di Hollywood, ma sfigurarmi di bifronte, questo no! Se proprio devo darmi a un frontale, allora meglio Misery non deve morire, altro ruolo scartato da Al.
Ve lo sareste visto torturato da Kathy Bates come James Caan? Come no! Alla fine, inferocito come un can’, afferra la malefica e le scrive questo: “L’eroina del mio romanzo preferisce una lesbica alle tue tettone. Metteranno su famiglia e tu servirai loro del tè, scambiandovi quattro pettegolezzi da Maria De Filippi, e il corredo nuziale tuo da Maurizio Costanzo in gonnella”.

Traffic

Il ruolo andò a Michael Douglas. Michael è più antipatico e borioso. Preferisco Insider.

Applauso!

Se non vuoi applaudirmi, ti consiglio questo sito “wwWC NETvaiadarviailcul”, sito “nobilissimo” che non merita che io mi prostituisca al suo “piacere”. Sono Ercole, non un culetto qualsiasi. E non mi svendo. Se, però, Lei si sveste, potrei fare un’eccezione d’erezione.

La regola amorevole…

Grazie, vossignoria ama codesto signorino?
Come? No?

Allora, a codesta/i consigliamo, invece, il blog “wwEvvivalavolpeeluva”, che si addice al suo volermi ma non può, e quindi preferisce offendermi senza vulva da volpina senza vagina.

Ah, basta con le polemiche. Ai polentoni ho sempre preferito Polly, una che non è allergica al mio polline. Polly, di Notte, scrolla l’ampolla dello scroto, e mi è “apologia”.

Ho detto tutto.

Sette film che non ho citato.

Sì, a Cheeta, la scimmietta di Tarzan, m’è sempre più piaciuto il ciuccio in bocca, soprattutto quando è Lei a succhiarlo.

Comunque, tornando agli “infantilismi” di Spielberg da close (da aprire…) encounters of the thrid kind, la mia “astronauta-esploratrice” me la racconta da favola.

Sì, mi scambiarono per un marziano-creatura immonda da Area 51, invece Lei, “scavando” a fondo, ha rin-“venuto” qualcosa appaiabile a due sfere interplanetarie per “planare” attorno a un “glande” Uomo alla Lincoln, anche al “Calippo”, da trenutun centimetri.

Il mio mistero rimane ignoto, a Lei noi. L’ha subito “notato”.

Ricordate: se Saturno è in congiunzione con Venere, l’ultracorpo s’insinua nella sua pelle da Alien.

Firmato il Genius
(Stefano Falotico)

  1. …e giustizia per tutti (1979)
  2. Scarface (1983)
  3. Revolution (1985)
  4. Dick Tracy (1990)
  5. Donnie Brasco (1997)
  6. Insomnia (2002)
  7. People I Know (2002)

“The Irishman” di Scorsese, ready to go


18 Jan

 

Dal 2008 se ne parla, come da tanti miei articoli.

Sarà ora che s’affrettino a iniziare le riprese, anche perché, se aspetteranno ancora un po’ (cfr. qualche anno…), non è che gireranno all’ospizio in carrozzelle?

New York… post

Oscar-nominated Robert De Niro’s next project, “The Irishman,” directed by Martin Scorsese, may be ready to go soon. Producers Jane Rosenthal, Irwin Winkler and Emma Tillinger Koskoff held a reading yesterday of Steve Zaillian’s script at the Tribeca Film Center, where De Niro, Joe Pesci and Al Pacino teamed up with Bobby CannavalePaul Herman and Frank Grillo. A spy said, “De Niro, Pacino and Pesci were going back and forth laughing with all the wiseguy humor.”

 

 

Sarà un confronto storico, epico, dopo Heat e il sottovalutato Righteous Kill?

Gli allibratori hanno aperto le scommesse.

Acqua però in bocca. Speriamo che si realizzi. Il Tempo è tiranno, i miti rischiano d’invecchiare e potrebbe saltare tutto. Anche le coronarie…

Secondo, invece, l’aggiornamento (che non s’è fatto attendere) dell’ancor più informato “Deadline”, The Irishman non sarà, ancora una volta, il prossimo film di Scorsese, che pare pronto finalmente a realizzare l’altro più volte rimandato Silence. Il suo dream project.

Eppure, questo Pacino-“cappuccino” che sgattaiola vicino agli uffici del Tribeca fa pensare altro…

La prova è schiacciante, eh eh.

 

 

 

Pacino & De Palma, new reunion


17 Jan

La notizia, come da “Deadline”, ha dell’incredibile.

 

By MIKE FLEMING JR | Wednesday January 16, 2013 @ 5:24pm EST

 

EXCLUSIVE: The Scarface team of director Brian De Palma and Al Pacino are re-teaming for Happy Valley, the working title of a film that will tell the story of Penn State head football coach Joe Paterno. Paterno’s legend was undone by revelations he and others in the football program were aware that former defensive coordinator Jerry Sandusky was molesting children, and did little to stop it, supposedly fearing bad publicity for the powerhouse gridiron program they presided over. Wall Street producer Edward R. Pressman has optioned the bestselling book Paterno by Joe Posnanski. Dave McKenna (American History X and Blow) is making a deal to write the script. The Edward R. Pressman Film Corporation is backing the project.

 

Pacino became attached to play Paterno when a package including the book was shopped by ICM last fall. Pressman will produce with Pacino’s manager, Rick Nicita, who was part of that original package. They are keeping a somewhat low profile on the focus of the film for now. “Happy Valley reunites the Scarface and Carlito’s Way team of De Palma & Pacino for the third time and I can’t think of a better duo to tell this story of a complex, intensely righteous man who was brought down by his own tragic flaw,” said Pressman in confirming the deal to Deadline.

 

 

Paterno’s fall from grace was Shakespearean and when he died shortly after his firing, many felt it was from a broken heart as much as cancer. He was in the twilight of a coaching career that left him the winningest coach in college football history, an iconic and beloved campus figure. Until his former defensive coordinator Sandusky was revealed to be a prolific pedophile, something that Paterno had been told about. While he informed an administrator, they did not call police, even after a graduate assistant and future assistant coach witnessed Sandusky in an encounter that looked like an act of sodomy with a child in the locker room showers.

An investigation led the university to abruptly fire Paterno, and his cherished football program was crushed. Penn State is reeling after unprecedented sanctions dropped by the NCAA. The university tore down a fabled statue of Paterno, and the NCAA stripped the coach’s wins going back to the coverup. Posthumously, he is no longer the winniningest college coach in history. More importantly, Sandusky was found guilty on 45 counts of sexual abuse against young boys and is expected to spend the rest of his life in prison.

 

 

There are so many themes to deal with here, from Paterno’s rise and his loyalty to a football program he spent his life building, to the obvious question of how a molder of young men could possibly have stood silently by when told that one of his former coaches started a charity for underprivileged kids and used it as a way to ingratiate himself into vulnerable young fatherless boys for sexual encounters,? The failure of Paterno and university officials to act allowed Sandusky to continue molesting boys for years, which was borne out in court testimony leading to his conviction and incarceration. Posnanski was working on a book about Paterno and was well into it when the scandal broke. The book is as much about what made Paterno tick as anything else, and capturing complex characters is something Pacino does well. He played a conflicted pro football coach in Any Given Sunday, and Jack Kevorkian in the HBO film You Don’t Know Jack.

De Palma most recently directed Passion, the Rachel McAdams/Noomi Rapace-starrer that premiered at the Venice Film Festival. Pressman’s COO Jon Katz will be exec producer and Posnanski co-producer. De Palma is repped by ICM, Pacino by CAA and Nicita, McKenna by Paradigm and Mosaic.

 

Un coach leggendario che ne ha passato delle brutte. Malato di Cancro, salvato a rotta di collo, poi accusato di pedofilia, e incarcerato.

 

Materiale che scotta!

 

Intanto, rimanendo in tema di personaggio “biografici”, ecco sempre la spettrale voce di Al Pacino nel teaser misteriosissimo del Phil Spector di David Mamet.

Come da post di ieri.

 

(Stefano Falotico)

Genius-Pop

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