Posts Tagged ‘Al Pacino’
La mia filosofia lebowskiana di vita lunga
Se vi dicono che siete degli sbandati, rispondete come Drugo Lebowski un sano, meritato ma vaffanculo.
Se vi prendono di mira per sporchi giochi mentali e ricattatori, opponete ai loro colpi un pugno secco in testa, (s)figurato, alla Bud Spencer.
Se qualcuno vi dà dello stronzetto, ricordate Al Pacino in tutti i suoi film. Specie nella parte del Diavolo!
Se vi rompono le scatole sino allo sfinimento, proponete loro la clip di Massimo Troisi e Benigni in Non ci resta che piangere, soprattutto lo sketch di Un Fiorino! Con tanto, appunto, di lebowskiano ma vaffanculo.
di Stefano Falotico
Essere un intellettuale oggi… ne val la pena?
Il problema di chi, sconcertato spesso da un mondo mendace e affarista senza scrupoli, indaga nel suo profondo per cercare di “elaborare” il mondo e provare a darne un sen(s)o, un senno, forse un “seme”, è sempre lo stesso: tutta questa fatica val la pena o era meglio adattarsi alla comune massa starnazzante, o(r)ca, che pen(s)a solo, da mattina a ser(r)a, all’“euforica” figa?
Sì, il sesso, come Woody Allen insegnò meglio di Freud, bergmanizzando poi il suo umorismo in fotocopie della sua stracca malinconia oggi, appunto, rassegnatasi a filmetti di “bon ton”, ha un ruolo primario, basilare nel nostro mo(n)do di percepire quest’immonda umanità che sbava e allo sbando è arrapata.
Ecco che il sesso riempie la boccaccia di tutti, ora dopo ora, insinuandosi nei posti di lavoro, nelle battone, no, nelle battutine fra colleghi, fra provocazioni goliardiche e segretarie “golose” di cui, a culo, rider “a sbafo” in (andro)pausa-mensa.
Il sesso, sin dalla pubertà, influisce inconsciamente sulla nostra visione delle cos(c)e. La volgarità oggi non fa più paura e si “esonda” nel noioso straparlar di sesso come fosse una cosa normale.
Cari puri e cari por(c)i, va detto che normale non è perché l’uomo ha una mente ragionante e una coscienza, si spera, evoluta. E tutto questo luridume inzozza solo chi non si rassegna alla “pastorizia” delle pecorine. E qui son pecoreccio!
Ma l’intellettuale, che crede di esserlo, solo perché esalta i film di Nolan, della sua freddezza ha, in cor(po) suo, calore? Insomnia.
Insomma!
Tutto sommato, era meglio il grande Pacino di Donnie Brasco.
Sognate le stelle, intellettuali, ma cosa succede nelle stalle?
Il solito Stallone italoamericano a Roma, cioè chi si crede Sly.
di Stefano Falotico
di Stefano Falotico
News sparse di Hollywood, Nicolas Cage, Al Pacino, fra gli altri, anzi, queste/ due
Al Pacino e i pirati della Somalia
Dopo aver appena concluso, in quel di Broadway, la pièce teatrale “China Doll”, adattata dal suo amico David Mamet (col quale aveva già notoriamente collaborato frequentemente sia a Teatro che al Cinema), secondo “The Hollywood Reporter”, il grande Al Pacino sarebbe già pronto per tornare sul set, stavolta appunto di un lungometraggio. Il film s’intitola Where the White Man Runs Away e verrà diretto dal giovanissimo Bryan Buckley, il quale l’anno scorso s’era fatto notare al Sundance Festival con la pellicola indipendente The Bronze.
La trama, chiaramente, non è ancora stata resa nota ma s’intuisce che verterà sui problemi che stanno affliggendo la Somalia.
Al Pacino interpreterà il ruolo di Seymour Tobin (personaggio fittizio), un ex corrispondente della tristemente famosa guerra del Vietnam e ora reporter “senza censura” dei fatti che stanno accadendo proprio in Somalia.
Ad affiancarlo nel cast, Melanie Griffith e Barkhad Abdi, che “curiosamente”, proprio per il suo personaggio del temibile pirata somalo in Captain Phillips con Tom Hanks, ottenne una prestigiosa nomination agli Oscar come Miglior Attore non Protagonista.
Le riprese del film inizieranno questo mese. E da New York si sposteranno poi, sino a fine Marza, a Cape Town.
Nicolas Cage sarà protagonista di Vengeance: A Love Story
Dal mercato del Festival di Berlino è arrivata questa notizia succosa. Stando alla news, ufficializzata da siti attendibili come “Variety”, Nicolas Cage sarà presto l’interprete principale del film Vengeance: A Love Story, le cui riprese paiono, sempre stando alle fonti, imminenti. Il primo ciak, infatti, dovrebbe essere dato a Marzo, fra neanche un mese. Un progetto “lampo”, insomma.
Ma procediamo con calma.
Tratto dal romanzo di una delle più grandi scrittrici viventi, Joyce Carol Oates, da noi edito dalla Bompiani e il cui titolo è stato “tradotto” in Stupro. Una storia d’amore, la cui sinossi recita:
Niagara Falls, 4 luglio 1996. Attraversando un parco con la figlia di dodici anni, Teena Maguire viene aggredita e violentata da una banda di ragazzi sotto l’effetto della droga. Risvegliatasi dal coma, la donna riesce a identificare i suoi aggressori, ma una furibonda campagna giornalistica maschilista e la compiacenza del giudice portano all’incredibile assoluzione dei colpevoli. John Dromoor, veterano della Guerra del Golfo, appassionato d’armi e idealista che ha soccorso Teena subito dopo l’aggressione, vendica la donna uccidendo per legittima difesa uno degli imputati, mentre gli altri spariscono nel nulla o si suicidano in circostanze misteriose.
Da tale trama, lo sceneggiatore John Mankievicz ha apportato la sua sceneggiatura, e a dirigerne la trasposizione sarà il veterano Harold Becker, da anni oramai assente dal grande schermo ma, del quale, vanno citate almeno due solide, importanti collaborazioni con Al Pacino, il thriller erotico-torbido Seduzione pericolosa e il “politico”, impegnato, civilista City Hall.
Nomi di un certo richiamo quindi per quello che, almeno sulla carta, c’appare come un lavoro che si prospetta di qualità.
L’unico dubbio che abbiamo è questo: a produrre la pellicola sarà la Hannibal Classics, casa di produzione tristemente “celebre” per aver prodotto spesso solo film ad alto tasso di violenza gratuita e destinati perlopiù al mercato home video.
C’auguriamo che questo film sia un’eccezione dallo standard assai medio-basso dell’Hannibal Pictures e che, soprattutto, non si trasformi nell’ennesimo revenge movie cruento e “senza cervello” col solito Nicolas Cage “giustiziere” e reazionario.
Ci spiacerebbe molto perché, come già detto, visti i nomi coinvolti e in particolar modo il grande romanzo da cui è tratto, si sciuperebbe un’occasione ghiotta di fare dell’ottimo Cinema.
di Stefano Falotico
Ah sì? Solo De Niro si butterebbe via? E Pacino, Hopkins, compagnia bella e anzianotta, no? Ah ah, non fatemi ridere
Vi dirò di più. De Niro è quello più attivo e cinematograficamente ancora più figo.
Atteso con il già acclamatissimo Hands of Stone e con The Wizard of Lies.
Oltre a The Comedian, le cui riprese inizieranno a giorni.
Nicholson si è ritirato, non si ricorda le battute, Hoffman è ormai un vecchietto simpatico quanto Zia Carmelina, Nick Nolte un ubriacone panzonissimo con tanta bile nel fegato.
http://www.rottentomatoes.com/m/misconduct/
Guarda(te) come ci dà dentro! Ah ah!
Cari altri tromboni e trombati, almeno Bob tromba! Ed è una bomba!
di Stefano Falotico
Pen(sier)i “pericolosi”: amo la gente verace, schietta, che non veste Versace, che ama gli arachidi
De Niro è fanatico di Gianni, lo segue in ogni passer(ell)a, in quanto “goodfella”, eppur la sua Grace è “untouchable”. Scorsese e De Palma son registi di (ta)lento, di tailleur, di giacche e cravatte criminali, di gente “violenta” che la dice tutta, care donne, datela, ché mollala!
Oggi pensavo a Michelle Pfeiffer, protagonista per la quarta volta, assieme a Bob, di quest’annunciato The Wizard of Lies, la “vera” storia di Bernie Madoff e della sua truffa miliardaria.
I due, infatti, avevano già recitato in Stardust, Capodanno a New York e Cose Nostre – Malavita di Luc Besson. Nei primi due non condividevano nessuna (s)cena face to face. Scarface!
Pacino ebbe con Michelle anche Paura d’amare, ma che c’entra il buon Al(fredo) con Michelle e l’uomo col neo? C’entra perché, come me, mette lo zampino, casca a “fagiuolo” nella bella Michelle, ricordando John Lennon…
Da quel che ho imparato nella mia tortuosa, travagliata (s)figa, e molte… ne “verranno” ancora, so che i buoni son coglioni fottuti dai cattivi, cioè i buoi, e tu, se non te la fai… sopra, ma sotto, sei un buon a nulla. La Nutella, l’uomo ignudo!
Chi patisce non soffre di demenza, eppur “aggressivo”, cova pene… di ove va la gattina al “laido” ci metti il pisellino.
Ciò che ho scritto non ha senso, le donne “imperiali” con troppo sen(n)o mi fan (spa)vento.
Care sceme, meglio seminare, ah ah, da scimmia!
Ieri, per molti piselli, no, pivelli, è stato il primo giorno di s(c)uola.
Gesso e la didattica mette in righello “quelli” più lunghi, da cui la lingua lunga e il sesso sul b(r)anchetto.
di Stefano Falotico