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Sono JACK TORRANCE di SHINING o Alex di A CLOCKWORK ORANGE? Mi trovo al KOROVA MILK BAR?


04 Jan

Comunque, non era male la pornostar Mia Malkova. Perché nelle sue alcove, ah ah, gatta ci cova/ò. E tre civette sul comò fecero davvero al vero amore con la figlia del dottore? Mah, non lo so! Ohibò! E soprattutto non confondete McDowell con Andie MacDowell. Costei, co-protagonista, assieme a Christopher Lambert, della storia della vostra vita, bertucce da asilo nido, sì, GREYSTOKE – La leggenda di Tarzan! Io non sono il signore delle scimmie, in quanto, parafrasando Totò, signori si nasce e io modestamente lo nacqui. Dunque, uomini mai nati o annacquati, siete rimasti con molta acqua o acquolina alla bocca e alla gola? Io sono un genius innato, purtroppo in passato ammainatosi. Ah ah. P.S.: alla cura Ludovico, preferisco il sig. Avico, un mio ex amico. Ma ad Avico preferisco la mia topa, no, tipa.

di Stefano Falotico

arancia meccanica imdbbar renzo imola

De gustibus non disputandum est. Anche se i miei gusti son sempre quelli giusti, soprattutto in fatto di Cinema e di donne, tu invece sei una locuzione vetusta che meriti la distruzione


05 Aug

lambert greystoke

Distruzione, ostruzione, castrazione, istruzione, evviva il battaglione!

Sì, vedo uomini e donne che s’accapigliano per avere ragione ma in verità vi dico che la ragione appartiene a me, forse un coglione ma voi dovete occuparvi soltanto di altre regioni. Non solo geografiche ma erogene.

Sì, siete malati di sessuali attrazioni, siete dei materialisti perennemente fissati su quelle zone…, dunque non possedete ciò che dalla nascita iddio m’ha dato in dono. Il gusto, il tatto, la lirica sensibilità della magnifica vacuità. Nell’apparente vuoto, divento cosmogonico, orbito lungo scoscese valli del mio amore etereo e, nell’etere, smarrito fra lo spazio d’un tempo stellare delle mie tempie sorvolanti gli eccelsi, universali miei intimi aromi, me ne frego bellamente del vostro ipocrita concetto d’amore e di dignità. Volando laddove a pochi uomini fu permesso di addentrarsi. Ovvero nel covo del proprio cuore.

Io so guardare la vita nelle sue vaste profondità immense come la miriade di galassie ove certamente abiteranno razze superiori alla nostra, quella degli uomini. Vale a dire delle scimmie che rinnegarono la propria connaturata natura brada per aderire alla promiscuità più laida.

Tocco sponde ancestrali di trascendenza mistica in quanto, se oggi voglio fare l’eremita e l’artista, so che il Re Mida non è uno che ama la socialità frivola.

Adoro i corridoi energici della solitudine a me più sinergica, me ne avviluppo e me la ingroppo, facendovi l’amore per ore in silenzi contemplativi la vostra emotiva aridità oramai contraffattasi nella cenere di pelli e carni volgarmente mischiatisi al porcile più lardo. Siete arrosto, miei polli.

Mi do delle arie, sì, passeggio infatti spensierato e libero in mezzo a voi, schiavi d’un sistema amaro. Che v’ha castrato in sociali maschere da ruffiani nell’anima avari.

Sì, gozzovigliate e v’ubriacate come i proci ma io non nutro intenti vendicativi nei vostri confronti alla pari di Ulisse.

Non ho bisogno di combattervi poiché voi siete innatamente imbattibili nella vostra deficienza, da voi ogni giorno peraltro resa crescente, mangiando anche le crescentine, immarcescibile.

Sì, marciate, marcendo mentre io adoro Robert Altman di M*A*S*H in quanto uomo alto che non ha la pretesa di urlarvi alt, io sono adoratore della bellezza femminile più alta come fu quella, appunto, di Carol Alt e di Jane March.

Sì, appena vidi Jane ne L’amante e ne Il colore della notte, divenni Tarzan e, combattuto, straziato nel capriccio della cupidigia da lei evocatami, non riuscii ad arrestare la voce del mio cuore erotico che sussurrò al mio membro… avanti, marsc’!

Sì, afferrai la mia liana, togliendomi la maglia di lana e accarezzai il mio sesso cotonato, immaginando di penetrare la March in quei ultimi giorni invernali di Marzo ove, alla vigilia della primavera, sentii già il calore sulla pelle, anche sulle palle, inondarmi e squamarmi di raggianti battiti ardenti e squaglianti.

Sì, non v’è niente di squallido nell’adorazione delle proprie nude intimità così dure.

Sì, il mio membro stava eretto, ritto come un militare sull’attenti e, per meglio gustare il mio onanismo da uomo sveglio e dritto, tirai pure la pancia in dentro, sollecitando il mio personale, surreale amplesso attraverso diaframmatici polmoni miei, appunto, illuminati interiormente da La canzone del sole di Battisti:

 

E l’innocenza sulle gote tue

Due arance ancor più rosse

E la cantina buia dove noi

Respiravamo piano

 

Sì, per questo iper-romantico mio atteggiamento, per questa mia soave, delicata, alienazione masturbatoria e ascendente, fui incriminato quando fui solo (im)puramente cremoso, fui tacciato di essere, a proposito di arance, Alex di A Clockwork Orange.

Sì, si scambia l’innocenza di una masturbazione densa per perversione violenta. Che società bugiarda di dementi.

Sì, gli adulti facinorosi e bigotti mi dissero che, per via di questo asociale, non compenetrante gesto mio autoerotico, ero toccato nel cervello ma in verità vi dico che toccai solo quello, miei fringuelli.

Le ragazze della mia età non potevano apprezzare il mio Infinito leopardiano. Erano troppo occupate a spassarsela, non solo in spiaggia, nell’andare con un tamarro col tatuaggio di un ghepardo, facendo con lui sesso da zotiche, anzi da zoo, sugli ermi colli…

e mi sovviene l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare…

A me invece viene sempre più vicino l’inferno,

e le more a ogni stagione dell’amore, e la presente super figa,

e il suon di tutte.

Così tra questa carnalità,

s’annega il pene mio:

e il cazzeggiare m’è dolce in questo mio amarle…

 

Sì, donne di ogni razza, età e religione fanno carte false pur di avere il mio jolly.

Fra poker e scale quaranta, mi gioco le migliori a briscola per una scopa solo con quelle più regine, meritevoli del mio bastone.

Escludo invece quelle donne senza gusto e senza tatto. Io non sono un ipocrita. Bevo al Korova Milk Bar, come Malcolm McDowell, il latte parzialmente scremato della Granarolo, non sono Fabrizio Corona e dunque, sebbene adori fisicamente la pornoattrice Mia Malkova, incarnante la splendida gatta ci cova per mille e una notte di brillanti alcove, alle donne meretrici che, solo con un paio di gioielli fanno le signore quando invero son soltanto, appunto, troie, preferisco Andie MacDowell, zoccola pure lei ma almeno un po’ più distinta rispetto a voi scimmie che ragionate solamente di Basic Instinct.

Collateral di Michael Mann è quasi un capolavoro. Ma ho solo un dubbio. Visto che sono un uomo da buco nero, come me lo spiega il signor Michael Mann il bucone narrativo concernente il personaggio di Mark Ruffalo? Sì, indaga fino a metà film ma poi sparisce dalla scena. Per caso, nel frattempo, è andato a mangiare con Robert De Niro e Al Pacino di Heat al diner?


di Stefano Falotico

Sono molto ambito in quanto, a forza di non svendermi, devo regalare le mie cassette al mercato ortofrutticolo, anche quelle delle arance meccaniche


09 Jul

arancia meccanica alex

aranciajokerfalotico

Sono un uomo del Paleolitico? Sì, fra poco lo sarò ma potrei diventare l’uomo più ricco del mondo se vendessi tutte le VHS e le mie memorabilia…

Sì, da tempo un dubbio amletico di natura economica sta tormentando le mie notti insonni. Spesso, in piena notte, quando non chiudo occhio, sognando soltanto di fare l’amore con una ragazza della quale non posso farvi il nome ma soprattutto al momento non posso farmi, donna estasiante che vagheggio fra mal di pancia insopportabili e lancinanti desideri miei platonici insoddisfatti che curo parzialmente bevendo latte non tanto scremato e leccando la morbida panna di un cono gelato dell’Algida, donna, sì, caldissima e algida per niente, immensamente bella che distrugge ogni mia trascendenza buddista, sciogliendomi come un delicatissimo crème caramel, donna godibilissima che vorrei assaporare in amplessi dolcissimi, palpare, carezzare col cucchiaio, gustare, snocciolare e leccare come un bignè, ecco, quando ciò funestamente accade… sto immobile a fumarmi una sigaretta e gironzolo per casa. Ma nella mia casa, adesso, vi sono pochi metri quadrati calpestabili.

È una casa sommersa da libri, riviste, dvd, locandine che penzolano, poster perfino dei film di Bigas Luna che accentuano la mia fame chimica, oserei dire eroticamente lupesca. E, tra le rifrangenze chiaroscurali dei raggi lunari mescolati torbidamente alle mie notti ululanti, dolorose e strazianti, questo casino pazzesco m’induce a essere come Armstrong, sia il jazzista che l’astronauta, e a cantare, appunto, Luna di Gianni Togni.

Comunque, al circo Togni ho sempre preferito quello della compianta e truccatissima Moira Orfei. Sua figlia ancora mi risveglia dai miei letarghi pachidermici da elefante. Al che, divento un domatore del mio leone che, rimembrando la vertigine perfettamente colossale delle sue gambe lisce, così stuzzicanti, provocanti e vellutatamente, diciamocelo, eccitanti, silentemente ruggisce eppur come un cavallo imbizzarrito anche nitrisce.

Dunque, sedato, si mette seduto e gli passa ogni fantasiosa voglia di averla nel mio letto per amori da ginnasti e da trapezisti.

Invero, Lara Nones, figlia di Moira, aveva delle belle gambe. Di viso però non era un granché.

Mentre questa mia agognata, anelata donna a cui spero di regalare un dorato anello ma dinanzi alla quale, più che leonino, appaio ai suoi occhi solo come un agnello un po’ porcellino, senz’ombra di dubbio è l’apoteosi seducente e maliziosa più avidamente irresistibile. Femmina fiera e felina, soprattutto mi ferisce, dunque assai ferina e non poco stronzina.

Una donna talmente bella che, se ci fai all’amore, poi ti sbattono… dentro poiché, dopo tanta idilliaca venustà dei tuoi irradiati sensi sventolati e sventrati, vai fuori. Non soltanto di testa.

Diciamo che i tuoi ormoni, surriscaldati più dei tropici, sono defenestrati perché vieni strozzato dal caldo equatoriale provocatoti da tale donna dalla bellezza abissale più dell’oceano Pacifico.

Insomma, se vedi questa qua, non puoi stare calmo, la sua forza erotica non pacifica proprio nulla. T’immerge sin da subito in emozioni più profonde di Atlantide grazie alle sue forme che scioglierebbero ogni orso polare dell’Antartico.

Annegando ogni tua voglia… ascetica. Ho perso la testa per questa, scusate. Che testa di minchia!

Di mio, sì, sono un testone.

Poche volte attestai le mie conoscenze, non solo culturali. A livello istituzionale, poche donne ebbi, diciamo, in maniera effettivamente, affettivamente copulante di fidanzamenti attestanti i miei flirt ficcanti.

Ah, vivo spesso di farneticazioni e poco di fornicazioni. Sono un uomo che fa della fantasia la vita stessa fatta e sfatta di leggiadria. Sono talmente leggiadro che fra un po’ anche se un ladro volesse derubarmi, eh già, constaterebbe che per lui sarebbe stato meglio se avesse passato la serata, guardando The Score con Bob De Niro.

Sono un uomo comunque molto ricco interiormente. Tanto ricco nell’anima e poco esteriormente che, cazzo, non detengo nessuno scettro. Sono un uomo talmente moralmente retto che vengo preso per storto e fesso. Detta come va detta, per un coglioncello.

Molti ragazzi sono mantenuti, quelli che perdono la brocca e danno di matto, combinando macelli, diventano anche detenuti. Di mio sono nudo e crudo. Libero come una libellula ma vedo poche farfalle. Né brutte né belle.

Anzi, ufficialmente sono solo come un cane. Dato che non sono sposato. E non dipendo da nessun padrone.

Di contraltare, ho degli amici fidati. Che vi credete?

Ma vi svelo questa verità: siamo tutti soli anche se pensiamo di essere capi del governo.

Pensate a Berlusconi. Nessuno l’ha mai amato davvero.

Voi dunque, prima di dichiararvi amati e benvoluti, accertatevi dapprincipio, miei falsi principi, di non essere adorati semplicemente da delle puttane e da dei leccaculo.

A livello prettamente personale, intimo e inconfessabile, forse potrei asserire di essere stato inserito socialmente a molte ragazze, diciamo, che apprezzarono non poco le mie risorse umane.

Detto ciò, tralasciando le mie toste esperienze sentimentali, la mia educazione sessuale, passiamo al culturale.

Sì, la mia casa è addobbata di oggetti, suppellettili, perfino di libri scolastici di mia madre. Libri che il Ministero della Pubblica Istruzione le regalava quando faceva la supplente, libri ove è contenuto molto sapere biologico ma che non trasmettono molta vita.

Le VHS? E che me ne faccio?

Le donne non amano più le relazioni vere, si son date al digitale.

Ma quale analogico! Leggo pure sui social, quindi non su siti di Escort, degli annunci pubici, no, volevo dire sconsideratamente, scandalosamente pubblici da parte di giovani donne intellettuali che sanno come vendere bene la propria merce. Espertissime di merchandising e, a quanto pare, provette conoscitrici delle dis-umane regole del mercato:

ciao,
sono una scrittrice plurilaureata. Allora, se compri mille copie del mio libro, vengono a diecimila Euro.

Però, se ne compri diecimila in più, io vengo a poco. Basta che, al totale, aggiungi 50 Euro e ti faccio il servizio completo, anale compreso.

 

Di mio…

Su eBay, cerco di vendere un filmetto ma non lo compra anima viva. Perché mai qualcuno infatti dovrebbe acquistare qualcosa di usato e riciclato, pagarmi perfino le spese della spedizione quando, oggigiorno, è tutto così scontato e viene a pochissimo?

Sì, il mondo si divide in due categorie:

chi è un wanted in quanto è un bandito come Eli Wallach de Il buono, il brutto, il cattivo e chi è pur sempre, sì, un ricercato.

Perché è come Clint Eastwood.

Ecco, perché si dice che Clint abbia carisma?

Lasciando stare i suoi mille capolavori, si dice così perché Clint a quasi novant’anni sembra ancora un figo della madonna mentre tu a venti pari uno già da tempo immemorabile messo a 90.

Come mai? Guardati allo specchio e datti la risposta. Anche la supposta.

Ora, se permetti, un’ottima tazza di latte mi aspetta.

E ricordate: chi la fa l’aspetti.

Al solito, i sospettosi e i malfidati equivocheranno quello che ho appena scritto.

Non volevo dire che chi fa lo stronzo deve aspettarsi di ricevere una pari bastardata.

Volevo semplicemente dire quello che ho detto, ovvero chi la fa l’aspetti.

Il fatto è questo, cioè che questa qui sto aspettando di farmela da circa tre anni ma lei stasera aspetterà un altro…

Ho detto tutto.

Sono un uomo che sa cosa vuole dalla vita. Vorrei questa tizia ma lei vuole tutti gli altri, tranne me.

Comunque, sono buono e stanotte inviterò tutti, traditori e non, cornuti e non, a berci sopra al Korova Milk Bar.

Capace che incontriamo pure Fabrizio Corona con una che si chiama Anna Milkova e prenderemo sia lei che lui per il culo.

Ci sta.

Dai, intanto passami la vodka.

 

di Stefano Falotico

Arancia meccanica di Kubrick o di Stefano Falotico?


25 Jul

Genius-Pop

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