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Caldi estivi da Benicio Del Toro, fantasia POP di passioni almodovariane


09 Jun

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Veramente, in queste or(g)e a Bologna stiamo sfiorando livelli di afa africana. Tipo 50 gradi all’ombra come nelle pampas messicane ove i gonzi fumano la marijuana e le donne ballano e battono coi loro maschi come in un film di Sam Peckinpah. Sì, Il mucchio selvaggio, diciamocela.

Bologna è una città tetra d’inverno ove palazzi fatiscenti di periferia, abitati peraltro da deficienti, si mescolano a decumane cartesiane di vie bislacche, annodate alla complanare della tangenziale ove i camionisti poco cristiani spingono sull’acceleratore come se stessero facendo l’amore con Carmelita, donna atea che ama alla follia Vasco Rossi. Donna che è un tesoro e, anche se sei povero in canna e non ha i soldi nemmeno per comprarti du’ canne, ti prepara un rovente tiramisù, miscelandoti come zucchero grezzo nel ribollio dei suoi amplessi lisci come l’olio poi scalmanati come quel pazzo che sbatte il cucchiaino contro le tempie del suo cervellino. Con lei si viaggia sul velluto…

Sì, mai visto un caldo così. E io invece, omeostatico, conservo freddamente il mio aplomb rigido e compassato malgrado, in giro, noti e adocchi delle fighe esagerate da “strappa-mutande”.

Sì, quando fa caldo così, mi viene sempre in mente Del Toro. Gran pezzo d’uomo. Lo vidi dal vivo alla prima veneziana di 21 Grams. E vi posso garantire che, di primo acchito, non traspare affatto la sua anima sensibile e delicata se dovessimo attenerci solamente alla sua corposa apparenza da portoricano sudato dalla faccia poco angelicata.

Sulla passerella, sovrastava Sean Penn. E Naomi Watts, passerona sconsiderata, rimase impressionata dalla sua falcata. Un bestione alto quasi due metri, con due occhiaie visibili a un km di distanza, figlie delle sue notti insonni poiché fu ingordo di Valeria Golino. Attrice pessima ma che, all’epoca, diciamocela, era un bel bocconcino.

D’altronde, il signor Benicio, prima di vincere l’Oscar per Traffic ed essere Che Guevara, paladino dei deboli e degli oppressi, si aggirava spesso nei pressi di zone tropicali ad alto tasso eroticamente bollente.

Mica un uomo triste da cipressi, miei cessi.

Sì, conobbe la gola profonda della Golino sul set di Lupo solitario.

Non fu difficile per Benicio finire a letto con Valeria. D’altra parte, Valeria non è una da valeriana e una che chieda moltissimo. È stata pure con Sean Penn e con Riccardo Scamarcio. Che è la versione mignotta, no, scusate mignon e nostrana, dunque atrocemente rozza e pugliese, di Benicio, attore di tutt’altra categoria che sa far impazzire ogni maionese e lo fa con tutte le pechinesi.

Gli abitanti di Budrio, cittadina della provincia bolognese, sono denominati budriesi. Mentre i calabresi a volte si sposano con le milanesi. Di mio, mangio i grissini torinesi.

Detto ciò…

Nel ca… o di Benicio, parliamo di uno stallone di razza, mica di uno da Laura Chiatti. Che, comunque, buttala via. Quando si dice, vuoi la botte piena e la moglie ubriaca?

Ah, io mi accontenterei di un buon Chianti e della bona Chiatti. Anche se diventerà un po’ chiatta, con lei mi ubriacherò di r-osé sin alla fine dei giorni nostri ardenti. Da buongustai al dente.

A parte gli scherzi, Benicio è stato El amigo de Miami di Uova d’oro di Bigas Luna.

Javier Bardem è un maschio attizzante ogni Prosciutto, prosciutto di Penélope Cruz.

Però, prima di sposarla, ha lasciato che lei diventasse più ricca della banca di Vera Cruz. Non si fa così, Javier.

Bardem… uno che vuole sia Scarlett Johansson che Rebecca Hall in Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen.

Perché lui è un duro da Non è un paese per vecchi.

Però in Uova d’oro è più ricco di Berlusconi ma non riesce a far godere la sua donna. Allora, per soddisfarla, lascia che il giardiniere delle aiuole, forse amante di Gianluca Grignani (ti raserò l’aiuola…), cioè Benicio, sia con lei Martin Benigno di Parla con lei.

Uno che, a prima vista, sembra un demente e fa pure la parte del prete in The Young Pope e presto in The New Pope.

Ma ama le poppe, eccome, ah, lui adora le spagnole, essendo infatti originario di quelle regioni…

Un complicato intrigo di donne, vicoli e delitti che non è un film di Lina Wertmüller ma una storia di corna e tradimenti a gogò, di machi gigolò e donne che forse sono uomini come nei drammi di Pedro Almodóvar.

Sì, impazzano le donne sull’orlo di una crisi di nervi.

Ma ricordate: impazziscono del tutto solo se Benicio se le spupazza.

Sì, Benicio è un amante latino, un matador, insomma un (Del) Toro.

Lui ascolta ogni pazza, sa renderla viva e furiosa come la mitica Loredana Bertè di Tequila e San Miguel.

Per anni invece io fui scambiato per quel buson’ di Miguel Bosé ma ora mio padre, appena mi vede, non riconoscendomi più, urla: che è successo? È stato San Michele!

San Michele è il santo patrono di Pomarico, paesino lucano ove mio padre è nato.

San Michele è uno che fa il culo a ogni stronzo figlio di puttana, dunque di Satana.

Tenetelo ben a mente, dementi.

Di me la gente capì ben poco. Nemmeno io, a dire il vero, capii molto. Siamo sinceri.

È un gran casino. Un equivoco di proporzioni immani come questa volgarissima barzelletta:

– Quanto vuoi per una pompa?

– Io non vado a puttane.

– No, ma tu pensi sempre male. Mi hai detto che sei rimasto a terra e sei a secco di benzina. Ti faccio una nuova pompa a 20 Euro. Ci stai?

– Potresti regalarmela?

– Eh no, te la devi guadagnare…

 

Morale della favola e della fava: uomini e donne non finite spompati.

 

 

di Stefano Falotico

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Domani sarà Ogni maledetta domenica, adoro la retorica, fa parte del mio Oliver Stone/Pacino alla Jim Morrison, i grandi momenti della U-Turn, che (s)figa(to)… mica tanto


22 Nov

Sean+Penn+Charlize+Theron+Sean+Penn+Touch+l5ut6vFDel4l

Non so a voi ma a me stan sul cazzo quei tipi che lo scassano. Quei “topi” con la voce stridula, gente da Cinema di Francois Ozon, un cinemino da (di)vani, sempre sul (di)van(itos)o, dei semi-froci, quelli che De Niro di The Fan definirebbe… perché non dici (loro) di andare a prenderselo nel culo?

Quella era una battuta sbattuta a quel rincoglionito del signor Pellegrini, uno che non sa cos’è il gioco delle “palle”, da cui il Baseball, il Football, eccetera e tu non mangi il “cedro” limonante perché, di “sedere”, ti fai il culo da mattina a sera, te ne sbatti, come no, al massimo, nei momenti di “relax”, ti spari qualche sega sulle presentatrici alla Arianna Ciampoli, modulando la “zip” nello “zapping”  del “tirartela” da matto “lavoratore” del cazzoncino, ecco, sintonizzato sul coglione “andato”. Manco a puttane perché la tua fottuta moralità s’attacca al pisellino del “Faccio pene, male o bene, è andata di merda”. Azz’, almeno Cameron Diaz non usava la tua “Mask”. Stringeva un negretto non tanto astringente, bello ignudo e “tutto” si allungava di “touchdown”. Fa pena questa?

No, fa Pagniacci! Tu sei un pagliaccio.

Ah, almeno Pasolini l’inculava tutti a sangue, da cui “Ragazzi di vita”, insegnamento che se lo prendi in quel posto da giovane incosciente, da “grande” poi lo riprenderai maggiormente fra le cosce. Basta!

Perché è gente che preferisce i Beatles ai Rolling Stones, predilige John Lennon a Mick Jagger, minchia, diciamocelo, con Yoko Ono il nostro John giocava poco ma (s)por(c)o, mutuando una vecchia barzellettina da spogliatoi degli anni 90, fottuta Pulp Fiction di stronzi come noi, a misurarci quanto ce l’avevamo fetente di peli prima di un Calcio appunto di fendenti sotto il palo.

non è lo stesso campo da gioco!

È un massaggio ai piedi o darti una pedata?

Vi sembrano cagate quelle che evacuo? Perché pensavate fossero “cosce” serie? Io pen(s)o a pararmi il culo, tu pensa al tuo e finiamola con le perle ai porci. Imparate che, dalla vita, bisogna “pigliarle”. Insomma, è morto Tony Scott e tutti se ne fottono… Guardate che non era poi così malvagio… Mi basta vedere come s’è (ri)dotto suo fratello, Ridley. Un tempo era dotato, Blade Runner docet, dopo Gianina “super-dotata” Facio, una super-zoccola che ha leccato l’oca pure a Fiorello, tempi di “Karaoke”, mie (sp)o(r)chine canterine per il “ca(na)rino”, adesso s’è “santificato” (della serie la ficona rende il cervello a puttane dopo l’uccello non tanto piccolo Mosè da Exodus…).

Va ficcato!

Rifacciamo I dieci comandamenti?

Prendi una donna, trattala male. Da cui il Teorema di Pier Paolo? No, Ferradini… grilletti, Grillini…

Insomma, questo Marco voleva “marcarla” ma non era Brando MarlonMarcantonio.

Date a Cesare quel che è “mia”, cari Bulli e pupe, potrei ingravidarla, allora il problema è: un parto normale, sempre doloroso da Brando de Il coraggioso, oppure un cesareo da Ultimo tango a Zagarol?

Grande Franco Franchi! Voleva solo la “bernarda”. E invece Bernardo? Siam passati dalla Schneider ai dreamers dei baci alla “francese”. Eva Green non è da Perugina ma ha le tettone da spagnola.

Sì, povero Bertolucci. Andò sul “burro”, sul crudo, ma fu accusato di essere un maiale, e glielo “tagliarono”. Solo oggi, abbiamo la versione integrale. Tu, donna, mangi il pane con l’uomo da salato o vuoi solo un’insalata di acido?

Di “mio”, preferisco “addolcirlo” da esaltato. Tutte addosso mi sal(t)ano ma non le cago, sebbene alcune mi piscino in testa. Non hanno i testicoli ma devo far testacoda per salvarmi da queste ninfomani.

Non so se avete visto la versione “estesa” della Gainsbourg in von Trier. La trovate su www.celebritymovierachive.com. Basta che abbiate una carta di credito e assisterete a un’inculata pazz(esc)a, come si suol “dare”, da du’ negri, uno lì e l’altro là su pelle bianchissima di porcella(na) assai lilla ma non affatto in bianco, in bis di fallo, che “schifo”, ma che popò che ha Charlotte.

Sì, sono un monello alla Charlot, tingo la vita di piccante come Tinto Brass, da cui Monella e Giuseppe Simone che ce l’ha duro duro come la coda di un canguro.

Ce la vogliamo dire? Come vi prendo per il culo io, Diprè mi fa-fece un baffo, infatti Kortney Kane ad Erik Everhard preferisce me e pure, di “purè”, tua sorella, una che fa la suorina invece è la “regina” delle su(s)ine. Ebbi modo di sputtanarla e pelarla dopo che la sbattei in carcere, lo pompai e la spompai, è spremuta adesso, era finita lì per aver rubato il Pap’occhio a quel “mostro” di Benigni, da cui Raffaella Carrà che fa l’amore da Trieste in giù in che cazzo vuoi e Gianni Minà al Rino Gaetano in “Gianna” che lo prende tutto l’ano e buoni ani a tutti e a tutte, soprattutto a tutto(logo) di sto par de palle. E giù palate, patatine, salsa, il tanga, gli oranghi, Rambo, ci scappa il bimbo che poi scoperà, sarà trombato, (in)castrato, possibilmente in mutande, se vuol darlo sui viali senza che nessuno ti “avvi(t)i” in una (s)figa da catena di monta(ggio). Do you Ringo? Va(i) avvilito e dalla cremina avvolto. Copritevi i volti!

Che dico? Parlo arabo? Voi no, date un sacco di soldi a El Shaarawy. Badi come parli, sa?  Un calciatore imparabile, incomparabile, sa anche in italietta parlare.

Ah ah, andate smontati, suonati, sempre a farvelo? Ma che volete fare? Di “mio”, me lo faccio, se me la fai, ti spacco la faccia. Batte la fiacca. Invece, la figa è una battona. Di solito è così, se è “solido” fa porno perché “viene” meglio. Più tosto è e più te lo fa “potente”, miei mostri. Tu, mostra(la).

Con me, non passi nessun rischio, uso precauzioni soltanto se passo con le luci rosse, rispetto il (sema)foro ma mi stan sul caz’ quelle da forum, solo nelle tribune elettorali a “menarsela”.

Non van tributate dei miei “attributi”, miei “tromboni”. Trombatele! Tribun(al)i alle ur(i)ne! E tu, Tribuzio, amico di Letizia, vai al seggiolino-segaiolo e imboccatela-disboscala di liquirizie. Sei un trimone! Tagliatel(l)e alla bascaiola!

Queste van solo menate, così la Mussolini capirà davvero che suo padre era un fascista e lei oveva vivere a quei tempi. L’avrebbero sbattuta di “bruti”. Evviva Bruto!

La finisse quell’Alessandra di viver in questo magna magna. Di Magnum ce n’è uno, gli altri son “gelati” Magno e quindi, dopo aver leccato tutto il mondo come Berlusconi, finiranno le “conquiste” e Silvio tornerà in tribunale, denunciato da du’ Escort. E tutto per il “biscotto”, la ricotta, la fetta di torta.

Fidatevi, è meglio Il sapore della ciliegia di Kiarostami. Contempli e, nel frattempo, puoi anche essere Leopardi, senza queste “leopardate” però, altrimenti diventa un triste Silvia di (ri)membri…

Elevato! (E)levatevi, e levati!

Per queste “mie”, vorrebbero mettermi di nuovo dentro… Sì, non son mai “contente”…

Ma che (rac)conti?! Sono o non sono un Conte? No, vivo da Principe Totò, da cui Miseria e Nobiltà.

Ora tostissimo, testé, sta(i)… fuori, ancora nei “for(n)i crematori?”. Va attestato se son un testone o uno da intestina sbudellate! Fe(ga)to mio, i figli so’ pezzi e core.

Da cui il mio Sean Penn di This Must Be the Place sul 21 Grams ché non c’è una gran differenza fra il “Cinema” con Mario Merola e quello di Alejandro.

Molti non mi capiscono, basta che la capisca “lui”. Dammi del lei, tu del tè. Anche un caffè.

Salutam’ a sorrata!

Ora, perché Charlize Theron si copre il viso?

Perché si vergogna ad andar in giro con un figlio di puttana da The Last Face.

 

Pacino che c’entra?

Imagine Danny Collins e all the people statemi (nelle) bone. Se non volete starci, siete da bomboniera/e. Ieri, eravate, non siate. Stateci!

Questo si chiama genio assoluto, cari miei “igienici”, e il geni(t)ale non si discute.

Da cui il “genitivo sassone”, uomo barbarico che se ne fotte… sia delle regole grammaticali che di tua madre. Insomma, è fottuta… come in Schindler’s List.

Questa è difficile? Sì, lo so, sarà “dura” salvarmela…

Di “mio”, spero sostanzialmente di scoparmela e poi mandarvi a fanculo.

Palle in mela, in meta, non voglio la metà, vinco o perdo. Però che per(dent)e.

di Stefano Falotico

Genius-Pop

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