Sì, ogni anno Quentin Tarantino vi ammorba con la lista dei suoi film preferiti della passata stagione.
Ora, non voglio discutere su Tarantino e Dio abbia in gloria Le iene, Pulp Fiction e Jackie Brown.
Ma c’è poco da dire. Gli altri suoi film sono disorganici, cinematograficamente dislessici, illuminati da scene meravigliose alternate a un pot–pourri di stronzate sterili.
Sì, mi divertii anche io col misogino bastardo Stuntman Mike/Kurt Russell di A prova di morte.
E, in Bastardi senza gloria, la scena della taverna varrebbe da sola il prezzo del biglietto oltre a un Christoph Waltz titanico e spaventoso.
Kill Bill è bello solo nella scena finale con l’epica frase pronunciata da un Michael Madsen che, stranamente, recita per pochi secondi come Marlon Brando di Apocalypse Now. Cagandosi però già nelle mutande.
Ma il finale invece del capitolo due fa ribrezzo. Non soltanto a Sergio Leone di C’era una volta il West ma anche a Ken il guerriero.
E non basta riciclare la colonna sonora di Ennio Morricone de La cosa per The Hateful Eight al fine di spacciarsi per eredi leoniani.
Un filmaccio infarcito solo di dialoghi ove il formato 70mm Panavision c’entra come i cavoli a merenda per un kammerspiel quasi totale.
Dov’è la Monument Valley di John Ford? Che senso ha allargare le immagini quando ci si trova in un posto così ristretto e angusto in cui, peraltro, Tarantino gira in maniera poco mozzafiato, tediandoci con uno splatter sanguinolento che, per l’appunto, non è per nulla funzionale alla catarsi a differenza del Cinema di Carpenter?
Insomma, fa cagare.
Non parliamo poi di C’era una volta a… Hollywood. Bischerata tremenda ove Margot Robbie, più che assomigliare a Sharon Tate, sembra una valletta. Sì, è bella. E quindi? Che c’azzecca con l’ex moglie di Polanski?
Chi definisce C’era una volta a… Hollywood un capolavoro, ah ah, è meglio che capisca che cosa sia l’etica, l’estetica e anche la f… a.
Ridley Scott, dopo Black Rain, girò mezze schifezze. E Il gladiatore è il film più sopravvalutato della Storia, non solo romana.
Allora! I capolavori veri di Scott sono I duellanti, Alien e Blade Runner.
Poi, come ben affermò Gianni Canova, straordinarie scene qua e là in tante pellicole esageratamente pompose, retoriche, mal amalgamate.
Un po’ come Christopher Nolan. Ripeto, a costo di apparire pleonastico e antipatico, Interstellar dura cinquemila ore ed emoziona solo nei cinque minuti finali.
Dove cazzo lo vedeste il capolavoro? A proposito, Anne Hathaway è ancora persa nello spazio? Se sì, non mi spiacerebbe esserle il suo “alieno” mentre indossa un paio di slip striminziti come Sigourney Weaver.
Sì, sono un uomo intergalattico, amante dei buchi neri esplorati non soltanto da Stephen Hawking, bensì da ogni eterosessuale maschile desideroso di mitragliarvi come in Black Hawk Down.
Ah, per molto tempo fui la lindezza e l’innocenza fattasi carne. Cioè un uomo affetto da disturbo ossessivo-compulsivo come Nic Cage de Il genio della truffa.
Mi diedero del criminale, quasi dell’American Gangster perché fui un cannibale solo di me stesso.
Altro che Hannibal. Peraltro, non vorrei dire. Lecter sarà pure uno psichiatra geniale che sa entrare in ogni mente col solo potere dell’intuito bestiale ma, a coiti fatti, no, a conti fatti… rimane un coglione.
È l’unico uomo che riesce, infatti, a ipnotizzare, grazie al suo carisma animalesco da uomo di pazzesco intelletto, sì, Julianne Moore.
Alla fine la lascia scappare. Insomma, come si suol dire, un uomo che sa entrarti dentro subito.
Dappertutto, nell’anima e nel cuore ma non tanto in quella zona molto sensibile quasi quanto Jodie Foster ne Il silenzio degli innocenti. Donna tutta d’un pezzo e lo seppe Miggs/Stuart Rudin.
Ora, a parte le cazzate, adoro questa scena. Quando si aprono le acque…
Qui c’è la poesia, ragazzi e ragazze.
E poi, lasciando stare Scott e le cotte, ne vogliamo parlare di Balla coi lupi?
Chiedete anche al Kevin Costner di Open Range come si giri un western coi contro-cazzi.
Il Cinema è sogno ed è forse oggi perduto nelle purezze estinte di un sommerso nostro mondo eclissatosi in Atlantide.
Sì, a quarant’anni sono ancora un adolescente. E, se vivrò ancora a lungo, lo sarò anche quando un prete alla The Irishman mi darà l’estrema unzione o mi ricorderà che presto, anziché Natale, sarà Pasqua.
Sono oramai in disaccordo con quasi tutti i critici dei quotidiani e della rete. Ce l’ho spesso anche contro il mio amico Federico Frusciante.
Dai, Fede, non si può dire che Freddie Mercury non fosse un genio. Se poi, amico, vuoi mantenere un profilo cazzuto da uomo che non si fa fottere mai, stai mentendo.
D’altronde, chi non vorrebbe vivere per sempre?
Solo nella fantasia, gli uomini e le donne si ricreano. Altrimenti c’è il progressivo spegnimento emotivo, l’abitudinaria routine d’una vita piatta e borghese, mestamente corretta, dunque orrida.
Anche Cristoforo Colombo fu un sognatore.
Dunque, quali sono i miei film preferiti? Non lo saprete mai poiché non mi va di dirvelo.
Così è. Amen.
di Stefano Falotico